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ma dipende.

se sei sotto padrone anche se sei ing non prendi chiss? quanto,insomma anche una volta presa la laurea bisogna sgomitare per avere un posto di rilevanza nell'azienda

Ah i due discorsi non sono in contrapposizione infatti, soprattutto perch?, in particolare nei primi anni, i soldi quasi mai riflettono il reale valore delle persone preparate. Per? alla lunga si spere che a qualcosa sia servito studiare.

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Ma che ragionamenti sono questi? Come ha detto in modo ineccepibile Apocalisse, il valore aggiunto del laureato è che impara subito

 

 

La manualità se non la impari nei primi 20 anni non la impari più.

 

 

Come quelli che hanno iniziato usare il Pc a 30 anni e passa rispetto a quelli che l'hanno usato fin da piccoli, si vede lontano km la differenza.

 

 

E cmq se hai dei buoni maestri anche la teoria si tramanda, non dico che la laurea non serva, assolutamente, ma penso che molti laureati specie in italia siano un po' troppo attendisti, hanno il titolo quindi devono avere per forza.

 

Intraprendenza e spirito d'iniziativa spesso pari a 0

Modificato da AdrianoGalliani

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ma di che manualit? parli? guarda che l'ingegnere o fisico o che non deve mica zappare o fare chissa quali lavori manuali :wacko2:

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ma di che manualità parli? guarda che l'ingegnere o fisico o che non deve mica zappare o fare chissa quali lavori manuali :wacko2:

 

Credo che un buon ingegnere non debba solo saper progettare ma anche costruire e credo che per questo debba avere una buona manualità cmq era un discorso rivolto in generale al "laureato" non agli ingegneri

Modificato da AdrianoGalliani

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La manualità se non la impari nei primi 20 anni non la impari più.

 

 

Come quelli che hanno iniziato usare il Pc a 30 anni e passa rispetto a quelli che l'hanno usato fin da piccoli, si vede lontano km la differenza.

 

 

E cmq se hai dei buoni maestri anche la teoria si tramanda, non dico che la laurea non serva, assolutamente, ma penso che molti laureati specie in italia siano un po' troppo attendisti, hanno il titolo quindi devono avere per forza.

 

Intraprendenza e spirito d'iniziativa spesso pari a 0

E allora che dobbiamo dire dei fisici che si sono laureati 30 o 40 (o più) anni fa (quando esistevano solo i supercomputer della NASA e nessuno aveva un pc a casa) e ora sanno programmare meglio di me che ho avuto un pc a casa da quando sono nato?

 

Piuttosto io direi: l'elasticità mentale o si acquista da giovani o non si acquista più. Però chi è abiutato alle novità fin da quando è a scuola o all'università, stai sicuro che ha una marcia in più anche a 80 anni.

Modificato da Ferrarista

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mah non ne conosco.

 

 

Forse ? capitato solo a me che i piu addormentati che conosco siano laureati/laureandi

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dubito che i pi? addormentati siano i laureati e i pi? svegli e pronti siano i "manovali"

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mah non ne conosco.

 

 

Forse ? capitato solo a me che i piu addormentati che conosco siano laureati/laureandi

Almeno nel mio campo, se non sei sveglio, non puoi lavorare n? a 20, n? a 30 n? a 80 anni...e poi quello del fisico (ma anche dell'ingegnere) ? un mestiere che richiede di stare al passo con le tecnologie (anche perch? fisici e ingegneri sono quelli che creano progresso e tecnologia...se non sono loro al passo coi tempi, non so chi dovrebbe...).

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dubito che i più addormentati siano i laureati e i più svegli e pronti siano i "manovali"

Io vedo spesso questa realtà, sarà il mondo di oggi che pone un netto divario tra il mondo della scuola e quello del lavoro anche se darei al termine "manovale" un significato che si discosta molto da quello letterale che intendiamo nel linguaggio corrente.

 

Il problema è, uno che fa la laurea lo fa per 3 motivi

 

 

1 diventare dirigente o cmq un dipendente diciamo abbastanza avanzato all'interno di un azienda

 

2 aprire qualcosa per conto suo (e qui entra in gioco avere un capitale iniziale)

 

3 diventare consulenti esterni per aziende e PA (e anche qui devi avere una certa fama nell'ambiente)

 

4 mettiamoci anche qualcuno per insegnare

 

 

non penso tanto perche gli piace studiare fino a 25/30 anni. Si studia di più per guadagnare di più. Giustamente.

 

 

Ora; visto che i laureati sono una valanga e il lavoro manca per tutti (non solo per il semplice operaio vecchio stile) non credo che tutti i laureati andranno ad incastrarsi in quelle 3/4 suddette vie, ma la stragrande maggioranza va a finire in lavori a progetto e a termine co. co. co. o manovali come li chiamate voi o in qualche officina.

 

A quel punto bisogna rimboccarsi le mani e adattarsi a fare quello per cui non si è studiato e qui entra il gioco il discorso che devi essere molto meno teorico e molto più pratico.

 

 

Detto questo sicuramente avere la laurea è un vantaggio ma innanzitutto devi:

 

1 essere in pari con gli anni e già li è difficile,

2 avere voti altissimi data l'offerta di lavoro immensa che c'è da parte degli altri

3 indovinare un settore azzeccato dove c'e lavoro,

4 essere disposti a sacrificarsi molto i primi anni con tanto sbattimento e bassi guadagni.

 

 

Quindi, su diciamo un totale ipotetico di 100 laureati quanti potrebbero ritenersi soddisfatti delle loro scelte? e quanti rispondono a queste caratteristiche?

 

 

 

Il discorso ovviamente cade se si hanno alle spalle enormi capitali, ma a quel punto ti puoi prendere la vita molto più comoda. Magari laurearti a 30 ed iniziare a "lavorare" a 40 tranquillo col c**lo al caldo grazie ai genitori.

Modificato da AdrianoGalliani

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Prima di tutto ci tengo a dire che almeno io non sto all'università per nessuno dei 4 motivi da te elencati (ma comunque effettivamente siamo una piccola percentuale).

In secondo luogo non mi pare che si stesse parlando di chi è costretto ad andare a fare un lavoro per cui non ha studiato. Qui c'è stato chi ha rivendicato quasi il primato dell'esperienza nei confronti dello studio e non per lavori diversi da quelli per cui si è studiato.

Modificato da Ferrarista

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non mi pare che si stesse parlando di chi è costretto ad andare a fare un lavoro per cui non ha studiato.

Il problema però è proprio quello, almeno per quasi tutti i laureati che conosco, si prende quello che si trova, perché è gia tanto se si trova.

 

 

 

Qui c'è stato chi ha rivendicato quasi il primato dell'esperienza nei confronti dello studio e non per lavori diversi da quelli per cui si è studiato.

Purtroppo sono convinto anche io di questo, ma posso benissimo sbagliarmi, felice se vedo qualcuno che sa smentirmi.

Modificato da AdrianoGalliani

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Il problema per? ? proprio quello, almeno per quasi tutti i laureati che conosco, si prende quello che si trova, perch? ? gia tanto se si trova.

si ma che significa? se un ingegnere non ha l'esperienza di un operai manco un operaio sa fare un progetto. e cmq il discorso c'entra poco con quello di cui si parlava all'inizio.

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Purtroppo sono convinto anche io di questo, ma posso benissimo sbagliarmi, felice se vedo qualcuno che sa smentirmi.

Su questo punto non sono per niente d'accordo: che ci siano gli incapaci è verissimo (e purtroppo pure a quelli danno la laurea), ma chi ha studiato per bene è capace di fare i lavori dei "manovali" imparando meglio e in meno tempo grazie alla base teorica. Poi è ovvio che l'ingegnere edile "pretenda" di fare il dirigente: non penso che uno si spacca il c**lo per anni a studiare e poi si accontenta di essere trattato e retribuito come un muratore che già guadagnava mentre lui studiava (e pagava per studiare).

Modificato da Ferrarista

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E comunque non voglio essere ripetitivo, ma l'esempio dell'elettrotecnico che non sapeva spiegarmi il funzionamento del multimetro digitale ? esemplare...

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Poi è ovvio che l'ingegnere edile "pretenda" di fare il dirigente: non penso che uno si spacca il c**lo per anni a studiare e poi si accontenta di essere trattato e retribuito come un muratore che già guadagnava mentre lui studiava (e pagava per studiare).

 

 

Ragionamento teorico, purtroppo spesso nella pratica non è cosi, soprattuto per le lauree umanistiche.

 

Forse solo i laureati che vedo io mi sembrano così imbranati, bah.

Modificato da AdrianoGalliani

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Ragionamento teorico, purtroppo spesso nella pratica ? cosi, soprattuto per le lauree umanistiche.

 

Forse solo i laureati che vedo io mi sembrano cos? imbranati, bah.

No scusa...che attivit? pratica ci sarebbe nelle lauree di tipo umanistico? Io non ho mai sentito parlare di filosofia applicata :hihi:

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si ma che significa? se un ingegnere non ha l'esperienza di un operai manco un operaio sa fare un progetto.

 

 

Un operaio evoluto secondo me si.

 

 

Il tuo caro Enzo Ferrari venne rifiutato dalla FIAT come operaio 40 anni dopo gli diedero la laurea ad honorem in ingegneria

Modificato da AdrianoGalliani

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E comunque non voglio essere ripetitivo, ma l'esempio dell'elettrotecnico che non sapeva spiegarmi il funzionamento del multimetro digitale ? esemplare...

ma anche no, non fare di tutta l'erba un fascio :D

onestamente credo che sia una cretinata raggruppare le persone in base al percorso che hanno scelto, ci sono laureati che non capiscono una mazza e c'? gente in gamba, che all'occorrenza ? disposta anche a "sporcarsi le mani" senza problemi. La stessa cosa vale per quelli che hanno scelto di lavorare, c'? moltissima gente che pur non avendo una laurea e le fantomatiche "basi teoriche" si ? costruita una carriera semplicemente facendo bene il proprio mestiere, cosa tutt'altro che garantita dal percorso di studio intrapreso :)

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A parte che parliamo di Enzo Ferrari e non di uno qualunque...ma poi le lauree ah honorem non ? che sono cose da tutti i giorni. E poi io non credo proprio che quella laurea fosse stata assegnata per un qualche lavoro di raffinata ingegneria: Enzo Ferrari ? ricordato per essere stato uno tra i pi? grandi industriali italiani, non per essere stato un ingegnere sopraffino...

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era un modo di dire quando nascevi e crescevi in un officina spesso acquisivi conoscenze che ti permettevano di creare e saper fare progetti anche senza il pezzo di carta

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