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Notizie varie 2012

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sul corriere di oggi c'? scritto che a Silverstone ha avuto un forte litigio con Tost

Confermo.

Al primo giro c'? stata una lite con Tost, pare per questione di tattica di gara, e Ascanelli ha abbandonato il muretto. Nel briefing post gara sono volate parole molto grosse e dalla settimana scorsa Ascanelli ? in ferie a tempo indeterminato.

 

le cose porrebbero anche cambiare

In effetti qualcosa ? cambiato.

Non ci sono pi? Ross Brawn e Aldo Costa, con i quali Ascanelli era in conflitto.

In pi?, c'? Pat Fry con il quale ? in ottimi rapporti.

Il ritorno a Maranello ci potrebbe anche stare.

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:confuso: La vecchiaia di Moss si fa sentire...

 

Nient'affatto.

 

Leggi quel che dissero Stirling Moss e Mike Hawthorn prima dell'ultima decisiva gara del Mondiale '58, ai primi di ottobre, quando i due contendenti rilasciano un'intervista in tandem a Peter Garnier, direttore della rivista inglese "Autocar", trasmessa alla radio.

Ad agosto al Nurburgring su una Ferrari era morto Peter Collins, compagno di squadra di Hawthorn ma soprattutto amico fraterno.

 

Moss: "Ci? che rende sublime questo sport ? l'eterno e sempre presente pericolo della morte. Se non esistesse questa minaccia, continuamente sospesa sulla nostra testa come una spada di Damocle, molto probabilmente non correremmo pi?. Il bello della competizione ? che al Nurburgring ci sono ben 172 curve da superare a ogni giro".

 

Hawthorn: "Giustissimo. A Silverstone, se il pilota compie un errore, vi ? sempre una scappatoia, una via d'uscita e di salvezza, e questo toglie qualsiasi piacere alla competizione. Per noi piloti ? cos?, anche se so che quanto affermo rischia di apparire sadico".

 

Moss: "E' per questo che i veri equilibristi non usano mai la rete durante le loro ardite e pericolose esibizioni".

 

Hawthorn: "Se un pilota non ha il coraggio, l'ardire, il sangue freddo di cimentarsi su un circuito come il Nurburgring, ? meglio che dica addio a questo sport. Peter Collins, che tutti noi ricordiamo con particolare affetto e rimpianto, sapeva tutto ci?, conosceva le difficolt? del circuito tedesco e non si sarebbe cimentato su di esso se non si fosse sentito in grado. Correre ? avere fiducia in se stessi. Ricorderete l'Hawthorn del '56: stampa e sportivi affermavano che ero finito, e anche in me si era radicata questa idea. Lo scorso anno per?, a prezzo di notevoli sforzi, cominciai a riprendere fiducia in me stesso e nelle mie possibilit?. Io mi rendo conto di quanto la mia forma va a farsi benedire, e se non mi sento di schiacciare a fondo il chiodo, faccio a meno di farlo".

 

Sempre Hawthorn concluse: "Che diventi Campione Mondiale oppure no, scomparir? dalla scena sportiva, e definitivamente, entro due anni. Devo confessare che subito dopo la morte di Collins avevo pensato di ritirarmi. Ma le pressioni esercitate su di me dalla vedova di Peter, Louise, mi hanno convinto a progredire. D'altra parte, riflettendoci oggi, non vedo per quale motivo avrei dovuto abbandonare lo sport automobilistico".

 

Pochi giorni dopo, al GP del Marocco, vinse Moss, ma Hawthorn col secondo posto divenne Campione del Mondo per un solo punto di vantaggio.

 

Dopo il trionfo Hawthorn si ritir? immediatamente dalla scena sportiva, ma dopo tre mesi moriva in un incidente stradale.

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Che poi da quel poco che so sia Tost che Ascanelli hanno entrambi un bel caratterino :asd:, comunque sono quasi contento che se ne sia andato dalla Toro Rosso, anche perch? ? chiaro chi comanda li, se se ne va a Maranello non sarebbe neanche male, chiaro che poi anche li non ? che sia tutto rose e fiori e la pressione si farebbe sentire.

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Nient'affatto.

 

Leggi quel che dissero Stirling Moss e Mike Hawthorn prima dell'ultima decisiva gara del Mondiale '58, ai primi di ottobre, quando i due contendenti rilasciano un'intervista in tandem a Peter Garnier, direttore della rivista inglese "Autocar", trasmessa alla radio.

Ad agosto al Nurburgring su una Ferrari era morto Peter Collins, compagno di squadra di Hawthorn ma soprattutto amico fraterno.

 

Moss: "Ci? che rende sublime questo sport ? l'eterno e sempre presente pericolo della morte. Se non esistesse questa minaccia, continuamente sospesa sulla nostra testa come una spada di Damocle, molto probabilmente non correremmo pi?. Il bello della competizione ? che al Nurburgring ci sono ben 172 curve da superare a ogni giro".

 

Hawthorn: "Giustissimo. A Silverstone, se il pilota compie un errore, vi ? sempre una scappatoia, una via d'uscita e di salvezza, e questo toglie qualsiasi piacere alla competizione. Per noi piloti ? cos?, anche se so che quanto affermo rischia di apparire sadico".

 

Moss: "E' per questo che i veri equilibristi non usano mai la rete durante le loro ardite e pericolose esibizioni".

 

Hawthorn: "Se un pilota non ha il coraggio, l'ardire, il sangue freddo di cimentarsi su un circuito come il Nurburgring, ? meglio che dica addio a questo sport. Peter Collins, che tutti noi ricordiamo con particolare affetto e rimpianto, sapeva tutto ci?, conosceva le difficolt? del circuito tedesco e non si sarebbe cimentato su di esso se non si fosse sentito in grado. Correre ? avere fiducia in se stessi. Ricorderete l'Hawthorn del '56: stampa e sportivi affermavano che ero finito, e anche in me si era radicata questa idea. Lo scorso anno per?, a prezzo di notevoli sforzi, cominciai a riprendere fiducia in me stesso e nelle mie possibilit?. Io mi rendo conto di quanto la mia forma va a farsi benedire, e se non mi sento di schiacciare a fondo il chiodo, faccio a meno di farlo".

 

Sempre Hawthorn concluse: "Che diventi Campione Mondiale oppure no, scomparir? dalla scena sportiva, e definitivamente, entro due anni. Devo confessare che subito dopo la morte di Collins avevo pensato di ritirarmi. Ma le pressioni esercitate su di me dalla vedova di Peter, Louise, mi hanno convinto a progredire. D'altra parte, riflettendoci oggi, non vedo per quale motivo avrei dovuto abbandonare lo sport automobilistico".

 

Pochi giorni dopo, al GP del Marocco, vinse Moss, ma Hawthorn col secondo posto divenne Campione del Mondo per un solo punto di vantaggio.

 

Dopo il trionfo Hawthorn si ritir? immediatamente dalla scena sportiva, ma dopo tre mesi moriva in un incidente stradale.

belle parole che condivido a pieno. Credo che se chiedessero a Senna, Villeneuve, Rindt e tutti gli altri che hanno perso la vita durante una corsa nessuno baratterebbe 80 di vita "normale" con quelli che hanno passato.

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?E? una vergogna, perch? noi ci divertiamo a rischiare la vita, cosa che adesso non c?? pi?? ha aggiunto l?ottantadueenne.

 

 

Questa frase non mi sembra che dica ci?. Le gare bagnate sono una cosa, rischiare la vita un'altra...

 

Scusami Michele, ma secondo te correre a 320 all'ora cos'?? Una cosa sicura?

 

Rimane sempre una cosa del tutto all'opposto della "sicurezza".

 

Se vuoi la "sicurezza", non corri in auto.

 

Moss lo ha ribadito qualche mese fa: "Noi correvamo su un filo sul Grand Canyon senza rete. Oggi ci vuole la stessa identica abilit? a correre su quello stesso filo, ma adesso il filo ? steso a un metro d'altezza dal proprio letto. La sfida si ? totalmente persa".

 

Io, senza essere apparentemente drastico come Moss (col quale tra l'altro sono d'accordo), ho ripetuto mille volte che, pur mantenendo o anche migliorando gli attuali eccellenti standard di prevenzione, sarebbe meglio che ci fosse per? qualche accorgimento per dare almeno l'illusione, la sensazione del rischio, con dei coni di gomma o di polistirolo in pi?, un p? di vera terra, vera erba, vera sabbia in pi? rispetto a oggi, per far s? che il pilota nel fare una curva debba inconsciamente sapere che se sbaglia rovina almeno le gomme o sbreccia un alettoncino.

 

Non volete il rischio che vuole Moss? Bene, almeno lasciate la sensazione di tale rischio. Cos? almeno ci sar? un altro p? di differenza tra il campione e il buon pilota nell'affrontare una curva.

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Nient'affatto.

 

Leggi quel che dissero Stirling Moss e Mike Hawthorn prima dell'ultima decisiva gara del Mondiale '58, ai primi di ottobre, quando i due contendenti rilasciano un'intervista in tandem a Peter Garnier, direttore della rivista inglese "Autocar", trasmessa alla radio.

Ad agosto al Nurburgring su una Ferrari era morto Peter Collins, compagno di squadra di Hawthorn ma soprattutto amico fraterno.

 

Moss: "Ci? che rende sublime questo sport ? l'eterno e sempre presente pericolo della morte. Se non esistesse questa minaccia, continuamente sospesa sulla nostra testa come una spada di Damocle, molto probabilmente non correremmo pi?. Il bello della competizione ? che al Nurburgring ci sono ben 172 curve da superare a ogni giro".

 

Hawthorn: "Giustissimo. A Silverstone, se il pilota compie un errore, vi ? sempre una scappatoia, una via d'uscita e di salvezza, e questo toglie qualsiasi piacere alla competizione. Per noi piloti ? cos?, anche se so che quanto affermo rischia di apparire sadico".

 

Moss: "E' per questo che i veri equilibristi non usano mai la rete durante le loro ardite e pericolose esibizioni".

 

Hawthorn: "Se un pilota non ha il coraggio, l'ardire, il sangue freddo di cimentarsi su un circuito come il Nurburgring, ? meglio che dica addio a questo sport. Peter Collins, che tutti noi ricordiamo con particolare affetto e rimpianto, sapeva tutto ci?, conosceva le difficolt? del circuito tedesco e non si sarebbe cimentato su di esso se non si fosse sentito in grado. Correre ? avere fiducia in se stessi. Ricorderete l'Hawthorn del '56: stampa e sportivi affermavano che ero finito, e anche in me si era radicata questa idea. Lo scorso anno per?, a prezzo di notevoli sforzi, cominciai a riprendere fiducia in me stesso e nelle mie possibilit?. Io mi rendo conto di quanto la mia forma va a farsi benedire, e se non mi sento di schiacciare a fondo il chiodo, faccio a meno di farlo".

 

Sempre Hawthorn concluse: "Che diventi Campione Mondiale oppure no, scomparir? dalla scena sportiva, e definitivamente, entro due anni. Devo confessare che subito dopo la morte di Collins avevo pensato di ritirarmi. Ma le pressioni esercitate su di me dalla vedova di Peter, Louise, mi hanno convinto a progredire. D'altra parte, riflettendoci oggi, non vedo per quale motivo avrei dovuto abbandonare lo sport automobilistico".

 

Pochi giorni dopo, al GP del Marocco, vinse Moss, ma Hawthorn col secondo posto divenne Campione del Mondo per un solo punto di vantaggio.

 

Dopo il trionfo Hawthorn si ritir? immediatamente dalla scena sportiva, ma dopo tre mesi moriva in un incidente stradale.

In parte sarei d'accordo pure io con quanto affermato da Moss (mi riferisco alle sue parole di qualche giorno fa), per? bisogna tenere conto anche che il mondo (F1 inclusa) ? completamente cambiato dai suoi tempi, non penso si tratti neanche di piloti ed il loro coraggio o di sicurezza ma pi? di un fattore culturale, il fatto che allora (nel dopoguerra) concetti come il rischio, il pericolo e la concezione della vita erano diversi rispetto ad oggi.

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"la morte in diretta non attira sponsors" [cit.]

Modificato da JLP

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Confermo.

Al primo giro c'? stata una lite con Tost, pare per questione di tattica di gara, e Ascanelli ha abbandonato il muretto. Nel briefing post gara sono volate parole molto grosse e dalla settimana scorsa Ascanelli ? in ferie a tempo indeterminato.

 

 

In effetti qualcosa ? cambiato.

Non ci sono pi? Ross Brawn e Aldo Costa, con i quali Ascanelli era in conflitto.

In pi?, c'? Pat Fry con il quale ? in ottimi rapporti.

Il ritorno a Maranello ci potrebbe anche stare.

 

Magari!!!...ma con quale ruolo?

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Scusami Michele, ma secondo te correre a 320 all'ora cos'?? Una cosa sicura?

 

Rimane sempre una cosa del tutto all'opposto della "sicurezza".

 

Se vuoi la "sicurezza", non corri in auto.

 

Moss lo ha ribadito qualche mese fa: "Noi correvamo su un filo sul Grand Canyon senza rete. Oggi ci vuole la stessa identica abilit? a correre su quello stesso filo, ma adesso il filo ? steso a un metro d'altezza dal proprio letto. La sfida si ? totalmente persa".

 

Io, senza essere apparentemente drastico come Moss (col quale tra l'altro sono d'accordo), ho ripetuto mille volte che, pur mantenendo o anche migliorando gli attuali eccellenti standard di prevenzione, sarebbe meglio che ci fosse per? qualche accorgimento per dare almeno l'illusione, la sensazione del rischio, con dei coni di gomma o di polistirolo in pi?, un p? di vera terra, vera erba, vera sabbia in pi? rispetto a oggi, per far s? che il pilota nel fare una curva debba inconsciamente sapere che se sbaglia rovina almeno le gomme o sbreccia un alettoncino.

 

Non volete il rischio che vuole Moss? Bene, almeno lasciate la sensazione di tale rischio. Cos? almeno ci sar? un altro p? di differenza tra il campione e il buon pilota nell'affrontare una curva.

Franc? mi hai frainteso. Lo so benissimo che il motorsport ? rischioso di suo ed ? infatti questa componente che mi piace (e che a volte amo sperimentare anche io, nel mio piccolo :asd:). Quello che mi lascia senza parole ? questo discorso che oserei chiamare da bar sulla sicurezza della F1 di oggi. Dire che la sicurezza ha snaturato la F1 ? una balla colossale, a mio avviso. Ci? che ha snaturato la F1, come dici tu, sono le vie di fuga inutili, la possibilit? di sbagliare senza pagare grosse conseguenze pi? tutte le ragioni sportive e tecniche di cui discutiamo da sempre.

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Comunque il nuovo DT della STR ? l'ex Mclaren Luca Furbatto

 

Luca+Furbatto+F1+Testing+Barcelona+Day+One+_m3EtW35IFSl.jpg

 

e ieri sera ho anche guidato la sua MX5 per un centinaio di metri :zizi:

 

5902734588_c324e3e879_z.jpg

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Visitatore Rhobar_III

Su Autosprint, due settimana dopo la gara, lo hanno intervistato.

 

Lui ha detto che era dispiaciuto per non aver potuto vincere, ma ha anche detto che il rammarico era maggiore perch? sapeva che non avrebbe pi? corso.

 

Sia perch? l'Audi non punta pi? su di lui, ma anche perch? lui stesso si ? reso conto che di notte non ha pi? la lucidit? necessaria per rimanere concentrato e soprattutto per vederci bene (ha confidato che purtroppo l'et? avanza e non ci si pu? far nulla).

Infatti in un paio di turni notturni aveva ceduto il turno a Mcnish.

 

In pi?, aveva anche detto che non gli interessava correre a Le Mans solo per fare numero con una macchina non da assoluto.

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Grande pilota dell'automobilismo,forse l'italiano pi? esperto che abbia mai calcato le competizioni di endurance.3 volte vincitore di Le Mans,5 volte vincitore della 12 ore di Sebring,23 American Le Mans Series e tre trofei dell' ELMS.Non so se mi spiego.

 

Comunque per la cronaca Dindo si ritira dalle competizioni,ma la sua collaborazione con l'Audi continuer

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Toto Wolff has moved from a non executive to executive director role at Williams, and will be working closely with Sir Frank. Toto was basically doing that already but now it's more formal and on paper as it were.

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http://f1grandprix.motorionline.com/button-spero-in-un-passo-falso-di-alonso/

 

Jenson dovrebbe ricordarsi dove era la Ferrari prima del GP di Spagna, la Ferrari i suoi momenti bassi li ha avuti, ed ha anche sprecato qualcosa quando aveva la macchina per lottare.

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Ma che c'entra? Sono i soliti commenti per darsi una speranza, visto quanto ? indietro in classifica.

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Visitatore Rhobar_III

Ma non ha tutti i torti.

 

Vi ricordo che nel luglio del 2000, Schumacher and? incontro a 3 ritiri consecutivi che riaprirono in un attimo il campionato.

Il primo per un guasto al motore in Francia (che non si verific? mai pi? fino a Suzuka 2006), gli altri due per tamponamenti sub?ti alla prima curva (in Austria da Zonta, In Germania da Fisichella).

 

Button ha pi? di 80 punti di ritardo, ma 3 gare sono 75 punti...

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