Osrevinu 34 Inviato 20 Luglio, 2012 Conso era il ministro della giustizia del governo Ciampi appoggiato dal PDS con la benedizione di Scalfaro. magari con la misera pensione che prendono dopo 30-40... ah no 2 anni di "lavoro" a fine mese ci arrivano, poveri! Mi spieghi che ca**o c'entra questo con gli innocenti che vengono sbattuti in galera ingiustamente? La malagiustizia riguarda tutti non solo i politici. E l'essere ripagati non vuol dire certo ottenere denaro, ma esssere ripagati sul piano morale, essere riabilitati. Si deve sempre fare populismo e demagogia di bassa lega. Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Osrevinu 34 Inviato 20 Luglio, 2012 per quanto riguarda la Costituzione e l'incostituzionalit? del 41 bis mi frega poco, nel senso che la Costituzione non ? perfetta e pu? benissimo essere rivista in alcuni aspetti. Non ricordo bene cosa prevede il 41 bis ma ricordo solo che quando lo seppi mi sembrava quasi il minimo per gente del genere. Eh certo, se per la Costituzione il 41bis ? illegale "chi se ne frega", se invece si vuole riformare la magistratura si "mina l'autonomia e l'indipendenza prevista dalla Costituzione" :wacko: Lasciamo perdere va. Pericolosi questi topic. Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
MagicSenna 102 Inviato 20 Luglio, 2012 (modificato) Eh certo, se per la Costituzione il 41bis ? illegale "chi se ne frega", se invece si vuole riformare la magistratura si "mina l'autonomia e l'indipendenza prevista dalla Costituzione" :wacko: Lasciamo perdere va. Pericolosi questi topic. ma dove ho parlato di riformare la magistratura ? non puoi fare bricolage. a sto punto eliminiamo il 41 bis se ? incostituzionale. Modificato 20 Luglio, 2012 da MagicSenna Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Ayrton4ever 0 Inviato 20 Luglio, 2012 ricordo che il topic ? per onorare la memoria di Paolo Borsellino... Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Osrevinu 34 Inviato 20 Luglio, 2012 Hai ragione Giacomo, scusa, ? anche colpa mia. Ma come tutti gli argomenti interessanti si rischia sempre di divagare. Ci sar? tempo per parlarne, magari anche dal vivo un giorno spero. Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Ayrton4ever 0 Inviato 20 Luglio, 2012 spero anch'io, anzi sono sicuro se ce la faremo Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Purley18 16 Inviato 20 Luglio, 2012 *** ha giustamente ricordato che il topic ? inerente a Paolo Borsellino,non ad altre questioni politiche pi? o meno inerenti alla sua morte. Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
F.126ck 2545 Inviato 20 Luglio, 2012 Mi spieghi che ca**o c'entra questo con gli innocenti che vengono sbattuti in galera ingiustamente? La malagiustizia riguarda tutti non solo i politici. E l'essere ripagati non vuol dire certo ottenere denaro, ma esssere ripagati sul piano morale, essere riabilitati. stavamo parlando degli "innocenti" assolti per insufficienza di prove di cui parlava il giudice Borsellino nella frase riportata da Ayrton, non di vittime di errori giudiziari Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Osrevinu 34 Inviato 20 Luglio, 2012 L'assolto per insufficienza di prove ? innocente, punto. Questo dice il codice, questo dice la costiuzione, questo dicono i diritti umani! Altrimenti chiedete che si possa essere condannati anche senza prove, cambiate la regola dell'onere della prova e instaurate la presunzione di colpevolezza (che di fatto gi? c'?). Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
MagicSenna 102 Inviato 21 Luglio, 2012 (modificato) "A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l'esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato." GRAZIE CARO PAPA? - LETTERA DI MANFREDI BORSELLINO AL PADRE Il primo pomeriggio di quel 23 maggio studiavo a casa dei miei genitori, preparavo l?esame di diritto commerciale, ero esattamente allo ?zenit? del mio percorso universitario. Mio padre era andato, da solo e a piedi, eludendo come solo lui sapeva fare i ragazzi della scorta, dal barbiere Paolo Biondo, nella via Zandonai, dove nel bel mezzo del ?taglio? fu raggiunto dalla telefonata di un collega che gli comunicava dell?attentato a Giovanni Falcone lungo l?autostrada Palermo-Punta Raisi. Ricordo bene che mio padre, ancora con tracce di schiuma da barba sul viso, avendo dimenticato le chiavi di casa buss? alla porta mentre io ero gi? pietrificato innanzi la televisione che in diretta trasmetteva le prime notizie sull?accaduto. Aprii la porta ad un uomo sconvolto, non ebbi il coraggio di chiedergli nulla n? lui profer? parola. Si cambi? e raccomandandomi di non allontanarmi da casa si precipit?, non ricordo se accompagnato da qualcuno o guidando lui stesso la macchina di servizio, nell?ospedale dove prima Giovanni Falcone, poi Francesca Morvillo, gli sarebbero spirati tra le braccia. Quel giorno per me e per tutta la mia famiglia segn? un momento di non ritorno. Era l?inizio della fine di nostro padre che poco a poco, giorno dopo giorno, fino a quel tragico 19 luglio, salvo rari momenti, non sarebbe stato pi? lo stesso, quell?uomo dissacrante e sempre pronto a non prendersi sul serio che tutti conoscevamo. Ho iniziato a piangere la morte di mio padre con lui accanto mentre vegliavamo la salma di Falcone nella camera ardente allestita all?interno del Palazzo di Giustizia. Non potr? mai dimenticare che quel giorno piangevo la scomparsa di un collega ed amico fraterno di mio padre ma in realt? ? come se con largo anticipo stessi gi? piangendo la sua. Dal 23 maggio al 19 luglio divennero assai ricorrenti i sogni di attentati e scene di guerra nella mia citt? ma la mattina rimuovevo tutto, come se questi incubi non mi riguardassero e soprattutto non riguardassero mio padre, che invece nel mio subconscio era la vittima. Dopo la strage di Capaci, eccetto che nei giorni immediatamente successivi, proseguii i miei studi, sostenendo gli esami di diritto commerciale, scienze delle finanze, diritto tributario e diritto privato dell?economia. In mio padre avvertivo un graduale distacco, lo stesso che avrebbero percepito le mie sorelle, ma lo attribuivo (e giustificavo) al carico di lavoro e di preoccupazioni che lo assalivano in quei giorni. Solo dopo la sua morte seppi da padre Cesare Rattoballi che era un distacco voluto, calcolato, perch? gradualmente, e quindi senza particolari traumi, noi figli ci abituassimo alla sua assenza e ci trovassimo un giorno in qualche modo ?preparati? qualora a lui fosse toccato lo stesso destino dell?amico e collega Giovanni. La mattina del 19 luglio, complice il fatto che si trattava di una domenica ed ero oramai libero da impegni universitari, mi alzai abbastanza tardi, perlomeno rispetto all?orario in cui solitamente si alzava mio padre che amava dire che si alzava ogni giorno (compresa la domenica) alle 5 del mattino per ?fottere? il mondo con due ore di anticipo. In quei giorni di luglio erano nostri ospiti, come d?altra parte ogni estate, dei nostri zii con la loro unica figlia, Silvia, ed era proprio con lei che mio padre di buon mattino ci aveva anticipati nel recarsi a Villagrazia di Carini dove si trova la residenza estiva dei miei nonni materni e dove, nella villa accanto alla nostra, ci aveva invitati a pranzo il professore ?Pippo? Tricoli, titolare della cattedra di Storia contemporanea dell?Universit? di Palermo e storico esponente dell?Msi siciliano, un uomo di grande spessore culturale ed umano con la cui famiglia condividevamo ogni anno spensierate stagioni estive. Mio padre, in verit?, tent? di scuotermi dalla mia ?loffia? domenicale tradendo un certo desiderio di ?fare strada? insieme, ma non ci riusc?. L?avremmo raggiunto successivamente insieme agli zii ed a mia madre. Mia sorella Lucia sarebbe stata impegnata tutto il giorno a ripassare una materia universitaria di cui avrebbe dovuto sostenere il relativo esame il giorno successivo (cosa che fece!) a casa di una sua collega, mentre Fiammetta, come ? noto, era in Thailandia con amici di famiglia e sarebbe rientrata in Italia solo tre giorni dopo la morte di suo padre. Non era la prima estate che, per ragioni di sicurezza, rinunciavamo alle vacanze al mare; ve ne erano state altre come quella dell?85, quando dopo gli assassini di Montana e Cassar? eravamo stati ?deportati? all?Asinara, o quella dell?anno precedente, nel corso della quale mio padre era stato destinatario di pesanti minacce di morte da parte di talune famiglie mafiose del trapanese. Ma quella era un?estate particolare, rispetto alle precedenti mio padre ci disse che non era pi? nelle condizioni di sottrarsi all?apparato di sicurezza cui, soprattutto dolo la morte di Falcone, lo avevano sottoposto, e di riflesso non avrebbe potuto garantire a noi figli ed a mia madre quella libert? di movimento che negli anni precedenti era riuscito ad assicurarci. Cos? quell?estate la villa dei nonni materni, nella quale avevamo trascorso sin dalla nostra nascita forse i momenti pi? belli e spensierati, era rimasta chiusa. Troppo ?esposta? per la sua adiacenza all?autostrada per rendere possibile un?adeguata protezione di chi vi dimorava. Ricordo una bellissima giornata, quando arrivai mio padre si era appena allontanato con la barchetta di un suo amico per quello che sarebbe stato l?ultimo bagno nel ?suo? mare e non posso dimenticare i ragazzi della sua scorta, gli stessi di via D?Amelio, sulla spiaggia a seguire mio padre con lo sguardo e a godersi quel sole e quel mare. Anche il pranzo in casa Tricoli fu un momento piacevole per tutti, era un tipico pranzo palermitano a base di panelle, crocch?, arancine e quanto di pi? pesante la cucina siciliana possa contemplare, insomma per stomaci forti. Ricordo che in Tv vi erano le immagini del Tour de France ma mio padre, sebbene fosse un grande appassionato di ciclismo, dopo il pranzo, nel corso del quale non si era risparmiato nel ?tenere comizio? come suo solito, decise di appisolarsi in una camera della nostra villa. In realt? non dorm? nemmeno un minuto, trovammo sul portacenere accanto al letto un cumulo di cicche di sigarette che lasciava poco spazio all?immaginazione. Dopo quello che fu tutto fuorch? un riposo pomeridiano mio padre raccolse i suoi effetti, compreso il costume da bagno (restituitoci ancora bagnato dopo l?eccidio) e l?agenda rossa della quale tanto si sarebbe parlato negli anni successivi, e dopo avere salutato tutti si diresse verso la sua macchina parcheggiata sul piazzale limitrofo le ville insieme a quelle della scorta. Mia madre lo salut? sull?uscio della villa del professore Tricoli, io l?accompagnai portandogli la borsa sino alla macchina, sapevo che aveva l?appuntamento con mia nonna per portarla dal cardiologo per cui non ebbi bisogno di chiedergli nulla. Mi sorrise, gli sorrisi, sicuri entrambi che di l? a poche ore ci saremmo ritrovati a casa a Palermo con gli zii. Ho realizzato che mio padre non c?era pi? mentre quel pomeriggio giocavo a ping pong e vidi passarmi accanto il volto funereo di mia cugina Silvia, aveva appena appreso dell?attentato dalla radio. Non so perch? ma prima di decidere il da farsi io e mia madre ci preoccupammo di chiudere la villa. Quindi, mentre affidavo mia madre ai miei zii ed ai Tricoli, sono salito sulla moto di un amico d?infanzia che villeggia l? vicino ed a grande velocit? ci recammo in via D?Amelio. Non vidi mio padre, o meglio i suoi ?resti?, perch? quando giunsi in via D?Amelio fui riconosciuto dall?allora presidente della Corte d?Appello, il dottor Carmelo Conti, che volle condurmi presso il centro di Medicina legale dove poco dopo fui raggiunto da mia madre e dalla mia nonna paterna. Seppi successivamente che mia sorella Lucia non solo volle vedere ci? che era rimasto di mio padre, ma lo volle anche ricomporre e vestire all?interno della camera mortuaria. Mia sorella Lucia, la stessa che poche ore dopo la morte del padre avrebbe sostenuto un esame universitario lasciando incredula la commissione, ci rifer? che nostro padre ? morto sorridendo, sotto i suoi baffi affumicati dalla fuliggine dell?esplosione ha intravisto il suo solito ghigno, il suo sorriso di sempre; a differenza di quello che si pu? pensare mia sorella ha tratto una grande forza da quell?ultima immagine del padre, ? come se si fossero voluti salutare un?ultima volta. La mia vita, come d?altra parte quella delle mie sorelle e di mia madre, ? certamente cambiata dopo quel 19 luglio, siamo cresciuti tutti molto in fretta ed abbiamo capito, da subito, che dovevamo sottrarci senza ?se? e senza ?ma? a qualsivoglia sollecitazione ci pervenisse dal mondo esterno e da quello mediatico in particolare. Sapevamo che mio padre non avrebbe gradito che noi ci trasformassimo in ?familiari superstiti di una vittima della mafia?, che noi vivessimo come figli o moglie di ?.., desiderava che noi proseguissimo i nostri studi, ci realizzassimo nel lavoro e nella vita, e gli dessimo quei nipoti che lui tanto desiderava. A me in particolare mi chiedeva ?Paolino? sin da quando avevo le prime fidanzate, non oso immaginare la sua gioia se fosse stato con noi il 20 dicembre 2007, quando ? nato Paolo Borsellino, il suo primo e, per il momento, unico nipote maschio. Oggi vorrei dire a mio padre che la nostra vita ? s? cambiata dopo che ci ha lasciati ma non nel senso che lui temeva: siamo rimasti gli stessi che eravamo e che lui ben conosceva, abbiamo percorso le nostre strade senza ?farci largo? con il nostro cognome, divenuto ?pesante? in tutti i sensi, abbiamo costruito le nostre famiglie cui sono rivolte la maggior parte delle nostre attenzioni come lui ci ha insegnato, non ci siamo ?montati la testa?, rischio purtroppo ricorrente quando si ha la fortuna e l?onore di avere un padre come lui, insomma siamo rimasti con i piedi per terra. E vorrei anche dirgli che la mamma dopo essere stata il suo principale sostegno ? stata in questi lunghi anni la nostra forza, senza di lei tutto sarebbe stato pi? difficile e molto probabilmente nessuno di noi tre ce l?avrebbe fatta. Mi piace pensare che oggi sono quello che sono, ossia un dirigente di polizia appassionato del suo lavoro che nel suo piccolo serve lo Stato ed i propri concittadini come, in una dimensione ben pi? grande ed importante, faceva suo padre, indipendentemente dall?evento drammatico che mi sono trovato a vivere. D?altra parte ? certo quello che non sarei mai voluto diventare dopo la morte di mio padre, una persona che in un modo o nell?altro avrebbe ?sfruttato? questo rapporto di sangue, avrebbe ?cavalcato? l?evento traendone vantaggi personali non dovuti, avrebbe ricoperto cariche o assunto incarichi in quanto figlio di ?. o perch? di cognome fa Borsellino. A tal proposito ho ben presente l?insegnamento di mio padre, per il quale nulla si doveva chiedere che non fosse gi? dovuto o che non si potesse ottenere con le sole proprie forze. Diceva mio padre che chiedere un favore o una raccomandazione significa mettersi nelle condizioni di dovere essere debitore nei riguardi di chi elargisce il favore o la raccomandazione, quindi non essere pi? liberi ma condizionati, sotto il ricatto, fino a quando non si restituisce il favore o la raccomandazione ricevuta. Ai miei figli, ancora troppo piccoli perch? possa iniziare a parlargli del nonno, vorrei farglielo conoscere proprio tramite i suoi insegnamenti, raccontandogli piccoli ma significativi episodi tramite i quali trasmettergli i valori portanti della sua vita. Caro pap?, ogni sera prima di addormentarci ti ringraziamo per il dono pi? grande, il modo in cui ci hai insegnato a vivere. ( La testimonianza del figlio del giudice ? pubblicata per gentile concessione dell?editore ? chiude il libro ?Era d?estate?, curato dai giornalisti Roberto Puglisi e Alessandra Turrisi) Modificato 21 Luglio, 2012 da MagicSenna Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Osrevinu 34 Inviato 21 Luglio, 2012 Molto bella, davvero una lettera molto bella. E c'? un insegnamento: bisogna sempre guardare avanti e mai lasciarsi abbattere dalle avversit?, neanche dalle pi? terribili perch? sarebbe come darla vinta a chi tali avversit? te le ha causate. Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
MagicSenna 102 Inviato 22 Luglio, 2012 immagini esclusive http://livesicilia.it/2012/07/19/paolo-borsellino-una-biografia-per-immagini/1#gpt ho visto un pezzo di intervista fatta a Murana, uno di quelli spediti al 41 bis nel processo farsa dopo le dichiarazioni di Scarantino, racconta cose incredibili. Com'? possibile che si permetta a chi lavora nelle carceri di distruggere la vita(gi? distrutta) dei carcerati: flessioni da nudi, finestre aperte di inverno, cibi contaminati con profilattici, sveglia a intervalli regolari per non far dormire i detenuti. ma qualcuno che controlla ? Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti