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Spa_83

Vie di fuga! E' giusto tutto questo asfalto?

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Ma se vai fuori hai gi? perso un bel po' di secondi, credo che sei gi? un bel po' svantaggiato.

 

Non vedo il motivo per cui se sbagli allora devi ritirarti...

 

Magari uno per un'ora e mezza ha fatto una gara strepitosa, poi per un piccolo errore che lo porta fuori pista deve ritirarsi... non mi sembra equo.

Si rimette in pista e cerca di recuperare quei 5 o 10 secondi persi.

Tanto se avevi uno dietro ti supera al volo.

 

Pensa a Vettel in Canada, gara perfetta, poi piccolo errore in curva e ha perso il primo posto. Lo stesso vale per un'uscita di pista. Mica doveva ritirarsi?

 

Ma scusa, una volta, potevi anche fare una gran gara fino all'ultimo giro, e poi esplodeva il motore, quindi senza alcun tuo errore la gara era comunque persa.

 

Oggi i piloti non debbono pi? amministrare la meccanica. Le vetture hanno meccaniche affidabilissime, ugualissime e dallo sviluppo e dalla potenza bloccati. Non si ritira pi? nessuno per guasti.

 

Se poi leviamo pure il rischio e la responsabilit? che il pilota possa buttare la gara con un suo personale errore di guida, dove cavolo resta la "sfida" della F1?

Modificato da sundance76

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non resta...ma molti non lo vogliono capire...lasciamo stare va!!!

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Ma visto che ormai le vie di fuga sono diventate chilometriche e potrebbe benissimo decollarci un Boeing 747, non potrebbero fare i primi 5-6 metri a ridosso della pista in ghiaia/sabbia ed il resto in asfalto?

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Ma se vai fuori hai gi? perso un bel po' di secondi, credo che sei gi? un bel po' svantaggiato.

 

Non vedo il motivo per cui se sbagli allora devi ritirarti...

 

Magari uno per un'ora e mezza ha fatto una gara strepitosa, poi per un piccolo errore che lo porta fuori pista deve ritirarsi... non mi sembra equo.

Si rimette in pista e cerca di recuperare quei 5 o 10 secondi persi.

Tanto se avevi uno dietro ti supera al volo.

 

Pensa a Vettel in Canada, gara perfetta, poi piccolo errore in curva e ha perso il primo posto. Lo stesso vale per un'uscita di pista. Mica doveva ritirarsi?

 

quando Vettel ha raggiunto il numero di gp vinti da Reutemann ? stato fatto il paragone, perch? Reutemann doveva ritirarsi e Vettel no?

 

ieri (gp silverstone 81 su raisport) Gilles ha innescato quell'incidente per aver toccato un cordolo, dovremmo parlare dello stesso sport

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Io credo che si sia riusciti (non certo io, non lo volevo) nell'intento di modificare e trasformare il modo di pensare delle masse. MI sento disarmato e la cosa mi spaventa.

Ora esiste evidentemente un altro "ordine di idee". :confused:

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John Watson, ex-pilota di F1, novembre 2008 :

 

"[..] D?i, prendiamo la curva 8 del modernissimo tracciato di Istanbul: strana, divisa in tre, affascinante. Incredibile. Ma tutt'attorno c'? una zona di fuga che sembra un aeroporto. Se sbagli non paghi. La curva 8 forse ? la pi? bella del mondiale 2008, ma non fa la differenza tra men e boys. [..]"

 

"[..] Ecco ci? che rendeva magica la mia era: la miscela affascinante, l'equilibrio magico e critico che c'era tra i concetti di pericolo, sfida e sicurezza. Ora tutto pende verso la sicurezza, non c'? equilibrio [..]

 

"[..] Sepang e Shanghai sono bellissime, ma correre l? ? come giocare a carte privi di fiches, senza azzardo. Meglio Monza, dove si sfreccia in un parco, le tribune sono vicine alla pista, c'? ancora il senso visuale della velocit?. Lo sai perch? la F.1 esiste? Sai cosa accomuna il fatto che molti hanno messo in conto di morire correndo - e sono morti davvero - e tantissimi l'hanno scampata per un pelo e milioni, miliardi di tifosi si sono innamorati di tanti o di tutti loro? Il fatto che l'uomo ama le emozioni. Ora abbiamo tanta sicurezza e poche emozioni. ? logico, umano, ? l'evoluzione stessa delle cose. Ma poi allora non ha senso lamentarsi che la sfida riguarda pi? ingegneri, meccanici, mescole, strategie che non i piloti [..]"

 

Ovviamente Watson non pensa che era meglio quando si moriva, ma il senso delle sue parole ? abbastanza chiaro.

 

Da parte mia vado oltre e dico: sono d'accordo con le vaste superfici fuoripista, facciamo pure sacrosante vie di fuga immense e infinite, ma al posto dell'asfalto mettiamoci qualcosa (d'innocuo) che renda la curva una vera sfida tra il grande gesto atletico e il rischio di sporcare le gomme, colpire qualche leggerissimo birillo di cartapesta o di polistirolo, o anche di insabbiarti e ritirarti.

In tal modo nessuno si farebbe male, ma resterebbe la concezione di sfida e di rischio (non della vita, ma solo di rovinare la gara).

 

L'asfalto deve essere solo quello della pista. Il fuori-pista ? un'altra cosa. Se in pista e fuori-pista c'? lo stesso asfalto, che differenza c'

Modificato da sundance76

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Quoto totalmente il post di ***. Tutto questo asfalto fuori dalla pista condiziona anche i valori in campo, perch? anche i piloti pi? scarsi non hanno pi? paura di rovinare la propria gara uscendo di pista.

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John Watson, ex-pilota di F1, novembre 2008 :

 

"[..] D?i, prendiamo la curva 8 del modernissimo tracciato di Istanbul: strana, divisa in tre, affascinante. Incredibile. Ma tutt'attorno c'? una zona di fuga che sembra un aeroporto. Se sbagli non paghi. La curva 8 forse ? la pi? bella del mondiale 2008, ma non fa la differenza tra men e boys. [..]"

 

"[..] Ecco ci? che rendeva magica la mia era: la miscela affascinante, l'equilibrio magico e critico che c'era tra i concetti di pericolo, sfida e sicurezza. Ora tutto pende verso la sicurezza, non c'? equilibrio [..]

 

"[..] Sepang e Shanghai sono bellissime, ma correre l? ? come giocare a carte privi di fiches, senza azzardo. Meglio Monza, dove si sfreccia in un parco, le tribune sono vicine alla pista, c'? ancora il senso visuale della velocit?. Lo sai perch? la F.1 esiste? Sai cosa accomuna il fatto che molti hanno messo in conto di morire correndo - e sono morti davvero - e tantissimi l'hanno scampata per un pelo e milioni, miliardi di tifosi si sono innamorati di tanti o di tutti loro? Il fatto che l'uomo ama le emozioni. Ora abbiamo tanta sicurezza e poche emozioni. ? logico, umano, ? l'evoluzione stessa delle cose. Ma poi allora non ha senso lamentarsi che la sfida riguarda pi? ingegneri, meccanici, mescole, strategie che non i piloti [..]"

 

Ovviamente Watson non pensa che era meglio quando si moriva, ma il senso delle sue parole ? abbastanza chiaro.

 

Da parte mia vado oltre e dico: sono d'accordo con le vaste superfici fuoripista, facciamo pure sacrosante vie di fuga immense e infinite, ma al posto dell'asfalto mettiamoci qualcosa (d'innocuo) che renda la curva una vera sfida tra il grande gesto atletico e il rischio di sporcare le gomme, colpire qualche leggerissimo birillo di cartapesta o di polistirolo, o anche di insabbiarti e ritirarti.

In tal modo nessuno si farebbe male, ma resterebbe la concezione di sfida e di rischio (non della vita, ma solo di rovinare la gara).

 

L'asfalto deve essere solo quello della pista. Il fuori-pista ? un'altra cosa. Se in pista e fuori-pista c'? lo stesso asfalto, che differenza c'??

 

Quoto tutto

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Allora, si, in parte avete ragione.

Potrei essere d'accordo sul non farle in asfalto, mi avete convinto.

 

Per? il problema della ghiaia ? che il pilota potrebbe restare impantanato e a me la cosa non piace.

 

Si potrebbe fare qualcosa tipo un prato con dell'erba... in modo che in caso di uscita di pista perdi un bel po' di tempo per rientrare, ma non rischi di restare insabbiato.

 

A me va bene qualsiasi cosa, basta che si eviti l'insabbiamento della monoposto.

 

E poi lo sappiamo tutti che ? meglio avere pi? macchine in pista, pi? rimonte,

piuttosto che un pilota fuori gara.

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Allora, si, in parte avete ragione.

Potrei essere d'accordo sul non farle in asfalto, mi avete convinto.

 

Per? il problema della ghiaia ? che il pilota potrebbe restare impantanato e a me la cosa non piace.

 

Si potrebbe fare qualcosa tipo un prato con dell'erba... in modo che in caso di uscita di pista perdi un bel po' di tempo per rientrare, ma non rischi di restare insabbiato.

 

A me va bene qualsiasi cosa, basta che si eviti l'insabbiamento della monoposto.

 

E poi lo sappiamo tutti che ? meglio avere pi? macchine in pista, pi? rimonte,

piuttosto che un pilota fuori gara.

 

Ma allora dov'? l'eccezionalit? del pilota di F1? Se quando sbaglia non rischia niente (a parte la risibile perdita di secondi o di qualche posizione), cos'? che distingue questi venti super-guidatori da noi guidatori della domenica? A quel punto che differenza c'? tra me che sul pc con F1 2011 esco di pista e resetto e riparto, e quei piloti che si suppone siano i pi? forti del mondo sulle macchine pi? eccezionali sulle piste pi? emozionanti? Poco o niente!

Presto arriveremo alla virtualit?. Noi vedremo immagini alla TV, ma saranno immagini di un computer mentre in pista non corre nessuno in realt?.

 

Pensa a una cosa: oggi spesso un pilota che sbaglia una traiettoria o un sorpasso potrebbe anche a volte rimanere in pista, a costo di una frenata. Ma quella frenata rovinerebbe le gomme, allora il pilota che fa? VOLONTARIAMENTE si dirige oltre il cordolo, dove c'? altro asfalto, fa la curva qualche metro pi? in l? e non ha nemmeno rovinato le gomme.

 

Eppure ha sbagliato, eppure ? andato fuoripista volontariamente!

 

Dai, il ritiro per errore di guida deve essere contemplato, altrimenti, anche nel caso di 20 piste tutte con sacrosante vie di fuga desertiche come il Bahrain, diventerebbe un campionato da playstation.

 

Cavolo, dopotutto parliamo (anche) di un Mondiale-Piloti.

Modificato da sundance76

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E poi lo sappiamo tutti che ? meglio avere pi? macchine in pista, pi? rimonte,

piuttosto che un pilota fuori gara.

Io non sono d'accordo, trovo che sia pi? bella e realistica una gara in cui si ritirano quasi tutti (es. Monaco 1996), piuttosto che una gara "moderna" in cui c'? il top driver di turno che rimonta a colpi di DRS.

Chi non l'ha mai vista, si guardi Monaco 1996 (o meglio ancora, Monaco 1982): non vedrete grandi sorpassi, ma potrete gustarvi la vera "incertezza fino all'ultima curva". Oggi ? impossibile avere gare del genere, perch? le auto non si rompono pi? e gli errori non si pagano.

 

EDIT: ho portato due esempi di gare senza via di fuga... guardatevi Nurburgring 1999 e immaginatevi la stessa corsa con vie di fuga in asfalto.

Modificato da White Star

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cos'? che distingue questi venti super-guidatori da noi guidatori della domenica?

Pi? o meno 650 cavalli.

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Scusa, parlando idealmente, se si riuscisse a fare venti piste tutte senza alcun ostacolo ai lati, con il deserto salato immenso come vie di fuga, finalmente il pericolo di farsi male sarebbe assolutamente ridotto, e questo lo vogliamo tutti. Su questo siamo d'accordo.

 

Ma mettendo in queste immense vie di fuga qualcosa del tipo della ghiaia, dei birilli, del polistirolo, un prato vero, almeno ci sarebbe pi? selettivit?.

 

Quale sarebbe la controindicazione?

 

Parlando in senso teorico capisco benissimo i vostri discorsi, per? ricordo anche la frustrazione che, fino a qualche anno fa, provavo quando il mio beniamino (poniamo Mansell) usciva e si impantanava irrimediabilmente a una manciata di giri dalla fine, oppure rompeva il cambio all'ultimo giro. Ok, sono cose che hanno sempre fatto parte del mondo delle corse, ma siamo sicuri che le cose fossero effettivamente migliori allora? Le vie di fuga in asfalto permettono ai piloti di spingere di pi? in determinate curve, di preoccuparsi meno dell'uscita di pista, di correre pi? "impiccati" e, certo, anche di recuperare l'errore. Sicuri che questo sia un male? Senza pensare al passato, dico: in astratto ? preferibile un pilota che guida con un po' pi? di prudenza, con la consapevolezza che se esce la sua gara ? finita, oppure uno che va sempre al limiti perch? sa che, in caso di errore, la sua gara potr? comunque continuare, seppure con una manciata di secondi di ritardo?

 

Io non so bene, nel senso che fatico a decidere: sono due modi di correre che hanno entrambi pregi e difetti. La risposta "si ? sempre fatto cos?" non vale, perch? ci sono alcuni aspetti delle corse del passato - aspetti che pure contribuivano a renderle epiche, eroiche e indimenticabili -, come il rischio di morire quasi a ogni curva, che di certo non rimpiangiamo. E allora dico: ragionando in astratto, ? cos? palese che sia preferibile una gara in cui chi esce di pista non pu? continuare? Io non ne sono convinto, cos? come non sono convinto del contrario.

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Pi? o meno 650 cavalli.

 

Ma io, con 80-100 cavalli, oltre l'asfalto ho il palo della luce, un edificio, un rail, pedoni, alberi. La situazione ? differente.

 

Se non avessi niente a bordo strada, non avrei molti patemi ad addestrarmi con 700 cavalli, come fanno questi super-piloti che di fronte alla pista di Suzuka hanno detto che sarebbe meglio mettere l'asfalto nelle vie di fuga perch? c'? troppo rischio di insabbiarsi...

Modificato da sundance76

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Parlando in senso teorico capisco benissimo i vostri discorsi, per? ricordo anche la frustrazione che, fino a qualche anno fa, provavo quando il mio beniamino (poniamo Mansell) usciva e si impantanava irrimediabilmente a una manciata di giri dalla fine, oppure rompeva il cambio all'ultimo giro. Ok, sono cose che hanno sempre fatto parte del mondo delle corse, ma siamo sicuri che le cose fossero effettivamente migliori allora? Le vie di fuga in asfalto permettono ai piloti di spingere di pi? in determinate curve, di preoccuparsi meno dell'uscita di pista, di correre pi? "impiccati" e, certo, anche di recuperare l'errore. Sicuri che questo sia un male? Senza pensare al passato, dico: in astratto ? preferibile un pilota che guida con un po' pi? di prudenza, con la consapevolezza che se esce la sua gara ? finita, oppure uno che va sempre al limiti perch? sa che, in caso di errore, la sua gara potr? comunque continuare, seppure con una manciata di secondi di ritardo?

 

Io non so bene, nel senso che fatico a decidere: sono due modi di correre che hanno entrambi pregi e difetti. La risposta "si ? sempre fatto cos?" non vale, perch? ci sono alcuni aspetti delle corse del passato - aspetti che pure contribuivano a renderle epiche, eroiche e indimenticabili -, come il rischio di morire quasi a ogni curva, che di certo non rimpiangiamo. E allora dico: ragionando in astratto, ? cos? palese che sia preferibile una gara in cui chi esce di pista non pu? continuare? Io non ne sono convinto, cos? come non sono convinto del contrario.

 

No, non hai capito ci? che voglio dire. Io non dico affatto "si ? sempre fatto cos?".

 

Io sto dicendo che i piloti, di fronte a una curva con una ampissima e doverosa via di fuga, se non hanno un deterrente psicologico, la faranno tutti a tavoletta, sempre.

 

Selettivit? ZERO.

 

Se c'? un birillo, un pannello sottilissimo-innocuo-leggerissimo di polistirolo, un p? di ghiaia-terra-sabbia (parlo di vie di fuga aeroportuali, senza muri o reti all'orizzonte, nel senso che l'energia cinetica si disperde e fa fermare la macchina ben prima di impattare da qualche parte), il pilota pi? abile e coraggioso terr? gi?, quello meno coraggioso alleggerir? il gas ***.

 

E qui s?, cavolo, che c'? differenza tra gli "uomini" e i "ragazzi" (non so se hai letto le recenti citazioni di Watson sulla curva 8 in Turchia che ho postato).

 

 

*** (Ovviamente parliamo in termini molto relativi, visto che l'effetto-suolo tendenzialmente tiene schiacciata la vettura a terra nelle curve a velocit? pazzesche).

Modificato da sundance76

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Pi? o meno 650 cavalli.

 

per voi...

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Ma io, con 80-100 cavalli, oltre l'asfalto ho il palo della luce, un edificio, un rail, pedoni, alberi. La situazione ? differente.

 

Se non avessi niente a bordo strada, non avrei molti patemi ad addestrarmi con 700 cavalli, come fanno questi super-piloti che di fronte alla pista di Suzuka hanno detto che sarebbe meglio mettere l'asfalto nelle vie di fuga perch? c'? troppo rischio di insabbiarsi...

 

bravissimo, quando giro per le stradine basse con l'Express che ha 55 cavalli mi sento molto meno sicuro, di quando andavo in pista a varano, imola o misano con l'M3 che ha 420 cv...

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Ma io, con 80-100 cavalli, oltre l'asfalto ho il palo della luce, un edificio, un rail, pedoni, alberi. La situazione ? differente.

 

Se non avessi niente a bordo strada, non avrei molti patemi ad addestrarmi con 700 cavalli, come fanno questi super-piloti che di fronte alla pista di Suzuka hanno detto che sarebbe meglio mettere l'asfalto nelle vie di fuga perch? c'? troppo rischio di insabbiarsi...

 

bravissimo Sun, mi ricordo poi le dichiarazioni di alcuni mezzi piloti che nel 2009 vedevano Suzuka per la prima volta, taluni dicevano che c'erano i cordoli troppo alti!!!

 

L'unico che non si ? lamentato, che ? rimasto entusiasta della pista ? stato Vettel che ci ha vinto alla stragrande all'esordio! Non ? un caso imho...

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anche a Hamilton era piaciuta se non sbaglio

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No, non hai capito ci? che voglio dire. Io non dico affatto "si ? sempre fatto cos?".

 

Io sto dicendo che i piloti, di fronte a una curva con una ampissima e doverosa via di fuga, se non hanno un deterrente psicologico, la faranno tutti a tavoletta, sempre.

 

Selettivit? ZERO.

 

Se c'? un birillo, un pannello sottilissimo-innocuo-leggerissimo di polistirolo, un p? di ghiaia-terra-sabbia (parlo di vie di fuga aeroportuali, senza muri o reti all'orizzonte, nel senso che l'energia cinetica si disperde e fa fermare la macchina ben prima di impattare da qualche parte), il pilota pi? abile e coraggioso terr? gi?, quello meno coraggioso alleggerir? il gas ***.

 

E qui s?, cavolo, che c'? differenza tra gli "uomini" e i "ragazzi" (non so se hai letto le recenti citazioni di Watson sulla curva 8 in Turchia che ho postato).

 

 

*** (Ovviamente parliamo in termini molto relativi, visto che l'effetto-suolo tendenzialmente tiene schiacciata la vettura a terra nelle curve a velocit? pazzesche).

 

Ho letto le dichiarazioni di Watson, certo, ma continuo a dire quello che ho detto negli ultimi post: guidare con le vie di fuga asfaltate comporta un diverso approccio psicologico alla guida, ma la selezione si fa lo stesso, perch? tenendo schiacciato l'acceleratore qualcuno finir? comunque per uscire - succede sempre, no? -, e uscire non vorr? dire rovinare del tutto la gara, ma perdere tempo s?.

 

Il problema nasce dall'unione tra QUESTE vetture e QUESTE vie di fuga. E allora io dico, pur sapendo che n? le une n? le altre cambieranno: capisco il tuo/vostro punto di vista, ma non sono convinto che realizzare piste in cui chi esce termina la propria gara migliorerebbe la qualit? della competizione. Preferirei intervenire sulle vetture, piuttosto che sulle vie di fuga asfaltate.

 

Ripeto, capisco il vostro discorso, solo che non sono convinto che l'asfalto nelle vie di fuga sia cos? dannoso.

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