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  2. “Purtroppo non ha avuto vita facile in questi due anni – ha detto Rosberg su Sport1. https://f1grandprix.motorionline.com/f1-rosberg-su-schumacher-in-mercedes-ottima-chance-ma-nel-2024-deve-trovare-un-sedile/
  3. su mobile la larghezza non è stata toccata, l'unico problema che stiamo risolvendo è la questione degli avatar che si sovrappongono. Nel caso posta uno screen
  4. Come si fa a farti capire che la piattaforma ha i suoi costi o pensi che sia una onlus?
  5. no, l'unica skin disponibile sarà quella con i colori del sito
  6. considera che la nuova skin ricalcherà quella del sito quindi anche l'area visibile non sarà più 100%, ti dovrai abituare, o passare ad un display retina le firme andranno ridotte infatti
  7. danno fastidio? qual è il motivo?
  8. scusa ma non capisco il tuo atteggiamento polemico. E' un cambio pesante di piattaforma non c'è bisogno di fare critiche ad ogni post, mi pare che c'è un bell'avviso. Entrando nel merito dell'errore, dove lo riscontri? Grazie
  9. Un altro centro per Sebastian Vettel a Suzuka, il suo circuito preferito. Ora rimane solo la formalità su un circuito sul quale ha già stravinto due volte. Il Buddh International Circuit sarà teatro dell’atto conclusivo della lotta per il titolo mondiale piloti, a scanso di clamorosi fallimenti della RB9 guidata dal tedesco. In Giappone abbiamo assaggiato il campione Vettel in modalità stratega. Non è stato assolutamente perfetto, come ci si aspettava sul suo tracciato preferito. Non ha conquistato la pole position, non ha guadagnato posizioni al via, non ha dominato dall’inizio alla fine. È un Sebastian Vettel attendista quello andato in scena a Suzuka, un pilota furbo, che sa aspettare, senza umiliare gli avversari dal primo all’ultimo giro. Parere personale: ci piace! (sarà che sembra più umano). A completare la doppietta Redbull c’è il poleman Mark Webber, contento del suo secondo posto ma … quanto vorrebbe essere per una volta sul gradino più alto prima del ritiro. Nulla da dire a Mark, anzi, gara eccellente, peccato per la strategia più azzeccata del suo compagno. Ad ogni modo, Redbull sopra tutti. Per il terzo gradino del podio ritroviamo per la terza volta consecutiva Romain Grosjean, che sembra avere assimilato al meglio la notizia della dipartita del suo compagno. Con una partenza da urlo si porta addirittura al primo posto, e conduce la gara mantenendo un ottimo ritmo. Alla fine si deve accodare, ma con questi tre podi sta riscattando la sua nomea del 2012, prontamente ricaduta su un certo Perez. Il quarto posto se lo aggiudicaFernando Alonso, sempre più critico nei confronti della Ferrari – e come si fa a non essere critici contro un team che fa piangere milioni di italiani ogni stagione? – e della F138. Ogni qualifica sono sette o otto decimi – ok, lo spagnolo non è una scheggia però … – e in gara non si può fare sempre miracoli partendo insieme a Force India e Sauber. Arriva quarto per la grazia del samurai tatuato sulla sua schiena. Da menzionare nella sezione Top sono le due Sauber: Hulkenberg sta facendo venire il mal di stomaco ai ferraristi da due gare a questa parte; Gutierrez diventa il primo rookie del 2013 ad andare a punti. Monicia ringrazia. Menzione speciale per Nico Rosberg che dopo la gara ci regala una scenetta che resterà nella storia di questo sport: “Come faccio ad essere contento dell’ottavo posto – si guarda intorno, vede Perez, lo indica con il dito – questo qua, è un po’ un pirla!” ed effettivamente perez ne ha combinate di tutti i colori, compreso rovinare l’ala anteriore al tedesco stringendolo senza motivo. L’altro ferrarista, Massa, partito davanti ad Alonso non riesce ad andare oltre al decimo posto, complice un drive through per la velocità eccessiva in entrata della corsia box. Intanto non si è ancora capito se il brasiliano possa e voglia ignorare gli ordini di scuderia. Lungo e tortuoso è stato il cammino che ha portato alla progettazione di un circuito “ufficiale” per l’India, in cui ospitare eventi di grande portata come la Formula Uno. Una prima idea risalì al 1997 con ubicazione nei pressi di Calcutta, poi abbandonata e ripresa nel 2003, quando l’India disponeva di due circuiti ufficiosi nel proprio territorio ma inadeguati ad ospitare il circus mondiale. Cominciarono quindi diversi sopralluoghi da parte dello stesso governo al fine di individuare una zona adatta alla costruzione di un tracciato possibilmente permanente: due furono le zone individuate, a cui se ne aggiunse nel 2004 una terza, nei pressi di Mumbai. Ecclestone, fiducioso del governo indiano, ricevette però un secco no a causa delle leggi sul tabagismo e ad un cambio del piano politico per salvaguardare lo stato; molti dei terreni prescelti vennero convertiti in zone industriali al fine di far crescere la potenza economica dello stato, uno degli attuali paesi in via di sviluppo. Cominciò quindi un secondo negoziato tra Ecclestone ed il governo indiano, che terminò nel 2007 con la decisione di costruire il tracciato nello Uttar Pradesh, stato settentrionale dell’India , precisamente nella zona Greater Noida, in cui lo sviluppo economico e demografico è in ascesa negli ultimi anni. Su progetto dell’architetto Hermann Tilke si cominciò a lavorare nel giugno dello stesso anno, con scadenza due anni più tardi, in cui si sarebbe svolto il primo GP d’India. Tuttavia alcune valutazioni tempistiche portarono il patron della Formula Uno ad annunciare, al termine dell’estate 2008, un ulteriore ritardo, che avrebbe precluso la prima edizione al 2011, questa volta definitivamente. Il Buddh International Circuit è situato all’interno di un sito di oltre mille ettari, denominato Jaypee Greens Sports City, dove sono presenti tra l’altro un campo da golf, uno stadio per l’hockey ed uno per il cricket. La sua lunghezza totale è di 5137 metri con un totale di 16 curve, di cui le più impegnative sono, in sequenza, le sopraelevate 10, 11 e 12 che ricordano la lunga curva 8 del tracciato di Istanbul e che creeranno non pochi problemi di gomme data l’alta forza a cui saranno sottoposte. Due i rettilinei: quello antistante i box e quello dietro essi, che è anche uno dei più lunghi nel mondiale con i suoi 1060 metri e velocità di oltre 320 km/h; a raccordali una curva verso sinistra che ricorda quella dell’Hockenheim Ring. Le due zone DRS si trovano per altro su questi due rettilinei, per cui i sorpassi saranno garantiti. Per l’India sono state selezionate da Pirelli le mescole White Medium e Yellow Soft, combinazione che offre il miglior compromesso tra prestazioni e durata su questo circuito, noto per i suoi cambi di quota e le curve tecnicamente impegnative. Edizioni precedenti Edizione 2011: la prima assoluta per il circuito indiano non parte molto bene. Infatti si svolgono, nei giorni precedenti al Gran Premio, proteste organizzate dai contadini della zona i quali contestano agli organizzatori di aver acquistato quei terreni in modo inappropriato. Si aggiunge il problema delle tasse doganali per le scuderie, poi risolte con l’intervento degli organizzatori che mediando con il governo hanno permesso il non pagamento di esse. In campo sportivo il venerdì si apre con le Libere 1 in cui Hamilton (McLaren – Mercedes) è primo, le Libere 2 con Massa (Ferrari) davanti a tutti e le Libere 3 con Sebastian Vettel (RBR – Renault) a comandare. Proprio il tedesco al termine delle Q3 del sabato conquista la pole position davanti ad Hamilton, retrocesso poi di tre posizioni sulla griglia per non aver rispettato le bandiere gialle nelle libere precedenti. Al suo posto parte quindi Mark Webber, compagno di squadra di Vettel, poi Alonso e Button in seconda fila, Hamilton e quindi Massa. La domenica viene osservato un minuto di silenzio per la scomparsa di Marco Simoncelli e Dan Wheldon, scomparsi nelle settimane precedenti. Alla partenza Vettel scatta bene comandando il gruppo, dietro di lui c’è però Button con la McLaren, il quale aveva in precedenza sorpassato Webber alla curva 2. Al 16° passaggio comincia il valzer dei cambi gomme ai box, durante i quali nulla cambia. Al 24° giro Hamilton tenta il sorpasso su Massa alla curva 5, ma i due vanno a contatto e l’inglese ha la peggio, dovendo rientrare ai box per sostituire il musetto danneggiato, mentre il brasiliano è punito con un drive-through pochi giri più tardi. 10 giri più tardi sempre il carioca è artefice del proprio ritiro: sale sul cordolo colpendo la cunetta esterna rompendo la sospensione della vettura. Dopo il secondo cambio gomme Alonso supera Webber, portandosi in terza posizione, così come fa Schumacher su Rosberg, suo compagno di squadra alla Mercedes GP. Non avvengono ulteriori sorpassi o ritiri, per cui Sebastian Vettel porta a casa l’ennesima vittoria, l’undicesima in stagione, oltre al suo primo Grand Chelem (pole, vittoria e giro veloce in un unico GP senza mai cedere la prima posizione); dietro di lui Button a 8 secondi e Fernando Alonso ad oltre 24. Edizione 2012: vengono apportare alcune modifiche alle curve 2, 3, 7, 8 e 9 con elevazione dei cordoli ed ampliamento della zona erbosa in uscita di curva. Le libere del venerdì vedono sempre davanti Sebastian Vettel e la sua Red Bull motorizzata Renault, facendo presagire un weekend monopolizzato dalle vetture di Adrian Newey. Infatti il tedesco conquista la pole position il giorno seguente con il tempo di 1.25.286 al termine delle Q3, davanti al compagno di squadra Mark Webber, a seguire in griglia le due McLaren e le due Ferrari. La domenica in gara Vettel si ripete come l’anno precedente, andando subito in fuga e protetto dal proprio compagno di squadra, mentre dietro Fernando Alonso da prova delle proprie qualità infilando prima Hamilton alla curva 3 e poi battagliando con Button, sorpassandolo alla terza tornata e portandosi, di fatto, in 3ª posizione. Nulla accade durante il primo cambio gomme, fino a quando Webber comunica ai box un problema al Kers ed il suo conseguente rallentamento, che al giro quarantanove permette ad Alonso di sorpassarlo e portarsi in seconda posizione. lo spagnolo sembra anche potersi avvicinare alla monoposto di Vettel, dal cui fondo escono scintille anomale per alcuni giri, ma che alla fine non cambieranno l’andamento della gara: seconda vittoria per lui sul tracciato indiano e quarta di fila in stagione, con Alonso secondo ad oltre nove secondi ed a 13 punti; terzo Webber che riesce a resistere all’impetuosa rimonta di Lewis Hamilton e della sua McLaren Mercedes. Venerdì 25 Ottobre Libere 1: 6:30-8:00 (Sky Sport F1 HD) Differita in sintesi su RaiSport 1 alle 12:20 Libere 2: 10:30-12:00 (Sky Sport F1 HD) Differita in sintesi su RaiSport 1 alle 22:35 Sabato 26 Ottobre Libere 3: 7:30-8:30 (Sky Sport F1 HD) Qualifiche: 10:30 (Sky Sport F1 HD) Differita integrale su Rai 2 alle 14:30 Domenica 27 Ottobre Gara: 10:30 ̶ 60 giri ̶ 307,249km (Sky Sport F1 HD) Differita integrale su Rai 1 alle 15:00 * tutti gli orari indicati si riferiscono all’Italia: tra Italia e India ci sono 4:30 ore di differenza. Distanza a giro: 5,125km Numero di curve: 16 Senso di marcia: orario RECORD Giro prova: 1:24.178 – S Vettel – Red Bull Renault – 2011 Giro gara: 1:27.249 – S Vettel – Red Bull Renault – 2011 Distanza: 1h30:35.002 – S Vettel – Red Bull Renault – 2011 Vittorie pilota: 2 – S Vettel Vittorie team: 2 – Red Bull Pole pilota: 2 – S Vettel Pole team: 2 – Red Bull Migliori giri pilota: 2 – S Vettel Migliori giri team: 2 – Red Bull Podi pilota: 2 – F Alonso, S Vettel Podi team: 3 – Red Bull Albo d’oro 2011 S Vettel – Red Bull Renault 2012 S Vettel – Red Bull Renault Andrea Villa, Matteo Bramati.
  10. Vettel cala il Poker e Tris in un solo weekend: quattro vittorie consecutive in questo 2013, nonché tre vittorie consecutive sul tracciato di Yeongam in Corea e si invola verso il quarto mondiale. Addirittura il tedesco potrebbe chiudere i giochi già in Giappone, nel caso Alonso non prendesse punti, proprio come fu un anno fa. D’altronde Seb sa bene come gestire le gomme Pirelli – chiedere a Paul Hembery a riguardo – . Polemiche a parte analizziamo la gara di Yeongam. Questa volta non è stato propriamente il monologo di Singapore, ma qualcosa di simile. Non è riuscito a fuggire come una lepre, ma è comunque rimasto sempre lì davanti, Jeep o non Jeep, anche con un pizzico di fortuna in occasione della prima Safety Car. Tutti i ferraristi, orami deposte le speranze per questo mondiale, stanno sperando che il mal di schiena di Raikkonen rimanga anche durante la prossima stagione, perché se i problemi alla schiena lo fanno risalire di 10 posizioni in media ogni gara, ben venga! Gara stratosferica. Romain Grosjean completa il podio con una prestazione consistente, da vero uomo di squadra. L’eroe di giornata però è Niko Hulkenberg: in barba al “non” contratto Ferrari tiene dietro gente come Hamilton, Alonso e Rosberg. La vettura era settata esattamente per sfuggire sui rettilinei e questo è stato il suo punto di forza. Una gara storica e un incentivo a quel tanto agognato sedile in Lotus. Le McLaren finiscono entrambe nella top ten finalmente, anche se ottavo Button e decimo Perez raccolgono pochi punti. Weekend frustrante per Lewis Hamilton, al sabato secondo e solamente quinto al traguardo dietro a quella saracinesca che è l’incredibile Hulk coreano. Davvero coriaceo i tedesco questa domenica, anche per un asso come Lewis. Che dire poi di Fernando Alonso? Si lamenta delle gomme e per tutta la gara non combina praticamente niente. Viene passato da tutti, e il suo sesto posto è solo grazie al musetto di Rosberg e al falò dellaRed Bull di Webber. Non proprio il finesettimana giusto: ritenta, sarai più fortunato Fer. Che dire poi di Mark Webber? La sfortuna sembra essere proprio dalla sua parte. Rimonta l’irrimontabile e tutto va in fumo per la prima Safety, alla ripartenza viene brutalmente tamponato e tutto va in fumo. Punto. Per lo meno il Gran Premio di Corea è stato divertente: tra il musetto di Rosberg che collassa in rettilineo, la Red Bull che va a fuoco, la Jeep dei pompieri che esce a caso – chissà cosa deve avere pensato Vettel – gomme che esplodono in pieno rettilineo. Che poi Perez, cosa si poteva aspettare dalla sua anteriore destra dopo averla spalmate sull’asfalto come marmellata alla prima curva? Il circuito di Suzuka fu costruito all’interno di un Luna Park della Honda, e inizialmente era stato progettato per diventare un circuito per testare i nuovi prototipi. Alla fine degli anni ’80, però entrò a far parte del mondiale diFormula 1 senza più uscire dal calendario salvo pochissime eccezioni. Luogo di capitoli storici della Formula 1, questo tracciato è uno dei più amati da piloti e appassionati, per le sue numerose peculiarità, a cominciare dalla sua forma a otto. Si tratta infatti dell’unico tracciato in calendario dotato di un sottopassaggio che garantisce un incrocio tra le due piste. Un’altra parte molto spettacolare e molto selettiva tra i piloti sono le S dopo la prima curva, da prendere in terza e quarta marcia, in cui la traiettoria è fondamentale e bisogna avere un buon carico per passare tra le curve con agile velocità – Red Bull docet – (e per questo Suzuka è chiamata l’università della Formula 1). Altre due curve da “brivido” sono la Spoon Curve, che ha ben 2 punti di corda e la successiva 130R, forse la più emozionante del tracciato, da affrontare a gas spalancato per poi staccare per la Casio Triangle. Menzione speciale per questa Chicane che chiude il circuito: questo è il luogo dell’incidente più famoso della Formula 1 – pensi a Senna e Prost e vedi le due vetture ferme con i piloti che si guardano – nonché dell’episodio più discusso negli anni: il famosissimo incidente tra Senna e Prost nell’89. Insomma, le emozioni su questo circuito non possono di certo mancare. Quest’anno Suzuka è l’ultimo circuito in cui vi sarà una sola zona DRS, sul rettilineo principale. La Pirelli ha deciso di portare in Giappone le mescole Orange Hard e White Medium, le più adatte a sopportare le alte forze delle curve veloci quali la Spoon e la 130R, così come la sequenza di S iniziali. Il record assoluto di vittorie in Giappone appartiene a Michael Schumacher, con ben 6 successi tutti a Suzuka; per quanto riguarda i piloti partecipanti al campionato abbiamo tre vittorie per Vettel, due per Alonso, una per Raikkonen, Hamilton e Button. Il gran premio di domenica prossima sarà trasmesso integralmente sia su Sky che sulla Rai, in modo da rendere godibile a tutti lo spettacolo che andrà in scena a Suzuka. Top 10 edizioni GP Giappone Riportiamo le dieci gare che meglio rievocano lo spirito della Formula Uno in terra giapponese, corse soprattutto sul circuito di Suzuka, ma anche presso il Fuji International Speedway. Edizione 1977: un’edizione particolare, indimenticabile e che recentemente tutti gli appassionati hanno potuto rivivere grazie al film “Rush”. Dopo l’incidente di Niki Lauda al Nürburgring Hunt recupera lo svantaggio nei suoi confronti, portando così all’ultima gara la decisione su chi sarà il campione del mondo. Dopo che un forte acquazzone si abbatté sul circuito durante la domenica molti piloti chiesero l’annullamento della gara (tra cui Lauda ed Hunt), ma Bernie Ecclestone e gli organizzatori decisero di posticipare di un’ora e mezza la partenza, obbligando tutti a correre, seppur in condizioni estreme. Proprio per questo motivo dopo solo un giro Lauda preferì ritirarsi, non volendo rischiare la propria vita una seconda volta, per di più nella stessa stagione. Gli occhi quindi furono puntati tutti su Hunt e la sua McLaren: in testa alla corsa dovette rallentare a causa del degrado delle gomme, ma forò a soli quattro giri dal termine e fu costretto a rientrare ai box; rientrato in quinta piazza, riuscì a rimontare sino al gradino più basso del podio, vincendo il suo primo ed unico mondiale. Edizione 1987: dopo dieci anni il mondiale tornò in terra giapponese, questa volta sul circuito di Suzuka, di cui la Honda era proprietaria. La lotta per il titolo era fra i due piloti Williams, Nelson Piquet e Nigel Mansell, ma quest’ultimo fu protagonista di un grave incidente che non gli permise di correre per tutto il resto della stagione, consegnando di fatto il titolo nelle mani del brasiliano, iridato per la terza volta. Non avendo più pressioni, Piquet lasciò che fosse Gerhard Berger con la sua Ferrari a conquistare la pole position. Il pilota di Maranello vinse anche il giorno seguente davanti a Senna (Lotus – Honda) e a Stefan Johansson (McLaren – TAG Porsche); una rottura del motore Honda all’ultimo girò non privò Piquet dei festeggiamenti per l’iride conquistato. Edizione 1988: sempre sul circuito di Suzuka, questa è una delle gare più vivide nella memoria di molti. La prima fila fu monopolizzata dalle due McLaren di Senna e Prost, i quali si contendevano anche il titolo mondiale. Al via il brasiliano fece spegnere il propulsore della propria monoposto, ma sfruttando la lieve pendenza del rettilineo riuscì a riaccenderlo e partire all’inseguimento del gruppo. Nel frattempo Prost aveva ingaggiato battaglia con Berger e Ivan Capelli, rallentato da noi al cambio. Quando, tutto ad un tratto, cominciò a piovere, si verificarono le condizioni che Senna aveva sperato: al 28° giro arrivò alle spalle di Prost dopo una veloce rimonta, lo sorpassò sfruttando un doppiato, se ne andò in solitaria e vinse il suo primo titolo iridato oltreché alla gara. Terzo giunse Thierry Boutsen con la Benetton – Ford, ma quel giorno gli occhi furono puntati tutti sul brasiliano. Edizione 1989: un’altra edizione sensazionale e ricca di colpi di scena. Prost si presentò al Gran Premio con 16 punti di vantaggio rispetto al compagno di squadra, sempre Ayrton Senna, il quale era costretto a vincere per mantenere vive le speranze di secondo titolo mondiale. Il sabato tale impresa sembrò possibile, grazie alla dodicesima pole position stagionale del brasiliano, che girò un secondo e sette decimi più veloce del francese. Tuttavia la partenza di Senna, il giorno seguente, non fu delle migliori e fu prontamente scavalcato dall’asso francese, che si portò in testa alla corsa e guadagnò secondi preziosi fino al primo cambio gomme, quando Ayrton cominciò la sua veloce rimonta. Ciò che accadde riecheggia ancora oggi nella memoria degli appassionati: alla chicane Senna attaccò all’interno Prost, la conseguenza fu l’impatto tra le due vetture; il francese si ritirò, mentre il brasiliano ripartì e dopo una sosta ai box per cambiare il musetto danneggiato, ripartì andando a vincere. Tuttavia venne squalificato per taglio irregolare del tracciato ed il titolo andò nelle mani di Prost. Qui per un maggiore approfondimento sulla vicenda. Edizione 1996: ancora una volta a Suzuka fu lotta per il titolo mondiale, questa volta a contenderselo c’erano Damon Hill e Jacques Villeneuve, con l’inglese in vantaggio sul canadese di nove punti, soltanto una vittoria di Jacques ed il ritiro di Damon avrebbe stravolto i piani. I due della Williams motorizzata Renault conquistarono la prima fila, con il canadese primo. Il giorno seguente però fu autore di una pessima partenza che lo relegò a metà gruppo, costringendolo ad una lunga rimonta nei confronti di Hill, indisturbato in testa della corsa. Nonostante una serie di giri veloci, il canadese fu costretto al ritiro al 37° giro a causa del distaccamento di una ruota. Cinque giri prima Villeneuve aveva avvertito delle forti vibrazioni provenire sul retro della vettura e per questo si era fermato ai box per sostituire il set di gomme, ma ciò non bastò a si verificò l’evento sopracitato. Hill fu campione del mondo 28 anni dopo suo padre, Graham Hill; secondo arrivò Schumacher con la Ferrari a circa un secondo e mezzo, terzo Mika Häkkinen con la McLaren – Mercedes. Edizione 1999: anno della sfida tra Häkkinen ed Irvine, dopo l’esclusione di Schumacher in seguito all’incidente di Silverstone. In qualifica il più veloce è proprio il tedesco, che strappò la pole position dalle mani del finlandese, mentre Irvine si piazzò soltanto quinto, protagonista tra l’altro di un incidente al termine della sessione di prove. La domenica però Michael partì male, facendosi sopravanzare dal pilota McLaren che prende subito un buon vantaggio sul resto del gruppo. Momenti di panico al primo cambio gomme per una ruota non entrante, ma poi la freccia argento ripartì senza problemi. La Ferrari provò a cambiare strategia ma fu tutto inutile e per Häkkinen fu mondiale, il secondo dopo quello dell’anno precedente, seguito da Schumacher ed uno sconsolato Irvine. Fu questa l’ultima gara per Damon Hill, salito quarantadue volte sul podio, 22 delle quali su quello più alto. Edizione 2004: a causa dell’arrivo del ciclone Ma-On, la sessione di prove fu spostata dal sabato alla domenica mattina. Su pista ancora molto umida è Schumacher a cogliere il momento giusto, entrando a pochi minuti dal termine delle qualifiche ed agguantando la pole position, affiancato dal fratello Ralf (Williams – Bmw) e da un sorprendente Mark Webber (Jaguar – Cosworth). Passata la tempesta la gara si svolse sotto il sole, con Schumacher che si allontanò subito dal resto del gruppo, rimanendo primo anche dopo le soste ai box, senza poter subire attacchi dagli avversari. Secondo arrivò suo fratello Ralf, con un’ottima Prost GP rivitalizzata in seguito alle modifiche al motore Peugeot; terzo Jenson Button con la BAR – Honda. Edizione 2008: pole di Hamilton (McLaren – Mercedes), partente in vantaggio sul diretto rivale per il mondiale,Felipe Massa (soltanto quinto). La domenica Hamilton scattò male, facendosi sorpassare da Räikkönen, provò subito ad attaccarlo alla prima curva con una staccata fortissima che causerà lo spiattella mento delle gomme, portando Kimi all’esterno della curva. L’inglese venne infilato da Kubica e Alonso e alla curva successiva andò largo finendo alle spalle di Massa. Riprovò ad attaccare il brasiliano, che ritardò la frenata e speronò Hamilton, costringendolo ai box per un cambio di strategia. I giudici penalizzarono entrambi con un drive-through, costringe doli ad una gara in rimonta, che termineranno rispettivamente con l’ottavo posto (Massa) ed il dodicesimo (Hamilton). A vincere uno splendido Alonso su un altrettanto competitivo Kubica, terzo Kimi. Edizione 2011: a Vettel basta un punto per aggiudicarsi il secondo titolo mondiale, mentre il suo diretto rivale Button dovrebbe vincere tutte le gare rimanenti del campionato, se il tedesco finisse fuori pista a Suzuka. Il pilota della Red Bull conquista subito la pole, Button è lì a fianco. La domenica in gara Vettel parte bene, mentre Button è sorpassato da Hamilton, il quale dovrà però fermarsi per una foratura ai box. Dopo il secondo cambio gomme l’inglese riesce a mettere dietro il tedesco, che viene sorpassato anche da Alonso un pit-stop dopo; tuttavia nulla servono tali sforzi: Sebastian Vettel si laurea come il più giovane bicampione nella storia della Formula Uno. Edizione 2012: la Mercedes annuncia l’ingaggio di Lewis Hamilton ed il conseguente ritiro di Michael Schumacher. In qualifica domina come l’anno prima Vettel (RBR-Renault), seguito dal compagno di squadra Webber. Alla partenza il tedesco, mentre Alonso e Rosberg si ritirano in seguito a contatti di diversa natura, subentra la safety car. Anche Webber è coinvolto e deve fermarsi ai box per cambiare il musetto della propria monoposto. Tra il quattordicesimo e diciassettesimo giro i migliori compiono il loro primo cambio gomme. La classifica vede ancora al comando Vettel, seguito da Felipe Massa, che ha guadagnato due posizioni, poi un incredibile Kamui Kobayashi (Sauber – Ferrari). Nel frattempo Pérez tenta di attaccare Hamilton ma finisce lungo e va in testacoda. Dopo 53 giri vince senza difficoltà Vettel, secondo Felipe Massa e terzo Kobayashi, il terzo nipponico a salire su un podio dopo Aguri Suzuki (Giappone 1990) e Takuma Sato (USA 2004). Venerdì 11 Ottobre Libere 1: 3:00-4:30 (Sky Sport F1 HD – RaiSport1) Libere 2: 7:00-8:30 (Sky Sport F1 HD – RaiSport1) Sabato 12 Ottobre Libere 3: 4:00-5:00 (Sky Sport F1 HD – RaiSport1) Qualifiche: 7:00 (Sky Sport F1 HD – Rai 2 ) Domenica 13 Ottobre Gara: 8:00 ̶ 53 giri ̶ 307,471km (Sky Sport F1 HD – Rai 1) * tutti gli orari indicati si riferiscono all’Italia: tra Italia e Giappone ci sono 7 ore di differenza. Distanza a giro: 5,807km Numero di curve: 18 Senso di marcia: antiorario RECORD Giro prova: 1:28.954 – M Schumacher – Ferrari – 2006 Giro gara: 1:31.540 – K Raikkonen – McLaren Mercedes – 2005 Distanza: 1h23:53.413 – F Alonso – Renault – 2006 Vittorie pilota: 6 – M Schumacher Vittorie team: 9 – McLaren Pole pilota: 8 – M Schumacher Pole team: 9 – Ferrari Migliori giri pilota: 4 – M Schumacher Migliori giri team: 8 – McLaren, Williams Podi pilota: 9 – M Schumacher Podi team: 25 – McLaren Albo d’oro 1976 M Andretti – Lotus Ford 1977 J Hunt – McLaren Ford 1987 G Berger – Ferrari 1988 A Senna – McLaren Honda 1989 A Nannini – Benetton Ford 1990 N Piquet – Benetton Ford 1991 G Berger – McLaren Honda 1992 R Patrese – Williams Renault 1993 A Senna – McLaren Ford 1994 D Hill – Williams Renault 1995 M Schumacher – Benetton Renault 1996 D Hill – Williams Renault 1997 M Schumacher – Ferrari 1998 M Hakkinen – McLaren Mercedes 1999 M Hakkinen – McLaren Mercedes 2000 M Schumacher – Ferrari 2001 M Schumacher – Ferrari 2002 M Schumacher – Ferrari 2003 R Barrichello – Ferrari 2004 M Schumacher – Ferrari 2005 K Raikkonen – McLaren Mercedes 2006 F Alonso – Renault 2007 L Hamilton – McLaren Mercedes 2008 F Alonso – Renault 2009 S Vettel – Red Bull Renault 2010 S Vettel – Red Bull Renault 2011 J Button – McLaren Mercedes 2012 S Vettel – Red Bull Renault Matteo Bramati, Andrea Villa.
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