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Astor

Pattinaggio Artistico su Ghiaccio - Stagione 2024-2025

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Anche quest'anno, stancamente (almeno per quel che mi riguarda), apro l'annuale topic sul pattinaggio di figura.

Anche quest'anno, un'altra stagione senza russi.
Detto che si cominciano a sentire "voci" sul fatto che i russi possano essere "reintegrati" nella prossima stagione (io però dubito che accadrà prima della fine della guerra in Ucraina e purtroppo non è detto che ciò avvenga entro il prossimo autunno, quantomeno per la conclusione definitiva con accordi tra le parti) e che però nello stesso ambiente russo si sentono opinioni che avvertono che dopo un così lungo stop è difficile capire se i loro pattinatori rimarranno al vertice come erano prima (in tre categorie su quattro), ciò che è accaduto in questi anni è stato tafazziano da parte dell'ISU, un autolesionismo paragonabile a quello dell'Europa che mette sanzioni alla Russia che hanno fatto molto più male a sè stessa che non a Mosca.
Per cui, sarebbe del tutto comprensibile che l'ISU volesse farla finita con le gare "di serie B" (in tre categorie su quattro).

Ma dato che l'ostracismo è stata una decisione puramente POLITICA, anche il suo termine sarà dato da motivi esclusivamente politici, su questo io non ho dubbi.
E la vedo ancora lunga, per una conclusione.
Vedremo se la situazione sarà tale da consentire la partecipazione di russi e bielorussi almeno per febbraio 2026, alle Olimpiadi di Milano-Cortina.

Anche quest'anno è una stagione che comincia piuttosto in sordina, con pure poco riscontro mediatico e copertura televisiva per ora scarsa (anche se è pur vero che la Rai già negli anni scorsi ha saltato la diretta dei primi Grand Prix nordamericani, mi aspetto che all'arrivo in Europa anche la TV nazionale li trasmetta).

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Bravi utenti facebookiani fans del pattinaggio, però ricordate che sono due anni che applaudite l'espulsione dei russi e vagheggiavate di vedere "gare migliori, senza i russi truffaldini" (semplifico in modo rozzo, ma questo era il vostro non-detto o semi-detto), invece adesso vi trovate con un pattinaggio che non brilla più.
Chi applaude il proprio mal, se lo tenga ...



Comunque, questo è il CALENDARIO 2024-2025:
 

Pattinaggio di figura 2024/2025: calendario completo di tutte le gare

Qui di seguito tutte le gare in programma.

18-20 ottobre 2024

  • ISU Grand Prix Skate America 2024, Allen, Texas

25-27 ottobre 2024

  • ISU Grand Prix Skate Canada 2024, Halifax

1-3 novembre 2024

  • ISU Grand Prix de France, Angers

8-10 novembre 2024

  • ISU Grand Prix NHK Trophy 2024, Tokyo

15-17 novembre 2024

  • ISU Grand Prix Finlandia Trophy, Helsinki

22-24 novembre 2024

  • ISU Grand Prix Cup of China, Chongqing

5-8 dicembre 2024

  • ISU Grand Prix Final 2024, Grenoble

28 gennaio – 2 febbraio 2025

  • Campionati europei di pattinaggio di figura ISU, Tallin

19-23 febbraio 2025

  • ISU Four continents championships, Seul

25-30 marzo 2025

  • Campionati mondiali di pattinaggio di figura ISU, Boston

17-20 aprile 2025

  • World figure skating Team trophy, Tokyo





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Si è già svolta la prima gara del Grand Prix, Skate America.

Qui i risultati:
https://en.wikipedia.org/wiki/2024_Skate_America


E qui alcuni commenti:

https://www.oasport.it/2024/10/pattinaggio-di-figura-fear-e-gibson-vincono-skate-america-battuti-i-campioni-del-mondo/

 

https://www.oasport.it/2024/10/pattinaggio-artistico-malinin-vince-skate-america-terzo-sigillo-di-fila-battuti-aymoz-e-miura/

 

https://www.oasport.it/2024/10/pattinaggio-artistico-wakaba-higuchi-rimonta-e-vince-skate-america-malinin-tallonato-da-miura/

 

https://www.oasport.it/2024/10/pattinaggio-artistico-riku-miura-e-ryuichi-kihara-vincono-skate-america/

 


Questo è il programma lungo di Malinin, che comprende una delle novità di questa stagione, ovvero il SALTO MORTALE ALL'INDIETRO, un elemento che prima veniva a volte fatto solo nei Gala e adesso è stato "sdoganato" anche per le gare (qui al minuto 4:11).
Francamente, io ne facevo anche a meno (ma sarò io che sono "antico" ...).

 



E questi sono i programmi lunghi degli altri vincitori:

 

 

 

 




Se nel frattempo qualcuno ha la curiosità di sapere cosa fanno le atlete e gli atleti russi che hanno visto la loro carriera troncata prima dal COVID e poi dalla guerra o dalla WADA, sappia che almeno le fanciulle hanno trovato modo di riciclarsi come pattinatrici di spettacoli sul ghiaccio, influencer, modelle, testimonial ecc.
 

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Per i  maschietti russi, ahimè, credo che cio sia molto meno spazio mediatico!  :asd:
(però, ammetto, non li ho cercati ... ;))

Chiudo con una notizia un pò più seria, anche se la protagonista rassicura i suoi fans:

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https://fs-gossips.com/12923/


Non si può dire che nella sua carriera Evgenia sia stata molto fortunata sotto il punto di vista della salute ... :(
Incrocio le dita.

Alla prossima!

(e, naturalmente, contribuite anche voi, fosse anche solo con domande!  :thumbsup:  ) 


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Ringraziato Astor una volta di più per gli spunti che ci sottopone in questo sempre più disastrato mondo del pattinaggio di figura di m… (sempre più di m…!!! ad peiora! Do un po’ di nobiltà con il detto latino che significa appunto “verso cose peggiori”), mi piace mettere in evidenza un paio di cose.

Comincio dalle richieste di informazioni su quali canali viene trasmesso il Grand Prix. Discovery + (a pagamento) trasmette le gare integralmente e in diretta e poi le mantiene on demand per un po’. Eurosport (che è Discovery + sui canali Sky) trasmette ma non integralmente. La Rai ha trasmesso in registrata su Raisport America e Canada ma solo alcuni atleti (4-5, e anche meno) per ogni specialità, poi in visione su Raiplay per un periodo limitato di tempo. Poi ha trasmesso in diretta la tappa in Francia, su Raiplay stanno per scadere le visioni.

Insomma, una specie di “chissenefrega”, inevitabile fra l’altro, vista la qualità delle gare. Dopo l’entusiasmo iniziale per le vittorie del “mondo libero” contro “quegli stronzi dei russi”, anche i più sfegatati tifosi del “ti piace vincere facile” si sono accorti del miserrimo livello tecnico e spettacolare in almeno due gare su quattro (Donne e Coppie) e si sono stancati.

E passiamo al concreto. La gara delle Coppie, persino più di quella delle Donne, pure massacrata dall’assenza delle russe, è una delle cose peggiori che si siano mai viste nella storia del pattinaggio una volta “artistico” e ora “di m… (non mi stancherò mai di ribadirlo). Bastava guardare le espressioni di Deanna Stellato-Dudek e Maxime Deschamps dopo la loro prova nel Libero Coppie a Skate Canada per capire tutto: vincono la tappa dopo una prova disastrosa nel Libero, da vergogna, con caduta e Goe negativo in ben 4 elementi su 11, ma non sorridono, hanno facce da funerale perché si rendono conto di quale ben misera figura hanno fatto. E i punteggi la dicono tutta su questo scandalo pervicacemente voluto dall’Isu e da tutte le nazioni che preferiscono “rubare” medaglie grazie all’assenza della Russia invece di provare a vincere con merito: 197.33 per vincere in Canada (e ti credo che Stellato-Dudek e Deschamps avevano quelle facce!), e non è che i giapponesi Miura-Kihara abbiano fatto tanto meglio, 214.23 per vincere a Skate America, e i tedeschi Hase-Volodin 211.69 per vincere in Francia. Giusto ricordare le ultime gare con le vere Coppie sul ghiaccio, con i russi Mishina-Galliamov 239.82, Tarasova-Morozov 236.43 e Boikova-Kozlovskii 227.23 agli Europei 2022; e all’Olimpiade di Pechino 2022, dietro l’oro dei cinesi Sui Wenjing-Han Cong con 239.88, ecco le tre coppie russe Tarasova-Morozov con 239.25, Mishina-Galliamov con 237.71 e Boikova-Kozlovskii con 220.50 (quarti con questo punteggio!!!). C’è bisogno di dire altro per capire in quale abisso il pattinaggio di Coppie sia sprofondato?

Ma non è finita, perché nella telecronaca Rai della tappa in Francia abbiamo modo di sapere dal commentatore tecnico Fabrizio Pedrazzini che le coppie italiane “Hanno programmi eccezionali”! Talmente eccezionali che Conti-Macii ottengono 203.39 (secondo posto) e Ghilardi-Ambrosini 176.62, sia pure con una caduta. Per favore, pur rispettando la bravura delle coppie italiane, che hanno mostrato grandi progressi negli ultimi anni, davvero dobbiamo credere alla favola dei “programmi eccezionali”? Per carità di patria, lasciamo stare.

E per le Donne non è che le cose vadano bene, sfacelo anche qui. A parte il fatto che quando, raramente, un’atleta fa il triplo Axel sembrano esplodere gli spettatori e i telecronisti come se avessero visto la Madonna scesa sulla terra per pattinare, ormai non c’è più traccia di un reperto mitologico: il quadruplo. Siamo tornati indietro di almeno venti anni, ma anche di più! E nelle tre tappe del Grand Prix fin qui disputate lo spettacolo e il livello tecnico sono stati quanto di peggio si possa immaginare, uno scenario davvero miserevole. In America la giapponese Higuchi ha vinto con 196.93 (!!!), in Canada la giapponese Sakamoto con 201.21 (!!, un punto esclamtivo in meno della Higuchi, ma rimaniamo comunque nell’abisso), in Francia la statunitense Glenn con 210.44 (miracolo, superati i 210!). Ma stiamo scherzando?

In tutto questo, giusto per non dimenticare la immensa vaccata dell’Isu, gran traffico di tecnici russi che, al contrario degli atleti, sono i benvenuti nel gran circo della vergogna. In particolare, abbiamo potuto ammirare la sempre presente Eteri Tutberidze nel “kiss and cry” a fianco degli atleti che allena, a loro volta russi “espatriati” per la grande ipocrisia: basta che non ci siano russi ufficiali sul ghiaccio, per il resto tutto è permesso. Lezioni di etica!

Infine, la grande trovata dell’Isu. Visto che il livello tecnico si è abbassato, che lo spettacolo latita più di quanto abbia fatto Messina Denaro, ecco la genialata per risollevare l’interesse degli spettatori e dei mezzi di informazione: legalizziamo il salto all’indietro, il backflip! Altro che Einstein, qui abbiamo gli alieni da Marte che vengono a risolvere la situazione.

E il peggio è che soprattutto i mezzi di informazione si sono adeguati, la Rai in particolare, con uno stupefacente telecronaca che adesso vi ripropongo, una esaltazione mistica del backflip dello statunitense Malinin a Skate America che quasi provoca lo svenimento di Maddalena Montecucco, testimoniato da Fabrizio Pedrazzini, in veste di commentatore.

Ecco la trascrizione testuale di cosa hanno detto in telecronaca subito dopo il Libero di Malinin.

Montecucco: “Ilya Malinin versione vampiro da brividi. Abbiamo visto delle cose e ci siamo guardati, non abbiamo poi commentato, lascio il commento a te”.

Pedrazzini: “Guarda, ho visto il tuo sguardo e la tua espressione quando ha presentato, in questa coreosequence finale, il backflip”.

M. “Mi sono spaventata”.

P. “E’ stato reinserito come possibile da inserire negli elementi”.

E poi, quando passano le immagini nel replay.

P. “Guardate qua, il backflip. In questo momento Maddalena ha fatto uno sguardo incredulo ed è rimasta senza fiato per, tipo, 20 secondi”.

M. “Non me l’aspettavo, davvero. Ilya mi ha stupito con questo backflip, un po’ come ha fatto Adam Siao agli Europei e forse è lui che alla fine lo ha fatto reintrodurre”.

Ma davvero? Quindi la Montecucco sapeva che qualcosa era successo prima di questa “apparizione” del backflip a Skate America. Ma la sua reazione, a sentire Pedrazzini, è stata quella di una persona che vede il backflip per la prima volta nella sua vita! E meno male che è sopravvissuta a 20 secondi senza respirare.

E allora, tornando alle cose serie, davvero i telecronisti pensano che una simile narrazione entusiastica possa nascondere la cruda realtà? Adam Siao Him Fa aveva eseguito questo salto agli Europei in primavera, salto che allora era proibito, ma lui aveva forzato la situazione, accettando di prendere una penalità di 2 punti per “elemento illegale” e sollevando così il problema. Dov’è la sorpresa che provoca 20 secondi di respiro mancante?

Ma non è nemmeno questo il punto. Il punto è che questo salto proibito è stato eseguito decine e decine di volte nei Gala di tantissime manifestazioni, provocando l’entusiasmo del pubblico. Insomma, il salto all’indietro lo facevano tantissimi uomini (e anche qualche donna) da tempo immemorabile e tutti si aspettavano di vederlo nei gala finali. Erano tutti abituati a questo salto e la Montecucco vuol farci credere che è rimasta estasiata davanti a un salto che era diventato normalità, sia pure fuori gara, da decenni? E Pedrazzini vuol farci credere che Montecucco è rimasta venti secondi senza respirare? Forse sarebbe meglio informarli che davanti alla tv non ci sono i Baluba delle popolari credenze milanesi (tribù africana cui si attribuiscono, dalle parti di Milano, doti favolose di ingenuità, tanto da poter prendere per il c… i suoi componenti, cosa tra l’altro non vera perché sono i Baluba a poter dare lezioni di civiltà a tutti) e che, proprio i telespettatori-Baluba sanno benissimo cosa sta accadendo, come anche gli spettatori che pagano il biglietto e che stanno diminuendo drasticamente dappertutto.

Se poi andiamo sul piano prettamente tecnico, possiamo solo dire che il salto all’indietro, così concepito, come performance isolata, non ha un grande significato, se non quello di mostrare l’abilità del pattinatore, non complessa, anzi banalmente semplice, al contrario dei salti nei quali la complessità dell’azione ha tutt’altro e vero significato tecnico, oltre che spettacolare.

Quindi, la spiegazione più semplice è proprio quella di voler circuire il pubblico con una novità “da circo” per nascondere tutte le magagne di questi ultimi anni, con l’esclusione scandalosa dei russi (e dei bielorussi) che ha come unico risultato il crollo di significato sportivo delle gare del “fu pattinaggio artistico”, tanto da falsare per sempre i risultati degli anni dal marzo 2022 in poi, fino a quando chissà se finirà, perché è facile vincere senza avversari ed è ancora più facile farlo nell’omertà generale di quasi tutti i mezzi di informazione.

 

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Caro Kamilo,

hai certamente molto più chiara tu la situazione attuale di me, che ho visto solo a spizzichi e bocconi la gara francese sulla Rai, con il ritorno della Secondini al posto della Montecucco.
E devo dire che, a livello di mera "simpatia" umana, preferisco la "gallina vecchia anche se non fa buon brodo" alla "gallina nuova che fa un brodo altrettanto scarso", anche perchè agli "starnazzamenti" entusiasti della Secondini ci sono abituato ... :asd:
Casomai, sopporto sempre meno Pedrazzini.

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Però sul discorso del livello infimo delle competizioni me ne sono accorto pure io che ho guardato svogliatamente e solo parzialmente le gare di queste settimane.
Il pattinaggio di figura sta crollando qualitativamente e sempre più appassionati trovano il "coraggio" di dirlo sui social, anche in quelli dove ancora vige il "pensiero unico" che "non c'è da rimpiangere l'assenza dei russi, finalmente vediamo un pattinaggio 'umano'" (però poi sono contenti di vedere Malinin che inanella quadrupli a ripetizione!).

Per il tuo e vostro piacere riporto qui un thread su Facebook (rigorosamente censurato, perchè si dice il peccato e non il peccatore ...).



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Ora, io capisco (si fa per dire ...) che ci sia gente che dice che nel pattinaggio di figura "senza i russi si sta benissimo".
Il masochismo è una caratteristica decisamente rara nell'umanità, per quanto io abbia visto in vita mia, ma ci sono "sadici" che poi alla fine devono quantomeno far finta di farsi piacere il risultato delle azioni scellerate da loro stessi fatte o da loro applaudite.
Credo che sia quello che sta accadendo a coloro che due anni fa gongolavano perchè dicevano che "finalmente" si sarebbe visto un pattinaggio "non acrobatico e non fatto da bimbette dopate usa-e-getta".
Pure io, che non ho mai apprezzato il pattinaggio SOLO "acrobatico, tutto salti" alla Trusova (almeno quella dei primi anni), mi sono subito reso conto che togliere i russi avrebbe voluto dire far diventare il pattinaggio di figura un "campionato di serie B", non ci voleva certo un genio per prevederlo.

Ma dire che "rincorrere le russe è difficile e distruttivo" è l'ammissione più chiara ("voce dal sen fuggita") che questa situazione a molti va bene PER PURO INTERESSE, ovvero che senza russi "tra i piedi" è MOOOOOLTO PIU' FACILE arrivare a MEDAGLIA (anzi: adesso è POSSIBILE, con i russi e soprattutto le russe, che sono atlete di tutt'altra categoria, Formula Uno contro Formula Due, adesso fuori dai giochi, mentte prima era spesso IMPOSSIBILE).

Per ora mi fermo qui, ma sarei curioso di sapere la tua opinione sul "tonfo" di Guignard-Fabbri, il cui esercizio lungo ho guardato senza tanto entusiasmo in generale, e pertanto anche con forse scarsa attenzione, ma devo dire che il loro lungo mi ha lasciato davvero "perplesso", per usare un eufemismo.
Al di là degli errori tecnici mi è parso noioso, vuoto di interpretazione, cosa che invece era diventata un loro punto di forza.

Sono io che mi sono semi-addormentato davanti alla TV (è più che possibile ... :D) o anche secondo te quell'esercizio è o "sbagliato" come concezione oppure richieda ancora un bel pò di lavoro per arrivare ad essere competitivo?



A proposito di NOIA, devo ammettere che Maria Sotskova, pattinatrice che ha chiuso purtroppo ingloriosamente la sua carriera con una storia di doping (credo l'unica pattinatrice russa ad essere stata "beccata" prima del "trappolone" teso alla Valieva, perchè la Bobrova è stata scagionata), mi è sempre parsa MOLTO NOIOSA.

Ora, mi viene il dubbio di non averla mai davvero apprezzata per le sue VERE E INDISCUTIBILI QUALITA'! :lol2:

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E con queste immagini per combattere la NOIA, per ora CHIUDO!

 


 

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Fino a quando Youtube non cancellerà il filmato per motivi di copyright, questo è il filmato ("artigianale", di meglio non ho trovato) di un minuto del programma libero con cui Kaori Sakamoto ha vinto il NHK Trophy, tappa giapponese del Grand Prix.

Che dire?
Ha meritatamente vinto con 231.88 punti (152.95 nel free, e con 76.75 di components, non pochi), un decisamente buon punteggio anche tenendo conto che siamo ancora ad inizio stagione.
Per confronto, a Pechino 2022 la Sakamoto arrivò terza (a causa del crollo psicologico della Valieva, per la nota vicenda) con 233.81.

Anche qui, il solito esercizio "muscolare" della giapponese, energetico e pieno di tripli, ma secondo me come al solito troppo pagato come components (che non sono proprio la specialità di Kaori).
Anche qui, nessun quadruplo ma pure nessun triplo axel per la netta vincitrice.

La Bianconi, in telecronaca Rai, ha sottolineato (senza prendere posizione) che non vediamo più quadrupli dal divieto per le russe, ma anche che Sakamoto è migliorata e che certamente ha già l'obiettivo di vincere a Milano-Cortina.
Si, la Sakamoto è probabilmente (un pò) migliorata ma è, non per sua colpa, lo specchio da una parte della decadenza del pattinaggio femminile e dall'altra (io temo) del fatto che probabilmente vedremo prima delle Olimpiadi una gonfiatura dei PCS (i components) per mascherare un pò quella stessa decadenza.
Almeno, questo è ciò che io mi aspetto (spero di sbagliarmi).

La domanda che molti si pongono (secondo me anche tra alcuni di coloro che non lo ammetterebbero neanche sotto tortura) è: "quando torneranno le russe?".
Ovviamente, prima che accada dovrà fermarsi la guerra in Ucraina.
E quando accadrà?
Io temo che la guerra in Ucraina difficilmente terminerà sul campo prima della prossima estate o dell'autunno 2025, e non è detto che si firmi subito un accordo formale e definitivo.
Se così fosse il CIO si troverà nella situazione o di decidere in fretta se riammettere i russi prima dell'inizio della stagione o di non poterlo fare che a stagione già iniziata. Se poi non c'è un accordo, ma solo un cessate il fuoco, allora non cambierà niente con l'ostracismo verso i russi.

Nel complesso, qualcosa mi dice che saremmo decisamente "stretti" per far rientrare i russi prima di Milano-Cortina e temo che ci sarà chi spingerà forte per ritardare la riammissione, in modo da avere tre posti sul podio a disposizione invece di ... ZERO! (nelle donne, o casomai un posto o due in più nelle altre categorie).

In questo senso, è piuttosto prevedibile che la Sakamoto possa puntare decisamente al prossimo oro olimpico, ed è pressochè scontato che nella danza "trionferanno" i soporiferi francesi Papadakis-Cizeron, premotati all'oro già da PyeongChang (dove un "incidente col vestito" di lei ci risparmiò l'oscenità di vederli messi, a colpa di "pompaggi", davanti ai divini Virtue-Moir).

Quella italiana sarà (se lo sarà) l'ultima olimpiade invernale senza russi e la tentazione di approfittarne penso che sia fortissima.
Con l'aggiunta irritante di sentire i peana dei media per i vincitori, e se per i narcotici francesi è un canto che sentiamo da anni e ci siamo abituati, per altri, come la pur dignitosissima Sakamoto descritta già da alcuni come "una delle più grandi di sempre" (!), si fa fatica ad accettarlo.

Nel frattempo, il circuito del Grand Prix questo fine settimana si sposta in Finlandia.
https://www.oasport.it/2024/11/gp-finlandia-trophy-2024-programma-orari-tv-streaming/
 


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Aliona Kostornaya e Alexandra Trusova nel recente show sul ghiaccio di Evgenij Plushenko.

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Ancora un triste spettacolo la tappa del Grand Prix in Finlandia, soprattutto con la desolante visione del palazzetto di Helsinki quasi vuoto, con un po’ di spettatori (ma comunque senza arrivare a riempirlo nemmeno a metà) solo nella seconda giornata con i liberi individuali e con il vuoto pneumatico nella terza e conclusiva quando erano in programma i liberi di Danza e Coppie, quest’ultima gara penalizzata addirittura più di quella dell’individuale Donne dall’assenza della Russia. E’ lo sfacelo completo di questo sport, vergognosamente coperto dai mezzi di informazione che continuano a parlare di “grande spettacolo”. L’unico accenno all’assenza di spettatori l’ho ascoltato nella cronaca di Eurosport della seconda giornata quando è stato fatto notare che c’era più gente rispetto alla prima giornata. Ma, ripeto, più gente che però non riempiva nemmeno la metà dell’impianto, come risultava dalle riprese in campo largo, quando si vedevano chiaramente i posti vuoti. Ma tutti contenti perché finalmente i russi “se lo prendono in quel posto” e il resto del mondo “vince facile”!

In questo tragico quadro, mi sembra che siamo rimasti in pochi a difendere non tanto le nostre idee quanto il pattinaggio artistico su ghiaccio. Non ci posso credere quando vedo tanti addetti ai lavori (chiunque, atleti, allenatori, dirigenti, giornalisti) e semplici appassionati far finta di niente e farsi un autolavaggio del cervello per convincersi che tutto questo è bellissimo!

Comunque, vado avanti, insieme ad Astor e pochissimi altri nella speranza che il mondo degli appassionati raggiunga una saturazione per tutta questa schifezza cui stiamo assistendo e cominci a protestare. Magari sto sognando, ma non so che altro fare.

Intanto, continuo a lottare con i miei scarsi mezzi. Ho accumulato un bel po’ di roba da commentare e adesso cerco di scaricarla tutta. Prima però voglio doverosamente rispondere ad Astor sulla situazione di Guignard-Fabbri, dei quali sono da sempre un grande ammiratore. Poi, nei prossimi post, andrò sulle altre questioni.

La prima cosa che vorrei far notare è che l’eventuale colpo di sonno di Astor, ammesso e non concesso che si sia davvero semiaddormentato davanti alla Tv, non sarebbe un peccato mortale, ma solo un inconscio tentativo di autodifesa mentale di fronte allo scempio messo in atto dall’Isu.

Ma andiamo con le considerazioni pratiche perché il dubbio sollevato da Astor è condivisibile, anche se non ritengo che il nuovo programma libero di Guignard e Fabbri sia negativo. Resta il fatto che quella sensazione di noia ha un fondamento. Cerco di spiegare meglio.

Punto fondamentale: questo programma libero è lo sviluppo della prova di esibizione nei Gala della scorsa stagione, con Guignard e Fabbbri nella veste di robot. E già questo aspetto contribuisce, giustamente, non solo a dare una sensazione di dejavu (e vai col francese, traduco: già visto), quindi di stanchezza e quindi di noia, ma provoca concretamente una mancanza di fluidità generale nella prova. L’esibizione nel Gala dura un paio di minuti, magari un po’ di più, e ha caratteristiche particolari, libere dai vincoli regolamentari e tecnici della prestazione in gara. Quando si passa ai quattro minuti circa, bisogna estendere questo programma, “tirarlo” come un’operazione di estetica facciale quando la pelle viene tirata in su e dietro la nuca per “piallare” le rughe. Tutto questo non è naturale fisicamente e non lo è artisticamente. Ne viene fuori una sensazione di “puzzle”, pezzi pur belli che però sembrano attaccati con lo scotch.

E siamo all’impressione generale, che è anche la mia personale prima sensazione che ho provato quando ho visto questo programma libero. Ma è chiaro che in questo quadro generale dobbiamo tener conto degli elementi tecnici e dell’interpretazione.

Prendiamo allora in considerazione il programma della scorsa stagione e quello attuale, esaminando la prova di Angers e quella delle Finali del Grand Prix 2023 a Pechino (che è poi la stessa dei Mondiali 2024 a Montreal). Prima di qualsiasi altra considerazione relativa al confronto dei risultati, ricordiamo che nel Libero ad Angers c’è stata la caduta di Fabbri nella “Circular step sequence”, quando gli ha ceduto letteralmente una gamba alla fine di questa sequenza di passi (si sente lui che parla alla loro coach Barbara Fusar Poli di sensazione di “gambe spezzate”), che ha provocato grado di esecuzione negativo (Goe fra meno 3 e meno 4) e un taglio di quasi 4 punti sul valore di base, oltre alla penalizzazione di un punto per la caduta. Quindi c’è una parziale spiegazione alla differenza di punteggio Tecnico nel Libero: 72.93 a Pechino (Finali Grand Prix 2023, attenzione, non l’Olimpiade 2022), 56.62 ad Angers. Ma è pur vero che anche senza la caduta il punteggio di Angers sarebbe stato comunque inferiore a quello di Pechino, quindi c’è un problema di base.

I due programmi, fondamentalmente, pur diversi nell’impostazione e nella musica, hanno le stesse caratteristiche degli elementi: 6 sono uguali (Twizzle, One foot, Diagonal, Circular step sequence, Stationary lift, Choreographic character step sequence), 3 sono cambiati (Choreographic assisted jump, Curve lift + rotational lift, Choreographic sliding movement a Pechino; Choreografic spin, Straight line lift + rotational lift, Choreographic dance lift ad Angers). Nella sostanza, la struttura degli elementi tecnici rimane la stessa. E anche il punteggio base è praticamente uguale: 46.79 a Pechino, 46.04 ad Angers.

Cosa cambia? Dicevo che anche senza la caduta ci sarebbe stata una sensibile differenza fra le due prove nella valutazione dei giudici, determinata dai Goe. Mettendo da parte l’elemento con la caduta, negli altri 8 elementi si vede chiaramente la disparità di giudizio: a Pechino, il totale di questi 8 elementi dà 38.21 come valore base e 60.76 come finale (+22.51); ad Angers 37.84 valore base e 51.81 totale (+ 13.97). Come si vede, anche senza la caduta, c’è una differenza notevole di quasi 10 punti nei soli gradi di esecuzione. Infatti, andando a vedere i risultati dettagliati, si vede che a Pechino i Goe erano praticamente tutti sul +3 e +4, con una decina di +5 e appena tre +2; ad Angers solamente cinque +4 su un totale di 64 giudizi (invece di 72 perché ho tolto l’elemento della caduta di Fabbri, che ha tutti meno 3 e meno 4), e poi una sfilza di +2, con un po’ di +3, qualche +1 e addirittura un meno 1 sulla Choreographic dance lift.

Il tutto si riflette anche nei punteggi dei Components: 56.76 a Pechino e 57.42 ai Mondiali a Montreal per il programma della passata stagione, 51.26 ad Angers per il nuovo. A Pechino voti da 9 a 9.75 (massimo 10, punteggi che scalano di 0.25 alla volta), ad Angers da 7.75 a 9.25.

Infine, la musica. Nella passata stagione era la colonna sonora del film Oppenheimer, un brano “classico” ed elegante con una introduzione lenta per poi andare in crescendo e chiudere con un finale maestoso, che assecondava alla perfezione la prova favolosa di Guignard e Fabbri, scandalosamente puniti dai giudici per favorire i canadesi Gilles-Poirier. In questa stagione, musica dei Robotboys, duo danese, e Kavinsky, francese, tutta dance elettronica, che si adatta al tema, ma che ha caratteristiche “non lineari”, se posso usare questa definizione. Va bene per i movimenti della prova di Guignard e Fabbri, con un andamento “a singhiozzo”, ma può non piacere o “disturbare”. E non dico che per questi motivi sia da “punire”, perché è quella giusta per il tema scelto, dico solo che qualche giudice può farsi influenzare dalla diversità e abbassare il voto perché non è nei suoi gusti. Ma non è questo il lavoro del giudice, che deve invece valutare se la musica si adatta al tema scelto e se lo accompagna nella giusta maniera, se esalta i movimenti dei pattinatori o se va via per conto suo e non contribuisce a far capire allo spettatore cosa viene rappresentato sul ghiaccio. Così, la mia convinzione è che i giudici abbiano applicato al voto Goe, che deve limitarsi all’esecuzione dell’elemento, un giudizio “da Components”. Non mi piace la musica, non mi piace il tema, non mi piacciono i costumi, merita un voto basso anche l’esecuzione!

E in questo credo che i giudici ad Angers abbiano sbagliato alla grandissima. Su Eurosport il programma è stato definito “divisivo” e la trovo una espressione giusta per capire cosa è successo. Ma gli stessi Fusar Poli, Guignard e Fabbri devono interrogarsi sull’efficacia di questo programma, che sicuramente ha qualche difficoltà per essere capito o anche soltanto accettato, ma devono anche riflettere sui difetti che ha, se possono essere cancellati o se sono inevitabili, come se connaturati alla coreografia e alle scelte tecniche.

Da parte mia, credo sia giusto, in loro difesa, far notare che quantomeno i singoli movimenti e in particolare i sollevamenti, sempre di livello superiore a tutte le altre coppie e in assoluto fra i più difficili e belli di qualsiasi era della Danza, sono stati eseguiti benissimo e avrebbero meritato ben altri punteggi. Se passiamo all’impressione generale anche io sono rimasto perplesso sulla “fluidità generale” della prova, quindi ritorno al concetto espresso prima di “puzzle”, che provoca una sensazione negativa, e magari anche di noia, e fa passare in secondo piano, sia pure ingiustamente, i meriti, l’efficacia e l’altissimo livello tecnico di Guignard e Fabbri. E la stessa sensazione di Astor di un esercizio “vuoto di interpretazione” è dovuta secondo me sia all’aspetto estetico “piatto” con quei costumi grigi ma inevitabilmente necessari per il tema scelto, sia alla difficoltà, in quanto “robot”, di movimenti più sciolti ed eleganti che rendono nella maniera più efficace possibile la bravura nell’interpretazione. Ma se consideriamo la difficoltà nei movimenti “robottizzati”, a scatti, dovremmo concedere a mio parere qualcosa in più alle doti interpretative di Guignard e Fabbri.

In conclusione, credo che tutto lo staff tecnico abbia la capacità di mettere in atto quei piccoli correttivi che possono migliorare la resa spettacolare di questo programma, perché quella tecnica secondo me è già elevatissima e i giudici hanno solo trovato la scusa di una novità “divisiva” per non riconoscerla (si sente Barbara Fusar Poli che esclama “E figurati” quando escono i risultati) e regalare la vittoria (col contributo inaspettato della caduta di Fabbri) ai francesi Lopareva-Brissaud.

La seconda ipotesi di Astor su questo programma, quella di un bel po’ di lavoro per arrivare a essere competitivo, può essere quella giusta.

 

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E adesso rimango ancora un po’ nella Danza perché ho ascoltato su Eurosport qualcosa di interessante sulle novità nel campo delle regole. Il discorso è stato fatto da Massimiliano Ambesi, che ha Raffaella Cazzaniga come commentatrice tecnica, in occasione della tappa giapponese Nhk del Grand Prix.

Ecco la trascrizione di quanto detto da Ambesi e Cazzaniga quando stavano commentando la gara di Danza.

AmbesiApprofittiamo per spiegare quali elementi bisogna eseguire. Possono essere 9 o 10, o meglio sono 10 perché i lift sono 3 ma 2 li puoi eseguire insieme, quindi viene fuori un lift combinato. Hai 3 elementi coreografici, poi spiegheremo dove possono essere collocati, la trottola, i twizzle, una sequenza in parallelo su un piede e poi una sequenza in coppia che può essere quello che si vuole, quindi sia in linea retta che circolare, quindi midlane, diagonale, serpentina o cerchio. E’ chiaro che questo proliferare degli elementi coreografici ha dato tanto potere ai giudici, nel senso che il valore base è sempre lo stesso e poi lì ci si può sbizzarrire con i “più” a piacimento.

CazzanigaSì, infatti al Congresso di questa estate nella Danza tanti elementi coreografici sono passati, cosa che invece non è cambiata nelle Coppie di artistico.

Ambesi Diciamo che i 3 elementi coreografici c’erano già nella passata stagione, più quella della rhythm dance che vale tantissimo. Nell’artistico c’era l’idea di eliminare un salto nelle gare di singolo e un sollevamento nelle Coppie. Quindi ci sarebbe stato un sollevamento coreografico nelle coppie di artistico e un salto in meno nei singoli. Posso dire la mia? Meno male che questa autentica porcheria non è passata, perché non si può pensare di mettere tutto in mano al giudizio di chi siede nel pannello. Qui bisogna pensare a usare la tecnologia in maniera tale che le chiamate del pannello tecnico non possono essere messe in discussione. Dopodiché, per quanto riguarda i giudici, bene che ci siano ma fissando dei confini. Cioè, se tu elimini degli elementi tecnici per mettere elementi coreografici per cui il giudice fa quello che vuole, secondo me non aiuti uno sport in difficoltà, in nessuna maniera. Quindi, l’obbiettivo non deve essere quello di rendere i giudici sempre più forti e in grado di stabilire a piacimento quello che succede. Bisogna trovare un equilibrio differente. Io sono contento che quella proposta sia stata bocciata. Poi la riproporranno per il prossimo quadriennio e spero che venga nuovamente bocciata, se vogliamo salvare il pattinaggio di figura. Se lo vogliamo mandare al patibolo, avanti su questa strada e ci si arriva.

CazzanigaChe nella Danza è un po’ il problema, Danza in mano alla soggettività.

AmbesiMa troppo.

 

Non ho parole. Ambesi che dice praticamente le stesse cose che penso io e che ho espresso più volte a proposito del potere dei giudici di “stabilire a piacimento quello che succede”!

Ma a questo punto viene fuori il domandone: dov’era Ambesi quando i giudici rivoltavano completamente il mondo della Danza mandando in orbita due autentici “killer” delle doti tecniche come i francesi Papadakis e Cizeron, creatori della Banal Dance, realizzatori del vuoto tecnico assoluto, distruttori di qualsiasi barlume di difficoltà? E già, dov’era Ambesi?

Forse riesco a ricordare. Era nella folta schiera di ammiratori di Pippadakis-Cazzeron, cantore delle loro gesta, autore di memorabili frasi come queste: “Una padronanza, una velocità, una coordinazione che hanno pochi eguali”; “Vediamo se arrivano a quel 230 complessivo, qualcosa di incredibile, ecco. Se pensi che per la medaglia di bronzo serve in questo momento 216,83, sono in un’altra dimensione”; “Vedo un 59,70 sulle componenti del programma che è record assoluto, 10 in performance, 10 in coreografia, 10 in interpretazione. Che cosa si può aggiungere?”.

Già, cosa si può aggiungere? Vogliamo provarci noi?

E aggiungiamo: Ambesi se ne viene fuori adesso con i giudici che fanno quello che vogliono e che mandano il pattinaggio artistico al patibolo?

Sono gli stessi giudici che hanno tentato di far vincere l’oro olimpico a una coppia insignificante dal punto di vista tecnico a scapito di due giganti come i canadesi Tessa Virtue e Scott Moir, che a Pyongchang rischiarono di essere battuti se i francesi non fossero stati leggermente penalizzati nel punteggio per la rottura di una spallina del costume della Papadakis durante il Corto (come prevede il regolamento, per chi non ha dimestichezza con le regole della Danza su ghiaccio, e lì i giudici non poterono ignorarlo). Virtue-Moir vinsero con appena 79 centesimi di vantaggio sui francesi, invece dei 10 punti di differenza che una giuria normale avrebbe dovuto attribuire loro!

In quel momento, secondo Ambesi, non si sentiva il bisogno di “salvare il pattinaggio di figura” e lo si poteva tranquillamente “mandare al patibolo”! Ma che strano.

Infine, una ulteriore dimostrazione di quanto il pattinaggio artistico sia in mano a scandalosi giudizi viene proprio dal Grand Prix di questa stagione, con un connubio Danza-Coppie davvero inaspettato. Ed è proprio Ambesi a far notare un “passaggio di consegne” fra le due specialità. Succede che nella gara delle Coppie si vede frequentemente un sollevamento che viene direttamente, anzi è letteralmente copiato dalla Danza e in particolare dalle prove degli statunitensi Madison Hubbell e Zachary Donohue, con la Hubbell in aria in una posizione difficilissima, corpo disteso e rigido in posizione inclinata, testa in avanti e piedi più in alto, con Donohue che deve fare uno sforzo incredibile per reggerla e lei costretta a un altrettanto immenso sforzo con i reni per restare in quella posizione. Giova ricordare che Hubbelle e Donohue sono stati i pattinatori di Danza più penalizzati negli ultimi anni, con punteggi che non riconoscevano loro il vero valore tecnico e la bellezza di sollevamenti che sono fra i migliori in assoluto di tutta la storia della Danza su ghiaccio.

Ebbene, i giudici li hanno ignobilmente penalizzati, a vantaggio di chiunque altro, a partire proprio da Pippadakis-Cazzeron, ma adesso quegli “scemi” delle Coppie, che evidentemente non capiscono un tubo di tecnica e armonia, scelgono proprio quel sollevamento per inserirlo nei loro programmi! Ma guarda un po’! E non stiamo parlando di una coppia soltanto, ma di quasi tutte le coppie in questa stagione. Un riconoscimento del grandissimo valore di Hubbell e Donohue, uno schiaffio ai giudici e a tutti quelli che stanno veramente distruggendo il pattinaggio artistico.

 

  

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Inviato (modificato)

L’ultima tappa del Grand Prix, in Cina, due settimane prima delle Finali a Grenoble, offre lo spunto per qualche altra riflessione su questa nuova stagione, in particolare sulla situazione nell’individuale femminile.

Prima però, per un momento, ritorno a Guignard-Fabbri per un aggiornamento della loro nuova prova, quella dei “Robot”, visto che in Cina hanno vinto la gara di Danza. Dopo l’infortunio nella prova in Francia, con la caduta di Fabbri e una non eccelsa accoglienza dei giudici al loro programma libero, Guignard e Fabbri si sono riscattati vincendo con 209.13 punti davanti ai canadesi Lajoie-Lagha con 205.16. Sono ancora sotto le loro prestazioni della scorsa stagione (215.51 nelle Finali del Grand Prix, secondo posto dietro gli statunitensi Chock-Bates con 221.61, e 216.52 nei Mondiali di Montreal, terzo posto dietro Chock-Bates con 222.20 e i canadesi Gilles-Porier con 219.68), ma hanno dato un segnale di risveglio, pur rimanendo sotto i punteggi stagionali di Chock-Bates in questo Grand Prix (215.95 vincitori in Giappone) e di Gilles-Poirier (214.84 vincitori in Canada).

La prima novità è stata il cambio parziale di costume, completamente grigio in Francia, lo stesso delle esibizioni della precedente stagione. Li avevo definiti “costumi grigi ma inevitabilmente necessari” perché dovevano rendere l’idea dei robot, ma purtroppo suscitavano troppo il ricordo delle esibizioni e probabilmente hanno provocato un impatto negativo nei giudici. Così, con molta intelligenza, senza rinnegare lo spirito del programma, hanno conservato solo nei pettorali il disegno e il colore grigio di quei costumi, con il resto dei vestiti, per entrambi, di colore nero e con variazioni di stile, gonna e veli per lei (che prima aveva lo stesso costume di Marco, tuta aderente completamente grigia), pantaloni per lui. L’effetto visivo, che elimina quel fastidioso “déjà vu” è già un primo passo verso un aggiornamento della prova che potrebbe riservare ulteriori miglioramenti. Ci ritorneremo.

L’ABISSO DELLE DONNE

Detto questo, passo alle note dolenti dell’individuale femminile, che avevo messo momentaneamente da parte. La situazione è sempre più imbarazzante, anche se Massimiliano Ambesi, su Eurosport, in occasione della tappa in Giappone, ci informa che Kaori Sakamoto “sta provando un quadruplo in allenamento”. Non c’è motivo di dubitare di quanto detto da Ambesi, ma qualche perplessità, non sull’annuncio, ma sul fatto concreto, può esserci, perché con un fisico come quello della Sakamoto, molto potente e quindi anche pesante, il quadruplo diventa ancora più difficile. Finora, tutte le pattinatrici che hanno eseguito il quadruplo (oltre alle russe, ricordo anche la kazaka Elizabet Tursynbaeva, prima a farlo in gara, un Salchow, nei Mondiali 2019 in Giappone, a Saitama) avevano un fisico adolescenziale, il che le aveva favorite, così come aveva favorito la stessa Tursynbaeva che, con corporatura minuta, l’aveva eseguito per la prima volta quando aveva 19 anni. Ma Sakamoto ha 24 anni, ne farà 25 ad aprile, e la sua corporatura è nettamente diversa, gambe potenti, altezza di 1,59, molto più pesante di tutte le ragazze che hanno saltato un quadruplo. Può farcela? Per il momento, non ha nemmeno tentato il triplo Axel, che in teoria dovrebbe essere più alla sua portata rispetto a qualsiasi quadruplo, tant’è che questo salto è stato realizzato da tante pattinatrici anche con fisici nettamente diversi, snelle o potenti, di altezza diversa, con gambe con minore o maggiore potenza. Ma Sakamoto, pur avendo un doppio Axel amplissimo, non si è mai azzardata a tentare il triplo, che potrebbe essere alla sua portata. E tenta il quadruplo? Le basterebbe il triplo Axel, nel Corto e nel Libero, per sopravanzare ancor di più le avversarie, ma non ci prova.

In ogni caso, ammettendo che stia provando un quadruplo e che un giorno ci riesca pure, il significato per me è evidente: darsi una “patente di nobiltà”. E’ evidente che la stessa Sakamoto si renda conto che le sue vittorie hanno una sola ragione: l’assenza delle russe. A dispetto dei “peana” che i mezzi di informazione le tributano, la verità appare chiara a tutti. Così, Sakamoto con un quadruplo potrebbe dire che sarebbe riuscita a battere anche le russe se fossero state in gara. Perché, andando sul concreto, per vincere lei non ha certo bisogno di un salto quadruplo, già così è praticamente senza avversarie, magari deve solo temere una Glenn che riesce a fare il triplo Axel nel Corto e nel Libero, ma allo stato attuale non si vedono avversarie in grado di batterla, segno ancora più chiaro di quanto sia precipitato il livello tecnico delle Donne, almeno a venti anni fa, come ho già ricordato più volte. Ma Sakamoto sta provando il quadruplo!

E a proposito dei “peana” a lei riservati dai mezzi di informazione, ecco le ultime prodezze.

In occasione della prova del Grand Prix in Giappone, sulla Rai, la telecronista Maddalena Montecucco ha chiamato Sakamoto “Sua Maestà”.

Non riesco nemmeno a commentare, mi vengono solo cose da querela.

Purtroppo, bisogna registrare anche il commento di Franca Bianconi, bravissima allenatrice, giudice di gara e acuta commentatrice, che si è adeguata alla corrente di pensiero e ha giudicato così la prova di Sakamoto nel Libero.

Bianconi - “Rimangono i suoi megasalti spaziali a partire da questo doppio Axel che apre, che copre mezza pista. Questo è il doppio Axel, segue l’Euler, segue il triplo Salchow. Se ci fate caso, è partita da un lato della pista, sta atterrando dall’altro lato della pista, sono circa 30 metri di fatto, 30 no, ma 20 tutti. Il triplo Flip senza problemi con attaccato il triplo Toeloop. Davvero un contenuto tecnico notevole. Non ci sono quadrupli, abbiamo lasciato l’era dei quadrupli un po’ da quando la Russia non è più, non ha più partecipato alle gare, diciamo che non se ne vedono più così tanti. Si vedono alcuni tripli Axel e mi aspetto di vederli da Amber Glenn. In avanti ci saranno delle pattinatrici che sicuramente si cimenteranno”.

Montecucco“Ci sono tante pattinatrici giapponesi che ce l’hanno in repertorio il triplo Axel”.

Bianconi “Ma per il momento diciamo che le pattinatrici che mirano a vincere, al podio mondiale, puntano più sulla qualità degli elementi, anche senza questi salti così di valore. E lei quest’anno ha fatto un balzo in più con la sua interpretazione, col suo programma”.

Ora, lasciando da parte i “megasalti spaziali” e i “30 metri di pista, 30 no, ma 20 ci sono tutti” (con l’Euler in mezzo non ci vuole molto a farli, dài, non scherziamo), la Bianconi tira in ballo il problema principale: non ci sono più quadrupli. Ma lo fa in maniera da non disturbare troppo, quasi un appunto di cronaca e niente più, fra l’altro con un errore di fondo. Lei dice: “…  abbiamo lasciato l’era dei quadrupli un po’ da quando la Russia non è più, non ha più partecipato alle gare, diciamo che non se ne vedono più così tanti”.

Punto primo: non è che la Russia non ha più partecipato alle gare, la Russia non ha potuto più partecipare alle gare perché le è stato impedito da una decisione dell’Isu, in ossequio alle “raccomandazioni” del Comitato olimpico internazionale, che però non erano vincolanti, tant’è che altre federazioni mondiali, a partire da quella del Tennis, fa partecipare russi e bielorussi, sia pure senza bandiera. Quindi, l’Isu non se ne può venir fuori con la scusa che “ce l’ha imposto il Cio”, perché è una bugia grandissima e grossolana. Ogni Federazione mondiale era libera di scegliere e l’Isu ha scelto di escludere Russia e Bielorussia, regalando di fatto a tutto il mondo le medaglie di Donne e Coppie e falsando la storia di questo sport.

Punto secondo, ma importante come il primo: non è che non si vedono più tanti quadrupli nelle Donne, NON SE NE VEDONO PER NIENTE! Sono spariti totalmente perché le uniche pattinatrici a farli sono le russe. Se anche la Bianconi, che è di caratura nettamente superiore ai telecronisti e telecroniste (ma questo è fin troppo facile) e a tutti gli altri commentatori tecnici, dice queste cose, allora davvero non c’è più speranza per il pattinaggio artistico su ghiaccio. Che diventa ancor di più pattinaggio di figura di m…

 

GRAND PRIX

Intanto, è stata definita, dopo la sesta e ultima prova del Grand Prix, in Cina, la composizione dei qualificati alle Finali in programma a Grenoble dal 5 all’8 dicembre. Tre le bandiere azzurre: Grassl nel singolo Uomini, Conti/Macii nelle Coppie, Guignard/Fabbri nella Danza.

Uomini: Malinin, Kagiyama, Sato, Siao Him Fa, Aymoz, Grassl.

Donne: Sakamoto, Glenn, Higuchi, Yoshida, Chiba, Matsuike.

Coppie: Stellato Dudek/Deschamps, Miura/Kihara, Hase/Volodin, Conti/Macii, Metelkina/Berulava, Kam/O’Shea.

Danza: Fear/Gibson, Chock/Bates, Gilles/Poirier, Guignard/Fabbri, Lopareva/Brissaud, Lajoie/Lagha.

 

 

Modificato da Kamilo

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Da oggi si torna in pista per le Finali del Grand Prix, a Grenoble, altra gara che contribuisce alla falsificazione della storia del pattinaggio artistico su ghiaccio. Tornerò su queste Finali dopo che saranno concluse. Per il momento, mi limito a citare ulteriori “frasi storiche” che hanno caratterizzato le cronache televisive delle tappe di qualificazione di questo Grand Prix. E ci sono nuove “gemme” da ammirare.

Su Eurosport, in occasione della tappa in Giappone, Massimiliano Ambesi ricorda: “La più forte non può gareggiare in categoria seniores perché l’età non glielo consente”.

E sta parlando della giapponese Mao Shimada, vincitrice delle ultime due edizioni dei Mondiali junior, nel 2023 e 2024, e probabilissima vincitrice anche di quelli 2025, gli ultimi per lei prima di passare senior.

Ed è giustamente considerata la più forte perché è l’unica a eseguire il quadruplo Toeloop, il triplo Axel e programmi con tutti tripli negli altri salti. Dal punto di vista tecnico, non è neanche possibile un paragone con la vincitrice dei Mondiali senior, l’altra giapponese Kaori Sakamoto che neanche riesce ad avvicinarsi a un triplo Axel, figuriamoci a un quadruplo. E se un paio di volte Sakamoto ha ottenuto punteggi finali più alti di Shimada, oltre a un esagerato “pompaggio” dei giudici, è stato solo perché nei Components ha ancora un vantaggio di almeno 10 punti nei confronti della più giovane atleta, che non può ancora avere la maturità espressiva delle senior. Ma dall’anno prossimo Shimada stritolerà sia Sakamoto, sia tutte le altre senior le cui prove sono imbarazzanti se confrontate con quelle delle vere campionesse del passato, più o meno recente, e delle russe “esiliate” dalle gare.

E questo fa capire ancora di più in quale abisso i dirigenti dell’Isu abbiano fatto precipitare questo sport. Resta il fatto che quando è stato cambiato il regolamento, visto che le russe sotto i 17 anni travolgevano le avversarie, tutti a dire che era giusto. Adesso gli stessi che esultavano sono costretti a specificare che la più forte non è in gara. Complimentoni!  

Ma anche altri riferimenti danno l’idea dello sfacelo tecnico in atto da quasi tre anni ormai.

Ancora Ambesi ricorda che la giapponese Rion Sumiyoshi “ha eseguito un quadruplo Toeloop in stagione”. A parte il fatto che nelle ultime gare non è stata più capace di portarlo a termine, qui siamo davvero ai confini della realtà. Bisogna aggrapparsi a una giapponese di 21 anni, brava ma non certo un fenomeno, nemmeno capace di qualificarsi per queste Finali del Grand Prix a Grenoble, per dire che c’è una pattinatrice che ha eseguito un quadruplo! Uno solo, di una sola pattinatrice, in tutta la stagione! A questo punto siamo arrivati.

E infine, ancora Ambesi, durante l’ultima tappa di qualificazione, in Cina, fa notare: “La missione di chi non è giapponese è cercare di evitare lo sweap e quindi la qualificazione di 6 atlete nipponiche per la finale. Sarebbe qualcosa di assolutamente clamoroso. Certo, il tutto avvantaggiato dall’assenza forzata della Russia”.

Ma davvero? E può spiegare Ambesi come sia possibile che 5 giapponesi su 6 qualificate per le Finali debba essere considerato come “qualcosa di assolutamente clamoroso”? A maggior ragione se il tutto è “avvantaggiato dall’assenza forzata della Russia”? Certo, va riconosciuto ad Ambesi che almeno ha ricordato, sia nel caso della Shimada, sia in quello dell’assenza della Russia, quale sia la vera situazione del pattinaggio artistico, ma una nota a margine non lo assolve dalla colpa di esaltare le prove della Sakamoto e delle giapponesi in generale. Peggio ancora per altri telecronisti che nemmeno citano l’assenza delle russe. Siamo nel punto tecnicamente più basso della storia di questo sport nelle Donne e nelle Coppie, ma tutti allineati e coperti, a cominciare dalle Federazioni nazionali che stanno rubando medaglie.

Ma per concludere manca ancora qualcosa e viene fuori di nuovo dal commento di Ambesi in occasione della tappa cinese. Già nelle precedenti tappe si è notato che il pubblico era scarso. Ma a Chongqing si è arrivati a uno spettacolo davvero pietoso: palazzetto quasi vuoto. E certo, mica gli spettatori (cinesi o di qualsiasi altra nazione) sono “poveri fessi” al servizio dell’Isu, pronti a pagare un biglietto per uno spettacolo misero. Ed ecco il risultato, sempre più evidente, in ogni parte del mondo, con spettatori in calo vistoso.

Ambesi tenta di attutire l’impatto delle immagini in arrivo dalla Cina con una speciale interpretazione di quello che sta accadendo: “Pubblico non delle grandi occasioni, anche perché non è il momento migliore nella storia del pattinaggio cinese”.

Quindi, una volta realizzato che non si può più nascondere ai telespettatori il vuoto degli impianti, perché le immagini sono chiare e drammatiche per questo sport, si trova la scusa che si sono venduti pochissimi biglietti perché “non è il momento migliore nella storia del pattinaggio cinese”. Bisognerebbe ricordare che il pattinaggio cinese, negli ultimi anni, ha avuto come punte solo Sui Wenjin e Han Cong, oro olimpico a Pechino 2022 nelle Coppie. Per il resto, a parte Jin Boyang fra gli uomini senza peraltro speranze di podio nelle grandi manifestazioni, il pattinaggio cinese mica ha avuto chissà chi, eppure gli spettatori riempivano gli impianti, mica lo facevano solo per la gara delle Coppie.

Si torna inesorabilmente al problema fondamentale: due gare su quattro, Donne e Coppie, sono diventate oscene dal punto di vista tecnico e spettacolare. E in tutto il mondo, qualcuno dovrebbe ricordarlo all’Isu e ai telecronisti, vale il sempiterno detto napoletano: “Ccà nisciuno è fess”!!!

 

P.S. Promemoria per un prossimo intervento: solo un mese di squalifica alla tennista polacca Iga Swiatek perché trovata positiva alla “trimetazidina”, guarda un po’, la stessa sostanza che ha fatto squalificare per quattro anni la mia amata sorellina Kamila Valieva. E tutto il tennis che ha fatto partire una campagna di stampa per abolire le punizioni in caso di presenza “minima” di queste sostanze, prendendo spunto anche dal ricorso della Wada al Tas per il “clostebol” di Jannik Sinner. Ora si ascoltano le opinioni anche di importanti esperti, medici e quant’altro, che sostengono che non si dovrebbe ricorrere alla squalifica in questi casi. Ma per una presenza altrettanto infinitesimale Valieva è stata squalificata per quattro anni (e lasciamo stare che non avrebbe dovuto perché minorenne, ma questa è un’altra vergogna) e tutto il mondo a esultare. Ci torno, contateci, ci torno.

 

 

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Caro Kamilo,
per non stare a deprimerci troppo eviterei qui di inoltrarmi in tristi aspetti a riguardo del (indiscutibile) declino del pattinaggio negli ultimi anni, ma mi aggancio al fatto che ci sia una giovane giapponese, la Shimada, in grado di presentare (praticamente l'unica ...) un insieme di elementi tecnici "da russa".

Perchè l'altro giorno mi veniva da pensare a quelli che continuano a descrivere il pattinaggio femminile russo, soprattutto quello della scuola della Tutberidze, come fatto di ragazzine rovinate da allenamenti massacranti, quadrupli spezza-schiena-e-caviglie, pressioni psicologiche abnormi e, dulcis in fundo, pure "sostanze strane" (o proprio proibite) loro propinate dai cinici allenatori.
Diranno la stessa cosa della Shimada? Diranno la stessa cosa quando anche altre nuove pattinatrici "occidentali" saranno anche loro "quadrupliste"?
Si aprano le scommesse.

E comunque (e qui viene il motivo per non deprimerci troppo), a parte qualche atleta sfortunata effettivamente soggetta ad infortuni e problemi multipli (come la Medvedeva, che ne ha avuto danneggiata la pur luminosa carriera), non mi sembra di vedere questa "infermeria" nella generazione uscente di pattinatrici russe, anzi, direi che il pattinaggio made-in-Russia "ha fatto loro bene" ...
Almeno a guardare cosa ne è venuto fuori. ;)

WARNING! Attenzione Kamilo, uno dei filmati è in particolare per te! :D

https://packaged-media.redd.it/xqws5227ow5e1/pb/m2-res_854p.mp4

https://packaged-media.redd.it/imm0a1o4un5e1/pb/m2-res_854p.mp4

https://packaged-media.redd.it/q17uwt6oy85e1/pb/m2-res_640p.mp4

https://packaged-media.redd.it/swr1m9uq8l4e1/pb/m2-res_854p.mp4


https://www.reddit.com/media?url=https%3A%2F%2Fpreview.redd.it%2Fforgotten-skaters-alisa-fedichkina-who-won-the-cup-of-nice-v0-os8dqnwfkt5e1.jpg

 

https://www.reddit.com/media?url=https%3A%2F%2Fpreview.redd.it%2Fforgotten-skaters-alisa-fedichkina-who-won-the-cup-of-nice-v0-prxkzk6hkt5e1.jpg

 

 

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Modificato da Astor

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Non è che io avessi molta voglia di ri-parlare di doping (o presunto tale) nè di fare analogie/differenze tra casi di doping (o presunto tale) nel pattinaggio di figura e in altri sport.

Tuttavia oggi leggo un "aureo" intervento del "Vate" Massimiliano Ambesi, il Sommo Commentatore Galattico dello Sport, sul "caso Sinner" (e non è certo il suo primo commento sul "caso"):

https://www.facebook.com/EurosportItaly/posts/pfbid0Xd8AA7Yp8hvzaUfuAz4bY17z6TXYuk9rkQ1kdNbuK5auQd4TGdztjLm7PCP36Pqyl?comment_id=496166156211812


E, un po' questo e un po' per quello che scriveva l'ottimo Kamilo nel suo ultimo intervento, qualcosa voglio dire.

Ora, il succo del mio intervenire, almeno come reazione immediata, è:
DOV'ERA IL "SOMMO" QUANDO LA STESSA WADA SI ACCANIVA, IN PALESE VIOLAZIONE SIA DELLE LEGGI CHE DEL BUONSENSO, CONTRO UNA PATTINATRICE MINORENNE RUSSA TROVATA, PER LA PRIMA ED UNICA VOLTA, "CONTAMINATA" DA UNA SOSTANZA DOPANTE CHE PURE NESSUNO HA AVUTO IL CORAGGIO DI DIRE CHE LEI ASSUMEVA VOLONTARIAMENTE?
E QUANDO COMMINAVA L'ABNORMITA' DI QUATTRO ANNI DI SQUALIFICA (IL MASSIMO) ALLA SUDDETTA ATLETA MINORENNE?


E parlo del "Vate" ma potrei parlare per credo il 95% dei commentatori italiani (e credo del 99% della gente che sta sui social sportivi e no).
Se si tratta di atteggiamenti "discutibili", se non persecutori, delle autorità internazionali antidoping nei confronti di atleti stranieri, "CHISSENEFREGA".
Se invece si tratta di atleti italiani di primo piano: APRITI CIELO.

Siamo il paese dove un dopato come Marco Pantani viene ancora ritenuto dai più come un EROE PERSEGUITATO.
Siamo il paese dove un PLURI-DOPATO (riconosciuto e in un caso pure reo confesso) come Schwazer (la cui pervicacia nel perseguire pratiche illegali ha pure danneggiato la carriera della sua innocentissima e credo inconsapevole, ingenua fidanzata) è largamente beneficiato sui media dalla stessa "eroica" narrazione.

Voglio essere chiaro:
io non, ripeto NON credo che Sinner vinca perchè è dopato. Non credo affatto che ne abbia bisogno.
E pertanto non, ripeto NON credo che abbia assunto volontariamente il Clostebol.
Di conseguenza, se può avere delle colpe "per essersi fidato" dei suoi collaboratori, non essendo oltretutto recidivo credo che al massimo dovrebbe essere sanzionato con una forte multa (se il codice antidoping lo prevede, e questo non lo so) o al massimo con una squalifica molto ridotta.

TUTTAVIA, coloro che fanno notare la DISCREPANZA DI TRATTAMENTO (almeno finora) tra Sinner ed altri casi di doping rilevato secondo me hanno ragione.
Compresa la Pellegrini (grande campionessa e, per i miei gusti, grande antipatica), che ha sottolineato la differenza nella responsabilità oggettiva che NON viene addossata a Sinner (almeno finora e per l'antidoping del tennis) e, per esempio, quella che invece HA portato alla squalifica di due anni del nuotatore italiano Turrini, "reo" di essersi lasciato curare un'infezione all'occhio con un collirio che, a sua insaputa, conteneva nandrolone, una sostanza vietata dall'antidoping.

https://www.msn.com/it-it/sport/other/federica-pellegrini-su-sinner-latleta-è-responsabile-turrini-ha-preso-due-anni/ar-AA1vEXeO


Ebbene, anche su queste dichiarazioni (secondo me sensate) della Pellegrini ... APRITI CIELO!

Commentatori e legulei più o meno improvvisati ("Vate" compreso) ci hanno spiegato che "i due casi sono totalmente differenti".
Vedi quest'articolo, poi ripreso da tanti:

https://www.oasport.it/2024/12/federica-pellegrini-non-difende-sinner-eppure-il-caso-turrini-era-differente/
 


Cito:
" Quali sono le differenze? Nel caso di Sinner parliamo di un caso di contaminazione indiretta e accidentale, in quanto lo status positivo è da attribuire a un prodotto (Trofodermin), che conteneva il principio attivo (Clostebol), usato da una terza persona, ovvero Giacomo Naldi (ex fisioterapista), per la nota ferita alla mano. Quest’ultimo, inconsapevole di ciò, con un massaggio aveva “contaminato” l’organismo del n.1 del mondo. Un qualcosa accertato anche dalla WADA, che però non concorda con il giudizio di primo grado in fatto di negligenza, ritenendo cioè che il giocatore non abbia fatto tutto il possibile per evitare di risultare positivo. Nel caso di Turrini, parliamo di assunzione volontaria di un medicinale che all’insaputa dell’atleta conteneva un principio dopante e quindi è una tipologia completamente diversa in termini di modalità."

Differenti? Completamente diversa?
Cioè, Sinner NON è responsabile perchè una TERZA PERSONA (un suo collaboratore) gli ha "applicato" involontariamente un medicamento che conteneva (a sua insaputa) una sostanza dopante mentre Turrini E' responsabile perchè avrebbe "assunto LUI stesso, volontariamente" un medicamento che conteneva (a sua insaputa) una sostanza dopante?
Ohibò!
A questo punto la differenza la farebbe il fatto che si sia instillato LUI PERSONALMENTE, Turrini, il collirio invece di farlo fare da un suo COLLABORATORE (per inciso: ne siamo sicuri? non l'ha magari fatto un medico trovato, come dice la Pellegrini "dall'altra parte del mondo")?
La differenza la fa la MANO che applica il medicamento, stante che in entrambi i casi c'è la presunzione (ragionevole) che l'atleta NON SAPESSE che veniva a contatto con sostanze vietate?
No, perchè se è così si aprono praterie per chi si voglia dopare, basta dire "mica me la sono applicata io la pomata, è stato Tizio Caio, il mio massaggiatore" ...

Immagino allora che il senso dell'obiezione possa essere diverso: sarebbe una questione di "per Sinner era una contaminazione accidentale, mentre per Turrini era un'assunzione volontaria".
Ma chi ha "contaminato" Sinner era il SUO massaggiatore, da lui SCELTO, non un medico trovato "dall'altra parte del mondo"!
Se il MIO commercialista, da ME scelto, SBAGLIA nel farmi la dichiarazione dei redditi, la responsabilità finale è MIA, non del commercialista! E' a ME che l'Agenzia delle Entrate applicherà la sanzione, non al mio commercialista.
Per cui, sotto certi aspetti la "contaminazione" di Sinner è PIU' GRAVE (o comunque non meno grave) di quella di Turrini, che si è fidato (sbagliando) di un medico che, mi par di capire, non conosceva e che ha dovuto trovare in loco per curare un'infezione in corso.

Io mi chiedo come si possano scrivere certe cose, da parte di certi commentatori.

Vogliamo dire che la WADA sta agendo spesso in modo "fanaticamente persecutorio e sospetto" verso alcuni (vedi la Valieva) e certamente "di parte", mentre in altri casi "chiude entrambi gli occhi"?
Mi sale il sangue alla testa ogni volta che mi ricordo delle ridicole (ma non divertenti) "RICETTE MEDICHE" pluriennali prescritte alla Biles e alle sorelle Williams da medici USA, SCANDALO che è stato rapidissimamente messo a tacere e che aveva in più il "problema" che a scoprirne le PROVE (mai contestate come tali) sono stati i "terribili hacker russi".
Vogliamo dire che, si, in almeno alcuni casi la WADA sembra completamente soggetta a logiche politiche extra-sportive?
Vogliamo dire che, si, la WADA sembra spesso tenere, più di ogni altra cosa, a ribadire il proprio potere e certamente la propria esistenza, con atteggiamenti "inflessibili", da Torquemada?
Si, la WADA oggi è (anche) questo.

Eppure ciò non toglie che ci siano dei problemi ENORMI di COERENZA sul come si applicano (e/o interpretano) le regole e quello della "responsabilità oggettiva degli atleti" è uno di questi.
E la coerenza qui non va richiamata solo per la WADA ma altrettanto per i COMMENTATORI, gran parte dei quali prontissimi a trovare "differenze" di fatto inesistenti o irrilevanti tra un caso e l'altro, per poter giustificare il LORO diverso giudizio, dato più che altro per simpatia, antipatia o per motivi prettamente politici.
Evidentemente anche i commentatori "tengono famiglia" (più raramente, invece, "tengono dignità") e, per esempio, per dire che ciò che è stato fatto alla Valieva è una vergogna ci vuole un coraggio che oggi tra i giornalisti sportivi del "mainstream" praticamente ha ... NESSUNO (o quasi)!.

Se il "caso Sinner" servisse a tornare a valutazioni più ragionevoli, e Sinner venisse "perdonato" o quasi, stabilendo NUOVI METRI DI VALUTAZIONE, VALIDI DA DOMANI PER TUTTI, ne sarei contentissimo.

Ma non mi si venga a dire che, in questo momento, nello sport internazionale l'antidoping, nelle sue varie incarnazioni (francamente: non capisco come l'antidoping nel tennis possa essere gestito da un organismo a parte, pur se "in collaborazione con la WADA"), non ha "figli e figliastri",  che non è INCOERENTE, che "tutto va ben, madama la Marchesa"  e che Sinner è innocente e punto e non c'è altro da dire.

Invece, c'è parecchio da dire.
 

Modificato da Astor

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Astor, benemerito e bentornato, ha anticipato il mio promesso intervento sulle strane (chiamiamole strane) incongruenze nelle situazioni di doping, con evidente discriminazione nel caso della mia amata sorellina Kamila Valieva. E ha introdotto una considerazione importante a proposito del nuotatore Federico Turrini, squalificato due anni per positività al Nandrolone, sostanza proibita che era contenuta in un collirio che lui aveva usato per curarsi gli occhi. Turrini è stato citato in contrapposizione al caso di Jannik Sinner, che aspetta il processo al Tas per il caso della sua positività al Clostebol.

Vado con ordine perché, mettendo insieme tante cose apparentemente lontane fra loro, si ha un quadro molto più chiaro della situazione.

I mezzi di informazione, senza esclusioni, hanno attivato una campagna di stampa a favore di Sinner, arrivando addirittura a sostenere la necessità di evitare una condanna se la presenza di sostanze proibite è bassissima, in questo assecondati dalla stessa Wada per bocca del suo direttore generale Olivier Niggli. Beh, proprio Niggli si è distinto con le sue contraddizioni, come riportato in un articolo del sito www.sportsenators.it citato da Astor, nei casi di Schwazer e Valieva, mostrandosi come uno scienziato nel primo e come un ingenuo sprovveduto nel secondo. Basta andare a rileggersi l’intervento di Astor per capirlo. E adesso Niggli dà il via alla una “campagna di sensibilizzazione” per i poveri atleti che si ritrovano con una dose minima di sostanze proibite. Ecco cosa dice alla Gazzetta dello Sport in un’intervista pubblicata il 30 novembre: “Oggi esiste un problema di contaminazione. Questo non significa che ci siano più casi del genere rispetto al passato, il fatto è che i laboratori sono più efficienti nel rilevare anche quantità infinitesimali di sostanza. Le quantità sono così piccole che ci si può contaminare facendo cose innocue”. E poi espone la sua proposta: “Con delle soglie non avremmo visto tutti questi casi. Quello che dobbiamo comprendere è se siamo pronti ad accettare il microdosaggio e dove sia giusto fermarsi. Proprio per questo tipo di riflessioni verrà creato un tavolo di lavoro”.

Ed eccola qui la “soluzione magica”: tolleranza per presenza minima di sostanza proibita. Ma che bravi!

E quando viene fuori questa esigenza? Proprio quando a essere coinvolti sono i due “numeri 1” del tennis, già, perché non c’è solo Sinner, ma anche la polacca Iga Swiatek a essere stata trovata positiva in un controllo antidoping a una sostanza che ci ricorda qualcosa: la Trimetazidina. Ma guarda un po’, quella che ha causato la squalifica per 4 anni della russa Valieva. Il mosaico si sta completando, con tutti i pezzi al loro posto.

E allora, mettiamoli nei posti giusti.

Anche Valieva viene trovata positiva per una quantità infinitesimale di Trimetazidina, in un controllo nazionale russo (occorre sempre specificare che sia stato un controllo nazionale, visto che si continua con l’accusa alla Russia di voler nascondere il doping) e non internazionale, dopo che non è mai stata trovata positiva in innumerevoli controlli fuori dalla Russia, così come tutte le sue compagne di nazionale, sempre sui podi mondiali e sempre controllate, mai trovate positive. A parte tutte le considerazioni già fatte all’epoca sulla non punibilità di Valieva perché minorenne e quindi “soggetto protetto” (non poteva certo decidere lei eventualmente di assumere una sostanza proibita e nemmeno sapere come procurarsela e nemmeno sapere che qualcuno giela stesse facendo ingerire), è importante il riferimento alla quantità minima. Per lei non si è sollevato il problema della contaminazione accidentale, anzi, tutti a sostenere che quella quantità minima era il “residuo” di una quantità ben maggiore. Così, la Wada e il suo ineffabile direttore generale Niggli procedono con la punizione dell’agnello sacrificale: ricorso al Tas e squalifica di 4 anni.

Adesso, altra trasformazione alla “Dottor Jekyll e mister Hyde”, la quantità minima è una prova di innocenza! E con un’altra bella serie di contraddizioni sostanziali, come nel caso di Federico Turrini. Infatti, quando viene citato quel caso, tutti a rimarcare le differenze con Sinner e a giustificare la differenza di trattamento. E anche qui, con clamorose omissioni. Parto da quanto citato da Astor, su OA Sport.

Per Sinner “contaminazione indiretta e accidentale, in quanto lo status positivo è da attribuire a un prodotto (Trofodermin), che conteneva il principio attivo (Clostebol), usato da una terza persona, ovvero Giacomo Naldi (ex fisioterapista), per la nota ferita alla mano”.

Per Turrini “assunzione volontaria di un medicinale che all’insaputa dell’atleta conteneva un principio dopante e quindi è una tipologia completamente diversa in termini di modalità”.

Facciamo pure finta che questa differenza sia sostanziale e giusta, e non lo è in base a quanto messo in evidenza da Astor, ma diciamo che sia giusta. La contraddizione più clamorosa, in cui sono caduti tutti i mezzi di informazione, è questa: e allora perché anche Swiatek è stata giudicata “inconsapevole” e quindi responsabile solo di “colpa o negligenza in maniera non significativa”, nonostante abbia bevuto di sua iniziativa un farmaco da banco, la Melatonina, che conteneva Trimetazidina, senza che alcun altro glielo abbia imposto o fornito, ma solo perché, come da lei sostenuto, soffriva di jetleg e di problemi di sonno?

Turrini usa un collirio che contiene Nandrolone e viene squalificato per 2 anni, Swiatek usa la Melatonina che contiene Trimetazidina e si prende un solo mese di squalifica!!!

Ma questo confronto tutti i mezzi di informazione non lo fanno, perché non conviene. A quel punto dovrebbero sostenere che la squalifica di Turrini è stata ingiusta, ma siccome devono rimarcare che è stata giusta per metterla in contrapposizione alla mancata squalifica di Sinner da parte dell’Itia (l’antidoping del tennis), ecco che il caso doping di Swiatek sparisce.

Quindi:

Valieva squalificata 4 anni dal Tas dopo ricorso della Wada che aveva chiesto i 4 anni per una presenza infinitesimale di sostanza proibita dopo essere stata assolta dall’agenzia antidoping russa.

Turrini squalificato 2 anni dal Tas dopo ricorso della Wada per assunzione involontaria di sostanza proibita dopo essere stato assolto da Cism (organo militare) e Fina (federazione internazionale nuoto).

Swiatek squalificata un mese dalla Itia per assunzione involontaria di sostanza proibita, presenza infinitesimale.

Sinner assolto dall’Itia per assunzione involontaria di sostanza proibita, presenza infinitesimale. Ora davanti al Tas su ricorso della Wada.

Conclusione: Wada inflessibile con Valieva e Turrini, sembra esserlo anche con Sinner, ma ecco che il suo direttore generale Niggli se ne viene fuori con l’apertura alla tolleranza per presenza infinitesimale di sostanza proibita. Il “microdosaggio” non era ammesso pur di distruggere Valieva e la Russia, adesso è qualcosa di buono pur di assolvere gli eroici sportivi dei Paesi occidentali che si oppongono alla Russia. La giustizia vince sempre!

E i mezzi di informazione italiani che si sono distinti nel massacro della Valieva adesso sono diventati i paladini dell’innocenza di Sinner, scandalizzati dalla durezza della Wada che a sua volta si affretta a studiare nuovi metodi di assoluzione, vedi caso quando non sono coinvolti quei delinquenti e criminali dei russi. L’apoteosi dell’ipocrisia e della malafede. Davvero un bel mondo sportivo quello in cui viviamo.

 

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Le Finali del Grand Prix hanno riproposto l’ennesimo scempio del pattinaggio artistico su ghiaccio compiuto con l’unico motivo di eliminare la Russia e concedere ad altre nazioni medaglie e onori immeritati. Ma in questo momento non voglio soffermarmi sull’aspetto tecnico, che rimando a un mio prossimo intervento, voglio puntare su qualcosa di più generale, che va oltre lo sport.

Come ho già messo in evidenza tante altre volte, l’Isu va avanti con la scusa che il Cio avrebbe imposto l’esclusione degli atleti russi e bielorussi dalle competizioni a causa dell’invasione dell’Ucraina dal febbraio 2022. E altrettante volte ho chiarito che questa imposizione del Cio non è mai avvenuta. I dirigenti del Comitato olimpico internazionale, infatti, hanno vigliaccamente “suggerito” alle varie Federazioni internazionali di non far partecipare Russia e Bielorussia alle gare, in pratica una “raccomandazione” che ogni singola Federazione aveva la libertà di accettare o no. E infatti ci sono state Federazioni che non l’hanno recepita e hanno continuato a far iscrivere alle gare gli atleti delle due nazioni “maledette”, sia pure con restrizioni, con divieto di partecipazione per i militari e chi sostiene la guerra con l’Ucraina, senza bandiera e senza nome della nazione, ma con la possibilità di gareggiare e vincere medaglie.

Il tennis lo aveva fatto quasi subito. Poi si sono aggiunti altri sport. Ecco qualche esempio di Federazioni che nel 2023 hanno riaccolto russi e bielorussi: scherma, ciclismo, lotta, canottaggio, atletica leggera, pattinaggio a rotelle, tiro con l'arco e adesso anche il nuoto. Ai recenti Mondiali di nuoto in vasca corta, a Budapest, si sono rivisti russi e bielorussi, che hanno anche vinto qualche medaglia. Si prevede lo stesso ai Mondiali in vasca lunga, a luglio 2025 a Singapore. E per la verità anche all’Olimpiade di Parigi c’erano atleti russi e bielorussi, sia pure senza bandiera e restrizioni varie. Ma tutto questo conferma che l’Isu, se volesse, potrebbe riammettere i russi alle gare, anche senza bandiera, anche senza gli atleti militari, ma ci potrebbero essere russi in gara. Ma l’Isu non lo fa e molti operatori dell’informazione continuano a dire che l’Isu non può farlo perché lo ha ordinato il Cio. E questo è falso, come dimostrato da tante altre Federazioni. Ma si va avanti così con distribuzione di medaglie che stanno falsando la storia di questo sport.

E i prossimi Mondiali, a marzo a Boston, valgono anche come qualificazioni all’Olimpiade 2026 di Milano-Cortina. Il piano è semplice: visto che il Cio ammette i russi senza bandiera e con le restrizioni già viste, ai Giochi invernali 2026 i russi potranno partecipare. Ma se non possono gareggiare nei Mondiali di qualificazione, ecco che viene impedito loro l’accesso all’Olimpiade nel pattinaggio di figura sempre più di m… Come si risolve questa situazione? La dovrebbe risolvere il Cio d’autorità, ma le speranze sono poche. E’ vero che sono previste quote di “riallocazione” per i Paesi che non hanno atleti qualificati nelle prove previste (oltre ai Mondiali ce ne deve essere un’altra ancora da indicare), ma se l’Isu non fa partecipare russi e bielorussi alle gare, non si vede come questi possano rientrare nella riallocazione.

Il grande e malefico piano dell’Isu, di concerto con tutte le nazioni che sperano di tenere lontana la Russia per sempre per poter vincere facili medaglie, va avanti così. E nessuno protesta, tutti zitti.

Al contrario, in altri sport, qualche segnale di indipendenza e di onestà si vede. Sottopongo all’attenzione quanto scritto da Camillo Cametti, ex presidente della Commissione Stampa della FINA, sul sito da lui fondato e diretto “MN – Il mondo del nuoto”, in occasione dei Mondiali aquatici a Doha, a febbraio 2024. Ecco le sue parole:

“La balbettante governance del Comitato Internazionale Olimpico (CIO) e delle federazioni mondiali che hanno supinamente condiviso le sue decisioni, compresa World Aquatics, ha prodotto e continua a produrre manifestazioni mutilate. La carta olimpica è stata oltraggiata dalla decisione di escludere dai Giochi Olimpici la Russia e la Bielorussia per l’aggressione militare all’Ucraina. Una decisione con cui il CIO si è addentrato con forza sul terreno della politica, schierandosi da una parte, cosa mai successa prima, neppure quando gli Stati Uniti hanno attaccato militarmente e invaso alcuni paesi del Medioriente (Kuwait, Afghanistan, Iraq, Siria), e non solo”.

Il problema è sempre lo stesso: se non hai le palle, rimarrai per sempre un povero vigliacco. Camillo Cametti ha avuto il coraggio di dire quello che tantissimi altri preferiscono ignorare. E il nuoto, comunque, sta permettendo ai russi e bielorussi, sia pure in modo restrittivo, di partecipare. Nel mondo del ghiaccio, si rimane al buio.

Ma c’è un’ultima cosa da far notare, secondo me ancora più importante. L’embargo è cominciato con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Questa guerra prima o poi finirà, qualche timido segnale c’è, addirittura il presidente ucraino Zelensky ha detto ufficialmente che non sarà possibile per l’Ucraina riprendere militarmente Donbass e Crimea e bisognerà solo affidarsi alla diplomazia per delineare la nuova configurazione.

Beh, se la guerra finisce con la Russia che si tiene Donbass e Crimea, cosa farà l’Isu? Visto che non c’è più la guerra, si presuppone che russi e bielorussi dovranno essere riammessi alle gare. Ma ecco il paradosso: i russi sono stati esclusi dalle gare perché la loro nazione ne ha invaso un’altra per annettersi una parte di quel territorio (che sostiene a torto o ragione di essere suo perché sono zone russofone o tradizionalmente appartenute alla madre patria russa), adesso possono essere riammessi dopo che la loro nazione quella parte di territorio se l’è presa. Ma allora che differenza c’è? Solo nel risultato della guerra e non nella sua conclusione “secondo giustizia”? Secondo i principi morali dell’Isu, la Russia dovrebbe essere esclusa per sempre dalle gare perché con una guerra di invasione si è presa qualcosa che non le appartiene. Ma se la diplomazia internazionale sancisce che quei territori adesso appartengono legittimamente alla Russia, gli atleti russi non meritavano di essere esclusi dalle gare quando c’era la guerra.

Come risolverà l’Isu questa sua contraddizione? Realisticamente, riaccetterà i russi accontentandosi di averli esclusi da 4 Mondiali e una Olimpiade, ma il sospetto che tenterà di escludere la Russia per l’eternità io continuo ad averlo!

 

 

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