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2012.19 | Gran Premio degli Stati Uniti - Austin [Presentazione]

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2012 Formula 1 United States Grand Prix - Austin
877? Gran Premio
Round 19/20
16-17-18 Novembre 2012

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infow.gifINFO
Lunghezza del circuito: 5,516 km
Giri da percorrere: 56
Distanza totale: 308,896 km
Numero di curve: 20
Senso di marcia: antiorario
Mescole Pirelli: media/dura
Apertura farfalla: -

icocrono.jpgRECORD
Giro prova: -
Giro gara: -
Distanza: -
Vittorie pilota: 5 - M Schumacher, A Senna
Vittorie team: 10 - Lotus
Pole pilota: 5 - A Senna
Pole team: 10 - Lotus
Km in testa pilota: 1.417 - M Schumacher
Km in testa team: 2.837 - Lotus
Migliori giri pilota: 3 - J Clark, M Schumacher, A Senna
Migliori giri team: 9 - Ferrari
Podi pilota: 7 - M Schumacher
Podi team: 20 - Ferrari
icon_tv.gifOrari del Gran Premio degli Stati Uniti

Venerd? 16 Novembre
09:00-10:30 (16:00-17:30) Prove Libere 1
13:00-14:30 (20:00-21:30) Prove Libere 2

Sabato 17 Novembre
09:00-10:00 (16:00-17:00) Prove Libere 3
12:00-13:00 (19:00-20:00) Qualifiche - Rai Due/Rai HD

Domenica 18 Novembre
13:00 (20:00) Gara - Rai Uno/Rai HD

Tra parentesi gli orari per l'Italia.



La Formula 1 ritorna negli Stati Uniti sul nuovissimo Circuit of the Americas nei pressi di Austin in Texas. Sono passati cinque anni dall'ultima volta che il circus ha fatto rombare i motori negli States: l'ultimo Gran Premio in terra americana si ? corso il 17 Giugno 2007, sul circuito di Indianapolis, con la vittoria di Lewis Hamilton su McLaren davanti all'allora compagno di squadra Fernando Alonso.

Dopo cinque anni quindi il carrozzone a quattro ruote ci riprova. Ci riprova a fare breccia nel cuore dei tifosi americani, mai davvero troppo convinti della bont? del "prodotto" Formula 1 rispetto alle loro categorie, tutte improntate alla spettacolarit?. Troppo macchiosa, troppo complicata, questo era e forse ? ancora la Formula 1 per il pubblico americano che, abituato a sorpassi e controsorpassi sugli ovali, ha sempre mal digerito la noia che spesso caratterizza i Gran Premi europei o, per meglio dire, euro-asiatici.

La Formula 1 che approda in America ? per? molto diversa da quella che l'aveva lasciata cinque anni fa: i rifornimenti sono stati aboliti, le vetture radicalmente cambiate, ? stato introdotto il KERS e soprattutto il DRS. Vedremo se al pubblico americano piacer? la Formula 1 anche perch? secondo l'intenzione di Bernie Ecclestone il Gran Premio ad Austin sar? destinato ad avere un fratello a partire probabilmente dal 2014 con un Gran Premio nel New Jersey con i grattacieli di Manhattan sullo sfondo.

Il Gran Premio degli Stati Uniti si disputer? sul novissimo Circuit of the Americas costruito alla periferia sud di Austin, capitale dello stato del Texas. Il tracciato, il primo negli Stati Uniti costruito appositamente per la Formula 1 ? stato disegnato da Tavo Hellmund, organizzatore della gara e da Kevin Schwantz, campione del mondo della classe 500 del Motomondiale nel 1993, il tutto sotto la supervisione di Hermann Tilke l'architetto dei circuiti di nuova generazione.

Il circuito sorge in un'area di 3,6 kmq caratterizzata da notevoli dislivelli in modo da creare un tracciato spettacolare e avvincente. L'idea degli organizzatori ? quella di creare un grande polo sportivo destinato in tutto e per tutto ai motori. Sul Circuit of the Americas infatti il prossimo anno si disputeranno anche una gara del Motomondiale, delle V8 Supercars, del FIA Endurance, dell'American Le Mans Series e del Rolex Sports Car Series.

Bench? dal 1950 al 1960 la 500 miglia di Indianapolis abbia fatto parte del Campionato Mondiale di Formula 1, essa rimaneva una realt? del tutto separata dal mondo delle monoposto europee, con regolamenti tecnici e sportivi completamente differenti. Quindi il primo vero Gran Premio degli Stati Uniti ? datato 1959, quando sul circuito di Sebring un giovanissimo Bruce McLaren al volante della Cooper vince la sua prima gara in Formula 1, rimanendo per molti anni il pi? giovane pilota ad aver trionfato in una gara iridata. Nella stessa corsa, il suo compagno Jack Brabham coglie il primo dei suoi tre titoli mondiali, al cospetto di soli quindicimila spettatori, un segnale dello scarso appeal che le monoposto all?europea hanno sempre esercitato sul pubblico americano.

L?anno successivo Moss vinse il Gran Premio svoltosi stavolta a Riverside, mentre dal 1961 la gara trov? la sua prima sede stabile sul circuito di Watkins Glen, nello Stato di New York. Ireland nel 1961 consegna a Colin Chapman la prima vittoria del tema ufficiale Lotus (le cui macchine avevano gi? vinto quattro volte, ma col team privato di Rob Walker, guidate da Stirling Moss), mentre i dominatori degli anni ?60 sono due grandi campioni: Graham Hill, primo per tre anni consecutivi dal 1963 al 1965, e Jim Clark, anch?egli detentore di tre vittorie sul circuito del Glen, la prima delle quali nel 1962, ma ? memorabile l?affermazione del 1966 con la Lotus motorizzata dal mastodontico, pesante e spesso inaffidabile motore BRM a 16 cilindri!

Jim far? il tris nel 1967 con la Lotus munita del nuovo rivoluzionario motore Cosworth, compiendo gli ultimi giri con la sospensione posteriore destra danneggiata e la ruota inclinata. Un elemento quasi folkloristico era costituito dal pittoresco sbandieratore di Watkins Glen, il mitico direttore di gara, ?Tex?, che era solito sventolare la bandiera a scacchi facendo un grande salto mentre le monoposto tagliavano il traguardo.

Il Gran Premio degli Stati Uniti era molto ?popolare? tra i piloti soprattutto per i ricchissimi premi in denaro elargiti dagli organizzatori, che coprivano anche le spese di trasporto. Vincere negli States spesso era il modo di raddrizzare finanziariamente l?annata. Rindt vinse proprio qui il suo primo Gran Premio nel 1969 (dieci anni esatti dopo McLaren) guadagnando cinquantamila dollari e ?costringendo? il giornalista inglese Denis Jenkinson a tagliarsi la barba: il famoso cronista aveva scommesso che l?irruento pilota austriaco non sarebbe mai riuscito a vincere un Gran Premio. Amara ironia del destino, un anno dopo al Glen, un altro giovanissimo pilota, Emerson Fittipaldi, vinse il suo primo Gran Premio, risultato che consegn? matematicamente il titolo al suo compagno in Lotus, cio? proprio Jochen Rindt, morto un mese prima a Monza.

Nel 1971 ennesima ?prima volta?: il giovane francese Francois Cevert coglie su Tyrrell la sua prima vittoria, proprio sul circuito (allungato nel 1972) che due anni dopo lo vedr? morire in un terribile incidente alla ?esse? dopo il traguardo. Il suo compagno Stewart rinuncer? cos? a correre quello che sarebbe stato il suo centesimo e ultimo Gran Premio prima del ritiro dalle corse. Anche l?edizione del 1974 ? tragica, con la morte di Helmut Koinigg che resta decapitato sotto i micidiali guard rails del Glen, nell?edizione che vedr? la disfatta della Ferrari di Regazzoni nella lotta al titolo mondiale contro Fittipaldi, iridato per la seconda volta. La Ferrari, sempre a secco di vittorie nel ricco Gran Premio americano, rompe l?incantesimo nel 1975 grazie a Niki Lauda, nell?anno del primo titolo mondiale del pilota austriaco.

Dal 1976 la gara nello stato di New York viene affiancata dal GP di Long Beach che si corre in California, indicato come Gran Premio degli USA Ovest e disputato fino al 1983. Watkins Glen esce di scena nel 1980, con la vittoria di Alan Jones che suggella il suo titolo mondiale. Dal 1981 i Gran Premi negli States si moltiplicano perch? a Long Beach si affiancano anche Las Vegas, improbabile gincana nel parcheggio del sontuoso hotel Caesar?s Palace che si corre per due anni (1981-82), e Detroit, circuito cittadino che dal 1985 al 1988 sar? l?unica gara a stelle e strisce del Mondiale di Formula 1: Ayrton Senna vi si afferma come specialista con tre vittorie consecutive dal 1986 al 1988. Nel 1984 fa la sua fugace apparizione anche il tracciato cittadino di Dallas, reso fallimentare dall?asfalto inadeguato che provoca un turbinio di incidenti, da cui emerge Rosberg su Williams-Honda, primo anche nel 1985 a Detroit.

Nel 1989 la gara si sposta su un ennesimo circuito cittadino, nel vano tentativo di rendere popolare la Formula 1 oltreoceano: stavolta si corre a Phoenix in Arizona. L?esperimento durer? un triennio, dominato dalle McLaren Honda di Prost (vincitore nel 1989) e Senna (doppietta nel 1990-91), al termine del quale la Formula 1 rinuncer? agli Stati Uniti per un decennio, fino al 2000, quando le monoposto europee rimettono le ruote sul suolo americano ad Indianapolis, uno dei templi dell?automobilismo a stelle e strisce. Non si tratta dell?ovale, ma di un circuito misto che utilizza soltanto una parte del mitico catino. Schumacher ottiene la prima delle sue cinque affermazioni a Indy, che lo lancia verso il primo dei suoi cinque titoli con la Rossa.

Nel 2005 ? ormai storia il famigerato forfait di tutti i team forniti dalla Michelin a causa di una insufficiente tenuta delle gomme alle sollecitazioni del banking nell?ultima curva, evento che d? vita a una gara surreale con soltanto sei partecipanti (i gommati Bridgestone), dando cos? alle Ferrari di Schumacher e Barrichello una facile doppietta contro Minardi e Jordan, tra le vibranti proteste del pubblico statunitense, costretto ad assistere alla farsa.

Nel 2001 Hakkinen chiude in bellezza la sua carriera ottenendo la sua ventesima e ultima vittoria su McLaren Mercedes prima dell?annunciato ritiro, mentre nel 2002 la trionfale marcia delle imbattibili Ferrari crea un ?malinteso? tra Schumacher (dominatore della gara) e Barrichello che, nel tentativo di affiancare sul traguardo, per un arrivo in parata, il plurititolato compagno, lo batte per pochissimi millesimi. Nel 2007 la vittoria di un giovanissimo Hamilton sar? il sigillo finale all?esperienza della F1 ad Indianapolis.

La Formula 1 che sbarca negli Stati Uniti ha riaccolto sul gradino pi? alto del podio Kimi Raikkonen, il pilota finlandese della Lotus ha vinto lo scorso Gran Premio di Abu Dhabi davanti a Fernando Alonso e Sebastian Vettel. La gara nell'emirato del Golfo Persico ? stata piuttosto avvincente anche grazie alla rimonta di Vettel che ? stato costretto a partire dalla pit lane causa esclusione dalla classifica delle qualifiche per l'assenza della benzina nel serbatoi necessaria ai controlli dei delegati tecnici della Federazione.

Altro grande protagonista del weekend ? stato Lewis Hamilton, dominatore di tutte le sessioni di prove libere e qualifiche si stava avviando a quella che sembrava essere un'agevole vittoria quando ancora una volta ? stato tradito dalla sua McLaren, come a Singapore. La frustrazione quando si perdono le gare cos? ? tanta. Quest'anno il pilota inglese ha corso una delle migliori, se non la migliore stagione della sua carriera ma ? stato vittima troppo spesso di erorri del team e dell'inaffidabilit? della monoposto. Sembra comprensibile a questo punto il desiderio di migrare altrove, di cercare una sfida nuova, bench? difficile, alla Mercedes.

La gara di Abu Dhabi ha permesso a Fernando Alonso di recuperare appena tre punti su Vettel, pochi, pochissimi considerato il vantaggio prestazione del team austriaco su tutti gli altri. Solo un marchiano errore di un membro del team Red Bull ha privato Vettel di una partenza in terza posizione e di un'altra probabilissima vittoria, anche considerando il ritiro di Hamilton. Per la Ferrari pi? che un finale di mondiale sembra un'agonia, una lenta agonia che la matematica ancora non si decide a fermare. In quel di Abu Dhabi il cavallino era pi? lento non solo della Red Bull, ma anche della McLaren, della Lotus e ad inizio gara perfino della Williama. Non si lotta in questo modo per i mondiali.

Austin ? un circuito sconosciuto, sebbene i team abbiano gi? provato e riprovato al simulatore ogni possibile evenienza, ma la sensazione ? che la Red Bull dovrebbe imporsi nuovamente su tutti. Il tracciato ? caratterizzato da una prima parte con lunghe curve veloci in successione, un tratto centrale con un lungo rettilineo e un terzo settore con curve lente a novanta gradi. Il meteo potrebbe dire la sua, questo periodo dell'anno la zona di Austin ? caratterizzata da piogge improvvise sebbene non di notevole intensit?.

Al termine del Gran Premio, team e piloti partiranno subito per il Brasile, la domenica successiva infatti il circuito di Interlagos metter? la parola fine al mondiale 2012. Alonso e la Ferrari hanno una sola possibilit? per privare Vettel del terzo alloro mondiale: vincere le due prossime gare!

Domenico Della Valle - Francesco Ferrandino




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F1GrandPrix.it

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Il Gp degli USA finalmente in un circuito vero dai tempi del Glen...

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su f1 2012 è odioso...

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Il Gp degli USA finalmente in un circuito vero dai tempi del Glen...

 

Long Beach non era male, sicuramente il cittadino migliore, tra i vari circuiti dove si ? svolto questo GP. Indianapolis effettivamente era penoso, come tutti i circuiti ricavati dagli ovali (forse solo Daytona si salva) in quanto lo spazio limitato costringe a disegnare un bel po' di tornanti; l'assenza di dislivelli fa il resto.

Questo dovrebbe essere un po' meglio.

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Curioso di vedere come si comporteranno le Formula 1 sull'ultima creatura partorita dalla malefica mente di Tilke.

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Certo che le ultime gare si svolgono su piste ridicole. Negli USA poi che con la F1 c'entrano circa come i paesi arabi.

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Il Gp degli USA finalmente in un circuito vero dai tempi del Glen...

 

Chiamare vero un circuito disegnato da Tilke è un controsenso.

 

Certo che le ultime gare si svolgono su piste ridicole. Negli USA poi che con la F1 c'entrano circa come i paesi arabi.

 

Finn, pensa quando si correvano 2/3 gare negli States + 1 in Canada (che forse ne capiscono un pochino di più, ma non tanto)

 

 

Discutendo in altri topic si è già detto tutto riguardo al fatto che è la penultima gara, circuito nuovo per tutti etc.

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Stravince Hamilton

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Stravince Hamilton

 

Se regge il motore. :asd:

Modificato da Ferrari 2001

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Gara decisiva per il mondiale.

Tra Alonso e Vettel chi finisce davanti all'altro in America ha vinto il mondiale.

 

Distinti Saluti

 

Raikkonen

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Curioso di vedere come si comporteranno le Formula 1 sull'ultima creatura partorita dalla malefica mente di Tilke.

 

Chiamare vero un circuito disegnato da Tilke ? un controsenso.

 

Non l'ha disegnato Tilke. L'ho scritto anche:

 

"Il tracciato [...] ? stato disegnato da Tavo Hellmund [...] e da Kevin Schwantz [...]

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Secondo me Austin dovrebbe assomigliare meglio al Glen.

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Visitatore Rhobar_III

Non l'ha disegnato Tilke. L'ho scritto anche:

 

"Il tracciato [...] è stato disegnato da Tavo Hellmund [...] e da Kevin Schwantz [...]

 

Il disegno non è suo, ma la supervisione è sua.

E alla fine non credo che avrà contato per il 2 di picche...

 

A me sembra una bella pista nelle prime 10 curve, poi diventa abbastanza brutta.

 

La sezione peggiore sembra essere quella delle curve dalla 12 alla 17, che mi ricordano l'ultima sezione del nuovo Fuji Speedway.

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Il disegno non è suo, ma la supervisione è sua.

E alla fine non credo che avrà contato per il 2 di picche...

Sono d'accordo. Il rettilineo chilometrico preceduto e seguito da 2 tornanti il budello della parte finale sono chiaramente di matrice tilkiana

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Visitatore Rhobar_III

A me piacerebbe vedere il confronto tra il disegno originale dei due disegnatori e il layout finale del tracciato, per capire quanto abbia influito la supervisione di Tilke.

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La 15 ? perfettamente identica all'ultima curva del Fuji. Giustamente Tilke copia le sue idee migliori, come quell'orrore con cui ha distrutto la storica pista giapponese...

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quoto, basterebbe poco per avere una pista interessante ma aspettiamo che girino per dare un giudizio definitivo, non si sa mai

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Circuito totalmente nuovo,per cui è molto difficile prevedere una vittoria.Mi limito a dire che qui la Ferrari ha l'obbligo e il dovere di arrivare davanti le Red Bull e sopratutto ha l'obbligo di vincere.Spero che questo obbliga sia rispettato.

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a me piaceva molto indy, speriamo sia all'altezza :sisi:

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fino alla curva 9 sembra interessante, poi diventa il solito cesso...meglio aspettare di vederli correre cmq, anche se non credo ci saranno grosse sorprese.

 

penso che la RB si adatter? molto bene a questa pista, tra i tanti cambi di direzione della prima parte (stile Suzuka), e quella specie di Motodrom con il curvone finale nella seconda parte.

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