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Theodore33

Michele Alboreto

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Quella dove va in testa, scivola sull'olio e va secondo dietro a Prost, poi lo supera, ma buca, recupera, ma alla fine arriva secondo.

 

S?, Lesnar, proprio quella. Non ? frequente vedere azioni cos? perentorie e determinate, come quella.

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Soprattutto in un circuito come Monaco.

 

Si, probabilmente la miglior gara in carriera di Alboreto, quantomeno con la Ferrari.

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Oggi, 25 aprile, fra l'altro, non ? solo la ricorrenza della scomparsa di Alboreto, ma anche di quella famigerata gara di Imola '82 dello "sgarbo" tra Villeneuve e Pironi.

 

Con i due ferraristi, sul podio c'era proprio Michele Alboreto.

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da 422

di Ermanno Alboreto

 

Quello che si ? tenuto oggi a Rozzano ? stato sicuramente un grande omaggio a Michele, al quale sembra abbia partecipato parecchia gente. Ogni 25 aprile succede che in molti rivolgono un pensiero per Mic e quest?anno pi? che mai. Io, dal canto mio, in questi giorni cerco sempre di isolarmi: non c?? un giorno in cui lui non sia nei miei pensieri, quindi cerco di evitare overdose di ricordi?

 

Mic ? stato un sogno per tutti gli appassionati di F1: il sogno di rivedere un pilota italiano vincere un Mondiale con la rossa. Purtroppo sappiamo tutti che, nonostante gli sforzi profusi da lui e dal team, ? andata come ? andata. E, anche se lui era consapevole di non avere colpe, il boccone ? stato amaro da digerire. Nel libro che sto scrivendo, di cui parler? pi? avanti, racconto una confidenza che mi fece Mic durante i suoi ultimi giorni di vita: Ferrari, parlando con lui, gli rivel? che la perdita del Mondiale ?85 fu una delle delusioni pi? grandi e si scus? per non avergli dato l?affidabilit? meccanica che gli consentisse di coronare il sogno di tanti italiani.

 

Sono molti, invece, gli episodi della sua carriera che ricordo felicemente: sicuramente la prima vittoria a Vegas 1982, l?europeo di F3 (vinto con i denti, altro episodio che racconto nel libro), la vittoria in F2 con Minardi (l?unica del team, se non sbaglio) e la vittoria nell?85 in Germania con la Ferrari, quando nel giro d?onore, sul pick-up, mio padre mi telefon? e mi disse: guarda quanta gente gli porge la mano, sembra il Papa sulla papamobile!

 

Ma negli ultimi anni, Michele si era impegnato tanto per l?automobilismo anche fuori dalla macchina. L?impegno che aveva preso con la CSAI era molto ostico, in quanto lui, come me e tanti altri appassionati, voleva creare una categoria cadetta, come era stata la Formula Monza, che con relativamente pochi soldi, permettesse ai giovani di iniziare a correre in auto. Ma, come sempre quando la gestione passa nelle mani della politica, si ritrovava a lottare con personaggi abituati a gestire le loro ?faccende? tramite priorit? e favoritismi, solo se vi era un tornaconto, che non ha nulla a che vedere con la passione sportiva. Mi sconforta la visione delle ultime formule cadette create per i giovani (solo se ricchi) e mi fa arrabbiare il fatto che abbiano intitolato i campionati come trofeo Michele Alboreto! Lui non voleva certo che finisse cos?: questo ? uno dei motivi per cui sto lontano da questo ambiente rovinato dai soldi e dal potere di pochi.

 

Dicevo del mio libro: se Dio vuole, e se io e l?editore troviamo qualche piccolo sponsor, il volume sar? presentato prima di Natale e racconter? la storia di Michele e quello che ha ruotato intorno alla sua vita, il mio vissuto con lui e alcune storie sconosciute a molti. Concludo regalandovi appunto un piccolo episodio di quando era in Ferrari.

 

Dal giovedi di ogni Gran Premio d?Italia, a Monza, si presentava sempre un grande problema: il traffico esagerato per raggiungere il circuito. Quindi, di solito, io e Michele usavamo le nostre moto per arrivare velocemente all?Autodromo. Il venerdi del GP 1984 ci fu un episodio divertente: io avevo raggiunto il circuito al mattino molto presto, in quanto,correvo nella gara del trofeo Formula Fiat Abarth e avevamo le prove alle 9. Oltretutto, a me piaceva parecchio arrivare nei box prestissimo, per vedere animare il circuito all?alba: ? un ricordo indelebile, che mi affascina ancora oggi.

 

Quel venerd?, alle 8 circa, mi chiamarono al telefono della direzione dell?Autodromo: era Michele che, agitato per la paura di arrivare tardi in circuito, mi spieg? che durante la notte gli avevano rubato la sua moto, parcheggiata sotto casa, e quindi mi chiedeva, visto che io ero gi? a Monza, se nella mia officina ci fosse un?altra moto assicurata disponibile. Purtroppo,gli dissi che l?unica funzionante era quella che avevo usato io ma, se voleva rischiare, poteva provare a raggiungere l?Autodromo con il ?drago?.

 

Dovete sapere che ?drago? era il soprannome che avevo dato ad un ciclomotore Piaggio Ciao. che io ed il mio amico Francesco avevamo elaborato per divertimento: l?avevamo ?pompato? all?inverosimile, dotandolo di una marmitta speciale, freni maggiorati e un?alimentazione a due carburatori, che permettevano di trasformare il simpatico ciclomotore, da tranquillo veicolo da passeggio che in origine raggiungeva la velocita? massima di 40 km /h, a ?drago?, appunto, in grado di spingersi alla folle velocit? di circa 120 km/h! La complicazione era il sistema artigianale che avevamo applicato per far funzionare i due carburatori, in quanto il suo piccolo motore, se non raggiungeva almeno i 7-8000 giri di rotazione, si ingolfava. Quindi, il sistema consisteva di raggiungere i 60-70 km/h con un carburatore e dopodich? azionare il comando al manubrio, che faceva lavorare il secondo carburatore. Il risultato era strabiliante!

 

Quindi gli raccomandai di non spremerlo troppo, in quanto dalla mia officina, a Monza, doveva percorrere circa 40 km e sinceramente non ero convinto che il motore superelaborato potesse reggere la distanza. Quindi, Michele si arm? di coraggio e, dopo aver appreso le istruzioni per l?uso, part? in direzione Monza. Purtroppo le mie previsioni, vuoi perch? temeva di arrivare in ritardo, vuoi perch? probabilmente ci prese gusto a sfrecciare con quel ridicolo ma velocissimo ciclomotore, si rivelarono esatte: tra le strade di Milano, arrivato a circa 7-8 km da Monza, il ?drago? spir? inesorabilmente.

 

Fortuna vuole che, abbandonato in un parcheggio l?arrostito ciclomotore, fece l?autostop ad un motociclista che, incredulo, lo port? direttamente ai box di Monza. Quando Michele fece per ringraziarlo, il motociclista gli rispose che era lui che lo ringraziava, per avergli permesso di improvvisarsi taxista del pilota della Ferrari. Un tempo, le corse erano anche questo.

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Ieri dopo una gita a Pavia sn andato a Rozzano a rendere omaggio a Michele e ho incontrato anche un suo caro amico Massimo Boldi con cui ho scambiato due parole.W Michele!!!

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da 422

di Ermanno Alboreto

 

Quello che si ? tenuto oggi a Rozzano ? stato sicuramente un grande omaggio a Michele, al quale sembra abbia partecipato parecchia gente. Ogni 25 aprile succede che in molti rivolgono un pensiero per Mic e quest?anno pi? che mai. Io, dal canto mio, in questi giorni cerco sempre di isolarmi: non c?? un giorno in cui lui non sia nei miei pensieri, quindi cerco di evitare overdose di ricordi?

 

Mic ? stato un sogno per tutti gli appassionati di F1: il sogno di rivedere un pilota italiano vincere un Mondiale con la rossa. Purtroppo sappiamo tutti che, nonostante gli sforzi profusi da lui e dal team, ? andata come ? andata. E, anche se lui era consapevole di non avere colpe, il boccone ? stato amaro da digerire. Nel libro che sto scrivendo, di cui parler? pi? avanti, racconto una confidenza che mi fece Mic durante i suoi ultimi giorni di vita: Ferrari, parlando con lui, gli rivel? che la perdita del Mondiale ?85 fu una delle delusioni pi? grandi e si scus? per non avergli dato l?affidabilit? meccanica che gli consentisse di coronare il sogno di tanti italiani.

 

Sono molti, invece, gli episodi della sua carriera che ricordo felicemente: sicuramente la prima vittoria a Vegas 1982, l?europeo di F3 (vinto con i denti, altro episodio che racconto nel libro), la vittoria in F2 con Minardi (l?unica del team, se non sbaglio) e la vittoria nell?85 in Germania con la Ferrari, quando nel giro d?onore, sul pick-up, mio padre mi telefon? e mi disse: guarda quanta gente gli porge la mano, sembra il Papa sulla papamobile!

 

Ma negli ultimi anni, Michele si era impegnato tanto per l?automobilismo anche fuori dalla macchina. L?impegno che aveva preso con la CSAI era molto ostico, in quanto lui, come me e tanti altri appassionati, voleva creare una categoria cadetta, come era stata la Formula Monza, che con relativamente pochi soldi, permettesse ai giovani di iniziare a correre in auto. Ma, come sempre quando la gestione passa nelle mani della politica, si ritrovava a lottare con personaggi abituati a gestire le loro ?faccende? tramite priorit? e favoritismi, solo se vi era un tornaconto, che non ha nulla a che vedere con la passione sportiva. Mi sconforta la visione delle ultime formule cadette create per i giovani (solo se ricchi) e mi fa arrabbiare il fatto che abbiano intitolato i campionati come trofeo Michele Alboreto! Lui non voleva certo che finisse cos?: questo ? uno dei motivi per cui sto lontano da questo ambiente rovinato dai soldi e dal potere di pochi.

 

Dicevo del mio libro: se Dio vuole, e se io e l?editore troviamo qualche piccolo sponsor, il volume sar? presentato prima di Natale e racconter? la storia di Michele e quello che ha ruotato intorno alla sua vita, il mio vissuto con lui e alcune storie sconosciute a molti. Concludo regalandovi appunto un piccolo episodio di quando era in Ferrari.

 

Dal giovedi di ogni Gran Premio d?Italia, a Monza, si presentava sempre un grande problema: il traffico esagerato per raggiungere il circuito. Quindi, di solito, io e Michele usavamo le nostre moto per arrivare velocemente all?Autodromo. Il venerdi del GP 1984 ci fu un episodio divertente: io avevo raggiunto il circuito al mattino molto presto, in quanto,correvo nella gara del trofeo Formula Fiat Abarth e avevamo le prove alle 9. Oltretutto, a me piaceva parecchio arrivare nei box prestissimo, per vedere animare il circuito all?alba: ? un ricordo indelebile, che mi affascina ancora oggi.

 

Quel venerd?, alle 8 circa, mi chiamarono al telefono della direzione dell?Autodromo: era Michele che, agitato per la paura di arrivare tardi in circuito, mi spieg? che durante la notte gli avevano rubato la sua moto, parcheggiata sotto casa, e quindi mi chiedeva, visto che io ero gi? a Monza, se nella mia officina ci fosse un?altra moto assicurata disponibile. Purtroppo,gli dissi che l?unica funzionante era quella che avevo usato io ma, se voleva rischiare, poteva provare a raggiungere l?Autodromo con il ?drago?.

 

Dovete sapere che ?drago? era il soprannome che avevo dato ad un ciclomotore Piaggio Ciao. che io ed il mio amico Francesco avevamo elaborato per divertimento: l?avevamo ?pompato? all?inverosimile, dotandolo di una marmitta speciale, freni maggiorati e un?alimentazione a due carburatori, che permettevano di trasformare il simpatico ciclomotore, da tranquillo veicolo da passeggio che in origine raggiungeva la velocita? massima di 40 km /h, a ?drago?, appunto, in grado di spingersi alla folle velocit? di circa 120 km/h! La complicazione era il sistema artigianale che avevamo applicato per far funzionare i due carburatori, in quanto il suo piccolo motore, se non raggiungeva almeno i 7-8000 giri di rotazione, si ingolfava. Quindi, il sistema consisteva di raggiungere i 60-70 km/h con un carburatore e dopodich? azionare il comando al manubrio, che faceva lavorare il secondo carburatore. Il risultato era strabiliante!

 

Quindi gli raccomandai di non spremerlo troppo, in quanto dalla mia officina, a Monza, doveva percorrere circa 40 km e sinceramente non ero convinto che il motore superelaborato potesse reggere la distanza. Quindi, Michele si arm? di coraggio e, dopo aver appreso le istruzioni per l?uso, part? in direzione Monza. Purtroppo le mie previsioni, vuoi perch? temeva di arrivare in ritardo, vuoi perch? probabilmente ci prese gusto a sfrecciare con quel ridicolo ma velocissimo ciclomotore, si rivelarono esatte: tra le strade di Milano, arrivato a circa 7-8 km da Monza, il ?drago? spir? inesorabilmente.

 

Fortuna vuole che, abbandonato in un parcheggio l?arrostito ciclomotore, fece l?autostop ad un motociclista che, incredulo, lo port? direttamente ai box di Monza. Quando Michele fece per ringraziarlo, il motociclista gli rispose che era lui che lo ringraziava, per avergli permesso di improvvisarsi taxista del pilota della Ferrari. Un tempo, le corse erano anche questo.

Bello, grazie. Non ho visto molti ricordi sui siti in questi giorni. Peccato perch? Alboreto meriterebbe ben altro. Ma chi l'ha apprezzato non lo dimentica mai...

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io l'ho apprezzato pi? come UOMO che come pilota ... UN GRANDISSIMO !!!

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Bello, grazie. Non ho visto molti ricordi sui siti in questi giorni. Peccato perch? Alboreto meriterebbe ben altro. Ma chi l'ha apprezzato non lo dimentica mai...

 

Lui ed Elio sono ricordati meno di quanto meritano, peccato in fondo erano (per me lo sono tutt'ora, non vedo luce in lontananza) solamente i pi? forti piloti italiani della F.1 recente.

Modificato da The King of Spa

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Ieri dopo una gita a Pavia sn andato a Rozzano a rendere omaggio a Michele e ho incontrato anche un suo caro amico Massimo Boldi con cui ho scambiato due parole.W Michele!!!

 

Ma non erano pure cugini ? O era cigino con la moglie ?

Modificato da Biranbongse Bhanuban

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Lui ed Elio sono ricordati meno di quanto meritano, peccato in fondo erano (per me lo sono tutt'ora, non vedo luce in lontananza) solamente i pi? forti piloti italiani della F.1 recente.

 

dai ... e patrese dove lo mettiamo ???

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? stato bravo, ma un gradino dietro i due.

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Ma non erano pure cugini ? O era cigino con la moglie ?

Si era cugino di Mic da parte della moglie.

Modificato da The Magic

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Secondo me ha lasciato un vuoto incolmabile. Anche a livello di pilotaggio secondo me ? stato uno dei migliori Italiani del dopoguerra. In una F1 di allora con una McLaren proibabilmente avrebbe vinto il mondiale, perch? era forte sulla distanza.

Le sue migliori gare direi

 

- Detroit e Las Vegas dell'82-83

- Il Nurburgring dell'85

 

senza dimenticare il podio del ritorno in Tyrrell dell'89

http://b.f1-facts.com/ul/a/4301

Modificato da tigre

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Molto pi? Bravo di quello che ha potuto effettivamente dimostrare...

Sempre con noi, sempre con lui...

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Secondo me ha lasciato un vuoto incolmabile. Anche a livello di pilotaggio secondo me ? stato uno dei migliori Italiani del dopoguerra. In una F1 di allora con una McLaren proibabilmente avrebbe vinto il mondiale, perch? era forte sulla distanza.

Le sue migliori gare direi

 

- Detroit e Las Vegas dell'82-83

- Il Nurburgring dell'85

 

senza dimenticare il podio del ritorno in Tyrrell dell'89

http://b.f1-facts.com/ul/a/4301

 

Per me Monaco '85 ? migliore delle due vittorie in Tyrrell.

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Alboreto con Mauro Forghieri:

 

1984forghierialboreto.jpg

 

Brasile '85, pole position e secondo posto in gara:

 

858m.jpg

 

A Monaco arriva 2?, ma in pista ? il pi? forte:

198520monaco.jpg

 

Vittoria davanti al compagno Johansson al GP Canada '85:

alboreto4.jpg

 

Sul podio di Montreal col compagno, e con Prost (3?):

857jkbijb.jpg

 

AS dopo il Canada '85:

autosprint4.gif

 

Con De Angelis. Due italiani al vertice dopo il primo terzo di stagione:

1985eliodeangelisalbore.jpg

 

In copertina:

9d9512.jpg

 

Con Niki Lauda:

n1199035707300771376179.jpg

 

Arriva 2? dietro a Prost al GP d'Inghilterra '85, mantenendo la testa del Mondiale:

9046.jpg

 

Al Nurburgring vince il GP di Germania '85, sua 5? e ultima vittoria:

alboreto19850802.jpg

 

AS dopo la vittoria al 'Ring:

autosprint5.gif

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Michele si reca da Modena a Milano con l'F40 Natale 1988

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"A Michele dobbiamo un mondiale" Enzo Ferrari

 

l'ultimo grand sbaglio di Enzo Ferrari, cambiare fornitore di turbine a campionato in corso e mandare in fumo un mondiale possibile.

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"A Michele dobbiamo un mondiale" Enzo Ferrari

 

l'ultimo grand sbaglio di Enzo Ferrari, cambiare fornitore di turbine a campionato in corso e mandare in fumo un mondiale possibile.

Si il cambio di turbine:il passaggio dalle Magneti-Marelli alle americane Garret.

Grande Sbaglio!

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