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Mah, non so se Brabham sia o meno da top 10 però non bisogna neanche sottovalutarlo: vinse due dei suoi tre mondiali dominando e fu competitivo fino all'anno del suo ritiro, a 44 anni suonati. Nel 1966 perse contro Hulme, buon pilota che peraltro aveva 10 anni meno di lui. Per me, a prescindere dal suo posizionamento in un'eventuale classifica all-time, Black Jack Brabham è stato uno dei grandissimi della F1.
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Vecchio? Però sì, Boutsen lo ricordo: veloce era veloce, ma è uno che secondo me ha raccolto quel che meritava, né più né meno. Anch'io avevo pensato a McLaren, poi sono andato a vedere la sua carriera e in effetti è stato meno vincente di quanto ricordavo: non è mai stato realmente in lizza per il titolo, per quanto sia stato indubbiamente un pilota molto valido. Ci potrebbe stare come no, in quest'elenco.
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Tra i non citati, Tony Brooks e Wolfgang von Trips ci stanno sicuramente. Aggiungerei anche Peter Collins, un altro che morì giovane e che, nella F1 degli anni Cinquanta, godeva di meritata considerazione. Collins è ricordato anche e soprattutto per il gesto cavalleresco del 1956, quando cedette la propria Ferrari al "vecchio" Fangio per permettergli di portare a casa il quarto mondiale, pur essendo egli stesso ancora in corsa per il titolo. Piloti d'altri tempi, veramente. Per il resto, mi sembra che i grossi nomi siano stati fatti tutti.
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Quello superiore era lui: A parte tutto, è sicuro che avere al volante Schumi faceva una bella differenza.
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Su questo sono perfettamente d'accordo, l'ho anche scritto più di una volta qui sul forum: si è trattato di un sorpasso spettacolare e da pelo, se vogliamo, ma tecnicamente non fu niente di particolare.
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In realtà nemmeno io gli do particolare importanza, per quanto sia comunque un episodio significativo della sua velocità in qualifica, però ci tenevo a rettificare l'imprecisione di Pheel: Hakkinen finì davanti di poco a Senna nel primo gp corso assieme, dietro di poco nel secondo gp, dietro nettamente nel terzo gp.
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Si mise di un niente DAVANTI a Senna, nientemeno. Hakkinen era un grande, ma non l'ho citato per uno specifico motivo: secondo me, dopo l'incidente, non si è più ripreso al 100%. Forse al 90, forse al 95, ma per me mai al 100. Prima era una macchina da guerra, poi "solo" un gran bel pilota che, trovandosi al posto giusto (cioè su un'auto di Newey) al momento giusto, si è portato a casa due titoli mondiali, ma senza più raggiungere, IMHO, le vette velocistiche dei suoi primi anni.
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Sono tutti dei bei nomi. Tra gli esclusi, ce ne sono di eccellenti: voglio ricordare innanzitutto Alberto Ascari, che ha dalla sua dei numeri impressionanti e che è stato l'unico che almeno per un po' ha arginato lo strapotere di Fangio nel primo decennio della F1. Anche Graham Hill era un bel pilota: vero che senza la morte di Clark difficilmente avrebbe vinto il mondiale del 1968, ma ha dalla sua una carriera invidiabile, e, sebbene non fosse un marziano come il suo compagno di squadra, la Lotus la sapeva far andare anche lui. Emerson Fittipaldi rimane, in F1, un parziale irrealizzato: molto parziale, sia chiaro, perché i suoi due titoli mondiali se li è portati a casa, ma è uno che di fatto ha corso solo 5 anni e mezzo con una F1 "vera" e che a 30 anni, nel suo prime, è andato ad accasarsi in un team brasiliano di seconda/terza fascia che non aveva la minima possibilità di lottare per le posizioni di vertice. La sua carriera è divisa nettamente in due tronconi: nei primi 5 anni (e mezzo) conseguì 22 vittorie, 2 titoli mondiali e 17 pole; negli altri 5 anni di F1, corsi con la Copersucar/Fittipaldi, ottenne un paio di podi e nemmeno 40 punti. In tutto. E poi ci metto anche Mario Andretti, "piedone", uno che sapeva far andar forte ogni auto che si trovava sotto al sedere. La F1 è solo una delle varie categorie in cui ha corso, eppure ha conquistato anche qui un mondiale, una dozzina di vittorie e 18 partenze al palo. Tanto di cappello. Tra i piloti più vicini a noi non posso non citare anche Fernando Alonso, pilota caratterialmente non facile ma dal piede e, soprattutto, dalla caparbietà e dalla costanza più uniche che rare.
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Se non ricordo male era un discorso legato alle quantità: per fare effetto il clostebol dev'essere assunto in dosi massicce, quindi se si vuole doparsi bisogna berlo (e neppure poco) o iniettarselo, però se lo si spalma la percentuale che entra nell'organismo è infinitesimale e non ha il minimo effetto. In sostanza, se ci si vuole dopare con il clostebol non serve a nulla sparlmarselo addosso.
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Secondo me il discrimine potrebbe essere che la sostanza assunta, per quantità e modalità di somministrazione, non ha avuto il minimo effetto sulla performance, ma è solo una mia idea e ammetto di non avere un grosso "storico" sugli altri casi analoghi verificatisi in precedenza.
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Mi sembra Wolff che parla del porpoising.
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Penso che il doping sia presentissimo. Sinner penso ne uscirà bene: proprio stamattina, alla radio, ho sentito dire che il Clostebol, la sostanza che avrebbe assunto Sinner, ha effetto dopante solo se viene bevuta o iniettata, ma non se viene assunta per via esterna (sotto forma di pomata, per esempio, come in questo caso). Premesso che a sostenerlo è stato un italiano, per cui non esattamente un esperto super partes, se così fosse non capirei tutto il casino che si sta gonfiando.
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Questa cosa comunque non è vera: a suo tempo Rube scrisse, proprio qui sul forum, di aver verificato la cosa, proprio per accertarsi che Pano non fosse un millantatore, e garantì anche lui che i contatti in Ferrari ci sono e sono autentici. 'Sta cosa di dare del cazzaro a un utente solo perché non si è d'accordo con lui non mi pare il massimo, ma vedo che qui va per la maggiore.
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Avete già detto tutto, quindi mi limito a ribadire che concordo con Leno e Carmine. Due grandi piloti ma, ai punti, la spunta Mansell, che peraltro, pur avendo vinto un solo mondiale contro i tre del brasiliano, ha anche più vittorie all'attivo (31 contro 23). Il confronto diretto vide Mansell prevalere in modo abbastanza netto, perlomeno da un punto di vista velocistico, benché i risultati dicano che il 1987 se lo portò a casa Nelson. Ma nei due anni trascorsi assieme, Nigel vinse 11 gp e Nelson 7, di cui un paio in modo abbastanza fortunoso.
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In ogni caso, a prescindere da come lo si considerasse nel momento del proprio prime, penso sia indiscutibile che Ricciardo ha subìto una decisa e per me poco spiegabile involuzione negli anni McLaren, dalla quale non si è più ripreso. Sicuramente le auto di Newey l'avevano aiutato a esaltare le proprie qualità, ma anche nel 2020, in Renault, ha disputato un'annata di alto, se non altissimo livello, quindi la sua carriera dal 2021 in poi rimane per me avvolta dal mistero.