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Astor

Pattinaggio Artistico su Ghiaccio - Stagione 2023-2024

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Inizio il thread della nuova stagione (che, pessimisticamente, mi aspetto più o meno noiosa come la precedente, ma vedremo ...) con gli sviluppi, in corso proprio in questi giorni, del "caso Valieva".

Proprio in questi giorni, infatti, si tengono delle udienze per decidere il destino della pattinatrice russa, accusata di doping al tempo delle Olimpiadi Invernali di Pechino del 2022 (vedere i pregressi nei thread delle stagioni precedenti).

Da qui


https://www.tas-cas.org/fileadmin/user_upload/CAS_Media_Release_9451_9455_9456_Pre-Hearing_Release.pdf

potete scaricare, se vi interessa, un documento del Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS) che fissa le date per le udienze (dal 27 al 28 settembre, con il 29 come giorno aggiuntivo) e le richieste delle parti (ISU, WADA, RUSADA e la stessa Valieva).
Il processo si svolge a porte chiuse e io penso che i giudici si terranno anche il 29 per di emettere la sentenza.

Le parti "accusatrici" chiedono: l'ISU due anni di squalifica a partire dal 25 dicembre 2021, la WADA quattro anni di squalifica sempre a partire dal 25 dicembre 2021 (perchè la presunta assunzione della sostanza dopante risale ad allora).
Considerato l'attuale "ostracismo" verso atleti russi che gareggiano sotto bandiera russa, potrebbe essere che non ci sia neppure una gran differenza tra un'eventuale pena di 2 anni o di 4 anni, nel senso che l'impossibilità di gareggiare potrebbe addirittura andare, per motivi puramente politici,  oltre la fine della pena.
A meno che ... a Valieva (e magari ad altri) non venga concesso, dalla Federazione russa di gareggiare (temporaneamente?) per un'altra nazione. Ma non l'hanno fatto per queste ultime due stagioni e non mi sembra probabile che lo facciano adesso.

Oggi la RUSADA (l'organo antidoping russo, che punta ad una pena molto lieve, forse addirittura solo un'ammonizione, ha fatto queste dichiarazioni:

"fonte: Sport-Express
 

L’amministratore delegato di RUSADA ha spiegato la posizione dell’agenzia riguardo al caso della pattinatrice Kamila Valieva.

Dal 26 al 28 settembre si terranno le udienze sul caso Valieva presso il Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS).

“Come abbiamo affermato in precedenza, RUSADA ritiene che la parte dell’atleta non sia stata in grado di dimostrare, al livello richiesto dalle regole, la sua totale mancanza di colpa.

Come nella presentazione del caso al Comitato Disciplinare Antidoping (DAP), RUSADA sostiene che l'atleta ha una certa responsabilità per la violazione delle regole. Tuttavia, è minimo e una sanzione ragionevole avrebbe potuto essere un avvertimento”, ha affermato Veronica Loginova."


https://fs-gossips.com/we-believe-that-the-athletes-fault-is-minimal-and-a-reasonable-sanction-could-have-been-a-warning-rusada-on-valievas-doping-case/


A risentirci a presto, con gli sviluppi della vicenda.
 

 

Programma corto di Kamila Valieva al Test Skate russo 2023-2024, 16 settembre 2023.

 

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Pattinaggio artistico: si allungano i tempi sulla sentenza Valieva. L’udienza slitta a novembre


Così titola oggi pomeriggio OAsport (

https://www.oasport.it/2023/09/pattinaggio-artistico-si-allungano-i-tempi-sulla-sentenza-valieva-ludienza-slitta-a-novembre/ )

 

Il processo si sposta quindi al 9 e 10 novembre.
Non so i motivi per cui OAsport paventi " tempi biblici per arrivare alla sentenza definitiva."

Attendo altre conferme.
Stay tuned.
 

 

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Elizaveta Tuktamisheva ha annunciato che non gareggerà in questa stagione, dedicandosi agli show su ghiaccio.

Di fatto, temo che sia improbabile che la vedremo gareggiare ancora, perdurando l'ostracismo internazionale agli atleti russi, cosa che priva soprattutto le atlete a fine carriera, come Liza, delle ultime gare sulle quali valesse davvero la pena impostare una stagione agonistica prima di dedicarsi ad altro.

Sparisce dalle competizioni una delle atlete più simpatiche, carismatiche e pure vincenti dell'ultimo decennio, nonostante la mancanza di una medaglia olimpica (senior, ha invece un oro alle olimpiadi giovanili del 2012) e il fatto che da diversi anni si trovasse di fronte ad una competizione interna "mostruosa" da parte delle connazionali più giovani.

La notizia sui social sta facendo piangere con lacrime di coccodrillo molti commentatori/trici che la definiscono (peraltro assurdamente, secondo me) "l'unica vera grande pattinatrice russa degli ultimi anni" e amenità simili (è una grande, ma non certo l'unica), gli stessi/e che hanno applaudito il bando degli atleti russi dallo sport e che lo hanno gioiosamente sommato alla loro "indignazione" per un presunto e del tutto indimostrato "doping generalizzato del pattinaggio russo", cavallo di battaglia degli ambienti USA e nordamericani in genere.

Io ormai commento pochissimo, praticamente per nulla, sui social di pattinaggio (FB e altri), ma stavolta mi è venuto impossibile non scrivere, su uno di quei siti, queste poche righe:

"Non è solo che "la Russia sta perdendo le sue stelle del pattinaggio", è che "il pattinaggio sta perdendo le stelle russe"!
 

E' un "bando" assurdo, perchè colpisce prima di tutto gli atleti (e, voglio ricordarlo, perfino quelli paralimpici!, gente che non guadagna milioni ma che ha nello sport un'occasione di riscatto, cosa che è una vergogna totale per gli organismi direttivi internazionali che lo hanno deciso).
Chi è stato ed è d'accordo con questo, bene, SI MERITA di vedere campionati ed olimpiadi di serie B, come è già stato nella stagione scorsa.
 
Io, per quel che mi riguarda, tornerò a seguire con continuità il pattinaggio di figura quando non sarà più falsato da motivazioni politiche."




Per inciso, Alena Leonova non lo manda a dire:

 

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Si tratta esclusivamente di medaglie. Poiché gli americani non riescono ad ottenerle, continuano a infastidire e a fare pressione su tutti, soprattutto su Kamila”. Alena Leonova sul caso doping di Valieva
 

L'ex pattinatrice russa, medaglia d'argento ai Mondiali 2012, Alena Leonova ha commentato il caso doping di Kamila Valieva nell'intervista a Tatar-Inform. Ecco la traduzione del suo commento.
 

"Cosa ne pensi?
 

Alena Leonova: Posso dire solo una cosa. Sono fiducioso che Kamila sia un'atleta pulita. E in questo momento sono molto preoccupato e molto triste per il suo stato psicologico.
 

Non pensi che quello che sta succedendo ora sia una farsa? Tutta colpa della pressione degli Stati Uniti e del desiderio di ottenere medaglie d’oro olimpiche?
 

Alena Leonova: Sì, certo. L'intera situazione riguarda esclusivamente le medaglie. Poiché gli americani non riescono ad ottenerli, continuano a infastidire e a fare pressione su tutti, in primo luogo su Kamila.
 

Inoltre, vorremmo conoscere i risultati prima.
 

Alena Leonova: Sono d'accordo. Dopotutto, le prime gare di Kamila inizieranno presto. E questo è un grattacapo inutile alla vigilia delle gare.
 

Quali sono le tue aspettative per la nuova stagione da Valieva? Ha aggiornato il suo programma.
 

Alena Leonova: Ho guardato le sue esibizioni. Sia il programma corto che quello libero. Voglio notare che sembrava abbastanza convincente. Sì, non c'erano salti quadrupli, ma c'erano alcuni fantastici salti tripli e programmi.

Kamila si distingue chiaramente tra gli altri; lei è la leader della squadra russa, questo è certo. E sono sicuro al cento per cento che porterà questa bandiera a testa alta”.




 

 

 

Alena Leonova, Campionati del Mondo 2012, Short Program sulla musica di "Pirati dei Caraibi".





 

 

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Evgenia Medvedeva ed Elizaveta Tuktamisheva.


 

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Dove eravamo rimasti? Dove siamo? Dove stiamo andando?

La risposta è solo una: sempre allo stesso punto, sempre sulla stessa ripida discesa verso la distruzione di uno sport bellissimo. E, come capita ogni volta che c’è bisogno di leccare il culo di un nuovo padrone (o di quello vecchio, la cosa non cambia), ecco la schiera di eroici combattenti pronti a sacrificarsi sull’altare del ridicolo. La nuova stagione del pattinaggio artistico su ghiaccio (il cui nome è stato giustamente cambiato in “pattinaggio di figura… di m…”) si è aperta con le solite brutte notizie, con i soliti scandalosi racconti di gare “eccezionali e bellissime” e con la prospettiva di un’altra serie di nefandezze dell’Isu.

ADDIO TUKTAMYSHEVA

Mentre la mia amata sorellina Kamila cerca faticosamente di sopravvivere alla marea di fango che gli sciacalli le buttano addosso, vediamo che una grande protagonista come Elizaveta Tuktamysheva annuncia il ritiro. Senza la prospettiva di un ritorno immediato alle gare internazionali, la bella Eliza non ha avuto altra soluzione che abbandonare. E questo è un altro delitto compiuto dall’Isu e da tutti quelli che fiancheggiano la Federazione internazionale, proprio gli stessi che adesso, come ha giustamente messo in evidenza Astor, si mettono a piangere per questo addio, facendo finta di essere dispiaciuti: miserabili!

Per ricordarla degnamente le parole non saranno mai sufficienti, perciò non mi resta che affidare la sua celebrazione a questi video, due di gara e due di esibizione nel Gala finale, che mettono in risalto la sua bravura, la sua personalità, la sua sfrontatezza e, per una volta il termine non può essere usato a casaccio, la sua sensualità, che esplode prepotentemente nel Corto dei Mondiali 2015 a Shanghai, da lei vinti, sulla musica del Bolero di Ravel e ha la sua immagine più sfolgorante ed eccitante nel bacio che rivolge alla telecamera e quindi a tutto il mondo, nessuna come lei.

Ed ecco i video che la immortalano. Il primo è dei Campionati Russi 2010, lei non ancora quattordicenne e capace di impressionare con una prova fantastica, in cui esegue anche una sequenza di due Axel:

https://www.youtube.com/watch?v=uTYlE959_KY

Poi le due esibizioni nei Gala, in cui sconvolge tutte le regole della “moralità”, incredibilmente sensuale:

https://www.youtube.com/watch?v=GVXbwnp0x0o

https://www.youtube.com/watch?v=1ZKBL4TzEXo

E infine il Bolero, con un triplo Axel iniziale che rimane fra i più belli mai eseguiti e con movimenti che fanno di lei la più ammaliatrice che si sia vista sul ghiaccio:

https://www.youtube.com/watch?v=Bl-pPoV3sr8

 

GRAND PRIX MINORE

E adesso passo alle note ancor più dolenti, quella della nuova stagione che si è aperta con Skate America, proseguita con Skate Canada e Francia per arrivare in Cina in questo fine settimana, tappe del Grand Prix. Per il momento, mi soffermo solo su Skate America, soprattutto per far notare come la narrazione continui sullo stile di quella passata, con esaltazione di prove minori, spacciate per fenomenali, e con il silenziatore o quasi sull’assenza degli atleti russi. In successivi interventi mi occuperò delle altre tappe e delle indicazioni che ne vengono fuori. Come preannuncio di commenti più specifici, mi limito a dire che le gare di Coppie e Donne sono sempre più indecenti, salvo le dignitose prestazioni di brave atlete come Hendrickx e Sakamoto, con una particolare attenzione da prestare, secondo me, alla giovane giapponese Yoshida, potenzialmente da primi posti, escluse le russe ovviamente. In più, una Danza che ha punte molto buone e il settore Uomini che presenta un Aymoz ispirato che ripesca il Bolero nel Libero e ne fa una interpretazione straordinaria, secondo uomo ad affrontarlo dopo Plushenko nel Corto del 2001, ma soprattutto su questa prova tornerò nel mio prossimo commento.

 

RUSSIA, CHI ERA COSTEI?

Per adesso, come dicevo, resto alle trasmissioni della Rai, della telecronista Maddalena Montecucco e del commentatore tecnico Fabrizio Pedrazzini. Siamo rimasti alla scorsa stagione con “gare eccezionali” e silenzio quasi totale sull’assenza della Russia. Nella presentazione delle gare nemmeno una parola.

Per sentire qualcosa bisogna aspettare, nel Corto, un paio di russi che rappresentano altre nazioni. Scendono in pista Vladimir Litvintsev (Azerbaijan) e Montecucco dice che “Si allena a Mosca”. Poi Nika Egadze (Georgia, con allenatrice la russa ufficiale Eteri Tutberidze, perché i tecnici russi, al contrario degli atleti, possono partecipare, altra colossale presa in giro che già avevo fatto notare) e Montecucco avverte:  Anche lui si allena a Mosca”.

La Montecucco spiega: “Ricordiamo che gli atleti russi anche quest’anno non gareggiano per la decisione del Cio in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia”. E Pedrazzini ribatte: “Bene. Partiamo così”.

Beh, quel “bene” sa tanto di stonatura. Comunque, se proprio dobbiamo essere precisi, bisognerebbe far notare alla Montecucco che l’esclusione dei russi non è una decisione del Comitato olimpico internazionale (Cio), ma dell’Isu. Il Cio ha solo fatto una raccomandazione, poi ogni Federazione mondiale è rimasta libera di decidere autonomamente. E se è vero che la maggiorparte delle Federazioni internazionali ha deciso per l’esclusione di russi e bielorussi, ce ne sono alcune che permettono loro di partecipare, come quella del Tennis, a riprova che l’Isu è libera di far partecipare la Russia, se non lo fa è perché non vuole farlo, non perché gliel’ha ordinato il Cio, che in effetti si è guardato bene dal “dare ordini”, ma solo “raccomandazioni”, contando sull’alto grado di servitù e pecoronaggine dei dirigenti sportivi di tutto il mondo per assicurarsi che la Russia fosse esclusa.

 

L’IPOCRISIA DEL CIO

A proposito del Cio, però, c’è da aggiungere qualcosa di importante. Dopo l’avvio della guerra fra Israele e Hamas, che si risolve comunque in una strage dei palestinesi innocenti, si pone di nuovo il problema di atleti di varie nazioni islamiche pronti a rifiutare di gareggiare con atleti israeliani. Il Cio ha già annunciato che non saranno tollerati questi comportamenti, giustamente. Ma sono le parole usate dal portavoce del Cio a far riflettere. Ecco la parte più significativa: “Il Cio è impegnato nella responsabilità individuale e gli atleti non possono essere ritenuti responsabili per le azioni dei loro governi”.

Ma davvero? Quindi gli atleti israeliani non possono essere ritenuti responsabili delle azioni del Governo di Netanyahu. Ma gli atleti russi possono essere ritenuti responsabili delle azioni del Governo di Putin? Vedete a che punto di ipocrisia e falsità siamo arrivati? E il peggio è che nessun giornalista ha fatto presente questa colossale contraddizione al Cio e al suo presidente Bach. Congratulazioni.

In ogni caso, il Cio non ha ordinato alle Federazioni mondiali di escludere i russi. Quindi, qualcuno avverta la Montecucco che l’Isu è libera di far partecipare i russi, ma non vuole. Il Cio non c’entra.

 

TELECRONACHE MAGICHE

Proseguo con altre perle.

Corto Donne

Pedrazzini: “Ricordiamo che sono questi fantastici eventi che chiamano da tutto il mondo i migliori pattinatori a scontrarsi. Una gara più entusiasmante dell’altra”.

I “migliori pattinatori” del mondo. Ne è proprio sicuro? Non ne dimentica qualcuno?

Ma Pedrazzini insiste e si spinge oltre. Su Leona Hendrickx. “Lei è stata la prima e l’unica a dare fastidio a quell’armata di piccole bambine russe di cui abbiamo sempre parlato, che erano state create appositamente per prendere qualsiasi cosa. Invece lei è stata l’unica europea a dare fastidio”.

A dare fastidio? Quale film ha mai visto Pedrazzini? Qualcuno lo svegli!

E Montecucco, a sorpresa, si fa venire qualche dubbio: “Beh, anche quest’anno le atlete russe non ci sono e quindi chissà se Loena riuscirà ancora a brillare”.

Si passa ai Liberi e Pedrazzini insiste: “Abbiamo visto interessantissimi programmi nella danza, programmi corti con donne, maschi, coppie che presentano programmi interessantissimi e una grande qualità sia tecnica che artistica”.

Montecucco: “E allora sarà una grande stagione di pattinaggio”.

La “grande qualità tecnica e artistica” viene ancora ricercata, senza successo, da chi ha assistito a Skate America: punteggi bassi, cadute in serie anche da parte dei vincitori, soprattutto nelle Coppie, un pianto!

Infine Pedrazzini su Hendrickx: “Sta prendendo grandissime soddisfazioni dopo un periodo buio dove era data come candidata a essere la migliore di tutto il circuito”.

Con tutto il rispetto della brava Hendrickx, “candidata a essere la migliore del circuito”? Ma stiamo scherzando? Un conto è mettere in secondo piano il fatto che le russe non stanno partecipando, ben peggiore è mostrarsi convinti che non esistano proprio. Si vede che Pedrazzini ha avuto una visione di un futuro in cui la Russia sarà esclusa dalle gare per sempre, per l’eternità. E lì tutto sarà possibile, anche che un’atleta proveniente dai deserti del Sahara, del Gobi, del Mojave e tanti altri, senza aver mai messo i pattini da ghiaccio ai piedi, diventi campionessa mondiale. E magari è quello che spera tanta gente del mondo sempre più degradato del pattinaggio artistico.

 

SANT’EDUARDO, PENSACI TU

Posso solo concludere, per il momento, con un personalissimo commento sonoro all’Isu e a quanti sostengano il boicottaggio degli atleti russi, facendomi aiutare da un illustre napoletano, Eduardo De Filippo. Eccolo in tutta la sonante perfezione di una dedica ai distruttori della bellezza sportiva:

https://www.youtube.com/watch?v=mCFzQMJvl3c

 

 

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Grazie Kamilo per questo excursus, tra il dovuto omaggio ad un'autentica imperatrice del ghiaccio (che spero che riesca in un modo o nell'altro a rimanere nel "giro" del figure skating, è un personaggio troppo brillante per perderlo, come lo è la Medvedeva) e ... la depressione! :(

Premetto che sono terribilmente invidioso verso colui che ha inventato l'azzeccatissima espressione "pattinaggio di figura… di m…”   :sesebh5:, che avrei voluto avere la brillantezza di inventare io!,  per descrivere lo stato attuale di questa meravigliosa disciplina, oggi letteralmente massacrata da chi la dovrebbe promuovere e difendere, ovvero l'ISU. :incazzato:

A questo proposito, cercando di non buttarla (troppo) in politica devo confessare che ho avuto un'improvvisa "illuminazione", ovvero un "sospetto".
Probabilmente sbagliato, ma è un tarlo che da stamattina mi rode la corteccia cerebrale ...

Ora, io NON mi ritengo affatto un "complottista" e cerco di non farmi mai dei "viaggi mentali" per cercare di trovare "connessioni occulte" tra ciò che accade nel mondo, a meno che non ci siano solidi indizi che me lo suggeriscono.
 

 


Eccco, intendo dire NON questo. :D


Tuttavia il mio sospetto nasce qui dal fatto che:

- la questione della Valieva è nata giusto mentre stava bollendo in pentola la guerra in Ucraina (definitela "aggressione russa" o come volete, qui non sto a dire "di chi è la colpa", perchè su questo punto non è importante).

- non è credibile che l'Occidente sia stato "sorpreso" da ciò che è accaduto in Ucraina, anche perchè nei mesi precedenti del 2021 c'erano stati colloqui e aspri scambi di messaggi tra la NATO e la Russia (con quest'ultima che "avvertiva" che non avrebbe tollerato un'ulteriore pressione militare sul Donbass filorusso, come le manovre militari congiunte con l'Ucraina che la NATO aveva già fatto e pianificato ulteriormente nel Mar Nero).
Quindi certamente l'Occidente aveva ottimi motivi per ritenere che la Russia avrebbe probabilmente invaso (anche qui, non sto a dare la colpa all'uno o all'altro dello scoppio del conflitto, è una semplice constatazione) e se ciò è vero allora stava certamente preparando, da tempo, contromosse non solo militari (come si è poi visto con le fulminee sanzioni economiche e gli ostracismi culturali e sportivi).

- sanzioni economiche a parte, c'è stata una reazione (che ho il sospetto fosse stata preparata da mesi, appunto) contro ogni cosa che fosse RUSSA.
Compreso uno dei bersagli più facili ma necessari da colpire, per il suo grande riscontro mediatico: lo SPORT.


- parlando di SPORT, se vuoi colpire i russi, DOVE li colpisci?
Ovviamente, soprattutto dove sono più forti, dove un'ostracismo fa loro più danni (di risultati sportivi e di immagine).

- DOVE i russi sono più forti, nello sport?
Beh, ci sono molte discipline dove i russi sono forti (hockey su ghiaccio, arti marziali, scherma, atletica ...).
Ma mi viene in mente UNA SOLA disciplina dove sono DOMINANTI: il pattinaggio di figura.
Nel figure skating i russi DOMINANO la disciplina, a livello di squadra ma spesso anche a livello individuale, in tre categorie su quattro.
Nei maschietti no, la Russia non ha ancora trovato l'erede di Plushenko. E va bene.
Ma nelle Donne sono (erano ...) STRABORDANTI, praticamente imbattibili.
Nelle Coppie sono sempre da podio e lottano sempre per la vittoria (cinesi permettendo).
Nella Danza, i russi vanno a podio ma (come altri, del resto) non vincono ai massimi livelli da nove anni solo a causa dello scandalo Papadakis/Cizeron, una coppia che, nonostante non abbia portato nulla al pattinaggio se non gli sbadigli e la scelta consapevole di evitare il più possibile le difficoltà tecniche mascherando il tutto con uno stile "vaporoso", è stata "predestinata" a vincere tutto il vincibile (al punto che hanno "rischiato" di scippare un oro olimpico alla più grande coppia di danza dei primi due decenni del XXI secolo, Virtue/Moir).

- mentre alcune (poche) federazioni sportive internazionali si sono rifiutate di estromettere i russi dalle competizioni, la maggior parte l'ha fatto.
Ma, guarda caso, certamente l'ISU appare essere una della più "accanite" nella sua russofobia e ciò in modo pure AUTOLESIONISTA.
Ormai anche sui social di pattinaggio, perfino su quelli che esibiscono "solidali" bandiere ucraine e descrivono il pattinaggio russo  come "tecnicamente sbagliato, irrispettoso delle giovani atlete, dopato", il degrado qualitativo della disciplina dopo l'ostracismo agli atleti russi viene sempre più riconosciuto (a denti stretti).

E' come se, per motivi puramente politici, la FIFA avesse estromesso da ogni competizione internazionale le squadre inglesi, francesi, spagnole, italiane e tedesche.
O come se in Italia venissero escluse Inter, Milan, Napoli, Juve, Roma e Lazio e allo stadio ci si trovasse, al massimo, entusiasti per poter assistere ad una partita-clou come Fiorentina-Atalanta. Perchè di solito ci troveremmo invece a "sollazzarci" con Monza-Empoli o Frosinone-Salernitana. Tutte squadre degnissime e volenterose, sia chiaro, però ...

Ah, come nota Kamilo, l'ostracismo si limita agli ATLETI russi, non agli ALLENATORI!
Non capisco il perchè, se la colpa degli atleti russi è di essere russi, proprio non capisco :rolleyes: ... Aspetta ... forse perchè ci sono allenatori russi che allenano atleti occidentali?  :whistling:
Ah, già, ci sono pure gli atleti russi che però gareggiano per altre nazioni "amiche" dell'Occidente (tipo la Georgia o la Polonia). Forse è perchè a queste nazioni "amiche" conviene avere, in squadra e sul ghiaccio, una Gubanova o una Kurakova, "perfino" se sono russe? Ma no, cosa vado a pensare ...

In quanto a "doppi standard" (ma anche tripli e quadrupli ...) l'Occidente non ha davvero nulla da imparare da nessuno.
Ed anche la differenza ABISSALE di trattamento tra atleti russi ed israeliani, con dichiarazioni sconcertanti per la loro incoerenza rispetto a quanto ci viene pontificato sui russi da un anno e mezzo, ne è UNA DIMOSTRAZIONE CHE ORMAI NON RICHIEDE CONTROPROVA.

 

 

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A questo punto, qual'è il mio sospetto e cosa c'entra la Valieva?

Il mio sospetto è che, in questa situazione in cui era evidente che da subito l'Occidente avrebbe cercato di far passare i russi come "paria internazionali" (e ce l'hanno fatta per un annetto, poi ... "un pò meno"), addirittura anche nella CULTURA ("In Italia è una colpa non solo essere un russo vivente, ma anche russo morto", Paolo Nori, 5 marzo 2022), pure lo SPORT russo fosse già da tempo nel mirino.

E che la oggettivamente strana storia della Valieva, UNICO ED ISOLATO CASO di doping di pattinatrici russe singole vincenti nel figure skating nell'ultimo decennio (nonostante la messe di vittorie e podii e quindi gli inevitabili e ripetuti CONTROLLI ANTIDOPING in campo internazionale!), sia stata una (ebbene si, lo dico ...) "TRAPPOLA" tesa ai russi.

Fatta per screditare, sia per motivi di bieco interesse sportivo ma soprattutto politico, un pattinaggio russo che nessuno riusciva a scalfire negli ultimi dieci anni (se non con la, non facilmente replicabile, ridicolaggine truffaldina di elevare una coppia di medio-buon livello come Papadakis/Cizeron al rango di gente imbattibile venuta "da cielo in terra a miracol mostrare") e quindi giustificare poi l'OSTRACISMO OSTINATO ED ASSOLUTO (TANTO QUANTO INCOERENTE) verso i pattinatori di figura russi.
Ostracismo POLITICO, voglio sottolineare.

Il fatto di vietare bandiera ed inno russi non bastava più: su quel podio ci sarebbero arrivati comunque, in tantissimi casi, e in tanti sul gradino più alto e a volte monopolizzando tutti e tre i gradini, atleti RUSSI.
Le televisioni e i giornali non sarebbero riusciti a parlare di Valieva o di Mishina/Galliamov facendo finta che non fossero russi.

Lo si può cercare di fare con la Gubanova, che conoscono solo gli appassionati e che se va sul podio ha dietro una bandiera georgiana (e quanti sanno giudicare se Gubanova è un cognome georgiano o russo?), non con chiunque arrivasse a vincere con una "strana bandiera" con il simbolo del CIO o dell'ISU e che venisse definito "atleta neutrale indipendente" o altra foglia di fico analoga.

Ed era possibile continuare a mostrare, dopo l'invasione russa dell'Ucraina, anzi dopo l'"invasione dei feroci, quanto ridicolmente disorganizzati, orchi russi", dei russi che non solo nello sport vincono, ma in alcuni casi STRAVINCONO, proprio mentre la narrazione dominante obbligata ci esortava ad essere contenta di MILIARDI di aiuti presi dalle nostre tasche ("volete la pace o i condizionatori accesi?") per "fermare i russi", cosa che veniva data per molto fattibile, anzi probabile data l'"incompetenza" dei russi (sempre in procinto di finire munizioni e cibo, con i tank che si rompono e costretti a rubare lavatrici per procurarsi dei "chip" da riconvertire ad uso militare)?
Per inciso, e su questo chiudo subito: non li abbiamo fermati, i russi si sono dimostrati tutt'altro che "incompetenti" e sull'orlo della scoinfitta, non abbiamo avuto la pace, i condizionatori ci costano di più e lo stato dell'economia europea dopo le sanzioni e la rottura con la Russia va verso il declino, il tutto "grazie" a quelle scelte ...

Evidentemente non era possibile mostrare russi STRAVINCENTI, in primo luogo per motivi POLITICI.
E per evitare di doverlo fare bisognava ESTROMETTERE I RUSSI dalle competizioni, a maggior ragione in quelle dove per i russi partecipare vuol dire PODIO quasi certo.
E pertanto il pattinaggio di figura andava "ripulito" dagli atleti russi (ma non dagli atleti russi che "gareggiano per noi" e dagli allenatori russi che "allenano nostri atleti" e a nessuna di queste due categorie è stato neppure chiesto di "abiurare" sulla guerra in Ucraina, ovvero non è stata chiesto loro un "certificato di anti-putinianesimo", almeno questo ci/gli è stato risparmiato ...).
E cosa ci poteva essere di meglio, in preparazione di ciò, che INFANGARE l'atleta più rappresentativa della Russia?

TRAPPOLA per la Valieva, inserita in un più generale trend di tentato ostracismo morale e pratico verso i russi, nello sport e ancor più fuori dallo sport?
Onestamente, più ci penso e più mi sembra "meno improbabile" ...


Sia per il MOMENTO STORICO GEOPOLITICO in cui è avvenuto (ripeto: già nell'autunno 2021-2022 gli ambienti politico-militari occidentali non potevano essere ignari dell'alta probabilità di un intervento russo in Ucraina) che per la "stranezza" che IN DIECI ANNI MAI SI ERA TROVATA UNA PATTINATRICE RUSSA VINCENTE DOPATA (tranne per la Bobrova nelle Coppie, poi riabilitata, per quella per me già oscura vicenda della criminalizzazione del Meldonium con la quale hanno "fregato" anche la tennista Sharapova; e nelle Ladies con la triste uscita di scena di una comprimaria, per quanto da alcuni incredibilmente sopravvalutata anni fa, la soporifera e lenta Sotskova  https://en.wikipedia.org/wiki/Doping_in_figure_skating ).
Ma mai una delle "bambine terribili" russe era stata trovata dopata, MAI!, nonostante vincessero e monopolizzassero i podii a valanga da dieci anni.

Solo coincidenze, la ragazzina russa al top assoluto del pattinaggio mondiale che viene trovata dopata (con oscuri ritardi nella comunicazione) non solo alla vigilia delle Olimpiadi ma anche alla prevedibile vigilia di un trend occidentale di assoluta demonizzazione e tentativo di estromissione dell'intera Russia, anzi dei russi come popolo!, dalla cosiddetta "comunità mondiale"?

Red Ronnie/Crozza qui direbbe "Oooops! ...". :asd:

Io invece non dico altro più di quanto ho già scritto.
Se non notare, alla fine, che ci sono diversi elementi che mi fanno pensare che forse, no, non si trattava tanto di "far perdere le Olimpiadi alla Valieva" (che era un sospetto che anch'io avevo avuto a quel tempo) e non solo quello di "screditare e stoppare il pattinaggio russo" dal mero punto di vista sportivo (ed ottenerne così vantaggi agonistici), ma anche quello di inserire questa "vergognosa vicenda di doping" in un ben più generale e pervasivo obiettivo politico anti-russo a livelli "estremisti", che si è rivelato subito dopo il 24 febbraio 2022.

E, ripeto, sto facendo qui una CONSTATAZIONE, non sto dicendo se quell'obiettivo fosse giusto o sbagliato, corretto o scorretto, onesto o disonesto: è del tutto CERTO che quell'obiettivo da parte occidentale c'è stato (c'è ancora, anche se è sempre meno convincente perfino per i suoi promotori, vedi la Meloni che di fatto lo confessa ai "burloni" russi) e c'è stato da subito, il che fa davvero pensare che tutto fosse preparato da tempo (anche in provvedimenti ben più importanti e critici dello sport, come le sanzioni).

Naturalmente è possibilissimo che la Valieva si sia davvero dopata ai Nazionali russi, però ...

Se c'era un momento storico nel quale "far trovare dopata"  la più alta espressione dello sport russo più vincente, il pattinaggio di figura, era più conveniente per l'Occidente (che, e qui non me lo si può contestare, domina e controlla anche le grandi istituzioni sportive internazionali) era proprio quello fatto alla vigilia delle Olimpiadi e di una più che sospettabile imminente azione militare russa.
Anche perchè, vale la pena ricordarlo, secondo alcuni le Olimpiadi hanno ritardato l'avvio dell'offensiva russa, per non fare uno "sgarbo" ai cinesi.
Perciò, in teoria, il comunicare la positività della Valieva può essere stato fatto non tanto nell'ottica della competizione olimpica ma per precedere comunque l'invasione russa, di cui certamente non si conosceva l'esatta data di inizio.
Ovviamente, che sia accaduto in occasione delle Olimpiadi ha fatto da enorme amplificatore dell'accaduto (se fosse successo dopo il 24 febbraio avrebbe generato un trafiletto in fondo alla pagina sportiva dei media, perchè c'era ben altro a cui pensare).
 

Dato anche che da oltre un anno e mezzo seguo quotidianamente la guerra in Ucraina e ho imparato tante cose, sul clima geopolitico e mediatico generale nel mondo e anche su chi è più o meno credibile, più o meno mentitore, ecco che mi è venuto il crescente sospetto che la vicenda di Kamila possa essere invece l'espressione di un autentico piano preordinato per inserire una "vicenda sportiva infamante" nell'allora imminente narrazione globale anti-russa in caso dell'allora già probabile invasione russa dell'Ucraina.

Perchè i tempi ci sono tutti, coincidono in modo impressionante, e le ragioni per farlo pure.
 

Se così fosse, quella di un (falso) doping della Valieva sarebbe un'autentica trappola fatta a danno dei russi, però per motivi molto più generali e molto più importanti che non la volontà antisportiva di eliminare dalla competizione la migliore pattinatrice russa e screditare il pattinaggio russo.

Non si sarebbe trattato di fare un semplice "sgarbo" sportivo ai russi ma quello di contribuire ad aprire le porte, anche attraverso il discredito, alla già pianificata russofobia in ambito generale, non certo solo in ambito sportivo.


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E pertanto l'idea che qualcuno in Occidente abbia architettato una trappola ai danni della Valieva, in quanto simbolo più alto e più vincente della Russia sportiva, e visibilmente la più recente "cocca" sportiva di Putin, mi appare ben più credibile che non se si fosse trattato solo di spostare negli USA la medaglia d'oro olimpica nella gara a squadre.

Per solo un obiettivo "sportivo" del genere, una medaglia in più per l'Occidente ed una in meno per la Russia, non credo avrebbero architettato un'infame macchinazione.
 

Ma per contribuire a dipingere, su indicazione di qualcuno "molto in alto" e anche con la pennellata di "Valieva dopata", l'immagine dei russi come "Nazione Canaglia" beh, si, questo purtroppo ci sta.

Sulla carta ci sta davvero tutto.


Ora, ditemi voi se sto scivolando verso il complottismo o se forse sto solo riannodando fili che andavano riannodati (e che non erano così chiari due anni fa).
 

 

 

0_russia-news-Elizaveta-Tuktamysheva-bik

 



 

Modificato da Astor

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Kamila Valieva

Tappa 4 del Russian Grand Prix 2023 a Kazan 08-13 November 2023

Kamila ha vinto lo Short Program:
1-Kamila Valieva – 81.09
2-Sofya Muravyeva – 77,02
3-Alina Gorbacheva – 73,29


Sofya Muravyeva :
 




 

Ma il risultato finale, dopo il programma libero, è stato molto diverso dal previsto:

 



Valieva è solo quarta.
Se ho ben capito, nel Free ha ricevuto un punteggio tecnico decisamente basso.

Vedo di capirne di più.

Ah, ok ...

 


Traduco dal commento su Youtube:
"Camila Valieva si è assicurata solo il 4° posto nel Gran Premio di Russia a Kazan. Hanno annullato il suo doppio Axel e il triplo toeloop. Non puoi eseguire un doppio Axel due volte nella sequenza. I giudici hanno considerato come una caduta anche l'elemento coreografico della routine e hanno imposto una detrazione."

Il commento non mi sembra del tutto chiarissimo, anche perchè non cita neppure la clamorosa caduta sul 4T iniziale (minuto 1:02 del filmato) e a questo punto non mi stupisce che sia stata poi tutta una salita.
 

Modificato da Astor

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Comincio ad autoflagellarmi per essere rimasto lontano da questo forum per troppo tempo, dopo che avevo promesso molti interventi nel mio ultimo messaggio, e dovevano essere davvero tanti visto quello che sta accadendo nel pattinaggio di figura di… m.! (Messaggio per Astor: non essere invidioso per non averla inventata tu questa definizione, in fin dei conti l’ispirazione mi è venuta leggendo i tuoi interventi, quindi sei coautore ad honorem).

Ma adesso riesco a essere più libero e, soprattutto, più determinato che mai, considerando lo spettacolo miserabile delle Finali del Grand Prix e i tanti avvenimenti che si sono accumulati nel frattempo. Ho tanto di quel materiale da assicurare una mitragliata di informazioni e considerazioni. Prima di cominciare, ricordo soltanto che a gennaio (si diceva entro la prima decade, poi pare si slitti a fine mese) ci sarà la decisione del Tas sul caso doping della Valieva. Ci tornerò, non senza aver considerato che le ipotesi di complotto fatte da Astor non sono così campate in aria come quelle di Red Ronnie-Crozza, in particolare nella “stranissima stranezza” che nessuna bambina terribile russa era mai stata trovata dopata prima di quell’episodio, comunque discusso e discutibile. Comunque, qualsiasi cosa decida il Tas, il problema concreto è che TUTTE LE RUSSE (e tutti i russi) sono “squalificate”. Così, anche se la squalifica le sarà tolta, Valieva non potrà gareggiare.

LA SQUALIFICA COL TEMPISMO

A maggior ragione, e la chiudo qui per il momento, la squalifica appare ancora più strana, sembra che fosse stata decisa prima della guerra tra Russia e Ucraina, quindi nel momento in cui non ci si aspettava un blocco totale degli atleti russi, avvenuto dopo l’Olimpiade di Pechino, altrimenti sarebbe bastato aspettare e Valieva sarebbe rimasta fuori, ma il doping era la prima “arma” a disposizione e l’unica disponibile quando l’embargo alla Russia non era ancora previsto. Vabbé, mi fermo, ma mi sa che Astor su questo punto si scatenerà ancora di più.

I RUSSI IN INCOGNITO

Cercherò di andare avanti con un argomento specifico alla volta. Parto con quello che riguarda il calo impressionante di pubblico nelle tappe del Grand Prix e anche nelle Finali di Pechino, ma l’introduzione è ancora legata a un concetto espresso da Astor: la volontà di ignorare, da parte dei mezzi di informazione, quello che sta succedendo.

Così, quando ci sono atleti russi in gara con la bandiera di altre nazioni (ricordiamo che ce n’erano ben 24 ai Mondiali di Saitama 2023!!!), i telecronisti usano formule paradossali per parlare di loro.  

Su Eurosport, nelle trasmissioni sulle Finali del Grand Prix di Pechino, Massimiliano Ambesi descrive così Nikita Volodin (vincitore della gara di Coppie, gareggiando per la Germania con Minerva Fabienne Hase): “Lui è un pattinatore di scuola russa, nato e cresciuto agonisticamente a San Pietroburgo”. E ancora Ambesi su Maria Pavlova (nata a Mosca) e Alexei Sviatchenko (nato a San Pietroburgo), quarti nelle Coppie sotto bandiera ungherese: “I due ragazzi di scuola russa… Sono due pattinatori russi prestati in qualche modo all’Ungheria”.

La formula, quando viene ricordata la vera nazionalità dei pattinatori in questione, è quella della “scuola russa”. No, grazie. SONO RUSSI!!! Ma poi Ambesi ha un sussulto e dice che “sono russi” e che sono stati “prestati in qualche modo all’Ungheria”. Quasi “voce dal sen fuggita”. A onore di Ambesi, va detto che lui almeno l’aggettivo “russo” lo adopera ancora. Sulla Rai non se ne trova traccia.

SPETTATORI ADDIO

E arriviamo al primo argomento che mi preme mettere in evidenza: gli spettatori nelle gare del Grand Prix.

Comincio con il testo della presentazione, sulla Rai, della tappa francese di Angers, telecronista Arianna Secondini, commentatore tecnico Ondrej Hotarek.

Secondini: “Abbiamo visto file di persone che aspettavano di entrare”.

Hotarek: “Ci aspettiamo tanti spettatori. Una bella atmosfera con tanto pubblico”.

Ora, ascoltando quello che dice la Secondini, con quelle “file di persone che aspettavano di entrare”, uno si immagina di trovare il palazzetto pieno. Poi, guarda bene le immagini e vede tribune quasi vuote, meno della metà dei posti è occupata dagli spettatori nella prima giornata di gare. Nella seconda, per i programmi liberi, ce n’è qualcuno in più, ma i vuoti sono notevoli.

E allora, che senso può mai avere la descrizione “meravigliosa” di una realtà “miserrima”? Ma non pensano che i telespettatori vedranno quelle immagini e si chiederanno: “ma dove cavolo stavano tutte le persone che aspettavano di entrare?”

La realtà viene a galla inesorabilmente e mette in primo piano la catastrofe che la volontà di annientare la Russia sta provocando non alla Russia ma all’intero sport.

Su Eurosport, invece, almeno su questo aspetto, c’è un lodevole intervento di Ambesi, in occasione delle Finali a Pechino. E’ un commento amaro che rispecchia la visione che i telespettatori possono avere del National Indoor Stadium, dove si stanno svolgendo le gare.

Dice Ambesi: “A margine va rilevato che a Pechino si sta svolgendo anche la terza tappa della Coppa del mondo di short-track, nel Capital indoor stadium, e lì c’è il tutto esaurito. Bisognerebbe riflettere sulla situazione. Chiaramente, adesso con le gare di un certo rilievo l’impianto si riempirà, però c’è un problema perché ci si aspettava ben altra affluenza”.

Ambesi fa riferimento all’impianto che si riempirà con le gare di un certo rilievo perché le Finali senior si sono disputate in 3 giorni anziché 2, come nelle tappe di qualificazione, quindi si aspetta che magari nell’ultima giornata ci saranno più spettatori. Tesi legittima, ma purtroppo smentita nella realtà, perché, sì, c’erano più spettatori nella terza giornata, ma i vuoti nel National Indoor Stadium sono rimasti notevoli.

I DANNI COLLATERALI

Abbiamo così avuto una visione reale dei danni che la decisione dell’Isu di escludere la Russia sta portando a questo sport e all’intero movimento. Ma davvero pensano che gli spettatori siano imbecilli non in grado di capire che almeno due gare (Donne e Coppie) hanno un livello tecnico e spettacolare così modesto che non vale la pena spendere i soldi del biglietto? Davvero pensano i soloni dell’Isu di poter prendere in giro il mondo intero?

Chiudo con un anticipo di qualcosa che esaminerò nei prossimi interventi. Su Eurosport, durante le Finali, è stato ricordato che Eugenia Medvedeva (la splendidissima Medvedeva, mi permetto di aggiungere) aveva detto che nelle Donne il pattinaggio artistico su ghiaccio era tornato indietro di 10 anni dal punto di vista tecnico. Ebbene, udite udite, mi tocca dire che non sono d’accordo con Medvedeva, nonostante la mia assoluta adorazione nei suoi confronti come atleta, come donna di intelligenza superiore e come donna bellissima (ci ho messo prima l’intelligenza, giusto per evitare equivoci). Mi dispiace. No, non siamo tornati indietro di 10 anni. SIAMO TORNATI INDIETRO DI VENTI ANNI, maledizione!!!

 

 

 

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E sulla scia del finale del mio precedente intervento, riparto del “ritorno al medioevo” del pattinaggio di figura di… m! Eugenia Medvedeva, che rimpiangeremo per sempre sulla pista e continueremo ad adorare fuori della pista, aveva detto che dal punto di vista tecnico, nelle Donne, si era tornati indietro di 10 anni. Ho fatto notare che non sono d’accordo con lei, non perché non abbia ragione nella sostanza, ma perché, secondo me, si è tornati indietro di 20 anni!

E allora proseguiamo su questo discorso. Alle Finali dello squallido Grand Prix 2023, a Pechino, non è visto nemmeno un quadruplo nella gara delle Donne, NEMMENO UNO! Ne era stato annunciato uno della giovane Rion Sumiyoshi, ma la pur brava giapponese non ce l’ha fatta. Beh, magari c’era la possibilità di accontentarsi con i tripli Axel. Macché! SOLTANTO UNO! Ci ha provato l’altra giapponese Hana Yoshida, che a me piace molto, l’ha chiuso ma con la penalizzazione per l’atterraggio “sul quarto” (grado di esecuzione -0,57). Quindi, nella gara in cui sono presenti “le più forti pattinatrici del mondo” (copyright i mezzi di informazione prostrati all’Isu), c’è un solo triplo Axel, nemmeno pulito, e niente altro. E siamo tornati sì a 20 anni fa!

IL DELITTO PERFETTO

Lo sberleffo a questa rappresentazione di un pattinaggio in sfacelo arriva, paradossalmente, proprio dalle Finali del Grand Prix, ma junior. La giapponese Mao Shimada nel programma libero mette in mostra esattamente quello che è mancato nella gara senior: un quadruplo Toeloop e un triplo Axel! Ora, mettiamoci tutto quello che vogliano, che le junior fisicamente sono avvantaggiate rispetto alle senior e tutto il resto, ma il punto è che le russe in età senior, anche con la “nuova età senior”, fanno i quadrupli. E il livello tecnico e spettacolare della gara femminile (e, in proporzione, peggio ancora quello delle Coppie) è precipitato e gli addetti ai lavori, dai dirigenti Isu fino ai mezzi di informazione, non sanno più cosa inventarsi per nascondere questo obbrobrio all’opinione pubblica, fra l’altro senza nemmeno riuscirci, visto che il numero di spettatori è in enorme calo. Insomma, il delitto perfetto: come distruggere uno sport soltanto perché una nazione ti sta sui cabasisi (come avrebbe detto il grande maestro Andrea Camilleri).

I DANNI COLLATERALI

In tutto questo gran pasticcio, ogni tanto c’è un richiamo alla realtà. Su Eurosport, Massimiliano Ambesi, che pure può essere criticato per alcuni suoi commenti, si ricorda che c’è un pubblico da tenere in considerazione. In apertura di telecronaca torna sul fatto che non ci siano atleti russi e dice: “E’ importante ricordare l’assenza della Russia, che quindi garantisce più posti a disposizione nelle gare del Grand Prix per le altre nazioni e la possibilità di salire sul podio e avvicinarlo con maggiore facilità rispetto alle abitudini del passato. Questo è un discorso che vale per tutte le discipline invernali in questo momento e in sede di analisi bisogna comunque tenerne conto, per rispetto del pubblico e dei valori in campo”.

Quindi, a lato dello spettacolo che diventa misero, si scoperchia un’altra pentola del diavolo, quella della reazione a catena che l’assenza dei russi comporta, con vantaggi enormi per chi è meno bravo e falsificazione della realtà tecnica. Qualificazioni facilitate, punteggi accumulati senza particolare merito, classifiche falsate e via di questo passo. Poi, magari, c’è qualcuno che apprezza il fatto che manchino i quadrupli, beato lui, ma non si può contrabbandare questo con un miglioramento della situazione.

LA PERSONALITA’ FANTASMA

Ed è il caso del commentatore tecnico della Rai, Fabrizio Pedrazzini, che in occasione del Corto Donne fa un’esaltazione della presunta mancanza di personalità delle russe e, quindi, del fatto che non bisogna rimpiangere la mancanza dei quadrupli.

Ecco il testo completo: “L’Isu ha fatto tantissimo per dare meno potere a quello che era l’aspetto della parte tecnica perché spesso si vedevano solo quadrupli, quadrupli, quadrupli e il pattinaggio su ghiaccio stava perdendo invece quella che era la sua bellezza, la parte anche artistica, la parte della classe. Mancavano tantissimo, l’abbiamo riflettuto più volte durante questa stagione, mancavano i personaggi, grandissimi atleti ma mancavano le personalità, i vip, i vip, i nostri grandissimi campioni, e allora l’Isu ha cercato proprio di dare una spinta ai choreo elements, ai components, c’è stato un lavoro di rivisitare questi aspetti. Adesso che tutti si sono un po’ riallineati su questi aspetti, per cui stanno crescendo con lo charme, vediamo adesso la Sakamoto, la Levito. Qua stiamo già parlando di ragazze che hanno una forte personalità, sono estremamente riconoscibili e tecnicamente sono estremamente forti, come anche Hendrickx. Adesso finalmente vediamo i personaggi. Il problema è che con la Russia, soprattutto per quel che riguarda il figure skating, quindi il singolo e le coppie, le coppie forse un pochino di meno, avevano creato queste armate di atleti saltanti ma a cui mancava l’anima”.

Confesso che mi è difficile commentare questo elenco di luoghi comuni che, per di più, non corrispondono alla realtà. Si prende una pattinatrice come esempio, la Trusova, per dire che tutte le russe sono “atlete saltanti” ma “senza anima”. E poi, che noia questi “quadrupli, quadrupli, quadrupli” (l’ha detto proprio così, non è un refuso, l’ha detto tre volte, ci mancava la quarta e avrebbe fatto l’enplein: quattro volte quadrupli!). Pedrazzini non vede “la parte della classe” nelle russe, non sono “riconoscibili”, non hanno una “forte personalità”. Ma davvero? Non sono riconoscibili campionesse come Tuktamysheva, Valieva, Shcherbakova, Kostornaja, ognuna col suo stile differente da quello di tutte le altre, non solo russe? Davvero? E sono invece riconoscibili Sakamoto, Levito, Hendrickx, che non sono in grado nemmeno di eseguire un triplo Axel e la Hendrickx che ha problemi anche col triplo Rittberger? Ma stiamo scherzando?

Ma questo non è un affronto solo alle russe che ho citato, ma all’intera storia del pattinaggio artistico su ghiaccio, perché, parliamoci chiaro, pur con tutto il rispetto per atlete che pure mi piacciono, come Sakamoto e Levito (non la Hendrickx, rispettabilissima ma con limiti fin troppo evidenti), queste pattinatrici non potrebbero entrare nemmeno fra le prime cento di ogni tempo. Ma c’è l’Isu che vede e provvede, secondo Pedrazzini, l’Isu che “ha fatto tantissimo per dare meno potere a quello che era l’aspetto della parte tecnica”. Beh, l’unica cosa che l’Isu ha fatto è stata l’esclusione della Russia dalle gare, perché, pur con gli interventi che secondo Pedrazzini hanno dato meno potere alla parte tecnica, chi faceva i quadrupli, le russe appunto, ha sempre surclassato nei punteggi tutte le avversarie. Ripeto, ma davvero di cosa stiamo parlando?

Il discorso è ancora lungo e c’è da esaminare una conversazione, su Eurosport, fra Massimiliano Ambesi e Marika Poli, ma lo vedremo nel mio prossimo intervento.

Per il momento mi limito a dire che, notizia dell’ultima ora, la pubblicità a sostegno delle api, messe in pericolo da pesticidi e altro, col rischio di una minore produzione di miele, è stata sospesa e sostituita dalle telecronache Rai di pattinaggio artistico su ghiaccio!

 

 

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La regressione tecnica del pattinaggio di figura di… m. non sembra avere limiti e, proseguendo nell’analisi dei miei precedenti interventi, propongo quello che è andato in onda su Eurosport durante il Libero Donne delle Finali del Grand Prix, a Pechino. Massimiliano Ambesi e la commentatrice tecnica Marika Poli affrontano la questione sollevata da Eugenia Medvedeva, che sostiene che il livello tecnico delle Donne è tornato indietro di 10 anni.

Ambesi“C’è chi ieri ha polemizzato riguardo al livello della gara ritenendo che si sia tornati indietro di 10 anni dal punto di vista tecnico. Tu che opinione hai?”

Poli “Beh, a polemizzare era Eugenia Medvedeva”.

Ambesi “Non solo, lei è il nome più altisonante, ma molti si sono espressi in tal senso”.

Poli“Diciamo che si può vedere la cosa in due modi. Sicuramente a livello tecnico si è visto molto, molto di più in gara nelle stagioni in cui le russe erano presenti. Oggi, Rion Sumiyoshi proverà a mostrare qualcosa degli elementi che vedevamo con le atlete russe, è anche vero che comunque c’è qualità nelle componenti del programma. I programmi di Kaori Sakamoto sono veramente di alta qualità perché c’è un ottimo pattinaggio, un’ottima scorrevolezza, c’è qualità sugli elementi e quindi, ecco, magari nel suo caso c’è un po’ di difficoltà nell’eseguire dei fili superpuliti nella partenza del Lutz, però, dai, diciamo che non si vedranno quest’anno e speriamo poi di poterli rivedere nei prossimi perché comunque io apprezzo molto anche questi elementi, tripli Axel, salti quadrupli nel settore femminile perché hanno portato comunque a un innalzamento del livello comunque complessivo perché da quel punto in poi tutte le atlete sono arrivate, di alto livello, a eseguire una combinazione di due salti tripli che ai tempi, 10 anni fa, forse non tutte eseguivano, quindi il livello si è alzato anche per chi stava sotto alle atlete che eseguivano i salti quadrupli. Poi non lo so la direzione che il pattinaggio prenderà nei prossimi anni”.

Ambesi“Mah, sai, il cambio regolamentare ha portato un appiattimento dal punto di vista tecnico. In ambito junior, soprattutto in Russia, si vedono evoluzioni che in questo momento sono precluse alle pattinatrici più adulte, anche per un discorso legato al fisico, alla crescita. Secondo me non si è ancora trovata la giusta direzione e se è corretto o meno non sta a me dirlo ammettere alle gare senior atlete che hanno già compiuto 17 anni prima dell’1 luglio bisogna intervenire anche nella categoria junior”.

Poli“Assolutamente. Non solo, anche in quelle precedenti alla categoria junior. Va tutto ricalibrato”.

Quello che appare più evidente nel discorso della Poli è la riluttanza a dire ufficialmente che davvero il livello tecnico è tornato indietro di 10 anni, anche se, tra una frase e l’altra, riconosce onestamente che è proprio così. Anzi, mette in luce qualcosa di più, perché non si ferma ai quadrupli e ai tripli Axel, ma dice che quei salti più difficili hanno “trascinato” tutte le atlete a fare di più e pone l’esempio delle combinazioni triplo-triplo che non tutte eseguivano dieci anni fa. Certo, questo le fa gioco per dire che c’è stato un miglioramento in questi anni, ma il concetto di base rimane: i salti quadrupli e i tripli Axel hanno segnato una evoluzione che poi si è trasmessa anche alle altre parti tecniche del programma. Infine, dice apertamente che questi salti difficili le piacciono e si augura di rivederli nei prossimi anni. Considerate le tante volte in cui ha espresso opinioni troppo in linea con le versioni ufficiali dell’Isu, le va riconosciuto che ha fatto considerazioni molto più dalla parte dello spirito sportivo che tende sempre a migliorarsi e dalla parte del pubblico. Perché è vero che la parte artistica non può essere ridotta a semplice accompagnamento dei salti e deve quindi avere una rilevanza sostanziale, ma è anche vero che le difficoltà tecniche sono una parte fondamentale di qualsiasi sport e in particolare di discipline come il pattinaggio artistico, se non ci sono ne va di mezzo non solo il livello tecnico, ma anche quello spettacolare.

Ambesi poi mette in rilievo l’aspetto legato all’evoluzione fisica delle ragazze, che è pure un discorso giusto, ma ha un limite evidente: ci sono russe che anche nella nuova categoria senior fanno i quadrupli. Possono anche farne di meno di quanti ne riuscivano a completare quando erano più piccole e avevano un fisico più leggero, ma li fanno. E’ il momento di superare anche questo modo di pensare.

Per concludere, sempre a proposito di livello tecnico, restiamo su Eurosport e alle parole di Ambesi in occasione del programma libero nella gara delle Coppie alle Finali di Pechino. Le indicazioni che dà sono nude e crude.

Prima fa un riferimento generale: “Chiaramente questa è la specialità che risente maggiormente dell’assenza delle coppie russe, probabilmente più del settore femminile in questo momento particolare. Forse in altre fasi storiche le cose sarebbero andate diversamente. Ciò non toglie che chi gareggia qui si sia conquistato sul campo la qualificazione e rappresenti l’attuale ranking internazionale della specialità”.

E poi il colpo più duro a proposito del punteggio tecnico nel Libero: “Poi va da sé che se prendi Mishina-Galliamov e li porti qui fanno un altro sport perché traguardano gli 80 punti e se non li fanno è una delusione, mentre qui chi va oltre i 70 ha vinto il superenalotto. Questo per far capire qual è la situazione della disciplina”.

Mi ha tolto le parole di bocca: chi va oltre i 70 ha vinto il superenalotto!!! E il degrado dell’attuale pattinaggio artistico è tutto lì: almeno 10 punti di distacco nel solo programma tecnico del Libero, cui si aggiungono quelli nel programma tecnico del Corto e quelli dei Components in Corto e Libero. Ecco qual è la vera situazione del pattinaggio artistico, la distruzione totale.

 

 

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Inviato (modificato)

Caro Kamilo, grazie per le tue estese ed approfondite disamine.
Tanto che credo le dovrò commentare "a rate", non è detto che ce la faccia ad affrontarle tutte in una volta sola! ;-)

Dato che in questo momento non ho il tempo di cominciare quel "lavoro", che merita attenzione e concentrazione, ne approfitto qui per una cosa molto più veloce, ovvero mettere un recentissimo filmato di un pattinaggio che DETESTO da parte di atleti che trovo ENORMEMENTE SOPRAVVALUTATI (E STRAPAGATI), cosa che non ho peraltro mai nascosto.

 


Ora, trovandomi a constatare che questo tipo di danza sul ghiaccio viene considerata dai (troppi) adoratori della coppia in questione come "innovativo", addirittura "avanguardismo"! :D, mi sono sentito in dovere di scrivere, su un paio di social, quanto segue:
 

"Oh mio Dio!
Ancora peggio del loro solito.

Sono riusciti a portare ancora oltre il tentativo di EVITARE OGNI DIFFICOLTA' TECNICA, sostituendola con uno stile "lento e vaporoso" e qui ancora più lento, e con "ore" di pattinaggio su due piedi.
Del resto, da parte di Cizeron non si ricorda a memoria d'uomo una semplice cosa, che fanno in tanti, come un sollevamento su una gamba sola.
Perchè avrebbe dovuto cominciare a provare a fare cose simili adesso, quando hanno già le medaglie (d'oro) prenotate con lo "stile" facile e soporifero che sono riusciti a propinare al mondo e, peggio, alle giurie?

 

Certo, se le giurie gliela faranno passare ancora una volta e ci verrà ancora raccontato che sono una coppia "innovativa", che questo è il "top" della danza, questi così potrebbero continuare non solo a vincere olimpiadi ma anche a pattinare fino ai 50 anni, col mal di schiena.
 

Qualcuno, se non è più in grado di fare confronti con le coppie concorrenti contemporanee, torni almeno a riguardarsi le migliori di cinque o dieci anni fa, da Virtue-Moir a Davis-White, e poi risponda onestamente: qual'è il pattinaggio di danza di qualità e qual'è la fuffa?"

 



Attendo insulti indignati da parte dei "fedeli" della coppia francese, poco mi importano ma sarei contento se riuscissi ad instillare un minimo dubbio in un decimo di loro, anzi mi basterebbe uno su venti.

E, tanto per far meglio capire cosa intendo, ecco una coppia che non è neppure la mia beniamina canadese ma sono i formidabili americani loro primi rivali in quegli anni, velocità ed energia MOSTRUOSE ma anche classe.
Con questi non ho mai sbadigliato, con i francesi invece ...

Enjoy.
 

 


 

 

Modificato da Astor

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Ah, ne approfitto per segnalare anche un'altra cosa, questo articolo su "Sportsenators" che parla anch'esso della situazione da "teatro dell'assurdo" del pattinaggio di figura degli ultimi due anni, con il caso Valieva a fare da punta dell'iceberg, forse collegato o forse no, di scelte comunque ANTISPORTIVE fatte solo per (giusti o sbagliati in sè, poco importa) motivi POLITICI.
Scelte che hanno portato (e porteranno io temo anche la prossima stagione) a manifestazioni MONDIALI dove per tre discipline su quattro ci troviamo a doverci "esaltare" (o a fingere di farlo) per l'equivalente calcistico di "partitone" come Monza-Lecce o, se va "bene", Atalanta-Torino.

E raccontarci che stiamo guardando il "top" del pattinaggio mondiale ...

 

http://www.sportsenators.it/31/12/2023/valieva-come-si-falsifica-la-storia-del-pattinaggio/



2024-01-01-02-13-06-Clipboard.png

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Interrompo per un solo attimo la sequenza dei miei interventi sull’obbrobrio del Grand Prix 2023 per un paio di considerazioni sul commento di Astor a proposito della Danza.

Comincio dal filmato degli statunitensi Meryl Davis e Charlie White, che non sono i miei preferiti nella storia di questa specialità (Maya Usova nel mio cuore in coppia con Alexander Zhulin; Tessa Virtue e Scott Moir i migliori di sempre senza paragoni e con i più difficili elementi tecnici e sollevamenti mai visti), ma sono di caratura tecnica e spettacolare ai più alti livelli. In questo programma Libero dei Mondiali 2012 mi piace far notare due cose. Al minuto 2’45” c’è un sollevamento, con clamorosa “spaccata” di Meryl in aria, che se lo facesse Gabriella Papadakis la dovrebbero raccogliere col cucchiaino dal ghiaccio. Al minuto, poi, 3’07” c’è un’entrata a velocità supersonica e con saltello iniziale nei Twizzles, eseguiti senza rallentare un attimo e restando vicinissimi.

Diciamo, per esemplificare il confronto, che è come mettere uno accanto all’altro Maradona che palleggia con una arancia e Zaza che sbaglia il rigore contro la Germania all’Europeo 2016, così possiamo avere un’idea di quali differenti gesti sportivi esistano in questo nostro mondo.

Dopodiché, se uno preferisce Zaza e dice che un rigore come quello (rincorsa lentissima e senza fine a passetti saltellanti, pallone che finisce alto, record mondiale di sbeffeggiamenti sui social) è la perfezione assoluta, beh, non ci resta che inchinarci davanti a cotanto coraggio!

E secondo me, oltre al degrado che la coppia Pippadakis-Cazzeron ha portato nella Danza, c’è un’ulteriore considerazione sul fatto di come si possa far abbassare appositamente il livello tecnico di una coppia per adeguarsi alle carenze di uno dei due componenti. Io penso, infatti, che lui non sia scarso, anzi credo che sia molto bravo, ma ha dovuto limitarsi perché lei non sarebbe mai stata in grado di seguirlo. Il problema è che, a furia di mettere da parte le proprie qualità, si arriva al punto che queste vengano perdute definitivamente, ed è quello che sono convinto sia successo a Cizeron (torno per un momento al nome vero in omaggio alle sue qualità che una volta pur esistevano). Ormai, non ricorda più nemmeno lui come andare più veloce, come fare sollevamenti “veri” e non le ridicole pose da “portantino” di una pattinatrice che quando è in aria sta ferma come un pezzo di legno ghiacciato (ovviamente) perché non è tecnicamente in grado di fare evoluzioni. E infine, la lentezza esasperante, sempre più lenti, sempre più lenti, sempre più lenti. E gli “intellettuali” del pattinaggio che si eccitano e sbrodolano davanti a tutto questo. Ma mandarli a cacare, no?

 

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Il 4/1/2024 Alle 22:29, Kamilo ha scritto:

Interrompo per un solo attimo la sequenza dei miei interventi sull’obbrobrio del Grand Prix 2023 per un paio di considerazioni sul commento di Astor a proposito della Danza.

Comincio dal filmato degli statunitensi Meryl Davis e Charlie White, che non sono i miei preferiti nella storia di questa specialità (Maya Usova nel mio cuore in coppia con Alexander Zhulin; Tessa Virtue e Scott Moir i migliori di sempre senza paragoni e con i più difficili elementi tecnici e sollevamenti mai visti), ma sono di caratura tecnica e spettacolare ai più alti livelli. In questo programma Libero dei Mondiali 2012 mi piace far notare due cose. Al minuto 2’45” c’è un sollevamento, con clamorosa “spaccata” di Meryl in aria, che se lo facesse Gabriella Papadakis la dovrebbero raccogliere col cucchiaino dal ghiaccio. Al minuto, poi, 3’07” c’è un’entrata a velocità supersonica e con saltello iniziale nei Twizzles, eseguiti senza rallentare un attimo e restando vicinissimi.

...


Kamilo, vado velocissimo e ti dico che sono d'accordo su tutto.
Compreso il fatto che Cizeron si sia dovuto "abbassare" al livello della Papadakis, che se no probabilmente ci avrebbe potuto dare ben di meglio.
Cosa che mi ricorda peraltro Katsalapov che si è dovuto "abbassare" al livello della Sinitsina (e meno male che quest'ultima è cresciuta un pò rispetto agli inizi della coppia), e mi piange sempre il cuore quando penso cosa avrebbe potuto fare se avesse continuato con la Ilinykh (forse anche risparmiarci il dominio del pattinaggio melenso "alla P/C"?).

Ovviamente sono pure d'accordissimo sull'ultima "esortazione", che però estendo non solo agli "intellettuali", ma pure ai giudici, perchè è questo che mi sconvolge di più: ma costoro, questi giudici, da quanto tempo è che giudicano, anzi da quanto tempo è che semplicemente seguono la Danza?
Perchè basta confrontare i campioni VERI anche di solo 5-10 anni fa per vedere una differenza abissale in qualità con ciò che oggi viene premiato come se fosse il "top", addirittura con record di punteggi a ripetizione, a livelli ridicoli.
Perchè mica mi verranno a dire che i francesi fanno una Danza migliore (e da premiare così tanto di più) di Hubbell/Donohue, Chock/Bates o Guignard/Fabbri, eh?

Ah, è vero, dimenticavo ... Fabrizio Pedrazzini è Technical Specialist.
Forse non dovrei farmi troppe illusioni su chicchessia solo perchè quello fa o ha fatto parte di un panel giudicante ...
 

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Cattivissimo Astor! Così mi fai male e fai male a tutti quelli che amano il pattinaggio artistico su ghiaccio. E sì, perché se ci sbatti in faccia pure la bellissima fuoriclasse Elena Ilinykh, beh, dillo subito che ci vuoi far morire e la chiudiamo qua! Anche questo ricordo, purtroppo, fa parte degli innumerevoli misfatti della storia della Danza, ma vado con ordine.

Il riferimento di Astor ai giudici da includere fra i destinatari del mio invito ad andare di corpo è giustissimo. Vorrei solo precisare che non li avevo dimenticati, avevo intenzione dedicare a loro un pensiero speciale e di classificarli in una categoria particolare, che considero la più colpevole di tutte nel degrado della Danza, perché loro avrebbero il potere di mantenerla ai più alti livelli tecnici e spettacolari, ma hanno sempre avuto un comportamento “mafioso” che si esprime in due modi, e qui cerco di spiegare bene.

Nella Danza non è mai successo che una coppia irrompesse sulla scena e facesse saltare il banco. Le giurie di ogni tempo, davanti a una coppia che portava sul ghiaccio qualcosa di nuovo e dimostrava di essere più brava di tutti, “frenava” e imponeva un percorso lento e frustrante: si parte dal basso, voti “controllati” in modo da non disturbare le coppie già conosciute e obbligo di piazzamento medio. Poco alla volta, i voti si alzavano, ma il passaggio decisivo avveniva soltanto quando le coppie vincitrici fino a quel momento decidevano di ritirarsi, così “si scalavano” automaticamente posizioni. E’ avvenuto per tutti e l’esempio più clamoroso del passato è quello dei fratelli Isabelle e Paul Duchesnay, che portarono la Danza in una dimensione futura e furono massacrati alla loro prima apparizione, per poi arrivare lentamente al titolo mondiale, ecco la loro sequenza nei 6 mondiali disputati: dodicesimi, noni, sesti, terzi, secondi e finalmente primi nel 1991. Ma questo percorso è stato lo stesso anche per tante altre coppie, anche di differente valore, dovevano comunque seguire la trafila, mai un salto di qualità. In tutti gli sport, che ci siano o no i giudici, si è sempre verificata almeno una volta la sorpresa di un atleta o una squadra che abbiano sconvolto i pronostici e le classifiche, nella Danza su ghiaccio no.

E questo sistema è stato adoperato anche nella classifica “parziale” per nazione. Se c’è la coppia di una nazione che sta ai primi posti e arriva una seconda coppia della stessa nazione che dimostra di essere più brava della prima, beh, non c’è possibilità che la scavalchi. I giudici danno i voti più alti alla prima e penalizzano la seconda. E’ sistematico. Solo quando la prima coppia si ritira, la seconda ha il via libera e, magicamente, i voti diventano più alti. Non siamo nemmeno all’ufficio del catasto, ma peggio, c’è la volontà precisa di imporre una volontà superiore, una “disciplina” specifica della Danza. Se i giudici lo fanno perché c’è un indirizzo politico superiore, che risale forzatamente alla Federazione mondiale, o perché sono loro stessi ad averlo creato, il risultato non cambia: devi aspettare il tuo turno! E non c’è nemmeno la possibilità di avere due coppie della stessa nazione una dietro l’altra, è così “scientifico” il comportamento dei giudici che la seconda coppia della stessa nazione viene giudicata con voti così bassi da relegarla ad almeno 2-3 posizioni dietro la prima, in modo che ci sia una varietà di bandiere nei primi posti e che ci sia una apposita alternanza man mano che si va più giù in classifica.

L’altro modo “mafioso” è quello di portare avanti un particolare modello di Danza, ed è il caso specifico di Pippadakis-Cazzeron, ma questa volontà è ancora più grave perché non può essere una iniziativa dei giudici, ma deve arrivare obbligatoriamente dall’alto ed è legata alla forza politica di una nazione o alla volontà di danneggiare un’altra nazione. Perché non è possibile che giganti della tecnica e dello spettacolo come Tessa Virtue e Scott Moir debbano rischiare di perdere l’oro olimpico nel 2018 a danno di Papadakis-Cizeron (ci metto i veri nomi per avere il riferimento esatto a quel mancato scandalo) e che i pochi punti di differenza finale siano dovuti a una penalizzazione della Papadakis per la perdita di un pezzo del costume (come previsto dal regolamento), siamo alla totale follia. E non è possibile che le difficoltà tecniche di una coppia come Hubbell-Donohue siano ignorate dalle giurie a vantaggio della nullità tecnica di Pippadakis-Cazzeron, ma davvero stiamo a questo punto e lo dobbiamo considerare normale?

In proposito, vorrei far notare la qualità di Madison Hubbell che, con un fisico più pesante delle altre pattinatrici, riesce a fare sollevamenti di difficoltà estrema con posizioni impossibili, tanto da considerarla da parte mia, su questo particolare aspetto, superiore addirittura a Tessa Virtue che in materia di sollevamenti è la più brava di tutta la storia della Danza. E Hubbell-Donohue sono fra i pattinatori più penalizzati di ogni tempo dalle giurie.

Quindi, i giudici meritano un posto d’onore in prima fila nella schiera di quelli che meritano di essere mandati a cacare. E spero di aver soddisfatto Astor su questo punto.

Ma chiudo con un riferimento più nobile, alla bellezza di questo sport e, nel caso particolare, della Ilinikh. Faccio presente che lei avrebbe meritato almeno un titolo mondiale e che le è stato tolto, almeno stavolta, non dalle giurie, ma da quel buffone di Katsalapov. Lui, abituato a comportarsi da sborrone e a considerarsi il più forte e il più bello, ha sempre sofferto il fatto che Ilinikh fosse più brava, avesse più classe e attirasse l’attenzione degli spettatori da tutti i punti di vista. E nel 2014, ai Mondiali di Saitama, fu lui a rovinare tutto con un errore gravissimo nel programma Corto. Il miglior programma Libero, poi, non bastò per andare sul podio, quarto posto, ma con quei punti mancati per quell’errore da principiante avrebbero vinto per distacco il titolo iridato. E, ancora più paradossale, ma perfettamente logico, è stato lui a voler rompere la coppia, per scegliersi una partner meno brava che non gli facesse ombra, la Sinitsina appunto, avendolo annunciato addirittura prima dei Mondiali di Saitama. Quindi, lui fa l’annuncio e poi è proprio lui a sbagliare buttando al vento l’oro.

Insomma, gloria imperitura a Elena Ilinikh, che ricordo con un episodio finale da emozioni “grandi rischi”. Nel Gala dei Mondiali 2015, nei quali ha gareggiato in coppia con Ruslan Zhiganshin, partecipa all’esibizione di Ge Misha, funambolico e divertente pattinatore russo in gara per l’Uzbekistan. Ge Misha, a un certo punto, si sdraia di schiena sul ghiaccio, Ilinikh si avvicina dalla parte dei piedi, allarga le gambe e gli passa sopra agitando la gonna, per poi superarlo dopo essergli passata sopra la testa. Ero lì e ricordo ancora gli spettatori cinesi con il loro “ooooooohhhhh!” fra lo stupore e il divertimento. Per fortuna, nessun infarto, a cominciare da Ge Misha!

Perciò, quando parliamo di bellezza e personalità, sappiamo cosa abbiamo perso con l’addio di Ilinikh.

 

 

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Riprendo il discorso sul Grand Prix 2023 e punto sull’argomento secondo me più importante, l’individuale femminile, perché è qui che si palesano le maggiori contraddizioni di questo particolare momento del pattinaggio artistico su ghiaccio. Nell’articolo il cui link è stato postato da Astor si sostiene che si sta falsando la storia di questo sport, il che è assolutamente vero. Il problema ancora più grande è che i mezzi di comunicazione, pur facendo menzione della situazione e del fatto che le russe non possono partecipare alle gare, danno un’idea diversa da quello che sta effettivamente accadendo.

Un riferimento importante è quello che è stato detto su Eurosport, in occasione delle Finali del Grand Prix, a dicembre a Pechino, dal telecronista Massimiliano Ambesi. Lo spunto è dato dal fatto che la giapponese Kaori Sakamoto, vincitrice delle Finali, potrebbe conquistare il terzo titolo iridato consecutivo nei Mondiali che si disputeranno a marzo a Montreal.

Ecco il testo di quanto detto da Ambesi su Sakamoto:

Alla fine un obbiettivo può essere quello di vincere il terzo titolo iridato consecutivo. Per trovare qualcosa del genere bisogna tornare indietro di non so quanti decenni, metà del secolo scorso o giù di lì. Il che vuol dire che le Asada, le Kim, tre titoli iridati consecutivi non li hanno mai conquistati. Dopodiché, è vero che mancano le russe, ma oggi Sakamoto da quali russe eleggibili senior in salute può perdere? Petrosjan. Io personalmente non sono convinto che Murayeva sia meglio di Sakamoto in una gara internazionale. E altre non ce ne sono competitive a livello senior contro Sakamoto, contro le altre è un altro discorso. Schcherbakova è ferma ai box, non sappiamo cosa farà, Tuktamysheva si è fermata, anche lei vedremo cosa farà. Tuktamysheva anni ne ha 27 a dicembre, cominciano a diventare tantini. Valieva vive un momento un po’ particolare, e poi comunque ha ancora un processo per doping ancora aperto. Akateva non è ancora eleggibile, comunque è infortunata, potrebbe diventarlo più avanti nel quadriennio olimpico”.

E qui davvero non ci troviamo più. Punto primo: lasciamo stare per un attimo il discorso se le russe, nel caso potessero partecipare, sarebbero in grado o no di battere Sakamoto, ci torniamo subito dopo, ma è mai possibile mettere a paragone le mancate tre vittorie consecutive di Asada e Kim Yuna con la possibile tripletta di Sakamoto? L’errore clamoroso di Ambesi è già in partenza. Quali erano le avversarie di Asada e Kim Yuna e quali sono le avversarie di Sakamoto? E’ tutta lì la differenza fondamentale che falsa tutto il ragionamento. A parte il fatto che Asada tre titoli mondiali li ha vinti, sia pure non consecutivi, ma il livello tecnico di quegli anni è infinitamente superiore a quello attuale.

 

Così, tanto per capirci, ecco dal 2007 al 2014, gli anni di Asada e Kim Yuna, i podi dei Mondiali (e faccio grazia delle altre atlete di alto livello).

2007: 1. Miki Ando; 2. Mao Asada; 3. Kim Yuna.

2008: 1. Mao Asada; 2. Carolina Kostner; 3. Kim Yuna.

2009: 1. Kim Yuna; 2. Joannie Rochette; 3. Miki Ando.

2010: 1. Mao Asada; 2. Kim Yuna; 3. Laura Lepisto.

2011: 1. Miki Ando; 2. Kim Yuna; 3. Carolina Kostner.

2012: 1. Carolina Kostner; 2. Alena Leonova; 3. Akiko Suzuki.

2013: 1. Kim Yuna; 2. Carolina Kostner; 3. Mao Asada.

2014: 1. Mao Asada; 2. Julja Lipnitskaja; 3. Carolina Kostner.

 

Magari possiamo considerare un po’ sottotono i Mondiali 2012 di Nizza perché Kim Yuna non partecipa, così come non è presente a quelli del 2014, dopo la delusione olimpica di Sochi per il furto dell’oro dato alla russa Sotnikova (che comunque avrebbe meritato l’argento, quindi di qualità eccelsa), ma in generale la lotta era durissima, visto che molti dimenticano Miki Ando, altra giapponese capace di vincere due Mondiali e di livello sicuramente superiore a Sakamoto.

Ora, non voglio nemmeno prendermi il fastidio di ricordare i podi dei due Mondiali vinti da Sakamoto perché c’è un limite a tutto, ma davvero si può sia pure lontanamente ipotizzare di mettere a paragone questi due periodi? Davvero si può “celebrare” una Sakamoto capace di vincere tre titoli mondiali consecutivi dicendo che “nemmeno Asada e Kim Yuna” ne sono state capaci? Non riesco a immaginare un’offesa peggiore alla suprema classe di queste due pattinatrici, in particolare di Kim Yuna che, a prescindere dalle nuove atlete russe capaci di fare i quadrupli per le quali si entra in un discorso nuovo (con la mia sorellina Kamila Valieva in grado di mostrare meraviglie), considero la più brava ed elegante di tutti i tempi. Ritengo tutto ciò estremamente offensivo per la classe di queste formidabili campionesse.

 

E adesso passiamo alla seconda parte delle considerazioni, quella che riguarda l’assenza delle russe e il fatto che, secondo Ambesi, ce ne sarebbe soltanto una in grado di lottare con la Sakamoto per la vittoria.

Per esaminare bene la questione preferisco sottoporre prima di tutto un altro commento, di Marika Poli e Massimiliano Ambesi, sempre nelle trasmissioni Eurosport per le Finali del Grand Prix, in modo da avere un quadro completo e definitivo di come venga giudicata la situazione.

Poli “In campo femminile, purtroppo o per fortuna, il fatto di aver alzato l’età minima per accedere alla categoria senior ha fatto sì che molte russe forti non possono accedere alle gare senior”.

Ambesi“Sì, fermo restando che in questo momento russe veramente competitive in ambito senior ce n’è una di sicuro e un’altra da valutare. Lì ci fermiamo visto che tante protagoniste del passato sono ferme per infortunio, qualcuna ha deciso di smettere. E’ chiaro che la situazione è difficile per i pattinatori russi visto che al momento non c’è uno sbocco internazionale. Il pattinaggio è fatto anche di grandi sacrifici, riguardano l’allenamento, l’alimentazione, tante cose e nel momento in cui non hai la motivazione per alzare l’asticella ti puoi anche fermare, vedi Trusova per esempio, che è il caso più eclatante. Anche Eliza Tuktamysheva ha deciso di prendersi un anno sabbatico, però inizia ad avere un’età per cui è difficile tornare a competere ad alto livello. La campionessa olimpica Anna Shscherbakova è impegnata in gare e spettacoli ma con una preparazione assolutamente diversa da quella di chi pratica l’agonismo. Tra l’altro, ci sono stati problemi fisici per lei durante l’estate, per cui ha recuperato ma è indirizzata verso un altro versante”.

Piccola parentesi per Marika Poli: cosa vuol dire con “purtroppo o per fortuna”? Il fatto che molte russe non possono accedere alla categoria senior perché sono cambiate le regole relative all’età può essere considerato una “fortuna”? E’ un lapsus freudiano quello che fa dire, praticamente, che è più facile vincere senza le russe? E il “purtroppo” dovremmo considerarlo anch’esso come un lapsus freudiano perché ci si rende conto che lo spettacolo e il livello tecnico sprofondano? Troppo Freud forse fa venire a galla la verità!

 

Comunque, andiamo alla sostanza. Ambesi, nei due interventi che ho riportato, fa notare che l’assenza delle russe non inficia il valore delle vittorie della Sakamoto, che c’è una sola russa in grado eventualmente di poterla battere. Sono considerazioni fuorvianti per due motivi: si sostiene che atlete come Shscherbakova e Trusova sono fuori attività, ma non si dice che potrebbero essere in gara se non ci fosse il divieto dell’Isu; si sostiene che c’è una sola russa in grado di battere Sakamoto quando i punteggi delle gare dicono il contrario e anche se, come sostiene Ambesi, le giurie russe danno voti più alti alle loro atlete nelle gare nazionali, non si tiene conto degli elementi effettivamente portati a termine. E allora, cerco di approfondire.

Mettiamo da parte Kamila Valieva che è in attesa della decisione del Tas sulla sua squalifica, decisione prevista a fine gennaio, ci torneremo a tempo debito. Ma Shscherbakova e Trusova non si sono allontanate dalle gare, almeno momentaneamente, perché sono stanche o hanno deciso di dedicarsi ad altro, sono state COSTRETTE a farlo perché l’Isu ha deciso così e per loro non ha alcun senso continuare a fare solo gare nazionali dopo aver preso oro e argento all’Olimpiade. Se Sakamoto non le ha come avversarie è perché l’Isu ha deciso così, quindi non si può sostenere che, “se le russe potessero gareggiare”, non ce ne sarebbero abbastanza forti da impensierirla. Se le russe potessero gareggiare, Shscherbakova e Trusova non si sarebbero dedicate ad altro e starebbero adesso in prima fila a dare distacchi da paura nei punteggi alla Sakamoto!

 

E passiamo alle russe che stanno continuando a gareggiare. Ambesi dice che Petrosyan è l’unica in grado di battere Sakamoto, non giudica Muravyeva capace di fare altrettanto. Inoltre, anche se Muravyeva ottiene punteggi più alti della Sakamoto, non potrebbe ottenerne simili dalle giurie internazionali. E allora, partiamo da una constatazione fondamentale. Petrosyan e Muravyeva eseguono programmi con quadrupli (Petrosyan) e tripli Axel (Muravyeva), che hanno determinati valori di base. Se li eseguono bene, anche il grado di esecuzione (Goe) arriva di conseguenza. Lasciando da parte per il momento i Components, vediamo i programmi dei salti delle due russe senior nei Campionati Nazionali e quello della Sakamoto nella Finale del Grand Prix. Eccoli.

 

Adelia Petrosyan (5 giugno 2007), 16 anni: cade sul quadruplo Flip iniziale (meno 5, penalizzazione massima, di Goe), quadruplo Toeloop, combinazione quadruplo Toeloop-doppio Toeloop, triplo Rittberger (questi tre salti con Goe 2 e 3), sequenza triplo Lutz-doppio Axel-doppio Axel, combinazione triplo Flip-triplo Toeloop, triplo Flip (anche questi tre salti con Goe 2 e 3); 94,01 tecnico, 74,46 components, 167,47 libero, 246,53 totale.

 

Sofia Muravyeva (4 agosto 2006), 17 anni: combinazione triplo Axel-doppio Toeloop (Goe 2), triplo Flip, triplo Salchow, triplo Rittberger (tre salti con Goe 3), combinazione triplo Lutz-triplo Toeloop, sequenza triplo Flip-doppio Axel-doppio Axel (per entrambi Goe 2), triplo Lutz (Goe 3); 86,50 tecnico, 74,57 components, 161,07 libero, 239,40 totale.

 

Kaori Sakamoto (9 aprile 2000), 23 anni: doppio Axel (Goe 4), triplo Lutz (Goe 3), triplo Salchow (Goe 3), triplo Flip (Goe da meno 3 a meno 5), combinazione triplo Flip-triplo Toeloop (Goe 3; di valore base leggermente inferiore al triplo Lutz-triplo Toeloop della Muravyeva), combinazione doppio Axel-triplo Toeloop-doppio Toeloop (Goe 2 e 3), triplo Rittberger-doppio Toeloop (Goe 2 e 3); 75,04 tecnico, 73,31 components, 148,35 libero, 225,70 totale.

 

Cominciamo dal grado di esecuzione. Chiunque può osservare, su internet, le prove delle due russe e constatare se il Goe, che non supera mai il 3 e ha molti 2, possa essere considerato corretto o se i giudici “nazionali” abbiano pompato il voto per Petrosyan e Muravyeva. Credo che un osservatore onesto non possa far altro che riconoscere la bontà dei salti delle russe. In ogni caso, una giuria che non va mai oltre il 3 nel Goe non vedo come si possa definire “di parte”.

Guardiamo i programmi.

Petrosyan: tre quadrupli, cinque tripli, due doppi Axel e un solo doppio “semplice” col Toeloop ma che fa seguito al quadruplo Toeloop nella combinazione.

Muravyeva: otto tripli, fra cui un Axel, due doppi Axel e un solo doppio “semplice” col Toeloop ma che fa seguito al triplo Axel.

Sakamoto: sette tripli, due doppi Axel, due doppi Toeloop.

 

E allora, davvero si possono comparare questi programmi e dire che, oltre alla Petrosyan nettamente di altro livello, la Muravyeva non è superiore alla Sakamoto? Abbiamo distacchi di almeno 11 punti nel tecnico del programma libero, cui si deve aggiungere il distacco nel Corto, come si può ipotizzare una vittoria di Sakamoto contro queste due russe? Vogliamo dire che le giurie nazionali hanno alzato il punteggio dei Components per le russe? Bene, mettiamo che sia così. Affinché Sakamoto riesca a batterle bisognerebbe che il punteggio dei Components di Petrosyan e Muravyeva nel programma libero scendesse di almeno 12 punti! Vale a dire che dovrebbero prendere non più di 62! Insomma, al livello di una Hendrickx o di una Pinzarrone, con tutto il rispetto. Stiamo scherzando?

La realtà vera, e non quella virtuale immaginata da Ambesi, è che le russe staccherebbero Sakamoto in maniera netta, che ci siano giurie nazionali o internazionali. Inoltre, pur con tutti i problemi che ha avuto, se Valieva potesse gareggiare, anche con un solo quadruplo lascerebbe Sakamoto ad almeno 20 punti dietro. Infine, ripeto, senza l’imposizione dell’Isu di vietare le gare alla Russia e alla Bielorussia, campionesse come Shscherbakova e Trusova non si sarebbero prese una pausa (oltre alla Tuktamysheva che potrebbe aver deciso di smettere del tutto) ma avrebbero lasciato Sakamoto ad almeno 30 punti di distanza.

E’ mai possibile che si cerchi ancora di spacciare per veri campioni e campionesse atleti che con la presenza dei russi e delle russe guarderebbero il podio col binocolo?

Ma poi, per concludere, troviamo l’ennesima contraddizione, ancora di Ambesi che, in presentazione degli Europei di Kaunas, ha un sussulto e dice una cosa assolutamente vera e giusta a proposito dell’individuale femminile.

Ecco, testuale, il suo intervento in telecronaca su Eurosport: “Il livello della gara femminile, lo possiamo dire senza offendere nessuno, è il più basso nella storia degli Europei, quantomeno da quando sono vivo io o da quando riesco a seguire gli Europei, siamo arrivati a una quarantina di anni, io non ho mai visto una gara di livello così basso”.

Serve aggiungere altro?

 

 

 

 

Modificato da Kamilo

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Ambesi non è uno stupido, nè un totale incompetente.

Il suo primo guaio "storico" è il suo ENORME ego, che fa sì che ascolti troppo sè stesso, sopravvalutandosi e apparentemente non prendendo mai in considerazione il fatto di potersi sbagliare. Se poi  crede di avere dei "numeri oggettivi" a suo favore, da grande appassionato delle "statistiche" qual'è (cosa che lo aiuta parecchio nel commento sul biathlon e non lo aiuta affatto negli altri sport che commenta) si appunta su quelli e tralascia tutto il resto (il suo repentino "voltafaccia", in 24 ore e "causa numeri", sul merito della Sotnikova per l'oro di Sochi è già rimasto negli annali delle polemiche sul pattinaggio).

Il secondo guaio è che però anche sui numeri non è sempre coerente, non li va sempre a verificare. Questo è almeno ciò che ho riscontrato discutendo con lui sui social.

Il terzo guaio è l'essere felicemente inserito in un sistema dei media dove, pur atteggiandosi a fare quello "che non ha peli sulla lingua", in realtà mi pare estremamente cauto a non pestare troppi piedi, meglio se riesce a non pestarne alcuno, soprattutto di quelli che hanno "un certo peso".
Se sei un "misero appassionato" che discute con lui, può facilmente essere sferzante, sprezzante e minaccioso, ci sono ormai decine di persone sui social che hanno imparato a conoscere questo suo "simpatico" aspetto.
Se sei qualcuno "dell'ambiente", invece, ho tutta l'impressione che ci vada MOLTO più cauto.

Metti assieme queste tre cose e vedi che i suoi giudizi possono diventare facilmente incoerenti.

Da una parte, non essendo nè stupido nè incompetente, è chiaro che proprio FAR FINTA che "tutto va ben, madama la marchesa" nel pattinaggio di figura di oggi, soprattutto nel singolo femminile!, non ce la può e credo non lo voglia fare.
Non siamo al  "dinamico duo" Secondini/Pedrazzini ed ai loro "straordinario/magico" basta che ci sia qualcuno che riesca a fare un 3Lz.

En passant, avendo seguito un pò gli Europei, sono preoccupato per la Bianconi, che invece di "bianconizzare" la Secondini (come sembrava aver tentato di fare per tanti anni) sembra essere stata in parte "secondinizzata": frivolezze, giudizi superficiali, entusiasmi "da tifosa" oltre il consueto e quasi oltre l'accettabile, IMHO.
La peggior Bianconi che io ricordi (e io ho una storica "venerazione" per la Bianconi commentatrice!).
Spero che sia stato solo un momento di "scarsa forma".

Tornando ad Ambesi, se alla fine riconosce che "il livello della gara femminile è il più basso nella storia degli Europei" (e ci mancherebbe, con la pur decente vincitrice che fa segnare 213 punti, mentre fino a quando c'erano le russe si viaggiava, e non con una sola pattinatrice, tra i 230 e quasi i 260, per quest'ultimo vedi Valieva a Tallinn 2022, non con le "giurie russe dei Nazionali"!) dall'altra deve/vuole far passare il concetto che "vale la pena continuare a guardare il pattinaggio di figura, c'è abbastanza competizione a livello mondiale e worldwide il livello è ancora alto, anche senza russi".

In questo modo non si mette in urto con la "vulgata establishment" che tende a sminuire il fatto che con l'esclusione dei russi stiamo assistendo a manifestazioni DI SERIE B, singolo maschile a parte e in misura minore per la Danza (che però è "fottuta", anzi "baisée" :D,  per i noti motivi legati ad una sola coppia, che ha un tale appoggio politico/mediatico che addirittura l'hanno fatta partecipare al Gala di Kaunas anche se non aveva gareggiato! :stupito: ).

E, altra cosa di non piccola importanza, tenere "alta" l'immagine dell'attuale figure skating può aiutare anche lui a "portare a casa la pagnotta" come commentatore professionista, chiamalo scemo ... :asd:

Ma sul confronto Sakamoto/russe, questo è un classico caso che dimostra che non sempre approfondisce neppure i suoi adorati "numeri" e/o che a volte li interpreta "allegramente" e secondo la convenienza del caso e del momento.
Le tue considerazioni "numeriche" lo dimostrano a sufficienza, e io su questi numeri e sulle tue considerazioni, che mi trovano pienamente d'accordo, non ho altro da aggiungere.

Si badi: "storicamente" Ambesi è sempre stato "filo-russo" sul singolo femminile, al punto di essere detestato da molti sui social (ovvero da quelli, tanti anzi troppi, del filone "la Tutberizde non ha mai insegnato alle sue bambine-intercambiabili a saltare bene, e infatti tutte saltano male e le giurie fanno finta di niente").
Lascio a voi ipotizzare se il suo essere "filo-pattinatrici-russe" era per convinzione o era per "cavalcare l'onda vincente" di quegli anni.
Io spero sinceramente che fosse per convinzione, e in fondo lo credo (per esempio, quando qualche anno fa diceva che "Valieva ha il pacchetto completo", tecnico e interpretativo, diceva semplicemente la verità).

Ma voglio concludere non parlando di commentatori, ma rifacendoci gli occhi, visto che ne abbiamo parlato da poco, con la meravigliosa Elena Ilinykh e quel tontolone del suo (ex) partner.

Qui è quando ogni essere senziente e raziocinante su questa Terra, uomo, donna, trans o animale domestico, ha cominciato ad innamorarsi di loro, predicendo loro un futuro al vertice assoluto:

 


 

 

E qui siamo, solo tre stagioni dopo, alla vigilia del "grande disastro", la separazione della coppia:
 

 

 


Coppia che si dividerà dopo aver qui vinto, un mese prima, il bronzo olimpico a Sochi alle spalle solo di due coppie di danza gigantesche, Davis/White e Virtue/Moir, delle quali (secondo aspettative diffuse) sarebbero stati i logici e meritevoli successori negli anni seguenti, salvandoci probabilmente anche dalla "Peste Papadakis-Cizeron" (la peggiore dal 1346 ...).


Che tristezza ... :cray:

Me lo dico io stesso: "Infandum, regina, iubes renovare dolorem" ...


 

 

604full-elena-ilinykh.jpg

 

 

 

 

 

 

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E mentre aspettiamo la decisione del Tas (il Tribunale arbitrale dello sport, a Losanna) sul caso Valieva, annunciato per la fine di gennaio, vale la pena far notare un altro paio di cose sugli Europei da poco conclusi a Kaunas.

La prima è una segnalazione su un commento di Arianna Secondini, su Raisport, nel singolo Donne. Ecco la sua presentazione della belga Leona Hendrickx: “Hendrickx seconda nel ranking mondiale, alle spalle solo della grandiosa Kaori Sakamoto”.

La “grandiosa” Sakamoto? Adesso è diventata “grandiosa”? Ma davvero siamo arrivati a questo punto? Tanto vale cancellare tutte le vere campionesse di tutta la storia del pattinaggio artistico su ghiaccio, perché non possono continuare a essere offese da questi commenti!

 

La seconda cosa interessante è un aggiornamento sui russi “emigrati” ai quali basta cambiare bandiera per essere considerati soggetti “sani” e non “portatori del virus Putin”. La barzelletta continua, ricordando comunque che i tecnici russi non hanno bisogno di cambiare nazione, loro sono autorizzati a partecipare, rendendo ancora più ridicola la situazione. Dopo i 24 russi ai Mondiali eccone 24 agli Europei di Kaunas. Come al solito ho preparato la lista, con la nazione che rappresentano fra parentesi e poi la città di nascita, ovviamente in Russia.

 

EUROPEI KAUNAS 2024    24 RUSSI

 

UOMINI 7

Georgii Reshtenko (R. Ceka) San Pietroburgo

Nikita Starostin (Germania) San Pietroburgo

Vladimir Samoilov (Polonia) Mosca

Makar Suntsev (Finlandia) Perm

Vladimir Litvintsev (Azerbaijan) Ukhta

Fedor Chitipakhovian (Armenia) San Pietroburgo

Aleksandr Vlasenko (Ungheria) Tiumen

 

DONNE 4

Anastasiia Gubanova (Georgia) Togliatti

Mariia Seniuk (Israele) Mosca

Ekaterina Kurakova (Polonia) Mosca

Antonina Dubinina (Serbia) Mosca

 

COPPIE 8

Anastasiia Metelkina (Georgia) Vladimir

Luka Berulava (Georgia) Mosca

Nikita Volodin (Germania) San Pietroburgo

Maria Pavlova (Ungheria) Mosca

Alexei Sviatchenko (Ungheria) San Pietroburgo

Daria Danilova (Olanda) Mosca

Ioulia Chtchetinina (Polonia) Nizhny Novgorod

Pavel Kovalev (Francia) San Pietroburgo

 

DANZA 5

Evgeniia Lopareva (Francia) Mosca

Gleb Smolkin (Georgia) San Pietroburgo

Asaf Kazimov (Spagna) San Pietroburgo

Nikita Lysak (Slovacchia) Klin

Mariia Ignateva (Ungheria) Ekaterinburg

 

Infine, una rivisitazione particolare del Grand Prix 2023, che avevo già annunciato. Mi riferisco alla splendida prova del francese Kevin Aymoz, allenato dall’italiana Silvia Fontana, che ha presentato il Bolero di Ravel nel programma libero.

Il Bolero è una musica particolare, semplice nella struttura, ripetitiva fino all’ossessione, ma di straordinario coinvolgimento emotivo, con un crescendo travolgente, non facile da interpretare nel pattinaggio artistico, anche se ci sono precedenti illustri in tal senso.

Il primo impatto fu la famosa prova dei britannici Jayne Torvill e Christopher Dean, oro all’Olimpiade 1984 a Sarajevo, nel Libero della Danza, con tutti i giudici che assegnarono loro il voto massimo, 6, secondo le regole del tempo. Quella performance fu così emozionante che la musica del Bolero diventò quasi “sacra”, tanto che, per quanto ricordi, nessuno osò sceglierla per molti anni, fino a che ci provò Eugenji Plushenko nel Corto della stagione 2000-2001 che per lui si concluse con le vittorie nei Mondiali, negli Europei e nelle Finali del Grand Prix.

 

Ecco comunque l’elenco di tutti quelli che ricordo hanno scelto il Bolero, credo sia completo, a meno che non ci sia il contributo di qualcuno che ricordi altri pattinatori e pattinatrici che l’abbiano eseguito.

 

Jayne Torvill-Christopher Dean - Libero Olimpiade 1984 https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&q=torvill+dean+bolero+youtube#fpstate=ive&vld=cid:d58ddbb5,vid:Til6Pv3NgCI,st:0

 

Eugenji Plushenko - Corto 2000-2001 https://www.google.com/search?q=plushenko+bolero+youtube&client=firefox-b-d&sca_esv=601771759&ei=GfqzZev0GaTOxc8PyKymyAQ&ved=0ahUKEwir5dnX1_uDAxUkZ_EDHUiWCUkQ4dUDCBA&uact=5&oq=plushenko+bolero+youtube&gs_lp=Egxnd3Mtd2l6LXNlcnAiGHBsdXNoZW5rbyBib2xlcm8geW91dHViZTIIECEYoAEYwwRImx9QpglYhRtwAXgBkAEAmAGqAaABpgmqAQMxLji4AQPIAQD4AQHCAgoQABhHGNYEGLADwgIGEAAYBxgewgIIEAAYCBgHGB7CAggQABgFGAcYHsICCBAAGIAEGKIE4gMEGAAgQYgGAZAGBA&sclient=gws-wiz-serp#fpstate=ive&vld=cid:078619d2,vid:2nSfTiaWZg0,st:0

 

 

Adelina Sotnikova - Corto 2011-2012  https://www.youtube.com/watch?v=9DGm_4prb0M

 

Carolina Kostner - Libero 2012-2013 https://www.youtube.com/watch?v=7a1pjiFs4HE

 

Elizaveta Tuktamysheva - Corto 2014-2015 https://www.youtube.com/watch?v=fl0PmK08xSc

 

Kamila Valieva - Libero 2021-2022 https://www.youtube.com/watch?v=Mf_aBzjFZ7Q

 

Shoma Uno - Libero 2021-2022 https://www.youtube.com/watch?v=XjEEBgVKpU8

 

Kevin Aymoz - Libero 2023-2024 https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=YBGFVemsQWc&embeds_referring_euri=https%3A%2F%2Fwww.fgsk8.com%2F&feature=emb_imp_woyt

 

Mana Kawabe – Libero 2023-2024 https://www.youtube.com/watch?v=XoWGMyuHmlE

 

In effetti, la musica del Bolero, oltre a essere già famosa di suo, diventò molto popolare già prima di Torvill-Dean, nel 1981, grazie a un film del registra francese Claude Lelouch, che nella versione italiana si intitola proprio Bolero (quello originale francese è “Les uns et les autres”, L’uno e l’altro), che asseconda comunque il tema del racconto: personaggi degli anni del nazismo e attuali, genitori e figli, interpretati dagli stessi attori, con una ripetizione in “stile Bolero” che si conclude proprio con un memorabile balletto con questa musica, interpretato da Jorge Donn, vero ballerino argentino di madre russa, e con la fenomenale coreografia di Maurice Bejart.

Proprio quel film contribuì a creare l’immagine del Bolero legato soprattutto a un protagonista uomo, tant’è che, a parte la coppia Torvill-Dean, il primo a cimentarsi, dopo tanti anni, fu Plushenko. Per vedere la prima donna scegliere questa musica bisognò aspettare altri dieci anni, con la russa Sotnikova.

 

Eppure, e qui sta un bel paradosso, il Bolero fu composto da Maurice Ravel per una protagonista donna. Anzi, fu una celebre danzatrice classica, la russa Ida Rubinstejn, che chiese a Ravel di creare appositamente una musica per lei. E’ la storia di una gitana che, in una taverna dell’Andalusia, comincia a danzare su un tavolo, con movenze che fanno eccitare gli uomini, che poco alla volta si avvicinano a lei e cominciano essi stessi a ballare, con un ritmo sempre più intenso e al tempo stesso violento, tanto che la donna, sopraffatta e senza più respiro, muore. La moderna coreografia di Bejart, in effetti, coglie proprio questo particolare aspetto. La prima rappresentazione del Bolero andò in scena il 22 novembre 1928 all’Opera di Parigi. Bejart ideò la sua versione nel 1961 e l’affidò a una donna, Dusanka Sifnios, jugoslava nata a  Skoplje (oggi Nord Macedonia). La prova con Jorge Donn, per esigenze cinematografiche, fu una parentesi maschile (prima di Bejart da ricordare Rudolf Nureyev, poi anche Roberto Bolle) nella lista di famose danzatrici che hanno portato in scena il Bolero coreografato da Bejart, come Luciana Savignano, Maya Plisetskaya, Sylvie Guillem.

 

Sul ghiaccio, ovviamente, e con un solo o una sola interprete, la rappresentazione presenta difficoltà coreografiche particolari, ad ogni modo rimane strano il fatto che si sia dovuto aspettare così tanto per avere una donna a scegliere questa musica bellissima e trascinante.

Di tutti quelli ricordati prima tiro fuori, come “corpo estraneo”, il giapponese Shoma Uno per due motivi: è l’unico che non ha la musica originale del Bolero (la Sotnikova ha la versione pianoforte e orchestra, comunque classica), ma una specie di remix elettronico che risulta “piatto”, uguale dall’inizio alla fine, il che non rende affatto l’idea del crescendo, che è fondamentale in questo brano; inoltre la sua coreografia si avvicina più all’immagine di un torero, addirittura con alcuni gesti che danno l’idea di chi sta infilzando le banderillas nel corpo del toro, secondo me una versione che non si adatta allo spirito della musica.

Restano Plushenko e Aymoz. Plushenko fa una bella prova, elegante, senza però particolari “punte”. Chi invece interpreta finalmente alla grande il Bolero è Aymoz, che asseconda la musica nel crescendo con movimenti via via più frenetici per arrivare a un finale sbalorditivo in cui è letteralmente scatenato e va a fermarsi davanti ai giudici quasi con atteggiamento di sfida. Non credo che, per la coreografia riferita a un uomo, il Bolero possa essere rappresentato meglio. Per me, un capolavoro.

 

Fra le donne, il discorso è un po’ diverso, perché alla dimostrazione di potenza si sostituisce quella di seduzione ed è questione delicata districarsi fra movimenti sfrontatamente provocatori e gesti che devono soltanto “evocare” la sensualità. Intanto, metto da parte la prova della giapponese Kawabe, forse un po’ “acerba” ma comunque con una coreografia interessante. Per quanto riguarda Sotnikova, la sua è secondo me una prova bellissima, ma poco “interpretativa”, nel senso che è una coreografia che non asseconda lo spirito sensuale della musica, anche se lei, in pista con un costume integrale rosso, dà comunque un’idea di “gitana provocatrice”. Rimangono Kostner, Tuktamysheva e Valieva. E qui mi rifaccio alla distinzione fra sfrontatezza ed evocazione. Moltissimi commentatori hanno sempre esaltato il Bolero della Kostner parlando di sensualità. Ma se si va a guardare bene quella prestazione, l’unico riferimento a questo modo di interpretare il Bolero, è una Kostner che “ancheggia” da ferma, quasi a voler richiamare l’attenzione sulla sensualità invece che farla risaltare senza indicarla. Il resto della coreografia è una normale prova sul ghiaccio con ulteriore richiamo all’ancheggiamento. A me dà solo una sensazione di freddo.

La Tuktamysheva, da questo punto di vista, è un po’ sulla linea della Kostner, ma ci sono differenze. La prima differenza è un elemento che non ha alcuna connessione con i movimenti del pattinaggio, ma ha una sua funzione inserito nel contesto: un bacio lanciato frontalmente con un dito dalle labbra, verso la telecamera o verso il pubblico, che, questo sì, dà l’idea di sensualità. Poi, anche Tuktamysheva sembra eccedere con i fianchi che ondeggiano, ma questi assecondano i movimenti di tutto il corpo che si lancia verso i salti o gli elementi coreografici, al contrario della Kostner nella cui prova appaiono totalmente slegati dal resto, oltre che eseguiti solamente da ferma. La sensazione è del tutto diversa e più aderente alla musica. L’unica pecca è che il Bolero della Tuktamysheva è eseguito nel Corto, il che priva l’esecuzione di uno sviluppo che è tanto più necessario quanto il brano musicale “ha bisogno” di avere una “storia completa”, con un crescendo che deve portare allo sfrenato finale. Resta comunque, a mio parere, quella della Tuktamysheva, una prova bellissima.

 

E arrivo a Kamila Valieva. Il suo Bolero mi appare come il più bello di tutti, il più eccitante e provocante. E capisco che, fatto da una ragazzina di 16 anni, si potrebbe prestare a malevoli interpretazioni, ma qui bisogna sottolineare una cosa importante: parliamo dei gesti, dei movimenti che assecondano la musica in una certa maniera e devono destare sensazioni non legate al corpo di chi la interpreta, perché è una interprete, una “attrice” dell’idea che il compositore voleva rappresentare, non è legata alla forma del corpo, all’altezza, alla bellezza o quant’altro, ma semplicemente all’interpretazione. In caso contrario, lasciamo il compito ai maniaci e buonanotte. E allora, cerco di spiegare perché ritengo il Bolero di Valieva semplicemente irraggiungibile.

Valieva, primo punto fondamentale, NON ANCHEGGIA MAI, non c’è un solo movimento del corpo che possa essere interpretato come volgare o come spudorata provocazione sessuale, in aperto contrasto con le versioni di Kostner e Tuktamysheva. Tutti i movimenti sono di mani e braccia, con il resto del corpo che “segue” questo andamento o è il punto finale del gesto, come quando Valieva porta le mani al petto e le riapre in segno di “offerta”. L’altro elemento importante è il ritmo dei gesti, che scandiscono esattamente i tempi della musica anche quando Valieva va alla massima velocità, che già è nettamente superiore a qualsiasi altra versione femminile, ma anche maschile in qualche caso. E’ un flusso continuo che si interrompe per pochissimi secondi solo nei momenti che precedono i salti, ma che riprende immediatamente dopo l’arrivo sul ghiaccio, e sono tutti movimenti diversi, nessuna ripetizione, a formare figure plastiche ognuna delle quali può apparire come un quadro, specialmente nelle sequenze di passi e coreografiche. In ogni elemento, che siano salti, passi, trottole, transizioni, c’è il richiamo al ritmo e al significato del Bolero, per una prova che ritengo meravigliosa e insuperabile. In una parola: grandiosa! Ecco, qui questo aggettivo può essere usato senza che diventi una bestemmia per questo magnifico sport.

Kamila Valieva, la mia magnifica sorellina, è un diamante che splenderà per sempre.

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Ed ecco che il misfatto si è compiuto, tutti soddisfatti i giustizieri. I russi sono tutti imbroglioni, ma guarda un po', si fa riferimento alle regole degli imbroglioni pur di massacrare la povera Valieva. Complimenti! Per il momento mi fermo qui e metto qui sotto il testo del comunicato del Tas. Con più calma ci ritornerò nei prossimi giorni.

 

Losanna, 29 gennaio 2024 – Il Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS) si è pronunciato nelle

procedure arbitrali di appello CAS 2023/A/9451 Associazione Russa Antidoping Agency (RUSADA) c. Kamila Valieva, CAS 2023/A/9455 Unione Internazionale di Pattinaggio (ISU) contro Kamila Valieva, Associazione Agenzia russa antidoping (RUSADA) e CAS 2023/A/9456 Agenzia mondiale antidoping (WADA) c. Associazione Russa Agenzia Antidoping (RUSADA) e Kamila Valieva):

 

• La decisione presa dal Comitato Disciplinare Antidoping dell'Agenzia Antidoping russa n. 9/2023 del 24 gennaio 2023 in relazione alla sig.ra Kamila Valieva viene annullata.

• La sig.ra Valieva ha commesso una violazione delle regole antidoping (ADRV) ai sensi della clausola 4.1 delle Regole antidoping russe del 24 giugno 2021 (ADR russa).

• Alla sig.ra Valieva viene imposto un periodo di ineleggibilità di quattro (4) anni, a partire dal 25 dicembre 2021.

• Tutti i risultati agonistici della Sig.ra Valieva dal 25 dicembre 2021 sono cancellati, con tutte le

conseguenze che ne derivano (inclusa la decadenza di eventuali titoli, riconoscimenti, medaglie, utili, premi, ecc.).

Secondo la clausola 4.1 dell'ADR russo, gli atleti sono responsabili di qualsiasi sostanza vietata trovata

nei loro campioni e la presenza di qualsiasi sostanza proibita equivale ad un ADRV. In questo caso, nel campione raccolto è stata riscontrata la presenza di una sostanza vietata, la trimetazidina (TMZ).

dalla Sig.ra Valieva il 25 dicembre 2021 durante i Campionati Nazionali Russi a San Pietroburgo,

La sig.ra Valieva non ha contestato la responsabilità in quanto l'ha accettata, in ragione della presenza di una TMZ nel suo campione, ha commesso un'ADRV ai sensi della clausola 4.1 dell'ADR russa.

Spettava quindi al gruppo CAS valutare quali eventuali sanzioni dovessero essere imposte.

La Sig.ra Valieva ai sensi dell'ADR russa, tenuto conto che, in assenza di motivi di eliminazione,

riduzione o sospensione, le ADR russe prevedono un periodo di ineleggibilità di quattro anni. In modo da

beneficiare di un periodo di ineleggibilità ridotto, la sig.ra Valieva doveva dimostrare, con un equilibrato calcolo delle probabilità, che non aveva commesso intenzionalmente l'ADRV adottando una condotta che poteva portare a un ADRV o una condotta per cui sapeva che esisteva un rischio significativo che detta condotta potesse costituire o comportare un ADRV e aveva manifestamente ignorato tale rischio. Avendo considerato attentamente tutte le prove presentate, il gruppo CAS ha concluso che la sig.ra Valieva non è stata in grado di dimostrare, sulla base delle probabilità e sulla base delle prove dinanzi al collegio, di non aver commesso l'ADRV intenzionalmente (ai sensi dell'ADR russa).

Il CAS ha sottolineato che il test relativo all'intenzione ai sensi della clausola 12.2 dell'ADR russo è

lo stesso sia che l'atleta sia maggiorenne o sia Persona protetta. Significa che se una Persona protetta

non riesce ad adempiere all'onere (che secondo l'ADR russo è a carico dell'atleta) di non aver commesso ADRV intenzionalmente, non vi è alcuna base secondo le regole per trattarla in modo diverso da un atleta adulto. Pertanto, poiché è stato accertato che non vi era spazio per l'esercizio del potere discrezionale per ridurre il periodo di squalifica, il Collegio ha imposto un periodo di squalifica di quattro anni.

Il periodo di ineleggibilità decorre dal 25 dicembre 2021 e l'eventuale periodo di sospensione provvisoria è scontato della sig.ra Valieva deve essere imputato a tale periodo di ineleggibilità. Il pannello CAS ha inoltre ordinato la squalifica di tutti i risultati agonistici conseguiti dalla Sig.ra Valieva dal 25 dicembre 2021, con tutte le conseguenze conseguenti (inclusa la decadenza di qualsiasi titolo, premio, medaglie, profitti, premi).

Le conseguenze legate alla squalifica retroattiva della sig.ra Valieva da eventi passati, tra cui

i Giochi Olimpici Invernali di Pechino 2022, non rientravano nell'ambito di questa procedura arbitrale

e dovranno essere esaminati dalle organizzazioni sportive interessate.

Il lodo arbitrale emesso dal Panel CAS è attualmente soggetto a un controllo di riservatezza, il che significa che le parti potrebbero richiedere la conservazione del lodo arbitrale o di alcune informazioni confidenziali in esso contenute. Per questo motivo il lodo arbitrale non verrà pubblicato immediatamente sul sito del CAS.

La decisione del collegio CAS è definitiva e vincolante, ad eccezione del diritto delle parti di presentare ricorso al Tribunale federale svizzero entro 30 giorni per motivi limitati.

 

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Inviato (modificato)

Anch'io  mi prendo un pò di tempo per cercare di capirne di più, per ora ho trovato il REGOLAMENTO della RUSADA (l'antidoping russo)

 

https://rusada.ru/upload/iblock/e93/RUSADA_ADR_24.06.2021.pdf

 

(dal sito della RUSADA in inglese:  https://rusada.ru/en/documents/all-russian-anti-doping-rules/ )


Ora, ad una primissima scorsa ho trovato questo (pag. 63):
 

"Colpa.
La colpa è qualsiasi violazione del dovere o qualsiasi mancanza di diligenza adeguata a un particolare
situazione.

I fattori da prendere in considerazione nel valutare il grado di colpa di un Atleta o di un'altra Persona includono, ad esempio, l'esperienza dell'Atleta o di un'altra Persona, se l'Atleta o l'altra Persona è una Persona Protetta, considerazioni speciali come menomazione, il grado di rischio che avrebbe dovuto essere percepito dall'Atleta e il livello di cura e indagine esercitato dall'Atleta in relazione a quanto avrebbe dovuto essere il livello di rischio percepito."


Già solo la presenza di queste due precisazioni mi sta facendo pensare all'IPOCRISIA IN MALAFEDE del TAS:incazzato:

In pratica:

1) si direbbe che NON abbiano considerato la quindicenne Valieva come "Persona Protetta", non applicandole alcuna considerazione (scritta nel regolamento russo!) neppure sulla difficoltà per una quindicenne di "percepire il rischio" o il "livello di cura e indagine", e questo sia in caso di assunzione involontaria sia in quello di doping subito da una poco-più-che-bambina che si affida ovviamente al proprio team, dando quindi per SCONTATO che NE FOSSE COSCIENTE (!) o comunque comportandosi come se lo fosse stata.

2) avendo OMESSO di applicare quelle raccomandazioni sulla valutazione della colpa per PERSONE PROTETTE, hanno tirato fuori solo UN'ALTRA PARTE del codice antidoping russo per dire che "il codice RUSADA sulle pene non fa distinzione tra persone protette e non protette"!!!
Allora, cari "giudici" del CAZ ... , scusate, del TAS: per quale motivo i russi stessi avrebbero precisato che la valutazione della COLPA deve tenere in considerazione anche il fatto che si tratti di una Persona Protetta oppure no?
Quale sarebbe la logica del raccomandare una cosa per la valutazione della COLPA se poi, in ogni caso, quella valutazione non potrebbe avere effetto sulla SENTENZA?


Faccio davvero fatica a capirlo ...

Mi fermo qui perchè voglio guardarci con calma, il documento è lungo e complesso e io non sono un legale, potrei anche sbagliarmi di grosso, ma se in soli cinque minuti sono già riuscito a trovare questo, forse è veramente una sentenza del CAZ ..., no, perchè mi sbaglio sempre? :diavoletto:
 

Modificato da Astor

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