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luke36

Morto Scaglietti

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MODENA - E' morto questa mattina a Modena, all'eta di 91 anni, Sergio Scaglietti, carrozziere di fiducia di Enzo Ferrari. Con la sua inventiva contribui' a plasmare alcune tra le piu' belle berline prodotte dalla casa di Maranello.

 

A conferma del suo lungo rapporto con la Ferrari, il presidente Luca di Montezemolo ha voluto dedicare a questo protagonista discreto ma importante della storia della Ferrari la 612 coupe' gran turismo. Scaglietti fu collaboratore ma anche uno dei pochi amici intimi di Enzo Ferrari.

 

1011019-sergio-scaglietti.jpg

 

250GTO.jpg

Modificato da luke36

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Un grande pezzo di storia dell'automobile che se ne va.

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Esatto, un'altra porta che si chiude. Su un bel passato.

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Tra le sue Ferrari la 250 California, probabilmente una delle pi? richieste nelle aste. Battuta anche per ? 7.000.000 !!!

 

62_Ferrari_250_SWB_Ca_Spy2.jpg

 

scaglietti_01.JPG

 

Sergio Scaglietti, modenese, classe 1920, ? stato il carrozzaio "storico" della Ferrari (sue sono tutte le serie delle berlinette da corsa e delle spyder da corsa della Ferrari dal 1960 fino al 1993). Ma, soprattutto,? stato l'amico - l'amico di tutta una vita - di Enzo Ferrari. Quando Ferrari ? morto, accanto al suo letto c'era anche lui, insieme con pochissimi altri intimi. I loro momenti al di l? del lavoro? "Ci raccontavamo le barzellette, scherzavamo, andavamo a mangiar fuori e guardavamo le corse. Sempre parlando in dialetto, naturalmente." E dopo? "Dopo, quando ? morto, io sono morto con lui." Ecco alcuni ricordi della sua vita accanto ad Enzo Ferrari, raccontati da lui stesso:

 

Un garzone di 13 anni

 

A 13 anni, finita la scuola, cominciai a lavorare come garzone dal carrozzaio Olindo Torricelli. Dopo qualche tempo mi trasferii con mio fratello Gino di fronte alla Scuderia Ferrari. Nel 1937 Ferrari mi chiam? per riparare i parafanghi di un'Alfa Romeo. Da quel momento sono sempre stato attaccato a Ferrari, finch? non ? morto.

 

Quando ? morto lui, sono morto anch'io. Tutta la vita, ho passato con lui. Quando ? morto, di quelli che hanno lavorato con lui c'eravamo io, il ragionier Carlo Benzi e i due autisti.

 

Una tavolata di barzellette

 

Ferrari ed io ci trovavamo bene insieme. Tutti i sabati si andava a mangiare fuori, in compagnia, perch? lui mangiava davvero soltanto il sabato. La sua compagnia eravamo noi. E tutto il mese di agosto, quando lui restava a Modena e io anche, stavamo sempre insieme, noi due. Enzo andava via per tre o quattro giorni, poi tornava subito. Abbiamo passato la vita cos?. Abbiamo cominciato a frequentarci da amici intorno al '60, forse nel '64. Lui era molto legato a tutti i suoi vecchi amici: si parlava in dialetto, si stava "alla buona". Perch?, dopo tanto stress, dopo tante personalit?, a lui piaceva trascorrere il sabato in pace. Gli piaceva il modo di vivere modenese. Siamo andati anche in tanti posti insieme: a San Marino, a Lugo, a Mantova, dappertutto - quando lo invitavano - ci chiamava con lui.

 

Di quello che ho fatto nella mia vita non posso altro che ringraziare Ferrari, per primo, e la Ferrari e i miei collaboratori, perch? ho avuto della gente fantastica: i miei operai. Tutti hanno fatto fortuna, chi in un modo e chi in un altro: c'? chi ha la propria carrozzeria, chi ? in pensione con la propria casetta. Ragazzi d'oro.

 

Non posso raccontarle tutti gli episodi o le cose che abbiamo detto quando giocavamo a carte, sono troppi: la mia vita finisce l?.

 

La politica dei trattori

 

I trattori da corsa? Politica. Fare dei trattori in mezzo a delle macchine da corsa... Ma va'!

 

La Ferrari non ? stata assolutamente capita dai sindacati; non ha potuto dire di no, per la faccenda dei trattori. Ferrari ? sempre stato contrario e io anche: questi trattori non li volevamo, n? lui n? io. E' stata una cosa politica, non una necessit? di lavoro, perch? noi di lavoro ne abbiamo avuto sempre a sufficienza. Anche se c'era l'austerity, la nostra clientela le comprava lo stesso le macchine, eccome!

 

Storie da dimenticare

 

S?, ? vero che Ferrari faceva i chiodi a tre punte e aggiustava le armi per i partigiani. E' anche vero che faceva i macchinari e li vendeva a chiunque, e che nel dopoguerra ha aiutato gli uni e gli altri, e che ha ricevuto Togliatti. Queste cose, secondo me, le pu? raccontare, ma non vada a rivangarne altre, di quel tempo. Di lui, di me, di noi tutti... Sono cose, quelle l?, che vanno dimenticate. Che vanno dimenticate...

 

Lui poi non ne ha neanche mai parlato, di politica. Di queste cose qui, dei suoi interessi o delle sue idee politiche, Ferrari non ne parlava mica. Con noi si dicevano barzellette, si rideva, si scherzava e si vedevano le corse: stop. Queste sono cose che, appena appena, le sapeva Ferrari. Non riporti cose di seconda mano, non ? giusto.

 

Multe in abbonamento

 

Quando vendette alla Fiat, fece una cosa fantastica. Combin? prima con la Ford; all'atto di firmare il contratto, quando era gi? tutto combinato, disse di no. Aveva fatto cos? perch? Agnelli si decidesse lui a comprare la Ferrari. Si ? fatto stimare l'azienda dalla Ford e poi se l'? fatta comprare dalla Fiat.

 

E' vero che era esigente; certe volte mi portava un telaio e mi diceva: "Lo voglio per ieri"! Veniva con Rocchi, con il progetto, e diceva: "Fra tre giorni lo voglio".

 

Una volta si lavorava giorno e notte. Per la Mille Miglia ho fatto l'abbonamento con le guardie: venivano tutte le sere a dare la multa, perch? lavoravamo fino a tardi e facevamo rumore con i macchinari. Allora ho detto: "Portate pazienza, vengo alla fine del mese e ve le pago tutte insieme". Tenevo sveglio tutto il quartiere della stazione. Col martello, col maglio... Per quattro o cinque anni li ho tenuti svegli, quei poveri disgraziati. Erano gli anni precedenti il '57, quando si ? corsa l'ultima Mille Miglia.

 

Il sopravvissuto

 

Ho due figli, che lavorano alla Ferrari (uno all'ufficio acquisti e l'altro alle esperienze) e quattro nipoti (uno ? in banca e tutti gli altri studiano legge o hanno gi? finito).

 

Come vede, nessuno della mia famiglia ha continuato il mio lavoro perch? adesso non c'? pi? niente da fare per l'artigiano. Ne sono rimasti pochissimi. C'? Egidio Brandoli, a Montale. E' uno degli ultimi; fa le carrozzerie, fa tutto a mano, dei lavori meravigliosi.

 

Io vado l?, qualche mattina, solo per vederlo lavorare dal gran che ? bravo.

 

(dal libro di Nunzia Manicardi "Quel diabolico Ferrari", Koin? Nuove Edizioni, Roma 2000)[/i]

 

 

Da www.motorvalley.it

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R.I.P.

Davvero un'altra porta che si chiude, su un'epoca meravigliosa.

 

Ricordo di aver letto che l'accordo fra lui e Ferrari fu suggellato essenzialmente con una stretta di mano.

E il bello che molto probabilmente ? vero, le "scartoffie" firmate dopo quella stretta di mano avrebbero anche potuto non esserci, se non per motivi strettamente legali.

 

RL_1958_Ferrari_250_Testa_Rossa_34.JPG

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mi dispiace davvero :( gran lavoratore e gran persona

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Una grande persona che ha fatto la storia delle auto che se ne va... :nope:

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E' abbastanza deprimente constatare come in Italia tutto sia "rubbish". La morte di Scaglietti passata quasi inosservata sulla stampa italiana.

 

Posto qui il contributo di TopGear. Belle le foto raccolte dagli inglesi.

 

 

http://www.topgear.com/uk/car-news/sergio-scaglietti-ferrari-2011-11-21

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Ricordo di aver letto che l'accordo fra lui e Ferrari fu suggellato essenzialmente con una stretta di mano.

 

 

... ebbe un bel coraggio a fidarsi di E.F !!!

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E' abbastanza deprimente constatare come in Italia tutto sia "rubbish". La morte di Scaglietti passata quasi inosservata sulla stampa italiana.

ho trovato anche io questa cosa abbastanza deprimente, si pu? sostanzialmente affermare che senza scaglietti la Ferrari non sarebbe esistita o comunque non sarebbe diventata quello che ? ora e non se ne parla da nessuna parte :nope: indecente. Per? hanno informato che ci sono gi? i panettoni sugli scaffali, questa si che ? informazione.

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