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Visitatore alexf1 fan

Uranio Impoverito In F1 ?

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Visitatore alexf1 fan

 

 

 

Da Autosprint n.?2 2001 pag.28-31)

(Entrambi gli articoli sono curati da Franco Nugnes)

 

F1 A RISCHIO URANIO

 

Iraq, Kosovo, Bosnia, Cecenia, Circus di F1. Come il particolato

radioattivo che lentamente si disperde per chilometri dopo

un’esplosione nucleare, cos? la polemica per l’uso indiscriminato

dell’Uranio impoverito avvampa con il passare dei giorni. Le morti

sospette dei militari italiani impegnati in guerra nella ex Jugoslavia

hanno portato drammaticamente alla luce una problematica che per troppi

anni ? passata sotto rigoroso silenzio: l’uso indiscriminato

dell’Uranio impoverito non solo nelle azioni di guerra, ma anche nel

mondo civile. Sulla terra sono immagazzinati dei milioni di tonnellate

di “depleted uranium”, come si chiama in inglese, creando seri problemi

di smaltimento. Stiamo parlando delle scorie radioattive che sempre di

pi? stanno trovando nuove utilizzazioni nella vita di tutti i giorni. E

non deve sorprendere che se l’Uranio potesse arrivare anche in Formula

1. Provate a immaginare: i progettisti della Boeing hanno adottato gi?

all’inizio degli anno 90 UI per realizzare i contrappesi inerziali

degli aerei di linea per ali e timone di coda. L’uranio impoverito ha

un peso specifico elevatissimo per cui permette di posizionare la

zavorra di bilanciamento dell’aeromobile con volumi molto ridotti. Lo

stesso problema che oggi esiste in F1. I progettisti si sono

concentrati da un paio di anni a questa parte sulla riduzione del

centro di gravit? delle monoposto, spostando i pesi sempre pi? in

basso. Con l’esasperazione del concetto e la miniaturizzazione di molte

parti (i motori Mercedes e Ford che sono i pi? leggeri non superano i

95 kg contro i circa 120 di BMW, Honda e Supertec) sono arrivati a

costruire vetture sottopeso di circa 100 kg! Ci? significa che devono

collocare delle zavorre nei punti meno penalizzabili delle vetture..

Tanto pi? i blocchetti sono pesanti e tanto meno sono ingombranti e

quindi collocabili nelle posizioni strategiche L’anno scorso tutti i

team usavano panetti di tungsteno. Questo metallo, essendo durissimo,

richiede una lavorazione molto particolare con diamanti speciali

montati su macchine a controllo numerico. Il Circus si rifornisce quasi

totalmente alla Mallory, un’azienda inglese specializzata capace di

consegnare a ogni team la zavorra nella quantit? e nella forma

richiesta. Una sorta di supermarket del Wolframio (altro nome del

tungsteno). L’uso di questo materiale ha provocato un’impennata nei

costi di ogni team: si parla di oltre tre miliardi di lire per una

piccola squadra come la Minardi, certamente molto di pi? per i top

team. Ora sembra che il tungsteno non risponda pi? alle necessit?.: le

monoposto sono sempre pi? leggere e l’esigenza di stivare pi? zavorra

nello stesso spazio di prima apre le porte all’uso dell’uranio

impoverito. Il manufatto ha una radioattivit? molto bassa (circa il 40%

dell’uranio naturale): l’U238 ? un prodotto di scarto delle centrali

nucleari, ma diventa pericoloso e tossico in caso di incidente. Un

‘eventualit? da non escludere affatto in una corsa di F1. La

polverizzazione dell'uranio impoverito scatena l’effetto piroforico

(vale a dire che si infiamma spontaneamente) producendo particelle

altamente radioattive e gravemente dannose per la salute. Il Circus ha

appena abolito l’uso del berillio nei motori (altro metallo molto

tossico che ha imperato nei pi? evoluti V10 degli ultimi due anni) e

gi? si parla di alzare il tiro. “L’uranio impoverito ? il contrappeso

ideale per un albero motore all’avanguardia-ammette un motorista di

grande esperienza- ma non lo adotterei mai. ? troppo pericoloso. Non

scherziamo!”. Con la messa al bando dei metalli duri come il berillio

dai motori anche l’U238 non pu? trovare nuove applicazioni, ma nelle

zavorre s?. E tocca alla FIA un’azione decisa che blocchi le intenzioni

di chi si vuole spingere avanti nella sperimentazione. La F1 che pu?

vantarsi di utilizzare un carburante pi? ecologico di quello che si

trova alla pompa, non pu? correre alcun rischio sicurezza. Un altro

progettista che ha cambiato squadra da non molto rivela che “…quando

siamo riusciti ad alleggerire la monoposto in modo significativo non

sapevamo dove collocare la zavorra. Mi ? stato chiesto di usare

l’Uranio impoverito, ma mi sono rifiutato. Ora che sono andato via non

so se hanno deciso di usarlo!”. L’uranio impoverito costa solo 12

dollari al chilo al mercato nero (dalla Russia si presentano veri e

propri ‘rappresentanti’ pronti a vendere qualsiasi prodotto

dell’industria bellica e aerospaziale dell’ex-URSS) per cui anche il

suo approvvigionamento non ? impossibile. Ci auguriamo che la FIA

intervenga con maggiore sollecitudine dell’ONU. Nei GP si lotta ma non

si… combatte. La guerra ? fortunatamente

un’altra cosa.

 

 

 

Questo ? un articolo che ho pescato in giro , non ne sapevo niente di questa storia e voi ? ohmy.gif

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solo dodici dollari al kg? quasi quasi domani mattina vado al mercato sotto casa e un par'di chili me li piglio.. shades_smile.gif

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Mah, sono scettico, sai com'?, difficile vendere periodici sportivi nei periodi di pausa dei campionati. Speriamo non la leggano Mosley ed Ecclestone: potrebbero pensarla come soluzione per rendere la F.1 una disciplina davvero "esplosiva"...

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io me lo ricordo quell' articolo ma credo che nessun team usa quel materiale.

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anche perch? sono passati ormai 3 anni e se ne sarebbe parlato ampiamente di nuovo...

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Ottima zavorra! Autosprint sbaglia per? in un particolare importante (o meglio... non sbagliava nel 2001 perch? ancora non si sapeva): l'uranio impoverito di suo non ? particolarmente cancerogeno. Diventa pericoloso quando, in seguito a un'esplosione e/o alte temperature, produce micropolveri. Usato come zavorra in una monoposto credo che non farebbe male a nessuno.. (tranne alla FIA, che adora sempre di pi? i centri di gravit? alti)

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L'uranio impoverito nella nostra vita quotidiana

 

 

Ad oltre due mesi dall'esplosione delle polemiche sulle morti per leucemia tra i militari impiegati nei Paesi balcanici, con la conseguente messa sotto accusa dell'uso indiscriminato dell'uranio impoverito nei materiali bellici e non solo, ? calato, su tutte quelle vicende, un velo di silenzio da parte dei principali organi di informazione. Eppure quelle morti rimangono, e rimane anche l'uranio impoverito, protagonista della nostra esistenza, non solo nei materiali bellici, ma soprattutto nella vita quotidiana, come dimostrano i quasi 1500 brevetti rilasciati dal dopoguerra ad oggi, dalle Organizzazioni Internazionali titolate per la fabbricazione di prodotti, nei quali si usa, in parti pi? o meno consistenti l'uranio impoverito. Di questi oltre 100 sono invenzioni che riguardano la vita di tutti i giorni, dalle freccette per il gioco dei dardi, alle mazze da golf, agli accessori per le canne da pesca, ai collari per cani, ai respiratori subacquei, alle serrature antiscasso, alle candele per motori, ai sensori per gli air-bag, ai contrappesi per aerei ed elicotteri, alle calamite inserite in altoparlanti, microfoni, auricolari, telefoni, forni a microonde, volani, percussori e pallini per fucili da caccia.

Non bisogna meravigliarsi di tutto ci?, poich? da quando, negli Sati Uniti, ? stata prodotta la prima bomba atomica, circa 60 anni fa, si ? dovuto trovare anche il modo di smaltire i rifiuti radioattivi. Infatti, per produrre una sola bomba atomica all'uranio, occorrono dai 15 ai 30 chili di questo metallo nella versione cosiddetta "arricchita". Ognuno di questi chili si ottiene per? da 250 chili di uranio naturale. Ne avanzano quindi, ogni volta, ben 249 "impoveriti". Analogo discorso, anche se in proporzioni diverse, vale per le centrali nucleari, che utilizzano barre di uranio arricchito per alimentare il processo di fissione nucleare controllata, che serve poi a produrre l'energia elettrica. Complessivamente quindi l'uranio "impoverito" da smaltire ammonta a milioni di tonnellate annue, ed ? molto pi? economico venderlo a industrie militari o civili che lo reimpieghino nei loro prodotti, che doverlo smaltire in discariche autorizzate. La corsa all'uso civile dell'uranio impoverito ? cominciata quando ci si ? resi conto che ha peso specifico doppio del piombo e costa la met?, ed ha qualit? del tutto comparibili a quelle possedute da metalli come il tungsteno o il vanadio, ma costa assai meno. In questo affare da molti milioni di dollari all'anno, sembrano guadagnarci tutti, chi dovrebbe sostenere un costo per smaltirlo ed invece riesce a ricavarne un profitto, chi lo compra e lo utilizza come materiale sostitutvo di altri, ben pi? costosi. Nessuno di loro, sembra invece preoccuparsi dei rischi per la salute dei consumatori, e per l'ambiente in generale che l'uso massiccio dell'uranio impoverito comporta. Gli unici dati che abbiamo in proposito sono quelli derivanti da ricerche compiute dalle Agenzie dell'ONU e da Organizzazioni non-governative sulle popolazioni e sui militari venuti a contatto, direttamente o indirettamente, con ordigni contenenti uranio impoverito, come gli abitanti dei villaggi iracheni al confine con il Kuwait, che hanno a poca distanza i relitti dei carri armati sventrati con proiettili all'uranio impoverito. I T-52 e i T-55 messi in campo da Saddam, dieci anni fa, non sono ormai che carcasse di ferro imbottite di ruggine e polveri radioattive, polveri che quando si alza il vento del deserto vengono trasportate per decine e decine di chilometri, venendo cos?, tramite l'inalazione, a depositarsi nei polmoni e nei vasi sanguigni delle popolazioni locali. Gli studi compiuti hanno accertato che dal '91 al '97, i casi di tumore fra questa gente sono aumentatidel 50% nella popolazione adulta e del 75% nei bambini; sono venuti inoltre alla luce neonati senza occhi, con atrofie agli arti, danni gravi o gravissimi al cervello e ad altri organi vitali. Quest'ultime sono le stesse patologie, le stesse malformazioni riscontrate fra i neonati dei veterani della guerra del Golfo, e non possono essere semplici coincidenze.

Per quanto riguarda le conseguenze sull'ambiente dell'uranio impoverito, in assenza di dati certi, si pu? dire che i rischi maggiori derivano dall'inserimento dell'uranio nella catena alimentare, con conseguenze devastanti su tutta la fauna inserita nella catena, e, in definitiva, ancora sull'uomo.

Si sa dunque ancora poco sugli effetti dell'uranio impoverito , quello che ? certo ? che ci sono interessi forti che impediscono una maggiore trasparenza, una maggiore informazione sui reali utilizzi di questo materiale, e quello che ci si pu? augurare ? che non si debba aspettare un altro conflitto affinch? l'argomento ritorni in maniera preponderante sui mass-media, e obblighi le autorit? politiche a tutelare in maniera pi? efficace la salute umana e dell'ambiente in generale

 

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