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Spa_83

Adrian Newey il genio

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non mi aspettavo la ATS.

 

Fu la prima macchina in fibra di carbonio a fare a meno della carrozzeria (cio? era il carbonio stesso ad essere dipinto, senza altri pezzi da montare sopra).

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Fu la prima macchina in fibra di carbonio a fare a meno della carrozzeria (cio? era il carbonio stesso ad essere dipinto, senza altri pezzi da montare sopra).

 

Sono tutte grandi macchine innovative. la Lotus era specialista in questo ai suoi tempi.. infatti ne nomina 2! ma tu sicuramente ne sai molto pi? di me :zizi:

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Pu? darsi che Adrian non sia cattivo ma che lo disegnino cos? :asd:

Scherzi a parte son convinto che senza costrizioni da regolamenti osceni odierni il genio di Newey si evidenzierebbe in auto decisamente pi? belle (ancorch? tecnicamente eccezionali)

 

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Pu? darsi che Adrian non sia cattivo ma che lo disegnino cos? :asd:

Scherzi a parte son convinto che senza costrizioni da regolamenti osceni odierni il genio di Newey si evidenzierebbe in auto decisamente pi? belle (ancorch? tecnicamente eccezionali)

 

5089866271_6772e9ef0e_z.jpg

noto solo adesso che gi? allora aveva la "zona a coltello", prima che il regolamento la rendesse obbligatoria con il fondo scalinato

 

cercando le origini di questa soluzione ho trovato che nel '91 la adottavano la Williams, la Tyrrel, la Jordan e forse la Arrows. L'anno dopo arriv? la Ferrari con una versione troppo avanzata...

Modificato da Hunaudi?res

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Pu? darsi che Adrian non sia cattivo ma che lo disegnino cos? :asd:

Scherzi a parte son convinto che senza costrizioni da regolamenti osceni odierni il genio di Newey si evidenzierebbe in auto decisamente pi? belle (ancorch? tecnicamente eccezionali)

 

5089866271_6772e9ef0e_z.jpg

 

la FW15 era la sublimazione della bellezza direttamente proporzionale alle prestazioni in pista. E di tecnologia quell'auto ne era pregna.

Modificato da Muresan80

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Quando Newey era solo un genio ribelle

 

5 aprile 2013 – Adrian Newey, è considerato all’unanimità, come il miglior progettista di F1 in circolazione. Le sue idee e le sue realizzazioni tecniche, hanno fatto la fortuna dei team in cui ha militato negli ultimi vent’anni. Di lui dicono che sia il degno erede di Colin Chapman, per estro e fantasia, ma con una punta di crudeltà in più a livello di idee. Insomma, oggi quest’uomo è il leader maximo, il guru dei progettisti, ma anche lui in passato ha incontrato difficoltà e patito delusioni per affermarsi. Il suo percorso professionale fino all’era dorata della Red Bull, è fatto di svariate esperienze passando per la mitica March.

 

Siamo sinceri, il genio non gli è mai mancato. Di sicuro questi cromosomi li ha fina dalla nascita avvenuta il giorno di Santo Stefano del 1958 a Strattford Upon Avon, che è anche la città natale di un altro funambolo di nome William Shakespeare. Laureatosi in ingegneria aeronautica ed aerospaziale all’università di Southampton, si è subito buttato a capofitto nel mondo che lui ha sempre amato, quello delle corse. Newey fin da principio era affascinato dalle monoposto e dalle vetture a ruote scoperte, per il resto chi lo conosce da tempo si ricorda che questo era l’unico suo interesse. Distratto apparentemente assente, si illuminava solo quando poteva accarezzare con gli occhi le forme di una macchina da competizione.

 

March-F.-Indy-1984-Bobby-Rahal-436x291.jpg

 

Appena terminati gli studi entra subito nel grande giro della F1, occupando un posto nella scuderia Fittipaldi sotto la guida del mitico Harvey Postlethwaite. Nel 1981 viste le grandi potenzialità entra a far parte del gruppo March, la mitica azienda fondata all’inizio dei settanta da Max Mosley, Alan Rees, Graham Coaker e Robin Herd. Una vera fucina di talenti legati al mondo della F1 e al suo business. Adrian è bravo ma devono tenerlo d’occhio per via dei suoi concetti estremi. L’azienda gli affida la responsabilità del progetto F.Indy, e lui si fa coinvolgere talmente tanto da non limitarsi a disegnare, ma mette addirittura le mani nelle sue creazioni una volta realizzate. Ama la velocità in tutte le sue essenze, tangibili e non. A riprova di questo ragionamento, è noto che ancora oggi ami mettersi al volante delle sue stesse creature. Va quindi negli Stati Uniti per seguire da vicino le “sue” monoposto correre e anche qui cerca il contatto con la pista. Ha nelle sue corde le stesse caratteristiche di gente come Patrick Head o Gordon Murray, geniali ma allo stesso tempo pratici e capaci di gestire. Progetta vetture sia per la Indycar, che per l’Imsa ottenendo successi dappertutto. Passano alcuni anni in cui Adrian viaggia tra Usa e Gran Bretagna, che Ian Philips ex giornalista passato ora in March con il ruolo di dirigente, lo destina al reparto F1. E’ un periodo di transizione per la squadra, che vede l’ingresso in campo finanziario del gruppo nipponico Leyton House capitanato dall’uomo d’affari Akira Akagi. Il suo arrivo però è subordinato ad un appoggio economico verso Ivan Capelli, tramite il suo tecnico manager Cesare Gariboldi.

 

Newey-e-Herd-Leyton-House-436x291.jpg

 

Il nuovo team ribattezzato March Leyton House, ha in Adrian Newey il suo asso nella manica. Se nel 1987 la vettura progettata da Gordon Coppuck, il papà della McLaren M23 si è rivelata una macchina convenzionale, le cose cambiano drasticamente l’anno seguente. Il colore delle monoposto è diventato da qualche tempo di un azzurro turchese shok, in ossequio allo sponsor giapponese, ma ciò che colpisce sono le forme della nuova nata denominata 881. Bassa, dalle linee filanti ed in controtendenza con le precedenti creazioni del gruppo destava stupore negli addetti ai lavori. Piccola ed affusolata mostrava il chiaro stile di Newey, un segno distintivo per la maggior parte dei suoi progetti futuri. Una monoposto aspirata, montava infatti il Judd 8 cilindri a v, in mezzo ad una selva di turbo da 1000 cv all’ultimo anno di presenza nel Circus. Capelli ha subito modo di comprendere che si tratta di qualcosa di diverso e non solo nelle forme. Angusta e claustrofobica, tanto che il pilota non riusciva nemmeno a fare il minimo movimento nell’abitacolo e soprattutto rigida come il marmo. Ogni buca o sconnessione la facevano saltare come un Kart e i piloti facevano fatica a tenere gli occhi sulla pista. Una sofferenza. Al contrario, su superfici lisce come un tavolo da biliardo la 811 filava fortissimo. Se ne accorgono Capelli e Gugelmin che apprezzano le sue doti telaistiche, un pò meno l’abitabilità. Newey è sempre un tipo particolare: non ama avere intorno troppa gente e quando ci sono problemi di natura tecnica da risolvere, si estrania come sempre faceva in gioventù. Prende carta e penna e si chiude in bagno in modo da poter ragionare sulle sue automobili.

 

L’annata 88, nonostante la disparità di potenza con i motori sovralimentati va tutto sommato bene se si eccettua l’infortunio di Capelli a Detroit. Il milanese, perde il controllo della March sui sobbalzi del cittadino americano e sbatte alla fine di un lungo rettilineo. Conseguenza una caviglia rotta e gara saltata. A dire il vero la settimana precedente su un circuito simile come superficie, quello di Montreal, la vettura lo fa soffrire di dolore per i sobbalzi, ma alla fine chiude ottimo quinto confermando la bontà del progetto. Successivamente a Silverstone si replica con entrambe le monoposto a punti. Quinto e sesto. Su un tracciato veloce dove conta il motore, e la March non è che ne abbia tanto, i due piloti compiono un miracolo. Merito dell’estrema efficienza aerodinamica di cui la March dispone.

 

Ivan-Capelli-March-881-1988-436x283.jpg

 

Verso fine stagione le cose vanno ancora meglio, con il solito Capelli che si issa terzo in griglia all’Estoril dietro alle astronavi McLaren, mentre Gugelmin fu ottimo quinto. In gara Ivan finisce clamorosamente secondo dietro a Prost. Un risultato che porta lui e la piccola Leyton House alla ribalta delle cronache. Anche in Giappone alla penultima gara del Mondiale, quella che vede Senna vincere il suo primo iride, l’italiano ha il suo momento di gloria riuscendo a comandare le operazioni. Per la prima volta, una monoposto di Newey si è trovata quindi in testa ad un Gran Premio. L’anno seguente, squadra e piloti sono confermati, mentre il motore resta il V8 Judd. La nuova vettura contrassegnata con la sigla di CG891, in onore di Cesare Gariboldi il tecnico amico di Capelli appena scomparso, era ancora più estrema della precedente.

 

Newey aveva portato al limite i suoi concetti partorendo una monoposto tirata come una corda di violino. I piloti erano destinati a soffrire ancora di più, perché il geniale progettista inglese aveva pensato ad ogni aspetto tecnico della vettura, tranne al comfort di chi la guidava. Si dice che all’epoca, per ridurre la sezione frontale Adrian abbia pensato ad una disposizione dei pedali sovrapposti! Una cosa che alla fine si rivelò irrealizzabile, ma che spiega nella pratica qual’è sempre stato l’estro di quest’uomo.

Venne diminuita la distanza tra la leva del cambio e il volante, aumentando di conseguenza quelle che erano le difficoltà di chi ci si sedeva dentro.Il tutto, per guadagnare qualche centesimo tra un innesto e l’altro. Una maniacalità mai vista nemmeno ai tempi di Chapman nelle sue strambe invenzioni.

 

Leyton-House-CG891-1989-Gugelmin-436x291.jpg

 

Anche la meccanica era sacrificata, tanto che il retrotreno poteva accogliere un solo tipo di motore il Judd EV modello 1989. Purtroppo, l’unità non era ancora pronta nelle officine di John Judd e allora si dovette ricorrere alla vettura dell’anno precedente per le prime gare. Nel complesso il progetto si rivelò molto ardito ma fragilissimo, tanto che la stagione fu una vera delusione. Tanti ritiri, rotture e una scocca talmente rigida che quella dell’88 era una limousine in confronto. Solo in Francia al Paul Ricard, su una pista abbastanza liscia per farla andar forte, la CG 891 sembrò rinata. Purtroppo Gugelmin che alla partenza si inserisce nelle prime posizioni, si ribalta paurosamente, mentre Capelli a lungo secondo è vittima del cedimento del propulsore. Nello stesso periodo Akagi assunse il controllo totale del team assorbendo tutte le quote, anche se la stagione si concluse con soli quattro miseri punti conquistati da Gugelmin alla prima gara con la vecchia monoposto. L’anno seguente, nel 1990, Newey progetta la sua terza monoposto per il team la 901. Sempre molto bella e affusolata, va e fila come il vento sugli asfalti lisci, ma si trova in difficoltà sulle sconnessioni. Capelli conquista un grande secondo posto al Paul Ricard, nel giorno in cui Prost consegna la vittoria numero 100 alla Ferrari. Newey, nonostante gli insuccessi determinati da un propulsore non all’altezza, soprattutto nella prima stagione quando la vettura era affidabile, è notato dalla Williams che nel 1991 lo porterà alla sua corte. La monoposto di quella stagione nacque comunque su sua indicazione, ma dietro le spalle del pilota venne installato il V10 Ilmor by Mercedes. Nell’autunno di quell’anno, Adrian è solo un lontano ricordo per la Leyton House, perché è già a Didcot a lavorare con Patrick Head. Qui troverà un budget faraonico, che gli permetterà di sfornare una vettura super al primo colpo. La FW14 Renault.

 

Leyton-House-CG901-1990-Capelli-436x291.jpg

 

Alla March il direttore tecnico è Gustav Brunner, ma la macchina è un disastro. Il team per ovviare a queste grandi problematiche, riesce di nuovo a contattare Adrian visto che la monoposto è basata ancora sui suoi calcoli. Studiandone le caratteristiche da solo e senza strumenti tecnologici a supporto, lui preferisce carta e penna, confronta i disegni della 911 con quelli di una March di F3 ed una di F.Indy trovando la soluzione. Un risvolto preciso, che indica quanto Newey sia veramente un talento e ami essere uno spirito libero che sa dare il meglio appartato nella propria dimensione mistica. Una persona unica al momento in Formula 1, capace di inventare e di stravolgere usando ancora il tavolo da disegno piuttosto che complicati computer. Il futuro dopo gli inizi alla Leyton House, fu pieno di grandi successi che durano fino ad oggi e sono destinati ancora ad aumentare. Al momento è il progettista più titolato in circolazione, anche se al pari di tutti i geni, ha attraversato momenti di difficoltà. Su tutti, la scomparsa di Senna ed in seguito alcuni insuccessi ai tempi della McLaren per via delle solite idee troppo spinte. Senza queste però, non ci sarebbe nessun Adrian Newey.

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graficamente orrende le macchine antiche; meglio le f1 2005/2006/2007.

 

grande Ing.Newey :super:

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Che dire, il più grande progettista degli ultimi 20/25 anni. Formidabile nell'azzeccare sempre le linee giuste, le forme che danno un'efficienza (ed un carico) che gli altri progettisti si sognano. Grandissimo anche nell'adattarsi ai cambi regolamentari, a dettare la strada da seguire anche quando si riparte da zero (e temo che sarà così anche l'anno prossimo). Ha avuto un periodo di appannamento nel periodo del dominio Ferrari e nei 3 o 4 anni successivi, dovuto sia ad un calo di motivazione che ad una situazione regolamentare con cui si trovava poco (tutte quelle pinne e alette trova-carico poco si adattavano ad un mago dell'efficienza aerodinamica), ma quando si è tornati a linee più pulite e ad espedienti per trovare carico meno "rozzi", ecco che ha dato vita alla stirpe di RB vincenti. Avrei tanto voluto vedergli progettare una Rossa, ma temo che questo sogno resterà per sempre irrealizzato.

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ammazza quanto si parla ultimamente di sto uomo.

 

la ferrari vuole adrian newey, ma anche la mclaren.

 

secondo me newey andra' a woking.

 

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e la Mercedes gongola :asd:

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:asd:

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Ferrari ok, ma sulla McLaren non ho letto alcuna voce (e non vedo cosa ci tornerebbe a fare, sinceramente).

Modificato da Schumi81

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Che dire, il più grande progettista degli ultimi 20/25 anni. Formidabile nell'azzeccare sempre le linee giuste, le forme che danno un'efficienza (ed un carico) che gli altri progettisti si sognano. Grandissimo anche nell'adattarsi ai cambi regolamentari, a dettare la strada da seguire anche quando si riparte da zero (e temo che sarà così anche l'anno prossimo). Ha avuto un periodo di appannamento nel periodo del dominio Ferrari e nei 3 o 4 anni successivi, dovuto sia ad un calo di motivazione che ad una situazione regolamentare con cui si trovava poco (tutte quelle pinne e alette trova-carico poco si adattavano ad un mago dell'efficienza aerodinamica), ma quando si è tornati a linee più pulite e ad espedienti per trovare carico meno "rozzi", ecco che ha dato vita alla stirpe di RB vincenti. Avrei tanto voluto vedergli progettare una Rossa, ma temo che questo sogno resterà per sempre irrealizzato.

 

C'era anche un certo Gordon Murray veramente bravo che ha progettato la BT55 e poi la mp4/4 anche se aveva il divario del motore turbo rispetto alle concorrenti. Chissà perchè decise di ritirarsi sicuramente sarebbe ancora competitivo nella progettazione. Anche a me piacerebbe che Newey progettasse una Ferrari. Va detto anche che non è facile adattarsi alle sue stramberie, ne sapeva qualcosa Senna

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Ferrari ok, ma sulla McLaren non ho letto alcuna voce (e non vedo cosa ci tornerebbe a fare, sinceramente).

A far vincere la Honda con Alonso

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Neppure io ho sentito nulla circa un interessamento McLaren. Ron Dennis dubito abbia i soldi o altri argomenti per convincerlo, al momento...a meno che non sia la Honda in prima persona a occuparsi di tutto. Però a quel punto non mi stupirei se più che essere la Honda a portare Newey in McLaren, fosse Newey a portare la Honda in Red Bull...

Modificato da theartifact

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Ferrari ok, ma sulla McLaren non ho letto alcuna voce (e non vedo cosa ci tornerebbe a fare, sinceramente).

A far vincere la Honda con Alonso

 

 

Bravo, 10+.

 

Seriamente, ritengo che l'approdo in Ferrari possa essere ormai l'unica motivazione concreta per Newey. Non vedo cosa possa spingerlo a tornare in un team in cui ha già militato per 7/8 anni, o a restare nella squadra che ha portato ai vertici e a cui ha già regalato 8 titoli mondiali. L'alternativa è uscire dalla F1 per occuparsi di barche o chissà che altro, non vedo altre possibili strade che possano dargli motivazioni solide.

Modificato da Schumi81

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Newey esclude il suo passaggio alla Ferrari.
Peccato non solo per la Ferrari. Anche lui ha perso un'occasione.

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Smentita abbastanza dovuta e di maniera, tanto per zittire le voci sempre più insistenti. Io continuo a crederci, e a sperare.

Modificato da Schumi81

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Per la Ferrari l'ideale sarebbe vincere con quello che ha, perchè portare Newey ed Horner, e magari qualche altro tecnico, meccanico e cuoco della Redbull, sarebbe come ammettere che non sanno lavorare altrettanto bene.

E' gia successo nel 96, e, col tempo, ha portato grandi risultati, ma dal mio punto di vista è come prendere la macchina di chi è piu bravo, attaccarci il tuo stemma, e poi goderti i momenti di gloria.

Gloria fittizia, perchè la macchina buona è quella degli altri, tu non ce la facevi.

In ogni caso la dichiarazione di Newey potrebbe essere dovuta, artefatta, per calmare le voci, ma in realtà è la conferma di quel che ha sempre detto e fatto.

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