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Ferrarista

Astronomia e osservazioni astronomiche

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? possibile che una civilt? aliena si sia sviluppata milioni di anni fa e abbia mandato nello spazio una sonda che da noi arriva solo dopo qualche milione di anni.

appunto

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Che io sappia esistono varie teorie sulla formazione della luna, nessuna con una prova schiacciante.

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Che io sappia esistono varie teorie sulla formazione della luna, nessuna con una prova schiacciante.

Sono quattro.

 

C'? la teoria del grande impatto che ? quella pi? accreditata e che spiegherebbe anche le differenze tra le rocce terrestri e lunari.

Le altre tre (accrescimento, fusione, cattura) sono ormai abbandonate.

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Che io sappia esistono varie teorie sulla formazione della luna, nessuna con una prova schiacciante.

qui parlavano addirittura di due lune :asd:

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? possibile che una civilt? aliena si sia sviluppata milioni di anni fa e abbia mandato nello spazio una sonda che da noi arriva solo dopo qualche milione di anni.

anche se fosse, con il c*lo enorme che ha l'universo giusto giusto da noi dovrebbe arrivare sta sonda lanciata milioni di anni fa?

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qui parlavano addirittura di due lune :asd:

Due :asd:

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Un articolo di Marco Castellani per il sito Pagine70:

 

L'Unione Sovietica nello spazio

 

Con il rientro sulla Terra della missione Apollo 17 nel Dicembre 1972 si chiudeva la corsa alla Luna che aveva caratterizzato tutti gli anni '60. In effetti per? gi? dalla seconda met? di quel decennio era sembrato che fosse rimasto un solo contendente; i lanci NASA erano diventati sempre pi? frequenti ed evoluti, chiaramente tesi al perfezionamento del progetto di sbarco sul nostro satellite, e godevano di una copertura mediatica completa. Tutto ci?, oltre a motivi politici, fece quasi dimenticare a molti che all'inizio di tutto, solo pochi anni prima, un altro attore aveva conteso agli USA il palcoscenico spaziale. Anzi, era stata proprio l'Unione Sovietica a sparare il colpo dello start, lanciando per la prima volta un satellite artificiale nel 1957. E si era mantenuta a lungo in testa alla gara, conseguendo nell'ordine i primati del primo essere vivente nello spazio (la cagnetta Laika ancora nel 1957), la prima sonda sulla Luna e le prime storiche foto della faccia nascosta nel 1959, il primo uomo in orbita nel 1961 e la prima passeggiata spaziale nel 1965. Dopodich?, quasi improvvisamente, i sovietici sembrarono disimpegnarsi, snobbando addirittura l'arrivo degli americani sulla Luna dichiarando orgogliosamente di essere capaci di fare con le sonde robotizzate ci? che gli statunitensi dovevano fare con gli uomini; mossa questa che a molti ricord? la favola della volpe e l'uva, e che dest? non pochi sospetti. La verit? su come andarono le cose si ? saputa solo nel 1989, quando finalmente in regime di perestrojka gli archivi spaziali di Mosca vennero aperti.

 

I progetti russi per la conquista della Luna esistevano eccome. Essi erano opera soprattutto di due grandi personalit?: Sergei Korolev, considerato il padre della missilistica sovietica, uomo brillante e geniale scienziato che ebbe due importanti capacit?: quella tecnica di saper riconvertire razzi nati come missili balistici intercontinentali (cio? armi di distruzione di massa) in ottimi razzi vettori per portare carichi in orbita, nonch? di progettare gran parte delle sonde e delle navicelle sovietiche; e quella politica di sapersi muovere in un sistema soffocato dalla burocrazia per convincere politici e militari dell'importanza del progetto spaziale (abilit? questa raffinata anche dopo un soggiorno in un campo di lavori forzati in epoca stalinista). Vladimir Chelomei era invece un grande esperto in missili balistici piuttosto che in lanciatori orbitali, ma anch'egli un politico molto sottile. Tanto sottile da assumere nel suo studio di progettazione Sergei Khruschev, figlio dell'allora presidente dell'Unione Sovietica, cosa che magari gli procur? qualche favore?.

Il primo grande svantaggio dei Russi rispetto agli Americani fu proprio rappresentato dal fatto che in URSS non esisteva un'autorit? centralizzata corrispettiva della NASA incaricata delle decisioni e dell'assegnazione delle commesse alle varie industrie. C'erano invece numerosi uffici di progettazione (i pi? importanti dei quali erano proprio quelli di Korolev e Chelomei) in competizione tra di loro e spesso dipendenti da ministeri diversi, senza alcuna forma di collaborazione ma che anzi miravano a mettere gli avversari in cattiva luce per motivi di prestigio. Altro grande handicap era che i cordoni della borsa erano direttamente in mano dei militari, per i quali l'interesse maggiore della corsa allo spazio era rappresentato dalle ricadute nel settore dei missili intercontinentali, e che quindi spingevano il pi? possibile le ricerche in questa direzione.

 

Nella seconda met? dei '60 apparve chiaro che la corsa alla Luna aveva due traguardi, in apparenza strettamente correlati tra di loro, ma in realt? abbastanza indipendenti: Il primo volo circumlunare ed il primo sbarco, che necessitando di una nave molto pi? pesante (doveva comprendere un modulo di atterraggio con relativo carburante nonch? il necessario per la sopravvivenza degli astronauti sulla superficie) richiedeva un razzo vettore molto pi? potente. In entrambi questi traguardi i due rivali arrivarono sul filo di lana. Korolev era deceduto nel Gennaio 1965 non prima di aver dato alla luce i progetti sia della missione orbitale che di quella dello sbarco, ed il mezzo che avrebbe costituito la base per entrambe: la navicella Soyuz, che attraverso varie modifiche dopo quasi 40 anni di servizio continua a volare e sulle cui uniche spalle poggia oggi il servizio di collegamento con la Stazione Spaziale Internazionale dopo il disastro del Columbia. Ma i primi voli Soyuz furono molto travagliati e funestati da diversi incidenti che comportarono la morte del cosmonauta Komarov e notevoli ritardi ai programmi russi. Del resto, anche il programma NASA fu ritardato dalla tragedia dell'Apollo 1 il 27 Gennaio 1967. Nel 1968 per? i sovietici avevano ormai approntato l'astronave L1, una Soyuz modificata incaricata del volo circumlunare, che decisero di provare prima con alcuni voli senza equipaggio o con un carico di animali, memori dei vari problemi che avevano avuto in precedenza. A questo punto gli americani annunciarono che avrebbero inviato l'Apollo 8 verso la Luna alla fine dell'anno dopo un solo volo di collaudo con equipaggio in orbita terrestre, l'Apollo 7, cosa che sbalord? i sovietici e li spinse ad affrettare i tempi. Essendo il progetto russo top secret, i voli delle L1 senza equipaggio verso la Luna vennero dichiarati come sonde della serie "Zond"; ma la prima nave, Zond 4, dovette essere distrutta in volo a causa di un errore nella fase di rientro, mentre la Zond 5 comp? perfettamente la missione riportando a terra in ottima salute il suo carico di tartarughe e mosche. Quando la NASA fiss? la partenza dell'Apollo 8 il 21 Dicembre 1968, per i russi tutto dipendeva dall'esito della missione Zond 6, l'ultimo collaudo; Il lancio fu perfetto ed il veicolo raggiunse la Luna, ma ancora una volta in fase di rientro ci fu prima una depressurizzazione dell'abitacolo, poi il paracadute non si apr? causando lo schianto della navicella al suolo. I cosmonauti che si erano addestrati per mesi insistettero con forza perch? la missione umana fosse comunque autorizzata. Infatti, per ragioni di meccanica celeste, i russi avrebbero avuto una finestra di lancio utile due settimane prima degli americani; ma il governo decise che il rischio per la vita degli uomini e la probabilit? di uno smacco ancora pi? grande per il prestigio dell'URSS fosse troppo elevato, e cos? il 24 Dicembre 1968 Frank Borman, James Lovell e William Anders divennero i primi uomini a raggiungere l'orbita della Luna, mentre il progetto L1 venne definitivamente abbandonato.

 

A questo punto vennero raddoppiati gli sforzi per battere gli americani nel traguardo pi? importante, quello dello sbarco. Il progetto russo era basato sull'astronave L3 di concezione simile all'Apollo, essendo anch'essa costituita da un modulo orbitale detto LOK ed un modulo di atterraggio (LK). Le differenze sostanziali erano che l'equipaggio era di due cosmonauti invece di tre, uno dei quali sarebbe sceso sulla Luna raggiungendo il LK tramite una passeggiata spaziale anzich? attraversando un condotto interno come nell'Apollo. Inoltre il progetto di Korolev prevedeva un approccio molto pi? prudenziale di quello americano comportando il preventivo invio di una sonda automatica in ricognizione sul luogo dello sbarco e perfino quello di un modulo di atterraggio di riserva che il cosmonauta avrebbe potuto utilizzare per il rientro in caso di guasto a quello con il quale era sceso. Ma anche questo piano era destinato al fallimento. Per spedire la L3 verso la Luna si dovette progettare un enorme vettore chiamato N1 alto pi? di 100 metri, pressappoco come il Saturn V americano; ma in seguito alle solite lotte intestine tra gli uffici di progettazione esso dovette essere equipaggiato con motori di potenza specifica non elevata, dovendo montarne ben 30 nel primo stadio per raggiungere le prestazioni necessarie, cosa che comport? numerosi problemi dovuti alle vibrazioni. Nel primo test di lancio il 21 Febbraio 1969 lo N1 esplose 66 secondi dopo la partenza, ed il 3 Marzo l'Apollo 9 completava con successo la prova del modulo lunare in orbita terrestre, seguito il 18 Maggio dall'Apollo 10 che avrebbe ripetuto lo stesso test in orbita lunare. I russi invece fallirono perfino i lanci delle prime due sonde "esploratrici" che in Aprile e Giugno non riuscirono nemmeno ad entrare in orbita terrestre; tutto stava andando male ma il peggio doveva ancora venire. Il 3 Luglio, appena due settimane prima del lancio dell'Apollo 11, i sovietici effettuarono l'ultima prova del razzo N1; se fosse riuscita si sarebbe comunque tentato una spedizione umana in tempo per battere gli americani. Solo nove secondi dopo il lift-off uno dei motori si incendi?, le fiamme si propagarono agli altri ed il razzo esplose, ricadendo sulla rampa di lancio e distruggendo completamente l'intera installazione; era la fine definitiva di ogni speranza di vincere la sfida che i sovietici stessi avevano lanciato pi? di dieci anni prima. Per ironia della sorte il 21 Luglio la sonda Luna 15, che avrebbe dovuto raccogliere qualche grammo di suolo lunare ed inviarlo sulla Terra, per l'ennesimo guasto si schiantava nel Mare delle Crisi, un migliaio di chilometri dal luogo dove nello stesso momento Neil Armstrong piantava la bandiera a stelle e strisce.

 

La frustrazione dei sovietici era massima. Ma, arrivati finalmente negli anni '70, l'orgoglio degli scienziati e degli ingegneri russi li spinse a non abbandonare l'obiettivo dello sbarco sulla Luna. Se gli americani erano stati i primi, loro sarebbero stati i migliori, riuscendo a stare sulla superficie molto pi? a lungo delle brevi visite fatti dagli astronauti NASA. Furono presentati piani per una missione che avvalendosi di veicoli di atterraggio modificati avrebbe permesso una permanenza di almeno un mese, e fu progettata una base stabile costituita da diversi moduli abitativi e da una piccola centrale nucleare per produrre l'energia necessaria a superare i rigori della notte lunare. In un parossismo di orgoglio nazionale, l'ufficio di Vladimir Chelomei arriv? persino a proporre un volo umano orbitale verso Marte. Ma a questo punto ormai da un lato la crisi economica del sistema sovietico impediva la destinazione di grandi risorse al sogno spaziale, e dall'altro l'establishment militare aveva acquistato sempre pi? potere ed esigeva un ritorno immediato di ci? che investiva. Venne quindi data priorit? assoluta al settore delle stazioni spaziali permanenti.

 

I militari erano sempre stati affascinati dall'idea di usare i veicoli spaziali sia a scopo di ricognizione sia direttamente come armi offensive. ? della met? degli anni '60 un primo progetto di Chelomei, fortunatamente abbandonato, per una mostruosa stazione orbitale armata di missili nucleari. Con la fine dei progetti lunari si dette il via al programma Salyut / Almaz, consistente in veicoli destinati a rimanere in orbita terrestre per lunghi periodi con equipaggi che si sarebbero succeduti a bordo dopo averli raggiunti con le navicelle Soyuz. Le Salyut erano le stazioni a vocazione prevalentemente scientifica, le Almaz quelle di diretto impiego militare. La Salyut 1 fu lanciata il 19 Aprile 1971, e fu un altro veicolo sfortunato. La Soyuz 10 che doveva portare il primo equipaggio non riusc? ad agganciarsi per un guasto al sistema di attracco e dovette tornare indietro. Il successivo equipaggio era composto dai cosmonauti Dobrovosky, Volkov e Patsayev; riuscirono ad entrare e restarono sulla Salyut per 24 giorni. Al momento dello sgancio per ritornare a terra, la valvola del portello rest? aperta. La Soyuz si depressurizz? in meno di un minuto, ma la procedura automatica di rientro era gi? stata avviata e la nave atterr? regolarmente, portando con s? tre cadaveri. Ci? impose un imponente lavoro di modifica delle Soyuz, che non poterono pi? volare fino al 1973; la Salyut 1 non poteva resistere in orbita fino ad allora, e fu fatta disintegrare nell'atmosfera ai primi di Ottobre 1971. Dopo il fallimento del lancio della Salyut 2 il progetto continu? con la Salyut 3, che fu una stazione militare (Almaz), e la prima ad essere coronata da pieno successo ospitando due equipaggi durante la sua permanenza in orbita dal 25 Giugno 1974 al 24 Gennaio 1975. Essi svolsero attivit? di ricognizione sulle varie basi missilistiche USA, ed a questo veicolo spetta anche il poco ragguardevole primato di essere stato il primo (e a tutt'oggi unico) dotato di armamento, che consisteva di alcuni missili difensivi e perfino di un cannone a ripetizione, da usare in caso di attacco da parte di mezzi spaziali USA. Ma fortunatamente i tempi cambiano, e solo pochi mesi dopo veniva effettuata una missione che sebbene non di grande rilevanza scientifica ebbe un enorme valore simbolico: l'aggancio in orbita tra una Soyuz ed un'Apollo, con la famosa stretta di mano tra gli equipaggi. Intanto, dopo la Salyut 4 che rimase in orbita dal Dicembre 1974 al Febbraio 1977 ospitando due equipaggi, nel Giugno 1976 tocc? alla Salyut 5, altra della serie militare Almaz fino all'Agosto 1977 anch'essa con due equipaggi, seguita nel Settembre dello stesso anno dalla Salyut 6, di impronta pi? scientifica, che accolse ben 16 equipaggi fino al Luglio 1982 anche con permanenze superiori ad un mese e che fu la prima ad accogliere cosmonauti di altri paesi del blocco sovietico. Ormai il programma spaziale umano russo aveva imboccato decisamente la strada delle missioni orbitali a lunga permanenza, che avrebbe raggiunto il suo culmine con il lancio della stazione Mir negli anni '80.

 

 

Un'attenzione particolare merita il settore delle missioni spaziali automatizzate. L'ambizioso progetto di esplorazione lunare mediante sonde cominci? a dare di nuovo qualche frutto significativo nel Settembre 1970 quando Luna 16 riusc? finalmente a compiere un atterraggio morbido, a raccogliere un campione della superficie ed a spedirlo sulla Terra. In Novembre, Luna 17 deposit? Lunokhod 1, un veicolo piuttosto sgraziato (somigliava ad una vasca da bagno su ruote) ma che fu il progenitore dei vari Sojourner e Spirit / Opportunity. Si rivel? un vero successo: inteso per operare radioguidato da operatori umani per tre giorni lunari, circa novanta giorni terrestri, funzion? per 11 mesi spostandosi per pi? di dieci chilometri. Successo che fu bissato nel 1973 dal Lunokhod 2, che pur resistendo solo quattro mesi riusc? a percorrere ben 37 chilometri nel Mare della Serenit?. Intanto, anche i tentativi di raggiungere Venere cominciati fin dal 1961 avevano cominciato a dare frutti importantissimi.

 

Venere aveva il non trascurabile vantaggio dal punto di vista politico dell'assenza della concorrenza americana. La NASA aveva infatti limitato le sue missioni verso questo pianeta a passaggi ravvicinati e mappature radar, mentre l'intenzione dichiarata dei sovietici era quella di atterrare. Nei primi tre tentativi (Venera 4, 5 e 6) le sonde furono distrutte dalle condizioni ambientali estreme (500?C, pressione di 90 atmosfere, perlopi? di biossido di carbonio nel quale galleggiano nuvole di acido solforico). Ma il 15 Dicembre 1970 Venera 7 divenne finalmente il primo oggetto umano ad atterrare su un altro pianeta ed a rimandare dati sulla Terra, successo che venne bissato da Venera 8 nel 1972. Sulla scia dell'entusiasmo, i sovietici decisero tentare un'altra ambiziosa avventura: battere gli americani nell'impresa di piazzare per primi una sonda sul suolo di Marte. Avventura che ? forse l'esempio pi? emblematico dei mali che afflissero il programma spaziale russo.

 

La NASA aveva annunciato che avrebbe lanciato le sue Viking 1 e 2 nel 1975. La meccanica celeste ? tale che con la tecnologia attuale (che era la stessa nei '70) un veicolo pu? raggiungere Marte dalla Terra solo ogni due anni, quindi i russi avevano due scelte: partire nella stessa finestra di lancio degli americani oppure due anni prima. Il motivo per cui si scelse di partire nel 1973 fu esclusivamente politico; i sovietici erano consapevoli che la loro tecnologia era assai arretrata rispetto a quella americana e temevano che se le due sonde si fossero trovate contemporaneamente sul pianeta rosso il confronto sarebbe stato impietoso e la figuraccia insostenibile. Ma anticipando la partenza di ben due anni lo staff tecnico fu costretto a lavorare sotto enorme pressione. La spedizione Mars era composta da ben quattro sonde, due moduli orbitali (Mars 4 e 5) e due veicoli d'atterraggio (6 e 7). Questa volta, i problemi cominciarono addirittura prima del lancio. Ci si accorse infatti che un chip impiegato nei sistemi delle sonde era difettoso e che quasi sicuramente avrebbe dato problemi, ma ormai era troppo tardi per rimediare ed il governo decise di correre il rischio ed andare avanti. I primi ad arrivare furono gli orbiter: Mars 4 era totalmente fuori controllo ed invece di entrare in orbita riusc? solo a fare un passaggio ravvicinato prima di perdersi nello spazio, riuscendo comunque a mandare qualche foto. Mars 5 invece riusc? ad inserirsi in orbita ed a fare delle belle foto a colori, ma dopo pochi giorni anche il suo chip smise di funzionare e la sua missione fin?. Ai landers and? anche peggio: Mars 7 fu il primo ad arrivare, ma il chip era talmente andato che manc? di molto il pianeta, mentre Mars 6, che aveva gi? perduto qualsiasi possibilit? di controllo poco dopo il lancio, riusc? miracolosamente a raggiungere Marte seguendo il suo programma automatico, entr? nell'atmosfera, inizi? la discesa??ma la trasmissione cess? nell'immediata vicinanza della superficie. Riusc? ad inviare i primi dati sulla composizione dell'atmosfera marziana, che per? si rivelarono in gran parte sbagliati a causa del malfunzionamento del chip. In conclusione la missione Mars si risolse in un fallimento pressoch? totale. E cos? gli scienziati russi concentrarono le loro forze verso Venere, ancora una volta con successo; le Venera 9 e 10 nel Giugno 1975 riuscirono ad inviare le prime foto dalla superficie, e le 11 e 12 atterrarono anch'esse nel Settembre 1978. L'esplorazione di Venere rappresenta l'ultima grande conquista spaziale dell'Unione Sovietica.

In conclusione, la storia del programma spaziale sovietico pu? essere vista come quella di un'occasione mancata. Se l'ingegno e la caparbiet? degli scienziati ed il coraggio dei cosmonauti russi non fossero stati frustrati dalle inefficienze e dai giochi politici del sistema sovietico nonch? dalla mancanza di risorse (all'impresa lunare russa furono destinati 4,5 miliardi di dollari contro i 24 miliardi del progetto Apollo), sicuramente i traguardi raggiunti sarebbero stati ben pi? importanti. Ma soprattutto chiss? dove saremmo potuti arrivare (e non solo al di fuori dell'atmosfera del nostro pianeta) se USA e URSS, i due grandi protagonisti della corsa allo spazio, anzich? competere tra di loro in nome del prestigio nazionale ed ideologico avessero unito le loro risorse e capacit? per il progresso scientifico di tutta l'umanit?.

 

 

 

(Per PAGINE 70)

Marco Castellani

 

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Altre civilt? potrebbero essersi sviluppate proprio sulla terra (Atlantide, Mu e simili)

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Riesumo il topic perch? in queste sere ci sono un Giove e una Galassia Andromeda spettacolari, complice anche il cielo abbastanza pulito. Meraviglioso.

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Infatti stavo pensando che quasi quasi...Dom? io ho trovato un posticino perfetto questa estate in cui si vedeva la Via Lattea a occhio nudo...tra l'altro si tratta di un agriturismo. Io il pensierino che lo farei :P

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Io qua sto. Tra l'altro da casa mia pure, lo spettacolo non ? niente male, anzi.

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Riesumo il topic perch? in queste sere ci sono un Giove e una Galassia Andromeda spettacolari, complice anche il cielo abbastanza pulito. Meraviglioso.

Bene grazie Dom? se riuscir? a vederle lo dir? alla mia prof di Scienze :asd:

Modificato da The Magic

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sticazzi le draconidi, qua c'? un tempo di m***a :asd:

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Infatti. Troppo nuvoloso, e non credo possa schiarire.

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Peccato per il tempaccio qui, mi sa che ci perderemo uno spettacolo molto bello.

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Da me cielo limpidissimo,sono stato fuori 40 min. circa,ne ho viste 7,molto brevi e veloci ma comunque belle!! :yes:

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Io sono riuscito a vederne giusto una. Erano le 22 circa e la zona attorno alla stella polare ? stata sgombra da nubi per circa un quarto d'ora.

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