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FILIPPO

il mistero di Jaques Villeneuve

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Jaques Villeneuve rimane uno dei misteri insondabili della psicologia di un campione sportivo.

1994 ''rookie of the year'' e vincitore ad Elkhart Lake

1995 campione CART e vincitore della 500 miglia di Indianapolis

1996 esordio in f.1, 4 vittorie e secondo posto nel campionato el mondo dietro il caposquadra Hill

1997 secondo anno in f.1, 7 vittorie,campione del mondo con lo storico sorpasso al piu' grande di ogni tempo all'ultimo gp!

Francamente quattro anni da leone:nessuno prima di lui aveva fatto meglio!Un giovane eroe dei due mondi,tra l'altro cosi' differenti.

Mansell,Andretti,Clark,Fittipaldi:questi i nomi vincenti aldiqua' ed aldila' dell'Atlantico.Dei supercampioni.

Poi a soli 27 anni l'eclissi piu' totale.

Che e' successo veramente nella testa del figlio di Gilles?

Secondo voi,visto il rapporto con quel padre cosi' particolare,potrebbe aver ''sentito'' come missione della vita l'ottenimento di quel titolo mai ottenuto dal mitico Gilles ed una volta raggiunto l'obiettivo aver ''pagato'' con il crollo l'accumulo di una tensione straordinaria per lui,che non era un talento naturale tale da giustificare questo enorme rendimento in soli 4 anni?

Quando parla del padre si trasforma,quasi non vuole ricordare:segno di un trauma terribile e personalissimo.E' possibile,secondo voi,che ll canadese si porti dietro questo segreto?

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Io non mi schiodo da quello che ho sempre pensato: i piloti delle gare americane stiano in America e nn vengano in F1. Villeneuve? Esord? su un missile e vinse il mondiale su un altro missile all'ultima gara, quando con la macchina che aveva quel mondiale lo doveva ammazzare.

Prefer? i soldi alla carriera passando alla BAR che guarda un po' inizi? ad ingranare quando se ne sbarazzarono.

Insomma un pilota pi? che sopravvalutato.

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Villeneuve ? tutto tranne che un mistero. Era forte, ma davvero. Lo ? stato fino al 2001 (nel 1998 ha fatto belle gare, anche nel 1999 fino a che non aveva un problema a caso sulla macchina, e bene anche nel 2000 e 2001 - andare a podio con quella BAR era un'impresa!). Poi gli ? venuta quella che io chiamo la sindrome del perdente. Cio? se rimani tanto tempo su una macchina di basso livello ti adegui a quelle prestazioni e va a finire che ti manca anche la motivazione. Consideriamo pure che lui lasci? la Williams per i soldi... ed ecco spiegato il mistero Villeneuve.

Secondo me ora sta tornando ad essere se stesso, ma ci vorr? ancora un po' per riprendersi totalmente...

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Anzi tutto, JV ? 'esploso' a met? anni 90, ma dovremmo ricordarci anche quanto nel 1989 (a 18 anni) faceva molta fatica con la F3 italiana, dove mise le basi della sua carriera (poi crebbe molto in Giappone).

 

Ho sicuramente gi? espresso la mia opinione su questo pilota: un buon pilota, che sicuramente ha saputo crescere e migliorarsi. Ma non un campione: quoto ***, con quella Williams non poteva far altro che vincere, e invece nel 97 il titolo se l'? aggiudicato come sappiamo (dicaimo che se Schumi ci fosse stato con la testa sino in fondo, forse il tedesco oggi avrebbe un titolo in pi?).

Poi ha seguito i suoi interessi personali, facendo scelte sbagliate anche in termini di persone con le quali collaborare.

 

Alla fine, penso sia una persona intelligente (per quanto si possa dirlo di uno con il quale non hai mai avuto a che fare...), abile nello sfruttare i media a suo favore, valido pilota ma niente di pi?. Diciamo la verit?: se si fosse chiamato Giacomo Villanova, avrebbe avuto una carriera come quella di Trulli e Fisico.

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Lo scorso anno ho avuto la fortuna di conoscere Giorgio Piccolo, uno dei pi? quotati tecnici da corsa italiani nonch? boss della PreMa che fece esordire JV in F3.

Mi ha parlato di un ragazzo con un grandissimo talento e pochissima tecnica, un diamante grezzo.

http://www.giorgiopiccolo.net/jacques_villeneuve.htm

 

E' ancora in ottimi rapporti con lui e mi ha detto che ? un casinista da paura, l'opposto del personaggio scontroso che ? stato filtrato dai media.

 

Che abbia preferito l'odore dei soldi al profumo della vittoria credo sia evidente a tutti. Dispiace non averlo visto al volante di un'altra vettura competitiva dopo il titolo '97.

 

Un aneddoto. L'ultima volta che si ? corso a Imola, nel 2006, lui e la sua fidanzata hanno passato il weekend in un camper nel parcheggio del COMET.

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Gio, se fosse per me, dovremmo aprire un topic (almeno...) dedicato solo a te ed ai tuoi aneddoti...

 

Gio No. 1!

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Gio, se fosse per me, dovremmo aprire un topic (almeno...) dedicato solo a te ed ai tuoi aneddoti...

 

Gio No. 1!

 

:zizi: :zizi:

 

quoto

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Gio, se fosse per me, dovremmo aprire un topic (almeno...) dedicato solo a te ed ai tuoi aneddoti...

 

Gio No. 1!

 

Quoto! Quoto!

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Cari amici,guardae che non si vince a caso Rookie of the year+Indy+campionato cart+4 gp il primo anno di f.1+7 gp e titolo il secondo anno nemmeno se sei su un razzo.

Macchina superiore:senz'altro;ma allora contesterete anche Hamilton 2007 che gia' all'esordio era un drago!

Ma no,Villeneuve 1994-1997 era fortissimo.

Il punto e' che una volta vinto tutto non aveva piu' ''fame'':il perche' e' da studiare.

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Non c'? niente da studiare, ? questo quello che rende grandi i campioni, ovvero avere sempre fame, la voglia di primeggiare e di essere il migliore sempre.

Villeneuve era un buon pilota, ma non aveva ne la voglia e ne le capacit? per essere sempre al top.

Modificato da Aviatore_Gilles

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Sono molto d'accordo con quanto scritto da Filippo, intervento che, credo, non ? stato molto capito dalle altre firme del topic.

 

I risultati qui c'entrano ma relativamente, e le vetture con le quali li ha ottenuti ancora meno. Credo che sia pi? che credibile il discorso della 'fame' (ma attenzione aviatore, credo che filippo non intendesse quella fame che intendi tu) che ? venuta a mancare. Un caso molto analogo ? quello di Damon Hill, stesso 'problema', stessa soluzione.

 

Forse non sarebbero stati mai piloti se i loro padri fossero sopravissuti, e lo sono diventati semplivemente per stare ancora un p? con lui.

Non sono piloti per scelta, ma per 'disperazione'. Il discorso ? completamente diverso, e non facile da spiegare....

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Gio, se fosse per me, dovremmo aprire un topic (almeno...) dedicato solo a te ed ai tuoi aneddoti...

 

Gio No. 1!

 

Ma per favore!!! :superlol:

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Eccellente pilota fino a che non si ? montato troppo la zucca (prima ancora di vincere il mondiale...)

Poi ha deciso di diventare un :hihi: personaggio

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Villeneuve era forte e tanto pure... Se sei "solo" un buon pilota non vinci tutto quello che ha vinto lui. Ha vinto la Indycar e la Indy 500 quando quella competizione e quella gara erano ancora "vere". Ha debuttato in F1 e ha fatto una stagione d'esordio favolosa e la successiva ha vinto il titolo. Non mi stancher? mai di ripeterlo, correre con una supermacchina non vuol dire automaticamente vincere. Quella macchine devi saperla sfruttare. Frentzen, arrivato con tutti gli onori del caso, nel 97 ? stato asfaltato. E non va dimenticato il fatto che Newey progett? la Fw19 e poi and? via, lo sviluppo ne risent? parecchio perch? Fisher e Willis (i suoi sostituti a capo dell'ufficio progettazione) non furono all'altezza. Il cesso di macchina della stagione successiva (con in pi? la mancanza di uno dei grandi punti di forza della Williams di quel tempo, ovvero il motore Renault) ne ? l'esempio e preludio ad una crisi tecnica che il team di Grove impieg? diversi anni a superare. Dopo successe quello che tutti sanno. Villeneuve si fece ingolosire dai soldi e si lanci? nel fallimenate (almeno inizialmente) progetto BAR-Reynard. Ne scatur? il problema fatto notare da SirVanhan. Il canadese, dopo anni a correre nelle retrovie con vetture o veloci ma fragili (la 001) o robuste ma lentissime (come le due successive), fin? con l'adattarsi alla situazione. Sia Pollock che Reynard, poi, erano assolutamente due personaggi fuori luogo in F1, e non a caso il team cominci? a migliorare quando entrambi uscirono di scena, non certo qundo and? via Villeneuve.

Le ultime apparizioni del canadese in Renault e BMW fanno testo fino ad un certo punto, furono solamente il triste epilogo per la F1 di un pilota ormai lontanissimo dall'essere vincente.

 

In pi? vorrei far notare una cosa. C'? la teoria (sbagliata) secondo cui chi viene dalla Indycar non combina niente perch? ? una pippa. Grosso errore. Sono due categorie totalmente differenti. E' come mettere Ibrahimovic a giocare contro i brasiliani del calcio a 5. Forse farebbe comunque la differenza o forse (e pi? probabilmente) gli verrebbe il mal di testa da quante buste sotto le gambe prenderebbe... Con questo non vuol dire che ? una pippa, semplicemente non sarebbe il suo "habitat naturale".

L'automobilismo non ? soltanto Formula 1 (e chi lo pensa ne capisce davvero molto poco). E' la categoria regina, la pi? famosa e sponsorizzata e su questo non ci piove. Ma il mondo delle quattro ruote ? pieno zeppo di serie con caratteristiche differenti e molto difficili. Snobbarle o minimizzarle ? decisamente ingiusto.

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Sono molto d'accordo con quanto scritto da Filippo, intervento che, credo, non ? stato molto capito dalle altre firme del topic.

 

I risultati qui c'entrano ma relativamente, e le vetture con le quali li ha ottenuti ancora meno. Credo che sia pi? che credibile il discorso della 'fame' (ma attenzione aviatore, credo che filippo non intendesse quella fame che intendi tu) che ? venuta a mancare. Un caso molto analogo ? quello di Damon Hill, stesso 'problema', stessa soluzione.

 

Forse non sarebbero stati mai piloti se i loro padri fossero sopravissuti, e lo sono diventati semplivemente per stare ancora un p? con lui.

Non sono piloti per scelta, ma per 'disperazione'. Il discorso ? completamente diverso, e non facile da spiegare....

 

Esattamente,volevo esprimere questo senso profondo.Anche se non immagino i rapporti tra gli Hill perche' non ho vissuto l'epoca del padre di Damon.

Mentre l'epopea di Gilles Villeneuve la ricordo bene.Tutti allora avevano la ''febbre'' ed io non ero tra questi.Ma dopo Zolder ho sentito alla grande questa assenza pur sostenendo un pilota che era l'opposto del canadese:Elio De Angelis(stessa citta',stessa scuola,stesso quartiere ed altri fatti in comune).

E immagginatevi se questo distacco l'abbiamo avvertito noi,semplici appassionati,cosa deve aver provato il figlio adolescente di un mito cosi' grande.

E poi quel volo,sbattuto in faccia al mondo e trasmesso milioni di volte;e la coincidenza di una crisi coniugale;ed il giorno della prima comunione della sorella(8 maggio 1982):''perche' vai da papa' un giorno prima del previsto........'' disse Melanie alla madre.

Questo grande padre ne' ha date di gatte da pelare al giovane Jacques!

Ecco,questo in sostanza,volevo dire:forse il campione 1994-1997 nasce da quella ''febbre'' collettiva vissuta pero' in prima persona e non trasmessa per contagio:un misto tra voglia di rivalsa nei confronti di un padre(che era anche severo) ed ansia di vendicare una carriera senza titolo,per poi rendersi conto che quel titolo per Gilles non contava poi cosi' tanto.Avrebbe potuto vincere e vincere ancora,ma Gilles era sempre un po' piu' grande,un po' piu' su.

Dopo il titolo,potrebbe aver provato in parte un senso di pace e di appagamento ed in parte un senso di insoddisfazione per un ''aggancio'' non riuscito:ed allora sentendo che le vittorie non avrebbero colmato la ''differenza''mentre il titolo della ''vendetta'' era ormai in carniere e' venuta meno quella condizione di tensione straordinaria che l'aveva accompagnato.

 

 

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Se non ci fosse stato Villeneuve come si sarebbe diovertito schumacher in pista e ad offenderlo nelle interviste? :rotfl:

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Sono molto d'accordo con quanto scritto da Filippo, intervento che, credo, non ? stato molto capito dalle altre firme del topic.

 

I risultati qui c'entrano ma relativamente, e le vetture con le quali li ha ottenuti ancora meno. Credo che sia pi? che credibile il discorso della 'fame' (ma attenzione aviatore, credo che filippo non intendesse quella fame che intendi tu) che ? venuta a mancare. Un caso molto analogo ? quello di Damon Hill, stesso 'problema', stessa soluzione.

 

Forse non sarebbero stati mai piloti se i loro padri fossero sopravissuti, e lo sono diventati semplivemente per stare ancora un p? con lui.

Non sono piloti per scelta, ma per 'disperazione'. Il discorso ? completamente diverso, e non facile da spiegare....

 

 

Secondo me a Villeneuve ? venuta a mancare proprio la fame, quella che ti fa restare al top per molto tempo.

Sembra che una volta vinto il mondiale, si sia adagiato sul pensiero "ho vinto, non devo pi? dimostrare niente".

Ha provato la strada BAR, ma li si ? arenato, senza pi? uscirne, ad un certo punto gli ? mancata la voglia.

Insomma un campione ha voglia di primeggiare sempre, Villeneuve non aveva questo atteggiamento.

Poi che fosse bravo non lo metto in dubbio, arriva al primo anno e quasi fa le scarpe a Hill che aveva molta pi? esperienza e al secondo anno combatte con Schumi, il miglior Schumi.

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Un campione non per forza deve continuare ad avere un'insaziabile fame. Hunt Shekter o Jones lo sono stati, ma la loro non ? stata una fame infinita. Ho preso a proposito tre caratteri molto diversi, e il risultato non ? legato neanche al carattere.

 

Filippo ha delineato bene uno sfondo psicologico che pu? esser stato molto importante nella formazione del pilota Villeneuve. L'automobilismo ? pieo di figli che hanno rincorso i propri padri, molto spesso lasciandoci le penne. Sarcasticamente ma non senza motivo sarebbe stato interessante vedere come Jaquot' si sarebbe comportato se avesse dovuto inseguire la vittoria per diversi anni. Forse avrebbe cominciato a guidare come Gilles, lo credo molto probabile.

 

Nel suo appartamento non ci sono mobili, tutto ? sistemato per terra, niente tavoli o sedie. Unica concessione il letto. Alle pareti l'unica fotografia appesa ? quella di Gilles, non una foto particolare ma proprio quella che ? divantata poi l'icona di Gilles. Tutto questo anticonformismo per? ? incredibilmente contrastato dall'appartamento stesso, che si trova a Montecarlo.

 

Jaques Villeneuve ha una personalit? troppo interessante per essere liquidata con una manciata di tempi sul giro. Proprio come gente del calibro di James Hunt, Jody Schekter o Alan Jones... fame o non fame, ? questa la sola condizione di un campione. L'essere unico in maniera unica.

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hill gli era superiore, eppure per tutti ? una pippa

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Nel suo appartamento non ci sono mobili, tutto ? sistemato per terra, niente tavoli o sedie. Unica concessione il letto. Alle pareti l'unica fotografia appesa ? quella di Gilles, non una foto particolare ma proprio quella che ? divantata poi l'icona di Gilles. Tutto questo anticonformismo per? ? incredibilmente contrastato dall'appartamento stesso, che si trova a Montecarlo.

 

Jaques Villeneuve ha una personalit? troppo interessante per essere liquidata con una manciata di tempi sul giro. Proprio come gente del calibro di James Hunt, Jody Schekter o Alan Jones... fame o non fame, ? questa la sola condizione di un campione. L'essere unico in maniera unica.

 

Mah, probabilmente ? solo questione di opinioni, in tutto questo "minimalismo" personalmente (e lo ripeto: personalmente) ci trovo poco di attraente...certo, Jacques ? un anticonformista, firmato e griffato per?....anticonformista. Io lo vedo cos?...

Hunt, Scheckter e Jones prima di mollare si fecero un bel mazzo cos?, il fighetto canadese credo con un cognome diverso avrebbe avuto sorte diversa. Anche se sicuro, prima di montarsi la testa dimostr? di avere buonissime qualit?.

Ma questo ? solo il mio pensiero

Modificato da duvel

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