monza1993 3 Inviato 24 Novembre, 2007 Mentre noi qui stiamo a sbirciare sotto i nidi di vipere delle monoposto ? successo qualcosa. Dal momento che Ferrari non volle vendersi alla Ford era cominciata una vera guerra con la casa di Detroit. Nel '66 a Daytona come a Le Mans le Gt 40 avevano umiliato le rosse piazzndosi ai primi tre posti. A Enzo Ferrari le briciole non sono mai piaciute, e credo che a Maranello non era bello lavorare in quel periodo. La tensione era altissima, le esigenze del grande Vecchio pure, le incazzature erano all'ordine del giorno e come spesso accade in questi momenti raramente avevano un reale fondamento. I giovani Forghieri e Gozzi cominciavano a farsi cos? le ossa. Diverranno durissime visto che dureranno tantissimo tempo al fianco del Drake... In questo clima di terrore diffuso la posizione peggiore ? sempre quella dei piloti. Durante tutto l'inverno erano messi sotto pressione non esplicitamente ma con voci e mezze frasi buttate tra un reparto e l'altro, tra un'occhiata e una stretta di mano. Tutto questo frenetico lavorio era culminato nelle sessioni di prove che la spa Ferrari SEFAC aveva appositamente prenotato sul circuito di Daytona. Alla fine i tempi sul giro erano buoni e regolari, ma la pace era lungi dall'esser raggiunta. 'Baster??' si chiedevano un p? tutti, dal meccanico al pilota, dall'ingegnere al capo. Baster?? La foto fece il giro del mondo. Letteralmente. Sar? l'immagine simbolo delle corse, dunque di Ferrari. L'arrivo 'alla Lini' fu un'autentica trovata italiana, poi ripresa a ripetizione un p? ovunque, cominciando con quell'arrivo in parata a Siracusa in onore a Lorenzo, pochi mesi dopo. La fotografia dell'arrivo a Daytona ? il corrispettivo di quelle dello sbarco sulla luna di due anni dopo. La 'missione' ferrarista sulla luna di Henri Ford ? travolgente e Bandini, primo sotto la bandiera a schacchi, diventa una specie di Armstrong, tanto che alla fine quell'impresa si magnifica ma frutto comunque di un grande lavoro di equipe cancella tutto il suo comunque glorioso passato di pilota. Lorenzo agli occhi dei quotidiani, dunque dell'opinione pubblica, diventa improvvisamente il campione venuto dal nulla. Non ? cos?, ma la notoriet? che tocca questo pilota italiano non avr? pi? eguali per i nostri colori, e aveva un'unico precedente nella stroria: la premiazione da parte delle alte cariche del partito nazista a Nuvolari, al Nurburgring nel 1935. Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
ickx70 1 Inviato 24 Novembre, 2007 Mentre noi qui stiamo a sbirciare sotto i nidi di vipere delle monoposto ? successo qualcosa. Dal momento che Ferrari non volle vendersi alla Ford era cominciata una vera guerra con la casa di Detroit. Nel '66 a Daytona come a Le Mans le Gt 40 avevano umiliato le rosse piazzndosi ai primi tre posti. A Enzo Ferrari le briciole non sono mai piaciute, e credo che a Maranello non era bello lavorare in quel periodo. La tensione era altissima, le esigenze del grande Vecchio pure, le incazzature erano all'ordine del giorno e come spesso accade in questi momenti raramente avevano un reale fondamento. I giovani Forghieri e Gozzi cominciavano a farsi cos? le ossa. Diverranno durissime visto che dureranno tantissimo tempo al fianco del Drake... In questo clima di terrore diffuso la posizione peggiore ? sempre quella dei piloti. Durante tutto l'inverno erano messi sotto pressione non esplicitamente ma con voci e mezze frasi buttate tra un reparto e l'altro, tra un'occhiata e una stretta di mano. Tutto questo frenetico lavorio era culminato nelle sessioni di prove che la spa Ferrari SEFAC aveva appositamente prenotato sul circuito di Daytona. Alla fine i tempi sul giro erano buoni e regolari, ma la pace era lungi dall'esser raggiunta. 'Baster??' si chiedevano un p? tutti, dal meccanico al pilota, dall'ingegnere al capo. Baster?? La foto fece il giro del mondo. Letteralmente. Sar? l'immagine simbolo delle corse, dunque di Ferrari. L'arrivo 'alla Lini' fu un'autentica trovata italiana, poi ripresa a ripetizione un p? ovunque, cominciando con quell'arrivo in parata a Siracusa in onore a Lorenzo, pochi mesi dopo. La fotografia dell'arrivo a Daytona ? il corrispettivo di quelle dello sbarco sulla luna di due anni dopo. La 'missione' ferrarista sulla luna di Henri Ford ? travolgente e Bandini, primo sotto la bandiera a schacchi, diventa una specie di Armstrong, tanto che alla fine quell'impresa si magnifica ma frutto comunque di un grande lavoro di equipe cancella tutto il suo comunque glorioso passato di pilota. Lorenzo agli occhi dei quotidiani, dunque dell'opinione pubblica, diventa improvvisamente il campione venuto dal nulla. Non ? cos?, ma la notoriet? che tocca questo pilota italiano non avr? pi? eguali per i nostri colori, e aveva un'unico precedente nella stroria: la premiazione da parte delle alte cariche del partito nazista a Nuvolari, al Nurburgring nel 1935. Grazie monza1993 per aver ricordato quell'impresa di Lorenzo, che solo chi ha vissuto quegli anni - io da bambino- pu? valutare nella sua importanza. Di quella vittoria io ho conservato fino a poco tempoble foto e i resoconti fa presenti persino nelle riviste femminili che leggeva mia madre. Il grande impatto emotivo della tragedia di Monaco fu dovuto anche all'enorme notoriet? che aveva raggiunto Lorenzo vincendo a Daytona, replicando a Monza solo pochi giorni prima di quel 7 maggio, giungendo secondo alla Corsa dei Campioni a marzo. Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Ferrarista 1713 Inviato 24 Novembre, 2007 Mentre noi qui stiamo a sbirciare sotto i nidi di vipere delle monoposto ? successo qualcosa. Dal momento che Ferrari non volle vendersi alla Ford era cominciata una vera guerra con la casa di Detroit. Nel '66 a Daytona come a Le Mans le Gt 40 avevano umiliato le rosse piazzndosi ai primi tre posti. A Enzo Ferrari le briciole non sono mai piaciute, e credo che a Maranello non era bello lavorare in quel periodo. La tensione era altissima, le esigenze del grande Vecchio pure, le incazzature erano all'ordine del giorno e come spesso accade in questi momenti raramente avevano un reale fondamento. I giovani Forghieri e Gozzi cominciavano a farsi cos? le ossa. Diverranno durissime visto che dureranno tantissimo tempo al fianco del Drake... In questo clima di terrore diffuso la posizione peggiore ? sempre quella dei piloti. Durante tutto l'inverno erano messi sotto pressione non esplicitamente ma con voci e mezze frasi buttate tra un reparto e l'altro, tra un'occhiata e una stretta di mano. Tutto questo frenetico lavorio era culminato nelle sessioni di prove che la spa Ferrari SEFAC aveva appositamente prenotato sul circuito di Daytona. Alla fine i tempi sul giro erano buoni e regolari, ma la pace era lungi dall'esser raggiunta. 'Baster??' si chiedevano un p? tutti, dal meccanico al pilota, dall'ingegnere al capo. Baster?? La foto fece il giro del mondo. Letteralmente. Sar? l'immagine simbolo delle corse, dunque di Ferrari. L'arrivo 'alla Lini' fu un'autentica trovata italiana, poi ripresa a ripetizione un p? ovunque, cominciando con quell'arrivo in parata a Siracusa in onore a Lorenzo, pochi mesi dopo. La fotografia dell'arrivo a Daytona ? il corrispettivo di quelle dello sbarco sulla luna di due anni dopo. La 'missione' ferrarista sulla luna di Henri Ford ? travolgente e Bandini, primo sotto la bandiera a schacchi, diventa una specie di Armstrong, tanto che alla fine quell'impresa si magnifica ma frutto comunque di un grande lavoro di equipe cancella tutto il suo comunque glorioso passato di pilota. Lorenzo agli occhi dei quotidiani, dunque dell'opinione pubblica, diventa improvvisamente il campione venuto dal nulla. Non ? cos?, ma la notoriet? che tocca questo pilota italiano non avr? pi? eguali per i nostri colori, e aveva un'unico precedente nella stroria: la premiazione da parte delle alte cariche del partito nazista a Nuvolari, al Nurburgring nel 1935. Grazie monza1993 per aver ricordato quell'impresa di Lorenzo, che solo chi ha vissuto quegli anni - io da bambino- pu? valutare nella sua importanza. Di quella vittoria io ho conservato fino a poco tempoble foto e i resoconti fa presenti persino nelle riviste femminili che leggeva mia madre. Il grande impatto emotivo della tragedia di Monaco fu dovuto anche all'enorme notoriet? che aveva raggiunto Lorenzo vincendo a Daytona, replicando a Monza solo pochi giorni prima di quel 7 maggio, giungendo secondo alla Corsa dei Campioni a marzo. In effetti mi chiedevo come mai Bandini avesse tutta questa popolarit? pur non avendo raccolto molto. Ma questo che leggo ora spiega tutto: Lorenzo aveva fatto alcune imprese che restano nel cuore di tutti. Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
monza1993 3 Inviato 30 Novembre, 2007 Grazie monza1993 per aver ricordato quell'impresa di Lorenzo, che solo chi ha vissuto quegli anni - io da bambino- pu? valutare nella sua importanza. Per onore di cronaca devo precisare che io non ho vissuto quei momenti, ? per questo che ho aperto questo topic, perch? confido in tutti gli utenti a 'ri-costruire' questa stagione che ho sempre ritenuto spartiacque. C'? infatti un senso preciso in quello che scrivo, non obiettiva riproposizione di cose ma una mia personalissima opinione su una determinata stagione, dunque opinabilissima. Come saprai molto meglio di me, calarsi in un abitacolo di quarant'anni fa ? molto rischioso, ma con le dovute cautele, possiamo recuperare un pezzettino di storia senza distorcela oltremodo e facendo magari anche un p? di 'revisionismo'.... Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
ickx70 1 Inviato 30 Novembre, 2007 Grazie monza1993 per aver ricordato quell'impresa di Lorenzo, che solo chi ha vissuto quegli anni - io da bambino- pu? valutare nella sua importanza. Per onore di cronaca devo precisare che io non ho vissuto quei momenti, ? per questo che ho aperto questo topic, perch? confido in tutti gli utenti a 'ri-costruire' questa stagione che ho sempre ritenuto spartiacque. C'? infatti un senso preciso in quello che scrivo, non obiettiva riproposizione di cose ma una mia personalissima opinione su una determinata stagione, dunque opinabilissima. Come saprai molto meglio di me, calarsi in un abitacolo di quarant'anni fa ? molto rischioso, ma con le dovute cautele, possiamo recuperare un pezzettino di storia senza distorcela oltremodo e facendo magari anche un p? di 'revisionismo'.... Circola da qualche tempo uno splendido filmata di circa 30 minuti del GP di germania del 67 in b/n. Consiglio a tutti i veri appassionati di andarlo a vedere perch? ? uno spettacolo vedere quelle f1 (che gi? avevano velocit? di punta non lontane dalle attuali, sfrecciare tra le siepi del Nurburg. Mitico Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Ferrarista 1713 Inviato 30 Novembre, 2007 Grazie monza1993 per aver ricordato quell'impresa di Lorenzo, che solo chi ha vissuto quegli anni - io da bambino- pu? valutare nella sua importanza. Per onore di cronaca devo precisare che io non ho vissuto quei momenti, ? per questo che ho aperto questo topic, perch? confido in tutti gli utenti a 'ri-costruire' questa stagione che ho sempre ritenuto spartiacque. C'? infatti un senso preciso in quello che scrivo, non obiettiva riproposizione di cose ma una mia personalissima opinione su una determinata stagione, dunque opinabilissima. Come saprai molto meglio di me, calarsi in un abitacolo di quarant'anni fa ? molto rischioso, ma con le dovute cautele, possiamo recuperare un pezzettino di storia senza distorcela oltremodo e facendo magari anche un p? di 'revisionismo'.... Circola da qualche tempo uno splendido filmata di circa 30 minuti del GP di germania del 67 in b/n. Consiglio a tutti i veri appassionati di andarlo a vedere perch? ? uno spettacolo vedere quelle f1 (che gi? avevano velocit? di punta non lontane dalle attuali, sfrecciare tra le siepi del Nurburg. Mitico Fortunatamente la percorrenza in curva avveniva a ben altre velocit?... Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
monza1993 3 Inviato 1 Dicembre, 2007 I cappotti degli anni sessanta sono come quelli dei film di Tot?, il principe Antonio de Curtis che morir? proprio tra qualche mese. Sono scuri con grosse cuciture begie che li percorrono in tutta la loro lunghezza con i loro percorsi trapuntati a zig zag. La stofa ? quella pesante, ma il freddo pungente ci passa attraverso come se fosse un sacco di iuta delle poste italiane. Anche loro hanno fatto il loro bel viaggio. L'apprendista meccanico Marcello Berulli se lo ? fatto regalare dal fratello maggiore che lavora in Germania. Almeno qui non ? umido. E' freddo si, anzi si muore proprio dal freddo per? ? un freddo di quelli secchi, schietto senza quell'acqua invisibile che ti entra nelle ossa e che ti porti la sera nella camera d'albergo, fin sotto le coperte, insomma non ? come quello padano. Per? ? freddo e molti un cappotto proprio adatto non lo hanno. Nelle scarpe tutti portano almeno tre paia di calzini. Ma i piedi sono sempre gelati e non si finisce mai di batterli per terra. Se non fosse per le due 312 caricate sulle bisarche si direbbe che siamo tornati a vent'anni prima, sul Don, con la compagnia di soli uomini dall'equipaggiamento vestiario scarso, tutti rintizziti e fumanti dalle bocche cucite. Qualcuno fischietta 'Cuore matto' di Little Tony, 10? a Sanremo un mese fa, figuriamoci. Non siamo sul Don ma dall'altra parte dell'europa, oltremanica. A nord di Maidstone, un p? pi? a sud di Dartford. Precisamente, a Brands Hatch. La Corsa dei Campioni ? la prima vera occasione per vedere tutti i migliori uno fianco all'altro. E' un termometro per la stagione che comincer? con l'estate. Certo che con questo freddo hai voglia dei termometri che gireranno a Maranello al rientro. Tutti con la febbre! Vediamo di non tornare a mani vuote, qua tutti vogliono farci il pelo, sopratutto Ghinther e Gurney che a Daytona sono imasti appiedati dalle loro Ford e si sono visti la foto sul giornale il giorno dopo. Hanno la macchina buona quest'anno. Anzi la Eagle ? proprio la favorita, anche pi? della Cooper la cui vittoria in Sud Africa non ? che abbia impressionato tanto... Alla Ferrari si parla solo italiano, per quel poco che si parla. Come ai bei tempi, Bandini far? coppia con Scarfiotti. Insomma il Drake proprio non lo vuole far stare un p? tranquillo a Lorenzo, sempre una dimostrazione, sempre una pressione, sempre un'out-out. Cosa si crede che Lorenzo far? come Mike a Monza? E intanto quella vittoria ha dato una certa statura anche a Ludovico che qui viene preso in considerazione almeno come il vincitore americano... insomma anche se a quattromila chilometri dal cancello di Maranello alla Ferrari si mangia sempre pane e veleno. Pole, giro veloce e vittoria. Dan Gurney sosttuisce Clark. Questa Eagle fa veramente paura, almeno secondo loro. Lorenzo gli ? arrivato a un soffio, quattro decimi, e si sapeva che le Good Year con questo freddo avrebbero fatto meglio delle Firestone. Scarfiotti ? arrivato 5?. Alle spalle dei due battistrada che hanno continuato a ritmi infernali la corsa di Daytona, a trenta secondi in quaranta giri, si piazza joseph Siffert con la Cooper privata di Rob Walker. Altri quattro anni e il povero Joseph morir? proprio qui, su questa pista, in un giorno di fine ottobre ancora pi? freddo di questo. Tornando, dal finestrino del 642 il meccanico Berulli lancia fuori un paio di occhiate. Il taglio di capelli a moda ? arrivato pure in questi sobborghi lontani da Londra. Tanti piccoli Paul Mc Cartney o brutte copie di cantanti pop a loro volta copie dei Beatles di qualche anno fa. Gli inglesi sembra davvero che abbiano ormai alle spalle il decennio, e guardano avanti, tutti uguali ma nelle stessa direzione. E' il futuro, o il mercato che poi ? la stessa cosa. Qua dell'esistenzialsmo, della noia e della nausea, anche di quella diventata moda i ragazzi sembrano non portare traccia. E il pop ha subito fatto presa. Qua il mondo cambia mentre gi? da noi ancora ci ammazziamo per la poesia e per l'individualismo. E alla fine facciamo pian piano tutti la fine di Tenco... Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
ickx70 1 Inviato 1 Dicembre, 2007 Bellissimo il racconto che fa rivivere l'atmosfera di quegli anni. Posso chiederti la fonte monza1993? Aspetto il resto.... Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
gio66 6 Inviato 1 Dicembre, 2007 Nel 1965 Bandini vince la Targa Florio con Nino Vaccarella su Ferrari 275 P2 (3300 cc.) ma per il resto ? una stagione opaca e non molto fortunata che si chiude con un?inattesa doccia fredda: le parole di Ferrari alla tradizionale conferenza stampa di dicembre. ?Per ora abbiamo un corridore e mezzo: premesso che da noi lavora l?ingegnere collaudatore Parkes, vincolato fino al 1967 e premesso altres? che abbiamo un pilota, John Surtees, ora purtroppo infortunato, e che ? con noi impegnato fino a dicembre del 1966, ci dichiariamo disponibili ad allenare, come abbiamo gi? iniziato, piloti italiani? Bandini ? come un altro, continueremo a farlo correre, continueremo a provarlo. Se Bandini andr? pi? forte degli altri ovviamente correr? sempre? Quando uno ha due vetture bisogna che le affidi ai due che vanno pi? forte: con questo non intendo sottovalutare Bandini, ma non intendo neanche creare delle inamovibilit? per chiunque corre su una Ferrari. Metteremo sopra quelli che ci daranno maggiore affidamento??. Lorenzo ? nuovamente costretto a rimettersi in gioco, a dimostrare di valere, e dopo dieci anni di corse ? per lui un boccone amaro da digerire. Riesce per? a reagire e nel 1966, grazie al secondo posto a Montecarlo e al terzo in Belgio, si trova al comando della classifica iridata dopo solo due gare. Ottiene la pole position e il giro pi? veloce nel GP di Francia ma il resto del campionato gli frutta soltanto due miseri punti che lo classificheranno all?ottavo posto della classifica piloti al pari del compagno Parkes. La crisi della Ferrari viene accentuata dal divorzio tra Surtees e la Casa di Maranello, causato anche dal tentativo del D.S. Eugenio Dragoni di promuovere Bandini al ruolo di prima guida ai danni dell?inglese. Nel finale di stagione, al GP d?Italia a Monza, la Ferrari ottiene l?unica doppietta della stagione con Scarfiotti e Parkes; Bandini, ritiratosi nell?occasione, sale comunque sul podio con i compagni di squadra per festeggiare la vittoria e per non lasciare completamente la ribalta al compagno-rivale Scarfiotti. A parziale consolazione giunge l?ennesimo titolo di Campione Italiano Assoluto. Un po? poco? Arriva per? il suo grande momento: nel 1967 Lorenzo viene promosso a primo pilota della scuderia di F1, i suoi scudieri sono Mike Parkes ed il neo-acquisto Chris Amon. L?anno inizia con una grande vittoria nel Campionato Sport Prototipi il 5 febbraio. Bandini vince, in coppia con il neozelandese Amon sulla 330 P4, la 24 Ore di Daytona, gara che rester? negli occhi di tutti gli appassionati per la storica tripletta con arrivo in parata delle Ferrari. Alle loro spalle giungono gli equipaggi formati da Parkes-Scarfiotti e Guichet-Rodriguez. Il 25 aprile si corre la 1000 Km di Monza. Bandini, nonostante il brillante inizio di stagione, ? piuttosto nervoso. A 32 anni, dopo essere giunto al culmine di una carriera costruita con pazienza e tenacia, a dispetto della fortuna che spesso gli volta le spalle, sente la sua posizione minacciata dall?incalzante Scarfiotti nei confronti del quale avverte una forte rivalit?. Prima della gara Lorenzo ha un inaspettato sfogo di rabbia nei suoi confronti ma viene rassicurato dalla squadra. Cos? rasserenato, ancora in coppia con Amon, sempre sulla 330 P4, vince anche l?importante corsa brianzola. Queste affermazioni fanno crescere ancora di pi? in Lorenzo la consapevolezza che niente e nessuno sarebbe riuscito a fermarlo in quell?anno che si annunciava per lui trionfale. La stagione 1967 si apre il 2 gennaio con il GP del Sud Africa, sul circuito di Kyalami, a cui la Ferrari non prende parte perch? la nuova vettura non ? ancora pronta. L?appuntamento successivo ? il 7 maggio al GP di Montecarlo, considerato da molti il ?salotto? della F1. La vittoria sul tracciato monegasco rappresenta un importante obiettivo della carriera di ogni pilota: Lorenzo si presenta caricatissimo, certo di fare bene su una pista che ama alla follia e che lo ha visto salire sul podio gi? tre volte. E? nello stato d?animo di chi vuole scacciare i fantasmi della propria vita agra, con la foga di chi vuole gridare al mondo di essere davvero un numero uno, dopo anni e anni di gavetta, sempre a dover dimostrare di essere all?altezza della situazione. Le qualifiche gli sono favorevoli e si piazza secondo alle spalle di Jack Brabham su Brabham-Repco che, con il tempo di 1?27?6, ha strappato al pilota italiano la pole-position all?ultimo istante. Bandini transita in testa al termine del primo giro ma la gloria ? effimera poich?, scivolando sull?olio sparso da Brabham, ritiratosi nel frattempo, non si accorge delle segnalazioni dei commissari di percorso e va quasi in testa-coda retrocedendo in ottava posizione. Inizia cos? una rincorsa forsennata e massacrante che lo riporta, a suon di giri veloci e sorpassi mozzafiato, fino alla terza piazza, alle spalle di Stewart. Un pizzico di fortuna arriva proprio dallo scozzese che, costretto al ritiro, gli regala la seconda posizione. Rosicchia secondi su secondi al leader Hulme per la gioia del suo box e della moglie Margherita, in trepidazione, ma convinta che alla fine Lorenzo ce l?avrebbe fatta. Al 61? giro il distacco dal neozelandese ? di soli 7.6 secondi. La rimonta viene per? ostacolata dal doppiaggio di Pedro Rodriguez e Graham Hill. Mentre il messicano si lascia superare agevolmente, l?inglese, forse memore dello sgarbo sub?to in Messico nel 1964, resiste per ben due giri al milanese facendo risalire il suo distacco da Hulme a 12 secondi. Quando Bandini finalmente riesce a superare Hill, sembra svuotato, sfinito. Dal 65? all?80? giro il distacco aumenta fino a 20 secondi. La sua Ferrari 312 ? tanto potente quanto poco maneggevole; lo dimostra il fatto che, nel rettilineo prima della curva del gasometro, viene cronometrata ad una velocit? di oltre 200 kmh. contro i 180 kmh. di Hulme e i 160 kmh. di Clark. Ciononostante perde un secondo al giro. Probabilmente la stanchezza fisica, dovuta allo sforzo profuso per recuperare il terreno perso e governare un bolide da 400 cv., unita alla continua esposizione ai gas di scarico delle auto, contribuisce a fiaccare la sensibilit? di guida e l?attenzione di Lorenzo. ? in queste condizioni che, durante l?82? giro, la sua Ferrari numero 18 imbocca la chicane del porto ad una velocit? visibilmente superiore a quella delle altre vetture e urta contro una bitta d?ormeggio. La monoposto si solleva in aria, si incendia, continua la sua folle corsa lasciando dietro a s? una scia di fuoco, fermandosi capovolta in mezzo alle fiamme. I rottami della Ferrari sono sparsi ovunque sulla pista, un?alta colonna di fumo nero si alza nel cielo, raggelando gli spettatori. Bandini ? ancora all?interno della vettura, sono attimi di panico, di terrore, che sembrano un?eternit?. Fra gli spettatori a bordo pista ci sono anche Giancarlo Baghetti ed il suo amico Giorgio De Angeli. Quest?ultimo racconta: <<Io e Baghetti ci siamo resi subito conto della sciagura e abbiamo pensato a Bandini. Ci siamo cos? diretti di corsa verso il luogo dell?incidente, scavalcando le balle di paglia ed un muretto. Baghetti era nella convinzione che Bandini fosse gi? fuori dall?auto ?non vedi ? mi disse ? che nessuno si muove? Se fosse dentro non starebbero con le mani in mano?. La Ferrari era capovolta e le fiamme erano alte. Dopo tre minuti circa sono giunti i vigili del fuoco. Lo schiumogeno che essi hanno impiegato ha prodotto una specie di nube bianca dalla quale, di tanto in tanto, affiorava la sagoma della Ferrari che appariva capovolta e priva delle ruote. Io e Baghetti speravamo ancora che Bandini non fosse dentro. I vigili del fuoco e alcuni volontari cercarono di ribaltare la macchina con delle funi, perch? scottava, facendola strisciare sull?asfalto per circa mezzo metro. Fu allora che ci accorgemmo con orrore che Bandini era ancora al posto di guida: un fantasma coperto di schiuma con il sangue che gli colava dal naso. Mentre la gente urlava, Bandini fu deposto sull?asfalto mentre passava di nuovo Hulme, sempre al comando della gara. A questo punto, alimentata dall?aria spostata dalla Brabham, la macchina ha ripreso a bruciare cos? come il corpo di Bandini, mentre alcuni presenti, temendo uno scoppio, si sono allontanati di corsa. Io e Baghetti ci siamo guardati in faccia e abbiamo pensato che Bandini fosse ormai morto. Ma improvvisamente Giancarlo mi ha gridato: ?E? ancora vivo! Guarda come si alza ed abbassa il torace?. Bandini, infatti, respirava affannosamente. Infine hanno sollevato lo sfortunato pilota e a braccia lo hanno portato sulla lancia per trasportarlo in ospedale, mentre Hulme passava sempre al comando>>. Franco Lini, DS della Ferrari, informa la moglie Margherita della morte del pilota: ?La reazione di Margherita fu di un dolore composto? per il rispetto che aveva nei confronti del marito che tante volte aveva affermato: ?in caso di incidente, non fate drammi?. In Italia ritorna l?incubo gi? vissuto nel 1957 quando vennero vietate le corse su strada a seguito della strage di Guidizzolo durante la Mille Miglia . L?Onorevole Loris Fortuna chiede la proibizione delle corse in territorio italiano. Il decano dei giornalisti Giovanni Canestrini scrive su ?L?Automobile?: ?Si dovrebbe confessare che dalle corse non abbiamo imparato niente: e allora tanto varrebbe abbandonarle, visto che in campo tecnico la loro funzione va gradualmente degradando?. Da quel giorno la sicurezza diventa la maggiore priorit? nel mondo dello sport automobilistico. Jackie Stewart si fa fotografare con un completo antincendio: sottotuta, calze, tuta con il gruppo sanguigno scritto sul petto, casco speciale, cinture di sicurezza. A Indianapolis i piloti usano tutto questo da tempo, l?hanno copiato dai piloti d?aereo della marina. Ci resta il ricordo di un ragazzo straordinario, amatissimo dal pubblico italiano che partecip? in massa ai suoi funerali, che realizz? il sogno di trasformarsi da umile meccanico di provincia in pilota della Ferrari. Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
ickx70 1 Inviato 2 Dicembre, 2007 qualche aggiunta e precisazione sullo splendido post di *** (grazie per ricordare questi episodi entrati nella storia) La moglie di Bandini non ha mai creduto alla stanchezza di Bandini, almeno a quella che sarebbe dovuta derivare da una mancanza di preparazione. Bandini conosceva perfettamente Montecarlo - era sempre arrivato nelle prime posizioni- che considerava il suo circuito preferito. Allora si correva su 100 giri e l'incidente avvenne al giro 82 (dall'anno successivo fu portato sugli 80 giri). Bandini era abituato alle gare di durata sulle macchine difficilissime da guidare di allora e per 24 ore si alternavano solo due piloti con turni massacranti di guida. bandini affront? la chicane in 5 invece che in 3?. Perch?? errore, stanchezza, deconcentrazione per la delusione di un GP che si poteva vincere e invece era ormai compromesso? Chi lo sa. se vai a leggerti il topic su Bandini emergono anche altre ipotesi tra cui quello dei gas di scarico (poco credibile). Sta di fatto che Forghieri e Borsari hanno sempre sostenuto la tesi della stanchezza (corroborata da una fotografia mai diffusa) mentre palesi guasti non se ne sono trovati. Io penso ad un insieme di cause, non da ultimo la pressione che fu messa su Bandini. Ai box c'era Scarfiotti,come per ricordargli di andar forte. Bandini si era costruito la carriera passo dopo passo, non disponendo di un talento naturale fuori del comune, ma con l'applicazione, con la costanza,con la dedizione alla Ferrrai si era conquistato la prima guida. per i ragazzi di allora era un simbolo, anche per me bambino era quasi un eroe. Consiglio a tutti la visione della puntata di sfide su Bandini (inserito in quello sulla Ferrari) e le parole della sorella fanno capire chi era Bandini, che veniva oposto a Scarfiotti, ragazzo di buona famiglia, ricco, parente degli Agnelli. Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
monza1993 3 Inviato 6 Dicembre, 2007 Bellissimo il racconto che fa rivivere l'atmosfera di quegli anni. Posso chiederti la fonte monza1993? Aspetto il resto.... ...non sono testimonianze ma ricostruzioni. Una vera e propria fonte non c'?.... :unsure: Bellissimo invece il post 'tecnico' di Gio 66, cos? come estremamente importante sono le tue considerazioni su Bandini. Centrano benissimo il bersaglio ed ? ai margini di quello che tu definisci 'un'insieme di cause' la chiave per capire quel rogo. Per? i due post corrono un p? troppo, parlano di Maggio, di Montecarlo, della Formula Uno. Facciamo per un momento come Lucarelli allora e mettiamoli da parte. Li riprenderemo dopo. Prima, facciamo due conti... dopo la Corsa dei Campioni del 12 marzo il secondo appuntamento impegnativo per alcuni piloti di F1 ? rappresentato dalla prima gara del campionato di Formula 2 a Snetterton, in Inghilterra. Sono ben nove i piloti con contratto fisso in F1 a partecipare all?evento. Vincer? il pilota della Cooper Jochen Rindt che dispone per l?evento di una Brabham su cui ? montato il nuovo Ford Cosworth FVA che equipaggia il 90% delle monoposto. L?austriaco batte in volata la Lotus F2 di Graham Hill, dopo esser partito dalla pole e aver segnato il giro veloce. Prime note di un prossimo futuro in F1 sono rappresentate da due Matra ? Ford schierate dalla scuderia di Ken Tyrrell. I piloti sono Stewart e Ickx. Monopolio Firestone che equipaggiano anche le numerose Brabham bt 23 eccetto le due ufficiali schierate dai titolari Brabham e Hulme e dalla giovane promessa Frank Gardner, gommati Good Year. Il risultato migliore tra loro ? il 4? posto dell?orso. Tre giorni dopo si replica con la seconda prova a Silverstone ancora nel freddo inglese. Ancora pole, giro veloce e vittoria per Rindt che stavolta per? semina gli avversari. L?ex ferrarista Surtees ? terzo, mentre Bruce Mc Laren porta al 4? posto la sua corta M4 prima di scappare all?aeroporto. Lo attende un volo che lo porta a Sebring dove il primo aprile, quattro giorni dopo, vince la 12 ore con la Ford MK IV in coppia con Andretti.. L?assenza delle Ferrari fa passare la vittoria dello squadrone Ford sottotono. Hanno tuttavia ottenuto i primi due posti. Un?altra Ford ? 5?, ? la Gt40 iscritta dalla Brescia Corse e affidata alla coppia Vaccarella-Maglioli. 4 aprile, a Pau, in Francia si corre una gara per monoposto di Formula 2 non valida per? ai fini della classifica dell?Europeo. Stavolta Rindt approfitta dei guai di Clark che, partito dalla pole segna il giro veloce e si ferma a un giro dalla fine. Cos? dopo oltre un?ora e mezza di corsa Rindt ? ancora una volta primo. Hulme ? 2?. Clark classificato qurto precede la Matra di Ickx gestita da Tyrrell che monta le Dunlop. Anche in questo Gran Prix ci sono ben sette piloti del circus. Il 9 aprile ? la volte del Gran Prix du Barcellona sul Montjuc Park. Anche qui i premi degli organizzatori di Franco attirano molti piloti di grosso calibro a cominciare dal pi? grande in assoluto, Jim Clark, che stavolta torna alla sua abituale routine: pole, giro veloce e vittoria. Rindt ? secondo a quasi un minuto e Hulme, terzo a trenta secondi dall?austriaco. A Oulton Park, oltremanica, il 15 aprile si corre l?VIII Spring Trophy, il trofeo estivo. Allo stradominio di Graham Hill in prova e in gara rispondono le Brabham che alla fine si ritrovano a giocarsi la vittoria in volata. A spuntarla ? Black Jack che regola la vettura gemella di Hulme e la Honda di John Surtees. Bruce Mc Laren ? quinto mentre in gara al decimo giro Stewart ? autore di una rovinosa uscita di pista, e per un attimo gli sar? tornata la paura di Spa ?66. Stavolta per? tutto ? ok. Il 23 aprile sulla pista corta del Nurburgring si corre la terza prova dell?europeo F2. In terra teutonica Rindt si esalta e vince con quindici secondi di vantaggio sullo specialista del ring; John Surtees stavolta al volante della Lola. Terzo Ickx, ovvero chi prender? in seguito l?eredit? di Surtees sul Nordschleife? meno fortunati gli altri pezzi grossi della formula maggiore: Mc Laren, Brabham, Hulme, Siffert e Clark sono tutti rimasti a piedi lungo il tracciato. Probabilmente a firmare autografi. Due giorni dopo in Italia ? la 22? ricorrenza della liberazione. Nello stesso giorno, il 25 aprile, in brianza si corre la terza gara del mondiale marche; la 1000Km di Monza. Le gloriose 330 P4, tirate a lucido e montate ad arte in officina sono pronte per la loro seconda apparizione stagionale. La coppia Bandini-Amon vince a Monza al termine di una gara non troppo combattuta e cos? dopo la vittoria facile a Daytona, dove i ferraristi si sono dovuti limitare a controllare gi? da met? gara quando le Ford erano gi? tutte out, arriva un?altra doppietta della 330P4 con il secondo equipaggio di Parkes-Scarfiotti a tre minuti, per un pelo non doppiati. Una terza 330P3 della scuderia di Filippinetti guidata da Vaccarella-Muller ? quarta, battuta dalla grandiosa gara che Jochen Rindt e Gerard Bitter hanno disputato sulla Porche 910, di categoria inferiore rispetto alla tremilatrecento di Maranello. L?altra Porche di Siffert-Hermann ? quinta mentre Rodriguez mastica ancora amaro, a piedi lungo il tracciato con la quarta 330 di Maranello. Gioia e soddisfazione invece nella equipe della Ford France che con una vecchia Gt40 ? sesta assoluta. I suoi due piloti, Gyu Ligier e Jo Schlesser, si spartiscono equamente i meriti. Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Ferrarista 1713 Inviato 6 Dicembre, 2007 Devo ammettere che mi sto appassionando a questa ricostruzione della stagione 1967, ora sono ansioso di sapere il seguito. Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
gio66 6 Inviato 6 Dicembre, 2007 Il 23 aprile sulla pista corta del Nurburgring si corre la terza prova dell?europeo F2. In terra teutonica Rindt si esalta e vince con quindici secondi di vantaggio sullo specialista del ring; John Surtees stavolta al volante della Lola. Terzo Ickx, ovvero chi prender? in seguito l?eredit? di Surtees sul Nordschleife? meno fortunati gli altri pezzi grossi della formula maggiore: Mc Laren, Brabham, Hulme, Siffert e Clark sono tutti rimasti a piedi lungo il tracciato. Probabilmente a firmare autografi. Ecco in che condizioni Rindt vinse sulla Sudschleife. Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Ferrarista 1713 Inviato 7 Dicembre, 2007 Il 23 aprile sulla pista corta del Nurburgring si corre la terza prova dell?europeo F2. In terra teutonica Rindt si esalta e vince con quindici secondi di vantaggio sullo specialista del ring; John Surtees stavolta al volante della Lola. Terzo Ickx, ovvero chi prender? in seguito l?eredit? di Surtees sul Nordschleife? meno fortunati gli altri pezzi grossi della formula maggiore: Mc Laren, Brabham, Hulme, Siffert e Clark sono tutti rimasti a piedi lungo il tracciato. Probabilmente a firmare autografi. Ecco in che condizioni Rindt vinse sulla Sudschleife. Non ci posso credere...quella ? neve o sono io che vedo male a quest'ora del mattino...? Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
126C2 4 Inviato 7 Dicembre, 2007 e vabbe' dai, la neve mica era in pista , mal che vada si piazza un alettone apposito per spalare e uno spargisale al posteriore Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
gio66 6 Inviato 7 Dicembre, 2007 Non ci posso credere...quella ? neve o sono io che vedo male a quest'ora del mattino...? Si amico mio, ? proprio neve. come riporta anche questo sito (a fianco della data "23 april") http://www.formula2.net/F267No10.htm Questa la cronaca della gara tratta da "Formula due, fucina di campioni", Paolo Altieri, Ercole Colombo, Giorgio Terruzzi, 1980 Editrice RCA "Per il terzo round ci si sposta in Germania, sul terribile Nurburgring. Qui, malgrado le condizioni atmosferiche siano sfavorevoli (al mattino aveva nevicato, quindi era subentrato un vento glaciale), una folla di 500.000 persone ? presente lungo il circuito, richiamata soprattutto dalla presenza della Lola-BMW. E proprio una Lola-BMW con Surtees si schiera in prima fila insieme alla Lotus di Clark e alla Brabham di Rindt. Dietro, le due Matra di Beltoise e Ickx, un giovane, quest'ultimo, di 22 anni che aveva cominciato giovanissimo a correre con le moto e che due anni prima Ken Tyrrell aveva chiamato nella squadra Matra di formula 3. Le condizioni della pista sono disastrose. Clark paga subito le conseguenze in quanto al via le gomme della sua Lotus slittano sul fondo ghiacciato e cos? perde prezioso tempo nel confronti degli scatenati Rindt, Surtees e Courage. La corsa si trasforma una volta di pi? in una cavalcata vincente per Rindt. Alle sue spalle persiste Surtees mentre Ickx fa sua la terza posizione approfittando anche di un testa-coda di Courage. Con il terzo posto Ickx guadagna cos? 9 preziosi punti." Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Ferrarista 1713 Inviato 15 Dicembre, 2007 Non ci posso credere...quella ? neve o sono io che vedo male a quest'ora del mattino...? Si amico mio, ? proprio neve. come riporta anche questo sito (a fianco della data "23 april") http://www.formula2.net/F267No10.htm Questa la cronaca della gara tratta da "Formula due, fucina di campioni", Paolo Altieri, Ercole Colombo, Giorgio Terruzzi, 1980 Editrice RCA "Per il terzo round ci si sposta in Germania, sul terribile Nurburgring. Qui, malgrado le condizioni atmosferiche siano sfavorevoli (al mattino aveva nevicato, quindi era subentrato un vento glaciale), una folla di 500.000 persone ? presente lungo il circuito, richiamata soprattutto dalla presenza della Lola-BMW. E proprio una Lola-BMW con Surtees si schiera in prima fila insieme alla Lotus di Clark e alla Brabham di Rindt. Dietro, le due Matra di Beltoise e Ickx, un giovane, quest'ultimo, di 22 anni che aveva cominciato giovanissimo a correre con le moto e che due anni prima Ken Tyrrell aveva chiamato nella squadra Matra di formula 3. Le condizioni della pista sono disastrose. Clark paga subito le conseguenze in quanto al via le gomme della sua Lotus slittano sul fondo ghiacciato e cos? perde prezioso tempo nel confronti degli scatenati Rindt, Surtees e Courage. La corsa si trasforma una volta di pi? in una cavalcata vincente per Rindt. Alle sue spalle persiste Surtees mentre Ickx fa sua la terza posizione approfittando anche di un testa-coda di Courage. Con il terzo posto Ickx guadagna cos? 9 preziosi punti." Oggi per fare 500.000 spettatori ci vogliono 3 week end interi di gara... Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
caneparo 0 Inviato 18 Dicembre, 2007 Fantastico anno il 67. su quell'anno si basa uno dei pi? bei film sulla f!: Nine days. Ickx non so nulla di questa pellicola! Mi farebbe piacere avere altre notizie.... :huh: Spero non si offenda l'amico Ickx70 se ti rispondo io....il film "nine days in the summer" relativo alla stagione '67 (da Zandvoort in poi) ? semplicemente imperdibile e di qualit? eccellente: dietro appunto un'imbeccata in privato Ickx70 me l'ha suggerito (neppure io lo conoscevo!), lo puoi scaricare con il Mulo... oppure ti iscrivi al mio sito... Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
monza1993 3 Inviato 31 Dicembre, 2007 Visto che l'anno st? per finire, lo salutiamo con un'altro pezzettino stagionato da 40'anni... ...dunque dove eravamo rimasti... La coppia Bandini-Amon vince a Monza al termine di una gara non troppo combattuta e cos? dopo la vittoria facile a Daytona, dove i ferraristi si sono dovuti limitare a controllare gi? da met? gara quando le Ford erano gi? tutte out, arriva un?altra doppietta della 330P4 con il secondo equipaggio di Parkes-Scarfiotti a tre minuti, per un pelo non doppiati. Una terza 330P3 della scuderia di Filippinetti guidata da Vaccarella-Muller ? quarta, battuta dalla grandiosa gara che Jochen Rindt e Gerard Bitter hanno disputato sulla Porche 910, di categoria inferiore rispetto alla tremilatrecento di Maranello. L?altra Porche di Siffert-Hermann ? quinta mentre Rodriguez mastica ancora amaro, a piedi lungo il tracciato con la quarta 330 di Maranello. Gioia e soddisfazione invece nella equipe della Ford France che con una vecchia Gt40 ? sesta assoluta. I suoi due piloti, Gyu Ligier e Jo Schlesser, si spartiscono equamente i meriti. Adesso qui finalmente si respira un po? di primavera. E? passato un mese e mezzo dalla Corsa dei Campioni e i capotti stavolta sono rimasti a casa. Gli ombrelli no. Marcello ? la seconda volta che viene in trasferta e gi? sembra un esperto. Per darsi un tocco di professionalit? si ? fumato due pacchetti e mezzo di Nazionali e l?aria della cabina del ?brocco?, ovvero di questa vecchia e obsoleta bisarca ? diventata irrespirabile. Stavolta la chiamata gli ? andata di fortuna, tre quarti della squadra erano a Monza e loro sono partiti la notte stessa della gara. Al Brennero si sono comprati il giornale e si sono letti l?articolo che elogiava la doppietta di Monza. Hanno mandato proprio Marcello a prenderlo per poi pigliarlo per il c**lo; sai che ne ? uscito fuori dalla sua cadenza meridionale alle prese con un giornalaio mezzo austriaco? Il 29 aprile si corre il BRDC a Silverstone. L?anno scorso Brabham diede sette secondi alla Ferrari di John Surtees. ?Ma com?? che stiamo andando in Germania?? No, sai, sti francesi hanno chiuso la strada e ci tocca arrivare a Monaco e poi salire per la Francia da l?? Un giro di peppe e che vuoi?..mo ce ne andiamo a mangiare da tuo fratello?ma ? sposato?? Marce? la prossima cicca non te la facciamo accendere prima di Insbruck, ci fai arrivare l? coi capelli grigi? E speriamo di fare bella figura senn? chi li sente gli altri, sai come sono belli gonfi dopo lo spumante di Monza, m? si credono i padroni del mondo? e a noi ci mandano a prendere gli ingaggi di partecipazione?.ma che ce la date a fare la monoposto, mandateci senza pilota, noi arriviamo l?, mettiamo in piedi il box, firmiamo e ce ne andiamo. Ma va? l? che lo spilungone non s?? manco conservato a Monza, secondo me facciamo le prove e poi ci richiamano da Modena? no ma che min**ia dici, l?Ingegnere la vuole vincere st? corsa, niente devono prendere quei morti di fame?sar?, ma a me mi pare che andiamo giusto a fare colore sulla griglia?.? Una BRM in pole position; ? quella di Jakie Stewart che mette cos? alle spalle la botta di Oulton. La Ferrari non ? andata con il suo migliore schieramento di mezzi e di uomini, ma lo spilungone in pista si mette a correre come un matto sentendo le sue Firestone finalmente aderire bene sulla pista che si riscalda. Al box sperano che tiri sino alla fine ma con il ritmo che ha non ? detto. Forse perch? per Marcello ? la prima vittoria ?sul campo?, o perch? davvero nessuno se la aspettava, convinti che prima o poi il materiale non nuovissimo avesse ceduto o forse perch? adesso finalmente possono tornarsene a casa anche loro con il petto gonfio, ma al box Ferrari tra grosse risate e urla di trionfo sembra di stare allo stadio. Accanto a loro i garagisti inglesi trattengono l?amarezza nel loro abituale contegno. Soprattutto alla Lotus che con Hill sono rimasti con un pugno di mosche; quarto posto. Ma anche alla British Racing Motors non si scherza con Stewart fuori dopo diciassette giri e Mike Spence solo sesto a due tornate?Jo Siffert porta al terzo posto la Cooper-Maserati privata di Walzer, preceduti da Brabham che ? arrivato a oltre sedici secondi dallo spilungone. Assenti gli americani Gurney e Ghinter con le Eagle-Weslake. ?Ohei hai visto?? Marcellooo, Marc?ee vieni qua che ci andiamo a prendere un bicchiere di spumante pure noi?. e dai che te lo dicevo, abbiamo il motore migliore!.. ragazzi per? facciamo presto carichiamo la macchina direttamente cos? e poi se ne parla in officina? mi raccomando le casse per?, non facciamo come a Siracusa l?altro anno che siamo tornati con una cassa in meno?dai Marcell? facciamo presto che non mi voglio fare un altro primo maggio nel camion?? La bisarca con la 312 torna cos? in Italia mentre altre, percorrendo altre strade nel mezzo dell?europa, con il loro carico di attrezzature e uomini stanno raggiungendo il Belgio. E? la stessa squadra corse che ha vinto a Monza, con le stesse 330 P4. Per loro il primo Maggio ? pagato, e doppio. Si corre infatti proprio quel giorno la 1000 Km di Spa-Francoschamps, quarta prova del Mondiale Marche. Lo schieramento non ? di quelli irresistibili, Ferrari schiera una sola P4 affidata alla velocit? di Scarfiotti e alla perizia di Parkes, lo stesso connubio vincente di dodici mesi fa. Lo spilungone infatti dopo la vittoria di Silverstone ? con il convoglio che devia verso la terra fiamminga. E? previsto che correr? anche sulla vettura gemella iscritta dalla Maranello Concessionaries in coabitazione con Atwood e Bianchi ma poi non se ne far? niente. I ragazzi invece portano con s? anche del materiale per l?altra 330 P3 dell?Equipe Nazionale Belgique che si avvale del pilota Willi Mairesse. Anche la partecipazione Ford ? sottotono con l?impegno della ?succursale? francese, mentre la Porsche con la sua 910 affidata al tandem Siffert-Hermann paga troppi cavalli sui saliscendi di questo veloce tracciato, eppure alla fine saranno secondi, con una manciata di secondi sulla prima Ferrari, quella di Lucine Bianchi. Scarfiotti-Parkes solo 5?. La Mirage nessuno l?aveva tenuta particolarmente d?occhio e invece grazie alla guida del pilota belga Jacki Ickx, qui strepitoso, ha centrato una vittoria davvero esaltante. La folla di Spa lo esalta anche adesso che mette il piede fuori dall?abitacolo, nel paddock, si slaccia il casco e sotto appare il viso di un ragazzino che potrebbe avere sedici anni. La felicit? si allarga in un sorriso che parrebbe pi? uno ghigno demoniaco che una vera e propria dimostrazione di felicit? per un ragazzo poco pi? che ventenne. ? strano, ma il suo viso sembra diverso da quello dei suoi colleghi che gli stanno intorno quando vengono premiati, al di l? dell?et?, della diversa generazione e dello stato d?animo, sembra che negli occhi di Jaki manchi qualcosa, ovvero quel doppio fondo grigio, appena davanti alla retina tipico dei piloti che ti fa intuire dove viene ricacciato quel sentimento naturalissimo di sopravivenza. Negli occhi del ventenne Ickx, sembra che non alberghi la paura. 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monza1993 3 Inviato 18 Gennaio, 2008 I camion fanno manovra nello stretto spazio che c?? tra il benzinaio e l?attracco del molo. Nella confusione di lingue e dialetti di mezz?europa le facce della classe operaia da officina mettono i picchetti per tendere le corde del pi? costoso e avventuristico circo, ricco di fascino e di rumore, dove attori, meccanici, scrittori, intellettuali e le lunghe barche dei miliardari dell?ultim?ora attraccano solo per il gusto di esser-ci. Il posto prescelto per questo insolito incontro interclassista non potrebbe essere pi? emblematico: il Principato di Monaco. Anche i nomi delle curve sono interclassiste, qui. Curva del Portiere e curva del Casin?. Tornante del Grand Hotel e curva del Tabaccaio. Il Gasometro, da fare in prima a 45 all?ora e il Tunnell, dove ci si tuffa dentro nel buio pi? nero a 240 Km orari, ci ricordano per? che non siamo su un trattato di economia o su un testo di sociologia ma su un circuito vero, con monoposto vere tra marciapiedi veri. E poi la baia, con il suo mare fatto di acqua. Soltanto due anni fa Paul Hawkins ? arrivato alla chicane dopo il tunnell, un tratto in discesa fatto a velocit? folle, ha perso il controllo della vettura ed ? finito in mare. Pilota e monoposto. Miracolosamente ? stato ripescato illeso, ? questa solo l?ultima dimostrazione di come a Montecarlo tutto ? fuori dalla norma, tutto ? sorprendente, tutto ? cinema e tutto ? reale pi? del reale. Qui i meccanici giapponesi con le mani nude sporche di grasso e olio fanno la carburazione al loro V12 e a pochi metri un?attrice americana passeggia con il proprio barboncino, entrambi appena usciti dal parrucchiere pi? alla moda dell?intero Principato. E qui si ridanno appuntamento i migliori piloti per giocarsi la prima ?vera? prova del mondiale, cinque mesi dopo l?introduttivo e poco convincente prologo di Kyalamy. Qui sono tutti presenti, qui tutti si giocheranno la prima pagina di luned?. Nessuno vuole sfigurare, anche chi non ha la vettura perfetta sa che qui pu? sopperire con qualche numero in pista e il primo sole di maggio aggiunge euforia e spensieratezza alla parata. Guardiamoli allora questi piloti, prima che, infilati guanti e occhiali si infilino nei loro abitacoli. I pi? ricercati dai flash delle moderne e piccole macchine fotografiche sono gli americani, che riscuotono grande successo di pubblico soprattutto con Dan Gurney, faccia d?angelo, nativo di Long Island ma californiano di adozione, biondino, non bello ma affascinante, una sorta di Kirk Douglas in Orizzonti di gloria, con un passato da soldato nella guerra in Corea, approdato nel mondo dei motori. Ha ancora la sua collezione di cento bottiglie di Champagne vinte alla Corsa dei Campioni e nel paddock ci scherza su con Richie Ginther, l?altro pilota della Eagle, sempre scherzoso, dall?aria di ragazzo terribile, nonostante i suoi gi? 37 anni. A venti passi troviamo invece la seriet? di John Surtees, campione del mondo 1964 con Ferrari, passa come suo solito tantissimo tempo ai box a discutere con tecnici ed ingegneri fissando la meccanica del suo 12 cilindri giapponese. Ha un?aria ed un?espressione terribilmente devota al lavoro e all?applicazione, quasi da primo della classe. La sua Honda RA 207 fa continui progressi ma il terreno da recuperare sui primi ? ancora tanto. Negli sguardi dei coniugi Bruce e Patricia Mc Laren c?? tutta la complicit?, le ambizioni e i dubbi che portano le difficolt? finanziarie per il difficile avviamento della omonima scuderia neozelandese. Il carattere introverso, uniti ad uno dei migliori piedi hanno fatto di Bruce Mc Laren un pilota di punta dello squadrone Ford vittorioso a Le Mans un?anno fa, in coppia con il conterraneo Chris Amon, che si guadagn? cos? la chiamata del Commendatore. Il pilota del Cavallino ? il ritratto del colonialismo britannico nel sud-est asiatico. Tratti gentili, british, ma attaccamento alla natura e alla terra di nascita, la Nuova Zelanda, dall?altra parte del mondo. Nella campagna romagnola ha trovato un ambiente simile a quello di casa, dicono. E? giovanissimo, non ha ancora compiuto i ventiquattro anni ed ? in Formula Uno da quando ne aveva venti. Ferrari vede in lui il talento di domani ed ? disposto ad attendere, aspettare che carpisca tutti i segreti del mestiere permettendogli di fare un tirocinio di lusso in una delle scuderie pi? ambite. Con lui corrono per il cavallino anche Bandini e Scarfiotti, gli antipodi della Formula Uno. Ludovico Scarfiotti ? l?ultimo rappresentante dell?aristocrazia nel mondo delle corse. Nella scuderia campione del mondo, al tre volte campione del mondo Jack Brabham si ? affiancato Dennis Hulme che fino a pochi anni fa guidava il camion della scuderia. Le mani di Hulme sono quelle di un?operaio, grosse, tozze e piene di taglietti. L?aspetto pure. La corporatura robusta ? sormontata da una testa altrettanto imponente con gi? ora pochi capelli, rigorosamente spettinati. L?aspetto ? quello di un orso buono, benevolo, lo stile di guida ? di quelli attenti, dolce con la meccanica, un pilota relativamente attendista. Black Jack invece ? ben pettinato, la sua bravura e la sua carriera lo indicano come il pilota attualmente pi? vincente e il suo aspetto e la sua andatura sono fortemente caricate da questo dato di fatto, ooltre dal fatto di avere ormai raggiunto le quarantuno primavere. Anche la scuderia da lui fondata cinque anni fa sta attraversando un momento molto favorevole essendosi adattata prima di ogni altra alla formula tre litri con l?accordo con la Repco di Melbourne. Colin Chapman ha affidato per questa stagione le sue due Lotus 49 per la coppia pi? forte che c?? oggi sulla piazza: Graham Hill, una vittoria alla 24 ore di Le Mans, un titolo Formula Uno conquistato nel ?62 e un altro sfiorato nel duello con la Ferrari di Surtees tre anni fa. Al suo fianco, nella vettura gemella, Jim Clark, la stella fatata che con i suoi due mondiali dominati sta costruendo la gloria dello stesso marchio Lotus, il pilota dalla sensibilit? divina, capace di correre mezza stagione con lo stesso treno di gomme, come vuole una leggenda di qualche anno fa. I loro nomi sono anche quelli incisi in calce alla coppa della 500 miglia di Indianapolis dove hanno trionfato nelle ultime due edizioni. Clark ha il viso di un ragazzo cresciuto troppo in fretta mentre Hill sembra invecchiato troppo presto. Ha raggiunto l?automobilismo molto tardi, disputando la prima corsa in monoposto dopo i ventiquattro anni. Affianca alla sua sensibilit? di guida, provata con qualsiasi vettura, un?intelligenza fuori dal comune che gli ha permesso di ottenere risultati incredibili pur non disponendo sempre della monoposto migliore. Adesso finalmente ce l?ha. Ma sono i piloti d?oltralpe a sentirsi maggiormante a casa propria qui a Montecarlo, dall?ex giocatore di rugby Guy Ligier, che aveva quanto meno il fisic du role, al giovane venticinquenne Jonny Servoz Gavin, di Granoble, ricercatissimo dalle ragazze per il suo fascino e per la sua vita che sembra uscita da un film di Godard, con gli occhiali da sole scuri che sbucano dal caschetto biondo. Beltoise invece sembra uscito da una pellicola di Truffaut e ricalca per bene quello che ? lo stereotipo francese per antonomasia, a cominciare dal nome: Jean-Pierre Maurice Georges. La mimica esuberante con il sorriso che segna un profondo solco sul viso da lato a lato lo fanno assomigliare al Jullaire delle note carte francesi, ed ? proprio su questa pista, inondata per l?occasione da un nubifragio, che un giorno tirer? fuori il Jolly della sua carriera. L?unico. L?austriaco Jochen Rindt ha un viso da pugile, o da dio greco, e la sua vita rispecchier? quest?impressione. Come un pugile avr? una lunghissima gavetta, piena di botti e di incidenti dai quali ne esce spesso insanguinato e con il naso rotto come dopo un?incontro. Poi, metter? le sue ali e brucer? come Icaro il suo sogno di diventare Campione del Mondo, pagando il prezzo pi? alto. Tra i rottami della sua monoposto nella ghiaia della Parabolica di Monza i soccorritori troveranno solo il corpo di un pugile definitivamente sconfitto, ferito a morte da un guasto meccanico. Ma le sue ali continueranno a farlo volare ancora sino alla fine del campionato, il suo dominio, durato appena cinque mesi, rester? irraggiungibile per tutti gli altri, facendo cos? assegnare il titolo ?alla memoria?. Il Campione del Mondo della Formula uno 1970, il pilota pi? veloce al mondo per antonomasia, sar? un cadavere seppellito gi? da due mesi sotto tre metri di terreno austriaco. I ragazzi terribili animano invece i box della BRM e della Cooper; Mike Spence, Piers Courag, e Pedro Rodriguez. Tre talenti puri, tre felini da caccia sparati a duecento all?ora sui circuiti di tutt?Europa, una volta che sono usciti dalla gabbia del box. Per ragazzi cos? le ore passate seduti in monoposto ad aspettare che facciano la convergenza, ad aspettare che regolino lo sterzo, ad aspettare che facciano il rabbocco di carburante, ad aspettare che cambino le pinze dei freni, ad aspettare e aspettare, diventano un vero inferno. Qui finalmente possono sentirsi attori del film della loro vita, in un circuito che sembra pi? un set cinematografico che una vera e propria pista, ma nessuno di loro la digerisce facilmente, troppo lenta. Allora ? meglio approfittare delle pause tra un set up e l?altro per sbirciare qualche ragazza giornalista, trasformando abilmente l?intervista in un invito a cena. Le tre tigri in gabbia della Brm sembrano un?avanzo della generazione precedente degli anni cinquanta, figli di quel particolare beb-bop che solo i motori da corse sanno eseguire, unti del grasso da motori, ubriachi di benzine, i fratelli minori di alcuni degli ultimi Dei della velocit? che correvano a velocit? folli sui dinosauri a motore anteriore, in telai fatti da tralicci di tubi tenuti insieme da cinghie di cuoio. Non sorprende che faranno la medesima fine, Spence come Haliwood, Courage come Musso e Pedro come suo fratello Ricardo. Ma non sono i soli. A Montecarlo in quel gioved? 4 maggio ci sono ventidue piloti. Ventidue. Nei prossimi quattro anni la met? di loro scomparir? sui campi di gara. La met?. Il primo di loro sta vivendo qui, nel salotto monegasco, i suoi ultimi giorni di vita, che era cominciata trentuno anni prima, nella colonia italiana in Libia. Dalle strade polverose di sabbia del deserto di Barce, in Tripolitania, ai marciapiedi lastricati del Principato di Monaco. La vita di Lorenzo Bandini non ? stata un cerchio, il suo tempo non ? stato il tempo dell?eterno ritorno. E non sarebbe potuto essere altrimenti. Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti