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Spam 4 trist and squared ppl

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Sto rivalutando la presenza di Mito Ferrari su questo forum :asd:

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si, penso potrebbe essere tutto molto (interessante) :zizi:

sono contento che ti interessa

 

interessare

 

 

 

b. Suscitare interesse, attenzione, curiosità, o in genere attirare, avvincere, piacere e sim.: è un caso che ha interessato a lungo gli studiosi; lo spettacolo non è riuscito a interessarmi; la danza mi ha sempre interessato poco; i. gli spettatori con giochi di prestigio; e con uso assol.: un oratore, un libro che riesce a interessare.

 

c. Con costruzione per lo più intr., stare a cuore: m’interessa (cioè «interessa a me») molto la riuscita di quest’affare; mi sembra che quella ragazza gli interessi un po’ troppo.

 

2. estens. Riguardare, avere azione, effetto o ripercussione su qualcuno o su qualche cosa, estendersi su una determinata zona, su un gruppo sociale, ecc.: il provvedimento interessa larghe categorie di produttori; lesioni interne che interessano i polmoni e le vie respiratorie. In partic., nel linguaggio dei meteorologi:precipitazioni a carattere temporalesco che interesseranno tutto il bacino occidentale del Mediterraneo; l’Italia continua a essere interessata da un regime di alte pressioni.

 

3.

 

a. Far prendere interesse a qualche cosa, rendere partecipe: bisogna i. l’opinione pubblica agli avvenimenti politici; i. i lavoratori alla vita e alle sorti dell’azienda. Anche col sign. di cointeressare: i. agli utili, ai profitti.

 

b. Fare che qualcuno si adoperi, intervenga attivamente a favore nostro o altrui, o interponga la sua autorità, la sua influenza per il conseguimento di un fine: ho interessato al tuo caso il direttore generale; il ministro ha promesso d’i. il governo per un favorevole accoglimento del progetto; delle ricerche dei prigionieri è stata interessata la Croce Rossa.

 

4. Come intr. pron., interessarsi (seguito dalle prep. a o di a seconda dei sign.):

 

a. Prendere e mostrare interesse a qualche cosa: ho visto che s’interessava al racconto.

 

b. Prendersi cura di qualcuno o di qualche cosa, adoperarsi in favore di qualcuno:non ha nessuno che s’interessi di lui; bisognerà pure che le autorità s’interessino alle sorti di questi disgraziati; il capoufficio si è interessato personalmente della tua pratica.

 

c. Più genericam., darsi pensiero, attendere, occuparsi di qualche cosa: la madre lavora e ha poco tempo di (o per) interessarsi dell’andamento della casa;interèssati un po’ anche tu alle tue cose; sono questioni di cui non mi sono mai interessato; rinunciò a interessarsi più di tanto all’educazione dei figli (Ugo Riccarelli). Anche, dedicare parte del proprio tempo a occupazioni non strettamente professionali, per hobby, per passatempo, a scopo di arricchimento culturale, e sim., o come attività integrativa: si interessa di sport, di cinema, di archeologia; è un ragazzo svogliato, che non s’interessa di nulla.

 

d. Ingerirsi, impicciarsi: nessuno ti ha chiesto d’interessarti dei fatti miei. ◆ Part. pres. interessante, anche come agg. (v. la voce). ◆ Part. pass. interessato, frequente come agg. e con accezioni partic. (v. la voce)[/background]

Modificato da Mito Ferrari

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troppo piccolo :asd:

hai ragione egregio Alferez.

Ma sai cosa vuol dire la parola che hai usato,cioè "piccolo"?

 

Piccolo(ピッコロ Pikkoro?) è l'ultimo antagonista della prima parte ed uno dei protagonisti della seconda e terza parte della serie manga ed animeDragon Ball, scritta e disegnata da Akira Toriyama. È allo stesso tempo ultimo figlio e reincarnazione del Grande Mago Piccolo. Nell'edizione italiana dell'anime, il suo nome è stato adattato in Junior mutuando lo pseudonimoMajunior con cui Piccolo si iscrive al 23º Torneo Tenkaichi[2] (e in seguito anche al 25º)Alla sua prima apparizione, Piccolo viene caratterizzato da una spiccata volontà di conquista, una totale mancanza di scrupoli ed un forte desiderio di vendetta nei confronti di Son Goku, colpevole dell' uccisione del padre, aspetti che andranno scemando fino a scomparire nel corso della serie. Inizialmente ostile ai protagonisti, si ritroverà a collaborare con loro per la salvezza della Terra, per contrastare l'attacco dei Saiyan, primo fra tutti Radish, rappresentando questi un ostacolo giocoforza maggiore ai suoi piani di conquista rispetto a Goku. In seguito il rapporto con Gohan lo influenzerà al punto da porsi spontaneamente al servizio dei propri nemici al solo scopo di proteggerlo, diventando per il personaggio una sorta di padre putativo. L'effettiva conversione coincide con la fine della sua esistenza a seguito dell'assimilazione di Dio. L' individuo originato dall' unione concilia in sé le due personalità livellando gli aspetti negativi; parlando di sé, affermerà di essere solo un namecciano che non ricorda il proprio nome, tuttavia, dopo che Goku gli si rivolge chiamandolo Dioccolo, (in originale Kamiccolo, nell' adattamento italiano dell' anime SupreJunior), dichiarerà di voler mantenere il nome della base della loro unione. A dispetto di questo profondo cambiamento conserverà una sottile vena di crudeltà.Piccolo possiede le tipiche caratteristiche fisiche dei namecciani, fra cui la carnagione verde e le mani dotate di quattro dita (cinque nell'adattamento animato) ed il sangue violaceo e, similmente, anche il suo abbigliamento ricalca quello di Namecc.

In un episodio non tratta dal manga vediamo Piccolo indossare abiti da terrestre mentre cerca di prendere la patente. In questa puntata, Piccolo indossava una maglietta con scritto "Postboy" (che vuol dire 'postino') e un berretto con su la scritta "Piccoro" (in alfabeto latino) che in giapponese indica l'ottavino (detto anche flauto piccolo) La parola giapponese deriva infatti dall'inglese dove lo strumento si chiama semplicemente Piccolo. È però da ricordare che in giapponese non vi è distinzione tra i suoni "RO" e "LO", indicati entrambi con un simbolo. Piccolo, insieme a suo padre, è stato creato da Toriyama come un vero e proprio cattivo, visto che i precedenti nemici non erano all'altezza di Goku e dei suoi compagni. Dalla sua prima apparizione divenne uno dei personaggi più popolari della serie.[senza fonte] In un'intervista, Toriyama ha dichiarato che Piccolo è il suo personaggio preferito, per via del suo volto spaventoso ma comunque accattivante.[senza fonte] Nel disegnare Piccolo, Toriyama non ebbe molte difficoltà. Quando Piccolo è stato introdotto nel capitolo 135 sulla rivista fu progettato come una specie di creatura divina, aspetto molto contrario a quello del Grande Mago Piccolo. In seguito, si decise di perfezionargli la struttura della faccia per renderlo più simile al padre.[senza fonte] Nel corso della serie il personaggio diviene progressivamente più muscoloso, fino ad ottenere una corporatura molto più possente rispetto agli esordi.

Modificato da Mito Ferrari

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sono contento che ti interessa

 

interessare

 

 

 

b. Suscitare interesse, attenzione, curiosità, o in genere attirare, avvincere, piacere e sim.: è un caso che ha interessato a lungo gli studiosi; lo spettacolo non è riuscito a interessarmi; la danza mi ha sempre interessato poco; i. gli spettatori con giochi di prestigio; e con uso assol.: un oratore, un libro che riesce a interessare.

 

c. Con costruzione per lo più intr., stare a cuore: m’interessa (cioè «interessa a me») molto la riuscita di quest’affare; mi sembra che quella ragazza gli interessi un po’ troppo.

 

2. estens. Riguardare, avere azione, effetto o ripercussione su qualcuno o su qualche cosa, estendersi su una determinata zona, su un gruppo sociale, ecc.: il provvedimento interessa larghe categorie di produttori; lesioni interne che interessano i polmoni e le vie respiratorie. In partic., nel linguaggio dei meteorologi:precipitazioni a carattere temporalesco che interesseranno tutto il bacino occidentale del Mediterraneo; l’Italia continua a essere interessata da un regime di alte pressioni.

 

3.

 

a. Far prendere interesse a qualche cosa, rendere partecipe: bisogna i. l’opinione pubblica agli avvenimenti politici; i. i lavoratori alla vita e alle sorti dell’azienda. Anche col sign. di cointeressare: i. agli utili, ai profitti.

 

b. Fare che qualcuno si adoperi, intervenga attivamente a favore nostro o altrui, o interponga la sua autorità, la sua influenza per il conseguimento di un fine: ho interessato al tuo caso il direttore generale; il ministro ha promesso d’i. il governo per un favorevole accoglimento del progetto; delle ricerche dei prigionieri è stata interessata la Croce Rossa.

 

4. Come intr. pron., interessarsi (seguito dalle prep. a o di a seconda dei sign.):

 

a. Prendere e mostrare interesse a qualche cosa: ho visto che s’interessava al racconto.

 

b. Prendersi cura di qualcuno o di qualche cosa, adoperarsi in favore di qualcuno:non ha nessuno che s’interessi di lui; bisognerà pure che le autorità s’interessino alle sorti di questi disgraziati; il capoufficio si è interessato personalmente della tua pratica.

 

c. Più genericam., darsi pensiero, attendere, occuparsi di qualche cosa: la madre lavora e ha poco tempo di (o per) interessarsi dell’andamento della casa;interèssati un po’ anche tu alle tue cose; sono questioni di cui non mi sono mai interessato; rinunciò a interessarsi più di tanto all’educazione dei figli (Ugo Riccarelli). Anche, dedicare parte del proprio tempo a occupazioni non strettamente professionali, per hobby, per passatempo, a scopo di arricchimento culturale, e sim., o come attività integrativa: si interessa di sport, di cinema, di archeologia; è un ragazzo svogliato, che non s’interessa di nulla.

 

d. Ingerirsi, impicciarsi: nessuno ti ha chiesto d’interessarti dei fatti miei. ◆ Part. pres. interessante, anche come agg. (v. la voce). ◆ Part. pass. interessato, frequente come agg. e con accezioni partic. (v. la voce)[/background]

tutto molto (ribelle) :zizi:

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Carlo, mi duole dirtelo, ma te la sei cercata :asd:

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Carlo, mi duole dirtelo, ma te la sei cercata :asd:

questo è poco ma sicuro :dirol:

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l'hai ingrandito però :troll:

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l'hai ingrandito però :troll:

 

hai ragione egregio Alferez!

hihihihihihihihihihihihihihihihihihihihihihhi!!!11!!111!1!!11!1!!!!!!!1!!1!1!!!1!! (cit.)

 

ma quella faccina che hai usato sbaglio o è la "trollface"???

In Internet slang, a troll (11px-Loudspeaker.svg.png/ˈtrl/, /ˈtrɒl/) is someone who posts inflammatory,[2] extraneous, or off-topic messages in an online community, such as a forum, chat room, or blog, with the primary intent of provoking readers into an emotional response[3] or of otherwise disrupting normal on-topic discussion.[4] The noun troll may refer to the provocative message itself, as in: "That was an excellent troll you posted."

While the word troll and its associated verb trolling are associated with Internet discourse, media attention in recent years has made such labels subjective, with trolling describing intentionally provocative actions and harassment outside of an online context. For example, mass media has used troll to describe "a person who defaces Internet tribute sites with the aim of causing grief to families."It has been asserted that the verb to troll originates from Old French troller, a hunting term. A verb "trôler" is found in modern French-English dictionaries, where the main meaning given is "to lead, or drag, somebody about". In modern English usage, the verb to troll describes a fishing technique of slowly dragging a lure or baited hook from a moving boat.[7] A similar but distinct verb, "to trawl," describes the act of dragging a fishing net (not a line). Whereas trolling with a fishing line is recreational, trawling with a net is generally a commercial activity.

The noun troll comes from the Old Norse word for a mythological monster.[8] The word evokes the trolls of Scandinavian folklore and children's tales, where they are often creatures bent on mischief and wickedness. The contemporary use of the term is alleged to have appeared on the Internet in the late 1980s,[9] but the earliest known example is from 1992.[10] Early non-Internet related use of trolling for actions deliberately performed to provoke a reaction can be found in the military; by 1972 the term trolling for MiGs was documented in use by US Navy pilots in Vietnam.[11]The most likely derivation of the word troll can be found in the phrase "trolling for newbies", popularized in the early 1990s in the Usenet group, alt.folklore.urban (AFU).[12][13]Commonly, what is meant is a relatively gentle inside joke by veteran users, presenting questions or topics that had been so overdone that only a new user would respond to them earnestly. For example, a veteran of the group might make a post on the common misconception that glass flows over time. Long-time readers would both recognize the poster's name and know that the topic had been discussed a lot, but new subscribers to the group would not realize, and would thus respond. These types of trolls served as a practice to identify group insiders. This definition of trolling, considerably narrower than the modern understanding of the term, was considered a positive contribution.[12][14] One of the most notorious AFU trollers, David Mikkelson,[12] went on to create the urban folklore website Snopes.com.

By the late 1990s, alt.folklore.urban had such heavy traffic and participation that trolling of this sort was frowned upon. Others expanded the term to include the practice of playing a seriously misinformed or deluded user, even in newsgroups where one was not a regular; these were often attempts at humor rather than provocation. In such contexts, the nountroll usually referred to an act of trolling, rather than to the author.In Chinese, trolling is referred to as bái mù (Chinese: 白目; literally "white eye"), which can be straightforwardly explained as "eyes without pupils", in the sense that whilst the pupilof the eye is used for vision, the white section of the eye cannot see, and trolling involves blindly talking nonsense over the internet, having total disregard to sensitivities or being oblivious to the situation at hand, akin to having eyes without pupils. An alternative term is bái làn (Chinese: 白爛; literally "white rot"), which describes a post completely nonsensical and full of folly made to upset others, and derives from a Taiwanese slang term for the male genitalia, where genitalia that is pale white in colour represents that someone is young, and thus foolish. Both terms originate from Taiwan, and are also used in Hong Kong and mainland China. Another term, xiǎo bái (Chinese: 小白; literally "little white") is a derogatory term that refers to both bái mù and bái làn that is used on anonymous posting internet forums. Another common term for a troll used in mainland China ispēn zi (Chinese: 噴子; literally "sprayer, spurter").

In Japanese, tsuri (釣り?) means "fishing" and refers to intentionally misleading posts whose only purpose is to get the readers to react, i.e. get trolled. arashi (荒らし?) means "laying waste" and can also be used to refer to simple spamming.

In Icelandic, þurs (a thurs) or tröll (a troll) may refer to trolls, the verbs þursa (to troll) or þursast (to be trolling, to troll about) may be used.

In Korean, nak-si (낚시) means "fishing", and is used to refer to Internet trolling attempts, as well as purposefully misleading post titles. A person who recognizes the troll after having responded (or, in case of a post title nak-si, having read the actual post) would often refer to himself as a caught fish.[citation needed]

In Portuguese, more commonly in its Brazilian variant, troll (produced [ˈtɾɔw] in most of Brazil as spelling pronunciation) is the usual term to denote internet trolls (examples of common derivate terms are trollismo or trollagem, "trolling", and the verb trollar, "to troll", which entered popular use), but an older expression, used by those which want to avoidanglicisms or slangs, is complexo do pombo enxadrista to denote trolling behavior, and pombos enxadristas (literally, "chessplayer pigeons") or simply pombos are the terms used to name the trolls. The terms are explained by an adage or popular saying: "Arguing with fulano (i.e. John Doe) is the same as playing chess with a pigeon: the pigeon defecates on the table, drop the pieces and simply fly, claiming victory."

In Thai, the term "krean" (เกรียน) has been adopted to address Internet trolls. The term literally refers to a closely cropped hairstyle worn by most school boys in Thailand, thus equating Internet trolls to school boys. The term "tob krean" (ตบเกรียน), or "slapping a cropped head", refers to the act of posting intellectual replies to refute and cause the messages of Internet trolls to be perceived as unintelligent.[citation needed]Early incidents of trolling were considered to be the same as flaming, but this has changed with modern usage by the news media to refer to the creation of any content that targets another person. The Internet dictionary NetLingo suggests there are four grades of trolling: playtime trolling, tactical trolling, strategic trolling, and domination trolling.[15] The relationship between trolling and flaming was observed in open-access forums in California, on a series of modem-linked computers in the 1970s, like CommuniTree which when accessed by high school teenagers became a ground for trashing and abuse.[16] Some psychologists have suggested that flaming would be caused by deindividuation or decreased self-evaluation: the anonymity of online postings would lead to disinhibition amongst individuals[17] Others have suggested that although flaming and trolling is often unpleasant, it may be a form of normative behavior that expresses the social identity of a certain user group [18][19] According to Tom Postmes, a professor of social and organisational psychology at the universities of Exeter and Groningen, Netherlands, and the author of Individuality and the Group, who has studied online behavior for 20 years, "Trolls aspire to violence, to the level of trouble they can cause in an environment. They want it to kick off. They want to promote antipathetic emotions of disgust and outrage, which morbidly gives them a sense of pleasure."[16]

In academic literature, the practice of trolling was first documented by Judith Donath (1999). Donath's paper outlines the ambiguity of identity in a disembodied "virtual community" such as Usenet:

In the physical world there is an inherent unity to the self, for the body provides a compelling and convenient definition of identity. The norm is: one body, one identity ... The virtual world is different. It is composed of information rather than matter.

Donath provides a concise overview of identity deception games which trade on the confusion between physical and epistemic community:

Trolling is a game about identity deception, albeit one that is played without the consent of most of the players. The troll attempts to pass as a legitimate participant, sharing the group's common interests and concerns; the newsgroups members, if they are cognizant of trolls and other identity deceptions, attempt to both distinguish real from trolling postings, and upon judging a poster a troll, make the offending poster leave the group. Their success at the former depends on how well they – and the troll – understand identity cues; their success at the latter depends on whether the troll's enjoyment is sufficiently diminished or outweighed by the costs imposed by the group. Trolls can be costly in several ways. A troll can disrupt the discussion on a newsgroup, disseminate bad advice, and damage the feeling of trust in the newsgroup community. Furthermore, in a group that has become sensitized to trolling – where the rate of deception is high – many honestly naïve questions may be quickly rejected as trollings. This can be quite off-putting to the new user who upon venturing a first posting is immediately bombarded with angry accusations. Even if the accusation is unfounded, being branded a troll is quite damaging to one's online reputation.

Susan Herring and colleagues in "Searching for Safety Online: Managing 'Trolling' in a Feminist Forum" point out the difficulty inherent in monitoring trolling and maintaining freedom of speech in online communities: "harassment often arises in spaces known for their freedom, lack of censure, and experimental nature".[21] Free speech may lead to tolerance of trolling behavior, complicating the members' efforts to maintain an open, yet supportive discussion area, especially for sensitive topics such as race, gender, and sexuality.[21]

In an effort to reduce uncivil behavior by increasing accountability, many web sites (e.g. Reuters, Facebook, and Gizmodo) now require commenters to register their names and e-mail addresses.[22]

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Lo sapete quali sono le mie figure retoriche preferite?

Sono la sinestesia, la similitudine, la sineddoche, la sinalefe, la sineresi e il simbolo.

 

Spero che Mito Ferrari attraverso la sua immensissima cultura riesca ad approfondire e a farci capire meglio il significato di tutte queste bellissime figure retoriche.

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Mito, ma cos'è la RANA?

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Mito, ma cos'è la RANA?

Persone [modifica]

Toponimi [modifica]

Pagine correlate [modifica]

  • Nuoto a rana - Stile di nuoto, che presenta qualche analogia con i movimenti delle "rane".

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Manca "il Capo degli Egregi" :caldo:

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carlo, bannali tutti!!!!!!!!!! :rock:

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The Magic ha una bravura nel commentare che neanche il grande Facchini :zizi:

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c'è Ferrari248F1 che sull'altro forum come avatar ha messo la mia vecchia immagine dell'Immenso...ma come si permette? :dirol:

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Te lo meriti.

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The Magic ha una bravura nel commentare che neanche il grande Facchini :zizi:

ma com'è che a me il suo ultimo post risulta addirittura del 16 novembre? :confused:

 

Te lo meriti.

parola bisillaba che inizia per s e finisce con i

 

:dirol:

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ma com'è che a me il suo ultimo post risulta addirittura del 16 novembre? :confused:

Perché ha abbandonato questo Forum cambiando sponda del fiume.

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