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Pattinaggio Artistico su Ghiaccio - Stagione 2024-2025
Kamilo replied to Astor's topic in Altri sport
E visto che i Mondiali di Boston hanno suscitato e continuano a suscitare tante amare considerazioni, è il momento anche di qualcosa di divertente, che molto probabilmente tanti appassionati non hanno mai saputo o hanno dimenticato, perché si riferisce all’Olimpiade 1988 di Calgary. Da dove viene lo spunto? Ecco qua. A Boston, fra le iniziative collaterali, c’è stato un incontro fra la stampa e campioni passati e recenti. In particolare si segnala quello con Katharina Witt, doppio oro olimpico nel 1984 e 1988, quattro ori e due argenti mondiali, oggi 59enne. Niente di particolare nelle interviste, almeno a quanto ho potuto leggere su vari siti, sui giornali c’erano a malapena scarse notizie con i risultati delle gare (ma questo è un altro argomento da affrontare a parte). La cosa più interessante viene fuori da una specie di commemorazione che la Gazzetta dello Sport sta facendo in questi ultimi mesi: la domenica allega al giornale una ristampa di numeri storici legati a imprese speciali dell’Italia, come i Mondiali di calcio, imprese ciclistiche o sulla neve. Nel numero ristampato dedicato alle imprese di Alberto Tomba ai Giochi di Calgary 1988 (due ori in Gigante e Slalom), in edicola l’1 marzo 1988, è possibile leggere anche un articolo dell’inviato Marco Degl’Innocenti a proposito del secondo oro della Witt nel singolo donne del pattinaggio artistico. E il racconto del giornalista della Gazzetta è divertente perché scrive esplicitamente che la campionessa tedesca, all’epoca rappresentante della Germania Est, prima della caduta del Muro di Berlino, nella conferenza stampa del dopo gara si presenta chiaramente ubriaca. Beh, ecco il testo della prima parte dell’articolo di Marco Degl’Innocenti, tutta dedicata alla “sbronza” della Witt. DAL NOSTRO INVIATO MARCO DEGL’INNOCENTI CALGARY – Dopo la medaglia d’oro, una bella sbronza. Katharina Witt, confermatasi regina olimpica del pattinaggio artistico, bissando il successo riportato a Sarajevo, s’è presentata decisamente “allegra” alla conferenza stampa che, come sempre, è seguita alla conclusione della gara. Traballante, si teneva stretta alla sua allenatrice, Jutta Mueller. Neppure seduta riusciva a star diritta. Rideva a crepapelle, la bella tedeschina: “Mi è successa una cosa divertente, oggi: ho bevuto la prima birra della mia vita…”, ha dichiarato candida candida. Per la verità di birre pare ne abbia bevute più d’una, e per un semplice motivo: al controllo antidoping proprio non riusciva a fare la pipì… I giornalisti ponevano le domande, Katharina rispondeva con deliziosi risolini. Ad un certo punto, ha deciso di smettere di parlare in inglese, che conosce alla perfezione. Ma la sua prima frase in tedesco ha sconcertato tutti: “Sono contenta di non aver vinto l’olimpiade…” ha detto, mentre la Manley al suo fianco la guardava con dolce, divertita, comprensione. Alla fine, non ce l’ha fatta più: “Ora devo interrompere, perché sono proprio sbronza”, ha annunciato senza giri di parole, sempre sorridendo, tra gli applausi dei cronisti presenti. -
Pattinaggio Artistico su Ghiaccio - Stagione 2024-2025
Kamilo replied to Astor's topic in Altri sport
Un’altra impresa della serie “i russi non esistono” la compiono, in occasione dei Mondiali di Boston, il telecronista di Eurosport, Massimiliano Ambesi, e la commentatrice tecnica, Raffaella Cazzaniga. La gara “incriminata” è la Danza. Scendono in pista, sotto bandiera ungherese, Mariia Ignateva e Danijil Szemko. Questi nomi non sono nuovi, visto che hanno partecipato ai Mondiali 2024 a Montreal, che si allenano a Milano con Barbara Fusar Poli e che, sul sito www.sportsenators.it, un anno fa, è stato pubblicato un articolo che li riguardava, a firma di Gennaro Bozza, il giornalista che secondo Ambesi “non esiste”, visto che, sosteneva sempre Ambesi in un blog sul pattinaggio artistico su ghiaccio, un giornalista che di cognome fa “Bozza” è chiaramente uno scherzo. Come già fece notare Astor su questo Forum, quel giornalista invece esiste, è un ex Gazzetta dello Sport e il suo cognome è proprio quello, tanto che si può facilmente trovarlo facendo una ricerca su google. Comunque, il succo del discorso è che Mariia Ignateva e Danijil Szemko, come viene descritto chiaramente in quel pezzo (ecco il link: https://www.sportsenators.it/26/03/2024/ignateva-szemko-quando-una-russa-e-un-ucraino-gareggiano-abbracciati/), sono una coppia davvero particolare in questo momento storico perché lei è russa e lui è ucraino! Ma su Eurosport questa informazione non viene data. Ecco il testo della conversazione fra Ambesi e la commentatrice tecnica Raffaella Cazzaniga. Ambesi: “E poi una coppia ungherese che si allena in Italia dopo aver lavorato per anni con la scuola di Zhuk in Russia. Attenzione ai prossimi. Mariia Ignateva e Danijil Szemko difendono i colori dell’Ungheria, si allenano con Barbara Fusar Poli, Roberto Pelizzola e Luca Csolley presso il Forum di Assago. Questa è una coppia che ha potenziale, non sempre riesce a esprimerlo, se pattinano bene 70 punti li possono anche portare a casa. Sono stati 14mi agli ultimi Campionati Europei subito davanti a Manni- Roethlisberger”. Cazzaniga: “Bella coppia comunque. Fisicamente davvero molto belli, proprio il prototipo della coppia di danza russa”. Ambesi: “E lei è una pattinatrice di scuola russa”. E qui davvero non si capisce il motivo di questa dimenticanza, anzi, di una informazione sbagliata, anzi di più informazioni sbagliate. Leggendo l’articolo su sportsenators si viene a conoscenza del fatto che Szemko è andato via dall’Ucraina quando aveva 14 anni, che non si è mai allenato in Russia e che ha fatto coppia, nella Danza, con l’ungherese Villo Marton dal 2015 al 2019. Poi ha cambiato partner e si è creata la coppia con Mariia Ignateva con cui ha cominciato ad allenarsi in Ungheria per poi spostarsi a Milano, sotto la guida di Barbara Fusar Poli. Da dove venga fuori questa esperienza nella scuola della russa Zhuk, come dice Ambesi, non si capisce. Fatto sta che si parla di Russia e basta. E Cazzaniga aggiunge che “sono il prototipo della coppia di danza russa”. E Ambesi chiude con lei che è “pattinatrice di scuola russa”. Allora, Ignateva è russa, nata a Ekaterinburg, ma nella telecronaca non viene mai detto, si parla soltanto di “scuola russa”. Ma questo è il meno. Ambesi non dà alcuna informazione sulla nazionalità di Szemko, dice che la coppia è ungherese, che si è allenata per anni in Russia (e non è così) e non aggiunge neanche un’altra parola su Szemko. Il quale Szemko è ucraino, di genitori ucraini, tanto per chiarire ogni dubbio, nato a Odessa. Non è possibile che Ambesi e Cazzaniga non lo sappiano, perché basta andare a vedere il profilo della coppia sul portale dell’Isu per accorgersene. Ma riescono a non dire mai in quale nazione sia nato Szemko, né l’Ucraina, né qualsiasi altra nazione. E nemmeno per Ignateva si dice mai in quale nazione sia nata, anche se nel suo caso la “copertura” viene data dall’informazione che è una coppia di scuola russa, l’aggettivo almeno c’è. O dobbiamo forse pensare che Ambesi, avendo deciso che Gennaro Bozza non esiste, si sia anche rifiutato di leggere un suo pezzo perché, ovviamente, non può esistere un articolo di Gennaro Bozza se Gennaro Bozza non esiste! Ma anche se non ha letto quell’articolo, un’occhiatina alle schede di Ignateva e Szemko non poteva darla, così, tanto per fornire una informazione completa ai telespettatori? Comunque, mettendo da parte ironia e sarcasmo e restando su un piano di massima serietà, è mai possibile non dare l’informazione più importante? Ed è una informazione che va ben al di là del semplice significato sportivo. La Russia e l’Ucraina sono in guerra da tre anni, ci sono stati almeno trecentomila morti tra soldati e civili secondo stime ufficiali ma di parte (e si parla addirittura di cinquecentomila), c’è odio dovunque e si rischia la terza guerra mondiale, stavolta con le bombe atomiche, nello sport la Russia è stata bandita dal Cio e da molte Federazioni internazionali, atleti ucraini rifiutano di dare la mano a quelli russi nei pochi sport in cui ancora questi possono partecipare (nel tennis gli episodi più clamorosi), e in tutto questo succede che una ragazza russa e un ragazzo ucraino si mettano a gareggiare in coppia e questo gesto, così importante, non viene ritenuto degno di essere reso pubblico o passa inosservato quando potrebbe essere facilmente notato andando a leggere le schede dei due atleti? Ma stiamo scherzando? -
Pattinaggio Artistico su Ghiaccio - Stagione 2024-2025
Kamilo replied to Astor's topic in Altri sport
Grazie ad Astor, che rimette in circolazione video che illustrano lo splendore della vera danza su ghiaccio grazie a campioni come Virtue-Moir. Ricordo qui una frase della Cazzaniga che avevo dimenticato di mettere in evidenza. In risposta ad Ambesi che faceva notare proprio le doti di Virtue-Moir, Cazzaniga ha risposto: "Ho capito, ma allora andiamo al circo". Io davvero non riesco nemmeno a commentare una frase di questo genere. La risposta sta, a 2'30", nel sollevamento che contiene da solo tre distinte figure, tutte e tre difficili, e poi, meraviglia delle meraviglie, subito dopo l'inizio, il salto indietro "alla cieca" di Tessa Virtue per finire nelle braccia di Scott Moir. Dire che questo è "circo" è una bestemmia. -
Pattinaggio Artistico su Ghiaccio - Stagione 2024-2025
Kamilo replied to Astor's topic in Altri sport
Ed eccoci ad altre memorabili imprese dei narratori del pattinaggio artistico su ghiaccio, stavolta riferite alla Danza. In un precedente intervento Astor ha fatto notare che Guillaume Cizeron, che era in coppia con Gabriella Papadakis, sta per tornare alle gare con una nuova compagna, la canadese Laurence Fournier Beaudry. Ricordo brevemente che lei ha gareggiato nella Danza con il danese Nikolaj Sorensen in rappresentanza della Danimarca. Tentò di ottenere la cittadinanza danese, per gareggiare all’Olimpiade 2018 a Pyeongchang, ma non ci riuscì, e la coppia, che pure aveva conquistato il diritto per un posto nella gara olimpica, non fu ammessa. Così, lei e Sorensen decisero di gareggiare per il Canada, nazione con cui presero parte ai Giochi di Pechino 2022, finendo noni, stessa posizione nei Mondiali 2024 a Montreal, poi lo scandalo che ha fermato Sorensen. E adesso, una nuova emigrazione per Fournier Beaudry in Francia. Detto questo per cronaca, bisogna tornare a Boston perché il riferimento della narrazione è quello della coppia Papadakis-Cizeron. Sono stati citati dalla commentatrice tecnica di Eurosport, Raffaella Cazzaniga, durante la gara di Danza, in particolare nel commento alla prova dei “francesi” Lopareva-Brissaud (lei è russa, nata a Mosca) per fare un discorso sulla “acrobaticità” e sulla qualità del pattinaggio. E qui si scoprono interessanti “affinità” con i commenti di qualche anno fa, sempre a proposito di Papadakis-Cizeron, fatti da telecronisti e commentatori della Rai, Arianna Secondini e Maurizio Pedrazzini, quasi che ci sia una specie di “ordine precostituito” di racconto della Danza per celebrare quella che definisco “Banal Dance” a scapito di chi è superiore tecnicamente e la rende anche più spettacolare. Ma andiamo a scoprire cosa è stato detto su Eurosport, in occasione dei Mondiali di Boston, durante la Danza. Il telecronista è Massimiliano Ambesi. Questa conversazione è avvenuta alla fine del Libero di Lopareva-Brissaud. Cazzaniga: “La qualità di pattinaggio io non riesco a percepirla in questa coppia. Ma quello che mi domando e mi chiedo: ormai l’attualità del pattinaggio rispetto all’acrobaticità viene in secondo piano. Probabilmente chi esaspera questa cosa è perché non sa pattinare, perché uno che sa pattinare non ne ha bisogno. Papadakis-Cizeron li hai mai visti passare sopra la testa lanciarsi? Ambesi: “Però c’è chi sa proporre qualcosa di innovativo e c’è poi chi ha doti di acrobata fini a se stesse”. Cazzaniga: “Ho capito, ma allora andiamo al circo. Virtue-Moir, tu li hai mai visti fare dell’acrobaticità?” Ambesi: “Però tu vai a scomodare le icone. I loro lift non li puoi definire così, però erano spettacolari, spesso innovativi”. Cazzaniga: “Ma non all’estremo, e inerenti con la musica”. E qui già c’è molto da commentare. Per il momento faccio solo notare che Ambesi, stavolta, è molto più equilibrato e non fa l’esaltazione della banalità, ma mette in risalto, giustamente, il valore dei sollevamenti, sia di Virtue-Moir, sia in assoluto quando sono innovativi. Ma andiamo avanti. Il discorso si ripresenta dopo la prova dei canadesi Gilles-Poirier. E Cazzaniga insiste sugli stessi concetti. Ecco, testualmente, cosa è stato detto. Cazzaniga: “Mamma mia, ma guarda che posizioni. No, adesso, c’era qualcosa di acrobatico?” Ambesi: “Mah, praticamente niente”. Cazzaniga: “Ecco, appunto. Come mai? Perché sanno pattinare e di conseguenza fanno altro. Poi c’è il sollevamento perché il regolamento lo richiede, ma non è basato su quello, perché sanno fare la danza”. Quindi, Raffaella Cazzaniga fa l’esaltazione della Danza senza esagerazioni “acrobatiche”, come definisce lei i sollevamenti. La frase simbolo è “Papadakis-Cizeron li hai mai visti passare sopra la testa, lanciarsi?”. In effetti, nessuno li ha mai visti fare qualcosa del genere. Aggiungo io: perché non ne erano capaci, o meglio, perché non ne era capace la Papadakis, che quando era in aria rimaneva ferma come un pezzo di legno (o come un blocco di ghiaccio, per restare in tema), costringendo Cizeron a restare con entrambi i piedi a terra, altrimenti avrebbe rischiato di perdere l’equilibrio dovendo sorreggere un peso morto come Papadakis. E allora, aboliamo i sollevamenti? La stessa Cazzaniga, quasi riluttante, ammette che ci devono stare per forza, ma solo perché “il regolamento lo richiede”, come lei dice nel commento. E qui siamo davvero all’incredibile. Sembra la richiesta di abolizione dei sollevamenti. La frase “Poi c’è il sollevamento perché il regolamento lo richiede, ma non è basato su quello, perché sanno fare la danza” è l’emblema di una visione della Danza come di una prova da sala da ballo senza alcunché di sportivo. Roba da eliminarla dai programmi di Olimpiadi, Mondiali e qualsiasi altra prova che presuppone un minimo di attività fisico-sportiva. Che poi è l’unica visione in base alla quale Papadakis-Cizeron potevano sperare di vincere qualcosa. E suona ancora di più incredibile la loro mancata vittoria all’Olimpiade 2018 di Pyeongchang, quando la differenza a favore degli splendidi (anzi, splendidissimi, mi voglio rovinare abbattendo la grammatica italiana) canadesi Virtue-Moir fu determinata soltanto dalla rottura del costume della Papadakis nel Corto, che costò il punto di penalizzazione decisivo. Senza di quello, avremmo assistito a uno dei più grandi scandali del pattinaggio, con Papadakis-Cizeron oro davanti ai fuoriclasse Virtue-Moir. E il significato di quel giudizio delle giurie rimane scandaloso, perché comunque i giudici avevano dato più punti ai francesi! Da vergogna. Ma torno ai paralleli inquietanti. Avevo detto dei commenti della Rai. Mi riferisco a quelli fatti durante i Mondiali 2022 a Montpelllier. Dopo il Libero, fra tante altre cose che non trascrivo nuovamente, avendolo già fatto in un commento su questo Forum all’epoca, ecco le frasi più interessanti di Maurizio Pedrazzini che vanno a fare il paio con quelle di Raffaella Cazzaniga. Dopo una considerazione della telecronista Arianna Secondini, ecco cosa viene fuori, davvero illuminante. Secondini: “Perché è tutto così facile per loro”. Pedrazzini: “Brava. Rendono tutto facilissimo. E poi, sai che cosa? Loro sono stati forse tra i primi a leggere meglio i regolamenti dell’Isu. Loro sono stati molto intelligenti perché, rileggendo bene i regolamenti, loro riescono a ottenere livelli altissimi negli elementi con delle soluzioni che da fuori dici “ma perché non ci ho pensato io, perché non ci ho pensato io?”. Guarda questo ingresso con questa posizione, meraviglioso. Uno invece cerca la Biellmann, la spaccata, il salto del tre, la capriola mortale nel cerchio di fuoco, non ce n’è bisogno, è la loro genialità”. Eccole le frasi magiche. Pedrazzini: “non ce n’è bisogno”. Cazzaniga: “perché uno che sa pattinare non ne ha bisogno”. Ecco l’esaltazione della Banal Dance, quella in cui la difficoltà tecnica equivale a zero. Vengono annullate le difficoltà tecniche perché “non servono” per ottenere i punteggi massimi. E perché non servono? Perché nei regolamenti dell’Isu ci sono i trucchetti per superare la mancanza di bravura tecnica. O meglio, perché i giudici hanno deciso di giustificare la mancanza di difficoltà tecniche esaltando altre voci e penalizzando chi le difficoltà tecniche le sa mettere nel programma. Questa coincidenza di vedute, con le stesse parole, da parte di commentatori di Eurosport e Rai, ma entrambi tecnici appartenenti al mondo del pattinaggio, e in particolare della Danza, può significare solo una cosa: che questo è un argomento comune nel mondo della Danza su ghiaccio. Ed è una visione comune a molti, che si cerca di “esportare” al di fuori del mondo del pattinaggio, per convincere gli spettatori, non esperti di questo sport, che questa è “l’unica e giusta visione” con cui giudicare la Danza. E’ così estrema questa volontà di banalizzare che lo stesso Ambesi, anche lui cantore di Papadakis-Cizeron, di fronte a una tesi che esclude i sollevamenti dal pantheon della Danza, ricorda quelli di Virtue-Moir e si ribella, sia pur blandamente. I danni provocati da Papadakis-Cizeron sono incalcolabili, ma ancor di più quelli provocati da chi li ha esaltati. Ma c’è ancora qualcuno, nel mondo del pattinaggio, che voglia bene alla Danza e tenti di difenderla? E soprattutto, c'è qualcuno che faccia agli esaltatori del "non c'è bisogno" la domanda fatidica che smonta tutto questo castello di favole? Eccola: Ma se ne avessero bisogno, sarebbero in grado di fare quello di cui voi dite non hanno bisogno? La risposta la sappiamo già e la sanno tutti: non ne sono capaci! -
Pattinaggio Artistico su Ghiaccio - Stagione 2024-2025
Kamilo replied to Astor's topic in Altri sport
"Adelia Petrosyan è l'atleta che è stata più danneggiata in assoluto in ambito femminile dall'esclusione della squadra russa perché Petrosyan vinceva tre titoli iridati: questo, quello del 2024 e quello del 2023, li vinceva in carrozza”. Grande concorso a premi: chi ha pronunciato questa frase durante i Mondiali di pattinaggio artistico a Boston? Non indovinerete mai! Ebbene sì, ve lo dico io: Massimiliano Ambesi, cronista di Eurosport, lo stesso che esaltava la giapponese Kaori Sakamoto quando vinceva tre titoli mondiali consecutivi. E Ambesi sottolineava che nessun’altra giapponese “nemmeno Mao Asada”, era riuscita a fare altrettanto. E adesso se ne viene fuori dicendo che almeno due di quei tre titoli non li avrebbe vinti se fosse stata in gara Petrosyan! E il primo, quello del 2022, nemmeno lo avrebbe vinto perché, senza Petrosyan, ancora junior, ci sarebbe stata la Shcherbakova a distruggerla, o la Trusova. Insomma, questa Sakamoto da record alla fine si scopre che non vale neanche uno degli ori mondiali che si è messa al collo. E ce lo fa notare proprio il suo più grande cantore, quell’Ambesi che ha sempre sostenuto che, a parte Petrosyan (ma sempre col “potrebbe”), nemmeno le altre russe avrebbero potuto battere Sakamoto. Adesso se ne viene fuori non più col “potrebbe” riferito alla Petrosyan, ma addirittura con “vinceva in carrozza”. Congratulazioni! Ma vediamo meglio cosa è stato detto su Eurosport perché ci sono tante cose interessanti da scoprire a proposito dei Mondiali di Boston, che esaminerò approfonditamente poco alla volta, con più interventi, annunciando sin da adesso che la lista delle nefandezze è lunghissima. Quindi, ecco il contenuto integrale della conversazione da cui ho tratto la frase citata all’inizio, fra Ambesi e la commentatrice tecnica di Eurosport, Raffaella Cazzaniga. Ambesi: “Le prime sei posizioni sono state monopolizzate da pattinatrici di due Paesi, Giappone e Usa. Attenzione, nella prossima stagione, in un modo o nell’altro, ci sarà la pattinatrice russa e se sarà Adeliia Petrosyan non c’è gara”. Cazzaniga: “Hanno veramente un contenuto tecnico…” Ambesi: “Adeliia ha un contenuto tecnico e non solo, anche artistico”. Cazzaniga: “Ma anche in passato tutte le atlete russe”. Ambesi: “Ti dico, l’unico dubbio su Petrosyan può essere legato alla crescita fisica, ma mi pare che la situazione sia sotto controllo”. Cazzaniga: “Questo è il problema che hanno loro, tanto, nel senso che fino a 15-16 anni queste ragazzine hanno una fisicità e poi, e poi purtroppo…” Ambesi: “Adeliia Petrosyan è l'atleta che è stata più danneggiata in assoluto in ambito femminile dall'esclusione della squadra russa perché Petrosyan vinceva tre titoli iridati: questo, quello del 2024 e quello del 2023, li vinceva in carrozza. Però questo è quanto successo e bisogna prenderne atto anche in serenità". E sulla chiusura di Ambesi andrebbe scritto un romanzo, perché vaglielo a dire ai russi che devono prendere atto “in serenità” che sono stati rubati loro titoli mondiali, europei e quant’altro in questi ultimi quattro anni. Davvero “in serenità”? Ma stiamo scherzando? Questo è il più grande e scandaloso furto nella storia del pattinaggio artistico su ghiaccio, tale da falsare totalmente il significato degli ultimi quattro anni fra Mondiali e tutte le altre gare. C’è un buco nella storia di questo sport così grande che, in confronto, il più grande buco nero dell’universo, il Ton 618, che ha una massa superiore di 66 miliardi (avete letto bene, miliardi!) a quella del nostro sole, diventa il foro aperto da un ago. E ancora più beffardo suona tutto questo quando si va ad ascoltare quello che ancora Ambesi ha detto, su Eurosport, a proposito di Alisa Lyu, la statunitense che ha vinto il singolo donne. Era stata una bambina prodigio, capace anche di fare il triplo Axel e qualche quadruplo, aveva vinto il bronzo ai Mondiali 2022 a Montpellier (senza le russe però) e si era ritirata sotto una da lei dichiarata eccessiva pressione psicologica. E’ tornata, con un programma tecnico inferiore rispetto a quelli che era in grado di sostenere prima e ha vinto il titolo mondiale. Ed ecco l’illuminante (e questo aggettivo non lo uso in tono ironico, ma serio) commento di Ambesi in proposito: “Incredibile. Quando eseguiva quadrupli e triplo Axel alla fine non ha vinto niente. C’erano le russe. A livello junior le sue avversarie erano Valieva e compagnia. E qui, con chiaramente un altro tipo di contenuto tecnico, un altro pattinaggio, va a giocarsi un titolo”. Esatto, bravissimo, è proprio così. Perciò, sarebbe il caso di dire ad Ambesi: “Fatti una domanda e datti una risposta”. Ma la risposta più efficace possiamo trovarla nel sito segnalato da Astor, che è stato fin troppo buono a citare solamente i punteggi delle giovanissime russe per marcare la differenza col resto del mondo e anche con le più forti (cosiddette!) pattinatrici senior del mondo. Ha fatto notare giustamente che i punteggi da soli non hanno valore assoluto e, in definitiva, non ha voluto maramaldeggiare sulle pattinatrici che sono in testa nelle classifiche mondiali. Ma io non sono così buono, sono incattivito dal male fatto alla mia sorellina Kamila Valieva e non ho alcuna remora a fracassare tutto. E allora, lascio da parte i punteggi delle russe segnalate da Astor e illustro i programmi da loro eseguiti. E qui non si discute, il paragone è da paura. Alle tre “novizie” citate da Astor aggiungo due junior, tutto preso dai Campionati Nazionali Russi disputati a Omsk lo scorso dicembre. Ecco qua: Categoria Junior Elena Kostyleva Triplo Axel, quadruplo Toeloop, quadruplo Salchow-triplo Toeloop, triplo Rittberger, quadruplo Salchow-doppio Axel-doppio Axel, triplo Flip-triplo Toeloop, triplo Lutz Alisa Dvoeglazova Quadruplo Lutz, quadruplo Toeloop-doppio Toeloop, quadruplo Toeloop, triplo Rittberger, triplo Lutz-triplo Toeloop, triplo Lutz-doppio Axel-doppio Axel, triplo Flip Categoria Novizi Viktoria Streltsova Quadruplo Salchow-doppio Toeloop, triplo Axel, quadruplo Salchow, triplo Rittberger, quadruplo Toeloop-doppio Axel-doppio Axel, triplo Lutz-triplo Toeloop, triplo Lutz Lidia Pleskacheva Triplo Axel, quadruplo Salchow, triplo Rittberger, triplo Flip-doppio Toeloop, triplo Lutz-triplo Toeloop, triplo Lutz-doppio Axel-doppio Axel, triplo Flip Ekaterina Stotskaya Quadruplo Toeloop, quadruplo Salchow-triplo Toeloop, quadruplo Salchow, triplo Flip, triplo Lutz-triplo Toeloop, triplo Rittberger-doppio Axel-doppio Axel, triplo Salchow Potete guardare con calma e scoprire poco alla volta la siderale differenza fra questi programmi e quelli dei Mondiali senior di Boston. Mi limito a segnalare le sequenze quadruplo Salchow-doppio Axel-doppio Axel della Kostyleva e quadruplo Toeloop-doppio Axel-doppio Axel della Streltsova, così, tanto per restare fulminati. E, apparentemente meno problematici, ma tanto difficili, i tripli Lutz effettuati alla fine del programma, con tutta la fatica addosso, dalle stesse Kostyleva e Streltsova. Riusciamo a capire, allora, cosa è stato ed è negato al pubblico, quali meraviglie di tecnica e spettacolo sono state occultate con la scusa di punire gli atleti russi per qualcosa di cui non possono essere minimamente responsabili (l’invasione dell’Ucraina) e col risultato di arraffare medaglie da parte di nazioni e atleti che non avrebbero mai potuto sognare di vincerle onestamente? Poi, lo so benissimo, alcune di queste giovani russe cambieranno fisicamente quando cresceranno e non saranno più in grado di eseguire questi stessi programmi (ma non la Petrosyan che sta già mostrando di mantenere lo stesso fisico di quando era ragazzina), alcune non manterranno le promesse, alcune non reggeranno la pressione, ma qualcuna di loro arriverà da senior a fare le stesse cose e a stroncare qualunque avversaria. E, quando la Russia sarà riammessa a tutte le gare, non solo alle Olimpiadi, sarà ristabilita la vera scala di valori e di meriti, quella che in questi ultimi quattro anni è stata vergognosamente distrutta dall’Isu. -
Pattinaggio Artistico su Ghiaccio - Stagione 2024-2025
Kamilo replied to Astor's topic in Altri sport
E adesso, dopo aver chiarito le ulteriori porcate ai danni dei russi in vista dell’Olimpiade di Milano 2026, torno indietro agli Europei di Tallinn per ulteriori considerazioni. La narrazione, come al solito, è stata trionfalistica, soprattutto nelle cronache della Rai, per chi ha vinto medaglie, ignorando totalmente l’assenza dei russi, con una sola eccezione nella gara delle Coppie, quella di Massimiliano Ambesi su Eurosport. Ambesi, parlando degli Europei da quando la Russia è stata esclusa, ha specificato che “delle medaglie degli ultimi anni nessuna sarebbe arrivata con le coppie russe in gara”. Purtroppo, questa è stata l’unica parentesi di verità e chiarezza su cosa sono diventati gli Europei, uno spettacolo di infimo valore tecnico, testimoniato fra l’altro dall’assenza di pubblico, che ha riempito l’impianto solo per il Libero delle Donne, visto che era in gara la beniamina di casa, Petrokina, che in effetti ha vinto l’oro. Ma la visione dei posti vuoti è la migliore testimonianza del danno che l’Isu sta facendo a questo sport. E mica si può pretendere che gli spettatori siano “cornuti e mazziati” e vadano ugualmente a pagare il biglietto per uno spettacolo indegno. Ma per il resto siamo di fronte a un racconto totalmente falso. La Gubanova, russa in gara per la Georgia, viene indicata sempre come georgiana, senza mai specificare che è russa. Stessa cosa per Metelkina-Berulava nelle Coppie, tutti russi in gara sotto la bandiera della Georgia. A proposito di Metelkina-Berulava, ai confini della realtà appare il dialogo sulla Rai fra Arianna Secondini, telecronista, e Franca Bianconi, commentatrice tecnica, quando si sta parlando di Egadze, georgiano vero. Secondini: “Egadze tra l’altro è molto molto amico di Niko Berulava. Li abbiamo visti sempre sostenersi negli allenamenti dell’uno e dell’altro e questo è bellissimo, è il gruppo che si crea”. Bianconi: “Sì, assolutamente, è il gruppo che si crea, il gruppo della Georgia, c’erano un paio di infiltrati ungheresi, ma comunque il suo probabilmente team di allenamento, team di ragazzi con cui si vede, si incontra tutti i giorni”. Il gruppo della Georgia? Ma davvero? Meno male che ci spiegano che questi pattinatori “georgiani” abbiano creato “il gruppo della Georgia”. Magari accorgersi che il gruppo si crea perché SONO TRE RUSSI E UN GEORGIANO!!! Ma c’è una perla ancora più preziosa in queste telecronache Rai e ce la offre il commentatore tecnico Maurizio Pedrazzini, durante il Gala conclusivo, quando parla della bravissima Anna Pezzetta. Ecco le sue illuminate parole: “Ed è bellissimo vedere anche che viene considerata una delle promesse, il suo gran debutto, solamente 17 anni, ma finalmente, sto leggendo sui social, che la ringraziano per aver riportato i salti, un bell’aspetto negli Europei, perché sembra che mancassero dopo l’assenza delle russe”. Ah, e così Anna Pezzetta “ha riportato i salti”, che guarda caso mancavano “dopo l’assenza delle russe”. Anzi no: “sembra” che mancassero. E già, magari a un più attento esame si scopre che non mancavano!!! E Pedrazzini ci potrebbe spiegare, di grazia, come mai non ci aveva mai informato, nelle telecronache dal 2022 a oggi, che “mancavano i salti”? Si è sempre mostrato estasiato davanti alle “prodezze” di campionesse come la giapponese Kaori Sakamoto, che a stento si alza di dieci centimetri dal ghiaccio quando fa quello che viene definito “salto”, e adesso, sui social, “scopre” che mancavano i salti, per pura combinazione da quando non ci sono più le russe in gara. Premesso che Anna Pezzetta è davvero una bravissima pattinatrice, che i suoi salti sono davvero stratosferici (e non presunti “spaziali”, come la Bianconi definisce il doppio Axel della Sakamoto!!!) e che è un talento purissimo in grado di diventare una protagonista mondiale insieme alle russe quando torneranno (e mi pare di averle riservato il più bel complimento che potessi fare), premesso questo, ma davvero siamo arrivati a questo punto di negazione della realtà? I social sono pieni di commenti che riconoscono come il pattinaggio artistico sia caduto in basso e i cronisti e commentatori continuano a vivere in un mondo tutto loro, pieno di campioni senza valori. Probabilmente, citando un ispirato Edoardo Bennato nella canzone “Feste di piazza”, pensano che il mondo del pattinaggio artistico sia popolato da “vuoti a perdere mentali abbandonati dalla gente”. -
Pattinaggio Artistico su Ghiaccio - Stagione 2024-2025
Kamilo replied to Astor's topic in Altri sport
Al ridicolo e alla sfrontatezza dell’Isu non c’è mai fine, ben assecondata comunque, la Federazione internazionale del ghiaccio, dai cantori di un mondo dell’artistico senza la Russia, vale a dire i rappresentanti dei mezzi di informazione che continuano a raccontare la favola di grandi campioni che stanno vincendo e stabilendo record inimmaginabili senza i russi in gara. I recenti Europei, a Tallinn, sono stati un ulteriore esempio dello sfacelo tecnico in cui è precipitato il pattinaggio di figura di m… (come lo chiamano loro, anziché “artistico”, e ci sarà pure una ragione inconscia se hanno deciso di definirlo così!), con l’aggiunta della notizia dell’ultima ora, l’obbligo stabilito dal Cio di far partecipare i russi, sia pure uno solo per gara, con l’esclusione delle specialità di squadra, agli eventi che servono da qualificazione all’Olimpiade 2026 di Milano-Cortina, solo Milano per il ghiaccio. Voglio partire proprio da quest’ultima notizia per rendere ancora più chiaro quanto sia ipocrita non solo l’Isu, ma tutto il mondo del pattinaggio artistico che continua a fregarsi le mani per le medaglie che vengono regalate a nazioni sempre più squallide nella loro manifestazione di giubilo per successi che non hanno alcun valore tecnico. Poi passerò agli Europei appena conclusi per un’ulteriore pennellata di escrementi su questa situazione. Per cominciare a parlarne utilizzo quanto detto da Massimiliano Ambesi, telecronista, e Raffaella Cazzaniga, commentatrice, nelle trasmissioni di Eurosport dai Campionati Italiani di dicembre a Varese. Ambesi annuncia che “l’Isu ha sancito” che gli atleti russi e bielorussi potranno partecipare alle gare di qualificazioni per i Giochi invernali 2026. E qui c’è la prima cosa che non va: l’Isu non ha sancito un bel niente, questa partecipazione di russi e bielorussi le è STATA IMPOSTA DAL CIO. La distinzione è importante perché il mondo del pattinaggio artistico si è rifugiato dietro la scusa che il Cio aveva ordinato l’esclusione di Russia e Bielorussia dalle gare e l’Isu si era dovuta attenere a questa disposizione, cosa assolutamente non vera, perché il Cio aveva solo fatto una RACCOMANDAZIONE alle varie Federazioni mondiali, che erano rimaste libere di decidere, tant’è vero che, a cominciare da quella del Tennis, russi e bielorussi, sia pure senza bandiera, hanno continuato a prendere parte alle gare. C’era stata soltanto l’eccezione di Wimbledon 2022, ma con la decisione di Atp e Wta di non assegnare punti per la classifica mondiale in quel torneo, poi vinto nel femminile, suprema beffa, dalla russa Rybakina, “emigrata” in Kazakistan. In ogni caso, la decisione di Atp e Wta, le associazioni dei giocatori, rendeva chiara la ribellione a volontà antisportive che avevano e hanno solo il sapore della vendetta. Dal 2023, poi, Wimbledon ha riammesso i russi. Anche altre Federazioni mondiali hanno seguito l’esempio del tennis, a dimostrazione che quanto dice l’Isu a proposito di presunte imposizioni del Cio è totalmente falso. Vediamo allora cosa succede adesso. L’Isu ha stabilito anche quali sono le gare di qualificazione a Milano 2026 alle quali possono partecipare russi e bielorussi. E qui c’è l’inghippo. Ecco l’elenco ufficiale, reso noto dall’Isu, delle gare di qualificazione per pattinaggio artistico, short-track e pattinaggio di velocità: Pattinaggio artistico: ISU Figure Skating Olympic Qualifying Competition – September 17-21, 2025 – Beijing, China Short Track: ISU Short Track World Tour – October 16-19, 2025 – Montreal, Canada ISU Short Track World Tour – October 23-26, 2025 – Salt Lake City, USA ISU Short Track World Tour – November 20-23, 2025 – Gdansk, Poland ISU Short Track World Tour – November 27-30, 2025 – Dordrecht, Netherlands Pattinaggio di velocità: ISU World Cup Speed Skating – November 14-16, 2025 – Salt Lake City, USA ISU World Cup Speed Skating – November 21-23, 2025 – Calgary, Canada ISU World Cup Speed Skating – December 5-7, 2025 – Heerenveen, Netherlands ISU World Cup Speed Skating – December 12-14, 2025 – Hamar, Norway Cosa c’è di strano? Per il pattinaggio artistico c’è una sola gara, a Pechino a settembre, che è quella organizzata appositamente prima di ogni Olimpiade. Per short-track e velocità le gare sono quattro, fra World Tour e Coppa del Mondo. La caratteristica è che sono tutte da settembre in poi e c’è un motivo. Gli atleti, quando sono in attività, devono essere sottoposti a controlli antidoping col sistema del “wherabouts”, vale a dire che ogni atleta deve comunicare la sua reperibilità per ogni giorno dei successivi tre mesi, in modo da essere rintracciabile per i controlli antidoping. Gli atleti russi del pattinaggio, non essendo ammessi alle gare internazionali, non avevano più partecipato a questo sistema. Visto che la comunicazione dell’Isu è arrivata a fine dicembre, non c’era il tempo per gli atleti russi di rientrare nei controlli antidoping del “whereabouts” in tempo per i Mondiali di Boston, dal 25 marzo. E anche questi Mondiali valgono come qualificazione all’Olimpiade di Milano 2026. E assegnano l'80 per cento dei posti disponibili per Milano 2026. Quindi, se l’Isu avesse deciso prima la riammissione dei russi alle gare di qualificazione per i Giochi invernali, questi avrebbero potuto rientrare prima nel controllo antidoping e quindi partecipare ai Mondiali di Boston. E il tempo per decidere prima di dicembre c’era, visto che l’Olimpiade 2026 è un appuntamento conosciuto da anni. Quindi, se l’intenzione è quella di dare comunque la possibilità ai russi di partecipare all’Olimpiade, l’ordine di rientro, solo per le gare di qualificazione olimpica, poteva essere dato molto prima. Così, i russi avrebbero potuto partecipare anche ai Mondiali di Boston come gara di qualificazione e non solo a quella di Pechino a settembre, per la quale la Russia dovrà comunicare i nomi dei partecipanti (uno per ognuna delle 4 gare in programma) entro il 28 febbraio. Ed è chiaro che la volontà dell’Isu, e di tutto il mondo pezzente del pattinaggio artistico, è quella di evitare che i russi partecipino ai Mondiali, altrimenti i presunti campioni che da quattro anni stanno vincendo medaglie sporchissime avrebbero fatto davvero una figura di m…, in omaggio al nome scelto dall’Isu, davanti ai russi. In almeno due gare, Donne e Coppie, si sarebbe vista la differenza di 30 punti e oltre fra i veri campioni e chi ha letteralmente rubato medaglie senza valore a Mondiali, Europei, Grand Prix e via così, in una vergognosa sequela di spettacoli disgustosi. Per finire, cito di nuovo le parole di Ambesi e Cazzaniga su Eurosport, nelle cronache degli Italiani a Varese, stavolta con onesto riconoscimento di cosa sta accadendo in questo sport. Il quadro, così, diventa ancora più chiaro ed emblematico dell’abisso in cui è precipitato il nobile (una volta) pattinaggio artistico su ghiaccio, un ignobile schiaffo ai veri campioni di una volta. Dopo aver detto che i russi possono potranno partecipare alle qualificazioni olimpiche a Pechino, ecco come è continuata la conversazione. Ambesi: “Questo va a cambiare tante cose”. Cazzaniga: “Certo che cambia tanto. Cambia tutto. Perché lo sappiamo perfettamente, Massimiliano, come i pattinatori russi siano decisamente in questo sport, non dico in tutte le discipline, ma quasi, i più forti. Fanno veramente un altro sport rispetto a noi. Questo fa sì che delle medaglie per Milano 2026 una viene sicuramente a mancare”. Ambesi: “Diciamo che per le Coppie di artistico ci sono pochi dubbi, idem il settore femminile, Danza e settore maschile vedremo”. Ecco la semplice verità: “Questo fa sì che delle medaglie per Milano 2026 una viene sicuramente a mancare”. In una solo frase, tutto il senso di come si sta distruggendo questo sport. -
Pattinaggio Artistico su Ghiaccio - Stagione 2024-2025
Kamilo replied to Astor's topic in Altri sport
Ho aspettato un po’ per commentare quanto accaduto proprio il giorno dopo il mio ultimo intervento perché la sorpresa è stata forte. Avevo fatto notare che l’Isu, impedendo ai russi di partecipare ai Mondiali 2025 a Boston, che valgono come qualificazione all’Olimpiade 2026 di Milano-Cortina, toglierebbe loro qualsiasi possibilità di andarci. E avevo aggiunto che solo una imposizione del Cio avrebbe potuto sbloccare la situazione. E il giorno dopo ecco il “miracolo”: l’Isu annuncia che alle gare di qualificazione per i Giochi del 2026 possono partecipare i russi e i bielorussi, con il limite di un rappresentante per gare, oltre alle condizioni già note e valevoli anche in altri sport, come il non far parte di organismi militari, non aver mai sostenuto ufficialmente l’invasione dell’Ucraina e via così. Visto che le Olimpiadi “appartengono” al Cio, anche giuridicamente, l’Isu si è dovuta piegare alle disposizioni riguardanti la partecipazione alle gare. Cosa significa questo? Innanzitutto che russi e bielorussi potranno gareggiare ai Mondiali di Boston e all’altra gare di qualificazione per l’Olimpiade, non ancora fissata, ma continueranno a non poter prendere parte alle altre manifestazioni organizzate dall’Isu. Comunque, meglio di niente, visto che si potrà finalmente constatare la differenza fra le prestazioni di russi e resto del mondo, soprattutto nel singolo donne e nelle coppie, e rendersi conto che gli ultimi tre anni di Mondiali e altre gare senza russi hanno falsato completamente la storia del pattinaggio di figura di m…, mai come oggi “di figura di m…” Ma per avere un’idea più precisa di quanto sta accadendo è meglio andare sui dati reali e concreti, in modo che non ci siano equivoci. Perciò, faccio riferimento agli ultimi risultati con un doppio confronto fra le “dominatrici” senior e junior, le giapponesi Kaori Sakamoto e Mao Shimada, e le vere primatiste del pattinaggio attuale, le russe Adeliia Petrosian e Daria Sadkova. Il quadro generale diventa comunque più chiaro esaminando le migliori prestazioni di queste pattinatrici nella stagione da poco cominciata, dopo le gare del Grand Prix e quelle dei Campionati Nazionali di tutto il mondo, che si sono svolte queste ultime praticamente in contemporanea per l’equilibrio del calendario. Nelle Finali del Grand Prix il rendimento delle due giapponesi è stato inferiore alle attese, quindi per loro prendo in considerazione la migliore prestazione di ciascuna, la tappa Nhk in Giappone per Sakamoto, i Campionati Nazionali per Shimada. Da notare che nelle Finali del Grand Prix hanno gareggiato in categorie diverse, visto che il nuovo regolamento prevede il passaggio a senior dopo i 17 anni, ma ai Nazionali giapponesi c’è stata la gara unica, in cui si è capito che Shimada è già pronta a sorpassare Sakamoto (cosa che comunque era già chiara da tempo, visti i programmi tecnici delle due). In ogni caso, nelle Finali del Grand Prix si sono rivisti finalmente i tripli Axel, della statunitense Amber Glenn, nel Corto (un po’ in difficoltà) e nel Libero (eseguito bene), e della giapponese Hana Yoshida nel Libero, sia pure con l’assegnazione del “quarto” in atterraggio. E fra le junior, con Shimada, il triplo Axel sottoruotato e il tentativo di quadruplo Toeloop, degradato e con caduta, ma almeno c’è stato il tentativo. In questa occasione, di rilievo sono stati i commenti sulla Shimada, nelle trasmissioni Rai, di Arianna Secondini e Maurizio Pedrazzini, anche stavolta con toni sorprendenti. Secondini: “Anche qui ha provato a fare il suo triplo Axel che ha già nel suo bagaglio e che ha già fatto in gara insieme al quadruplo Toeloop, una pattinatrice veramente incredibile”. Pedrazzini: “Ha un bagaglio tecnico incredibile. Così giovane e tranquillamente in grado di presentare questi salti così difficili, triplo Axel e quadruplo Toeloop in gara, incredibile”. Tutto “incredibile”. Ma stiamo scherzando? Un triplo Axel e un quadruplo Toeloop vengono descritti come qualcosa di fenomenale! E paradossalmente lo sono, se consideriamo il livello tecnico delle gare femminili negli ultimi tre anni, da quando le russe sono state escluse. Ma cerchiamo di parlare seriamente di tutto questo, confrontando i migliori programmi della Shimada (nata il 30 ottobre 2008) e della junior russa Daria Sadkova (26 giugno 2008), entrambe junior. Per la Shimada sono quelli dei Campionati Nazionali, una decina di giorni fa. E’ stata seconda, dietro la Sakamoto, con un punteggio totale di 219,00. Nel Corto ha ottenuto 75,58 (44,50 tecnico – 31,08 componenti) con questo programma di salti: triplo Axel, triplo Flip, triplo Lutz-triplo Toeloop. Nel Libero ha ottenuto 143,42 (81,19 – 63,23) con questi salti: triplo Axel, quadruplo Toeloop (degradato), triplo Lutz-triplo Toeloop, triplo Salchow-triplo Toeloop, triplo Flip-doppio Axel-doppio Axel, triplo Rittberger, triplo Lutz. Per la Sadkova i Campionati Nazionali, seconda dietro Petrosian con un totale di 234,69. Nel Corto ha ottenuto 73,15 (42,08 tecnico – 35,49 componenti) con questo programma di salti: triplo Rittberger, doppio Axel, triplo Lutz-triplo Toeloop. Nel Libero ha ottenuto 161,54 (92,03 – 69,51) con questi salti: quadruplo Toeloop-doppioToeloop, quadruplo Toeloop, triplo Rittberger, triplo Salchow, triplo Lutz-triplo Toeloop, triplo Lutz-doppio Axel-doppio Axel, triplo Flip. Allora, se Shimada è “incredibile”, come sostengono i commentatori Rai, Sadkova cos’è? Un fenomeno galattico? Mi sembra il minimo se dobbiamo rispettare le proporzioni! Del resto, i punteggi da soli bastano a far capire che si tratta di due mondi diversi. E stiamo parlando di una Shimada che comunque, al di fuori della Russia, può già essere considerata la pattinatrice tecnicamente più forte del mondo, che conserva due punti di vantaggio nel tecnico del Corto perché ha il triplo Axel, frutto di bravura, certo, ma anche di un fisico più potente rispetto alla Sadkova, ma nel Libero la differenza è enorme a vantaggio della russa, che potrà affrontare il triplo Axel una volta diventata più forte fisicamente. E qui si torna a un punto fondamentale della grande polemica creata dal resto del mondo contro la Russia: le ragazzine acerbe fisicamente che riescono a fare salti quadrupli solo perché “leggere”, ma destinate a non riuscirci più una volta cresciute. E per la Shimada questo non vale? Per lei ecco gli “osanna” dei giornalisti e dei tecnici per il triplo Axel e il quadruplo Toeloop. Per lei nessun problema legato all’età quando fa il quadruplo, per le russe un “delitto” da condannare. Infine, a rimarcare ancora di più la differenza di classe, i punteggi nei “components” con Sadkova nettamente superiore a Shimada, frutto di una scuola che, al di là dei salti quadrupli, costruisce programmi di grande qualità artistica. E qui stiamo ancora a rimpiangere la bellezza delle raffinate prove della mia sorellina Kamila e della Shcherbakova (oltre alla Kostornaja e tante altre)! E adesso, siamo pronti a sprofondare nell’abisso tecnico e artistico che l’Isu ha creato con il solo scopo di eliminare la Russia. Il confronto fra Sakamoto e Petrosian è semplicemente imbarazzante per la differenza di valori tecnici e artistici, di programmi, di salti, di tutto! Comincio con Kaori Sakamoto nella tappa giapponese del Grand Prix, suo miglior punteggio in questa stagione. Vince la gara con un totale di 231,88 punti. Nel Corto ottiene 78,93 (42,25 tecnico – 36,68 componenti) con questo programma di salti: doppio Axel, triplo Lutz, triplo Flip-triplo Toeloop. Nel Libero ottiene 152,95 (76,75 – 76,20) con questi salti: doppio Axel, triplo Lutz, doppio Axel-Euler-triplo Salchow, triplo Flip-triplo Toeloop, triplo Lutz-doppio Toeloop, triplo Flip, triplo Rittberger. Adeliia Petrosian vince i Nazionali di Russia con un totale di 262,92 punti. Nel Corto ottiene 85,78 (48,17 tecnico – 37,61 components) con questo programma di salti: triplo Axel, triplo Lutz, triplo Flip-triplo Toeloop. Nel Libero ottiene 177,14 (100,47 – 76,67) con questi salti: triplo Axel, quadruplo Toeloop-doppio Toeloop, quadruplo Toeloop, triplo Rittberger, triplo Lutz-doppio Axel-doppio Axel, triplo Flip-triplo Toeloop, triplo Flip. Se vogliamo usare un aggettivo usato dalla pur brava Franca Bianconi nel commentare sulla Rai il doppio Axel di Sakamoto, “spaziale”, il minimo cui dovremmo ricorrere per Petrosian è “galattico”, ma proprio il minimo, perché qui siamo in presenza di una macchiolina simile a candela nel buio dello spazio e di una stella grande mille volte il nostro sole. Già se solo ci limitiamo ai punteggi, Sakamoto dovrebbe andare a nascondersi per la vergogna, ma ancora di più i giornalisti e commentatori che la esaltano: quasi 6 punti in più per Petrosian nel Corto e quasi 25 nel Libero! Una pattinatrice che non riesce nemmeno a fare un triplo Axel, figuriamoci i quadrupli, e un’altra che uno dietro l’altro fa un triplo Axel, una comibinazione quadruplo Toeloop-doppio Toeloop e ancora un quadruplo Toeloop. Ma di cosa stiamo parlando? E nemmeno c’è la possibilità di aggrapparsi alla “superiorità” (presunta o reale) dell’aspetto artistico, perché Petrosian supera Sakamoto anche nei components, sia pure di poco. Se consideriamo quanto sia difficile conciliare i limiti estremi della tecnica e quelli di armonia a bellezza della parte artistica, appare chiaro come Petrosian appartenga davvero a un’altra galassia rispetto a Sakamoto, con quest’ultima che nel Libero ha praticamente lo stesso punteggio nelle due parti (76,75 tecnico, 76,20 components), risultato improponibile se si considera che nel programma ci sono 7 elementi di salto e 5 artistici e che gli elementi di salto consentono punteggi più alti, insomma uno sproposito quello di Sakamoto a indicare la sua inconsistenza. E’ grasso che cola se riesce a malapena a essere inserita fra le prime cinquanta pattinatrici di tutti i tempi, altro che tre volte campionessa del mondo! Una autentica vergogna!!! Tutto questo è l’ulteriore dimostrazione di come e quanto sia stata falsata la storia del pattinaggio artistico su ghiaccio (quello vero, non quello di figura di m…) con il divieto di partecipazione alla Russia. Dovrei illustrare anche la situazione nelle Coppie, ma sono stato già troppo lungo, lo farò in un prossimo intervento. Quello che importa adesso è far notare come “il re sia nudo” e che ai Mondiali 2025 di Boston tutti potranno accorgersene, anche se posso scommettere che giornalisti e commentatori troveranno il modo per rivoltare le carte in tavola. -
Pattinaggio Artistico su Ghiaccio - Stagione 2024-2025
Kamilo replied to Astor's topic in Altri sport
Le Finali del Grand Prix hanno riproposto l’ennesimo scempio del pattinaggio artistico su ghiaccio compiuto con l’unico motivo di eliminare la Russia e concedere ad altre nazioni medaglie e onori immeritati. Ma in questo momento non voglio soffermarmi sull’aspetto tecnico, che rimando a un mio prossimo intervento, voglio puntare su qualcosa di più generale, che va oltre lo sport. Come ho già messo in evidenza tante altre volte, l’Isu va avanti con la scusa che il Cio avrebbe imposto l’esclusione degli atleti russi e bielorussi dalle competizioni a causa dell’invasione dell’Ucraina dal febbraio 2022. E altrettante volte ho chiarito che questa imposizione del Cio non è mai avvenuta. I dirigenti del Comitato olimpico internazionale, infatti, hanno vigliaccamente “suggerito” alle varie Federazioni internazionali di non far partecipare Russia e Bielorussia alle gare, in pratica una “raccomandazione” che ogni singola Federazione aveva la libertà di accettare o no. E infatti ci sono state Federazioni che non l’hanno recepita e hanno continuato a far iscrivere alle gare gli atleti delle due nazioni “maledette”, sia pure con restrizioni, con divieto di partecipazione per i militari e chi sostiene la guerra con l’Ucraina, senza bandiera e senza nome della nazione, ma con la possibilità di gareggiare e vincere medaglie. Il tennis lo aveva fatto quasi subito. Poi si sono aggiunti altri sport. Ecco qualche esempio di Federazioni che nel 2023 hanno riaccolto russi e bielorussi: scherma, ciclismo, lotta, canottaggio, atletica leggera, pattinaggio a rotelle, tiro con l'arco e adesso anche il nuoto. Ai recenti Mondiali di nuoto in vasca corta, a Budapest, si sono rivisti russi e bielorussi, che hanno anche vinto qualche medaglia. Si prevede lo stesso ai Mondiali in vasca lunga, a luglio 2025 a Singapore. E per la verità anche all’Olimpiade di Parigi c’erano atleti russi e bielorussi, sia pure senza bandiera e restrizioni varie. Ma tutto questo conferma che l’Isu, se volesse, potrebbe riammettere i russi alle gare, anche senza bandiera, anche senza gli atleti militari, ma ci potrebbero essere russi in gara. Ma l’Isu non lo fa e molti operatori dell’informazione continuano a dire che l’Isu non può farlo perché lo ha ordinato il Cio. E questo è falso, come dimostrato da tante altre Federazioni. Ma si va avanti così con distribuzione di medaglie che stanno falsando la storia di questo sport. E i prossimi Mondiali, a marzo a Boston, valgono anche come qualificazioni all’Olimpiade 2026 di Milano-Cortina. Il piano è semplice: visto che il Cio ammette i russi senza bandiera e con le restrizioni già viste, ai Giochi invernali 2026 i russi potranno partecipare. Ma se non possono gareggiare nei Mondiali di qualificazione, ecco che viene impedito loro l’accesso all’Olimpiade nel pattinaggio di figura sempre più di m… Come si risolve questa situazione? La dovrebbe risolvere il Cio d’autorità, ma le speranze sono poche. E’ vero che sono previste quote di “riallocazione” per i Paesi che non hanno atleti qualificati nelle prove previste (oltre ai Mondiali ce ne deve essere un’altra ancora da indicare), ma se l’Isu non fa partecipare russi e bielorussi alle gare, non si vede come questi possano rientrare nella riallocazione. Il grande e malefico piano dell’Isu, di concerto con tutte le nazioni che sperano di tenere lontana la Russia per sempre per poter vincere facili medaglie, va avanti così. E nessuno protesta, tutti zitti. Al contrario, in altri sport, qualche segnale di indipendenza e di onestà si vede. Sottopongo all’attenzione quanto scritto da Camillo Cametti, ex presidente della Commissione Stampa della FINA, sul sito da lui fondato e diretto “MN – Il mondo del nuoto”, in occasione dei Mondiali aquatici a Doha, a febbraio 2024. Ecco le sue parole: “La balbettante governance del Comitato Internazionale Olimpico (CIO) e delle federazioni mondiali che hanno supinamente condiviso le sue decisioni, compresa World Aquatics, ha prodotto e continua a produrre manifestazioni mutilate. La carta olimpica è stata oltraggiata dalla decisione di escludere dai Giochi Olimpici la Russia e la Bielorussia per l’aggressione militare all’Ucraina. Una decisione con cui il CIO si è addentrato con forza sul terreno della politica, schierandosi da una parte, cosa mai successa prima, neppure quando gli Stati Uniti hanno attaccato militarmente e invaso alcuni paesi del Medioriente (Kuwait, Afghanistan, Iraq, Siria), e non solo”. Il problema è sempre lo stesso: se non hai le palle, rimarrai per sempre un povero vigliacco. Camillo Cametti ha avuto il coraggio di dire quello che tantissimi altri preferiscono ignorare. E il nuoto, comunque, sta permettendo ai russi e bielorussi, sia pure in modo restrittivo, di partecipare. Nel mondo del ghiaccio, si rimane al buio. Ma c’è un’ultima cosa da far notare, secondo me ancora più importante. L’embargo è cominciato con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Questa guerra prima o poi finirà, qualche timido segnale c’è, addirittura il presidente ucraino Zelensky ha detto ufficialmente che non sarà possibile per l’Ucraina riprendere militarmente Donbass e Crimea e bisognerà solo affidarsi alla diplomazia per delineare la nuova configurazione. Beh, se la guerra finisce con la Russia che si tiene Donbass e Crimea, cosa farà l’Isu? Visto che non c’è più la guerra, si presuppone che russi e bielorussi dovranno essere riammessi alle gare. Ma ecco il paradosso: i russi sono stati esclusi dalle gare perché la loro nazione ne ha invaso un’altra per annettersi una parte di quel territorio (che sostiene a torto o ragione di essere suo perché sono zone russofone o tradizionalmente appartenute alla madre patria russa), adesso possono essere riammessi dopo che la loro nazione quella parte di territorio se l’è presa. Ma allora che differenza c’è? Solo nel risultato della guerra e non nella sua conclusione “secondo giustizia”? Secondo i principi morali dell’Isu, la Russia dovrebbe essere esclusa per sempre dalle gare perché con una guerra di invasione si è presa qualcosa che non le appartiene. Ma se la diplomazia internazionale sancisce che quei territori adesso appartengono legittimamente alla Russia, gli atleti russi non meritavano di essere esclusi dalle gare quando c’era la guerra. Come risolverà l’Isu questa sua contraddizione? Realisticamente, riaccetterà i russi accontentandosi di averli esclusi da 4 Mondiali e una Olimpiade, ma il sospetto che tenterà di escludere la Russia per l’eternità io continuo ad averlo! -
Pattinaggio Artistico su Ghiaccio - Stagione 2024-2025
Kamilo replied to Astor's topic in Altri sport
Astor, benemerito e bentornato, ha anticipato il mio promesso intervento sulle strane (chiamiamole strane) incongruenze nelle situazioni di doping, con evidente discriminazione nel caso della mia amata sorellina Kamila Valieva. E ha introdotto una considerazione importante a proposito del nuotatore Federico Turrini, squalificato due anni per positività al Nandrolone, sostanza proibita che era contenuta in un collirio che lui aveva usato per curarsi gli occhi. Turrini è stato citato in contrapposizione al caso di Jannik Sinner, che aspetta il processo al Tas per il caso della sua positività al Clostebol. Vado con ordine perché, mettendo insieme tante cose apparentemente lontane fra loro, si ha un quadro molto più chiaro della situazione. I mezzi di informazione, senza esclusioni, hanno attivato una campagna di stampa a favore di Sinner, arrivando addirittura a sostenere la necessità di evitare una condanna se la presenza di sostanze proibite è bassissima, in questo assecondati dalla stessa Wada per bocca del suo direttore generale Olivier Niggli. Beh, proprio Niggli si è distinto con le sue contraddizioni, come riportato in un articolo del sito www.sportsenators.it citato da Astor, nei casi di Schwazer e Valieva, mostrandosi come uno scienziato nel primo e come un ingenuo sprovveduto nel secondo. Basta andare a rileggersi l’intervento di Astor per capirlo. E adesso Niggli dà il via alla una “campagna di sensibilizzazione” per i poveri atleti che si ritrovano con una dose minima di sostanze proibite. Ecco cosa dice alla Gazzetta dello Sport in un’intervista pubblicata il 30 novembre: “Oggi esiste un problema di contaminazione. Questo non significa che ci siano più casi del genere rispetto al passato, il fatto è che i laboratori sono più efficienti nel rilevare anche quantità infinitesimali di sostanza. Le quantità sono così piccole che ci si può contaminare facendo cose innocue”. E poi espone la sua proposta: “Con delle soglie non avremmo visto tutti questi casi. Quello che dobbiamo comprendere è se siamo pronti ad accettare il microdosaggio e dove sia giusto fermarsi. Proprio per questo tipo di riflessioni verrà creato un tavolo di lavoro”. Ed eccola qui la “soluzione magica”: tolleranza per presenza minima di sostanza proibita. Ma che bravi! E quando viene fuori questa esigenza? Proprio quando a essere coinvolti sono i due “numeri 1” del tennis, già, perché non c’è solo Sinner, ma anche la polacca Iga Swiatek a essere stata trovata positiva in un controllo antidoping a una sostanza che ci ricorda qualcosa: la Trimetazidina. Ma guarda un po’, quella che ha causato la squalifica per 4 anni della russa Valieva. Il mosaico si sta completando, con tutti i pezzi al loro posto. E allora, mettiamoli nei posti giusti. Anche Valieva viene trovata positiva per una quantità infinitesimale di Trimetazidina, in un controllo nazionale russo (occorre sempre specificare che sia stato un controllo nazionale, visto che si continua con l’accusa alla Russia di voler nascondere il doping) e non internazionale, dopo che non è mai stata trovata positiva in innumerevoli controlli fuori dalla Russia, così come tutte le sue compagne di nazionale, sempre sui podi mondiali e sempre controllate, mai trovate positive. A parte tutte le considerazioni già fatte all’epoca sulla non punibilità di Valieva perché minorenne e quindi “soggetto protetto” (non poteva certo decidere lei eventualmente di assumere una sostanza proibita e nemmeno sapere come procurarsela e nemmeno sapere che qualcuno giela stesse facendo ingerire), è importante il riferimento alla quantità minima. Per lei non si è sollevato il problema della contaminazione accidentale, anzi, tutti a sostenere che quella quantità minima era il “residuo” di una quantità ben maggiore. Così, la Wada e il suo ineffabile direttore generale Niggli procedono con la punizione dell’agnello sacrificale: ricorso al Tas e squalifica di 4 anni. Adesso, altra trasformazione alla “Dottor Jekyll e mister Hyde”, la quantità minima è una prova di innocenza! E con un’altra bella serie di contraddizioni sostanziali, come nel caso di Federico Turrini. Infatti, quando viene citato quel caso, tutti a rimarcare le differenze con Sinner e a giustificare la differenza di trattamento. E anche qui, con clamorose omissioni. Parto da quanto citato da Astor, su OA Sport. Per Sinner “contaminazione indiretta e accidentale, in quanto lo status positivo è da attribuire a un prodotto (Trofodermin), che conteneva il principio attivo (Clostebol), usato da una terza persona, ovvero Giacomo Naldi (ex fisioterapista), per la nota ferita alla mano”. Per Turrini “assunzione volontaria di un medicinale che all’insaputa dell’atleta conteneva un principio dopante e quindi è una tipologia completamente diversa in termini di modalità”. Facciamo pure finta che questa differenza sia sostanziale e giusta, e non lo è in base a quanto messo in evidenza da Astor, ma diciamo che sia giusta. La contraddizione più clamorosa, in cui sono caduti tutti i mezzi di informazione, è questa: e allora perché anche Swiatek è stata giudicata “inconsapevole” e quindi responsabile solo di “colpa o negligenza in maniera non significativa”, nonostante abbia bevuto di sua iniziativa un farmaco da banco, la Melatonina, che conteneva Trimetazidina, senza che alcun altro glielo abbia imposto o fornito, ma solo perché, come da lei sostenuto, soffriva di jetleg e di problemi di sonno? Turrini usa un collirio che contiene Nandrolone e viene squalificato per 2 anni, Swiatek usa la Melatonina che contiene Trimetazidina e si prende un solo mese di squalifica!!! Ma questo confronto tutti i mezzi di informazione non lo fanno, perché non conviene. A quel punto dovrebbero sostenere che la squalifica di Turrini è stata ingiusta, ma siccome devono rimarcare che è stata giusta per metterla in contrapposizione alla mancata squalifica di Sinner da parte dell’Itia (l’antidoping del tennis), ecco che il caso doping di Swiatek sparisce. Quindi: Valieva squalificata 4 anni dal Tas dopo ricorso della Wada che aveva chiesto i 4 anni per una presenza infinitesimale di sostanza proibita dopo essere stata assolta dall’agenzia antidoping russa. Turrini squalificato 2 anni dal Tas dopo ricorso della Wada per assunzione involontaria di sostanza proibita dopo essere stato assolto da Cism (organo militare) e Fina (federazione internazionale nuoto). Swiatek squalificata un mese dalla Itia per assunzione involontaria di sostanza proibita, presenza infinitesimale. Sinner assolto dall’Itia per assunzione involontaria di sostanza proibita, presenza infinitesimale. Ora davanti al Tas su ricorso della Wada. Conclusione: Wada inflessibile con Valieva e Turrini, sembra esserlo anche con Sinner, ma ecco che il suo direttore generale Niggli se ne viene fuori con l’apertura alla tolleranza per presenza infinitesimale di sostanza proibita. Il “microdosaggio” non era ammesso pur di distruggere Valieva e la Russia, adesso è qualcosa di buono pur di assolvere gli eroici sportivi dei Paesi occidentali che si oppongono alla Russia. La giustizia vince sempre! E i mezzi di informazione italiani che si sono distinti nel massacro della Valieva adesso sono diventati i paladini dell’innocenza di Sinner, scandalizzati dalla durezza della Wada che a sua volta si affretta a studiare nuovi metodi di assoluzione, vedi caso quando non sono coinvolti quei delinquenti e criminali dei russi. L’apoteosi dell’ipocrisia e della malafede. Davvero un bel mondo sportivo quello in cui viviamo. -
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Kamilo replied to Astor's topic in Altri sport
Da oggi si torna in pista per le Finali del Grand Prix, a Grenoble, altra gara che contribuisce alla falsificazione della storia del pattinaggio artistico su ghiaccio. Tornerò su queste Finali dopo che saranno concluse. Per il momento, mi limito a citare ulteriori “frasi storiche” che hanno caratterizzato le cronache televisive delle tappe di qualificazione di questo Grand Prix. E ci sono nuove “gemme” da ammirare. Su Eurosport, in occasione della tappa in Giappone, Massimiliano Ambesi ricorda: “La più forte non può gareggiare in categoria seniores perché l’età non glielo consente”. E sta parlando della giapponese Mao Shimada, vincitrice delle ultime due edizioni dei Mondiali junior, nel 2023 e 2024, e probabilissima vincitrice anche di quelli 2025, gli ultimi per lei prima di passare senior. Ed è giustamente considerata la più forte perché è l’unica a eseguire il quadruplo Toeloop, il triplo Axel e programmi con tutti tripli negli altri salti. Dal punto di vista tecnico, non è neanche possibile un paragone con la vincitrice dei Mondiali senior, l’altra giapponese Kaori Sakamoto che neanche riesce ad avvicinarsi a un triplo Axel, figuriamoci a un quadruplo. E se un paio di volte Sakamoto ha ottenuto punteggi finali più alti di Shimada, oltre a un esagerato “pompaggio” dei giudici, è stato solo perché nei Components ha ancora un vantaggio di almeno 10 punti nei confronti della più giovane atleta, che non può ancora avere la maturità espressiva delle senior. Ma dall’anno prossimo Shimada stritolerà sia Sakamoto, sia tutte le altre senior le cui prove sono imbarazzanti se confrontate con quelle delle vere campionesse del passato, più o meno recente, e delle russe “esiliate” dalle gare. E questo fa capire ancora di più in quale abisso i dirigenti dell’Isu abbiano fatto precipitare questo sport. Resta il fatto che quando è stato cambiato il regolamento, visto che le russe sotto i 17 anni travolgevano le avversarie, tutti a dire che era giusto. Adesso gli stessi che esultavano sono costretti a specificare che la più forte non è in gara. Complimentoni! Ma anche altri riferimenti danno l’idea dello sfacelo tecnico in atto da quasi tre anni ormai. Ancora Ambesi ricorda che la giapponese Rion Sumiyoshi “ha eseguito un quadruplo Toeloop in stagione”. A parte il fatto che nelle ultime gare non è stata più capace di portarlo a termine, qui siamo davvero ai confini della realtà. Bisogna aggrapparsi a una giapponese di 21 anni, brava ma non certo un fenomeno, nemmeno capace di qualificarsi per queste Finali del Grand Prix a Grenoble, per dire che c’è una pattinatrice che ha eseguito un quadruplo! Uno solo, di una sola pattinatrice, in tutta la stagione! A questo punto siamo arrivati. E infine, ancora Ambesi, durante l’ultima tappa di qualificazione, in Cina, fa notare: “La missione di chi non è giapponese è cercare di evitare lo sweap e quindi la qualificazione di 6 atlete nipponiche per la finale. Sarebbe qualcosa di assolutamente clamoroso. Certo, il tutto avvantaggiato dall’assenza forzata della Russia”. Ma davvero? E può spiegare Ambesi come sia possibile che 5 giapponesi su 6 qualificate per le Finali debba essere considerato come “qualcosa di assolutamente clamoroso”? A maggior ragione se il tutto è “avvantaggiato dall’assenza forzata della Russia”? Certo, va riconosciuto ad Ambesi che almeno ha ricordato, sia nel caso della Shimada, sia in quello dell’assenza della Russia, quale sia la vera situazione del pattinaggio artistico, ma una nota a margine non lo assolve dalla colpa di esaltare le prove della Sakamoto e delle giapponesi in generale. Peggio ancora per altri telecronisti che nemmeno citano l’assenza delle russe. Siamo nel punto tecnicamente più basso della storia di questo sport nelle Donne e nelle Coppie, ma tutti allineati e coperti, a cominciare dalle Federazioni nazionali che stanno rubando medaglie. Ma per concludere manca ancora qualcosa e viene fuori di nuovo dal commento di Ambesi in occasione della tappa cinese. Già nelle precedenti tappe si è notato che il pubblico era scarso. Ma a Chongqing si è arrivati a uno spettacolo davvero pietoso: palazzetto quasi vuoto. E certo, mica gli spettatori (cinesi o di qualsiasi altra nazione) sono “poveri fessi” al servizio dell’Isu, pronti a pagare un biglietto per uno spettacolo misero. Ed ecco il risultato, sempre più evidente, in ogni parte del mondo, con spettatori in calo vistoso. Ambesi tenta di attutire l’impatto delle immagini in arrivo dalla Cina con una speciale interpretazione di quello che sta accadendo: “Pubblico non delle grandi occasioni, anche perché non è il momento migliore nella storia del pattinaggio cinese”. Quindi, una volta realizzato che non si può più nascondere ai telespettatori il vuoto degli impianti, perché le immagini sono chiare e drammatiche per questo sport, si trova la scusa che si sono venduti pochissimi biglietti perché “non è il momento migliore nella storia del pattinaggio cinese”. Bisognerebbe ricordare che il pattinaggio cinese, negli ultimi anni, ha avuto come punte solo Sui Wenjin e Han Cong, oro olimpico a Pechino 2022 nelle Coppie. Per il resto, a parte Jin Boyang fra gli uomini senza peraltro speranze di podio nelle grandi manifestazioni, il pattinaggio cinese mica ha avuto chissà chi, eppure gli spettatori riempivano gli impianti, mica lo facevano solo per la gara delle Coppie. Si torna inesorabilmente al problema fondamentale: due gare su quattro, Donne e Coppie, sono diventate oscene dal punto di vista tecnico e spettacolare. E in tutto il mondo, qualcuno dovrebbe ricordarlo all’Isu e ai telecronisti, vale il sempiterno detto napoletano: “Ccà nisciuno è fess”!!! P.S. Promemoria per un prossimo intervento: solo un mese di squalifica alla tennista polacca Iga Swiatek perché trovata positiva alla “trimetazidina”, guarda un po’, la stessa sostanza che ha fatto squalificare per quattro anni la mia amata sorellina Kamila Valieva. E tutto il tennis che ha fatto partire una campagna di stampa per abolire le punizioni in caso di presenza “minima” di queste sostanze, prendendo spunto anche dal ricorso della Wada al Tas per il “clostebol” di Jannik Sinner. Ora si ascoltano le opinioni anche di importanti esperti, medici e quant’altro, che sostengono che non si dovrebbe ricorrere alla squalifica in questi casi. Ma per una presenza altrettanto infinitesimale Valieva è stata squalificata per quattro anni (e lasciamo stare che non avrebbe dovuto perché minorenne, ma questa è un’altra vergogna) e tutto il mondo a esultare. Ci torno, contateci, ci torno. -
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L’ultima tappa del Grand Prix, in Cina, due settimane prima delle Finali a Grenoble, offre lo spunto per qualche altra riflessione su questa nuova stagione, in particolare sulla situazione nell’individuale femminile. Prima però, per un momento, ritorno a Guignard-Fabbri per un aggiornamento della loro nuova prova, quella dei “Robot”, visto che in Cina hanno vinto la gara di Danza. Dopo l’infortunio nella prova in Francia, con la caduta di Fabbri e una non eccelsa accoglienza dei giudici al loro programma libero, Guignard e Fabbri si sono riscattati vincendo con 209.13 punti davanti ai canadesi Lajoie-Lagha con 205.16. Sono ancora sotto le loro prestazioni della scorsa stagione (215.51 nelle Finali del Grand Prix, secondo posto dietro gli statunitensi Chock-Bates con 221.61, e 216.52 nei Mondiali di Montreal, terzo posto dietro Chock-Bates con 222.20 e i canadesi Gilles-Porier con 219.68), ma hanno dato un segnale di risveglio, pur rimanendo sotto i punteggi stagionali di Chock-Bates in questo Grand Prix (215.95 vincitori in Giappone) e di Gilles-Poirier (214.84 vincitori in Canada). La prima novità è stata il cambio parziale di costume, completamente grigio in Francia, lo stesso delle esibizioni della precedente stagione. Li avevo definiti “costumi grigi ma inevitabilmente necessari” perché dovevano rendere l’idea dei robot, ma purtroppo suscitavano troppo il ricordo delle esibizioni e probabilmente hanno provocato un impatto negativo nei giudici. Così, con molta intelligenza, senza rinnegare lo spirito del programma, hanno conservato solo nei pettorali il disegno e il colore grigio di quei costumi, con il resto dei vestiti, per entrambi, di colore nero e con variazioni di stile, gonna e veli per lei (che prima aveva lo stesso costume di Marco, tuta aderente completamente grigia), pantaloni per lui. L’effetto visivo, che elimina quel fastidioso “déjà vu” è già un primo passo verso un aggiornamento della prova che potrebbe riservare ulteriori miglioramenti. Ci ritorneremo. L’ABISSO DELLE DONNE Detto questo, passo alle note dolenti dell’individuale femminile, che avevo messo momentaneamente da parte. La situazione è sempre più imbarazzante, anche se Massimiliano Ambesi, su Eurosport, in occasione della tappa in Giappone, ci informa che Kaori Sakamoto “sta provando un quadruplo in allenamento”. Non c’è motivo di dubitare di quanto detto da Ambesi, ma qualche perplessità, non sull’annuncio, ma sul fatto concreto, può esserci, perché con un fisico come quello della Sakamoto, molto potente e quindi anche pesante, il quadruplo diventa ancora più difficile. Finora, tutte le pattinatrici che hanno eseguito il quadruplo (oltre alle russe, ricordo anche la kazaka Elizabet Tursynbaeva, prima a farlo in gara, un Salchow, nei Mondiali 2019 in Giappone, a Saitama) avevano un fisico adolescenziale, il che le aveva favorite, così come aveva favorito la stessa Tursynbaeva che, con corporatura minuta, l’aveva eseguito per la prima volta quando aveva 19 anni. Ma Sakamoto ha 24 anni, ne farà 25 ad aprile, e la sua corporatura è nettamente diversa, gambe potenti, altezza di 1,59, molto più pesante di tutte le ragazze che hanno saltato un quadruplo. Può farcela? Per il momento, non ha nemmeno tentato il triplo Axel, che in teoria dovrebbe essere più alla sua portata rispetto a qualsiasi quadruplo, tant’è che questo salto è stato realizzato da tante pattinatrici anche con fisici nettamente diversi, snelle o potenti, di altezza diversa, con gambe con minore o maggiore potenza. Ma Sakamoto, pur avendo un doppio Axel amplissimo, non si è mai azzardata a tentare il triplo, che potrebbe essere alla sua portata. E tenta il quadruplo? Le basterebbe il triplo Axel, nel Corto e nel Libero, per sopravanzare ancor di più le avversarie, ma non ci prova. In ogni caso, ammettendo che stia provando un quadruplo e che un giorno ci riesca pure, il significato per me è evidente: darsi una “patente di nobiltà”. E’ evidente che la stessa Sakamoto si renda conto che le sue vittorie hanno una sola ragione: l’assenza delle russe. A dispetto dei “peana” che i mezzi di informazione le tributano, la verità appare chiara a tutti. Così, Sakamoto con un quadruplo potrebbe dire che sarebbe riuscita a battere anche le russe se fossero state in gara. Perché, andando sul concreto, per vincere lei non ha certo bisogno di un salto quadruplo, già così è praticamente senza avversarie, magari deve solo temere una Glenn che riesce a fare il triplo Axel nel Corto e nel Libero, ma allo stato attuale non si vedono avversarie in grado di batterla, segno ancora più chiaro di quanto sia precipitato il livello tecnico delle Donne, almeno a venti anni fa, come ho già ricordato più volte. Ma Sakamoto sta provando il quadruplo! E a proposito dei “peana” a lei riservati dai mezzi di informazione, ecco le ultime prodezze. In occasione della prova del Grand Prix in Giappone, sulla Rai, la telecronista Maddalena Montecucco ha chiamato Sakamoto “Sua Maestà”. Non riesco nemmeno a commentare, mi vengono solo cose da querela. Purtroppo, bisogna registrare anche il commento di Franca Bianconi, bravissima allenatrice, giudice di gara e acuta commentatrice, che si è adeguata alla corrente di pensiero e ha giudicato così la prova di Sakamoto nel Libero. Bianconi - “Rimangono i suoi megasalti spaziali a partire da questo doppio Axel che apre, che copre mezza pista. Questo è il doppio Axel, segue l’Euler, segue il triplo Salchow. Se ci fate caso, è partita da un lato della pista, sta atterrando dall’altro lato della pista, sono circa 30 metri di fatto, 30 no, ma 20 tutti. Il triplo Flip senza problemi con attaccato il triplo Toeloop. Davvero un contenuto tecnico notevole. Non ci sono quadrupli, abbiamo lasciato l’era dei quadrupli un po’ da quando la Russia non è più, non ha più partecipato alle gare, diciamo che non se ne vedono più così tanti. Si vedono alcuni tripli Axel e mi aspetto di vederli da Amber Glenn. In avanti ci saranno delle pattinatrici che sicuramente si cimenteranno”. Montecucco – “Ci sono tante pattinatrici giapponesi che ce l’hanno in repertorio il triplo Axel”. Bianconi – “Ma per il momento diciamo che le pattinatrici che mirano a vincere, al podio mondiale, puntano più sulla qualità degli elementi, anche senza questi salti così di valore. E lei quest’anno ha fatto un balzo in più con la sua interpretazione, col suo programma”. Ora, lasciando da parte i “megasalti spaziali” e i “30 metri di pista, 30 no, ma 20 ci sono tutti” (con l’Euler in mezzo non ci vuole molto a farli, dài, non scherziamo), la Bianconi tira in ballo il problema principale: non ci sono più quadrupli. Ma lo fa in maniera da non disturbare troppo, quasi un appunto di cronaca e niente più, fra l’altro con un errore di fondo. Lei dice: “… abbiamo lasciato l’era dei quadrupli un po’ da quando la Russia non è più, non ha più partecipato alle gare, diciamo che non se ne vedono più così tanti”. Punto primo: non è che la Russia non ha più partecipato alle gare, la Russia non ha potuto più partecipare alle gare perché le è stato impedito da una decisione dell’Isu, in ossequio alle “raccomandazioni” del Comitato olimpico internazionale, che però non erano vincolanti, tant’è che altre federazioni mondiali, a partire da quella del Tennis, fa partecipare russi e bielorussi, sia pure senza bandiera. Quindi, l’Isu non se ne può venir fuori con la scusa che “ce l’ha imposto il Cio”, perché è una bugia grandissima e grossolana. Ogni Federazione mondiale era libera di scegliere e l’Isu ha scelto di escludere Russia e Bielorussia, regalando di fatto a tutto il mondo le medaglie di Donne e Coppie e falsando la storia di questo sport. Punto secondo, ma importante come il primo: non è che non si vedono più tanti quadrupli nelle Donne, NON SE NE VEDONO PER NIENTE! Sono spariti totalmente perché le uniche pattinatrici a farli sono le russe. Se anche la Bianconi, che è di caratura nettamente superiore ai telecronisti e telecroniste (ma questo è fin troppo facile) e a tutti gli altri commentatori tecnici, dice queste cose, allora davvero non c’è più speranza per il pattinaggio artistico su ghiaccio. Che diventa ancor di più pattinaggio di figura di m… GRAND PRIX Intanto, è stata definita, dopo la sesta e ultima prova del Grand Prix, in Cina, la composizione dei qualificati alle Finali in programma a Grenoble dal 5 all’8 dicembre. Tre le bandiere azzurre: Grassl nel singolo Uomini, Conti/Macii nelle Coppie, Guignard/Fabbri nella Danza. Uomini: Malinin, Kagiyama, Sato, Siao Him Fa, Aymoz, Grassl. Donne: Sakamoto, Glenn, Higuchi, Yoshida, Chiba, Matsuike. Coppie: Stellato Dudek/Deschamps, Miura/Kihara, Hase/Volodin, Conti/Macii, Metelkina/Berulava, Kam/O’Shea. Danza: Fear/Gibson, Chock/Bates, Gilles/Poirier, Guignard/Fabbri, Lopareva/Brissaud, Lajoie/Lagha. -
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E adesso rimango ancora un po’ nella Danza perché ho ascoltato su Eurosport qualcosa di interessante sulle novità nel campo delle regole. Il discorso è stato fatto da Massimiliano Ambesi, che ha Raffaella Cazzaniga come commentatrice tecnica, in occasione della tappa giapponese Nhk del Grand Prix. Ecco la trascrizione di quanto detto da Ambesi e Cazzaniga quando stavano commentando la gara di Danza. Ambesi – Approfittiamo per spiegare quali elementi bisogna eseguire. Possono essere 9 o 10, o meglio sono 10 perché i lift sono 3 ma 2 li puoi eseguire insieme, quindi viene fuori un lift combinato. Hai 3 elementi coreografici, poi spiegheremo dove possono essere collocati, la trottola, i twizzle, una sequenza in parallelo su un piede e poi una sequenza in coppia che può essere quello che si vuole, quindi sia in linea retta che circolare, quindi midlane, diagonale, serpentina o cerchio. E’ chiaro che questo proliferare degli elementi coreografici ha dato tanto potere ai giudici, nel senso che il valore base è sempre lo stesso e poi lì ci si può sbizzarrire con i “più” a piacimento. Cazzaniga – Sì, infatti al Congresso di questa estate nella Danza tanti elementi coreografici sono passati, cosa che invece non è cambiata nelle Coppie di artistico. Ambesi – Diciamo che i 3 elementi coreografici c’erano già nella passata stagione, più quella della rhythm dance che vale tantissimo. Nell’artistico c’era l’idea di eliminare un salto nelle gare di singolo e un sollevamento nelle Coppie. Quindi ci sarebbe stato un sollevamento coreografico nelle coppie di artistico e un salto in meno nei singoli. Posso dire la mia? Meno male che questa autentica porcheria non è passata, perché non si può pensare di mettere tutto in mano al giudizio di chi siede nel pannello. Qui bisogna pensare a usare la tecnologia in maniera tale che le chiamate del pannello tecnico non possono essere messe in discussione. Dopodiché, per quanto riguarda i giudici, bene che ci siano ma fissando dei confini. Cioè, se tu elimini degli elementi tecnici per mettere elementi coreografici per cui il giudice fa quello che vuole, secondo me non aiuti uno sport in difficoltà, in nessuna maniera. Quindi, l’obbiettivo non deve essere quello di rendere i giudici sempre più forti e in grado di stabilire a piacimento quello che succede. Bisogna trovare un equilibrio differente. Io sono contento che quella proposta sia stata bocciata. Poi la riproporranno per il prossimo quadriennio e spero che venga nuovamente bocciata, se vogliamo salvare il pattinaggio di figura. Se lo vogliamo mandare al patibolo, avanti su questa strada e ci si arriva. Cazzaniga – Che nella Danza è un po’ il problema, Danza in mano alla soggettività. Ambesi – Ma troppo. Non ho parole. Ambesi che dice praticamente le stesse cose che penso io e che ho espresso più volte a proposito del potere dei giudici di “stabilire a piacimento quello che succede”! Ma a questo punto viene fuori il domandone: dov’era Ambesi quando i giudici rivoltavano completamente il mondo della Danza mandando in orbita due autentici “killer” delle doti tecniche come i francesi Papadakis e Cizeron, creatori della Banal Dance, realizzatori del vuoto tecnico assoluto, distruttori di qualsiasi barlume di difficoltà? E già, dov’era Ambesi? Forse riesco a ricordare. Era nella folta schiera di ammiratori di Pippadakis-Cazzeron, cantore delle loro gesta, autore di memorabili frasi come queste: “Una padronanza, una velocità, una coordinazione che hanno pochi eguali”; “Vediamo se arrivano a quel 230 complessivo, qualcosa di incredibile, ecco. Se pensi che per la medaglia di bronzo serve in questo momento 216,83, sono in un’altra dimensione”; “Vedo un 59,70 sulle componenti del programma che è record assoluto, 10 in performance, 10 in coreografia, 10 in interpretazione. Che cosa si può aggiungere?”. Già, cosa si può aggiungere? Vogliamo provarci noi? E aggiungiamo: Ambesi se ne viene fuori adesso con i giudici che fanno quello che vogliono e che mandano il pattinaggio artistico al patibolo? Sono gli stessi giudici che hanno tentato di far vincere l’oro olimpico a una coppia insignificante dal punto di vista tecnico a scapito di due giganti come i canadesi Tessa Virtue e Scott Moir, che a Pyongchang rischiarono di essere battuti se i francesi non fossero stati leggermente penalizzati nel punteggio per la rottura di una spallina del costume della Papadakis durante il Corto (come prevede il regolamento, per chi non ha dimestichezza con le regole della Danza su ghiaccio, e lì i giudici non poterono ignorarlo). Virtue-Moir vinsero con appena 79 centesimi di vantaggio sui francesi, invece dei 10 punti di differenza che una giuria normale avrebbe dovuto attribuire loro! In quel momento, secondo Ambesi, non si sentiva il bisogno di “salvare il pattinaggio di figura” e lo si poteva tranquillamente “mandare al patibolo”! Ma che strano. Infine, una ulteriore dimostrazione di quanto il pattinaggio artistico sia in mano a scandalosi giudizi viene proprio dal Grand Prix di questa stagione, con un connubio Danza-Coppie davvero inaspettato. Ed è proprio Ambesi a far notare un “passaggio di consegne” fra le due specialità. Succede che nella gara delle Coppie si vede frequentemente un sollevamento che viene direttamente, anzi è letteralmente copiato dalla Danza e in particolare dalle prove degli statunitensi Madison Hubbell e Zachary Donohue, con la Hubbell in aria in una posizione difficilissima, corpo disteso e rigido in posizione inclinata, testa in avanti e piedi più in alto, con Donohue che deve fare uno sforzo incredibile per reggerla e lei costretta a un altrettanto immenso sforzo con i reni per restare in quella posizione. Giova ricordare che Hubbelle e Donohue sono stati i pattinatori di Danza più penalizzati negli ultimi anni, con punteggi che non riconoscevano loro il vero valore tecnico e la bellezza di sollevamenti che sono fra i migliori in assoluto di tutta la storia della Danza su ghiaccio. Ebbene, i giudici li hanno ignobilmente penalizzati, a vantaggio di chiunque altro, a partire proprio da Pippadakis-Cazzeron, ma adesso quegli “scemi” delle Coppie, che evidentemente non capiscono un tubo di tecnica e armonia, scelgono proprio quel sollevamento per inserirlo nei loro programmi! Ma guarda un po’! E non stiamo parlando di una coppia soltanto, ma di quasi tutte le coppie in questa stagione. Un riconoscimento del grandissimo valore di Hubbell e Donohue, uno schiaffio ai giudici e a tutti quelli che stanno veramente distruggendo il pattinaggio artistico. -
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Kamilo replied to Astor's topic in Altri sport
Ancora un triste spettacolo la tappa del Grand Prix in Finlandia, soprattutto con la desolante visione del palazzetto di Helsinki quasi vuoto, con un po’ di spettatori (ma comunque senza arrivare a riempirlo nemmeno a metà) solo nella seconda giornata con i liberi individuali e con il vuoto pneumatico nella terza e conclusiva quando erano in programma i liberi di Danza e Coppie, quest’ultima gara penalizzata addirittura più di quella dell’individuale Donne dall’assenza della Russia. E’ lo sfacelo completo di questo sport, vergognosamente coperto dai mezzi di informazione che continuano a parlare di “grande spettacolo”. L’unico accenno all’assenza di spettatori l’ho ascoltato nella cronaca di Eurosport della seconda giornata quando è stato fatto notare che c’era più gente rispetto alla prima giornata. Ma, ripeto, più gente che però non riempiva nemmeno la metà dell’impianto, come risultava dalle riprese in campo largo, quando si vedevano chiaramente i posti vuoti. Ma tutti contenti perché finalmente i russi “se lo prendono in quel posto” e il resto del mondo “vince facile”! In questo tragico quadro, mi sembra che siamo rimasti in pochi a difendere non tanto le nostre idee quanto il pattinaggio artistico su ghiaccio. Non ci posso credere quando vedo tanti addetti ai lavori (chiunque, atleti, allenatori, dirigenti, giornalisti) e semplici appassionati far finta di niente e farsi un autolavaggio del cervello per convincersi che tutto questo è bellissimo! Comunque, vado avanti, insieme ad Astor e pochissimi altri nella speranza che il mondo degli appassionati raggiunga una saturazione per tutta questa schifezza cui stiamo assistendo e cominci a protestare. Magari sto sognando, ma non so che altro fare. Intanto, continuo a lottare con i miei scarsi mezzi. Ho accumulato un bel po’ di roba da commentare e adesso cerco di scaricarla tutta. Prima però voglio doverosamente rispondere ad Astor sulla situazione di Guignard-Fabbri, dei quali sono da sempre un grande ammiratore. Poi, nei prossimi post, andrò sulle altre questioni. La prima cosa che vorrei far notare è che l’eventuale colpo di sonno di Astor, ammesso e non concesso che si sia davvero semiaddormentato davanti alla Tv, non sarebbe un peccato mortale, ma solo un inconscio tentativo di autodifesa mentale di fronte allo scempio messo in atto dall’Isu. Ma andiamo con le considerazioni pratiche perché il dubbio sollevato da Astor è condivisibile, anche se non ritengo che il nuovo programma libero di Guignard e Fabbri sia negativo. Resta il fatto che quella sensazione di noia ha un fondamento. Cerco di spiegare meglio. Punto fondamentale: questo programma libero è lo sviluppo della prova di esibizione nei Gala della scorsa stagione, con Guignard e Fabbbri nella veste di robot. E già questo aspetto contribuisce, giustamente, non solo a dare una sensazione di dejavu (e vai col francese, traduco: già visto), quindi di stanchezza e quindi di noia, ma provoca concretamente una mancanza di fluidità generale nella prova. L’esibizione nel Gala dura un paio di minuti, magari un po’ di più, e ha caratteristiche particolari, libere dai vincoli regolamentari e tecnici della prestazione in gara. Quando si passa ai quattro minuti circa, bisogna estendere questo programma, “tirarlo” come un’operazione di estetica facciale quando la pelle viene tirata in su e dietro la nuca per “piallare” le rughe. Tutto questo non è naturale fisicamente e non lo è artisticamente. Ne viene fuori una sensazione di “puzzle”, pezzi pur belli che però sembrano attaccati con lo scotch. E siamo all’impressione generale, che è anche la mia personale prima sensazione che ho provato quando ho visto questo programma libero. Ma è chiaro che in questo quadro generale dobbiamo tener conto degli elementi tecnici e dell’interpretazione. Prendiamo allora in considerazione il programma della scorsa stagione e quello attuale, esaminando la prova di Angers e quella delle Finali del Grand Prix 2023 a Pechino (che è poi la stessa dei Mondiali 2024 a Montreal). Prima di qualsiasi altra considerazione relativa al confronto dei risultati, ricordiamo che nel Libero ad Angers c’è stata la caduta di Fabbri nella “Circular step sequence”, quando gli ha ceduto letteralmente una gamba alla fine di questa sequenza di passi (si sente lui che parla alla loro coach Barbara Fusar Poli di sensazione di “gambe spezzate”), che ha provocato grado di esecuzione negativo (Goe fra meno 3 e meno 4) e un taglio di quasi 4 punti sul valore di base, oltre alla penalizzazione di un punto per la caduta. Quindi c’è una parziale spiegazione alla differenza di punteggio Tecnico nel Libero: 72.93 a Pechino (Finali Grand Prix 2023, attenzione, non l’Olimpiade 2022), 56.62 ad Angers. Ma è pur vero che anche senza la caduta il punteggio di Angers sarebbe stato comunque inferiore a quello di Pechino, quindi c’è un problema di base. I due programmi, fondamentalmente, pur diversi nell’impostazione e nella musica, hanno le stesse caratteristiche degli elementi: 6 sono uguali (Twizzle, One foot, Diagonal, Circular step sequence, Stationary lift, Choreographic character step sequence), 3 sono cambiati (Choreographic assisted jump, Curve lift + rotational lift, Choreographic sliding movement a Pechino; Choreografic spin, Straight line lift + rotational lift, Choreographic dance lift ad Angers). Nella sostanza, la struttura degli elementi tecnici rimane la stessa. E anche il punteggio base è praticamente uguale: 46.79 a Pechino, 46.04 ad Angers. Cosa cambia? Dicevo che anche senza la caduta ci sarebbe stata una sensibile differenza fra le due prove nella valutazione dei giudici, determinata dai Goe. Mettendo da parte l’elemento con la caduta, negli altri 8 elementi si vede chiaramente la disparità di giudizio: a Pechino, il totale di questi 8 elementi dà 38.21 come valore base e 60.76 come finale (+22.51); ad Angers 37.84 valore base e 51.81 totale (+ 13.97). Come si vede, anche senza la caduta, c’è una differenza notevole di quasi 10 punti nei soli gradi di esecuzione. Infatti, andando a vedere i risultati dettagliati, si vede che a Pechino i Goe erano praticamente tutti sul +3 e +4, con una decina di +5 e appena tre +2; ad Angers solamente cinque +4 su un totale di 64 giudizi (invece di 72 perché ho tolto l’elemento della caduta di Fabbri, che ha tutti meno 3 e meno 4), e poi una sfilza di +2, con un po’ di +3, qualche +1 e addirittura un meno 1 sulla Choreographic dance lift. Il tutto si riflette anche nei punteggi dei Components: 56.76 a Pechino e 57.42 ai Mondiali a Montreal per il programma della passata stagione, 51.26 ad Angers per il nuovo. A Pechino voti da 9 a 9.75 (massimo 10, punteggi che scalano di 0.25 alla volta), ad Angers da 7.75 a 9.25. Infine, la musica. Nella passata stagione era la colonna sonora del film Oppenheimer, un brano “classico” ed elegante con una introduzione lenta per poi andare in crescendo e chiudere con un finale maestoso, che assecondava alla perfezione la prova favolosa di Guignard e Fabbri, scandalosamente puniti dai giudici per favorire i canadesi Gilles-Poirier. In questa stagione, musica dei Robotboys, duo danese, e Kavinsky, francese, tutta dance elettronica, che si adatta al tema, ma che ha caratteristiche “non lineari”, se posso usare questa definizione. Va bene per i movimenti della prova di Guignard e Fabbri, con un andamento “a singhiozzo”, ma può non piacere o “disturbare”. E non dico che per questi motivi sia da “punire”, perché è quella giusta per il tema scelto, dico solo che qualche giudice può farsi influenzare dalla diversità e abbassare il voto perché non è nei suoi gusti. Ma non è questo il lavoro del giudice, che deve invece valutare se la musica si adatta al tema scelto e se lo accompagna nella giusta maniera, se esalta i movimenti dei pattinatori o se va via per conto suo e non contribuisce a far capire allo spettatore cosa viene rappresentato sul ghiaccio. Così, la mia convinzione è che i giudici abbiano applicato al voto Goe, che deve limitarsi all’esecuzione dell’elemento, un giudizio “da Components”. Non mi piace la musica, non mi piace il tema, non mi piacciono i costumi, merita un voto basso anche l’esecuzione! E in questo credo che i giudici ad Angers abbiano sbagliato alla grandissima. Su Eurosport il programma è stato definito “divisivo” e la trovo una espressione giusta per capire cosa è successo. Ma gli stessi Fusar Poli, Guignard e Fabbri devono interrogarsi sull’efficacia di questo programma, che sicuramente ha qualche difficoltà per essere capito o anche soltanto accettato, ma devono anche riflettere sui difetti che ha, se possono essere cancellati o se sono inevitabili, come se connaturati alla coreografia e alle scelte tecniche. Da parte mia, credo sia giusto, in loro difesa, far notare che quantomeno i singoli movimenti e in particolare i sollevamenti, sempre di livello superiore a tutte le altre coppie e in assoluto fra i più difficili e belli di qualsiasi era della Danza, sono stati eseguiti benissimo e avrebbero meritato ben altri punteggi. Se passiamo all’impressione generale anche io sono rimasto perplesso sulla “fluidità generale” della prova, quindi ritorno al concetto espresso prima di “puzzle”, che provoca una sensazione negativa, e magari anche di noia, e fa passare in secondo piano, sia pure ingiustamente, i meriti, l’efficacia e l’altissimo livello tecnico di Guignard e Fabbri. E la stessa sensazione di Astor di un esercizio “vuoto di interpretazione” è dovuta secondo me sia all’aspetto estetico “piatto” con quei costumi grigi ma inevitabilmente necessari per il tema scelto, sia alla difficoltà, in quanto “robot”, di movimenti più sciolti ed eleganti che rendono nella maniera più efficace possibile la bravura nell’interpretazione. Ma se consideriamo la difficoltà nei movimenti “robottizzati”, a scatti, dovremmo concedere a mio parere qualcosa in più alle doti interpretative di Guignard e Fabbri. In conclusione, credo che tutto lo staff tecnico abbia la capacità di mettere in atto quei piccoli correttivi che possono migliorare la resa spettacolare di questo programma, perché quella tecnica secondo me è già elevatissima e i giudici hanno solo trovato la scusa di una novità “divisiva” per non riconoscerla (si sente Barbara Fusar Poli che esclama “E figurati” quando escono i risultati) e regalare la vittoria (col contributo inaspettato della caduta di Fabbri) ai francesi Lopareva-Brissaud. La seconda ipotesi di Astor su questo programma, quella di un bel po’ di lavoro per arrivare a essere competitivo, può essere quella giusta. -
Pattinaggio Artistico su Ghiaccio - Stagione 2024-2025
Kamilo replied to Astor's topic in Altri sport
Ringraziato Astor una volta di più per gli spunti che ci sottopone in questo sempre più disastrato mondo del pattinaggio di figura di m… (sempre più di m…!!! ad peiora! Do un po’ di nobiltà con il detto latino che significa appunto “verso cose peggiori”), mi piace mettere in evidenza un paio di cose. Comincio dalle richieste di informazioni su quali canali viene trasmesso il Grand Prix. Discovery + (a pagamento) trasmette le gare integralmente e in diretta e poi le mantiene on demand per un po’. Eurosport (che è Discovery + sui canali Sky) trasmette ma non integralmente. La Rai ha trasmesso in registrata su Raisport America e Canada ma solo alcuni atleti (4-5, e anche meno) per ogni specialità, poi in visione su Raiplay per un periodo limitato di tempo. Poi ha trasmesso in diretta la tappa in Francia, su Raiplay stanno per scadere le visioni. Insomma, una specie di “chissenefrega”, inevitabile fra l’altro, vista la qualità delle gare. Dopo l’entusiasmo iniziale per le vittorie del “mondo libero” contro “quegli stronzi dei russi”, anche i più sfegatati tifosi del “ti piace vincere facile” si sono accorti del miserrimo livello tecnico e spettacolare in almeno due gare su quattro (Donne e Coppie) e si sono stancati. E passiamo al concreto. La gara delle Coppie, persino più di quella delle Donne, pure massacrata dall’assenza delle russe, è una delle cose peggiori che si siano mai viste nella storia del pattinaggio una volta “artistico” e ora “di m… (non mi stancherò mai di ribadirlo). Bastava guardare le espressioni di Deanna Stellato-Dudek e Maxime Deschamps dopo la loro prova nel Libero Coppie a Skate Canada per capire tutto: vincono la tappa dopo una prova disastrosa nel Libero, da vergogna, con caduta e Goe negativo in ben 4 elementi su 11, ma non sorridono, hanno facce da funerale perché si rendono conto di quale ben misera figura hanno fatto. E i punteggi la dicono tutta su questo scandalo pervicacemente voluto dall’Isu e da tutte le nazioni che preferiscono “rubare” medaglie grazie all’assenza della Russia invece di provare a vincere con merito: 197.33 per vincere in Canada (e ti credo che Stellato-Dudek e Deschamps avevano quelle facce!), e non è che i giapponesi Miura-Kihara abbiano fatto tanto meglio, 214.23 per vincere a Skate America, e i tedeschi Hase-Volodin 211.69 per vincere in Francia. Giusto ricordare le ultime gare con le vere Coppie sul ghiaccio, con i russi Mishina-Galliamov 239.82, Tarasova-Morozov 236.43 e Boikova-Kozlovskii 227.23 agli Europei 2022; e all’Olimpiade di Pechino 2022, dietro l’oro dei cinesi Sui Wenjing-Han Cong con 239.88, ecco le tre coppie russe Tarasova-Morozov con 239.25, Mishina-Galliamov con 237.71 e Boikova-Kozlovskii con 220.50 (quarti con questo punteggio!!!). C’è bisogno di dire altro per capire in quale abisso il pattinaggio di Coppie sia sprofondato? Ma non è finita, perché nella telecronaca Rai della tappa in Francia abbiamo modo di sapere dal commentatore tecnico Fabrizio Pedrazzini che le coppie italiane “Hanno programmi eccezionali”! Talmente eccezionali che Conti-Macii ottengono 203.39 (secondo posto) e Ghilardi-Ambrosini 176.62, sia pure con una caduta. Per favore, pur rispettando la bravura delle coppie italiane, che hanno mostrato grandi progressi negli ultimi anni, davvero dobbiamo credere alla favola dei “programmi eccezionali”? Per carità di patria, lasciamo stare. E per le Donne non è che le cose vadano bene, sfacelo anche qui. A parte il fatto che quando, raramente, un’atleta fa il triplo Axel sembrano esplodere gli spettatori e i telecronisti come se avessero visto la Madonna scesa sulla terra per pattinare, ormai non c’è più traccia di un reperto mitologico: il quadruplo. Siamo tornati indietro di almeno venti anni, ma anche di più! E nelle tre tappe del Grand Prix fin qui disputate lo spettacolo e il livello tecnico sono stati quanto di peggio si possa immaginare, uno scenario davvero miserevole. In America la giapponese Higuchi ha vinto con 196.93 (!!!), in Canada la giapponese Sakamoto con 201.21 (!!, un punto esclamtivo in meno della Higuchi, ma rimaniamo comunque nell’abisso), in Francia la statunitense Glenn con 210.44 (miracolo, superati i 210!). Ma stiamo scherzando? In tutto questo, giusto per non dimenticare la immensa vaccata dell’Isu, gran traffico di tecnici russi che, al contrario degli atleti, sono i benvenuti nel gran circo della vergogna. In particolare, abbiamo potuto ammirare la sempre presente Eteri Tutberidze nel “kiss and cry” a fianco degli atleti che allena, a loro volta russi “espatriati” per la grande ipocrisia: basta che non ci siano russi ufficiali sul ghiaccio, per il resto tutto è permesso. Lezioni di etica! Infine, la grande trovata dell’Isu. Visto che il livello tecnico si è abbassato, che lo spettacolo latita più di quanto abbia fatto Messina Denaro, ecco la genialata per risollevare l’interesse degli spettatori e dei mezzi di informazione: legalizziamo il salto all’indietro, il backflip! Altro che Einstein, qui abbiamo gli alieni da Marte che vengono a risolvere la situazione. E il peggio è che soprattutto i mezzi di informazione si sono adeguati, la Rai in particolare, con uno stupefacente telecronaca che adesso vi ripropongo, una esaltazione mistica del backflip dello statunitense Malinin a Skate America che quasi provoca lo svenimento di Maddalena Montecucco, testimoniato da Fabrizio Pedrazzini, in veste di commentatore. Ecco la trascrizione testuale di cosa hanno detto in telecronaca subito dopo il Libero di Malinin. Montecucco: “Ilya Malinin versione vampiro da brividi. Abbiamo visto delle cose e ci siamo guardati, non abbiamo poi commentato, lascio il commento a te”. Pedrazzini: “Guarda, ho visto il tuo sguardo e la tua espressione quando ha presentato, in questa coreosequence finale, il backflip”. M. “Mi sono spaventata”. P. “E’ stato reinserito come possibile da inserire negli elementi”. E poi, quando passano le immagini nel replay. P. “Guardate qua, il backflip. In questo momento Maddalena ha fatto uno sguardo incredulo ed è rimasta senza fiato per, tipo, 20 secondi”. M. “Non me l’aspettavo, davvero. Ilya mi ha stupito con questo backflip, un po’ come ha fatto Adam Siao agli Europei e forse è lui che alla fine lo ha fatto reintrodurre”. Ma davvero? Quindi la Montecucco sapeva che qualcosa era successo prima di questa “apparizione” del backflip a Skate America. Ma la sua reazione, a sentire Pedrazzini, è stata quella di una persona che vede il backflip per la prima volta nella sua vita! E meno male che è sopravvissuta a 20 secondi senza respirare. E allora, tornando alle cose serie, davvero i telecronisti pensano che una simile narrazione entusiastica possa nascondere la cruda realtà? Adam Siao Him Fa aveva eseguito questo salto agli Europei in primavera, salto che allora era proibito, ma lui aveva forzato la situazione, accettando di prendere una penalità di 2 punti per “elemento illegale” e sollevando così il problema. Dov’è la sorpresa che provoca 20 secondi di respiro mancante? Ma non è nemmeno questo il punto. Il punto è che questo salto proibito è stato eseguito decine e decine di volte nei Gala di tantissime manifestazioni, provocando l’entusiasmo del pubblico. Insomma, il salto all’indietro lo facevano tantissimi uomini (e anche qualche donna) da tempo immemorabile e tutti si aspettavano di vederlo nei gala finali. Erano tutti abituati a questo salto e la Montecucco vuol farci credere che è rimasta estasiata davanti a un salto che era diventato normalità, sia pure fuori gara, da decenni? E Pedrazzini vuol farci credere che Montecucco è rimasta venti secondi senza respirare? Forse sarebbe meglio informarli che davanti alla tv non ci sono i Baluba delle popolari credenze milanesi (tribù africana cui si attribuiscono, dalle parti di Milano, doti favolose di ingenuità, tanto da poter prendere per il c… i suoi componenti, cosa tra l’altro non vera perché sono i Baluba a poter dare lezioni di civiltà a tutti) e che, proprio i telespettatori-Baluba sanno benissimo cosa sta accadendo, come anche gli spettatori che pagano il biglietto e che stanno diminuendo drasticamente dappertutto. Se poi andiamo sul piano prettamente tecnico, possiamo solo dire che il salto all’indietro, così concepito, come performance isolata, non ha un grande significato, se non quello di mostrare l’abilità del pattinatore, non complessa, anzi banalmente semplice, al contrario dei salti nei quali la complessità dell’azione ha tutt’altro e vero significato tecnico, oltre che spettacolare. Quindi, la spiegazione più semplice è proprio quella di voler circuire il pubblico con una novità “da circo” per nascondere tutte le magagne di questi ultimi anni, con l’esclusione scandalosa dei russi (e dei bielorussi) che ha come unico risultato il crollo di significato sportivo delle gare del “fu pattinaggio artistico”, tanto da falsare per sempre i risultati degli anni dal marzo 2022 in poi, fino a quando chissà se finirà, perché è facile vincere senza avversari ed è ancora più facile farlo nell’omertà generale di quasi tutti i mezzi di informazione.