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Astor

Pattinaggio Artistico su Ghiaccio - Stagione 2023-2024

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Evgenia Medvedeva oggi ha così commentato su Instagram (  https://www.instagram.com/p/C2sOuLjqXr0/  ):
 

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"Oggi, il Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS) ha sospeso Kamila Valieva per 4 anni, a partire dal 25 dicembre 2021, e l'ha privata di tutte le medaglie vinte da quella data. È una decisione triste, ma siamo già abituati a essere tristi nello sport russo. Dirò personalmente a Kamila tutto ciò che penso a riguardo, ma vorrei esprimere pubblicamente un paio di pensieri.
 

Ero accanto a Camila in Cina quando è successo tutto questo. Ero vicina anche dopo la fine dei Giochi e noi volavamo nei posti adiacenti sull'aereo per Mosca dalla Cina. Ho visto tutte le emozioni dentro e fuori. Ricordo quanto fosse preoccupata e allo stesso tempo indignata, non capendo cosa stesse succedendo. Non è così che si comporta un atleta che si è dopato intenzionalmente. Sarà arrabbiato perché tutto è venuto alla luce, cercherà i colpevoli, ma Camila semplicemente non capiva cosa stesse succedendo.

Immagina di aver lottato per l'oro alle Olimpiadi per tutta la vita, e poi ci arrivi come favorita. Sei pronta per vincere. E ti dicono: beh puoi esibirti, ma molto probabilmente ti priveremo delle tue medaglie più tardi. E tu hai 15 anni.
 

Ma ho molte domande su questa storia. Perché la storia della trimetazidina è venuta a galla un paio di giorni prima della gara alle Olimpiadi, se se ne sapeva già nel dicembre 2021? Come è stato possibile prendere una decisione dopo due anni dalla fine delle Olimpiadi?! C'è molta burocrazia.
E in generale, perché un pattinatore ha bisogno del doping? Capisco l'atletica, lo sci, il biathlon, cioè per gli atleti che lavorano su lunghe distanze, ma per un pattinatore? Quale farmaco può aiutarti a saltare un quadruplo toeloop? Forse potete darmi la ricetta?

 

Posso dire con sicurezza che Kamila Valieva non sapeva nulla della trimetazidina. E mi dispiace molto che un atleta che non ha commesso alcun errore venga intenzionalmente privato delle medaglie. Potrei fare decine di esempi di quando i nostri atleti stranieri sono stati assolti in situazioni simili, ma non lo farò. Conserverò la forza per dare a Camila un grande abbraccio quando ci vedremo.
 

PS Camila, voglio che tu sorrida e basta. Come in questa foto. Ti amo!"



:wub:

 

 

 

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Il Comitato Olimpico Russo farà appello contro la sentenza Valieva per riavere l'oro della gara a squadre.
Mi dico: spero che facciano ricorso SOPRATTUTTO e INNANZITUTTO contro la squalifica dell'atleta, almeno per cercare di ridurla a due anni!

Sulla possibilità (ma anche sulla giustezza) di tenere l'oro a squadre ho molti dubbi, anche se i russi dicono che "ci sono precedenti".
Ma il cercare di eliminare l'INDECENZA di una squalifica di QUATTRO anni ad una QUINDICENNE sempre trovata "pulita", questo mi sembrerebbe DOVEROSO da parte dei russi.

Poi è pur vero che potrebbero giocare sul fare ENTRAMBI i ricorsi, per poi arrivare magari a vedersene riconosciuto uno, presumibilmente la riduzione della squalifica a VALIEVA.
Oppure, dato che i canadesi presenteranno un loro ricorso per cercare di scalzare i russi anche dal bronzo olimpico a squadre, questa del ricorso per tenersi addirittura l'oro (!) potrebbe essere un modo per poi attestarsi almeno sul bronzo.

Ma ribadisco che mi auguro che i russi tengano duro su Valieva, più che pensare alla medaglia della gara a squadre (che per gli USA resterà comunque una medaglia "deprezzata", lo vogliano o no, buona più che altro per le statistiche dei medaglieri).

 

 

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https://fs-gossips.com/the-russian-olympic-committee-will-appeal-the-decision-of-the-isu-to-redistribute-medals-of-the-olympic-team-event/

 

"Il Comitato Olimpico russo farà appello contro la decisione dell'ISU di ridistribuire le medaglie della gara a squadre olimpiche
30/01/2024

 

Il Comitato Olimpico Russo (ROC) farà appello definitivamente contro la decisione dell'ISU di ridistribuire la classifica finale dell'evento di pattinaggio artistico a squadre ai Giochi Olimpici di Pechino 2022 a seguito della squalifica di Kamila Valieva.

“I nostri avvocati hanno già iniziato a preparare i documenti necessari per presentare ricorso. Partiamo dal fatto che, in conformità con le attuali regole ISU applicabili, le conseguenze della decisione sulle sanzioni contro un singolo atleta, in questo caso Kamila Valieva, non possono costituire una base per rivedere i risultati dell'evento a squadre.

La nostra posizione giuridica si basa, in parte, sui precedenti esistenti nella pratica CAS”, si legge nella dichiarazione del Comitato Olimpico russo."
 

Modificato da Astor

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Comunque i russi non l'hanno presa particolarmente bene!  :D
Azzardo una traduzione dall'inglese, che era già una traduzione dal russo, perchè se no credo che si perdano dei "dettagli pittoreschi" ... :asd:

 

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https://fs-gossips.com/a-deliberately-planned-attack-to-ensure-that-the-olympic-team-medal-went-to-the-american-team-burn-in-hell-bitches-russian-coaches-and-functionaries-about-the-decision-on-valievas-case/

 

"Un attacco deliberatamente pianificato per garantire che la medaglia olimpica andasse alla squadra americana”; "Bruciate all'inferno, putt***." Allenatori e funzionari russi sulla decisione sul caso Valieva
30/01/2024

 

Traduzione dei commenti fatti dalla leadership e dagli allenatori russi del pattinaggio artistico in merito alla decisione del CAS di sanzionare Valieva con una squalifica di quattro anni.

 

“Era difficile aspettarsi una decisione obiettiva in questa situazione. La federazione non è parte del processo; abbiamo ricevuto le informazioni, che saranno analizzate approfonditamente.

Crediamo che i pattinatori russi siano campioni olimpici nelle gare a squadre", ha affermato Alexander Kogan, capo della Federazione russa di pattinaggio di figura.
 

“Sono sorpreso da una decisione del genere perché è molto severa. Mi aspettavo qualcosa di un po' diverso.

Kamila ha bisogno, naturalmente, di essere supportata”, ha affermato il vicepresidente onorario dell’International Skating Union (ISU) Alexandr Lakernik.
 

“La decisione è scandalosa, ingiusta. Non si può trattare una pattinatrice così meravigliosa e una giovane donna meravigliosa in questo modo. Non ho altro da aggiungere", ha detto l'allenatore della nazionale russa Elena Tchaikovskaya.
 

“Mascalzoni e fuorilegge. Naturalmente contro questa decisione occorre presentare ricorso. Devi combattere la feccia usando i loro stessi metodi.

Nel nostro Paese Kamila potrà competere. È una ragazza forte e supererà tutto.

Accidenti a loro, sporchi maiali. Scaricano tutta la loro rabbia su una ragazzina, sfogando la loro furia sul nostro Paese", ha detto l'onorevole allenatrice dell'URSS Tatiana Tarasova.
 

“Non so come commentare questo. E' veramente una sventura! Semplicemente non ci sono parole. Sembrava che fossimo preparati a questo, ma speravamo ancora che la ragione prevalesse. Si scopre che l'atleta più dotata è privata dell'opportunità di continuare la sua carriera.

Eravamo tutti preoccupati per lei. Direi addirittura che non c'è persona in Russia che non si preoccupi per Kamila. Ma penso che si apriranno altre porte e lei troverà la forza in se stessa… non lo so, è tutto molto complicato. Credevo ancora che la questione si sarebbe risolta”, ha detto Elena Buyanova.
 

“Questa è la decisione più severa e dura. Onestamente sono sotto shock! Ma questo me lo aspettavo. Non bisogna aspettarsi nulla di positivo quando sotto tiro ci sono degli atleti, degli allenatori e dei russi in generale.

Valieva continuerà la sua carriera? Non lo so. Penso che questa decisione la colpirà duramente. Ma può pattinare negli spettacoli o mostrare il suo talento in altri ruoli.

Kamila è una persona di grande talento. È davvero un peccato che abbiamo perso la carriera del pattinatore artistico più talentuoso di tutti i tempi”, ha detto Alexander Zhulin.
 

“Il CAS ha reso una decisione senza precedenti nella sua crudeltà. Kamila è un'atleta unica; non meritava tale punizione, diventando vittima della macchina burocratica.

Speravo in una decisione obiettiva, di giustizia, visto che parliamo del massimo arbitrato sportivo. Invece, abbiamo assistito ad un attacco deliberatamente pianificato per garantire che la medaglia olimpica andasse alla squadra americana.

Gli attacchi al nostro sport sono in corso dal 2006; stanno cercando di indebolirci e distruggerci in ogni modo possibile. Kamila è diventata vittima di una lotta antisportiva, dove tutto viene fatto per il bene di uno o due paesi", ha detto il dottor Philipp Shvetsky.
 

“Bruciate all'inferno, putt***. Questo è tutto! Ci saranno conseguenze per tutto, arriverà il momento. Per tutti i nostri atleti, per i nostri caduti.

Tutti saranno ritenuti responsabili. È dannata politica, solo politica”, ha detto l’ex coreografo del gruppo di Eteri Tutberidze Alexei Zheleznyakov."
 

 

 

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http://www.sportsenators.it/31/01/2024/valieva-vittima-designata-di-una-sporca-guerra/

 

Dopo commenterò l'articolo che ho appena linkato, ma prima vorrei partire un pò più da lontano.

In questi giorni ho notato, con un certo stupore (ma forse no ...) che sui social italiani, spesso piuttosto ostili al pattinaggio femminile russo (almeno quello rappresentato dalla scuola Sambo, quella di "Crudelia De Mon" Tutberidze), finora le reazioni alla sentenza Valieva sono poche e abbastanza "moderate".

 

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Dopo una giornata apparentemente di "sconcerto" e quasi silenzio, vedo che qualcuno ha cominciato soprattutto a lamentarsi che "allenatori e medici" (stanno ovviamente parlando della Tutberidze e dei suoi "scagnozzi", come qualcuno li ha definiti) ne stiano uscendo "senza danni".

Sono poi gli stessi "tifosi" che da due anni esultavano per l'esclusione dei pattinatori russi ("tutti dopati!" o quasi, "le donne strapagate dalle giurie nonostante pattinino male") senza mai sottolineare che gli stessi allenatori e coreografi POSSONO TRANQUILLAMENTE CONTINUARE A LAVORARE a livello internazionale con atleti non russi, e che pure atleti RUSSI possono tranquillamente gareggiare per ALTRE NAZIONI (Kamilo ha fatto qui un post pochi giorni fa con la lista di questi atleti "russi espatriati", agli ultimi Europei ce n'è stata più di una ventina!).

E poi, prima esultavano ("finalmente vedremo belle gare, senza le russe strapagate!") per poi dover ammettere a denti stretti, almeno alcuni di loro, che il pattinaggio senza i russi e le russe è diventato noioso e tecnicamente povero (come ha detto la Medvedeva parlando della categoria femminile, "tornato indietro di dieci anni").
Tanto per dire la "razionalità" di certe posizioni, almeno quando costoro dicevano che "le ragazzine russe non sanno fare un-Lutz-uno che non sia sottoruotato o edge" si poteva discutere, ma quando si arriva alla russofobia cieca e per partito preso, che vuoi discutere ...

Avvicinandomi all'argomento del giorno, noto che da tempo si insinua, in quegli ambienti di "tifosi" (ma non solo) che nel pattinaggio russo ci sia il DOPING come comportamento COSTANTE (in questo momento non mi viene in mente il nome, e forse è meglio così, di chi sia stato il pezzo di 💩 di pattinatore USA che l'ha DETTO esplicitamente, che ci sarebbero CENTINAIA di pattinatori russi dopati).
E si tralascia il fatto che i russi da Sochi in poi stanno COSTANTEMENTE "IN MASSA" ai vertici delle classifiche e dei podii in almeno tre categorie su quattro e perciò sono COSTANTEMENTE CONTROLLATI dall'antidoping, DA ANNI, e il numero dei russi trovati dopati è quasi zero.

Se escludiamo quel triste caso della Sotskova, penoso anche dal punto di vista umano per una pattinatrice di secondo piano che probailmente c'è caduta perchè non aveva le qualità in sè per reggere la concorrenza in Russia (e, francamente, mi tocca dire "io lo avevo detto", anche a fronte di lodi elargite da altri in rete), per il resto negli ultimi dieci anni siamo (nei pochi casi riscontrati) al "doping veniale", in diversi casi giudicato accidentale (vedi https://en.wikipedia.org/wiki/Doping_in_figure_skating ) e mai per atleti "al top" (la Bobrova è stata scagionata, per quella storia peraltro assurda del Meldonium).
E prima del "caso Valieva" NESSUNA "ragazzina russa" di vertice (scuola Sambo, Zhulin o Plushenko che fosse) era MAI stata trovata dopata.

Trovo comunque "strano" che, proprio quando "finalmente" una delle "ragazzine terribili" viene colta in fallo, NON ci sia un'esplosione di GIOIA FEROCE contro la Russia, almeno non l'ho vista sui social italiani (su quelli USA lasciamo perdere, lì è il regno dei tifosi yankee decerebrati, che stanno esultando per "l'oro finalmente ottenuto" ...).
 

 

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Mi chiedo se anche tra i tifosi russofobi italiani non ci sia, almeno tra molti di loro, la consapevolezza, magari ricacciata in un angolino del cervello, nelle più recondite circonvoluzioni cerebrali, che IN QUESTA SENTENZA CONTRO LA VALIEVA C'E' QUALCOSA CHE NON VA.
Bisognerebbe entrare nell'inconscio di costoro, che immagino a volte pure un pò contorto, per saperlo.

Sui miei SOSPETTI sulla "stranezza" che Valieva sia stata trovata in fallo (per inciso: nei campionati nazionali russi, con prelievo fatto dall'antidoping russo) e che poi la positività sia stata comunicata con un mese di ritardo rispetto al ragionevole, arrivando alle cronache (guarda caso) giusto durante la gara olimpica, il tutto mentre i rapporti tra Occidente e Russia si stavano deteriorando a livello politico come mai si era visto dopo la crisi dei missili di di Cuba, ho già scritto e non mi ripeterò qui.
 

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Voglio invece segnalare un articolo di Gennaro Bozza apparso oggi su Sportsenators, media che ho già qui citato e che è fatto da ex firme della Gazzetta dello Sport, che non hanno ancora "appeso la penna al chiodo".

Bozza, tra le altre cose, si occupa da sempre di pattinaggio di figura e qualche anno fa è stato involontario protagonista di quello che nello spettacolo si potrebbe chiamare "siparietto", con un Ambesi, il noto commentatore televisivo, che visto il cognome sospettava che fosse uno pseudonimo :D , vedi qui: 

Bene, immagino che almeno adesso Ambesi avrà capito che non è uno pseudonimo ... ;)


L'articolo, sul caso Valieva, è quello che ho linkato in testa a questo post e dico subito che sono completamente d'accordo.

Oltretutto, è forse il primo articolo che in questi giorni "prende il toro per le corna", ovvero cerca di spiegare il PERCHE' di una sentenza così e soprattutto PERCHE' TALE SENTENZA E' ALTAMENTE CRITICABILE.
Ciò mentre altri commentatori stanno (stranamente?) zitti e anche la Gazzetta dello Sport oggi pubblica un articolo ("Vittima del sistema") che, se devo giudicare dagli estratti che ho letto sui social (non ho ancora letto direttamente l'articolo), "la prende larga" e non va al cuore della questione.

L'articolo di Bozza, invece, ci va.
Ne riporto alcuni passaggi (in blu).

Valieva, vittima designata di una sporca guerra

Da Gennaro Bozza 31/01/2024

La pattinatrice russa squalificata 4 anni dal Tas, con una sentenza che ignora i suoi legittimi diritti di “persona protetta”. Come e perché non doveva essere punita. E infine la barzelletta della Russia che resta sul podio olimpico

 

Kamila Valieva squalificata 4 anni dal Tas (Tribunale arbitrale dello sport). La vittima designata è stata infine condannata, ma con motivazioni che lasciano ben intendere quale enorme guerra fra nazioni e federazioni sia stata messa in atto e combattuta sulle spalle di una ragazza di 15 anni presa come capro espiatorio.

...

La squalifica è stata inflitta nonostante Valieva, al momento dell’accertamento del doping, fosse “persona protetta” perché sotto i 16 anni di età, fatto che prevede la non punibilità. E questo è il punto più importante per capire come tutto il processo sia stato solo una rappresentazione teatrale di una lotta a più alti livelli.
Subito dopo la decisione del Tas, l’Isu (la Federazione mondiale del ghiaccio) ha preso una decisione che appare ancora più ridicola: invece di squalificare la Russia (o meglio, la squadra Roc, acronimo di Comitato olimpico russo) perché un suo componente è stato trovato positivo al doping, come accade per tutti i casi di squadre o staffette, ha soltanto cancellato i risultati della Valieva, nel Corto e nel Libero Donne. In questo modo, la Russia è rimasta in classifica e ha comunque preso la medaglia di bronzo

E già qui c'è un'altra "stranezza": normalmente se, nello sport, viene trovato dopato un'elemento di una squadra, TUTTA la squadra viene squalificata e perde TUTTI i punti.
In questo caso, invece, l'ISU (che doveva prendere provvedimenti sulla base della sentenza del TAS) ha deciso di cancellare SOLO i risultati della Valieva.
Probabilmente, scrive Bozza, quale "paravento per nascondersi dall’accusa di essere contro gli atleti russi, come dire: siamo contro gli atleti che si dopano, non contro la Russia", ma qui siamo alla "pezza che è peggio del buco": una sentenza del TAS già criticabile in sè (come vedremo dopo) che genera UN'ALTRA sentenza criticabile!
Siamo alla commedia, forse alla farsa ...

 

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E così i russi, che hanno una squadra così "mostruosa" da non finire fuori gioco neppure se viene eliminato un'elemento di vertice, non sono neanche usciti dal podio, conservando il bronzo!
E suscitando comprensibilmente le ire della Federazione Canadese, rimasta quarta e che ha già annunciato ricorsi.
Peraltro, come ho scritto ieri, anche i russi hanno annunciato ricorso, addirittura per ... mantenere l'oro!
La vicenda, che certamente avrebbe dovuto arrivare a sentenza "definitiva" molto prima, probabilmente si protrarrà ancora per parecchio.

Anche perchè c'è l'altro aspetto, quello da cui tutto parte, ovvero l'altra sentenza, quella del TAS.

Che, come scrivevo due giorni fa, a me da subito è sembrata fallace e ipocrita nella sua dichiarata logica, nel suo voler affermare che "è il regolamento dell'antidoping russo che ci ha legato le mani, a noi del TAS, impedendoci di considerare la Valieva quale 'Persona Protetta'".

Basandosi sugli stessi documenti RUSADA (l'antidoping russo, appunto) che avevo citato anch'io, questo è ciò che ne scrive l'articolista di Sportsenators:


Il Tas nella sentenza scrive che Valieva non può essere considerata “persona protetta” perché la Rusada nel suo regolamento non fa distinzione fra atleti adulti e atleti sotto i 16 anni, appunto le persone protette. E questo possiamo già dire che non è vero, visto che siamo in possesso dal regolamento russo
...
l regolamento Rusada, nella sezione Annex che esplicita il senso delle disposizioni in materia di doping, riporta testualmente che “i fattori da prendere in considerazione nella valutazione del grado di colpa di un Atleta o di un’altra Persona includono, ad esempio, se l’Atleta o altra Persona è una Persona Protetta”. Il testo completo, nella versione inglese, è alle pagine 63-64. Quindi la Rusada dice esplicitamente che la “persona protetta” va considerata in altra maniera rispetto alla persona adulta.
Qual è allora l’inghippo escogitato per superare questo ostacolo e poter squalificare Valieva? Qui i russi hanno una parte di colpa perché nella sezione relativa alle punizioni (la 12.2) e ai motivi di esenzione o riduzione (12.5, 12.6 e 12.7) non hanno ripetuto il concetto espresso nell’Annex, ritenendo magari che non ce ne fosse bisogno perché era stato comunque fissato un principio e che questo sarebbe bastato per una conseguente applicazione dal punto di vista logico.
Il Tas, invece, si è tenuto strettamente al testo della regola 12.2 e ha detto, in pratica: se i russi non considerano le persone protette, perché dovremmo farlo noi? Quindi, il Tas ha detto che le regole dei russi brutti e cattivi sono invece belle e buone. Serve altro per capire come la povera Valieva sia stata messa sull’altare e sacrificata?

 

In altre parole, sembrerebbe che il TAS abbia sfruttato la possibilità di fare una lettura "burina" (come direbbero a Roma), ovvero letterale, del regolamento russo, invece di darne una lettura LOGICA.
Perchè è ovvio che se il regolamento russo SPECIFICA il concetto di "Persona Protetta" e della necessità di tenerne conto per valutarne la COLPA, è LOGICAMENTE INSENSATO pensare che ciò non possa riflettersi poi sulla SENTENZA, indipendentemente da eventuali carenze dei russi nella stesura letterale di alcuni articoli.

Anzi, invece di scaricare la colpa sui legislatori sportivi russi (!), il TAS avrebbe fatto un figurone tirando loro le orecchie mentre applicava la logica, dicendo "in considerazione della minore età dell'atleta e nonostante la incoerente stesura di alcuni articoli del codice RUSADA, che se considerati alla lettera possono suscitare dubbi sull'applicabilità del concetto di 'Persona Protetta', comminiamo la sentenza minima di due anni di squalifica".
Applausi.

Oppure, semplicemente non citavano il codice RUSADA ed irrogavano la pena minima.

Così, invece, hanno dato forma ad un'altra versione di "COMPORTAMENTO TARTUFESCO".
Di cui non se ne sentiva davvero il bisogno, soprattutto dal tribunale sportivo al massimo livello.
 

 

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Che possibilità ha ora la Russia per opporsi alla sentenza del TAS, che è "quasi definitiva"?
Forse, dice Bozza, proprio sfruttando l'illogicità della "giustificazione" del TAS per non aver considerato la minore età della Valieva.

Ed ecco la conclusione. La Russia potrebbe fare un ultimo reclamo, nel Tribunale Federale della Svizzera, che non è un tribunale sportivo, ma ordinario, che può essere considerato, almeno per quanto riguarda le dispute sportive mondiali, come la Cassazione italiana. Quindi, il Tribunale Federale non può emettere un’altra sentenza diversa da quella del Tas, può solo riconoscere che sono stati lesi i diritti della persona coinvolta nel procedimento e ordinarne uno nuovo sempre davanti al Tas. Un caso simile è avvenuto con il nuotatore cinese Sun Yang, condannato dal Tas, che aveva fatto ricorso ...

...

I russi hanno come unica tesi rimasta a loro disposizione il fatto che il Tas non abbia tenuto in considerazione il principio logico del diritto delle persone protette a godere di un regime speciale, dichiarato esplicitamente in una parte delle regole antidoping e non ripetuto in una parte delle regole stesse. Non avendolo tenuto in considerazione, il Tas avrebbe leso i diritti della Valieva e quindi la sentenza dovrebbe essere annullata e dovrebbe essere disposto un nuovo processo davanti al Tas. I russi hanno 30 giorni di tempo per decidere se fare ricorso, perciò non resta che aspettare ed eventualmente vedere cosa deciderà il Tribunale Federale svizzero.

 

Adotteranno i russi questa linea di condotta?
Me lo auguro, se non riescono magari a trovare qualcosa di ancor migliore (ma questo sarà difficile, temo ...).

Perchè, onestamente, una squalifica di QUATTRO ANNI in un caso del genere GRIDA VENDETTA.
E questo indipendentemente da ogni considerazione sul futuro sportivo che la Valieva potrebbe avere anche se la pena fosse ridotta a due anni (nulla garantisce che, soprattutto se la guerra si protraesse anche nel 2025 inoltrato, l'esclusione degli sportivi russi venga rimossa in tempo per le Olimpiadi 2026).

 

Come scrive Bozza al termine del suo articolo:

Al di là delle procedure legali, sportive e no, resta l’amara sensazione di un gioco fra potenti sulle spalle di una ragazzina di 15 anni, fenomeno assoluto sul ghiaccio con prestazioni che col doping niente hanno a che fare, che ora ne ha 17 e vede malinconicamente chiudersi la possibilità di continuare a mostrare meraviglie. La squalifica di 4 anni, quando sarebbe potuta essere di soli 2 anni considerandola “persona protetta” come era suo diritto inalienabile, è uno sfregio a lei innanzitutto e allo sport, che alcuni potenti hanno fatto diventare anch’esso teatro di una guerra che si combatte con morte e distruzione su altri campi.



 

Amen.

 

 

 

 


 

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La Tutberidze dice la sua.

 

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"Da due anni ormai non commento in alcun modo la situazione del doping scoperta a Kamila Valieva al Campionato Russo del 2021, nonostante l'odio e le accuse immeritate e infinite contro di me. A tutto il nostro team era severamente vietato commentare o valutare ciò che stava accadendo, poiché ciò avrebbe potuto influenzare e interferire con le indagini. E io, probabilmente più di chiunque altro, volevo che questa storia fosse indagata a fondo e che non rimanessero domande, anche se si trattava di una svista, di un errore o di un crimine da parte di qualcuno.

Da molti anni lavoro, a volte senza giorni liberi o ferie, per il bene dei risultati degli atleti, e io, come nessun altro, voglio sapere cosa è successo a Kamila e come questo farmaco è entrato nel suo corpo. Tutti i miei atleti erano e restano puliti, io sono per lo sport pulito, non può essere altrimenti.

I nostri atleti gareggiano in competizioni internazionali dal 2010. E probabilmente sarà impossibile contare il numero dei test antidoping effettuati in questo periodo. I campioni sono sempre stati puliti, spero che rimanga così.

Abbiamo sempre insegnato e spiegato ai nostri atleti e ai loro genitori che bisogna stare più attenti nell'assumere anche i farmaci più semplici per il raffreddore e, purtroppo, non possiamo fidarci assolutamente di nessuno.

E ora, dopo due anni, nulla è diventato chiaro, l'origine di questo farmaco non è mai stata studiata e rimangono molte domande. E nella nostra direzione volano solo accuse da diverse parti.
Non ho domande per Kamila, è una bambina e da parte mia continuerò a sostenerla in ogni modo possibile. Senza offesa per tutti i miei atleti precedenti: Kamila è l'atleta più dotata. E il suo destino sportivo ha dovuto affrontare una prova difficile da descrivere a parole.

Per quanto riguarda il verdetto, ho una domanda principale: almeno qualcuno ha difeso Kamila durante le udienze, perché il verdetto non avrebbe potuto essere peggiore.
La storia di Camila è il nostro dolore."






Ma anche Tarasova commenta ... sulla Tutberidze!


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In effetti, se la Tutberidze davvero non sapeva neppure chi stesse difendendo la Valieva, mi sa che c'è qualcosa che non va nel campo russo.
Va bene che "a tutto il team era severamente vietato commentare o valutare ciò che stava accadendo", però almeno conoscere cosa stava accadendo ...
A meno che i russi non siano stati "così (coglionamente) corretti" da escludere il team Sambo perfino dalla possibilità di conoscere l'andamento delle cose (ma, così facendo, impedendo loro anche di fornire eventuali elementi a discarico della Valieva?).
Mah ...

Secondo me i russi hanno cominciato subito male a difendersi sui media, in questa vicenda, parlando prematuramente del "bicchiere condiviso col padre ... no ... con il nonno", quando già allora non si poteva neanche escludere del tutto una contaminazione fraudolenta, bastava che stessero zitti ("stiamo cercando di capire cosa potrebbe essere successo, ma abbiamo piena fiducia nell'atleta e nel suo team") e non avrebbero causato ilarità, incredulità e soprattutto perdita di credibilità.
Mi chiedo se non abbiano continuato altrettanto male nella difesa legale della povera Kamila.

Facendo un parallelo, non credo incongruo, con le capacità "mediatiche" dei russi ad inizio della guerra in Ucraina (che erano inizialmente penose ma in due anni sono migliorate esponenzialmente, chi segue il conflitto soprattutto sui canali Telegram internazionali, e non sulla vergognosamente faziosa e falsa stampa italiana, lo sa), mi chiedo se invece i russi non abbiano fatto alcun progresso sull'approccio legale alla questione Valieva.
Sul campo di battaglia reale, dopo aver preso per un anno legnate non militari ma mediatiche (vedi i "trattori che trainano i tank russi" e i "soldati russi che rubano le lavatrici", per parlare solo di cose non cruente), hanno poi imparato come rapportarsi con i media internazionali e la propaganda avversa.
E nel rapportarsi ai tribunali sportivi internazionali?

Adesso vedremo se riusciranno a fare un ricorso fondato sulla sentenza del TAS (direi che "non possono" almeno provarci ...).


 

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Nella già sgradevole vicenda della "Valieva dopata", sembra esserci chi ci mette del suo per farla diventare ancor più sgradevole e insopportabile.
Non è facile, ma ci si può riuscire.
 

Il giornalista Marco Bonarrigo del Corriere della Sera, ce l'ha fatta.

In un articolo di rara durezza e faziosità, ha "reso noto al mondo" che "la Russia dopava la Valieva ingozzandola con ben 60 farmaci".


Se non ci credete, sopra c'è l'articolo, che in un ampio estratto è anche qui:

https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/quot-valieva-quot-pena-ingozzarsi-tutte-39-ste-pillole-kamila-384255.htm

 

E ditemi se la conclusione che sopra ho virgolettato non è esattamente quello che vi viene da pensare dopo aver letto l'articolo.

Dato che non è detto che l'articolo abbia conservato il titolo che gli aveva eventualmente dato l'articolista, posso almeno illudermi che quel "dopava" a fianco di "tutti i farmaci" sia una scelta del titolista del Corriere e non del giornalista.
Almeno quello ...

 

Fatto sta che, titolo faziosissimo a parte (per me non è una sorpresa, considero il Corriere una delle maggiori FOGNE "GIORNALISTICHE" d'Italia, e purtroppo non solo per i titoli), è tutto l'articolo a dare quell'impressione.

"La lista (parziale) dei prodotti, recuperata dall’Agenzia Mondiale Antidoping (Wada), è sconvolgente: 60 diverse etichette tra farmaci e integratori, per un totale di 69 principi attivi. […]

Kamila assumeva (a sua insaputa) antivirali, immunomodulatori, pillole contro anemie, cardiopatie, ischemie e per combattere le epatiti croniche, cardioprotettori, ferro per iniezione, principi attivi per curare insufficienza epatica e pancreatica e ipossia cerebrale, antidolorifici (Fans) di varia natura, antidiarroici e preparati contro nausea post operatoria e gastriti croniche. Poi ogni tipologia di integratore, dalla creatina agli aminoacidi, dai minerali alla citrullina al lisato batterico e ancora antiastenici, battericidi e quell’ecdysterone cercato dai bodybuilder per fare massa, lei scricciolo di 158 cm per 45 chili."

Che orrore, vero?  :stupito:

Ebbene, io da bravo malfidente (soprattutto se si parla di giornalisti e soprattutto di giornalisti italiani) sono rimasto dapprima perplesso, poi sempre più scettico.
Era credibile che esistesse un misterioso "documento reso pubblico tre giorni fa", un'email di richiesta da parte di un organismo russo (FMBA, Istituto Nazionale Russo per la Sanità Pubblica) all'altrettanto russa RUSADA (Agenzia Antidoping della Russia), che autolesionisticamente provasse le vergognose pratiche dopanti del pattinaggio russo?
Un documento che potesse essere legittimamente definito come "il documento più inquietante mai diffuso sulla disinvoltura senza scrupoli con cui lo sport ex sovietico manipola i suoi giovanissimi atleti" (cit.).

Ebbene, NO.


Cominciamo col dire che il "furbo" Bonarrigo si è ben guardato dal dire che quel "documento reso pubblico tre giorni fa", quasi fosse uno "scoop", è in realtà citato nella stessa DELIBERA DEL CAS che ha condannato la Valieva (punto 49, pag. 20) :

https://www.tas-cas.org/fileadmin/user_upload/9451-9455-9456_Arbitral_Award__for_publ._.pdf


E, poi, COSA SONO quei "60 medicinali" con cui la povera Valieva sarebbe stata "ingozzata", come fosse un'oca all'ingrasso?
A leggere l'articolo di Bonarrigo si direbbe che fossero tutti medicinali-veleno, uno scandalo ...

Ora, cercando di ragionare a mente fredda (e dopo aver ripulito il pavimento dal vomito che quell'articolo mi aveva causato), mi sono reso conto che, titolo a parte, il "furbo" Bonarrigo non si azzarda a parlare di "sostanze dopanti" per i "60 medicinali".
Ma, essendo "furbo", affianca "furbescamente" questa lista (di per sè impressionante) all'unica sostanza dopante per la quale la Valieva è stata squalificata.
E' un esempio di giornalismo FAZIOSO e FUORVIANTE, nulla che non sia già stato visto mille volte. Ma sempre irritante, come è sempre irritante sentirsi presi per i fondelli.


Ma cosa sono quei farmaci?
 

Ebbene, per sapere cosa sono ho dovuto cercare la "campana russa", perchè nè l'articolo di Bonarrigo nè le (poche) altre fonti occidentali che ne parlavano e che ho trovato lo spiegavano.
Non avevo neanche trovato dichiarazioni  russe riportate da fonti occidentali, bisogna ricorrere a fonti originali russe.
In quelle la spiegazione c'è, nei nostri "trasparenti media" invece non c'è.
Che strano ...

Ed ecco cosa dice un intervento su sports.ru, tradotto in italiano

https://www-sports-ru.translate.goog/tribuna/blogs/streamofconsciousness/3220734.html?_x_tr_sl=ru&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=wapp

dal quale estraggo:

"---------------------------
Cos'altro ha preso Camila? Dagli antidolorifici all'omeopatia e alle pastiglie al miele

C'è un altro dettaglio interessante nel testo integrale della decisione su Kamila: nel periodo dal 1 gennaio 2020 al 31 dicembre 2021 (cioè nell'arco di due anni), le sono stati prescritti circa 60 farmaci diversi (in realtà, 55). .

Sembra duro, ma cosa c'è in questa lista?

Non c'è niente di sbagliato lì. La maggior parte dei farmaci prescritti a Camila sono farmaci comuni che chiunque assume in modo sintomatico. Il resto sono vitamine, integratori alimentari e nutrizione sportiva.

Integratori alimentari, vitamine e nutrizione sportiva: Amino Vital Multi Energy, Magnelis B6, Vitrum Superstress, Panangin Forte, Hypoxen, L-Carnitina, complesso di magnesio liquido, Sustamin (condroprotettore), Supradin (vitamine), Isodrinx (isotonico), Orthomol Sport, Geladrink (condroprotettore), Doppelhertz-active, Coenzima Q10, Totema (ferro), Sorbifer Durules (ferro), Berocca Plus (vitamine), Omega-3, Junior Active Complex, SportExpert, BCAA+, Amino Vital Gold, Guaranà 300, Carmolis ( losanghe con miele), Creatina Ox, Citoflavina, Calcimin Advance.

Per il raffreddore: Polyoxidonium (trattamento dell'influenza e ARVI), Grippferon (per il raffreddore), Gorpils (antisettico per la bocca e la gola per il raffreddore), Coldrex (per il raffreddore), Maxigripp (per il raffreddore), Xilometazolina (per il naso che cola), Tilaxina (antivirale), ACC (espettorante).

Intestinale: Creon (pancreatina, enzima pancreatico), Filtrum-STI (assorbente), Maxilak (probiotico), Bilactin (probiotico), Diara (antidiarroico), Metoproclamide (antiemetico), Alpha Normix (antibiotico intestinale).

Antidolorifici: Ibuklin, cerotto Versatis, Nimesulide, Ketorolac, Voltaren.

Il resto: Stimol (amminoacido che aiuta contro l'affaticamento), Imudon (trattamento e prevenzione delle malattie orali), Traumeel S (omeopatia per lesioni), Agisept (antisettico per la bocca), Glycine (amminoacido), Esslial Forte (fosfolipidi per problemi al fegato ), Aspirina-S, Valemidina (ipnotico e sedativo).

Prendersi un raffreddore un paio di volte, avvelenarsi una volta: ora metà della lista è già stata utilizzata. Gli antidolorifici sono necessari regolarmente nella vita di tutti i giorni, e ancora di più per un atleta. Difficilmente puoi sorprendere qualcuno con alimentazione sportiva, vitamine e integratori alimentari, anche negli sport amatoriali.

Ma, a proposito, esiste un altro cardioprotettore, il cui effetto è simile al meldonium e alla trimetazidina: la riboxina.

Ma tutto questo non è più importante. Questo elenco e il fatto di utilizzare l'ecdisterone molto probabilmente non hanno influenzato in alcun modo il verdetto.
---------------------------"




Un pò diverso, se viene messo così, eh?


Una lista di medicinali (o semplici integratori) CONSENTITI che viene presa da un giornalista italiano quasi come una "prova del doping di Stato".
Dalla insulsa e faziosa prosa di Bonarrigo: "Il documento più inquietante mai diffuso sulla disinvoltura senza scrupoli con cui lo sport ex sovietico manipola i suoi giovanissimi atleti": ci ha voluto aggiungere perfino "ex sovietico"!

Quando oltretutto si sa con certezza di atleti USA di vertice (Biles, le sorelle Wiliams) che hanno preso (e immagino prendano ancora) per anni SOSTANZE REALMENTE DOPANTI grazie a prescrizioni mediche (con ricette di QUATTRO ANNI di durata, sarà un caso che si parla di "quadriennio olimpico"? :evil: ).
Caso "strano", quella notizia (che abbiamo saputo solo grazie ai "terribili hacker russi", che hanno portato alla luce prove così forti da non poter essere smentite) è sparita rapidamente dai nostri media e la Biles continua a vincere ed essere osannata, mentre la Valieva rimarrà per sempre, in Occidente, "la dopata".

Scusate se vomito, eh?
 

Da due anni mi ero ripromesso di non intervenire sui social sulla questione Valieva nè su quella dell'esclusione dei russi nello sport perchè avrei dovuto farmi sangue cattivo e forse sarei diventato molesto.
Ma l'articolo di Bonarrigo è di tale disonestà intellettuale che mi ha fatto salire il sangue alla testa.
Non potevo stare zitto anche in questo caso.
 

E così, facendo "violenza" a me stesso, ne ho parlato su un social, aggiungendo che:
 

1) ho l'impressione che alcuni, fuorviati dal pessimo e fazioso articolo di Bonarrigo, pensino davvero che Valieva stesse prendendo ("ingozzata") 60 medicinali OGNI GIORNO, ovvero CONTEMPORANEAMENTE o quasi. Chi pensa così ... ci ripensi.

2) anche a me fa impressione una lista di 60 medicinali (pare siano 55, nulla cambia) usati (più o meno saltuariamente oppure più o meno continuativamente) nell'arco di due anni. La mia prima domanda, per esempio, è stata: perchè c'è stato bisogno di ben otto farmaci diversi (ovviamente non tutti assieme) contro il raffreddore? Poi leggo i diversi usi di ognuno di essi e mi pare almeno un pò più plausibile.
E quell'articolo russo non può essere definito "propaganda russa", per la spiegazione di quella lista di farmaci. Potrebbe essere propaganda solo se la spiegazione fosse falsa, ovvero se i medicinali non fossero quelli o se l'uso descritto non fosse quello. Se è corretta, non è propaganda. E' invece propaganda il minestrone fazioso di Bonarrigo, propaganda che però si scioglie come neve al sole se si guarda la classificazione indicata nell'articolo di sports.ru.
Aggiungo: a differenza di quanto certamente molti pensano, i russi non sono solitamente "immersi nella propaganda e nell'omertà". Si noti che quello stesso articolo russo è incentrato attorno alla "spinosa" questione dell'ecdysterone ("cercato dai bodybuilder per fare massa", secondo il Bonarrigo), ovvero una sostanza ammessa ma secondo alcuni "sospetta" (mi ricorda la storia assurda del Meldonium). L'articolista russo ne parla apertamente, la cosa non viene buttata sotto il tappeto.

3) chi pensa che SOLO i russi cerchino di usare OGNI farmaco CONSENTITO per migliorare le prestazioni dei propri atleti, e che solo loro ne "testino" più d'uno, "off label", anche qui, secondo me farebbe bene a ripensarci. Io sarei certamente per un'uso minimale dei medicinali nello sport, tuttavia non vedo come si potrebbe impedire di assumere medicinali AMMESSI. La classificazione come "sostanza dopante" è stata fatta proprio per mettere un "confine" tra le due categorie di medicinali, non mi viene in mente come si potrebbe aggiungere (e controllare!) una seconda classificazione di "comportamento ammesso" (tipo "dategliene il minimo possibile"?).

4) vorrei ricordare che nel mondo dello sport non c'è, e probabilmente non c'è mai stato da molto tempo, un gruppo "omogeneo" di sportivi che PER ANNI hanno MONOPOLIZZATO i podii a livello MONDIALE quale quello delle "ragazzine terribili russe", in particolare quelle della Sambo, e nonostante decine e decine di esami antidoping obbligati, in ogni parte del mondo, non erano MAI state trovate dopate (escludo il triste caso della Sotskova, che però guarda caso non era una vincente e neppure della Sambo).
Solo a me sembra strano che venga trovata dopata l'atleta russa di vertice ESATTAMENTE nel momento in cui si stanno deteriorando i rapporti politici con la Russia e, con "giustificazione" poco credibile, l'esito del test antidoping viene comunicato con un mesetto di ritardo, ottenendo così il massimo di visibilità, giusto giusto nel pieno della gara olimpica? O io sono molto ingenuo, e chi respinge con orrore queste "insinuazioni" è un tipo razionale, oppure è vero l'opposto.

5) indipendentemente dal resto, la squalifica di QUATTRO ANNI (e non solo due anni) per un'atleta quindicenne non recidiva è un'ABOMINIO e la "scusa" del CAS che "non hanno potuto fare altrimenti a causa delle regole RUSADA che non contemplerebbero uno sconto di pena per le 'persone protette'" è un'ipocrisia assoluta, se non una falsità. Le regole RUSADA prevedono che la COLPA sia graduata tenendo conto dell'eventuale stato di "persona protetta" e non si capisce come ciò non debba riflettersi anche sulla SENTENZA. Anche se la norma RUSADA sulle punizioni fosse scritta male, il CAS non avrebbe dovuto esimersi dall'interpretarla in senso favorevole all'atleta minorenne.
Ne ha parlato Gennaro Bozza, ex firma della Gazzetta, su Sportsenators: www.sportsenators.it/31/01/2024/val...-sporca-guerra/

6) ciò che ha fatto Bonarrigo è del tutto equivalente a quella tattica propagandistica così usata in campo politico, ovvero descrivere dettagliatamente (e in modo fuorviante) un comportamento "malevolo" dell'avversario o di chi è oggetto del nostro "odio" e tacere bellamente sul comportamento malevolo nostro o di coloro per cui facciamo il "tifo". In questo modo, si crea l'immagine del "cattivo senza se e senza ma" contrapposto a quello del "buono che certe cose non le fa". Abbiamo purtroppo due guerre in corso, e in campo bellico di comportamenti "giornalistici" come questo abbiamo abbondanza di esempi, sui quali ovviamente qui sorvolo.


Ovviamente, non mi aspettavo di convincere molto i miei interlocutori, soprattutto quelli più "accaniti" contro i russi (e in particolare contro la "scuola Sambo").
E, infatti, ho avuto molte obiezioni alle quali, come avevo loro preannunciato, non avrei risposto.

Anche perchè farei molta fatica a rispondere con calma a chi mi ripete che forse quei 55 medicinali venivano davvero presi contemporaneamente  :asd:  e che la cavia-Valieva è stata scoperta dopata perchè il fegato non riusciva più a smaltire quanto era stata costretta ad ingurgitare.
Nè avrei voglia di litigare con chi dice che i quattro anni di squalifica sono giusti perchè non si dovrebbe fare differenza tra minorenni e maggiorenni (gli dovrei preliminarmente dire "caro signore/a, rispetto (ma non condivido) la sua opinione ma è lo stesso CAS ad affermare, pur se ipocritamente, che AVREBBE VOLUTO considerare la minore età dell'atleta, per cui prima cerchi di convincere gli organismi internazionali che un minore NON deve essere 'persona protetta'").

L'unica obiezione sensata che ho visto è quella che alcuni (non "la maggior parte", come mi è stato detto) dei medicinali nella lista dei 55 sono "vietati ai minori di 18 anni", ovvero il "bugiardino" lo sconsiglia per i minori.
Considerando il controllo medico continuo e che non sappiamo neanche frequenza e dosaggi, questa può essere forse una scelta discutibile ma non  necessariamente pericolosa.

Una cosa è certa: quelli che si sono buttati con gioia sulle sventure russe con l'antidoping sono il più delle volte (non tutti, ma quasi) del genere comunque colpa dei russi, anche se non è doping è comunque una cosa orribile e vergognosa!".
Che ci sarebbe da chiedere loro, prima di ogni altra cosa: "Prego? In che mondo state vivendo?"


 

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Mentre aspettiamo (io senza molto "pathos", anzi per nulla ...) che inizi l'ennesima manifestazione di pattinaggio di figura "dimezzata" (anzi, di più), i Mondiali di Montreal (18-24 marzo), un paio di considerazioni sempre sul "caso Valieva" (scusate se ci ritorno sopra, ma più ci penso e più mi sembra una vicenda "politica" che più politica non si può, e non parlo solo di "politica sportiva").


Allora, qualche giorno fa è apparso un articolo su "La Stampa", a firma di Giulia Zonca, con un'intervista a Olivier Niggli, direttore generale della Wada, l'agenzia mondiale antidoping.

 

2024-03-08-16-44-20-Blur-Window.png

https://www.lastampa.it/sport/2024/02/25/news/intelligenza_artificiale_contro_il_doping-14099643/


Tra le tante cose toccate nell'intervista (poteva mancare, tra queste, il tema "di moda", l'Intelligenza Artificiale? :sarcastico:)  c'è un breve accenno allo sport russo e al  "caso Valieva".
Breve ma già abbastanza per farmi aztecare [sostituire agli aztechi un'altra grande civiltà precolombiana].


"La Russia oggi è sportivamente credibile?
«In questo contesto geopolitico non è facile avere informazioni. Si portano dietro un passato pesante e lo scandalo Sochi si farà sentire a lungo, una generazione di atleti ha smesso di gareggiare quando lo schema organizzato è stato smascherato. L’agenzia antidoping russa è tuttora sospesa, noi ci occupiamo dei test che sono analizzati fuori dalla Russia. E gli atleti approvati come neutrali, stato obbligatorio per le grandi competizioni, sono pochissimi».

 

Valieva, la pattinatrice russa, è stata l’ultimo caso globale. Una minorenne che compete allo stesso livello degli altri può essere giudicata diversamente?
«No. Ed è stato dimostrato, lei ha beneficiato di una regola sui minori riguardo alla tempistica, è rimasta in gara, il giudizio però non è cambiato, è stata squalificata e quella storiella assurda sui medicinali del nonno finiti nella torta è stata demolita»."



Lascio perdere il tema sullo sport russo in generale (ostracizzato ben al di là del doping) e sto alla questione della Valieva.

Ora, una giornalista preparata, e che vuole fare la giornalista, di fronte a ciò che ha detto Niggli gli avrebbe subito obiettato:
"Mi scusi, che c'entra la 'tempistica'? Di QUALI benefici avrebbe goduto Valieva? Essere squalificata con il MASSIMO della pena, pur essendo minorenne?"
E gli avrebbe fatto notare che la stessa sentenza del TAS di Losanna in sostanza dice (ipocritamente e mentendo, ma è significativo che lo dica) che "noi avremmo potuto anche darle una pena più ridotta, ma 'purtroppo' le regole russe non lo consentono" (che comunque è falso secondo ogni interpretazione razionale e ragionevole delle regole RUSADA).

Ma un conto è essere veri giornalisti, altro è essere megafoni dei potenti.
Quest'ultima categoria è enormemente più numerosa dei primi, che in realtà sono una specie in via di estinzione (ma, a differenza dei panda, nessuno li protegge, anzi ...).

E dire che, in una vicenda del genere, di falle nella narrazione dell'antidoping ce ne sono a bizzeffe, dalla tempistica ritardata della comunicazione dei risultati del test della Valieva, alla sentenza del TAS che quasi nessuno ha sottoposto ad "analisi logica" e adesso a questa fuffa assurda che Niggli ci propina sul fatto che "sia tutto normale" nella condanna della Valieva, anzi "avrebbe ottenuto dei benefici"!

Essere "giornalisti megafoni" è doppiamente grave: primo, non cercano di scoprire la verità; secondo, spargono le falsità del potere.
E il fatto di non essere in grado di fare di meglio perchè eventualmente non si è preparati professionalmente non è una scusante, è un'aggravante: un pilota di linea incapace, che prende il posto di un bravo pilota, fa dei disastri.
Chi non sa fare il giornalista dovrebbe cambiare mestiere.
Poi, è vero, molte redazioni rimarrebbero semi-vuote, almeno nell'immediato  ...
Ma non è detto che sarebbe tutto questo gran male.



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Seconda notizia dolente: la Valieva ieri è stata esclusa dalla squadra di pattinaggio russa.

Io (ingenuamente) speravo che la cosa potesse essere rimandata fino all'esito di un eventuale ricorso, ma o tale ricorso non c'è oppure, e penso che sia così, i russi comunque allo stato attuale, con la squalifica in vigore, non potevano fare altrimenti (visto oltretutto la "diffidenza", e qui uso un eufemismo, della WADA verso lo sport russo).

Stando così le cose la Valieva, campionessa straordinaria che non ha ancora compiuto 18 anni, nel paio d'anni che ancora le mancano per scontare la sua qualifica avrà parecchie scelte da fare e nessuna facile.

Innanzitutto c'è da vedere se a vent'anni vorrà ritornare per le Olimpiadi di Milano-Cortina, ammesso che agli atleti russi a febbraio 2026 sia finalmente consentito gareggiare. Io non do assolutamente per scontato che la revoca dell'esclusione verrebbe automaticamente subito dopo la fine della guerra, se non ci fosse prima un accordo di pace, e non è detto che questo lo si abbia rapidamente dopo che finalmente le armi taceranno.
Comunque, che continui agonisticamente o no, anche se volesse tenersi allenata per fare degli show avrebbe un grosso problema: non potrebbe allenarsi in alcuna pista di proprietà della federazione russa o a club iscritti alla federazione, nè peraltro fare show o esibizioni se la società organizzatrice fa parte della federazione.

In sostanza, non potrà fare ciò che oggi fanno Medvedeva, Zagitova ed altre.
Per lo meno, non senza la stessa facilità e libertà di scelta.
Mi chiedo se, oltre a fare pubblicità (in Russia gode di molta popolarità e viene generalmente vista come una "vittima" dell'ipocrisia e della russofobia occidentale), potrebbe fare la commentatrice televisiva o se anche questo le sia di fatto precluso.
Mi auguro che i russi riescano a trovare una via per aiutarla.

E' una situazione vergognosa, che si sarebbe potuta evitare se l'avessero ragionevolmente squalificata con due anni e non con la pena massima di quattro.
Ma credo proprio che non sia un caso, e certamente non per le "regole della RUSADA", che l'hanno squalificata per quattro anni, pena assurda per una minorenne non recidiva.

C'era da "dare una lezione" ai russi e lei, come vertice assoluto del pattinaggio russo, è stata presa in mezzo.

Alcuni, dalle parti nostre e in generale in Occidente, su questo applaudono e fanno festa (e preferisco non fare commenti su di loro).
Io, invece, vomito.
 

 

 

 

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Sempre sul caso Valieva (si, lo so, mi ripeto e forse sono un pò "fissato", ma questa vicenda è il simbolo della politica che entra a gamba tesa nello sport, anche a costo di danneggiare lo sport stesso e non solo chi, con più o meno colpe, viene preso di mira), vi invito a leggere l'articolo di Gennaro Bozza appena apparso su Sportsenators:

 

http://www.sportsenators.it/11/03/2024/valieva-le-contraddizioni-di-tas-e-wada-arrivano-al-pettine/

 

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E' un "tirare le fila" sulla vicenda, dopo la squalifica ed alla luce delle "sorprendenti" (ma forse no ...) dichiarazioni di Niggli, gran capo della WADA, di cui ho parlato nel post precedente.
E il tirare le fila evidenzia le "smagliature nel tessuto", smagliature logiche e procedurali (e, io aggiungerei, pure morali) dell'intera vicenda, cominciata  male, con l'incomprensibile ritardo nella comunicazione degli esiti del test, e finita peggio con la squalifica massima applicata ad una minorenne non recidiva.
E, come se ciò non bastasse, le dichiarazioni di parte WADA collidono con quelle del TAS sulla possibilità di punizione di una minorenne o almeno sulla necessità/obbligo di considerarne lo stato di "persona protetta".

Da notare anche le considerazioni sulla famigerata "lista di 55 sostanze" somministrate nel tempo alla Valieva, che gli stessi russi (!) hanno compilato e reso palese e che è stata inclusa nei documenti del processo dinanzi al TAS.
Lista che non contiene ALCUNA sostanza dopante e che è stata invece utilizzata dalla maggioranza della stampa, a cominciare da quell'allucinante articolo da "character assassination" stilato da Bonarrigo sul "Corriere della Sera", di cui ho già parlato, per RAFFORZARE l'accusa di doping.
E' come se un'azienda, chiamiamola "Valieva S.p.A", venisse accusata di traffici illeciti con le Isole Cayman, questa esibisse una lista di 55 transazioni LECITE con soggetti in quel luogo e venisse fuori il Bonarrigo di turno, "acuto giornalista investigativo", a dire "AHA! Visto che trafficava con le Isole Cayman? E QUANTO trafficava!".

Purtroppo, di articoli come quello di Bonarrigo ne troverete molti, mentre come quello di Bozza ne troverete pochi, anzi credo nessuno.

E, guardate, qui non si tratta di "difendere il doping o i dopati", indipendentemente dalla simpatia o meno che proviamo per un atleta o l'altro.

Personalmente, a me piaceva Armstrong, il ciclista americano, e non credevo che potesse essere dopato ("figuriamoci se al Tour non lo controllano accuratamente!", pensavo nella mia ingenuità). Saputo che lo era, lo considero uno dei peggiori imbroglioni della storia dello sport.

Così come mi piaceva Pantani, anch'io sono saltato sul divano quando scattava in salita, ma a posteriori non mi bevo facilmente la storia che fosse "pulito" e "vittima di poteri forti" (anche se certamente a molti dava fastidio, probabilmente anche perchè sapevano che si dopava ...).

Per non parlare di Schwazer, altro "eroe-vittima" per (purtroppo) buona parte del pubblico italiano, che se c'è uno più palesemente dopato (e reo confesso nel primo episodio contestato) è lui (al punto da inguaiare pure l'ingenua ex fidanzata Carolina, del resto secondo me ha preso per i fondelli pure il suo allenatore-redentore Donati ...).

Ma, come giustamente nota Bozza, Niggli è preciso e cartesiano quando parla di Schwazer e improvvisamente sembra uno sprovveduto quando parla di Valieva.
Curioso, eh?
Non è abbastanza evidente che in questa vicenda "c'è qualcosa che non va"?

Se poi penso che contro la Valieva, e in generale contro lo sport russo, c'è una canea impressionante da parte degli USA, quegli stessi che forniscono SOSTANZE DOPANTI SOTTO PRESCRIZIONE MEDICA ad atleti stra-vincenti e stra-osannati come la Biles (cosa che abbiamo scoperto solo grazie ai famigerati "hackers russi", accusati comunemente di ogni nefandezza informatica globale ma che qui hanno scoperto nefandezze altrui),

beh, scusate ma ...
... io vomito.



Sempre sulle "ricadute" del caso Valieva, sono di ieri queste notizie:

 

 

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https://www.cbc.ca/sports/olympics/winter/figure-skating/kamila-valieva-doping-case-wada-figure-skating-olympics-1.7141374



 

Prima notizia:

la WADA starebbe pensando ad un modo per colpire ANCHE gli allenatori nei casi accertati di doping.

" The doping case of Russian figure skater Kamila Valieva left a "very unpleasant" taste with the World Anti-Doping Agency, which is unhappy that the teenager was the only one punished with a ban while her coaches and entourage have not been sanctioned. "

Ora, di per sè il principio è indubbiamente giusto, più che giusto e soprattutto con atleti minorenni, anche gli allenatori dovrebbero essere indagati (non necessariamente condannati, se si rileva che ha fatto tutto l'atleta a insaputa del coach e del team).
Io comunque non credo che l'"amaro in bocca" che la WADA dice di avere sia per qualche "pentimento" per come hanno trattato la Valieva. Affatto.
E temo che questo desiderio di "nuove regole" non sia neutrale, ma credo sia dovuto al fatto che avrebbero voluto colpire di più lo sport russo, mettendo fuori gioco anche la Tutberidze e la scuola Sambo, ovvero il vertice del pattinaggio femminile mondiale.
Stanno pensando a come potrebbero farlo, magari non ora retroattivamente ma al prossimo caso, più o meno reale.
Ovviamente, devono anche pensare a come non colpire troppo gli allenatori non-russi di atleti non-russi trovati eventualmente dopati.
Infatti, ci stanno pensando ...



Seconda notizia:
I russi hanno inoltrato ricorso contro la sentenza Valieva.

" Valieva and Russian sports officials have filed an appeal against the CAS ruling at Switzerland's supreme court, which can intervene on limited grounds of abuse of legal process. The federal court typically takes at least several months to give a ruling."

A quanto ne capisco, la Corte Suprema svizzera non ha la possibilità di intervenire nel merito della sentenza se non evidenziando irregolarità ed abusi nel processo, e in questo senso probabilmente i russi potrebbero affermare che i DIRITTI di Valieva quale PERSONA PROTETTA (in quanto minorenne) NON sono stati rispettati da una sentenza che non ha considerato questo aspetto (e lo ha fatto dichiaratamente, tentando di gettare la responsabilità sulle regole della RUSADA, l'antidoping russo; l'articolo di Bozza ricorda come questo tentativo sia un bluff che non sta in piedi).
Se la Corte Suprema rilevasse irregolarità di questo tipo, potrebbe invalidare il processo e chiedere di farne uno nuovo (con un collegio giudicante diverso, immagino).

E' chiaro che un'eventuale nuova sentenza, di un nuovo processo, che riducesse la squalifica di Valieva, per esempio a due anni, cambierebbe parecchio le prospettive dell'atleta, che si ritroverebbe immediatamente rimessa in gioco almeno per le competizioni nazionali (a livello internazionale resta l'esclusione generale del pattinaggio russo), nonchè per tutte quelle attività non agonistiche, come gli show.
Sono però molto pessimista su un esito così "positivo", anche ammesso che la Corte Suprema faccia seriamente il suo lavoro e rilevi la palese violazione che è stata fatta dei diritti dell'atleta minorenne, perchè l'attuale clima geo-politico congiura contro la Valieva e i russi.
Certo, se venisse riconosciuto dalla Corte che il TAS deve considerare la minore età della Valieva, in un nuovo processo dovrebbero tenerne conto. Magari riducendo la squalifica non a due (giammai ...) ma ... a TRE anni?
Teniamo anche presente che ci vorranno presumibilmente mesi per avere una delibera della Corte ed altri mesi per istituire un eventuale nuovo processo. Nel frattempo, la Valieva resta "stoppata".




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Mondiali di Pattinaggio di Figura 2024 (18-24 marzo, Montreal), qualche notizia e qualche link per seguirli.


Per chi avesse ancora voglia di seguire uno sport "dimezzato", qui c'è qualche notizia che può essere utile:

https://www.oasport.it/2024/03/quando-iniziano-i-mondiali-di-pattinaggio-artistico-2024-calendario-programma-orari-tv-streaming/


https://montreal2024.com/

 

https://www.isu.org/figure-skating/events/figure-skating-calendar/eventdetail/13018/33/isu-world-figure-skating-championships

https://results.isu.org/events/fsevent00117492.htm

 

https://results.isu.org/schedules/WC2024_ColouredTimeSchedule.pdf

 

 

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Dopo gli spietati e inequivocabili interventi di Astor c’è poco altro da dire e molte esclamazioni di disgusto da fare, perché qui ci troviamo davvero di fronte a qualcosa che, se non è un crimine organizzato contro la Russia, è sicuramente un complotto morale contro i russi con la merdosissima aggravante di aver colpito una ragazza di 15 anni pur di ottenere lo scopo prefisso.

In proposito, quello che mi ha colpito di più nell’articolo citato da Astor è il seguente passo:

“Ma nel caso di Valieva si arriva al paradosso criminale: non è stata considerata persona protetta né da chi le ha dato quelle sostanze, né da chi aveva il dovere di capire che era innocente. Doping e antidoping, chi viola la legge e chi la amministra si sono schierati dalla stessa parte, per convenienza reciproca: chi per tentare di vincere una medaglia, chi per dimostrare di essere bravo a punire, ma sfogandosi sul più debole, l’agnello sacrificale”.

I giustizieri coincidono con i criminali, vecchia storia quando qualcuno si arroga il diritto di decidere cosa è bene e cosa è male e lo fa a seconda dei propri interessi. E tutto questo non è riferito solo allo sport, ma alla vita in generale e, in particolare, alla pretesa di stabilire quale guerra sia giusta e quale no. Faccio un solo esempio, senza nemmeno entrare nel merito di chi io credo possa aver ragione o torto. Quando un bambino moriva in Ucraina, sotto l’attacco russo, tutti i mezzi di informazione erano pieni di servizi, foto e commenti sulla nefandezza di chi uccide questi innocenti. Quando muore un bambino palestinese a Gaza, ucciso dall’esercito israeliano, la risonanza è infinitamente minore, quasi un’eco lontana, e ce ne sono stati migliaia e migliaia. Quindi, la Russia invade l’Ucraina ed è cattiva, senza ricordare che dal 2014 i battaglioni nazisti di Azov hanno fatto strage di civili e bambini nel Donbass, che ha quasi interamente popolazione russa, Israele invade Gaza ed è buono perché “risponde” all’attacco terroristico di Hamas ed è autorizzato a mettere in atto qualsiasi azione militare, compresa quella dei cecchini che sparano senza pietà su bambini.

Il principio in base al quale avviene tutto ciò è uno solo, quello TRIBALE, per cui chi appartiene alla mia “famiglia” non può essere giudicato da altri e chi appartiene ad altre famiglie ha torto a prescindere. Siamo rimasti all’età della pietra!

Torno al ghiaccio. Kamila Valieva è stata trattata come uno straccio per pulire il corrotto pavimento del movimento del pattinaggio artistico su ghiaccio e farlo risplendere di falsissima e sporchissima luce, per poi buttarla via. Così, ecco la nuova realtà imposta dalla congrega di tutti i paesi che gongolano per l’assenza dei russi e rubano medaglie che non meritano e che non meriteranno mai.

Ancora una volta, e torno su un argomento qui già discusso tante volte, ecco il ridicolo dei pattinatori russi che gareggiano sotto altra bandiera. In attesa dei Mondiali senior di Montreal, fra una settimana, gli ultimi dati si riferiscono ai Mondiali junior di Taipei, con tre russi vincitori dell’oro: Anastasiia Metelkina e Luka Berulava nelle Coppie per la Georgia, Artem Markelov nella Danza per gli Usa, con Leah Neset.

Ecco l’elenco completo:

Mondiali junior 2024 Taipei

Uomini

Konstantin Supatashvili  (San Pietroburgo) Georgia

Aleksandr Vlasenko (Tiumen) Ungheria

Georgii Pavlov (San Pietroburgo) Svizzera

Donne

Inga Gurgenidze (Kazan) Georgia

Polina Dzsumanyijazova (Mosca) Ungheria

Sabina Alieva (Vladivostok) Azerbaijan

Coppie

Anastasiia Metelkina (Vladimir) Georgia

Luka Berulava (Mosca) Georgia

Sofia Enkina (Perm) Israele (in coppia con Nikita Kovalenko, Kharkiv, Ucraina)

Danza

Artem Markelov (Volzhski) Stati Uniti

Angelina Kudryavtseva (Mosca) Cipro

Ilia Karankevich (Tiumen) Cipro

Sofiia Beznosikova (Mosca) Belgio

Kristina Dobroserdova (Mosca) Armenia (con Alessandro Pellegrini, Italia)

Mariia Alieva (Mosca) Georgia (con Yehor Barshak, Poltava, Ucraina)

 

Da notare le due coppie formate da una russa e un ucraino. Ma guarda un po’!

Per il momento mi fermo qui, ma torno fra un po’ per i Mondiali di Montreal, altra gara che si annuncia scandalosamente povera di rilievo tecnico, a parte un paio di casi fra gli Uomini e nella Danza (fra cui i nostri bravissimi Guignard-Fabbri) e che rischia di sancire alcuni cosiddetti “record”, come l’eventuale terzo titolo consecutivo della giapponese Sakamoto che saranno uno scempio per questo sport. Senza vergogna.

Poi, vedremo di quali nuove prodezze saranno capaci i commentatori televisivi.

Infine, mi associo ad Astor nel disgusto e nel vomito. La mia sorellina Kamila resterà per sempre un angelo sul ghiaccio, quelli che l’accusano e l’hanno stroncata sono la feccia dello sport e dell’umanità intera.

 

Modificato da Kamilo
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https://www.sportsenators.it/26/03/2024/ignateva-szemko-quando-una-russa-e-un-ucraino-gareggiano-abbracciati/

 

 

Segnalo questo articolo di Gennaro Bozza su Sportsenators.

Parla di uno di quei casi segnalati da Kamilo, ovvero una coppia di Danza, che gareggia per l'Ungheria ma che è formata da una russa ed un ucraino (e che si allenano in Italia, a Milano, sotto la guida di Barbara Fusar Poli).

E' confortante vedere come l'elemento umano riesca a superare non solo "diffidenze" ma addirittura odii che vengono trasportati ed alimentati anche nello sport, soprattutto dagli organismi dirigenti ed oltretutto in modo completamente incoerente: atleti russi estromessi ma allenatori russi no (!); atleti russi che possono gareggiare per altre nazioni, perchè l'importante è che non si veda la bandiera russa e non si senta l'inno russo;  ma alle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi non potranno sfilare nelle cerimonie di apertura e chiusura neanche sotto la bandiera degli "Atleti Neutrali", semplicemente perchè "sono russi" (o bielorussi), una cattiveria stupida ed ingiustificata perchè colpisce direttamente le persone e non i simboli nazionali ostracizzati.

Prendiamo casi come quello di Ignateva-Szemko come di buon auspicio per una prossima, si spera non fra tempi biblici, uscita da questo stato di follia nello sport, sperando che contemporaneamente i cannoni abbiano smesso di tuonare.

 



 

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Russofobia a iosa anche in questo sport, come nei giochi olimpici 

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Inviato (modificato)

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https://www.sportsenators.it/13/04/2024/il-super-axel-di-malinin-coperta-corta-delle-ingiustizie/

 

Un nuovo articolo di Gennaro Bozza su Sportsenators, che nel commentare il recente Mondiale di Montreal (uno dei tanti mediamente deprimenti campionati internazionali di questi ultimi anni) mette il dito su tante piaghe.

Comincia con il rilevare una certa esagerazione nelle lodi (di per sè meritate) a quello che è forse l'unica vera e positiva novità del panorama mondiale (stante che i russi ne sono tenuti forzatamente fuori), ovvero l'americano (di origine uzbeka) Ilia Malinin.
Un autentico "re dei quadrupli" (compreso il difficilissimo quadruplo Axel), che come già capitato ad altri "super-saltatori", dalla russa Trusova allo statunitense Chen, sta lentamente migliorando nella parte artistica (e si spera che continui così).
Non è il primo ad aver atterrato un 4A e non è il primo ad aver eseguito 6 quadrupli in un programma, come alcuni commentatori gli hanno attribuito.
Ma, a parte questa mancanza di "primogeniture", è un signor pattinatore e si può dire che gareggia nell'unica categoria, quella del singolo maschile, dove l'assenza dei russi è "meno grave", dato che è dai tempi di Plushenko (ritiratosi dieci anni fa) che non hanno più grandi campioni a livello mondiale (se non erro, il miglior risultato recente è un bronzo di Kolyada a Milano 2018).

Cosa ben diversa nelle altre categorie, in particolare nel singolo femminile.
E qui c'è una cosa che Bozza rileva, e cioè l'assurdità di ritenere "storico" il terzo oro mondiale consecutivo a Kaori Sakamoto, brava pattinatrice, per carità, ma che se ci fossero le russe avrebbe serissimamente rischiato di rimanere per tre volte ai piedi del podio, dovendo sperare più che altro in qualche grosso "infortunio" di una russa (come accadde a Pechino 2022 per Valieva nel programma libero, sconvolta dalla notizia dell'indagine per doping, cosa che permise alla giapponese di agguantare il bronzo).

C'è poi la questione degli "aiutini" che le giurie danno per motivi di "(geo)politica sportiva".
Si, proprio gli "aiutini" di cui molti si sono lamentati negli anni pre-2022 affermando che erano regolarmente dati ai RUSSI e soprattutto alle ragazze RUSSE.
Bene, non sto a riprendere e a contestare quei discorsi (che, come minimo, erano nettamente "esagerati", forzati e troppo orientati a vedere SOLO i favoritismi ai russi e non ad altri e ben più evidenti, cito a caso: Papadakis-Cizeron) ma rilevo anch'io che quel comportamento non è affatto scomparso dopo l'estromissione dei russi.
 

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Come scrive Bozza parlando della Danza e di Chock-Bates, oro a Montreal, Gilles-Poirier, argento, e Guignard-Fabbri, bronzo: "Il problema vero è che i loro punteggi [di C-B e G-P] subiscono clamorose “oscillazioni” a seconda della nazione in cui si gareggia e del valore della gara.  [...]  Al contrario, i voti per Charlene Guignard e Marco Fabbri hanno una costante estremamente sospetta, sempre di alto livello, tanto da vincere qualche gara, ma insufficienti quando si arriva all’assegnazione delle medaglie più importanti. "
E qui Bozza mostra dati incontrovertibili, ovvero la "strana" e impressionante crescita dei punteggi per le due coppie USA e canadese negli appuntamenti più importanti della stagione (Grand Prix, campionati continentali e campionati mondiali) e la "quasi staticità" dei punteggi per la coppia italiana:
Chock-Bates: 212.96 – 209.46 – 221.61 – 222.20. Differenziale: 12.74
Gilles-Poirier: 219.01 – 207.83 – 213.58 – 214.36 – 219.68. Differenziale: 11.85
Guignard-Fabbri: 214.54 – 214.56 – 215.51 – 214.38 – 216.52. Differenziale: 2.14
Beh, insomma, è vero che è "naturale" che gli atleti migliorino le loro prestazioni con il progredire della stagione, ma ... perchè non anche Guignard-Fabbri?

Lo sappiamo, nella Danza (dove oltretutto la mancanza di salti e sollevamenti estremi rende tutto molto più una questione di "sfumature" che di gesti tecnici che possono portare anche ad errori gravi) la "politica"  ha sempre giocato un ruolo molto importante, soprattutto da una decina di anni, quando "qualcuno" decise che "il futuro" erano Papadakis-Cizeron e solo per un pelo (e un problema al costume di Papadakis nel corto) si evitò lo scandalo epocale di farli arrivare davanti a Virtue-Moir per l'oro olimpico di Pyeongchang 2018.
Ma adesso vediamo che la cosa continua, pur nella temporanea assenza dei francesi.
Francesi che io vedo già orientati al "prenotato" oro di Milano-Cortina e che si guardano bene in questi anni dal gareggiare, perchè metti che per qualche motivo vengano miracolosamente battuti la "magia" (  ©  Secondini/Pedrazzini ) rischierebbe di sparire anche presso le giurie, per ipotesi risvegliate dal loro torpore politico-conformista, e magari potrebbero arrivare all'olimpiade senza più l'aura di imbattibili, quelli che "non si può non far vincere".
Giammai.

Bozza nota pure l'assurdità oggettiva che un oro mondiale possa realisticamente andare a una pattinatrice di coppia QUARANTUNENNE (e, guarda caso!, canadese).
Se non ci fossero stati per loro punteggi pompati (come ci sono stati), anche una loro vittoria meritata avrebbe messo in luce la povertà tecnica del pattinaggio di coppia attuale, che una volta tanto non è solo colpa della forzata assenza dei russi.
Perchè se si pensa che Sui-Han vinsero i mondiali 2019 con ben 13 punti in più di Stellato-Dudek/Deschamps o che pure Mishina-Galliamov nel 2021 vinsero, al loro debutto ad un Mondiale, con 6 punti in più dei canadesi nel 2024, e in entrambi i casi senza "aiutini", beh ...

Questa è la conclusione di Bozza sulla "narrazione" (tanto patetica quanto insincera, anzi diciamo pure ipocrita) che la maggior parte dei media fa oggi sul pattinaggio di figura:
" Le gare del singolo Donne e delle Coppie hanno confermato che l’unico mezzo per “vendere” questo sport al pubblico, visto che l’assenza dei russi ha ridotto queste due gare a deserto tecnico, è pompare i voti, permettere record falsi e creare personaggi insostenibili. Poco alla volta, le giurie regalano voti spropositati a chi vince l’oro, con l’unico obbiettivo di far dire che la distanza dai russi assenti non è poi così grande e che, in fin dei conti, anche se ci fossero i russi non è detto che vincerebbero, come già fa più di qualche commentatore. "

 

Non commento oltre, anche se l'articolo tocca altri temi importanti, compreso il futuro stesso del pattinaggio di figura, mai tanto in crisi quanto oggi (crisi tecnica, crisi di spettatori, crisi di credibilità ...).

Leggete l'articolo, linkato sopra.


 

 

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Modificato da Astor

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Al contrario di altre volte, quando ho fatto interventi con descrizione e commenti delle gare, in particolare dei Mondiali, e poi riferire quello che era stato detto nelle cronache di Eurosport e Rai, adesso preferisco fare il contrario, anche perché il commento di Astor e il link dell’articolo su sportsenators.it hanno già dato una precisa idea generale dell’ennesima vergogna che l’Isu ha riservato a questo sport. Quindi, parto con una serie di commenti sulle telecronache per poi, alla fine, fare un consuntivo.

Dico subito che giornalista e commentatori della Rai hanno praticamente ignorato l’assenza dei russi, sono andati avanti come se tutto fosse normale, come se la Russia non esistesse e nemmeno esistessero tutte le campionesse del Singolo femminile e i campioni delle Coppie, spariti! L’unico commento degno di citazione è stato fatto nella gara del Singolo Donne, ma ci tornerò in seguito, visto che preferisco esaminare queste telecronache gara per gara. Comincio così dalle Coppie, con le parole di Massimiliano Ambesi su Eurosport.

Va detto che Ambesi, in presentazione della gara, all’inizio del Corto, è stato perfetto nel descrivere la situazione, con una precisione e una visione estremamente chiare e oneste di quello che sta accadendo nel pattinaggio da quando l’Isu (non il Cio, ricordiamolo bene) ha escluso Russia e Bielorussia dalle gare. Il problema, però, è che lo stesso Ambesi, quando si è arrivati alla conclusione, nel Libero, ha dimenticato tutta la sua stessa presentazione e ha dato il via a una esaltazione esagerata della vittoria della 41enne Deanna Stellato Dudek, in coppia con Maxime Deschamps, tanto da far dubitare che il telecronista del Corto e quello del Libero fossero la stessa persona.

E cominciamo con la trascrizione delle sue parole nella presentazione del Corto. Ambesi fa notare che ci sono dieci coppie in lotta per il podio. Di qui partono le sue considerazioni che, ripeto, sono giustissime e precise.

Ambesi: “Sinceramente non ricordo una gara con valori così equilibrati. Dopodiché è corretto ricordare che non ci saranno le coppie russe. Le gare dei Giochi olimpici 2026 saranno 116, due sono quelle in cui la Russia è nettamente più forte rispetto alla concorrenza che segue da lontano, la prima è questa e vince per dispersione, la seconda è quella femminile del pattinaggio. Quindi in questi eventi l’assenza dei pattinatori russi, vedremo se perdurerà anche nel 2026, ha chiaramente un peso e lascia spazio a pattinatori che non sono del medesimo livello. Questo va detto per onor di cronaca perché, se ci fossero i russi qui, primo e secondo posto sarebbero assegnati con distacchi siderali rispetto agli altri e anche per il terzo bisognerebbe faticare. Non si vuole togliere niente ai pattinatori qui presenti, ma bisogna avere l’onestà intellettuale di spiegare come stanno le cose. Mishina-Galliamov e Boikova-Koszlovski sono tre spanne sopra le coppie che vediamo qui, tre, eh, perché quelli scendono in pista per fare 240, qui non credo di vedere un 220 e probabilmente l’oro lo porti a casa con 210”.

 

Per la cronaca, alla fine le giurie in uno sforzo gigantesco di pompaggio hanno regalato a Stellato Dudek-Deschamps un ridicolo e scandaloso 221.56 che comunque non sarebbe bastato nemmeno per il terzo posto se ci fossero state tre coppie russe in gara. Giusto per comprendere meglio la situazione, ai Campionati Nazionali di Russia, nel dicembre 2023, la gara delle Coppie ha avuto questo podio: 1) Mishina-Galliamov 244.85; 2) Boikova-Koszlovsky 236.32; 3) Ekaterina Chikmareva-Matvei Ianchenkov 227.97. Non ci sono più Tarasova-Morozov, che si sono ritirati, ma la situazione non cambia: almeno le prime tre coppie russe sono irraggiungibili per chiunque. Magari qualcuno potrebbe obbiettare che nelle gare nazionali i giudici sono di manica larga? Mettiamo pure che sia così. Facciamo la controprova, vediamo i punteggi dell’ultima gara con la partecipazione dei russi, l’Olimpiade 2022 di Pechino, e vediamo qual è la situazione.

A Pechino, l’oro andò ai cinesi Sui Wenjing-Han Cong, davanti a tre coppie russe. Ecco posizioni e punteggi: 1) Sui-Han 239.88; 2) Tarasova-Morozov 239.25; 3) Mishina-Galliamov 237.71; 4) Boikova-Koszlovsky 220.50. Quindi, giurie nazionali o internazionali, i russi si aggirano sempre dalle parti dei 240 punti. Vogliamo ancora prenderci in giro su questo aspetto? La realtà è chiara ed evidente, il livello tecnico delle coppie russe è quello. Andati via Tarasova-Morozov, ecco Chikmareva-Ianchenkov, ma il quadro non cambia.

Come si vede, l’analisi fatta da Ambesi rispecchia esattamente la realtà.

All’inizio del programma Libero delle Coppie, è ancora così.

Ambesi fa notare: “L’assenza delle coppie russe di tanto in tanto va ricordata perché chiaramente ha aperto delle possibilità impensabili in passato per tutta la concorrenza. Non è un discorso che riguardi solo l’Italia, poi va detto che le coppie italiane hanno avuto la capacità di approfittare della situazione di favore, cosa che non vale per tutte le nazioni. La Germania è un’altra di quelle nazioni che per esempio ha approfittato bene”.

Poi, però, il mondo di Ambesi all’improvviso si capovolge. Stellato Dudek-Deschamps vincono l’oro, grazie soprattutto ai punti di vantaggio che le giurie hanno regalato loro nel Corto, ai danni dei giapponesi Miura-Kihara (oro ai Mondiali 2023 a Saitama), di altra levatura rispetto alla coppia di bandiera canadese (lei è statunitense), autori anche di un errore decisivo nel Libero, ma chiaramente penalizzati dai giudici soprattutto nel Corto. E Ambesi che fa?

Ecco il suo commento: “Deanna Stellato Dudek, in lacrime, entra a pieno titolo nella storia del pattinaggio e dello sport perché vincere un titolo iridato a quasi 41 anni ha letteralmente del clamoroso e va bene che il concetto di longevità agonistica sta cambiando ed è possibile ottenere risultati molto più avanti con l’età rispetto alle abitudini, ma 41 anni quasi sono veramente tanti. 41 e non sentirli, ecco, questo è il motto della gara odierna”.

E meno male che bisognava ricordare che “l’assenza dei pattinatori russi ha chiaramente un peso e lascia spazio a pattinatori che non sono del medesimo livello” e che “se ci fossero i russi qui, primo e secondo posto sarebbero assegnati con distacchi siderali rispetto agli altri”. Ambesi 1 contro Ambesi 2, il match del secolo.

Ma non è finita, perché Ambesi insiste e va oltre: “Comunque la si voglia vedere, la gara odierna delle Coppie di artistico entrerà in maniera indelebile nella storia della disciplina e credo che di questo successo di Deanna Stellato Dudek si parlerà tanto anche al di fuori del panorama del pattinaggio”.

E allora. Ci potrebbe spiegare come sia possibile che una pattinatrice, sia pure di 41 anni, entri nella storia se riesce a vincere solo perché tre Coppie russe non possono partecipare ai Mondiali? Come può entrare nella storia se, in una competizione normale, come ricordato da lui stesso, non riuscirebbe nemmeno a salire sul podio? Mettiamo pure che, con i russi in gara, fosse riuscita a prendere il quarto posto, sarebbe stato questo un valido motivo per “entrare nella storia”? Sarebbe una ben misera storia se si accontentasse di celebrare una pur brava 41enne per il solo fatto di essere arrivata quarta.

Ma, al di là del sarcasmo, come mai Ambesi è di un rigore assoluto quando presenta la gara e butta tutto all’aria quando questa si conclude? La questione è una sola: questo pattinaggio di figura di m. è precipitato a livelli tecnici e spettacolari bassissimi e c’è bisogno di riportarlo su con celebrazioni esagerate.

Ma davvero si pensa che gli spettatori e, in generale, gli appassionati di questo sport siano così ingenui dal non accorgersi della grande truffa organizzata dall’Isu?

E, peggio ancora, anche le cronache sui giornali (sempre più scarse, comunque) e su altri mezzi di informazione nascondono questa realtà disastrata e disastrosa.

Per il momento, è tutto. Tornerò a breve con i commenti sulla gara di Singolo Donne. Preparatevi ad altre meraviglie!!!

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Inviato (modificato)
4 ore fa, Kamilo ha scritto:

Al contrario di altre volte, quando ho fatto interventi con descrizione e commenti delle gare, in particolare dei Mondiali, e poi riferire quello che era stato detto nelle cronache di Eurosport e Rai, adesso preferisco fare il contrario, anche perché il commento di Astor e il link dell’articolo su sportsenators.it hanno già dato una precisa idea generale dell’ennesima vergogna che l’Isu ha riservato a questo sport. Quindi, parto con una serie di commenti sulle telecronache per poi, alla fine, fare un consuntivo.

Dico subito che giornalista e commentatori della Rai hanno praticamente ignorato l’assenza dei russi, sono andati avanti come se tutto fosse normale, come se la Russia non esistesse e nemmeno esistessero tutte le campionesse del Singolo femminile e i campioni delle Coppie, spariti! L’unico commento degno di citazione è stato fatto nella gara del Singolo Donne, ma ci tornerò in seguito, visto che preferisco esaminare queste telecronache gara per gara. Comincio così dalle Coppie, con le parole di Massimiliano Ambesi su Eurosport.

Va detto che Ambesi, in presentazione della gara, all’inizio del Corto, è stato perfetto nel descrivere la situazione, con una precisione e una visione estremamente chiare e oneste di quello che sta accadendo nel pattinaggio da quando l’Isu (non il Cio, ricordiamolo bene) ha escluso Russia e Bielorussia dalle gare. Il problema, però, è che lo stesso Ambesi, quando si è arrivati alla conclusione, nel Libero, ha dimenticato tutta la sua stessa presentazione e ha dato il via a una esaltazione esagerata della vittoria della 41enne Deanna Stellato Dudek, in coppia con Maxime Deschamps, tanto da far dubitare che il telecronista del Corto e quello del Libero fossero la stessa persona.

...

...


Kamilo ... quello E' AMBESI!  :D

E' ESATTAMENTE LUI.

Abbastanza (dico "abbastanza" ...) razionale, di solito, ma prontissimo a saltare sul carro del vincitore.

Nonostante la sua "vis polemica" e il suo famoso "non avere peli sulla lingua", non l'ho MAI sentito andare veramente contro le decisioni delle giurie, neppure quelle più clamorose (ci sarà stato qualche caso che mi sono perso, immagino probabilmente nel caso di pattinatori o pattinatrici italiane "danneggiati" dalle giurie, ma in generale non lo fa).

C'è un caso CLAMOROSO, direi il caso più clamoroso di "FURTO PATTINATORIO" della storia, almeno io lo ritengo tale (assieme a parecchi milioni di appassionati, non certo solo coreani): l'ORO di Sochi 2014 dato alla Sotnikova invece che a Yuna Kim.

Ebbene, purtroppo per Ambesi è ancora presente in rete la registrazione della telecronaca per Sky che fece (assieme a Silvia Fontana e a Danilo Freri) del free femminile di Sochi.
Vedi il filmato YouTube qui sotto.

Dopo il meraviglioso libero della Kim, tutti e tre i commentatori davano per CERTA la vittoria della coreana.
Lo stesso Ambesi (minuto 5:36) sottolineava che anche il punteggio tecnico di Yuna avrebbe dovuto essere stellare.

Poi arriva il punteggio della coreana, che la pone DIETRO alla Sotnikova (di quasi 6 punti nel libero! praticamente guadagnati tutti nel tecnico perchè i components sono stati dati assurdamente PARI!), e lui sbotta con "Non ci credo!" (minuto 6:57) e poi rincara la dose con "Io amo Adelina, ma questa è una RAPINA, mi dispiace." (minuto 7:13).

Ma, attenzione!, al minuto 7.57 già comincia a cambiare registro: "Certo che così [la vittoria della russa] lascia qualche dubbio".
Ok? Quarantaquattro secondi prima era "UNA RAPINA", adesso è una cosa che "lascia qualche dubbio".
Però non finisce così e, anzi, Ambesi continua esprimendo il rammarico per una tale conclusione della gara, per quel risultato.

Ma, di nuovo, ATTENZIONE!
Si mette in moto il "computer Ambesi", il cultore dei numeri e delle statistiche, dalle quali fa derivare grandissima parte del suo "sapere" (in alcuni casi servono, eh? per esempio nel biathlon, per seguire una gara serve molto sapere le percentuali al bersaglio, oltre che la valutazione della prestazione sugli sci, e credo non a caso apprezzo Ambesi MOLTO di più nel biathlon che non nel pattinaggio o anche nel salto con gli sci).

Al minuto 8:31 comincia: "Ecco ... guardando il punteggio di Kim ecc. ecc.".
Ha appena cominciato a "giustificare" la "rapina", basandosi UNICAMENTE sul punteggio tecnico e non tenendo conto che nei PCS alla Kim sono stati dati in più "ben" ... 0,09 (ZERO-VIRGOLA-ZERO-NOVE!) punti. Che già solo quest'ultima assoluta anomalia bastava a far capire l'assurdità faziosa del giudizio.

Gli risponde Silvia Fontana, ex pattinatrice e oggi allenatrice, con una frase che è rimasta STORICA, almeno sui social di pattinaggio artistico: "Non è che uno può fare il conto delle patate!".   :asd:

Il resto del video potete finire di guardarlo voi.
In sostanza, da questo momento, pur continuando a dire che, si, Yuna Kim avrebbe meritato l'oro, Ambesi comincerà la sua "battaglia" per convincere "il popolo" che quel giudizio non fosse SCANDALOSO ma GIUSTIFICATO in base a mere valutazioni TECNICHE.
Nei giorni successivi, sui social e i media che usa, "perfezionerà" la sua tesi (ci discussi anch'io, scontrandomi).

Per inciso: come qualche acuto osservatore subito scrisse sui social, quell'oro "assurdo" e non meritato segnerà di fatto anche la FINE DELLA CARRIERA della Sotnikova.
E di fatto così fu, ritiro a 24 anni e dopo tre-quattro anni post-olimpici di (pochi) risultati tra il discreto e il mediocre, certo dovuto anche ad infortuni ma molto probabilmente anche alla situazione di "vuoto psicologico", dopo aver ottenuto senza meritarlo abbastanza un premio "immenso" e quasi certamente non ripetibile.

A me Adelina piaceva, come in generale mi piace la scuola russa (ma se devo criticare i singoli, critico spietatamente, vedi Lipnitskaya e Trusova).
Un'ottima pattinatrice (non "un fenomeno", come diceva Ambesi, ma comunque un'ottima pattinatrice).
Ma quell'oro non lo meritava.
L'argento si, ma non certo l'oro.
Qualunque "conteggio di patate" uno si voglia inventare.

E così, caro Kamilo: quello è Ambesi.

Dato che non è uno stupido, quando analizza la situazione, magari in generale e facendolo con cautela, è in grado di esprimere critiche ragionate e a volte pure forti (almeno a livello di bersagli medio-bassi).
Ma non appena si arriva al dunque, eccolo subito mediaticamente "allineato e coperto".
Almeno, io l'ho sempre visto fare così, nel pattinaggio.

Nel caso specifico, la sua analisi della situazione causata dall'estromissione dei russi è la parte "onesta e razionale", ovviamente senza minimamente arrivare all'indignazione furente che pervade molti appassionati (il sottoscritto certamente, e mi sembra pure tu).
Ma quando poi si tratterebbe di trarne le conclusioni LOGICHE E COERENTI applicandole ad un caso specifico, come per la Stellato-Dudek che vince alla faccia dell'osteoporosi (sto scherzando, eh? ;-) ), ecco che invece si allinea immediatamente alla "narrazione mediatica dominante" (compresi i presunti "momenti storici", i "record" ecc., tutte quelle cose che "fanno audience" o si spera che lo facciano) e si inchina al "potere supremo" che regna sul pattinaggio, politicamente e mediaticamente, tanto quanto fanno i commentatori Rai.

Il giorno in cui lo vedrò scagliarsi contro gli "alti papaveri", decisioni delle giurie comprese (per casi importanti, ovviamente, perchè a scagliarsi contro una decisione che sposta la classifica tra decimo e dodicesimo posto sono buoni tutti) e in generale contro la "narrazione mainstream" del pattinaggio di figura, stapperò una bottiglia di Moët & Chandon.

Peraltro, i commentatori Rai sono anche peggio: loro non hanno neanche la "parte onesta e razionale"! *  :lol2:



* faccio eccezione per Franca Bianconi quando commenta, non toccatemela!  :)

 

 

 

Modificato da Astor

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In attesa della seconda puntata sulle fantasmagoriche telecronache dei Mondiali di Montreal, credo valga la pena insistere sull’argomento sollevato da Astor su quello che lui definisce il più grande furto della storia, l’oro rubato alla sudcoreana Kim Yuna a favore della russa Adelina Sotnikova all’Olimpiade di Sochi 2014 nel singolo Donne. Concordo sulla sostanza, fra l’altro a danno della pattinatrice a mio parere più elegante della storia del pattinaggio artistico su ghiaccio, oltre che dotata della tecnica più pura che io abbia mai visto. Che poi le russe, con la mia sorellina Kamila Valieva davanti a tutte, siano arrivate a livelli tecnici superiori non inficia il giudizio sulla maggiore purezza delle doti tecniche di Kim Yuna che, per il grado di difficoltà raggiunto fino ad allora, è stata sicuramente quella che ha segnato una evoluzione sostanziale unita a una bellezza e a una purezza, appunto, sia del gesto atletico, sia di quello artistico che restano una pietra miliare per sempre, anche quando si fa un ulteriore passo avanti con i tripli Axel e i quadrupli. Quindi, per me, Kim Yuna rimane la più brava del pattinaggio su ghiaccio fino all’avvento del nuovo mondo creato dalle russe, ma anche la più bella artisticamente senza limiti di tempo.

Chiarito questo, vorrei aggiungere all’analisi di Astor un altro grande scandalo, sempre nel singolo Donne, che a mio parere può essere considerato quasi allo stesso livello di vergogna del furto ai danni di Kim Yuna. Mi riferisco all’oro olimpico rubato alla russa Irina Slutskaya all’Olimpiade 2002 di Salt Lake City, a favore della statunitense Sarah Hughes. Tanto per capirci sul livello della Hughes, la sua carriera durò pochissimi anni, prese il bronzo ai Mondiali 2001, poi l’oro contestatissimo a Salt Lake City, non partecipò ai Mondiali 2002 e chiuse con il sesto posto ai Mondiali 2003. Una meteora. A Salt Lake City aveva 16 anni e mezzo. All’epoca, i voti erano dati col vecchio sistema, si arrivava a un massimo di 6 con due giudizi, uno tecnico e uno artistico. In caso di parità di punti, si procedeva con la conta dei giudici che indicavano all’epoca anche quale ritenevano il piazzamento dell’atleta, era un sistema farraginoso che favoriva gli schieramenti politici dei giudici e che sarebbe complicato e lungo descrivere qui. Quello che conta è che Hughes fu quarta nel Corto, con l’altra statunitense Michelle Kwan prima e Slutskaya seconda. Nel Libero, Hughes fu prima, Slutskaya seconda. Hughes e Slutskaya avevano alla fine lo stesso punteggio, e già questo appariva assurdo, perciò si dovette procedere con i piazzamenti indicati dai nove giudici nel Libero: come prima pattinatrice cinque giudici avevano piazzato Hughes, quattro avevano scelto Slutskaya, così l’oro andò alla Hughes. Ricordiamo che c’erano ancora gli strascichi della Guerra fredda e che nella gara delle Coppie c’era stato un altro scandalo, con una giudice francese che aveva confessato di aver ricevuto pressioni per far vincere la Russia a danno del Canada, tanto che alla fine si decise di assegnare un doppio oro, a Russia e Canada, un caos senza fine.

Così, ecco come i giudici del singolo Donne espressero la loro preferenza nei piazzamenti: quelli di Germania, Italia, Finlandia, Canada e Usa scelsero Hughes, quelli di Slovacchia, Danimarca, Bielorussia e Russia scelsero Slutskaya. Così, 5 a 4 e l’oro andò alla Hughes. Guardando la nazionalità dei giudici, con quelli statunitense e russo che votarono per la loro atleta, si vede chiaramente che per Hughes ci fu il blocco dei giudici “fedeli” agli Usa (Canada, Italia e Germania) o quantomeno “nemici” della Russia (Finlandia), per Slutskaya l’appoggio della Bielorussia, unica fedele alla Russia, e delle nazioni “libere” Danimarca e Slovacchia, queste ultime due sicuramente non asservite ai russi. E proprio il voto dei giudici di Danimarca e Slovacchia, liberi di scegliere chi fosse la migliore, fa capire che Slutskaya meritava l’oro senza alcun dubbio. Tutti gli altri giudici agirono per fede politica: la Nato contro il Patto di Varsavia, anche se quest’ultimo non esisteva più. Vi fa venire in mente qualcosa di attualità ai giorni nostri? Vabbé, torniamo al pattinaggio.

Questo perverso modo di procedere era sì imposto dalle nazioni con più forza politica nello sport, ma non poteva essere mai attuato senza la collaborazione dei giudici. E il problema principale è sempre lì, col vecchio e col nuovo sistema di punteggio. E i danni sono molteplici, perché ci va di mezzo lo sport, il principio di lealtà e quant’altro, ma soprattutto gli atleti che subiscono queste ingiustizie, che si perpetuano nel tempo, in una gigantesca e maligna reazione a catena.

Infatti, il furto ai danni di Kim Yuna è una delle conseguenze di quello del 2002 ai danni di Slutskaya. La Russia fino al 2014 non aveva mai vinto l’oro olimpico nel singolo Donne, per colpa dei giudici politicizzati a Salt Lake City. Così, non ha fatto altro che rispondere con lo stesso sistema, ed ecco la Sotnikova (che comunque, sono assolutamente d’accordo con Astor, è stata una grande pattinatrice, in quegli anni inferiore solo a Kim Yuna a mio parere) che rimedia a questa mancanza, grazie a un altro furto. Il problema è che ci ha fatto le spese una sudcoreana che, poverina, era assolutamente indifesa di fronte a questa guerra fra grandi potenze politiche.

Morale della favola: se i giudici non si vendessero, per soldi o per qualsiasi altra ricompensa, tutto questo non avverrebbe. Ma a non vendersi dovrebbero essere anche molti altri che non fanno parte delle giurie ma contribuiscono in tanti altri modi a sporcare lo sport.

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Ed eccoci alla seconda puntata delle “meraviglie” telecronachistiche dei Mondiali di Montreal. Dopo le gare delle Coppie, è la volta del Singolo Donne. Qui si registra anche qualche commento della Rai, di spropositato elogio della Sakamoto, senza mai citare l’assenza delle russe, che questa gara la vincerebbero con almeno 20 punti di distacco sulla giapponese e occuperebbero tutto il podio. Ma Eurosport non è da meno, con la differenza che in questo caso l’assenza delle russe viene fatta notare, per poi dimenticarla completamente ed eleggere la Sakamoto a leggenda del pattinaggio artistico su ghiaccio. Una schizofrenia senza fine.

Cominciamo con la Rai. La giornalista è Maddalena Montecucco, il commentatore tecnico è Andrea Vaturi. Come già fatto notare, non una parola sulle russe.

Montecucco inneggia alla Sakamoto con definizioni imbarazzanti: “Regina; Campionessa assoluta;

Ha dimostrato di essere ancora lei padrona del ghiaccio; Sua maestà regina del mondo”.

“Sua maestà regina del mondo”? Ma davvero siamo arrivati a questo punto? Superate tutte le barriere della credibilità giornalistica. Regina di quale mondo? Di quello in cui non ci sono tripli Axel e quadrupli? Ed è un mondo in cui la cosiddetta Regina rischia pure di non vincere, come nel 2023 a Saitama, errori nel Libero che per poco non causano il sorpasso da parte della sudcoreana Lee Haein, e nel 2024 a Montreal con un quarto posto nel Corto che viene recuperato solo grazie a prestazioni scarse di quelle che le stanno davanti. Se lei è la “regina del mondo”, ci sono almeno una ventina di vere campionesse del passato e del presente che meriterebbero il titolo di “Imperatrice di tutte le galassie”. Per favore, non scherziamo.

Una nota ulteriore in questo peana della mediocrità la fornisce Vaturi, che della Sakamoto dice: “Poetica nella sua pattinata”. E qui mi astengo dal commentare perché davvero non riesco a trovare le parole adatte senza scadere nella volgarità.

E passiamo a Eurosport, con Massimiliano Ambesi e Marika Poli. Anche qui, come già visto nei commenti alle gare delle Coppie, c’è un’alternanza di onesto riconoscimento della realtà e sfrenata esaltazione della inconsistenza tecnica, una schizofrenia senza limiti.

Nella presentazione del Libero Donne, Ambesi torna a mettere in evidenza l’assenza delle russe. Ecco le sue parole: “Poi è chiaro, lo diciamo in sede di presentazione e poi non ribadiremo più il concetto, qui si sente l’assenza delle atlete russe che si sarebbero presentate ai nastri di partenza per dominare la gara. Di conseguenza, il tasso tecnico scende. Forse vedremo un triplo Axel, magari due, non ci saranno salti quadrupli. E’ chiaro che questi elementi sono in voga principalmente in Russia e poi qualcosa si vede a livello di categoria juniores anche in ambito asiatico, alcune atlete che non sono eleggibili al momento per le competizioni della categoria maggiore”.

Poi, nel corso della gara, il concetto di Mondiali dimezzati si ripete. Quando scende in pista Mikutina, ecco cosa dice Ambesi: “Mikutina è un’altra incognita, le cose migliori della carriera le ha sempre fatte nei campionati mondiali con piazzamenti fra le migliori 10 ai Mondiali veri con tutte le russe presenti”.

E qui, non c’è possibilità di equivoco, Ambesi dice chiaramente che questi non sono “Mondiali veri” e che quelli veri sono tali quando ci sono “tutte le russe presenti”.

E allora, se questi non sono “Mondiali veri”, il valore delle medaglie e il significato tecnico della vincitrice non possono essere comparati a quelli dei Mondiali con “tutte le russe presenti” e comunque nemmeno a quelli del passato quando magari le russe non erano le più forti ma c’erano tante campionesse di altre nazioni, fra Giappone, Sud Corea, Usa e Italia, che rendevano di difficoltà superiore la conquista di una medaglia, figuriamoci dell’oro.

Ma all’improvviso Ambesi dimentica tutto questo, che lui stesso ha detto pochi minuti prima, e celebra la Sakamoto e i suoi tre titoli consecutivi, scomodando la statunitense Peggy Fleming, l’ultima a vincere l’oro in tre edizioni consecutive dei Mondiali, e rimarcando che la giapponese Mao Asada tre titoli iridati li aveva pure vinti, ma non consecutivi. Ma fa tutto questo continuando nel saliscendi da montagne russe (ci deve essere qualcosa di freudiano, visto che qualcosa di russo compare!) fra realtà tecnica e visioni lisergiche di campionesse inesistenti. In ordine temporale di telecronaca, ecco la sequenza di Ambesi.

Ambesi 1: “Comunque tanta qualità, nella seconda parte ha eseguito 4 salti tripli e un doppio Axel.

E un doppio Axel iniziale come sempre da antologia. Qui c’è insomma il pacchetto completo”.

Due doppi Axel e quattro tripli sarebbero il “pacchetto completo”? E quando ci sono tripli Axel e quadrupli distribuiti a mazzi, come fanno le russe, cosa sarebbe: una intera nave portacontainer? Altro che pacchetto!

Ma proseguiamo.

Ambesi 2: “Ovviamente il cosiddetto triplete di Sakamoto è stato favorito dall’assenza delle pattinatrici russe, questo va detto per onestà intellettuale”.

Si torna alla realtà. Ma Ambesi ci deve scusare: se parla di onestà intellettuale, questa non può essere a intermittenza. Se il triplete è favorito dall’assenza delle russe, non può essere considerato un vero record. Ma invece…

Ambesi 3: ”E Sakamoto entra a pieno titolo nella storia del pattinaggio di figura. E’ la giapponese con più vittorie nei campionati mondiali, uomini o donne non fa differenza, aggiungiamo anche questa postilla, e i tre titoli sono arrivati consecutivamente. Non succedeva da fine anni Sessanta con una statunitense, Peggy Fleming”.

E qui si arriva a nuove e insuperabili vette: “uomini o donne non fa differenza”!!! Povero Yuzuru Hanyu, è diventato una mezza pippa che nemmeno riesce a vincere tre Mondiali consecutivamente. Vuoi mettere la Sakamoto che sfodera una impresa incredibile: riesce a vincerne tre, rischiando di perderne due, senza le russe che fanno una quarantina di punti in più, senza arrivare ai record della mia sorellina Kamila Valieva che le darebbe 50 punti di distacco, come da Grand Prix 2021-22, o addirittura più di 60, come da Nazionali russi di quella stagione.

Ambesi 4: “Il Flip di Sakamoto in questo momento è un’arma letale, ecco, ne può eseguire due in un programma, li colloca nella seconda metà e con quegli elementi fa oggettivamente la differenza”.

Scusate tanto, vediamo se ho capito bene: il Flip è un’arma letale? Sakamoto ne esegue due nella seconda parte del programma e fa la differenza? Il Flip? Direbbe un filosofo meridionale: min**ia! E noi che credevamo che le armi letali fossero i tripli Axel e i quadrupli. Che incompetenti che siamo! Noi pensavamo che il Flip, come valore, fosse solo il terzo salto, dietro Axel e Lutz, davanti a Rittberger, Salchow e Toeloop. Adesso dobbiamo fare i conti con la nostra ignoranza: è il Flip il salto che diventa “un’arma letale”. E queste russe che si ostinano con i tripli Axel che hanno un valore base di 8 (lasciamo da parte, per carità di patria, i quadrupli), quando potrebbero puntare sul triplo Flip che ne vale 5,3! Ma sono proprio scemi questi tecnici russi che non mettono in programma il decisivo triplo Flip.

Ma a questo punto mi viene un dubbio. Diciamo pure che Ambesi conosce benissimo il valore dei salti e sa benissimo che il Flip non è il più difficile, non è quello che porta più punti. Se la sua valutazione del Flip come “arma letale” può essere considerata giusta, lo diviene solamente in presenza di una realtà tecnica così bassa che il Flip diventa appunto “decisivo” nel procurare un vantaggio rispetto alle altre pattinatrici. E questo non è altro che il riconoscimento di quanto il pattinaggio artistico su ghiaccio sia precipitato dal punto di vista tecnico e sia stato giustamente rinominato “pattinaggio di figura di m.”. E si conferma l’analisi di Eugenia Medvedeva che ha detto che quello femminile è tornato indietro di 10 anni, anche se io, pur ammirando la sua intelligenza, la sua competenza e la sua bravura (oltre alla sua purissima bellezza), mi sono staccato dalla sua valutazione dicendo che la regressione tecnica arriva addirittura a 20 anni fa. Davvero, se un Flip diventa un’arma letale, siamo di fronte alla totale distruzione tecnica di questo, una volta, bellissimo sport.

Ma non è finita. Telecronaca del podio.

Ambesi 5: “Terza vittoria consecutiva per Sakamoto che a questo punto è una delle giapponesi più grandi di sempre e può guardare “vis a vis” una fuoriclasse come Mao Asada che ha scritto pagine indelebili nella storia del pattinaggio di figura. L’unico oro olimpico rimane però quello di Arakawa che si impose in Italia nel 2006, in quei giorni fu letteralmente ingiocabile per la concorrenza, la vedevi già in allenamento, altra marcia, altro sport, chiudeva ogni cosa”.

Allora, diciamo che Sakamoto per guardare “vis a vis” Mao Asada avrebbe bisogno del telescopio spaziale Webb. E la Arakawa? “Altra marcia, altro sport” e “letteralmente ingiocabile per la concorrenza”. Già, è quello che succede con le vere campionesse. Non con la Sakamoto.

Ora, so bene che Astor ha ragione quando mi dice che “quello è Ambesi”, quindi non mi devo sorprendere. Anzi, il video che ha allegato è preziosissimo, tanto che mi ha spinto a fare un’analisi più accurata di quella gara, giusto per smentire alcune tesi di Ambesi che prova a giustificare i giudici dicendo che Sotnikova ha un triplo in più di Kim Yuna (vero, ma il significato è diverso), analisi che descriverò in un mio prossimo intervento. Ma anche avere coscienza che non mi devo sorprendere non può fermarmi, perché l’appiattimento generale dell’informazione costituisce una spinta potentissima a farmi intervenire per “scassare i cabasisi” (onore al grande maestro Camilleri) a chi, nella realtà, nascondendo le magagne, non mostra di amare questo sport. E sono convinto che Astor troverà sempre qualche spunto per arricchire queste analisi.

A proposito, perfettamente d’accordo con Astor sulla stima per la Bianconi. Il vero problema è che lei, da ospite, non può introdurre l’argomento, deve restare nell’ambito dell’impostazione della giornalista, dicendo anche il contrario di quello che la giornalista sostiene, come avvenuto più di una volta (e la Bianconi lo fa con educazione ed eleganza per non far fare brutta figura all’altra), ma senza allargare il campo ad altre considerazioni. Così, se la telecronista non parla delle russe, la Bianconi capisce che non ne vuole parlare ed è costretta a trattenersi perché il suo compito istituzionale è di commentare e fornire spiegazioni tecniche nella scia di quello che dice la telecronista, magari di fare altri esempi o citare episodi e situazioni, ma sempre connessi all’argomento di cui parla la giornalista Rai, non di decidere gli argomenti generali o specifici che potrebbero essere non graditi a chi conduce la trasmissione. Non è questione di omertà, ma semplicemente di rispetto dei ruoli, per cui la Bianconi non è responsabile di quello che non viene detto.

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Inviato (modificato)

Caro Kamilo, mi hai messo un sacco di carne al fuoco e io faccio fatica a trovare il tempo di commentare quello che hai scritto.

Innanzitutto, grazie per averci ricordato il duello Hughes vs Slutskaya di Salt Lake City e la polemica sull'oro alla statunitense, che ammetto avevo stranamente rimosso dalla memoria nonostante io segua il pattinaggio di figura da molto prima del 2002 (la prima pattinatrice per cui ho fatto il tifo si chiamava Christine Errath, a buon intenditor ... ;) ).

Mi sono andato a riguardare i free skate delle due:

 

 


Era davvero un altro pattinaggio, per chi per le donne si è ormai abituato ai quadrupli e ai tripli axel.
Devo dire che, nel caso specifico, trovo il free della Hughes molto più sciolto di quello della Slutskaya (atleta plurivincente e di per sè MOLTO superiore all'americana, americana che nell'oro di Salt Lake City trovò un risultato del tutto inaspettato e inaspettabile).
La Slutskaya doveva essere molto nervosa, lo "scandalo nelle coppie" forse si era fatto sentire, e la sua prestazione non è stata al meglio (tanto che non eseguì la prevista combinazione triplo-triplo).
O magari, dopo che nel free avevano toppato le altre due americane, Kwan e Cohen, ha adottato una tattica "prudenziale" pensando erroneamente che bastasse.
Se dovessi giudicare solo dal free (ma senza essere andato ad esaminare, salto per salto, anche l'aspetto tecnico) direi che la Hughes avrebbe meritato la vittoria, ma con la Hughes che partiva dal quarto posto nello short (contro il secondo della Slutskaya), direi che le hanno fatto fare "un bel salto"!

Per inciso: vedo che quando si parla di "scandalo di Salt Lake City" si parla sempre di ciò che accadde nella gara delle coppie, mai della gara femminile, dove è stata danneggiata una russa e ha vinto un'americana ("a sorpresa" ).
Chissà perchè! :D

Comunque io sono contento che lo scandalo del risultato delle coppie abbia portato all'abolizione del troppo facilmente manipolabile sistema 6.0 e alla sua sostituzione con quello attuale, per quanto sia tutt'altro che perfetto.

Sul fatto che il risultato di Sochi sia stato una "compensazione" per la Russia del furto subito a Salt Lake City è più che possibile, direi probabile.
Ma, appunto, due errori "opposti" non si elidono, si sommano.
Tutto a danno della miglior pattinatrice (sotto l'aspetto artistico) del XXI° secolo.

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Ho sperato di rivedere quella leggerezza, quella capacità di coprire tutta la pista con tre pattinate, quella grazia interpretativa quando ho visto le prime gare senior di Alena Kostornaya.

I due programmi della finale di Grand Prix 2019 di Alena, allora nuovo record mondiale nel punteggio totale:

 

 


A parte i quadrupli, aveva già tutto: grazia, bellezza, velocità, tecnica, interpretazione ...
Sembrava destinata, con la maturazione, a diventare la nuova "principessa sul ghiaccio" di questa generazione, o almeno una delle principesse di questo sport.

Poi si è persa, non so se per la pressione che le mettevano le compagne di squadra con i quadrupli (che lei non ha mai avuto), per un carattere non facile, per (con rispetto parlando) forse il suo "non essere un 'aquila'", per non volersi "sacrificare" in allenamento tanto quanto la Tutberidze le richiedeva o magari per tutte queste cose assieme.
Certo, senza i quadrupli le sarebbe stato difficile, per non dire impossibile, stare davanti alle altre russe (ci riuscì con la molto fallosa Trusova dei primi anni solo perchè questa, molto acerba, sbagliava molto ed era "artisticamente" pressochè nulla), tuttavia mi sarebbe davvero piaciuto vederla pattinare a quel livello (che era già strepitoso per una neo-senior) o addirittura meglio, anche se probabilmente avrebbe dovuto accontentarsi di argenti e bronzi, e inevitabilmente non sempre sul podio.

Comunque è andata, in pochi anni (adesso sta cercando di reinventarsi come pattinatrice di coppia), lasciando al sottoscritto il rimpianto più grande assieme al furto ai danni di Yu Na e allo scioglimento della coppia Ilinykh-Katsalapov.
Purtroppo, non tutte le favole finiscono bene.

Commenterò il secondo post di Kamilo più avanti.

:thumbsup:



 

tuktamisheva.jpg


 

Modificato da Astor

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