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Ultimo giro di Senna a San Marino 94: si vedono gli occhi di Ayrton in un fotogramma

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Dall'Unit? del 18.12.1996

 

Il fatto ? noto: l?inchiesta per accertare lecause e i responsabili della morte diAyrton Senna (il 10 maggio 1994 aImola) ? terminata con il rinvio a giudizio di Federico Bendinelli e Giorgio Poggi (rispettivamente am-ministratore delegato Sagis - la so-ciet? che gestisce la pista di Imola - edirettore del circuito imolese nel?94); Frank Williams, titolare dellascuderia omonima per la quale cor-reva il campione brasiliano; PatrickHead, responsabile tecnico dellascuderia; Adrian Newey, responsabile della progettazione dell?auto diSenna; Roland Bruynseraede, il bel-ga direttore di gara quella domeni-ca. Tutti imputati di omicidio colposo. Ebbene alla notizia del processo,prima udienza il 20 febbraio prossi-mo, qualcuno ha masticato amaro.La Williams, la Tyrrell e la Fia (federazione internazionale dell?automo-bile) avvertono l?Italia e il suo governo.

Se il processo dovesse chiudersi con la condanna anche di Frank Williams e di Roland Bruynserade, ?diventerebbe molto difficile correre in Italia?.

Questo ? il pensiero di Ken Tyrrell. ?Occorredire - ha dichiarato il patron dellascuderia omonima - che ? difficilecapire come si possa correre inItalia se questa ? la situazione chesi realizza dopo un incidente.L?automobilismo ? uno sport peri-coloso. I piloti lo sanno e sebbene la morte di Senna sia stata dolorosa, come lo ? sempre la perdita di un pilota, non credo che riusci-remmo a garantirci contro situa-zioni simili. Stiamo parlando di un incidente capitato a una delle vet-ture meglio preparate della storia delle corse automobilistiche. Senna ha avuto un incidente, per una ragione qualsiasi, non vedocome ognuno di noi potrebbe essere sicuro?. Stessa presa di posizione di Flavio Briatore, patron della Benetton, espressa alcunigiorni fa durante il Motor Show. E la presenza di uno dei suoi giudici, il belga Roland Bruynseraede, direttore di gara a Imola ilgiorno della morte di Senna tra gli imputati nel processo ha provoca-to una preoccupata reazione dellaFia. Il suo presidente Max Mosley ha inviato all?Automobile club d?I-talia una nota urgente ?in merito alle difficolt? poste dalla legisla-zione italiana, cos? come ? attual-mente applicata, chiedendo chevenga trasmessa al Governo italiano?

 

Appunto....

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Mi pare una questione in definitiva non fondamentale.

Infatti, a prescindere dal possibile coinvolgimento dell'editore-direttore della pista,

le riprese del camera car della Williams di Senna hanno un "buco" nel momento

in cui la vettura si avvicina al punto di impatto e le centraline non

hanno offerto i dati per i quali sono state installate sulla vettura.

Che poi il settimanale in questione abbia offerto una ricostruzione dei

fatti "interessata" (questo sembrerebbe il senso delle laconiche

considerazioni che precedono) ? anche possibile ma non modifica

quanto sopra.

 

Certo, ma, a differenza dei dati processuali, AS come fonte non mi sembra autorevole.

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ma io nn capisco perch? nessuno paga per aver fatto svolgere dei GP che LEGALMENTE non si sarebbero dovuti svolgere dato che hanno MENTITO sui decessi dei due piloti.

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ma io nn capisco perch? nessuno paga per aver fatto svolgere dei GP che LEGALMENTE non si sarebbero dovuti svolgere dato che hanno MENTITO sui decessi dei due piloti.

Non sono un esperto in legge, ma presumo che siamo in prescrizione...

A proposito, qualcuno mi ricorda qual ? stato l'ultimo evento in cicrcuito annullato per eventi luttuosi (forse quando mor? Corsini a Magione?).

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si lo so amico che sono caduti in prescrizione. Ma appunto volevo dire, ai tempi, invece di pensare al piantone o non piantone, che per carit?, non che non fosse importate, si fosse pensato anche a radiare qualche medico accondiscendente a dichiarare morto qualcuno morto in pista il sabato o un altro morto praticamente per terra la domenica..

e poi na bella causa pure alla sagis, che non voleva perdere 6,5 milioni di dollari annulando il gp.

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Non sono un medico ma probabilmente la morte deve essere accertata in via strumentale e quindi ? stato necessario

il trasporto in ospedale per verificare la cessazione delle funzioni vitali.

Nel caso di Ratzenberger effettivamente la morte venne constatata poco dopo il ricovero, mentre

per Senna il cuore ha continuato a battere (pur in presenza di morte cerebrale, ossia elettroencefalogramma

piatto) circa quattro ore dopo l'incidente.

Poi concordo con te sulla necessit? di interrompere il gran premio (dopo due terribili incidenti !) ma questo

? un altro discorso, purtroppo erano e sono molto grossi gli interessi economici del mondo della F1.

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beh Senna sub? la rianimazione ben 4 volte mi pare prima di arrivare in ospedale..

la realt? era che fosse bello che morto.

***, che credo sia medico, se ne accorse dalla tv quando gli vide abbozzare quel movimento della testa.

FIgurati se non l'aveva capito Sid Watkins che c'e l'aveva di fronte in una pozza di sangue.

Senna era morto li.

Lo sapevano tutti.

E non hanno detto nulla per farli correre tranquilli. Anche in RAI praticamente lo sapevano tutti, tant'? che quando si collegarono con la Fiandri al maggiore la notizia fu accolta come se gi? si sapesse..

 

http://www.youtube.com/watch?v=p2iIZh0Oark

 

 

cio?.. mi fanno ride.

Come su SFIDE la fiandri che racconta la barzelletta che non capivano cosa avesse e che poi quando lo hanno ribaltato hanno trovato la pozza di sangue sotto la schiena

 

 

... MA SE C'HA UN BUCO IN FRONTE!!!

 

5:10

 

Il fatto ? che noi ci beviamo qualsiasi balla.

Modificato da Danzike

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Dalle dichiarazioni del dottor Gordini,sembrerebbe che il trauma cranico ''alla base di tutto'' e la forte emorragia sia stata certamente causata dalla penetrazione della sospensione sulla fronte,ma anche ''l'entit?' del trauma cranico ed anche la base del cranio'' siano stati decisivi. Chiedo lumi ai vari medici del forum:ma se la sospensione avesse sbattuto un po' pi? in alto NON PENETRANDO nel casco,avrebbe tale impatto generato comunque un trauma cranico cos? importante e fatale?

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E' un discorso molto complesso. Quindi vado per le spicciole.

Se c'? un morto la pista viene sequestrata e finch? le indagini non sono concluse non si pu? correre.

Ergo, i piloti "muoiono" tutti in ospedale...

Giusto, sbagliato?

La cosa da chiedersi ? se i sport motoristici sono per definizione pericolosi, c'? bisogno di trovare sempre e per forza un colpevole? Ovvio che nel caso di Senna il piantone era "leggero" ma chi ha interesse ad uccidere il suo Campione?

Ma se qualcuno lo avesse voluto uccidere, chess?, per gelosia o per chiss? quale interesse?

Ecco quindi che essendo la nostra legislatura basata sul diritto romano, scatta l'indagine!

Che poi risulta infinita e porta ad una colpevolezza (spesso capro espiatorio)che cade in prescrizione.

 

Insomma, se un pilota muore durante una competizione in maniera evidente (penso a Tomizawa investito) quindi senza nessuna premeditazione, c'? bisogno di bloccare tutto per svolgere le indagini?

La scappatoia e far "morire" il pilota durante il trasporto in ospedale...

Cinico ma inevitabile finch? ci saranno certe regole. Se poi, come accade per coscienza negli ultimi anni, si dovesse dichiarare il pilota morto in pista (penso a Simoncelli) ecco che il Circo , OGGI, si fermerebbe comunque. Anni fa avrebbero corso sopra le macerie.

 

Quindi, secondo me, a meno che non si tratti di un omocidio (ma come fare a verificarlo?) non bisognerebbe cercare a viva forza un colpevole. Il pilota conosce i rischi, corre su un PROTOTIPO e la pista viene "saggiata" prima di spararsi per un gp quindi, come fece Lauda o Fittipaldi, ha il potere (spesso dubbio) di non correre. Inutile istruire processi farsa tanto per far vedere che la giustizia ha fatto il suo corso. Cosa vogliamo fare, carcerare il tecnico che sald? il piantone di Senna? O chi incoll? il sandwich che non resse di Villeneuve? O Chapman per i semiassi della Lotus? Tanti piloti rifiutarono la Lotus proprio perch? troppo al limite. E a Roland l'alettone si stacc? perch?, come quello di Elio non era sufficientemente robusto, oppure lo crin? lui in qualche curva precedente? A che e a Chi serve trovare queste risposte? I piloti sanno quello che vanno a fare e la loro vita non ? reversibile.

In Inghilterra si corre ancora il TT ben sapendo che ha una media di pi? di un morto all'anno. Che facciamo condanniamo tutti gli organizzatori perch? "improvvisamente" ci rendiamo conto che ci sono i muretti ai lati della pista? O accettimao il fatto che chi ci va ? consapevole di questo stato di cose?

 

Difficile, comunque la si pensi.

Modificato da mp68

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Non sono molto d'accordo con le considerazioni che precedono.

Provo a riassumere il mio pensiero.

1) Che ci sia un "morto in pista" non ? cos? semplice da appurare, ? necessario procedere con accertamenti strumentali.

Forse nel caso di Ratzenberger come ho detto il decesso era pi? agevole da verificare, magari direttamente nella clinica presente nell'autodromo.

2) Non si capisce chi avrebbe dovuto procedere a sequestrare il circuito, forse il sottoufficiale dei Carabinieri in servizio presso l'autodromo quel giorno ?

Normalmente la polizia giudiziaria redige una informativa al p.m. di turno che valuta quali misure adottare ma come accaduto nel caso di specie trascorre qualche giorno;

3) Che gli sport motoristici siano pericolosi ? un fatto incontestato ma ci? non significa che siano slegati da qualsiasi regola di perizia e diligenza.

In questo caso si ? proceduto non per omicidio volontario (nessuno ha mai ipotizzato una cosa simile) ma per omicidio colposo, ossia provocato da negligenza, imprudenza, imperizia ovvero violazione di ordini, regolamenti etc.

Concretamente ci si ? chiesti: che cosa ha provocato l'uscita di pista di Senna ?

Escluso l'errore umano (nulla ? emerso al riguardo) si ? andati a verificare le condizioni della pista, che sono risultate conformi alle disposizioni regolamentari; si ? quindi proceduto oltre in particolare esaminando la vettura per capire se l'uscita di strada era da ricollegare ad un cedimento meccanico.

Questa circostanza di per s? non implica affatto una responsabilit?, infatti il guasto ben pu? essere non ragionevolmente prevedibile oppure causato in qualche modo da una condotta di guida errata da parte del pilota (il quale ad esempio continua a correre pur con parti della vettura danneggiate).

Nel caso di Senna si ? scoperto che il piantone dello sterzo dopo l'urto risultava spezzato.

Si ? quindi investigato, anche mediante l'ausilio di esperti, per cercare di capire se la rottura era precedente o successiva all'impatto col muro in cemento del Tamburello.

Le risultanze cui sono pervenuti i periti vanno nel primo senso: la rottura (quantomeno parziale seppur per il 70 % del diametro) ? da collocare prima dell'impatto.

Si ? poi appurato che il pezzo era stato realizzato piuttosto male ossia con la saldatura di tre pezzi (due originari ed uno nuovo) di materiale di differente qualit? (l'acciaio utilizzato per la "prolunga" era meno resistente tenuto conto del fatto che era stato saldato in modo non impeccabile.

La prima questione ? quindi: era esigibile, secondo la migliore tecnica dell'epoca, un lavoro eseguito a regola d'arte, la risposta ? si.

In verit?, questo ? il mio pensiero, bastava realizzare in fabbrica un nuovo piantone con le caratteristiche richieste dal pilota.

La seconda questione ?: era prevedibile da parte degli ingegneri del team una minore resistenza alle sollecitazioni dello sterzo, la risposta ? si.

La terza question ?: se il lavoro fosse stato fatto a regola d'arte poteva escludersi ragionevolmente la rottura del piantone e conseguentemente l'uscita di strada che ? all'origine della serie causale che ha condotto alla morte (urto del muro-distacco del braccio della sospensione-penetrazione nel capo del pilota di uno spuntone metallico). Ancora una volta la risposta ? si.

4)In definitiva il fatto, che non contesto, che in Formula 1 si vada "al limite" anche in ordine alle soluzioni tecniche di volta in volta escogitate non autorizza a fare male un lavoro che si potrebbe fare bene.

Sarebbe come dire: siccome avevamo fretta abbiamo sostituito in gara un pneumatico senza serrare adeguatamente i bulloni; se poi la vettura esce di strada e si schianta su un muro pazienza il pilota ha accettato questo stato di cose.

Anche gli interventi chirurgici rischiosi con basse percentuali di successo debbono essere eseguiti ma la morte del paziente non determina automaticamente la responsabilit? del chirurgo se ha agito secondo le regole dell'arte medica e tenuto conto della rischiosit? dell'intervento.

L'alternativa sarebbe non operare il paziente senza tentare di salvargli la vita pur con basse probabilit? di riuscita.

Esiste, secondo la legislazione italiana, forse ben pi? evoluta di altre, un parametro di perizia e diligenza sotto il quale non si pu? scendere anche in condizioni particolari come quelle che esistono nell'automobilismo sportivo.

Quindi non credo affatto che il processo sia stato una inutile perdita di tempo: se la Williams ed Ecclestone non avevano timore di accertare la verit? mi chiedo come mai vi sono state tante "coincidenze" che guarda caso hanno riguardato proprio la questione sterzo a dimostrazione che tanto tranquilli forse non erano.

Nel caso in questione non ? stato imputato il meccanico che ha eseguito la saldatura poich? ha certamente eseguito un ordine (ed infatti l'imputato principale era Patrick Head) rispetto al quale non aveva margini di discrezionalit?.

Qualche pilota all'indomani degli incidenti di quel fine settimana aveva giustamente detto siamo pagati per correre e non per morire.

Ritengo avesse ragione.

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Non voglio andare per le lunghe perch?, come dicevo, ? mooooolto difficile.

Ma ad esempio, come dici tu, se nel pit metto male una gomma e il pilota si schianta (o uccide qualcuno) che si fa? Certo che se la montavo in fabbrica non si staccava!

Per quanto riguarda il "morto in pista" penso sia un dovere del direttore di gara che quindi si toglie l'imbarazzo facendolo morire in ospedale.

Si pu? fare un lavoro al meglio? Certo ma se le esigenze erano impellenti? Forse si ? fatto il meglio che si poteva in sito, come nel caso del Pit stop precedente.

Insomma, anch'io concordo che sono pagati per correre e non per morire ma ? giusto "processare" un incidente che, per definizione, ? un accidente?

E a quale scopo visto che ci sono assicurazioni che comunque pagano?

Qulacuno sa dirmi se a seguito, chess?, dell'incidente di De Angelis si siano aperti procedimenti penali?

Ripeto, non dico sia ingiusto aprire un processo, dico solo che, fatti alla mano, ? inutile.

E che mi sembra avvenga solo in Italia.

Magari siamo noi ad essere una volta tanto avanti e in futuro ci imiteranno.

Sarebbe bello. Ma deve pure portare a qualcosa di concreto e non ad una "condanna" virtuale che poi nessuno sconta.

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Non sono un medico ma probabilmente la morte deve essere accertata in via strumentalE...

 

Non ncessariamente.

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Naturalmente nessuno tiene conto del fatto che, per esempio, c'? gente che ha praticato la respirazione artificiale a Ratzenberger mentre il suo sangue usciva dalla bocca.

Chiss? se anche questo faceva parte del complotto.

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Naturalmente nessuno tiene conto del fatto che, per esempio, c'? gente che ha praticato la respirazione artificiale a Ratzenberger mentre il suo sangue usciva dalla bocca.

Chiss? se anche questo faceva parte del complotto.

 

contro "chi ce l'hai"? O_o

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Io non credo affatto che aprire un processo sia inutile.

Intanto in base alla legge italiana (ed anche in forza

dell'art. 112 della Costituzione) l'azione penale

? obbligatoria.

Ci? significa che in presenza di una ipotesi di reato per

la quale non sia necessaria una condizione di procedibilit?

(es. querela) il p.m. deve e non soltanto pu? procedere.

Tanto ? vero che la sua eventuale richiesta di archiviazione

deve passare al vaglio del giudice (in questo caso giudice per

le indagini preliminari cd. GIP) che pu? accoglierla o rigettarla

ed ordinare nuove indagini.

Che poi l'eventuale pena irrogata non venga scontata ? un altro

discorso.

In Italia le pene detentive fino a 3 anni non comportano automaticamente

la detenzione posto che esistono varie figure di pena alternativa.

In ogni caso quello che conta ? accertare, per quanto possibile, un fatto e

verificare se questo fatto integra o meno un reato.

Questo processo a mio modesto parere ha avuto quantomeno il merito (pur

tra mille difficolt?, delle volte frapposte da chi forse avrebbe dovuto

aver maggior interesse ad appurare come davvero erano andate le cose) di

mostrare che anche a certi livelli di competizione la professionalit?

non ? affatto assicurata.

Ossia non ? tutto oro quello che luccica.

Poi Senna magari sarebbe magari morto in altre circostanze, questo non lo sapremo mai

tenuto conto della rischiosit? del mestiere (da poco ho visto un filmato in cui la sua

formula 3 letteralmente saltava sopra quella di Martin Brundel sfiorandogli

la testa che fuoriesce dall'abitacolo senza protezioni) ma non ? questo

il punto centrale, almeno a mio avviso.

Per esempio l'incidente di Berger sempre al Tamburello nel 1989 ? indicativo di un guasto

meccanico, la vettura va dritta senza curvare; in quel caso non si era investigato perch?

non era accaduto nulla di grave per? se si fosse andato a vedere chiss? cosa si sarebbe scoperto.

In conclusione credo che la Formula 1 in questa vicenda abbia sostanzialmente detto: quello che

accade nella competizione ? affare nostro e nessuno deve metterci il naso.

Il problema ? che le cose non stanno cos? ed in Italia vige la legge italiana, piaccia o non piaccia

non essendovi una immnuit? per i partecipanti e gli organizzatori di questi eventi sportivi.

Quanto all'accertamento strumentale della morte del pilota credo sia una questione imprescindibile

non potendo far affidamento, viste le moderne tecniche rianimatorie che rendono possibile il recupero

del ferito, su metodi empirici (vedi verificadel polso etc.).

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Io non credo affatto che aprire un processo sia inutile.

Intanto in base alla legge italiana (ed anche in forza

dell'art. 112 della Costituzione) l'azione penale

? obbligatoria.

Ci? significa che in presenza di una ipotesi di reato per

la quale non sia necessaria una condizione di procedibilit?

(es. querela) il p.m. deve e non soltanto pu? procedere.

Tanto ? vero che la sua eventuale richiesta di archiviazione

deve passare al vaglio del giudice (in questo caso giudice per

le indagini preliminari cd. GIP) che pu? accoglierla o rigettarla

ed ordinare nuove indagini.

Che poi l'eventuale pena irrogata non venga scontata ? un altro

discorso.

In Italia le pene detentive fino a 3 anni non comportano automaticamente

la detenzione posto che esistono varie figure di pena alternativa.

In ogni caso quello che conta ? accertare, per quanto possibile, un fatto e

verificare se questo fatto integra o meno un reato.

Questo processo a mio modesto parere ha avuto quantomeno il merito (pur

tra mille difficolt?, delle volte frapposte da chi forse avrebbe dovuto

aver maggior interesse ad appurare come davvero erano andate le cose) di

mostrare che anche a certi livelli di competizione la professionalit?

non ? affatto assicurata.

Ossia non ? tutto oro quello che luccica.

Poi Senna magari sarebbe magari morto in altre circostanze, questo non lo sapremo mai

tenuto conto della rischiosit? del mestiere (da poco ho visto un filmato in cui la sua

formula 3 letteralmente saltava sopra quella di Martin Brundel sfiorandogli

la testa che fuoriesce dall'abitacolo senza protezioni) ma non ? questo

il punto centrale, almeno a mio avviso.

Per esempio l'incidente di Berger sempre al Tamburello nel 1989 ? indicativo di un guasto

meccanico, la vettura va dritta senza curvare; in quel caso non si era investigato perch?

non era accaduto nulla di grave per? se si fosse andato a vedere chiss? cosa si sarebbe scoperto.

In conclusione credo che la Formula 1 in questa vicenda abbia sostanzialmente detto: quello che

accade nella competizione ? affare nostro e nessuno deve metterci il naso.

Il problema ? che le cose non stanno cos? ed in Italia vige la legge italiana, piaccia o non piaccia

non essendovi una immnuit? per i partecipanti e gli organizzatori di questi eventi sportivi.

Quanto all'accertamento strumentale della morte del pilota credo sia una questione imprescindibile

non potendo far affidamento, viste le moderne tecniche rianimatorie che rendono possibile il recupero

del ferito, su metodi empirici (vedi verificadel polso etc.).

 

A me risulta che per l'omicidio colposo occorra la querela (O snaglio) Lo lessi ai tempi della morte di Peterson

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No, si procede di ufficio ai sensi dell'art. 589 cod. pen..

La querela ? invece necessaria per le lesioni colpose, art.

590 cod. pen., salvi i casi di infortunio sul lavoro nei quali

si procede d'ufficio.

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No, si procede di ufficio ai sensi dell'art. 589 cod. pen..

La querela ? invece necessaria per le lesioni colpose, art.

590 cod. pen., salvi i casi di infortunio sul lavoro nei quali

si procede d'ufficio.

 

capito.

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Per esempio l'incidente di Berger sempre al Tamburello nel 1989 ? indicativo di un guasto

meccanico, la vettura va dritta senza curvare; in quel caso non si era investigato perch?

non era accaduto nulla di grave per? se si fosse andato a vedere chiss? cosa si sarebbe scoperto.

 

Che Fiorio gli aveva messo la benzina congelata e che la macchina appena toccato il muro ? esplosa.

 

Per il resto tu hai ragione. Ma se poi non vengono pi? a correre qui come minacciarono all'epoca anche loro hanno le "loro" ragioni.

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Sar? poco venale ma a me delle "loro" ragioni

non me ne importa nulla.

Forse se davanti alle esigenze del business

si fossero poste quelle relative alla sicurezza

dei piloti fin dall'inizio del mondiale 1994 nemmeno ci

sarebbe stata questa discussione.

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