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gio66

Circuito di Imola

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Quindi dici che la modifica sia stata fatta appositamente per distruggere Imola definitivamente?

 

Non ho detto che sia stato fatto appositamente per distruggere Imola.

 

Sono convinto che, se ci fosse stata la consapevolezza di mantenere il GP, Tilke avrebbe lavorato in un altro modo.

Ripeto, quando è stato reso pubblico il progetto (molto tardi, a giochi praticamente fatti) chiunque si poteva rendere conto che la modifica andava contro ogni logica. Il problema è che nessuno degli addetti ai lavori ha messo parola per evitare/modificare una schifezza simile. E adesso se ne pagano le conseguenze.

Modificato da gio66

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Dov'? finita la passione per i motori!!!

 

In soffitta, tra le cose vecchie.

 

La "Romagna de mut?r" ? ormai un ricordo sbiadito. La passionaccia, quella vera, ? stata soppiantata dall'agio della comodit? e dal cosiddetto "lato glamour" delle corse unito alla necessit? di limitare gli eccessi che, bisogna riconoscerlo, facevano colore ma anche qualche danno.

 

Siamo diventati molto fighetti. Un tempo era normale per un team di moto arrivare in autodromo con un furgone sul quale si caricava il tutto e la notte si dormiva in 2 o 3 dentro al furgone stesso. Oggi anche il pi? scalcagnato dei team del campionato italiano 125 ha la sua bella tenda-hospitality.

 

Per fortuna esistono anncora piccolissime "sacche" di passione vera. Una di queste si trova in un capannone in mezzo alla campagna tra Cesena e Ravenna dove Gabriele Gnani (un pazzo scatenato di 39 anni con un passato nel motomondiale 125 a fine anni '80) continua a costruire in proprio la moto e a correre e vincere nell'Alpe Adria Cup. E anche lui, come gli eroi cantati dal dottor Costa, corre con le ossa fracassate ma lontanissimo da fotografi e telecamere.

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Non ho detto che sia stato fatto appositamente per distruggere Imola.

 

Sono convinto che, se ci fosse stata la consapevolezza di mantenere il GP, Tilke avrebbe lavorato in un altro modo.

Ripeto, quando ? stato reso pubblico il progetto (molto tardi, a giochi praticamente fatti) chiunque si poteva rendere conto che la modifica andava contro ogni logica. Il problema ? che nessuno degli addetti ai lavori ha messo parola per evitare/modificare una schifezza simile. E adesso se ne pagano le conseguenze.

 

La cosa ridicola ? che per la gara di Sbk hanno reintrodotto la chicane cos? com'era prima. Fuori da ogni logica, davvero.

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In soffitta, tra le cose vecchie.

 

La "Romagna de mut?r" ? ormai un ricordo sbiadito. La passionaccia, quella vera, ? stata soppiantata dall'agio della comodit? e dal cosiddetto "lato glamour" delle corse unito alla necessit? di limitare gli eccessi che, bisogna riconoscerlo, facevano colore ma anche qualche danno.

 

Siamo diventati molto fighetti. Un tempo era normale per un team di moto arrivare in autodromo con un furgone sul quale si caricava il tutto e la notte si dormiva in 2 o 3 dentro al furgone stesso. Oggi anche il pi? scalcagnato dei team del campionato italiano 125 ha la sua bella tenda-hospitality.

 

Per fortuna esistono anncora piccolissime "sacche" di passione vera. Una di queste si trova in un capannone in mezzo alla campagna tra Cesena e Ravenna dove Gabriele Gnani (un pazzo scatenato di 39 anni con un passato nel motomondiale 125 a fine anni '80) continua a costruire in proprio la moto e a correre e vincere nell'Alpe Adria Cup. E anche lui, come gli eroi cantati dal dottor Costa, corre con le ossa fracassate ma lontanissimo da fotografi e telecamere.

 

 

Comunque devo dire che nei campionati italiani si respira ancora aria di motori vecchia maniera, parlando di prototipi, turismo ecc. Si vedono ancora Team arrivare con un furgoncino, poche persone, solo una tenda e un p? di attrezzi. C'? libert?, ci si diverte, si gira tranquillamente per il paddock.

Mi rendo perfettamente conto che mandare avanti un'autodromo non sia una cosa facile, per? se c'? una cosa evidente ? che a nessuno sta davvero a cuore la sorte di Imola e le scelte alla ca**o ne sono la testimonianza.

Dopo la triste notizia della chiusura nel 2006, speravo in una seconda rinascita. Quante illusioni!!

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Dov'? finita la passione per i motori!!!

 

Circonvallazione di Imola, anni Sessanta, le tre del mattino. Viali deserti, la citt? dorme. L?ululato improvviso di un motore a pieni giri straccia la coltre del silenzio: un tizio sta provando una moto da corsa dopo gli ultimi ritocchi notturni alla vigilia della gara. Sulle facciate delle case si accende qualche luce, si apre qualche imposta. Un vecchietto sottratto al riposo si affaccia e grida al collaudatore molesto: ?Alora, cum val e? mutor? (allora, come va la moto?)?.

 

Imola, altro che Formula uno. Il culto ferrarista ? solo la formula liturgica ?alta?, quasi istituzionale, di una religione popolare che solo nelle pratiche ?basse?, umili, pagane, sprigiona davvero tutta la sua ispirata magia. La Ferrari ? un dio riverito ma lontano, custodito nei tabernacoli inaccessibili dei box, accudito da un clero ristretto e potente fatto di sponsor miliardari e di tecnici che ormai parlano tutti in inglese, il latinorum della Formula uno. Il dio del popolo, il motore, ? invece dappertutto, perch? ? tutti i motori. Nelle piccole decrepite officine dove si truccano i ?Ciao? e le vecchie Prinz; nelle curve di campagna odorose di fiori e letame che portano il nome degli automobilisti usciti di strada per fare i fenomeni, come la curva Faina, consacrata a un tale che plan? in auto sopra un pesco; nei bar e nelle osterie dove ogni sera si ripetono le stesse storie vere, nobilitate dal fiato della leggenda, a base di pazzoidi che pur di non toccare i freni passavano la notte capottati nei fossi, di geniali praticoni che in una cassetta da frutta avevano tutto il necessario per rifare un motore in una notte, di quando si andava a far le volate sul Giogo e sulla Raticosa, passi appenninici tortuosi come gomitoli, per il gusto di sfottere i dirimpettai toscani ?che non sanno guidare?. Attorno all?automobile, ma soprattutto alla motocicletta (che qui si chiama ?motore? e basta, per antonomasia), in Romagna prospera un?epica orale, mitologia di centauri met? carne met? metallo, lividi e forature, fratture e ?grippaggi?, punti di sutura, puzzo di benzina, olio bruciato, fil di ferro che aggiusta moto e cristiani con la stessa amorevole brutalit?. Una cultura ormai declinante sotto i raggi freddi e lucenti del benessere e della tecnologia: e il suo futurismo primitivo, fragoroso e bombastico, gi? odora malinconicamente di passato. Un senso di tempo perduto ne rende dolce la memoria, ma entusiasma e commuove quando ci si imbatte ancora nelle sue tracce ben vive e operose.

 

L?officina di Tito Liberini, appena fuori le vecchie mura di Imola, ? in un?antica casa medievale, e il rombo dei motori va a rimbalzare sotto venerabili soffitti a volta. Tito, a Imola, ? una leggenda. Ex meccanico del reparto corse della Maserati, si mormora che abbia opposto un gran rifiuto alla Ferrari perch? preferisce fare tutto da s?, orari di lavoro compresi; non ? raro trovarlo curvo sui motori anche a notte fonda, quando la compagnia di amici tiratardi o l?estro di qualche nuova trovata meccanica gli impedisce di andare a dormire.

 

Liberini conserva ancora, in perfetta efficienza, la sua celebre Fiat 500 del ?64, imbattibile ordigno che umili? illustrissime avversarie. Dal motore aveva tirato fuori 50 cavalli (dai 23 di serie), dalla carrozzeria aveva tolto un?infinit? di chili, scendendo fino a quattro quintali. ?Starle davanti?, racconta Tito, ?era impossibile, soprattutto su tracciati ?mossi?, perch? era una vettura cos? agile da poter frenare, a centosessanta all?ora, solo venti metri prima di una curva.? Ne fece le spese, tra gli altri, anche il gelataio Virgilio, la cui Porsche 924 venne strabattuta dalla 500 di Tito nella classica disfida tra le curve della Rivazza e della Tosa, quando il circuito era ancora aperto. E Tito vinse un anno di gelato gratis.

 

Sul circuito, fino a una decina d?anni fa, si disputavano terribili corse notturne semiclandestine. Erano gli anni in cui Imola poteva vantare, nella sua scuderia ufficiosa, anche una Topolino da 140 all?ora e un Garelli Mosquito da 90 all?ora. Valerio Berardi, che port? la 500 di Tito alla storica vittoria contro la Porsche di Virgilio, ? un archivio ambulante di quel periodo glorioso. Berardi vanta nove fratture, trenta punti di sutura e ? cosa che lo rende particolarmente fiero ? anche un leggero stato di coma. Ha corso praticamente con tutto, a partire dalle biciclette per finire con una Mini Morris che spopol? nei Settanta dalle parti di Misano Adriatico: e del circuito imolese conosce ogni episodio e ogni metro, dal sottopassaggio in cui un certo Serse Conti cadde col suo Italjet ?sbucciandosi l?intera superficie corporea dalla fronte al tallone?, ai punti dove appostarsi per avvertire gli ignari automobilisti di levarsi dai piedi che stava per passare una corsa.

 

?Quando si correva, certe notti d?estate, si arrivava ad avere cinquemila spettatori, compresi polizia e carabinieri che si divertivano un sacco a guardare e non si sognavano neanche di intervenire. Il punto pi? spettacolare era al ?piga piga? (la curva delle Acque Minerali, detta ?piga piga?, cio? ?piega piega?, per l?esigenza di inclinare la moto in due riprese). Si correva con tutto, Autobianchi Primula, Dauphine, Nsu zavorrate per non ribaltarsi al primo colpo di vento.?

 

Anche la morte, in queste memorie di incosciente furia velocistica, ? solo una stramberia balistica, una curiosit? mirabolante. ?Ogni anno venivano due tedeschi su una moto Bmw. Dritti sparati dalla Rivazza alla Tosa, di notte, a tutto gas. Vennero anche l?anno che era stata appena fatta la Variante Bassa, ma loro non lo sapevano e credevano che fosse ancora tutto un rettilineo. Entrarono diritti alla variante, la moto ? schizzata sul cordolo, loro sono arrivati dall?altra parte volando, e forse gi? morti per lo spavento.?

 

Morte e, naturalmente, amore. Amore folle, sconsiderato, feticista, Berardi ha ancora in casa un frammento del cerchione di Gilles Villeneuve, perso in uno dei tanti incidenti, e il casco di Jim Clark. Poi la Lambretta del padre, un ferro del ?55 che ha gi? stirato trecentoventimila chilometri, ?il babbo mi portava sempre alle corse, la prima volta avevo diciotto giorni?.

 

Amore dalla memoria lunga, fedele come non si usa pi?. Appena fuori Imola, a Mordano, vive e lavora Sabatino Maranini, che con il figlio Roberto restaura motociclette d?epoca, Benelli, Gilera e Guzzi dei Trenta e dei Quaranta, che i Maranini trovano nei mercatini di mezza Italia e ricostruiscono con pazienza e abilit? infinite. ?Circa due mesi di lavoro per ogni esemplare; rompersi la testa per trovare i pezzi originali attraverso altri appassionati, e quello che non si trova rifarlo uguale lavorando per ore al tornio. Per? una soddisfazione cos?, mi creda, ? impagabile: guardi qui, gomme originali, i Pirelli Stella rintracciati sulle bancarelle o in vecchi magazzini, vernice identica a quella di nascita, fregi rifatti a mano, come dio comanda, da un artigiano di Cesena. Tutto funzionante, tutto in regola col codice, noi le nostre moto le usiamo tutti i giorni. Le dovessi far pagare, dovrei chiedere trenta milioni l?una, ma la passione non ha prezzo, le teniamo tutte qui con noi.?

 

La passione non ha prezzo: anche Tito Liberini ? della stessa opinione. ?Soldi per fare cosa? Voglio la libert? di fare le cose che mi appassionano, non quelle che mi danno soldi e basta Ecco la differenza tra come si lavorava prima e come si lavora oggi. Oggi si fa tutto solo per i soldi?.

 

Peccato che, a parte i mutati valori economici, i tesori di manualit? e sapienza meccanica dei Liberini e dei Maranini, gente dalle mani inestimabili e dallo spirito libero, siano destinati a disperdersi. Il nipote Maranini vuole fare il dentista, e guarda le vecchie moto restaurate da padre e nonno con affettuoso distacco; il figlio di Liberini, che pure nei motori sa dove mettere le mani, ha fatto il classico e, come osserva il padre, ?mica potr? finire in officina?.

 

Cos? in Romagna il mito del motore, almeno di ?questo? motore sanguigno e pulsante come il cuore romantico di un Novecento ormai sfinito, ? destinato a vivere di soli racconti, alimentando il gioco della memoria con fantastici aneddoti. Pure sono passati solo trent?anni da quando Falconi, centauro imolese vincitore di due Milano-Taranto, arrivava a Imola gi? in testa, con un vantaggio di decine di minuti, e si fermava in piazza in mezzo a un centinaio di amici e tifosi. La moglie Carolina lo aspettava col thermos del caff?. ?Va ban pien (vai piano)?, lo esortava porgendogli trepidante una pezzuola per pulirsi gli occhiali. ?Xa vut ca vaga pien? (come vuoi che possa andar piano?)?, rispondeva lui mostrandole la moto; e ripartiva prima che gli inseguitori gli fossero alle calcagna.

 

E sono passati trent?anni anche dal giorno in cui Faffetta e Fioppa, emeriti mastri falegnami, entrambi ebanisti e liutai, decisero di confrontare la propria scienza lignea con la prova suprema: costruire un motore a scoppio tutto di legno. Cilindro di quercia, pistone di faggio, segmenti di vimini, quando venne messo in moto l?impossibile ibrido tra Natura e Meccanica riusc? a girare per qualche istante con regolare armonia, sbalordendo i pochi testimoni del miracolo. Poi, in una nube di schegge e fiamme, esplose, riflettendo sui volti anneriti e attoniti dei suoi artefici un estremo lampo d?amore.

 

 

 

 

Michele Serra, aprile 1986



 

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Che racconto, gio..da brividi! Grazie!

 

Questa ? la vera passione. Quella genuina, vera, fatta di sudore, di nottate in officina, di serate con gli amici sacrificate per lavorare. Adesso, purtroppo, si ha la tendenza a voler evitare ogni tipo di sforzo, la passione vera ? "scomoda".

 

Ora i pochi che vogliono avvicinarsi al mondo dei motori fuggono dopo non molto, spaventati dalla mole di lavoro che bisogna affrontare per avere soddisfazioni.

A meno che non si abbiano tanti eurini da spendere per far effettuare tutto il lavoro ad altri. E quelli che possiedono questa "dote" sono quelli che popolano il motorsport del 2000.

 

Eccezioni di passione calda, vera, fortunatamente ci sono ancora. Il clima che si respira, ad esempio, nei paddock dei tornei Peroni o dei campionati italiani vari spesso e volentieri ? ancora genuino. Purtroppo per?, ? solo un'eccezione e non gliene frega niente a nessuno, anzi, molti ritengono "sfigati" (passatemi il termine) quelli che si interessano ancora a questo genere di cose e preferiscono passare una sera in autodromo, a respirare passione vera, anzich? andare a bere in discoteca.

 

Speriamo che qualcosa cambi. Anche se la vedo dura.

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Bellissimo racconto Gi?, non nego che una lacrima mi ? scesa.

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Ennesimo cambiamento. Gardella ? stato mandato via (un vero recordman), il nuovo direttore dell'autodromo ? un certo Walter Sciacca.

 

Al momento le date del calendario 2010 dovrebbero essere:

 

17-18 aprile (Ferrari Challenge e Superstars)

22-23 maggio (AutoGP, F3 Open, GT Open, F.2000 Light)

26-27 giugno (Ducati Desmo Challenge)

3-4 luglio (CITE, F.Abarth, Prototipi, F3 e GT)

10-12 settembre (CRAME)

18-19 settembre (CIV moto)

 

Per quanto riguarda le poche occasioni importanti dello scorso anno, il WTCC non ci sar? e la SBK ? pi? no che s?.

 

Che pena. :(

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L?AUSL di Imola ha dato incarico a un legale di recuperare circa 104mila euro che deve avere dalla societ? che gestisce (si fa per dire) l'autodromo.

 

http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/imola/cronaca/locale/2009/12/30/275597-ausl_rivolge_avvocato_riscuotere_crediti_autodromo.shtml

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Sono finiti quei tempi..E' finita anche la magia dell'automobilismo.

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Sono davvero dispiaciuto per le condizioni in cui riversa l'autodromo. Essendo di Pescara, Imola ? uno dei tracciati pi? vicini e pi? comodi da raggiungere. Che gran rottura di co****ni.

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Si continua con la politica degli annunci e dei nomi famosi.

 

Il Dr. Costa ? stato nominato "coordinatore del servizio medico e dello sviluppo" (?) in una conferenza stampa alla presenza di piloti e vecchie glorie del motociclismo italiano.

 

http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/imola/cronaca/locale/2010/02/17/293691-ritorno_costa_sognando_motogp.shtml

 

Soliti discorsi di circostanza, sogni, speranze, propositi di impegno per il futuro.

"Servono dei lavori e saranno fatti, perch? ci sono la volont? e la passione. Tutti vogliono che Imola torni in alto"

 

Lo vedremo, dottore, lo vedremo... <_<

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Faccio presente che la nuova struttura dei box, che non è nemmeno stata realizzata nella sua completezza e si sta già deteriorando, è stata edificata con soldi pubblici di Sardegna, Lazio e... Abruzzo. Lavori "urgenti di messa in sicurezza".

 

E' curioso vedere come si siano trovati 11 milioni di euro sottraendoli da regioni diverse da quella destinataria delle opere "urgenti" (e mi sfugge ancora oggi la motivazione di urgenza, mica stava crollando) e invece non siano stati utilizzati per fare la dovuta prevenzione dove, forse, ce n'era bisogno. La chiamano "finanza creativa".

 

Mi autoquoto.

 

Il Dott. Ing. Claudio Rinaldi, colui che ha apposto la firma per la concessione dei fondi per la "messa in sicurezza urgente" dell'autodromo, è indagato dalla Procura di Firenze nell'ambito dell'inchiesta sulla corruzione relativa ai mondiali di nuoto.

Chissà se uscirà qualcosa anche a proposito di Imola.

 

http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=26500&sez=HOME_INITALIA&npl=&desc_sez=

Modificato da gio66

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"Servono dei lavori e saranno fatti, perché ci sono la volontà e la passione. Tutti vogliono che Imola torni in alto"

 

Lo vedremo, dottore, lo vedremo... <_<

 

Eccoli là.

 

Dopo i "successi" della SAGIS, ecco che a sole 24 ore da quegli annunci solenni arriva la sentenza di fallimento per Formula Imola.

 

http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/imola/cronaca/locale/2010/02/18/294172-giudice_formula_imola_fallita_accordo_creditori.shtml

 

Buonanotte.

Modificato da gio66

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ringraziamo verdi e chi ha semrpe osteggiato questi autodromi...ora anche l'area dell'autodromo di Imola diventer? fonte di specula<ione edilizia e di tangenti...

Ormai anche da questo punto di vista l'Italia fa ridere, stiamo perdendo anche il primato tecnologico e sportivo..un tempo qui in Italia si facveano agre di ogni genere e di ogni campionato, ora anche il WTCC non c'? pi?, l aLMS e il DTM niente perch? ci vanno quattro gatti, ci resta solo la F1 fino a quando non lo so..mentre fino a pochi anni fa avevamo gare di ogni campionato mondiale ed europeo...

e tutto grazie anche allo sport che pi? odio, il calcio, che si sta fagocitando tutto quanto, soldi, interesse...in Germania vorrie capire perch? son s? tifosissimi di calcio ma ad ogni gara del DTM ci sono non meno di 50 mila spettatori mentre qua gli spettatori si contano sulle dita di una mano..ripeto, tutta colpa del DIO CALCIO che sta rovinando tutto, non si sente altro che parlare di calcio tutti i giorni dalla mattina alla sera e chi va a p...ne sono sport meravigliosi come il nostro, nessuno va pi? a vedere una gara..anche alle olimpiadi invernali a Vancouver avrete sentito gli atleti del fondo coem si sono lamnetati che di loro si sente parlare solo ogni 4 anni, per colpa della TV che non parla altro che di calcio e che ? scandaloso...ecco, solo in un apese come il nostro ci possono essere tre quotidiani sportivi dove i 4/5 delle apgine parlano solo di calcio e delgi altri solo 2 righette nascoste, meno male che c'? Internet che ci aiuta e non poco.

 

scusate lo sfogo, ma per me era legittimo!

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la stampa ? tutta uguale al mondo. oltre ai sport nazionali seguono pochissimo gli altri, ? normale in caso di olimpiadi e coppa del mondo sono pi? interessati.

 

gli italiani di vancouver devono stare zitti, perch? a differenza dei colleghi fanno gli estivi sono conosciuti e tutte le loro gare vanno in diretta, tranne per il slittino e bob. ma solo perch? non hanno nessuna copertura televesiva il loro campionato. i sciatori di fondo di alpino e di pattinaggio sono conosciuti. queli del estivo tranne quelli della maratona gli altri sono completamente sconosciuti. se vi chiedo chi ha fatto la semifinale dei 100 metri questa estate ai mondiali di atletica nessuno lo sa dire. diversamente quali sono gli atleti fanno lo slalom gigante nella coppa del mondo 2009/10.

 

.

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Non capisco come se Imola sta sparendo possa essere colpa del calcio: indagini a parte, se in germania le cose convivono, direi che non ? un problema di sport.

 

La stampa specializzata che fa? 95% delle pagine alla Ferrari, nelle ultime tre righe formulacart,wtcc,kart,lemansseries,formulabmw

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