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Purley18

Targa Florio

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Non so se c'? un topic dedicato alla manifestazione siciliana,ma comunque lo apro.Eccoci qui,a parlare della corsa pi? antica del mondo.

Prima un po' di storia direttamente da Wikipedia.

http://en.wikipedia.org/wiki/Targa_Florio

 

Ho postato la versione inglese perch? mi sembra quella pi? curata.

La cosa incredibile ? che in una competizione come questa sia una casa straniera ad aver vinto di pi?:la Porsche.Quest'ultima vanta ben 11 successi,dietro l'Alfa con 10.Terza solamente la Ferrari.

Su queste strade sicuramente il mattatore pi? famoso ? il mitico Nino Vaccarella,nato proprio dalle parti di Palermo.

Era conosciuto come il preside Volante in quanto era preside di un istituto a Montelepre,vicino Palermo.Infatti spesso era costretto a prendere il primo volo per essere a lezione il luned? mattina.Ovviamente non aveva nemmeno il tempo di festeggiare tali vittorie.

Sono stati dedicati molti tributi alla Targa Florio,specialmente quelli della Porsche.Infatti cre? un modello ad hoc per la competizione(la 908 se non mi sbaglio)e dedic? anche una versione della 911,la 911 Targa,chiamata in questa maniera per i successi ottenuti in Sicilia.

Oggi la Targa Florio ? un rally,ma fino al 1977 era una competizione che compieva il giro in pratica di tutte le Madonie:si toccavano paesi come Cefal?,Cerda(famose le tribune)e molti altri.Si corse su svariate versioni della Targa Florio(le potete leggere tutte dal link di Wikipedia che ho postato sopra).Ma sicuramente la pi? famosa fu quella "Piccolo circuito"(eufemismo).In realt? era un circuito di ben 72 km,pieno di curve molto insidiose.In pratica come livello di difficolt? siamo alla pari di circuiti come il vecchio Spa Francorchamps,Nurburgring Nordschleife o il circuito dell'Isola di Man dove si corre il TT.

La Targa Florio spar? definitivamente come competizione da pista nel 1977,principalmente per due motivi:

1)Misure di sicurezza blande e molto povere(in prova non era difficile trovare un camion o un contadino che pascolava le pecore in mezzo alla strada);

2)Pericolosit? eccessiva ed estrema del circuito.

 

Ora un po' di foto:

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http://www.youtube.com/watch?v=a2BdsAv-lLI&feature=related

 

 

 

 

 

 

 

Buona visione! :thumbsup:

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pazzi, assolutamente pazzi :asd:

 

ho provato la pista (il circuito "Piccolo") su rFactor e mi chiedo con che coraggio affondavano il piede sull'acceleratore :zrzr:

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Che Gara!!!

 

Da Brividi! :zrzr:

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Eh si,io ho avuto l'onore di passare su alcune di queste strade(alcune le conosco)..e lo ammetto,bisogna avere fegato.

Un errore pu? essere fatale e lo ha dimostrato l'incidente che alla Targa Florio che si ? portato via Gareth Roberts.

Comunque ritornando in tema,il pilota che fuma e beve in una delle foto che ho postato ? Vic Elford,praticamente l'idolo dei siciliani insieme a Nino Vaccarella.

Tempo fa trovai una foto su Internet che era alquanto curiosa:ritraeva Vic Elfrod fermo accanto alla sua 908 vicino a Cerda mentre mangiava arancine e pane offerte da spettatori che assistevano alla gara.Roba d'altri tempi.Se trovo la foto,la posto.

 

 

Buona visione(non preoccupatevi del francese,le immagini parlano da sole) :thumbsup:

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Bel topic Purley, a me quello che fa incazzare ? che se questo percorso fosse in Germania o Inghilterra sarebbe ancora attivo, vedi il TT sull'Isola di Man dove si continua a correre nonostante i morti o al Ring!! Con la piccola differenza che al Nurburgring non c'? il mare, il cibo ? da :vomito: , luoghi storici non ne hanno in quanto nella 2? guerra hanno distrutto tutto o quasi e sopratutto non c'? un clima che permette di tenere aperta la pista tutto l'anno. :nope:

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Bel topic Purley, a me quello che fa incazzare ? che se questo percorso fosse in Germania o Inghilterra sarebbe ancora attivo, vedi il TT sull'Isola di Man dove si continua a correre nonostante i morti o al Ring!! Con la piccola differenza che al Nurburgring non c'? il mare, il cibo ? da :vomito: , luoghi storici non ne hanno in quanto nella 2? guerra hanno distrutto tutto o quasi e sopratutto non c'? un clima che permette di tenere aperta la pista tutto l'anno. :nope:

Ma infatti la rovina di queste competizioni ? proprio l'Italia e la politica dello sport.Come hai detto te se questo percorso fosse situato in Germania o in Inghilterra sarebbe valorizzato in maniera esemplare.

Anche perch? la Targa era magnifica e non mi riferisco solamente al circuito.La cornice delle Madonie ? stupenda,la gente di qui ? molto simpatica,disponibile e cordiale e il contesto di prestigio avrebbe reso la competizione famosa in tutto il mondo.Per non parlare del cibo...e invece noto con molto dispiacere che nemmeno un canale cos? completo come Nuvolari si prende la briga di trasmettere un documentario serio sulla Targa Florio di quel tempo.Al contrario di altri emittenti televisive,come quelle inglesi(met? dei video postati da me sopra sono in lingua inglese)o francesi.

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Ma infatti la rovina di queste competizioni ? proprio l'Italia e la politica dello sport.Come hai detto te se questo percorso fosse situato in Germania o in Inghilterra sarebbe valorizzato in maniera esemplare.

Anche perch? la Targa era magnifica e non mi riferisco solamente al circuito.La cornice delle Madonie ? stupenda,la gente di qui ? molto simpatica,disponibile e cordiale e il contesto di prestigio avrebbe reso la competizione famosa in tutto il mondo.Per non parlare del cibo...e invece noto con molto dispiacere che nemmeno un canale cos? completo come Nuvolari si prende la briga di trasmettere un documentario serio sulla Targa Florio di quel tempo.Al contrario di altri emittenti televisive,come quelle inglesi(met? dei video postati da me sopra sono in lingua inglese)o francesi.

 

Sopratutto ? la politica la rovina dell'Italia, e non appena entrano due soldi preferiscono sputtanarli piuttosto che costruire, o mantenere in piedi qualcosa che resti poi alle generazioni future. Se il Ring in Germania fa 60 milioni in 6/7 mesi solo con la pista perch? altro non c'?, in Sicilia con: mare, vulcano,siti archeologici,cibo,.... farebbero come minimo 2/300 milioni di ? all'anno ed invece ci facciamo ridere da tutto il mondo di fronte alle foto delle tribune e i box della Targa. Basta farsi un giro a Brescia durante la Mille Miglia per vedere quanto queste competizioni siano invidiate da gente di tutto il mondo, con fotografi e televisioni ovunque.... televisioni straniere per? perch? a parte ReteBrescia, in Italia fanno vedere forse il trafiletto di 20 secondi nei telegiornali e poi avanti con il calcio di m....a.

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Sopratutto ? la politica la rovina dell'Italia, e non appena entrano due soldi preferiscono sputtanarli piuttosto che costruire, o mantenere in piedi qualcosa che resti poi alle generazioni future. Se il Ring in Germania fa 60 milioni in 6/7 mesi solo con la pista perch? altro non c'?, in Sicilia con: mare, vulcano,siti archeologici,cibo,.... farebbero come minimo 2/300 milioni di ? all'anno ed invece ci facciamo ridere da tutto il mondo di fronte alle foto delle tribune e i box della Targa. Basta farsi un giro a Brescia durante la Mille Miglia per vedere quanto queste competizioni siano invidiate da gente di tutto il mondo, con fotografi e televisioni ovunque.... televisioni straniere per? perch? a parte ReteBrescia, in Italia fanno vedere forse il trafiletto di 20 secondi nei telegiornali e poi avanti con il calcio di m....a.

Perfettamente d'accordo,con la politica dello sport mi riferivo principalmente all'ACI.Prendi ad esempio il tira e molla continuo che c'? stato fino a qualche mese tra il Rally di Sardegna e il rally di Sicilia:la Fia si stava stufando e sicuramente avrebbe dirottato il rally da un'altra parte(i paesi emergenti per esempio).

Io lo dico spesso:qui in Sicilia(ma in generale anche nel resto d'Italia)se avessimo una politica corretta,potremmo vivere anche del primario e del terziario,purch? siano sviluppati in maniera molto approfondita e zelante.

Per quanto riguarda le televisioni,le nostri emittenti sportive fanno semplicemente schifo.Noi,che per antonomasia,dovremmo essere il paese dei motori(Ferrari,Ducati,Monza,Targa Florio,Alfa Romeo,Lancia,Lamborghini....)non lo siamo.Tutto a favore del calcio(che tra l'altro viene trattato anche male eh).

Al contrario,le emittenti televisive straniere hanno una copertura pressoch? eccezionale.L'ho potuto apprezzare quest'anno con Eurosport UK che ha avuto una copertura impeccabile alla Targa Florio Rally di quest'anno(valevole per l'IRC).

Ritornando in tema,posto altre foto:

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:thumbsup:

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Targa Florio: “il segno” di Helmut Marko con l’Alfa Romeo

 

30 gennaio 2013 – L’attuale manager della Red Bull ha lasciato il segno sulla “56° Targa Florio”, quella del 1972.

 

Nel 1972, Helmut Marko e Niki Lauda erano i piloti austriaci del momento. Marko era impegnato in Formula 1 con la BRM e nel Campionato Mondiale Sport Prototipi con l’Alfa Romeo.

 

Per la 56° Targa Florio, 11 giri dello splendido “piccolo circuito delle Madonie” di 72 km., la Ferrari si presentava con il titolo mondiale già in tasca e l’Alfa Romeo accarezzava l’idea di poter vincere ancora la corsa più famosa al mondo.

La “Casa del Portello” iscriveva alla gara siciliana quattro grintose 33 TT3 a 8 cilindri, con equipaggi formati da piloti importanti: Elford-Van Lennep, Galli-Marko, Stommelen-Vaccarella, De Adamich-Hezemans. La Ferrari, invece, iscriveva una sola 312 P, con l’esperto Merzario in coppia con Munari, campione di rally, non abituato a gareggiare con le potenti sport 3 litri.

 

Al via, Elford cercava di distanziarsi dagli inseguitori con un ritmo esagerato. Subito dopo, a causa di un sasso, rompeva la coppa dell’olio. Merzario sorpassava De Adamich e l’idolo di casa Vaccarella – vincitore dell’edizione precedente e favorito dai pronostici – si collocava in seconda posizione ai danni di Galli. I tifosi del “Preside volante” Vaccarella esultavano, ma la sua vettura rompeva una valvola dopo il cambio guida nelle mani di Rolf Stommelen. Per i siciliani, la spettacolare fumata generata dalla rottura, accompagnava una cocente delusione. Intanto Munari, che aveva preso il posto di Merzario sulla Ferrari, guidava con professionale prudenza. Il suo ritmo attento, consentiva al bravo Marko – che aveva rimpiazzato Galli alla guida dell’Alfa n°5 – di portarsi alle sue spalle. L’austriaco raggiungeva Munari, lo seguiva, lo studiava per alcuni km e infine lo superava eseguendo una manovra da brivido al “bivio di Polizzi”, una vera e propria “sverniciata”. Al quarto passaggio, Marko riconsegnava a Galli la vettura in prima posizione con un bel margine di vantaggio sulla Ferrari.

 

Rientrato in corsa, il tenace Merzario riguadagnava il primo posto, sorpassando Galli, protagonista di un testacoda con conseguente perdita di tempo. All’ultimo cambio di guida, Marko rientrava in pista con un ritardo considerevole dalla Ferrari, ma iniziava un furioso e entusiasmante inseguimento rimasto nella storia: il vantaggio del “Fantino”, quasi 2’30″ a due giri dal termine, si riduceva a pochi secondi!

Il comasco stringeva i denti, richiedeva ai muscoli delle sue braccia l’ultimo doloroso sforzo e teneva duro fino al traguardo.

 

La Ferrari vinceva e Marko concludeva secondo a 17″ tra gli applausi della folla entusiasta.

De Adamich e Hezemans si piazzavano terzi a oltre 18 minuti. Marko, vera rivelazione della corsa – che peraltro non conosceva – “stampava” all’ultimo passaggio la seconda migliore prestazione sul giro di tutti i tempi. Lasciava, così, “il suo segno sulla Targa” e regalava agli appassionati un’inaspettata edizione, la piu’ bella del ciclo Mondiale per i toni agonistici raggiunti.

 

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n.5 Alfa Romeo 33 TT3 , Scuderia Autodelta , nanni (Giovanni Galli) - Helmut Marko , 2°assoluti, 2°categoria sport,2°classe da 2001 a 3000 cc

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Targa Florio 1963: passione e spettacolo in Sicilia

17 luglio 2013 – Non esiste classica al mondo che possa riunire tanto brivido, dramma, bellezza ed entusiasmo quanto la leggendaria Targa Florio. La partenza e l’arrivo, a metà del rettifilo tra Bonfornello e Campofelice, vedevano la strada inerpicarsi per i primi 9 chilometri lungo curve ingannevolmente strette, spesso cieche, fra orti e vigneti, fino all’attraversamento dell’abitato di Cerda.

Bisarca-Ferrari-Targa-Florio-1963.jpg

Appena fuori dal paese, dopo una curva a esse e una stretta e interminabile curva a sinistra (con all’esterno un massiccio muraglione di pietra), si risaliva la montagna con una sequenza di curve, mentre a sinistra si spalancava alla vista una vasta vallata azzurra di foschia: era il biglietto da visita del “Piccolo circuito delle Madonie” di 72 chilometri, sul quale, il 5 maggio del 1963, si correva la 47^ Targa Florio. In questo paesaggio siciliano, incantevole e profumato, superato quel passo, si poteva osservare in lontananza Monte Caltavuturo e, alle sue spalle, il Monte dei Cervi (alto quasi 1800 metri).

Da lì si scendeva alla disperata lungo una serie terrificante di curve. La pavimentazione era spaventosa: solo una settimana prima della corsa era stata fatta manutenzione alla meglio, con pezze d’asfalto messe qua e là. Così, il passaggio delle prime vetture aveva scavato il rivestimento ancora molle e tutto attorno erano state “sparate” le appiccicose palline d’asfalto. La strada svoltava a est, serpeggiando tra le macchie di olivi fino al ponte a fondo valle, poi risaliva a zigzag i fianchi del Monte Caltavuturo e sorpassava l’omonimo paesino, aggrappato sulla vetta. In cima, c’era una curva a 90° attorno una parete rocciosa: a sinistra il vuoto, a precipizio sulla vallata.

Negli anni ’50 Mike Hawthorn e Peter Collins avevano battezzato questa curva “Returning home in a coffin” (“Ritorno a casa in una bara”): tutti ci stavano attenti, ma nel circuito delle Madonie la prudenza non compariva tra gli invitati. Quindi, la strada scendeva tortuosa fino a un lungo e stretto ponte in fondo al burrone, poi di nuovo risaliva tra gli oliveti fino al tornante a sinistra del famoso bivio Polizzi. Lì vicino Ferrari e Porsche avevano piazzato i loro box per l’assistenza e il rifornimento. Da quel punto, tra una moltitudine di eucaliptos e fichi d’india, si potevano intravedere, per svariati chilometri, le auto avventurarsi velocemente lungo la discesa, accompagnate da ritmiche, musicali accelerate e lampi di sole sul parabrezza.

Willy-Mairesse-a-Campofelice-di-Roccella

Alle pendici del Monte dei Cervi il paesaggio diventava di colpo desolato, quasi triste. In quel punto, molti piloti si estraniavano un istante dalla corsa, giusto il tempo di tornare tra gli alberi e lanciarsi a capofitto nell’attraversamento di Collesano, tra antichi palazzi e poi ancora giù, sempre forte, a Campofelice, a dipingere con il rombo dei motori i muri delle case e lo stupore in viso delle persone che attendevano sui marciapiedi, sui balconi o seduti innanzi casa il veloce transito delle vetture, come fosse una processione. Raggiunta la Chiesa barocca nella piazza del paese, si svoltava a sinistra e nel paesaggio, in basso a destra, si vedeva il mare blu, a tratti luccicante. Un collegamento stradale conduceva alla litoranea Palermo-Messina e al rettifilo di Buonfornello, di quasi cinque chilometri, perfettamente liscio. Tutto questo, per dieci giri e parecchie ore di guida. Nel 1963, la corsa partiva, come al solito, alle otto del mattino. Una dietro l’altra, ogni 30 secondi, si susseguiva la partenza delle vetture partecipanti. Protagoniste della gara le Porsche e le Ferrari: c’erano il collaudatore della Casa di Stoccarda Linge, che condivideva con Barth una Porsche Carrera 2, il barone siciliano Antonio Pucci con la Porsche-Abarth 1300. Svariate Ferrari e Alfa non ufficiali, una sola Jaguar, due Mini Cooper, di cui una strana, bimotore.

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Jo Bonnier e Carlo Maria Abate pilotavano una Porsche 718 GTR, Maglioli e Baghetti un’altra Porsche. L’ammirato squadrone Ferrari si presentava con una Ferrari Dino condotta da Bandini e due potentissime 250P 3 litri V12 con Mairesse/Scarfiotti e Surtees/Parkes. Grande assente dell’ultimo minuto Nino Vaccarella: per un investimento stradale, il prefetto di Pescara gli aveva ritirato la patente. Le Ferrari 250P, favorite dai pronostici, sembravano inarrivabili. Al secondo giro, Parkes precedeva Bonnier mentre Scarfiotti era in difficoltà. Al box, Willy Mairesse, soprannominato “Wild Billy” (“Billy il matto”) gli dava il cambio, saltando in macchina come fosse una partenza a Le Mans. Ripartiva sgommando mentre i meccanici ancora lavoravano sul motore: il giro seguente doveva rientrare ai box. Dopo la ripartenza, andava a sbattere il sottoscocca irreparabilmente, così il motore non poteva più essere alimentato oltre metà corsa dell’acceleratore. Intanto Parkes consegnava la vettura a Surtees con 1’20″ di vantaggio su Bonnier. Surtees in una curva lenta commetteva un errore inaspettato: danneggiava carrozzeria e serbatoio e doveva ritirarsi con il serbatoio sfondato che grondava benzina. Così, transitava in testa Abate, con solo 9 secondi di vantaggio sulla “piccola” Ferrari Dino di Bandini.

Ultima-curva-Targa-Florio-1963-436x291.j

Perse le speranze di vittoria per le 250P, Scarfiotti saliva sulla Dino di Bandini ma commetteva un errore e danneggiava una ruota. Il ritardo saliva così a 20″, ma Scarfiotti percorreva due giri perfetti e ripassava in testa. Al cambio, il direttore tecnico Eugenio Dragoni metteva alla guida della Dino “Billy il matto” Mairesse. Il cielo annuvolato, che aveva preso il posto del bel sole del mattino, iniziava a far piovere a tratti sul tracciato. Mairesse passava per iniziare l’ultimo giro con 50 secondi di vantaggio su Bonnier. Quest’ultimo, guidando d’istinto, sfuttava al massimo le qualità della Porsche, meno difficile da condurre in tale situazione. Acqua ruscellante e fango, in alcuni tratti, pista bagnata o asciutta in altri. Bonnier dopo un tornante perdeva la 2^ marcia e poi la 1^: pregando proseguiva sino all’arrivo e concludeva in 6h55’45″. Intanto il “belga matto” stava iniziando la parte finale del circuito. Pure lui guidava con l’istinto: entrava nelle curve come un pazzo mentre il V6 cantava alle sue spalle. Affrontava in pieno le curve veloci che si alzavano dolcemente dalla litoranea, senza risparmiarsi: a Polizzi e a Campofelice gli avevano segnalato i tempi di Bonnier. Con i nervi tesi, Mairesse spingeva ma, all’ultima grande curva, metteva di traverso la Dino sull’asfalto bagnato.

Nonostante un disperato controsterzo non riusciva a riprenderla e andava a sbattere forte in un frastuono di alluminio accartocciato. Dopo il botto, inseriva la 1^ marcia e ripartiva a tutto gas, ma gli si era aperto il cofano motore: così tagliava il traguardo trascinandoselo dietro come un carrello senza ruote. Aveva perso tempo e concludeva a 12 secondi dalla Porsche di Bonnier e Abate, vincitori di questa indimenticabile, drammatica, emozionante, stupenda Targa Florio.

Via F1Passion

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