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Esempio ne fu la grossa debacle di Hockenheim, con la Ferrari dietro pure al V8 della Benetton. Poi a Spa ci fu la prova delle prove: Prost attaccatissimo a Senna nei curvoni, ma poi incapace di superarlo sugli allunghi, fermo restando che Alboreto fece il gioco di Senna non facendosi doppiare a fine gara. Monza fu poi la sentenza finale.

Ai tempi i giapponesi erano tecnologicamente molti passi avanti, soprattutto in tema di elettronica. Tra V12 Ferrari e Honda c'erano tre anni di differenza ma non è che passare da un V10 a un V12 sia ricominciare tutto da zero.

Te credo, spendono una fortuna e sono costretti a risparmiare su tutto.

Sì, confermato, ma se LM acquista IndyCar e NASCAR, tutto potrebbe cambiare.

In vista della prossima acquisizione della IndyCar (ma non del circuito di Indianapolis da quanto ho sentito) da parte di Liberty Media, mi confermano che dal 2025 la F1 torna a Long Beach insieme alle monoposto americane. La pista verrà leggermente modificata eliminando il tratto lento della fontana e tirando dritti fino al ritorno, dove verrà inserita una chicane che porta a una bretella sul rettilineo opposto, che riprende le forme del 1998 (anzi, poco più lungo). La frenata opposta verrà allungata come nel 1983 così come l'ultimo tornantino che tornerà nella versione del 1981. Di fatto la pista avrà due tratto da fare in pieno, una da 1400 metri, uno di 1100 con due tornantini, una chicane, una breve bretella e un rettilineo "storto" di 400 metri. Un totale di 3384 metri da percorrersi 91 volte per un totale di 308 km di gara. Dal momento che le medie saranno altissime, si crede che la gara durerà circa 75 minuti, non di più, quindi è previsto per il futuro di portare la gara prima a 200 miglia, poi 350 km e infine 400 km.

La CART riusciva a vendere gare in Brasile, Australia e Giappone. Costi di trasferta enormi coperti dagli organizzatori. Oggi non avrebbe senso pagare tutti quei soldi per organizzare una gara di F2 monomarca.

Esatto, come l'Alfone V8 turbo a iniezione meccanica del 1984 quando i giappi utilizzavano l'elettronica e l'informatica per dosare e risparmiare benza.

Ho capito avere ragione ma inveire contro la regia internazionale è poco professionale. Questa idiozia l'ha inventata Meda e pure il ragazzo della SBK non fa altro che incavolarsi con la regia. Ha fatto scuola al punto che quelli che commentano la NASCAR parlano male della regia senza capire che le inquadrature strane le fanno durante le pubblicità.

Non saprei. In quella gara, se Schumacher si spostava, Irvince prendeva due punti in più e finiva a pari merito con Hakkinen, campione grazie al maggior numero di vittorie. Certo che se Schumacher avesse vinto, Irvine era campione, ma mica colpa del tedescpo se Irvine non sa fare le cose da solo (visto che tra rotture, incidenti tra compagni di squadra e regali, l'irlandese non vinse mai un "vero" GP). Per questo considero "letale" il mancato sorpasso su Genè aò ring. In tal caso, Schumacher si sarebbe spostato e Irvine vinto il titolo.

Ecco a voi, LA VERITA'. 1) GARA: che Verstappen se ne andasse era logico, ma che Perez non fosse secondo no. Invece grazie alla pace car, Norris e Leclerc fanno un bel rimontone a spese del messicano, a dimostrazione che senza Verstappen (non Red Bull) il mondiale sarebbe sì assegnato ma le gare abbastanza interessante come ad esempio quelle del 2020 in cui Hamilton era campione in partenza. Non capisco certe lamentele dei social: Leclerc parte sesto e arriva quarto dopo essere stato ottavo a inizio gara, Norris frega un secondo posto. Nulla che non si sia visto nella storia di questo sport. 2) VERSTAPPEN: il suo dominio opaca quello che riesce a fare, un po' come lo Schumacher degli anni 2001-2004 che sembrava poca cosa rispetto a quello del 1996-2000. Oggi viene detto che vince perchè ha la miglior macchina ma tra 30 anni diranno che è stato il migliore di sempre e aveva una personalità che i piloti di oggi (2054) non hanno, anche perchè lui correva con motori da 1000 cavalli e 100 kg di benzina sotto il sedere, macchine che erano veramente delle bombe, come dimostra l'incidente dei Groscean. 3) FERRARI: la peggiore rossa della stagione, molto male in qualifica, meno peggio in gara salvata dalla pace car soprattutto dopo che stavano facendo, a mio parere, una strategia di mmerda. Hanno aiutato non solo la VSC e la prima SC e la successiva quasi immediata SC ma soprattutto la lunghezza delle neutraliazzazioni. 4) LECLERC: dopo la sberla della qualifica sprint e l'uscita a prati, nella sprint è stato buono fino ad approfittare dei problemi di Sainz che si era mangiato le gomme. Poi asfalta lo spagnolo in qualifica e fa un gran gara. 5) HAMILTON: non so cosa avesse la sua macchina all'inizio ma è ovvio che non sia così scarso da stare in fondo. Poi ha rimontato molto bene. 6) PISTA: molto pubblico ma le tribunette del tornantino continuano ad albergare pubblicità sin dal 2004. A forza di riempire il calendario di cittadini, andare in un tilkodromo originale sembra quasi un tuffo nel recente passato. 7) NASCAR: tribune non tanto piene nonostante sia Talladega. Gara bellissima con 72 cambi in testa alla gara su 188 giri. Niente demolition derby, solo qualche contatto abbastanza innocente, se non con effetti devastanti. Christopher Bell ha fatto in pratica la copia dell'incidente mortale di Earnhardt, picchiando ancor di più frontalmente, ma grazie al muro soffice, il collare e la macchina, non si è fatto nulla. Finale di gara incandescente con McDowell che spazza la pista per non farsi superare e si gira da solo generando il caos dietro con Reddick che vince. 8) LONG BEACH: in contemporanea ho visto la IndyCar a Long Beach con l'ottimo Canapino che chiude 17esimo e Dixon che vince dopo resistere a Palou. Molto pubblico ma non il tutto esaurito per una gara così storica. 9) LIBERTY MEDIA: vista la situazione demmerda della IndyCar e la non rosea situazione NASCAR, potrebbero comprare entrambe così da avere il monopolio delle corse a livello mondiale. Me la vedo la F1 e la Indy correre insieme a Long Beach e Miami e poi aggiungerci pure la NASCAR ad Austin.

Dce 1999.

Ve l'ho detto, era in crisi psicologica ma c'è stato il clic. Nelle qualifiche della sprint è andato fuoripista a conferma del suo stato debole mentale. Poi in gara sprint era sul punto di farsi superare dalla macchina arancione mentre Sainz quasi supera Verstappen. Poi lo spagnolo ha mangiato le gomme, si è fatto fregare da Alonso e alla fine Leclerc, che correva di conserva, l'ha superato facendo una curva stretta mentre l'altro faceva drifting. Questo episodio cambia la stagione. Qualche ora più tardi, nella qualifica vera, è Sainz a finire fuori pista e per miracolo finisce in Q3. La Ferrari fa pena ma comunque Leclerc asfalta lo spagnolo. In gara Leclerc e Norris si avvantaggiano dalla pace car ma resta chiaro che in seno alla squadra Leclerc gli rifila un ceffone che lo spagnolo si porterà fino in Audi.

Bella gara a Long Beach, corsa storica per la categoria. Bella vittoria di Dixon che tiene dietro quell'altro. Resto dell'idea che sarebbero da fare due ritocchini al circuito ma comunque va più che bene. La partenza con quatto file allineate, una quasi, poi quattro macchine in fila indiana e il resto che deve fare ancora l'ultimo tornante è un aborto.

Ieri c'è stata una gara veramente piacevole a Talladega. I piloti si sono superati ben 72 volte in testa alla gara. Come incidenti ci sono stati solo due e nemmeno così massicci, a dimostrazione che se si corre con il cervello, si evitano le stragi di macchine. Poi il finale di gara ha visto McDowell fare un paio di chiusure così eccessive che di fatto è andato in testacoda senza che venisse toccato da dietro, causando, lì sì, uno scompiglio generale sotto la bandiera a scacchi. Bella vittoria di Reddick, sportiva e non figlia dei soliti demolition derby. Per ennesima volta ripeto che la bandiera gialla a fine tappa è inutile. Allunga troppo la gara, rende troppo semplici le rimonte, castra le strategie.

Ti stai conforndendo con il 1998: il GP di Argentina, il tamponamento di Spa e Irvine che cede in un attimo a Hakkinen. Sul Nurburgring, pure nel 1999 Irvine si fece inti lovvoiare da Hakkinen ma nel finale di gara, ma soprattutto non riuscì a superare la Minardi di Gené; quei punti furono vitali per il titolo.