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Ferrari SF16-H

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Crisi Ferrari, dagli “esoneri” alle condanne a Vettel e Raikkonen: un modo di pensare sbagliato

 

L'aria intorno alla Ferrari è pesante, ma l'errore più grave è parlare dell'ennesimo ribaltone o criticare i piloti

 

Nel Bel Paese dominato da una storica indole calciofila, sembra quasi impossibile non vedere applicata anche alla Ferrari – la cosiddetta Nazionale dei motori – schemi mentali e giudizi prettamente “pallonari“. La fallimentare equazione è presto fatta: trattare una squadra di F1 come una squadra di calcio, trovando analogie e similitudini quantomeno avventate.

Ecco allora che Maurizio Arrivabene diventa l’allenatore della Ferrari, e Seb e Kimi due attaccanti che non vedono la porta. Metafore simpatiche, ma che non devono trarre in inganno, equiparando professioni, mansioni, compiti, completamente diversi per due sport che sono agli antipodi.

Dei problemi, enormi, della Ferrari s’è detto di tutto e di più, e lo stesso diritto di critica è sacrosanto e va tutelato. Non può invero tacersi del quadro tecnico desolante, con una monoposto neanche lontanamente vicina a quelle che erano le ambizioni della vigilia. La SF16-H è una macchina nel complesso veloce, però paga dazio per carenze nei punti nevralgici: il telaio non lavora bene con le gomme Pirelli, l’aerodinamica non è al livello diMercedes e Red Bull e il motore, seppur buono, non ha la cavalleria di quello della Stella a tre punte. In più c’è un allarme affidabilità alquanto insolito per Maranello.

Alla delusione e alle critiche non dovrebbero però fare seguito giudizi, rumor, idee completamente controproducenti per il bene della Ferrari. Appena la Rossa scende dal podio subito si scatenano, come una velenosa risacca per troppo tempo assopita, voci di clamorosi “esoneri” e ribaltoni, di sanguinose rivoluzioni. La Ferrari s’è smarrita per fare il passo più lungo della gamba, ma cacciare via il presunto allenatore, il direttore tecnico, i piloti, o cuochi e magazzinieri, non servirebbe a nulla. La Formula 1 è di una complessità tale che le vittorie si costruiscono mangiando forni di pane per anni, progettando su periodi spesso lunghi e interlocutori. La stessa Ferrari di Todt non “toccò palla” (tanto per rimanere in tema) per molti anni prima di iniziare a salire con regolarità sul gradino più alto del podio.

E invece, purtroppo, c’è qualcuno che crede che per risolvere la situazione basti sollevare Arrivabene, via lui e la vettura di incanto guadagna un secondo al giro. Come i giocatori della Roma che con Spalletti hanno fatto incetta di punti dopo l’esonero di Garcia. Lo stesso ragionamento. Ma la F1 non è il calcio, è un insieme di variabili meccaniche, matematiche, elettroniche, che fa impazzire talvolta gli stessi cervelloni che ci lavorano. Per arrivare alla vetta una squadra di F1 ha bisogno di calma e di amalgamarsi nel tempo in tutte le sue componenti, umane ed artificiali. E’ uno sport fatto di minuziosa e diabolica costruzione nei particolari, non grossolano e di facile soluzione. Serve tempo, e (modesto avviso di chi scrive) Maurizio Arrivabene il suo ruolo di capo carismatico e chioccia per i suoi uomini lo svolge benissimo.

Stesso discorso va fatto per i piloti, che non sono due bomber che non vedono la porta, semmai sono due “punte” alle quali non arrivano proprio palloni giocabili in area. Non è un delitto di lesa maestà constatare che Sebastian Vettel è un po’ sottotono, nervoso, e che non sta guidando come lo scorso anno. Ma sarebbe ingiusto pensare che le difficoltà siano ascrivibili soltanto al pilota e non abbiano invece radici tecniche, ovvero che il rendimento non sia legato a doppio filo ad una monoposto difficile da tenere in pista. Così per Kimi Raikkonen; a Montecarlo il finlandese è stato autore di un errore marchiano. Un po’ pollo nella circostanza, eppure non è possibile mettere ogni volta in discussione un campione del mondo, dotato di velocità innata da fuoriclasse e già tre volte sul podio nelle sei gare disputate sinora. Vettel e Raikkonen hanno vinto rispettivamente 42 e 20 GP iridati, gli stesso della rutilante e fulgida coppia Mercedes. Se il problema della Ferrari sono questi due campioni – per giunta dotati entrambi della giusta sensibilità di guida per dare indicazioni valide alla squadra – non avete capito un bel niente.

E’ legittimo criticare la Ferrari per una stagione al di sotto delle aspettative e per aver fatto (almeno per ora) un passo indietro rispetto al 2015. Discutibile invece, il desiderio recondito di assistere all’ennesima “notte dei lunghi coltelli” che azzererebbe soltanto quanto di buono fatto finora. In Formula 1 serve coraggio, anche quello di stringere i denti e costruire un progetto vincente nel tempo, ingoiando prima molti bocconi amari.

 

bel articolo :up:

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Bell'articolo.

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Bell'articolo ma quello che è stato chiamato a fare Arrivabene, semplicemente, non è il suo mestiere, secondo me. Non che sia colpa sua se la macchina fa cagare, ma lui ha fatto per 50 anni un lavoro completamente diverso ed è stato messo dall'oggi al domani a dirigere la squadra piu difficile del circus.

Non ce lo vedo.

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secondo me si sta montando una cosa che non esiste

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Se dovessi puntare il dito contro qualcuno lo farei sicuramente a chi sceglie le strategie. Cioè abbiamo buttato via due potenziali vittorie per strategie completamente errate ed in altre occasioni si sono palesati limiti pericolosi nel caso in cui arrivi il momento di giocarsi qualcosa di importante.

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comunque in spagna bisogna anche dire che sono passati da un terzo e quarto posto ad un secondo ed un terzo.

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Se non era per le mercedes eravamo quarti e quinti

 

con la strategia non è che puoi fare miracoli :asd:

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anche quest'anno vinciamo il prossimo

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Arrivabene per me invece è' un ottimo manager non deve essere per forza un ingegnere motorista o un'areodinamico per gestire la squadra deve solo gestire al meglio i vari uomini, e' chiaro che se la macchina non va comincia il lancio degli stracci ma è proprio in questi momenti che non bisogna farsi prendere dal panico e risolvere velocemente i problemi, ma in questo momento con le voci che girano in questi giorni non può certamente lavorare tranquillo. La stampa italiana è assurda capisco che devono pur scrivere qualcosa ma i nostri giornalisti sono il motivo principale per il quale da tempo non c'è un pilota italiano sulla Ferrari....

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Bell'articolo ma quello che è stato chiamato a fare Arrivabene, semplicemente, non è il suo mestiere, secondo me. Non che sia colpa sua se la macchina fa cagare, ma lui ha fatto per 50 anni un lavoro completamente diverso ed è stato messo dall'oggi al domani a dirigere la squadra piu difficile del circus.

Non ce lo vedo.

 

Briatore vendeva maglioni per conto Benetton, faceva il geometra.

Ce lo vedi un geometra al muretto?

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Bell'articolo ma quello che è stato chiamato a fare Arrivabene, semplicemente, non è il suo mestiere, secondo me. Non che sia colpa sua se la macchina fa cagare, ma lui ha fatto per 50 anni un lavoro completamente diverso ed è stato messo dall'oggi al domani a dirigere la squadra piu difficile del circus.

Non ce lo vedo.

 

non è che Horne e Wolf siano molto diversi eh! Oggi un team principal deve innanzitutto saper gestire gli uomini ed ottenere consenso politico nel circus. La prima cosa arrivabene la sa fare per la seconda dipende anche dal supporto che riceverà da marchionne.

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La gestione sportiva deve guardarsi indietro e non ripetere gli errori del passato tagliare teste non serve a niente anche perché nel 99% dei casi sono quelle sbagliate..Costa docet....

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Briatore vendeva maglioni per conto Benetton, faceva il geometra.

Ce lo vedi un geometra al muretto?

 

 

Briatore però si è rivelato molto, molto bravo nel gestire gli uomini, al punto di vincere 7 mondiali tra piloti e costruttori senza mai disporre dei mezzi dei migliori e spendendo meno di Mclaren e Ferrari.

Arrivabene fino ad oggi è stato piu bravo a fare il tabaccaio del team principal. Vedevo meglio Mattiacci, se gli avessero lasciato il tempo, per dire, mi pareva piu serio.

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Briatore vendeva maglioni per conto Benetton, faceva il geometra.

Ce lo vedi un geometra al muretto?

 

 

Briatore però si è rivelato molto, molto bravo nel gestire gli uomini, al punto di vincere 7 mondiali tra piloti e costruttori senza mai disporre dei mezzi dei migliori e spendendo meno di Mclaren e Ferrari.

Arrivabene fino ad oggi è stato piu bravo a fare il tabaccaio del team principal. Vedevo meglio Mattiacci, se gli avessero lasciato il tempo, per dire, mi pareva piu serio.

 

Beh l'anno scorso ha fatto bene, quest'anno la squadra zoppica un pò ma è presto per dire se è un problema di gestione , strutture o uomini.

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l'hanno scorso è "cascato bene", non vedo dove potessero essere i suoi meriti in quella gestione, o in quell amacchina, trovata gia pronta e finita.

 

Diciamo che c'è stato un plus dato dalla novità, aria nuova vita nuova, macchina discreta e situazioni che hanno portato a qualche insperata vittoria, sempre, per altro, piu per demeriti avversari che per competitività reale della macchina. Ma va bene, ci sta, sorrisi, pacche sulle spalle, sorrisi, nuovo progetto a medio termine e tanto entusiasmo. Sarebbe terribile non fosse così. Tutto normale, e tutto uguale ad ogni nuovo corso del passato.

Oggi, un pò troppo presto rispetto al solito passato, si tirano le some di questa gestione e di quello che questa gestione sta facendo, non quello che si sono ritrovati tra le mani lasciato da altri. E non mi sembra vada benissimo.

Mattiacci è stato quello che ha tirato una riga su un incolpevole Alonso, da me tifatissimo, tanto per capire la simpatia che puo ispirarmi, ma sempre quel Mattiacci, avesse avuto il tempo, in quel ruolo era, secondo me, piu centrato del tabaccaio.

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E' il primo vero momento di difficoltà della gestione Arrivabene, come per Verstappen dopo Monaco, aspettiamo di vedere come reagirà la squadra.
Quanto alle vittorie dello scorso anno, non ha vinto per ritiri, per strategie sbagliate o per chissà cosa. In quelle tre gare la macchina o il pilota erano superiori.

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Con la macchina fatta e pensata da altri, come, con la macchina fatta, pensata e guidata da altri, si vinceva qualche gara con merito, non solo per ritiri o strategie, e ci si giocava anche qualche mondiale nelle stagioni passate.

Ma rispetto a quelli bravi (a fare la macchina e gestire le suadra) era, ed è, sempre troppo poco.

In tutto questo il momento buono di Arrivabene deriva piu da meriti altrui che suoi. E' entrato troppo tardi per aver potuto avere qualche merito nella stagione 2015. Ed il 2016, dalla fabbrica al muretto, è un disastro.

 

Montezemolo il tempo per provarci lo dava. Lo ha dato, alla fine, dopo anni, con successo a Todt, e lo ha dato a Domenicali, con meno soldi, meno fortuna, e meno successo.

Chissà se Marchionne ne darà almeno un pò ad Arrivabene....

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tu glielo dai un po' di tempo, effe? sei troppo duro con Mauri

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A fine anno Arrivabene ci lascia, arriva Horner.

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