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Osrevinu

Menzogne cubitali!

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Palle cos? grosse come quelle di Prodi, da Berlusconi nn le ho mai sentite.

 

Prodi disse a chiare lettere ke nn aumentava le tasse, ma che anzi le diminuiva. Stiamo vedendo tutti quello ke sta accadendo.

 

Ah si? Proprio su quel frangente... Non era Brelusconi quel tipo del contratto con gli italiani?

 

"Abbattimento della pressione fiscale:

 

* con l'esenzione totale dei redditi fino a 22 milioni di lire annui;

* con la riduzione al 23% per i redditi fino a 200 milioni di lire annui;

* con la riduzione al 33% per i redditi sopra i 200 milioni di lire annui;"

 

Prima ha detto che lo faceva in 100 giorni, poi che lo faceva nel 2002, poi nel 2003, poi ? stasto rimandato al 2004, al 2005... alla fine ? stato fatto?

 

 

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aspetta che la facciano gli altri per dire che la fanno col c*lo :hihi:

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Ah davvero? Complimenti per l'onest? intellettuale e le menzogne che spari.

 

dimostri la stessa intollerenza e offensit? di Berlusconi nei confronti degli altri . complimenti :)

passo e chiudo

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Palle cos? grosse come quelle di Prodi, da Berlusconi nn le ho mai sentite.

 

Prodi disse a chiare lettere ke nn aumentava le tasse, ma che anzi le diminuiva. Stiamo vedendo tutti quello ke sta accadendo.

 

Ah si? Proprio su quel frangente... Non era Brelusconi quel tipo del contratto con gli italiani?

 

"Abbattimento della pressione fiscale:

 

* con l'esenzione totale dei redditi fino a 22 milioni di lire annui;

* con la riduzione al 23% per i redditi fino a 200 milioni di lire annui;

* con la riduzione al 33% per i redditi sopra i 200 milioni di lire annui;"

 

Prima ha detto che lo faceva in 100 giorni, poi che lo faceva nel 2002, poi nel 2003, poi ? stasto rimandato al 2004, al 2005... alla fine ? stato fatto?

Le tasse Berlusconi le ha diminuite (lo ammissero gli stessi Fassino, Rutelli e D'Alema dicendo che "...anche se di poco, sono state diminuite") Certo nn si sono potute introdurre quelle aliquote x dissensi interni alla CdL, ed infatti quello ? stato l'unico punto nn rispettato al 100% del famoso contratto, lo ammise lo stesso Berlusconi.

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BERLUSCONI MAFIOSO ?

 

10 domande al Cavaliere per negarlo.

 

Dai miliardi per comprare il terreno della futura Milano2, alle societa' siciliane con parenti di Buscetta: al Signore di Arcore la parola.

 

Spieghi, e sia chiaro.

 

di max parisi

 

Basta. Basta con questa indicibile manfrina messa in piedi dai mezzi di comunicazione di massa sulle vicende giudiziarie - specialmente quelle palermitane - di Silvio Berlusconi. E' arrivata l'ora delle certezze definitive.

 

Di seguito presento al signor Berlusconi una serie di domande invitandolo pubblicamente a rispondere nel merito con cristallina chiarezza affinche' una volta per tutte sia lui in prima persona a dimostrare - se ne e' capace - che con Cosa Nostra non ha e non ha mai avuto nulla a che fare. A scanso di equivoci e strumentalizzazioni, gia' da ora - signor Berlusconi - le annuncio che nessuna delle notizie sul suo conto che leggera' in questo articolo e' frutto di "pentimenti", e nessuna delle domande che le sto per porre si basa o prende spunto anche fosse in modo marginale dalle parole dei cosiddetti "pentiti". Tutto al contrario, esse si basano su personali indagini e su documenti amministrativi che in ogni momento - se lo riterra' - potro' inviarle perche' si sinceri della loro autenticita'. Detto questo, prego, legga, e mi sappia poi dire.

 

Partiamo da lontano, perche' lontano inizia la sua storia imprenditoriale, signor Berlusconi.

 

Primo quesito: lei certamente ricorda che il 26 settembre 1968 la sua societa' - l'Edilnord Sas - acquisto' dal conte Bonzi l'intera area dove di li' a breve lei costruira' il quartiere di Milano2. Lei pago' l'area circa 4.250 lire al metro quadrato, per un totale di oltre 3 miliardi. Questa somma, nel 1968 quando lei aveva appena 32 anni e nessun patrimonio familiare alle spalle, e' di enorme portata. Oggi, tabelle Istat alla mano, equivarrebbe a 38 miliardi, 739 milioni e spiccioli. Dopo l'acquisto - intendo dire nei mesi successivi - lei apri' un gigantesco cantiere edilizio, il cui costo arrivera' a sfiorare 500 milioni al giorno, che in circa 4-5 anni portera' all'edificazione di Milano2 cosi' come e' oggi. Ecco la prima domanda: signor Berlusconi, a lei, quando aveva 32 anni, gli oltre 30 miliardi per comprare l'area, chi li diede? Inoltre: che garanzie offri' e a chi per ricevere tale ingentissimo credito? In ultimo: il denaro per avviare e portare a conclusione il super-cantiere, chi glielo forni'? Vede, se lei non chiarisce questi punti, si e' autorizzati a credere che le due misteriose finanziarie svizzere amministrate dall'avvocato di Lugano Renzo Rezzonico "sue finanziatrici", cosi' come altre finanziarie elvetiche che entreranno in scena al suo fianco e che tra poco incontreremo, sono paraventi dietro i quali si sono nascosti soggetti tutt'altro che raccomandabili. Si', perche' - mi creda signor Berlusconi - nel 1998, oggi, se lei chiarisse una volta per tutte, con nomi e cognomi, chi le presto' tale gigantesca fortuna facendo con questo crollare ogni genere di sospetto e insinuazione sul suo conto, nessuno e dico nessuno si alzerebbe per criticarla sostenendo che lei opero' con capitali sfuggiti, per esempio, al fisco italiano e riparati in Svizzera, poi rientrati in Italia grazie alla sua attivita' imprenditoriale. Sarei il primo ad applaudirla, signor Berlusconi, se la realta' fosse questa. Se invece di denaro frutto di attivita' illecite, si tratto' di risparmi onestamente guadagnati e quindi sottratti dai rispettivi proprietari al fisco assassino italiota che grazie a lei ridiventarono investimenti, lei sarebbe da osannare. Parli, signor Berlusconi, faccia i nomi e il castello di accuse di riciclaggio cadra' di schianto.

 

Secondo quesito: il 22 maggio 1974 - certamente lo ricorda, signor Berlusconi - la sua societa' "Edilnord Centri Residenziali Sas" compi' un aumento di capitale che cosi' arrivo' a 600 milioni (4,8 miliardi di oggi, fonte Istat). Il 22 luglio 1975 la medesima societa' esegui' un altro aumento di capitale passando dai suddetti 600 milioni a 2 miliardi (14 miliardi di oggi, fonte Istat). Anche in questo caso, vorrei sapere da dove e da chi sono arrivati queste forti somme di denaro in contanti.

 

Terzo quesito: il 2 febbraio 1973 lei fondo' un'altra societa', la Italcantieri Srl. Il 18 luglio 1975 questa sua piccola impresa divento' una Spa con un aumento di capitale a 500 milioni. In seguito, quei 500 milioni diventeranno 2 miliardi e lei fara' in modo di emettere anche un prestito obbligazionario per altri 2 miliardi. Signor Berlusconi, anche in questo caso le chiedo: il denaro in contanti per queste forti operazioni finanziarie, chi glielo diede? Fuori i nomi.

 

Quarto quesito: lei non puo' essersi scordato che il 15 settembre 1977 la sua societa' Edilnord cedette alla neo-costituita "Milano2 Spa" tutto il costruito del nuovo quartiere residenziale nel Comune di Segrate battezzato "Milano2" piu' alcune aree ancora da edificare di quell'immenso terreno che lei compero' nel '68 per l'equivalente di piu' di 32 miliardi in contanti. Tuttavia quel 15 settembre di tanti anni fa, accadde un altro fatto: lei, signor Berlusconi, decise il contemporaneo cambiamento di nome della societa' acquirente. Infatti l'impresa Milano2 Spa inizio' a chiamarsi cosi' proprio da quella data. Il giorno della sua fondazione a Roma, il 16 settembre 1974, la futura Milano2 Spa - come lei senza dubbio rammenta - viceversa rispondeva al nome di Immobiliare San Martino Spa, "forte" di un capitale di lire 1 (un) milione, il cui amministratore era Marcello Dell'Utri. Lo stesso Dell'Utri che lei, signor Berlusconi, sostiene fosse a quell'epoca un <>. Sempre il 15 settembre 1977, quel milione venne portato a 500 e la sede trasferita da Roma a Segrate. Il 19 luglio 1978, i 500 milioni diventeranno 2 miliardi di capitale sociale. Ecco, anche in questo caso, vorrei sapere dove ha preso e chi le ha fornito tanto denaro contante e in base a quali garanzie.

 

Quinto quesito: signor Berlusconi, il cuore del suo impero, la notissima Fininvest, certamente ricorda che nacque in due tappe. Partiamo dalle seconda: l'8 giugno 1978 lei fondo' a Roma la "Finanziaria d'Investimento Srl" - in sigla Fininvest - dotandola di un capitale di 20 milioni e di un amministratore che rispondeva al nome di Umberto Previti, padre del noto Cesare di questi tempi grami (per lui). Il 30 giugno 1978 il capitale sociale di questa sua creatura venne portato a 50 milioni, il 7 dicembre 1978 a 18 miliardi, che al valore d'oggi sarebbero 81 miliardi, 167 milioni e 400 mila lire. In 6 mesi, quindi, lei passo' dall'avere avuto in tasca 20 milioni per fondare la Fininvest Srl a Roma, a 18 miliardi. Fra l'altro, come lei certamente ricorda, la societa' in questo periodo non possedeva alcun dipendente. Nel luglio del 1979 la Fininvest Srl, con tutti quei soldi in cassa, venne trasferita a Milano. Poco prima, il 26 gennaio 1979 era stata "fusa" con un'altra sua societa' dall'identico nome, signor Berlusconi: la Fininvest Spa di Milano. Questa societa' fu la prima delle due tappe fondamentali di cui dicevo poc'anzi alla base dell'edificazione del suo impero, e in realta' di milanese aveva ben poco, come lei ben sa. Infatti la Fininvest Spa venne anch'essa fondata a Roma il 21 marzo del 1975 come Srl, l'11 novembre dello stesso anno trasformata in Spa con 2 miliardi di capitale, e quindi trasferita nel capoluogo lombardo. Tutte operazioni, queste, che penso', decise e attuo' proprio lei, signor Berlusconi.Dopo la fusione, ricorda?, il capitale sociale verra' ulteriormente aumentato a 52 miliardi (al valore dell'epoca, equivalenti a piu' di 166 miliardi di oggi, fonte Istat). Bene, fermiamoci qui. Signor Berlusconi, i 17 miliardi e 980 milioni di differenza della Fininvest Srl di Roma (anno 1978) chi glieli forni'? Vorrei conoscere nomi e cognomi di questi suoi munifici amici e anche il contenuto delle garanzie che lei, signor Berlusconi, offri' loro. Lo stesso dicasi per l'aumento, di poco successivo, a 52 miliardi. Naturalmente le chiedo anche notizie sull'origine dei fondi, altri 2 miliardi, della "gemella" Fininvest Spa di Milano che lei fondo' nel 1975, anno pessimo per cio' che attiene al credito bancario e ancor peggio per i fondamentali dell'economia del Paese.

 

Sesto quesito: lei, signor Berlusconi, almeno una volta in passato tento' di chiarire il motivo dell'esistenza delle 22 (ma c'e' chi scrive, come Giovanni Ruggeri, autore di "Berlusconi, gli affari del Presidente" siano molte di piu', addirittura 38) "Holding Italiane" che detengono tuttora il capitale della Fininvest, esattamente l'elenco che inizia con Holding Italiana Prima e termina con Holding Italiana Ventiduesima. Lei sostenne che la ragione di tale castello societario sta nell'aver inventato un meccanismo per pagare meno tasse allo Stato. Cosi' pure, signor Berlusconi, lei ha dichiarato che l'inventore del marchingegno finanziario, che ripeto detiene - sono sue parole - l'intero capitale del Gruppo, fu Umberto Previti e l'unico scopo per il quale l'invento' consisteva - e consiste tutt'oggi - nell'aver abbattuto di una considerevole percentuale le tasse, ovvero il bottino del rapinoso fisco italiota ai suoi danni, con un meccanismo assolutamente legale. Queste, mi corregga se sbaglio, furono le ragioni che addusse a suo tempo, signor Berlusconi, per spiegare il motivo per cui il capitale della Fininvest e' suddiviso cosi'. E' una motivazione, pero', che a molti appare quanto meno curiosa, se raffrontata - ad esempio - con l'assetto patrimoniale di un altro big dell'imprenditoria nazionale, Giovanni Agnelli, che viceversa ha optato da molti anni per una trasparentissima societa' in accomandita per detenere e definire i propri beni e quote del Gruppo Fiat. In sostanza lei, signor Berlusconi, piu' volte ha ribadito che "dietro" le 22 Holding c'e' soltanto la sua persona e la sua famiglia. Non avro' mai piu' motivo di dubitare di questa sua affermazione quando lei spieghera' con assoluta chiarezza le ragioni di una sua scelta a dir poco stupefacente. Questa: c'e' un indirizzo - a Milano - che lei, signor Berlusconi conosce molto bene. Si tratta di via Sant'Orsola 3, pieno centro cittadino. A questo indirizzo nel 1978 nacque una societa' fiduciaria - ovvero dedita alla gestione di patrimoni altrui - denominata Par.Ma.Fid.A fondarla furono due commercialisti, Roberto Massimo Filippa e Michela Patrizia Natalini. Detto questo, certo rammenta, signor Berlusconi, che importanti quote di diverse delle suddette 22 Holding verranno da lei intestate proprio alla Par. Ma.Fid. Esattamente il 10 % della Holding Italiana Seconda, Terza, Quarta, Quinta, Ventunesima e Ventiduesima, piu' il 49% della Holding Italiana Prima, la quale - in un perfetto gioco di scatole cinesi - a sua volta detiene il 100% del capitale della Holding Italiana Sesta e Settima e il 51% della Holding Italiana Ventiduesima. Vede, signor Berlusconi, dovrebbe chiarirmi per conto di chi la Par.Ma.Fid. gestira' questa grande fetta del Gruppo Fininvest e perche' lei decise di affidare proprio a questa societa' tale immensa fortuna. Infatti lei - che e' un attento lettore di giornali e ha a sua disposizione un ferratissimo nonche' informatissimo staff di legali civilisti e penalisti - non puo' non sapere che la Par.Ma.Fid. e' la medesima societa' fiduciaria che ha gestito - esattamente nello stesso periodo - tutti i beni di Antonio Virgilio, finanziere di Cosa Nostra e grande riciclatore di capitali per conto dei clan di Giuseppe e Alfredo Bono, Salvatore Enea, Gaetano Fidanzati, Gaetano Carollo, Carmelo Gaeta e altri boss - di area corleonese e non - operanti a Milano nel traffico di stupefacenti a livello mondiale e nei sequestri di persona. Quindi, signor Berlusconi, a chi finivano gli utili della Fininvest relativi alle quote delle Holding in mano alla Par.Ma.Fid.? Per conto di chi la Par.Ma.Fid. incassava i dividendi e gestiva le quote in suo possesso? Chi erano - mi passi il termine - i suoi "soci", signor Berlusconi, nascosti dietro lo schermo anonimo della fiduciaria di via Sant'Orsola civico 3? Capisce che in assenza di una sua precisa quanto chiarificatrice risposta che faccia apparire il volto - o i volti - di coloro che per anni incasseranno fior di quattrini grazie alla Par.Ma.Fid., ovvero alle quote della Fininvest detenute dalla Par.Ma.Fid. non si sa per conto di chi, sono autorizzato a pensare che costoro non fossero estranei all'altro "giro" di clienti contemporaneamente gestiti da questa fiduciaria, clienti i cui nomi rimandano direttamente ai vertici di Cosa Nostra.

 

Settimo quesito: e' universalmente noto che lei, signor Berlusconi, come imprenditore e' "nato col mattone" per poi approdare alla televisione. Proprio sull'edificazione del network tivu' e' incentrato questo punto. Lei, signor Berlusconi, certamente ricorda che sul finire del 1979 diede incarico ad Adriano Galliani di girare l'Italia ad acquistare frequenze tivu'. Lo scopo - del tutto evidente - fu quello di costituire una rete di emittenti sotto il suo controllo, signor Berlusconi, in modo da poter trasmettere programmi, ma soprattutto pubblicita', che cosi' sarebbe stata "nazionale" e non piu' locale. La differenza dal punto di vista dei fatturati pubblicitari, ovviamente, era enorme. Fu un piano perfetto. Se non che, Adriano Galliani invece di buttarsi a capofitto nell'acquisto di emittenti al Nord, inizio' dal Sud e precisamente dalla Sicilia, dove entro' in societa' con i fratelli Inzaranto di Misilmeri (frazione di Palermo) nella loro Retesicilia Srl, che dal 13 novembre 1980 vedra' nel proprio consiglio di amministrazione Galliani in persona a fianco di Antonio Inzaranto. Ora lei, signor Berlusconi, da imprenditore avveduto qual e', non puo' non avere preso informazioni all'epoca sui suoi nuovi soci palermitani, personaggi molto noti da quelle parti per ben altre questioni, oltre la tivu'. Infatti Giuseppe Inzaranto, fratello di Antonio nonche' suo partner, e' marito della nipote prediletta di Tommaso Buscetta. No, sia chiaro, non mi riferisco al "pentito Buscetta" del 1984, ma al super boss che nel '79 e' ancora braccio destro di Pippo Calo' e amico intimo di Stefano Bontate, il capo dei capi della mafia siciliana. Quindi, signor Berlusconi, perche' entro' in affari - tramite Adriano Galliani - con gente di questa risma? C'e' da notare, oltre tutto, che i fratelli Inzaranto sono di Misilmeri. Le dice niente, signor Berlusconi, questo nome? Guardi che glielo sto chiedendo con grande serieta'. Infatti proprio di Misilmeri sono originari i soci siciliani della nobile famiglia Rasini che assieme alla famiglia Azzaretto - nativa di Misilmeri, appunto - fondo' nel 1955 la banca di Piazza Mercanti, la Banca Rasini. Giuseppe Azzaretto e suo figlio, Dario Azzaretto, sono persone delle quali lei, signor Berlusconi, con ogni probabilita' sentiva parlare addirittura in casa da suo padre. Gli Azzaretto erano - con i Rasini - i diretti superiori di suo padre Luigi, signor Berlusconi. Gli Azzaretto di Misilmeri davano ordini a suo padre, signor Berlusconi, che per molti anni fu loro procuratore, il primo procuratore della Banca Rasini. Certo non le vengo a chiedere con quali capitali - e di chi - Giuseppe Azzaretto riusci' ad affiancarsi nel 1955 ai potenti Rasini di Milano, tenuto conto che Misilmeri e' tutt'oggi una tragica periferia della peggiore Palermo, pero' che a lei Misilmeri possa risultare del tutto sconosciuta, mi appare inverosimile. Ora le ripeto la domanda: si informo' sulla "serieta'" e la "moralita'" dei nuovi soci - il clan Inzaranto - quando tra il 1979 e l'80 diverranno parte fondamentale della sua rete tivu' nazionale?

 

Ottavo quesito: certo a lei, signor Berlusconi, il nome della societa' Immobiliare Romana Paltano non puo' risultare sconosciuto. E' impossibile non ricordi che nel 1974 la suddetta, 12 milioni di capitale, fini' sotto il suo controllo amministrata da Marcello Dell'Utri, perche' proprio sui terreni di questa societa' lei dara' corso all'iniziativa edilizia denominata Milano3. Cosi' pure ricordera' che nel 1976 l'esiguo capitale di 12 milioni aumentera' a 500, e che il 12 maggio del 1977 salira' ulteriormente a 1 (un) miliardo, e che cambiera' anche la sua denominazione in Cantieri Riuniti Milanesi Spa. Come al solito, vengo subito al dunque: anche in questo ennesimo caso, chi le forni', signor Berlusconi, questi forti capitali per aumentare la portata finanziaria di quella che era una modestissima impresa del valore di soli 12 milioni quando la acquisto'?

 

Nono quesito: lei, signor Berlusconi, certamente rammenta che il 4 maggio 1977 a Roma fondo' l'Immobiliare Idra col capitale di 1 (un) milione. Questa societa', che oggi possiede beni immobili pregiatissimi in Sardegna, l'anno successivo - era il 1978 - aumento' il proprio capitale a 900 milioni. Signor Berlusconi, da dove arrivarono gli 899 milioni (4 miliardi e 45 milioni d'oggi, fonte Istat) che fecero la differenza ?

 

Decimo quesito: signor Berlusconi, in piu' occasioni lei ha usato per mettere in porto affari di vario genere - l'acquisto dell'attaccante Lentini dal Torino Calcio, ad esempio - la finanziaria di Chiasso denominata Fimo. Anche in questo caso, come nel precedente riferito alla Par.Ma. Fid., lei ha scelto una societa' fiduciaria - questa volta domiciliata in Svizzera - al cui riguardo le cronache giudiziarie si erano largamente espresse. Tenuto conto della potenza dello staff informativo che la circonda, signor Berlusconi, mi appare del tutto inverosimile che lei non abbia saputo, circa la Fimo di Chiasso, che e' stata per lungo tempo il canale privilegiato di riciclaggio usato da Giuseppe Lottusi, arrestato il 15 novembre del 1991 mentre "esportava" forti capitali della temibile cosca palermitana dei Madonia. Cosi' pure non le sara' sfuggito che Lottusi venne condannato a 20 anni di reclusione per quei reati. Tuttora e' in carcere a scontare la pena. Ebbene, signor Berlusconi, se quel gangster fini' in galera il 15 novembre del '91, nella primavera del 1992 - cioe' pochi mesi dopo quel fatto che campeggio' con dovizia di particolari, anche circa la Fimo, sulle prime pagine di tutti i giornali - il suo Milan "pag?" una forte somma "in nero" - estero su estero - per la cessione di Gianluigi Lentini, e uso' per la transazione proprio la screditatissima Fimo, fiduciaria di narcotrafficanti internazionali. Perche', signor Berlusconi?

 

Ecco, queste sono le domande.

 

Risponda, signor Berlusconi.

 

Presto.

 

Come ha visto, di "pentiti" veri o presunti non c'e' traccia nei 10 quesiti. Semmai c'e' il profumo di centinaia di miliardi che tra il 1968 e il 1979 finirono nelle sue mani, signor Berlusconi. E tuttora non si sa da dove arrivarono. Poiche' c'e' chi l'accusa che quell'oceano di quattrini provenne dalle casse di Cosa Nostra e sta indagando proprio su questo, prego, schianti ogni possibile infamia dicendo semplicemente la verita'. Punto per punto, nome per nome. E' un'occasione d'oro per farla finita una volta per tutte. Sappia che d'ora in poi il silenzio non le e' piu' consentito ne' come imprenditore, ne' come politico, ne' come uomo.

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? tutto un complotto mav , che ci vuoi fare , ? colpa dei comunisti :rolleyes::rolleyes:

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? tutto un complotto mav , che ci vuoi fare , ? colpa dei comunisti :rolleyes::rolleyes:

 

 

L'articolo ? di un leghista :hihi: :hihi: :hihi:

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Ieri Montezemolo ha proposto ai sindacati un nuovo patto per lo sviluppo. Quel che chiede la Confindustria ai lavoratori ? scontato; ? oscuro, invece, ci? che gli industriali possono garantire. Probabilmente nulla. Ci? che ? accaduto negli ultimi sei anni e che ieri ci ha raccontato Bankitalia, ? sotto gli occhi: le imprese da anni sono il vero ?buco nero? dell'economia italiana. Debbono investire e migliorare la competitivit?, esorta la banca. Quello che per le imprese ? solo una ?esortazione?, per i lavoratori ? un un ultimatum: debbono accettare l' innalzamento dell'et? pensionabile. Verrebbe da dire: teniamoci lo ?scalone?, visto che il peggio sembra essere dietro l'angolo. Quando un paese pensa che la soluzione di tutti i problemi sia la penalizzazione di chi crea realmente la ricchezza, il futuro ? nero.

 

L'analisi che fa il Bollettino economico di Bankitalia ? impietosa e preoccupante. Ci raccontano, ad esempio, che dal 2000 il costo del lavoro per unit? di prodotto ? aumentato del 23%, mentre i Francia e Germania ? diminuito tra il 5 e il 10%. Il problema non ? nei salari (aumentati all'estero pi? che in Italia) ma nella produttivit?: da noi diminuisce, mentre nei paesi concorrenti ? cresciuta di circa il 23%. Il motivo? Semplice: gli imprenditori italiani non investono e soprattutto non innovano perch? non fanno ricerca. In queste condizioni la produttivit? non pu? aumentare.

Cresce, invece, l'occupazione peggiore: ? casuale che ?oltre il 40% della maggiore occupazione ? costituita da rapporti di lavoro temporanei?? Ovviamente, no. La flessibilit?, l'atipicit? del lavoro diventano il succedaneo degli investimenti. Alle singole imprese va bene cos?, ma il sistema Italia rischia di affogare. Certo, non ? facile convincere le imprese a fare ricerca, investire, innovare. Intanto per? un governo pi? attento potrebbe cercare di rendere pi? difficile la precarizzazione legata alla legge 30 e prima ancora alla legge Treu.

 

Prodi, per?, su questo fronte ? paralizzato e non fa nulla, Bankitalia non suggerisce di fare, mentre Montezemolo promette cose che non pu? mantenere visto che la modernizzazione del sistema industriale non pu? essere realizzata da imprenditori che preferiscono fare profitti vivendo alla giornata. E anche passando dalla teoria alla prassi il governo fa acqua da tutte le parti. Le migliaia di studenti e lavoratori dell'universit? e della ricerca che oggi scendono in piazza sono la prova di una miopia della politica economica, dell'incapacit? di progettare il futuro.

 

Le carte che Prodi ha in mano sono congiunturalmente favorevoli (e Bankitalia ? prodiga di lodi per l'azione del governo) ma il futuro ? cosa molto incerta. Anche perch? il taglio del cuneo fiscale ha il fiato corto: ? una misura una tantum che avr? effetti solo per il 2007, poi saremo daccapo, con gli stessi problemi di produttivit? e di inevitabile declino e perdita di competitivit?. In altri tempi, quando le imprese private non facevano o non furono in grado di fare il loro dovere, scese in campo lo stato. E i risultati furono soddisfacenti. In alcuni casi clamorosi, prima che i partiti ci mettessero la zampino. Oggi, purtroppo, si parla solo di privatizzazioni: lo stato ?leggero? si ? fatto solo arbitro di partite spesso truccate. Bankitalia fa bene a chiedere una vera concorrenza, ma farebbe altrettanto bene a suggerire l'intervento del pubblico quando ? evidente la mancanza di volont? e capacit? dei ?giocatori di operare? a favore del bene comune.

 

Galapagos

Fonte: www.ilmanifesto.it

17.11.06

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per? ha detto che era un presidente operaio rotfl

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? tutto un complotto mav , che ci vuoi fare , ? colpa dei comunisti :rolleyes::rolleyes:

 

 

L'articolo ? di un leghista :hihi: :hihi: :hihi:

 

ma quelli che dovrebbero appoggiare il governo , secondo le ultime voci ? il cerchio si chiude :lol: ci sono sempre i comunisti di mezzo :hihi:

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Il motivo? Semplice: gli imprenditori italiani non investono e soprattutto non innovano perch? non fanno ricerca. In queste condizioni la produttivit? non pu? aumentare.

Per forza, aprono tutti laborat?ri nei paesi dell'est, oppure assumono extracomunitari senza contributi

 

 

Cresce, invece, l'occupazione peggiore: ? casuale che ?oltre il 40% della maggiore occupazione ? costituita da rapporti di lavoro temporanei?? Ovviamente, no. La flessibilit?, l'atipicit? del lavoro diventano il succedaneo degli investimenti. Alle singole imprese va bene cos?, ma il sistema Italia rischia di affogare.
la precarit? dell'Italia di oggi ? una piaga sociale, una spirale che potrebbe durare anni; una spada di damocle sulla vita presente e futura di chi vorrebbe fare una famiglia.

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Il motivo? Semplice: gli imprenditori italiani non investono e soprattutto non innovano perch? non fanno ricerca. In queste condizioni la produttivit? non pu? aumentare.

Per forza, aprono tutti laborat?ri all'estero, oppure assumono extracomunitari senza contributi

 

 

Cresce, invece, l'occupazione peggiore: ? casuale che ?oltre il 40% della maggiore occupazione ? costituita da rapporti di lavoro temporanei?? Ovviamente, no. La flessibilit?, l'atipicit? del lavoro diventano il succedaneo degli investimenti. Alle singole imprese va bene cos?, ma il sistema Italia rischia di affogare.
la precarit? dell'Italia di oggi ? una piaga sociale, una spirale che potrebbe durare anni una spada di damocle sulla vita futura di chi vorrebbe fare una famiglia.

aggiungici pure che gli imprenditori preferiscono arricchirsi (loro e i loro grandi azionisti, mica l'operaio pezzente) con la Borsa e l'Immobiliare...

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Il motivo? Semplice: gli imprenditori italiani non investono e soprattutto non innovano perch? non fanno ricerca. In queste condizioni la produttivit? non pu? aumentare.

Per forza, aprono tutti laborat?ri all'estero, oppure assumono extracomunitari senza contributi

 

 

Cresce, invece, l'occupazione peggiore: ? casuale che ?oltre il 40% della maggiore occupazione ? costituita da rapporti di lavoro temporanei?? Ovviamente, no. La flessibilit?, l'atipicit? del lavoro diventano il succedaneo degli investimenti. Alle singole imprese va bene cos?, ma il sistema Italia rischia di affogare.
la precarit? dell'Italia di oggi ? una piaga sociale, una spirale che potrebbe durare anni una spada di damocle sulla vita futura di chi vorrebbe fare una famiglia.

aggiungici pure che gli imprenditori preferiscono arricchirsi (loro e i loro grandi azionisti, mica l'operaio pezzente) con la Borsa e l'Immobiliare...

 

 

ovvio, anche se le ditte chiudono o falliscono gli imprenditori falliscono coi soldi mentre il povero operaio resta con le pezze nel c*lo nella stragrande maggioranza dai casi (e senza il Cayenne turbo)

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Ah davvero? Complimenti per l'onest? intellettuale e le menzogne che spari.

 

dimostri la stessa intollerenza e offensit? di Berlusconi nei confronti degli altri . complimenti :)

passo e chiudo

 

Vedo che in questo topic si ride sempre! :rotfl:

 

? tutto un complotto mav , che ci vuoi fare , ? colpa dei comunisti :rolleyes::rolleyes:

 

 

L'articolo ? di un leghista :hihi: :hihi: :hihi:

 

ma quelli che dovrebbero appoggiare il governo , secondo le ultime voci ? il cerchio si chiude :lol: ci sono sempre i comunisti di mezzo :hihi:

 

:hihi:

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Prodi: "Noi non aumentermo di una lira le tasse, anzi noi le abbasseremo"

Ansa 3 Aprile 2006

Sei proprio noioso... :assonnato:

 

Palle cos? grosse come quelle di Prodi, da Berlusconi nn le ho mai sentite.

:rotfl:

Modifico a proposito una delle frasi culto dell film "Febbre da cavallo" di Steno: questa ? la pi? grande st***ta da quando l'uomo ha inventato la politica (in realt? ? il cavallo).

 

Ah davvero? Complimenti per l'onest? intellettuale e le menzogne che spari.

 

dimostri la stessa intollerenza e offensit? di Berlusconi nei confronti degli altri . complimenti :)

passo e chiudo

Quoto all'infinito.

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Come al solito vedo che al caro ioannis il vizio di negare la realt? che per lui del resto ? solo quella che fa comodo al partito come ogni buon elettore di sinistra, nn ? passato. Ma del resto cosa mi posso aspettare da gente che appoggia un leader che per SUA STESSA ammissione disse davanti alla commissione Moro di avere partecipato ad una seduta spiritica dove lo spirito di nn si sa bene quale fantasma ha detto ke Moro che stava a Via Gradoli a Roma....... A tal riguardo nel 98 il presidente della commissione d'inchiesta disse queste parole: ?Non ? assolutamente credibile che il nome Gradoli sia venuto fuori in una seduta spiritica in cui sarebbe stato evocato lo spirito dell'onorevole La Pira, affinch? rivelasse il luogo in cui Moro era tenuto prigioniero. Ho dovuto invece ritenere che il nome Gradoli fosse filtrato nell'ambiente dell'Autonomia bolognese, e che il riferimento alla seduta spiritica, fosse un singolare, quanto trasparente espediente di copertura della fonte informativa?. Insomma Prodi stava mentendo sapendo di mentire pretendendo che noi ci bevessimo la storiella del piattino.

http://www.macchianera.net/2006/02/01/il_c..._prodi_via.html

Uno che ha svenduto le aziende dello stato (ovvero quelle sovvenzionate con i miei soldi) per quattro lire dopo averle pagare (sempre coi miei soldi) miliardi.

Vorresti negare ke Prodi ha detto che lui le tasse nn le alzava? Ma per favore.

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Dure critiche del centrodestra al leader delle sinistre-Ulivo

?Compra al massimo e vende al minimo: ? questa la regola del prof. Prodi, quando tratta affari col denaro pubblico?

 

La regola pi? importante, per il dirigente di una azienda (privata o pubblica), ? cercare di ?spuntare? (come si dice in gergo) il prezzo pi? basso quando si compra e quello pi? alto quando si vende. Ma con il pubblico amministratore Romano Prodi, a sentire i suoi avversari politici, sarebbe avvenuto esattamente il contrario: con il risultato, davvero singolare e tutt?altro che edificante per chi ha amministrato e vuol continuare ad amministrare denaro pubblico, di ?comprare al massimo e vendere al minimo?. Le dure critiche degli uomini del centrodestra al leader delle sinistre-Ulivo si riferiscono alla sua attivit? di presidente dell?Iri (nei lontani anni della prima Repubblica) ed a quella di presidente del Consiglio (in anni recenti della seconda).

 

Delle attivit? amministrative del prof. Prodi all?Iri, nel 1985, ha parlato l?anno scorso in un?aula del tribunale di Milano l?imprenditore Silvio Berlusconi, chiamato in causa nel processo Sme per le presunte tangenti che avrebbe fatto versare dall?avv. Previti ad alcuni magistrati romani quando non era ancora in politica. ?Il prof. Prodi?, ha detto testualmente l?attuale presidente del Consiglio, ?stava per svendere all?ing. Carlo De Benedetti, per 395 miliardi delle vecchie lire (di cui solo una minima parte in contanti), una azienda di Stato che ne valeva molti di pi?: la Sme, che raggruppava una serie di industrie alimentari di assoluto prestigio sia sul mercato italiano che su quello mondiale?.

 

?A quella svendita?, ha spiegato Berlusconi, ?ci siamo opposti io e gli industriali Barilla e Ferrero, con una offerta superiore di parecchio a quella di De Benedetti; e grazie al nostro intervento, che ha indotto i giudici a bloccare l?operazione, lo Stato italiano avr? poi la possibilit? di vendere quelle aziende, valutate dal signor Prodi non pi? di 395 miliardi, per ben 2 mila miliardi?. Ed ha concluso, con un tono tra l?ironico e l?amaro: ?Uno che fa guadagnare tanti soldi allo Stato merita, io credo, una medaglia d?oro; ed invece io sono qui, nell?aula di un tribunale, con l?accusa di aver fatto corrompere i magistrati che hanno impedito quella svendita insensata?. Hanno capito benissimo le ragioni dell?imprenditore Berlusconi, i giudici di Milano, ed il verdetto del tribunale ? stato di piena assoluzione.

 

Del prof. Prodi presidente del Consiglio con le sinistre-Ulivo (due soli anni e mezzo di governo, dal maggio del 1996 all?ottobre del ?98, quando fu ?pugnalato? dal Bertinotti segretario di Rifondazione comunista e costretto a cedere la poltrona al comunista D?Alema), hanno parlato invece, nell?aula della Commissione parlamentare d?inchiesta sull?affare Telekom Serbia, deputati di tutti i partiti, per l?acquisto di una quota della disastratissima televisione di Stato del dittatore jugoslavo Milosevic da parte della nostra Stet-Telecom, a quel tempo propriet? dello Stato italiano per il 61 per cento, per 887miliardi delle nostre vecchie lire.

 

Chi autorizz? quell?acquisto, inopportuno politicamente (visto che Milosevic era stato gi? bollato in tutta Europa come ?dittatore sanguinario?) ed incredibilmente disastroso sotto il profilo economico? Disastroso ? l?aggettivo giusto, perch? quella stessa quota di Telekom Serbia, supervalutata in maniera stolta e irresponsabile da chi l?ha acquistata, sar? poi rivenduta allo stesso governo di Belgrado (senza Milosevic) per poco pi? di 300 miliardi, e cio? un terzo della somma a suo tempo versata, con una perdita di circa 600 miliardi.

 

Penso a quello che sarebbe successo in una azienda privata (che so, in una delle tante aziende dell?imprenditore Silvio Berlusconi), se qualcuno degli amministratori avesse ideato e condotto in porto una operazione del genere: lo avrebbero cacciato a pedate, se non addirittura mandato in galera. Ed invece alla Stet-Telecom, aziende dello Stato per il 61 per cento, non accadde nulla. Come non accadde nulla nel governo delle sinistre-Ulivo che a quella operazione avrebbe dovuto dare, quanto meno, il proprio assenso.

 

?Non ne sapevamo nulla?, hanno dapprima risposto in coro Romano Prodi (allora presidente del Consiglio), Lamberto Dini (ministro degli Esteri), Piero Fassino (sottosegretario agli Esteri). Poi hanno cambiato tono, quando sono venuti fuori ben 14 dispacci a suo tempo inviati al nostro ministero degli Esteri dall?ambasciatore italiano a Belgrado, il quale riteneva di dover richiamare l?attenzione delle autorit? competenti non soltanto sulla ?inopportunit? e la pericolosit?? dell?affare che si stava per concludere con il dittatore Milosevic, ma anche sulla ?assoluta mancanza di convenienza economica?, viste le condizioni in cui si trovava ed operava la boccheggiante televisione di Stato serba.

 

Ha parlato, per tutti, l?ex sottosegretario agli Esteri ed oggi segretario dei Ds post-comunisti Fassino. ?Sapevamo dei programmi di acquisto di nuove aziende da parte della Stet-Telecom?, ha spiegato, ?ma sapevamo anche che non era n? un diritto n? un dovere del governo intervenire nell?affare, perch? la sua conduzione era e doveva restare di pertinenza esclusiva dell?azienda?. E credo sia la pi? grossa fandonia che un uomo politico (appartenente ad una categoria che, si sa, ? abituata a raccontare balle) possa pronunciare.

 

Se il presidente del Consiglio ed i suoi ministri e sottosegretari non si occupavano di un?azienda che era dello Stato per il 61 per cento, e consentivano ai dirigenti di sperperare in quel modo il denaro pubblico, senza alcun controllo da parte dell?azionista di riferimento (e mandando cos? in fumo anche i risparmi dei piccoli azionisti che avevano investito nella azienda di Stato), i casi sono due: o erano tutti negligenti, strafottenti, e dunque irresponsabili, gli uomini politici che governavano in quegli anni l?Italia, o erano degli inetti, assolutamente incapaci, e quindi da tenere lontani (per manifesta incapacit?, appunto) dalla pubblica amministrazione.

 

?E? mai pensabile?, ha scritto sul ?Corriere della Sera? l?illustre politologo Ernesto Galli della Loggia, ?che una azienda pubblica italiana potesse condurre in porto un simile acquisto, per una cifra cos? considerevole e soprattutto da un venditore di cos? dubbia reputazione come Milosevic, signore della guerra dei Balcani, senza una preliminare autorizzazione politica dal governo di centrosinistra dell?epoca?? Se si appurasse che le cose stavano effettivamente cos?, sarebbe di una gravit? politica per lo meno pari (se non superiore) a quella rappresentata dalla consapevole decisione presa da qualcuno (magari in cambio di qualche tangente) di aiutare il regime criminale di Milosevic. I piani alti della politica dell?epoca, insomma, ospitavano degli inetti o una quinta colonna balcanica???.

 

E Gianpaolo Pansa su ?L?Espresso?: ?Quello che i giudici hanno sempre detto per le illegalit?, vere o presunte, alla Fininvest, e cio? che Silvio Berlusconi da presidente non poteva non sapere, deve valere anche per il presidente del Consiglio prof. Prodi. Chi sta in cima a una piramide di potere, non pu? non conoscere che cosa va facendo chi gli sta sotto?. Giudizio pienamente condiviso da Ezio Mauro, direttore de ?La Repubblica? (?Il governo non poteva non sapere?), Francesco Merlo su ?Oggi? (?L?acquisto del 29 per cento di Telekom Serbia era un affare di Stato e non ? credibile che gli uomini dello Stato non sapessero quel che faceva lo Stato?), Claudio Rinaldi su ?L?Espresso? (?Non credo a tangenti che sarebbero state incassate da uomini di governo, ma debbo dire che l?acquisto di una quota di Telekom Serbia durante il governo Prodi fu un grave errore: finanziario, perch? la Stet-Telecom Italia, nel 1977 ancora controllata dallo Stato, pag? un prezzo altissimo; politico, perch? l?operazione forn? denaro fresco alla bieca tirannia di Slobodan Milosevic?).

 

Un pessimo affare per lo Stato, dunque, con la perdita di ben 600 miliardi delle vecchie lire. ?Un disastro economico?, ha scritto il presidente della Commissione parlamentare d?inchiesta Enzo Trantino (Alleanza nazionale) nella relazione di maggioranza. Ed ancora: ?Macroscopica disapplicazione dei principi basilari di una sana e corretta amministrazione?, ?La mala gestione presenta chiare e forti connotazioni politiche?, ?I governanti di allora, dal presidente Prodi al ministro Lamberto Dini, al sottosegretario Piero Fassino, sembra che fossero al governo di un altro Stato, non dell?Italia, quando questo inquietante affare si compiva?.

 

Come si sia conclusa (se si ? conclusa) questa inquietante vicenda, nessuno ? oggi in grado di dirlo. Penso che la istruttoria del caso sia ancora all?esame della Procura della Repubblica di Torino, ma non posso giurarlo. Certezze non ce ne sono. L?unico documento ufficiale di cui disponiamo ? la lunga e articolata relazione di maggioranza della Commissione parlamentare d?inchiesta, firmata dal presidente Enzo Trantino. Quella di minoranza non c??, non ? stata mai scritta, perch? i parlamentari delle sinistre-Ulivo abbandonarono i lavori (per protesta contro chi aveva ritenuto di poter discutere in commissione anche su presunti sospetti di tangenti) e non rientrarono pi?.

 

Sospetti di tangenti, bisogna dire, che il presidente della Commissione parlamentare d?inchiesta non ha ritenuto di dover prendere in considerazione nella sua relazione. ?E? compito dei giudici indagare su eventuali responsabilit? penali, se ritengono o hanno il sospetto che ci siano state tangenti o connivenze?, ha tenuto a precisare Trantino in una conferenza stampa. ?Il nostro compito era limitato all?accertamento di quello che avrebbero dovuto fare e non hanno fatto i nostri governanti per impedire che fosse portata a termine una operazione cos? disastrosa per le casse dello Stato e per le tasche dei cittadini. E su questo abbiamo spiegato ogni cosa, come era nostro dovere: al Parlamento ed ai cittadini?.

 

Dice Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia. ?Non mi pare che il prof. Romano Prodi, come pubblico amministratore, abbia dato prova di grande oculatezza e saggezza amministrativa. Come presidente dell?Iri ? stato bloccato dai giudici nel momento in cui si accingeva a svendere per 395 miliardi delle vecchie lire (da pagare per giunta a rate) aziende che lo Stato avrebbe poi venduto per 2 mila miliardi di lire; e come presidente del Consiglio ha consentito ad una azienda dello Stato di acquistare per quasi 900 miliardi di lire la quota di una disastratissima Telekom Serbia che ? stata poi rivenduta per 300. La regola del buon amministratore, nelle aziende private come in quelle pubbliche, ? comprare al minimo e vendere al massimo; ma il professore, abituato a trattare sempre e soltanto con il denaro pubblico, ha fatto esattamente il contrario?.

 

E conclude: ?Si capisce proprio scorrendo le cronache di atti cos? sconcertanti di ordinaria disamministrazione, con lo sperpero del denaro pubblico che era connaturale ad un certo modo di far politica, come l?Italia si sia venuta a trovare nelle difficilissime condizioni che tutti abbiamo conosciuto e conosciamo, con gli italiani costretti per decenni a pagare le tasse pi? alte e immorali d?Europa ed il governo a fare i conti con un debito pubblico tra i pi? alti del mondo. Queste cose devono spiegare agli elettori, Prodi e compagni. Con parole chiare, non con i soliti discorsi fumosi intrisi di falsit?, dietro i quali (? doveroso ricordarlo agli italiani) si nasconde spesso il duplice maldestro tentativo di far dimenticare verit? scomode e di ricostruire credibilit? irrimediabilmente perdute?.

 

9 maggio 2005

Gaetano Saglimbeni

 

In questo paese si guarda sempre e solo a quello che riguarda Berlusconi, ma guarda caso mai delle cose losche combinate da Prodi.

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Nel maxiemendamento che sar? votato oggi ? stato anche stanziato un miliardo per le missioni all'estero, cosa sulla quale sono daccordo.

Ma il governo l'ha dovuto mettere qui nel testo dell'emendamento vincolato dalla fiducia che i deputati voteranno per obbedienza, perch? sa benissimo che altrimenti ci sarebbero state altre discussioni e figure magre varie per la sinistra vista la loro divisione praticamente su tutti i temi fondamentali.

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Palle cos? grosse come quelle di Prodi, da Berlusconi nn le ho mai sentite.

 

Prodi disse a chiare lettere ke nn aumentava le tasse, ma che anzi le diminuiva. Stiamo vedendo tutti quello ke sta accadendo.

 

Ah si? Proprio su quel frangente... Non era Brelusconi quel tipo del contratto con gli italiani?

 

"Abbattimento della pressione fiscale:

 

* con l'esenzione totale dei redditi fino a 22 milioni di lire annui;

* con la riduzione al 23% per i redditi fino a 200 milioni di lire annui;

* con la riduzione al 33% per i redditi sopra i 200 milioni di lire annui;"

 

Prima ha detto che lo faceva in 100 giorni, poi che lo faceva nel 2002, poi nel 2003, poi ? stasto rimandato al 2004, al 2005... alla fine ? stato fatto?

Le tasse Berlusconi le ha diminuite (lo ammissero gli stessi Fassino, Rutelli e D'Alema dicendo che "...anche se di poco, sono state diminuite") Certo nn si sono potute introdurre quelle aliquote x dissensi interni alla CdL, ed infatti quello ? stato l'unico punto nn rispettato al 100% del famoso contratto, lo ammise lo stesso Berlusconi.

 

Le ha diminuite? Si.. l'irpef si.. dal 41 al 39.... non certo al 23 e al 33 e non certo col limite dei 200 milioni... E l'esenzione totale non ? a 22 milioni.. pi? che non rispettato al 100% bisognerebbe dire che l'ha fatto all'1%... e nel frattempo ha tagliato di qui e di la, i comuni hanno alzato le loro tasse; bolli, sigarette, ecc sono aumentati, i carburanti a prezzi stellari hanno fatto guadagnare un sacco di bei soldini in pi?... sarei curioso di vedere le entrate da imposte quanto sono calate... Le tasse non sono solo l'irpef.. E ad essere precisi di punti non rispettati nel "contratto" ce ne sono tanti altri...

 

Gaetano Saglimbeni, uno che scrive sul Giulivo, sito spazzatura vicino a FI. Che parere autorevole! Continuate a citare il caso Sme, forse vi dimenticate chi ha comprato un giudice per mettere a posto una sentenza relativa a quel caso..

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Visto ke usi questi toni perch? nn sai rispondere ti lascio nel tuo delirio. Arrivederci, ancora una volta avete dimostrato ke discutere con voi ? impossibile: mentite, diffondete il falso, ribaltate la verit?, usate le calunnie e gli insulti contro i vostri avversari.

Io nn sto dicendo che Berlusconi ? un santo e Prodi satana, dico solo che cose nn chiare stanno sia da un lato che dall'altro, ma guarda un po' si parla solo di Berlusconi e mai di Prodi, va be' ovvio con tutti i giornalisti amici vostri.... Strano ke poi quando voi citate gente come Bocca o Travaglio pretendete che la gente vi stia a sentire, ma fammi il piacere.

Non si pu? affatto negare ke tutto questo accanimento contro Berlusconi ? iniziato da quando ? sceso in politica, allora la sinistra si rese conto di avere un nemico troppo forte e scaten? i giudici amici di Magistratura Democratica per farlo fuori.

Da voi cari amici la verit? nn si pu? pretendere perch? voi avete una concezione della verit? tutta vostra, cio? ? verit? solo quello ke fa comodo al partito e basta, ma del resto ke mi devo aspettare, sostenete uno che crede ke alle sedute spiritiche e sostiene di parlare con gli spiriti..... la prossima volta candideremo Wanna Marchi a Palazzo Chigi.

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Mio delirio? Lollll ... sono dati oggettivi. dimmi dove ho mentito e dove sta la calunnia.

 

Punto per punto e con fonti Please..

 

Non ? vero che saglimbeni scrive sul giulivo? Il giulivo non ? vicino a Fi? Non ? vero che qualcuno vicino a berlusconi ha pagato un giudice per i risvolti della vicenda sme?

Non sono veri i dati irpef?

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