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hun.

figuracce.

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:hihi:

fanno la stessa cosa con lui, solo che scambiano lui per il cane :hihi:

scusate mi ? venuta naturale :rotfl:

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fanno la stessa cosa con lui, solo che scambiano lui per il cane :hihi:

scusate mi ? venuta naturale :rotfl:

<_<

 

Attento che ti fulmino :sisi:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

:hihi:

Modificato da Ferrarista

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Mi viene da ridere ancora adesso: era il giugno 1986, ero al parco giochi con il mio fratellone... Eravamo seduti su una panchina, quando si sedette accanto a noi una vecchietta. Mi disse: "Che bella bambina!" Poi, indicando Ridley: "Ed è bello anche il tuo papà!"

Ridley era imbarazzatissimo... non sapeva più che pesci pigliare... allora io ruppi il silenzio e spiegai alla signora che era mio fratello... :gnurant:

 

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Ragazzi, QUESTA è una figuraccia.

 

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Italia maglia nera per spesa in Istruzione, più di tutti per quella sociale: qualcosa non tornaAlessandro Giuliani Sabato, 26 Marzo 2016

Ci risiamo: l’Italia investe sempre meno nell’educazione dei suoi cittadini, tanto da indossare la maglia nera in Ue per la spesa in istruzione.

Secondo quanto rileva Eurostat, sulla spesa pubblica dei paesi Ue, come già scritto in un nostro altro articolo, nel 2014 l'Italia ha destinato all'istruzione solo il 7,9% della propria spesa (in calo dall'8% del 2013) a fronte del 10,2% medio europeo.

E il nostro Paese risulta al penultimo posto anche nella spesa per la cultura con l'1,4% della spesa a fronte del 2,1% europeo.

Entrando nel dettaglio, in Italia l’investimento annuale per l'istruzione è in linea con la media per quanto riguarda l'educazione primaria; lievemente più bassa per quella secondaria, mentre è molto inferiore per l'educazione terziaria ovvero universitaria e post universitaria e nella ricerca.

La spesa in percentuale sul Pil nell'educazione terziaria è allo 0,8% in media Ue e allo 0,3% in Italia mentre se si guarda alla percentuale sulla spesa pubblica l'Ue si attesta in media sull'1,6% e l'Italia sullo 0,7%. Nella spesa per l'istruzione terziaria il nostro Paese è sempre più il fanalino di coda in Ue, lontanissimo dai livelli tedeschi (0,9% sul Pil e 2% sulla spesa pubblica).

Ma lo scarso investimento per istruzione e cultura, diventa ancora più sgradevole quando si vanno a leggere le percentuali nazionali annue per il sostentamento di altri comparti pubblici. Ad esempio, per i servizi generali, area nella quale sono compresi gli interessi sul debito oltre alle spese per gli organi elettivi e molte di quelle per il funzionamento della pubblica amministrazione, la nostra Penisola si attesta al 17,4%, a fronte del 13,9% medio europeo.

E una percentuale più alta della media si ha anche per la protezione sociale, con il 41,8% della spesa a fronte del 40,4% media Ue: per questa “voce” l’Italia conferma il picco della spesa per la vecchiaia, con il 27,3% (21,4% in Ue) e per la reversibilità. Mentre resta al di sotto delle percentuali medie Ue, la parte di spesa pubblica destinata alla disoccupazione, alla disabilità e alla famiglia.

Anche per la spesa pubblica complessiva, rispetto al Pil, siamo sopra rispetto all’Europa unita: l’Italia si attesta al 51,3%, in crescita rispetto al 2013 e superiore in confronto alla media Ue (48,2%). Pure per la contestatissima sanità spendiamo il 7,2% del Pil: una cifra in linea con l'Ue.

Cosa significa tutto questo? Che la scelta tutta italiana di investire poco nella scuola e nell’università, non dipende solo dalla scarsità di fondi nelle casse pubbliche. Perchè se si guarda alla spesa pubblica totale, l’Italia spende più soldi per la spesa sociale rispetto agli altri Paesi dell’Ue.

Ora, è vero che siamo tra i Paesi dove c’è maggiore copertura pubblica per la protezione: il suo ammontare per abitante è pari a circa 8 mila euro l’anno.

È anche vero che siamo tra i Paesi dove la spesa è più alta per coprire i lavoratori rimasti senza impiego, con cassa integrazione e indennità varie, soprattutto per invalidità, che sottraggono cifre davvero considerevoli. Detto questo, però, non è accettabile che se si guarda all’Ue, per istruzione si investa meno di tutti (pur con le dovute differenze, visto che vi sono province del nord-est e realtà locali dove abbiamo poco da invidiare agli altri).

Mentre l'Istruzione rimane al primo posto nelle conferenze e nei dibattiti, poi però le priorità dei legislatori continuano ad essere altre.

Ricordiamoci, allora, di questi dati Eurostat del 25 marzo 2016. Pronti a tirarli fuori, la prossima volta che il governante di turno ci dirà che “abbiamo invertito marcia” e che “l’Italia è tornata ad investire nell’Istruzione”.

 

http://www.tecnicadellascuola.it/item/19375-italia-maglia-nera-per-spesa-in-istruzione,-piu-di-tutti-per-quella-sociale-qualcosa-non-torna.html

 

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Bene così.

 

Dici così perchè voi siete tecnologicamente anni luce avanti... (:asd:)

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Noi nel Veneto intendi? Si, senza ADSL via cavo :asd:

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Noi nel Veneto intendi? Si, senza ADSL via cavo :asd:

 

( :asd:) non nel Veneto... Suomi.

 

Nemmeno io posso fare salti di gioia, quando tutt'intorno (anche paesini quasi sperduti ed insignificanti) la gente "vola" con l'alta velocità in internet e nessuno si interessa della mia frazione... :(

Modificato da crucco

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Fare una crepa nel paraurti all'auto nuova del padre perché mentre si smanettano i comandi si accende l'auto in prima e senza frizione premuta, con 13 anni di patente, non significa solo fare una figuraccia, ma anche essere dei gran cogl...

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Figuracce? Eccoci serviti (io sono lontano, ma mi sento sempre e comunque chiamato in causa):

 

http://www.contattolab.it/beach-litter-legambiente-spiagge-sporche-plastica-cotton-fioc-mozziconi-sigarette/

 

Vergogna spiagge Italiane,usate come discariche: assorbenti,plastica,cotton fioc
29 Mag

Una storia che ormai si ripete da decenni, anzi una triste storia, l’ Italiano che sporca la sua Italia! Sembra assurdo,paradossale, ma è proprio quello che accade continuamente nel nostro paese in modo particolare sulle spiagge del bel paese, dove è possibile ammirare delle vere e proprie discariche a cielo aperto. L’Italiano, tra i cittadini dei paesi civilizzati, è sicuramente tra i più “sporchi” e ineducati in assoluto, forse non lo è con se stesso, ma sicuramente con l’ambiente che lo circonda. Il rispetto per quest’ultimo è decisamente imbarazzante. Non esiste nessun paese civile al mondo sporco quanto l’Italia, chiaramente non bisogna colpevolizzare tutti, ma purtroppo secondo le stime statistiche, i cittadini Italiani hanno bassissimo rispetto nei confronti della natura, e purtroppo nel calderone ci finiscono anche le persone corrette. Come ogni anno arriva l’estate,e puntualmente ci ritroviamo le spiagge sommerse da rifiuti, mari inquinati e chi più ne ha più ne metta. Insomma, dal dopo guerra ad oggi continua la pessima tradizione dell’Italiano di disfarsi della propria immondizia dove meglio gli pare, e spesso non parliamo solo della classica spazzatura giornaliera, ma di elettrodomestici, elettronica, televisori.Un comportamento indegno che distrugge anno dopo anno la credibilità delle bellezze nostrane, Un fenomeno che colpisce tutta la nazione, perchè quando si tratta di idioti incivili, non si fa distinzioni tra nord, sud o centro!

Beach litter- 47 spiagge italiane monitorate. Più di 33mila rifiuti trovati. In media 714 rifiuti ogni 100 metri. Il 76% degli oggetti trovati è di plastica. Situazione critica sulla spiaggia di Coccia di Morto a Fiumicino (RM) e sulla spiaggia Olivella nel comune di Santa Flavia (PA. A guidare la top ten dei rifiuti spiaggiati più trovati: pezzi di plastica e polistirolo (22,3%),cotton fioc (13,2%) e mozziconi di sigaretta (7,9%). Un tappeto multicolore verde, bianco, azzurro e rosa di rifiuti. È quello che si trova su molte spiagge italiane, dove al posto delle conchiglie a farla da padrone sono rifiuti spiaggiati, o gettati consapevolmente, di ogni forma, genere, dimensione e colore come bottiglie, mozziconi di sigarette, calcinacci, stoviglie usa e getta, e poi tante bastoncini di plastica colorata, ciò che rimane dei cotton fioc passati dal water per arrivare in mare e sulla spiaggia. È quanto emerge dall’indagine “Beach litter” realizzata e curata per il terzo anno da Legambiente che ha monitorato nel mese di maggio 47 spiagge italiane: un’area di 106.245 mq, pari a 800 campi di beach volley, dove sono stati trovati 33.540 rifiuti spiaggiati. In media 714 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia. Anche quest’anno regina indiscussa rimane la plastica: il 76,3% degli oggetti trovati è infatti di plastica, seguita da mozziconi di sigarette (7,9%), rifiuti di carta (5,5%), metallo (3,6%), vetro/ceramica (3,4%), legno (1,3%), rifiuti tessili (1,2%) e gomma (0,8%).

L’indagine “Beach litter”, che rientra nell’ambito della campagna “Spiagge e Fondali puliti – Clean-up the Med 2016” realizzata anche grazie al contributo di Cial, Novamont e Virosac, è stata eseguita dai volontari di Legambiente nel mese di maggio 2016. Le situazioni più critiche sono state rilevate sulla spiaggia di Coccia di Morto a Fiumicino, in prossimità della foce del Tevere, dove si accumulano i rifiuti provenienti dal fiume. Qui Legambiente ha trovato il più alto numero di rifiuti: oltre 5500 rifiuti in 100 metri. Dei rifiuti rinvenuti, il 67% è imputabile alla cattiva depurazione, con la presenza di ben 3716 cotton fioc e diversi altri articoli (deodoranti per wc e blister). Maglia nera anche per quella di Olivella nel comune di Santa Flavia (PA), con 1252 rifiuti in 100 metri di spiaggia, circondata e sfregiata pesantemente anche da manufatti di cemento pericolanti. Importante segnalare anche le spiagge invase dai rifiuti provenienti dalla pesca, in particolare la spiaggia di Canovella de’ Zoppoli a Duino Aurisina, Trieste, dove ben il 65% dei rifiuti trovati sono riconducibili a reti di mitili e la spiaggia sul Mar Piccolo a Taranto, nei pressi del Parco Cimino (con il 44% dei rifiuti riconducibile alla pesca).

Rifiuti spiaggiati – Piccoli ma pericolosi. I pezzi di plastica e di polistirolo con dimensioni minori di 50 centimetri sono in cima alla classifica degli oggetti più trovati da Legambiente. La frammentazione graduale dei rifiuti plastici abbandonati nell’ambiente genera un inquinamento irreversibile e incalcolabile. Per effetto di onde, correnti, irradiazioni UV e altri fattori, i rifiuti sono destinati a frammentarsi in milioni di micro particelle che si disperdono nell’ecosistema marino e costiero vengono ingerite dalla fauna marina. Attraverso la catena alimentare, la plastica arriva anche sulle nostre tavole con le sue sostanze nocive. In seconda posizione in classifica, con il 13%, troviamo icotton fioc: si tratta dei classici rifiuti derivanti dalla mancata depurazione che giungono sulle spiagge attraverso fiumi, canali e scarichi. Tra i rifiuti che arrivano in spiaggia tramite gli scarichi delle nostre case e, quindi, attraverso i corsi d’acqua e canali ci sono anche blister di medicinali, assorbenti e deodoranti per wc (in totale i rifiuti da mancata depurazione sono il 14%). La loro presenza dimostra anche l’inefficienza dei sistemi depurativi che non riescono a filtrare neanche oggetti di una certa grandezza, oltre ai cotton fioc addirittura deodoranti da wc e blister. Oltre che sulla spiaggia di Fiumicino, questi rifiuti sono stati monitorati anche nelle spiagge di Capocotta – Ostia (Rm) con il 33% di incidenza sul totale e sulla spiaggia di Cava dell’Isola a Forio d’Ischia dove rappresentano il 34% dei rifiuti dell’intera spiaggia. In terza posizione in classifica ci sono i mozziconi di sigarette (8%): frutto di una cattiva abitudine che non stenta a cessare. In particolare, i mozziconi rappresentano il 60% del totale dei rifiuti trovati sulla spiaggia del Lido Venere di Agropoli, il 46% della spiaggia di Genova Voltri e il 35% della spiaggia di Mercatello a Salerno.

Rifiuti, quanto ci costano – Il problema del beach litter e della marine litter è anche un problema economico perché ingenti sono le risorse che servono per la pulizia delle spiagge. Secondo uno studio commissionato dall’Unione Europea e realizzato da Arcadis, il marine litter costa all’Ue ben 476,8 milioni di euro l’anno. Questa cifra prende in considerazione solo i settori di turismo e pesca, dal momento che non è possibile quantificare l’impatto su tutti i settori economici. In particolare il costo totale stimato per la pulizia di tutte le spiagge dell’Unione Europea pari a 411,75 milioni di Euro e l’impatto sul settore pesca è stimato intorno ai 61,7 milioni di euro all’anno. Eppure se si mettessero in campo delle politiche di prevenzione ad hoc, oltre a ridurre i rifiuti in mare, si avrebbero risultati non indifferenti. Ad esempio con l’adozione degli obiettivi Ue, l’adozione di un unico standard di valutazione, l’aumento del riciclaggio dei rifiuti e del packaging, la riduzione e l’eliminazione delle discariche, si avrebbe la massima riduzione del marine litter (meno 35,45%) e un ricavo sui costi di 168,45 milioni di euro l’anno. In particolare se si aumentasse nei comuni il riciclaggio dei rifiuti, ci sarebbe una riduzione dei rifiuti marini del 7,4% e un ricavo sui costi di 35,16 milioni di euro l’anno. L’aumento del riciclaggio del packaging (tra l’80% e il 90%) permetterebbe di diminuire il marine litter del 18,41% e il ricavo costi aumenterebbe a 87,48 milioni di euro l’anno.

legambiente

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Ora vi prego: non discutiamo di quanto siano pilotate certe affermazioni. Il punto è che il mondo viene veramente trattato come una discarica e che facciamo schifo!

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Ah, questa figuraccia non l'ho fatta io, l'ho fatta fare a mio fratello nel lontano 1985!

Era primavera, e a passeggio in centro a Milano capitammo davanti alla vetrina di un bel negozio di giocattoli in cui c'era esposta la casa di Barbie, che desideravo tanto. Ridley, che non mi diceva mai di no, promise che il sabato successivo, se avessi fatto la brava, saremmo andati a comprarla.

La sfortuna volle che la prof di ginnastica di Ridley, che non troppo segretamente aveva un debole per lui, lo convinse a partecipare a una gara di atletica leggera per i Giochi della Gioventù che avrebbero visto protagonisti i ragazzi di vari istituti superiori di Milano e dintorni e che si sarebbero tenuti proprio il giorno in cui saremmo dovuti andare a comprare quella dannata casetta. Il giorno prima che lui consegnasse l'autorizzazione per partecipare, gliela nascosi... io sbirciavo sempre nelle sue cose di scuola, per quanto sapessi che non fosse opportuno. Fatto sta che quando il giorno dopo mi venne a prendere all'asilo, mi confidò: "Non trovo più l'autorizzazione per la gara di sabato" Io feci finta di non sapere nulla... "L'avranno mangiata i cani o i gatti!" Anche mia sorella Barren, che era prossima al matrimonio, venne coinvolta nella ricerca di quel foglietto, ma non lo trovammo. Intanto la data di scadenza per la consegna era passata... e quindi Ridley non partecipò alla gara. Il che non gli dispiacque, perchè non è mai andato pazzo per l'atletica (il calcio è sempre stato il suo grande amore, oltre al motorsport intendo!) ma la sua prof rimase molto delusa da lui. Quando andammo a comprare la casa di Barbie, che poi avrei anni dopo regalato alle mie nipotine, non ci pensavamo più. Anche io mi ero dimenticata di quell'autorizzazione nascosta, ma tre anni dopo, quando ormai ero in terza elementare e lui al secondo anno al Politecnico, ritrovai in un album dei disegni quell'autorizzazione. Gliela mostrai e ci facemmo una grassa risata!

Quando nel 1991 Ridley, finalmente laureato, se ne andò a NY, decise di portare via alcuni oggetti personali a cui teneva... ma quell'autorizzazione la lasciò sul comodino, in modo che qualcosa di suo restasse con noi. C'è ancora; quando entro in quella stanza mi sembra di tornare indietro nel tempo, è tutto fermo al 1991. Non vi nascondo che i primi tempi che non era più in casa con noi mi sembrava di sentire ancora la sua risata in quella camera.

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Ridley era proprio un rubacuori

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Ridley era proprio un rubacuori

 

Eeeeh sì... era bello... con quegli occhi celesti... ma anche ora non scherza. Mi dispiace che non sia mai riuscito a trovare una ragazza/donna che abbia saputo stare al suo fianco. A parte Erika, con la quale però non ha mai avuto nulla di serio. Una volta, quando ero un po' più grande, scherzando gli dissi: "Se avessi fatto il socio psico pedagogico come me avresti avuto uno stuolo di ragazze a lumarti!" (per i non milanesi: "lumare" significa "ammirare") Lui aveva fatto un istituto tecnico, e negli anni '80 c'erano pochissime ragazze ad intraprendere quei particolari tipi di studi... in tutta la sua scuola c'erano due o tre fanciulle, e lui era in una classe esclusivamente maschile... pensa che non c'era neanche lo spogliatoio femminile per cui erano dispensate dalle ore di educazione fisica... Oh, che OT... Ah, ecco un'altra figuraccia: ero a Gardaland con Ridley, Andrea ed altri aitanti giovanotti, era la primavera del 1989. Andrea mi diceva in continuazione: "Guarda, c'è Nannini!" perchè sapeva che allora mi piaceva tale pilota. Mio fratello gli diceva: "Andrea, smettila, mi fai sentire in imbarazzo!" All'ennesimo avvistamento del tunisino di Siena da parte del diplomato linguistico studente di lettere moderne, che ancor oggi non so di che droga si fosse fatto per vederlo ovunque (a Gardaland poi, col caos che c'è... ma è anche vero che in quel periodo c'era lo spot "Chi ti droga ti spegne", quello degli occhi bianchi...) mi misi a cantare a squarciagola "Ma che 'cce frega, ma che 'cce 'mporta..." e la sfortuna volle che passva di lì una famigliola romana de' Roma... loro mi guardarono malissimo! Evidentmente ero stonata... o forse faceva senso sentire una milanese-americana cantare così...

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22.jpg

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bene

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non è una figuraccia

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è vero mica era in un cesso mobile e mentre cagava gli hanno spostato il rivestimento con la gente che guardava

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i cessi mobili mi ricordano altro, in realtà

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quelli sono cessi a pedali non confondere

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