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Omicidio Marco Vannini - La giustizia italiana esiste ancora?

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Favoreggiamento e falsa testimonianza. Questi i reati per cui è indagato l'ex comandante della Stazione dei carabinieri di Ladispoli Roberto Izzo sugli sviluppi relativi alla morte di Marco Vannini. La notizia è riportata oggi dal Messaggero. Secondo un teste Izzo avrebbe consigliato a Antonio Ciontoli, condannato per sparato a Vannini, di prendersi la responsabilità dello sparo e 'coprire' così il figlio Federico.

 

Marco Vannini morì dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola nella villa dei genitori della fidanzata, a Ladispoli, il 17 maggio 2015. Per la morte di Vannini è stata condannata in secondo grado l'intera famiglia della fidanzata: il capofamiglia Antonio Ciontoli -ex sottufficiale della Marina e ex 007- a 5 anni, la moglie Maria Pezzillo e i figli, Martina e Federico a 3 anni.

 

La famiglia Vannini ha fatto ricorso in Cassazione giudicando le pene troppo leggere. L'ex comandante della stazione dei carabinieri di Ladispoli è stato chiamato in causa da un suo amico, Davide Vannicola, che avrebbe raccontato che Izzo gli avrebbe rivelato che a sparare a Marco non sarebbe stato Antonio Ciontoli ma il figlio Federico.

 

Al momento del ferimento, risultato poi fatale anche perchè i soccorsi furono attivati con ritardo, era presente in casa tutta la famiglia Ciontoli e la fidanzata di Federico. Vannicola, dopo aver riferito questa sua versione in tv a Le Iene, l'ha anche confermata ai pm aggiungendo che Izzo avrebbe consigliato a Ciontoli di prendersi la colpa e coprire il figlio.

 

Una ricostruzione smentita da Izzo che ora è indagato. Gli inquirenti avrebbero sentito anche altri testimoni per vagliare approfonditamente la versione di Vannicola.

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Ladispoli – Viola Giorgini, dopo 4 anni, torna ad essere ascoltata dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia. A convocarla in procura sono stati il procuratore capo Andrea Vardaro e il sostituto Roberto Savelli: le hanno chiesto di raccontate, in quanto persona informata dei fatti, cosa è successo la notte tra il 17 ed i 18 maggio del 2015 nella villa di Ladispoli dei Ciontoli, la sera un cui un colpo di pistola, una beretta calibro nove, ha strappato la vita al giovane ragazzo di Cerveteri, Marco Vannini.

 

 

 

Un passo in avanti nella indagine aperta dopo le parole del ‘super testimone’ Davide Vannicola, l’artigiano di tolfa che aveva raccontato prima a “Le Iene” e poi anche alla magistratura, che l’ex comandante dei carabinieri della stazione di Ladispoli, il luogotenente Roberto Izzo, gli aveva confidato che quella maledetta notte a sparare non sarebbe stato Antonio Ciontoli, il capofamiglia, bensì Federico, il figlio.

 

 

Parole, quelle di Vannicola che, evidentemente, non sono passate inosservate e che hanno spinto i titolari dell’inchiesta a volerci vedere chiaro e che sono costate una indagine per “favoreggiamento in omicidio” e “falsa testimonianza” al luogotenente Izzo ex comandante della caserma di Ladispoli.

 

La procura, quindi, avrebbe deciso di ascoltare di nuovo Viola Giorgini proprio alla luce della nuova testimonianza del tolfetano che riporterebbe al centro dell’attenzione il ruolo di Federico Ciontoli. Al momento non trapelano informazioni su quanto sarebbe emerso durante l’interrogatorio, ma è plausibile che la ragazza abbia ribadito la versione già fornita durante il processo.

 

Si ricorderà l’intercettazione in cui proprio Viola Giorgini, il 18 maggio nella caserma dei carabinieri di Ladispoli, disse, rivolgendosi a Federico “T’ho parato il culo”. La ragazza, lo ricordiamo, è l’unica assolta nel caso e proprio per questo la procura ha potuto ascoltarla cosa non possibile con gli imputati la cui posizione è ancora pendente. Non è da escludere che altre persone verranno ascoltate in procura come informate dei fatti.

 

(Il Faro online)

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