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  1. Purtroppo non sono in grado di dare ulteriori informazioni. Sia perche a quel G.P. non ero presente, sia perche' allora solo l'inviato capo andava in trasferta ai G.P., ed iro ero ancora alle gare in salita con gli amici, poi nella prima meta' del 1966 ifine di gare ne vidi molto poche perche stavo effettuando il servizio militare.
  2. A volte andare solo a memoria, dopo 40 anni, puo' giocare brutti scherzi! Amon fu terzo al traguardo( piazzamento non certo tale da giustificare la serata di festa) e le due Brabham avevano i Repco. Mi scuso a ci aggiungo un altro aneddoto su "Nonno" Black Jack come Brabham veniva chiamato. Reims 1996 lui e' in testa e Hulme, "L'orso" neozelandese lo segue come un ombra sulla seconda Brabham ufficiale del team. Ad ogni curva lenta, Brabham volutamente mette le ruote posteriori sul brecciolino che costeggia l'asfalto (Reims era uno stradale) per sparare del pietrisco addosso al suo inseguitore. E la cosa va avanti per piu' giri!
  3. Accuso il colpo Amon era terzo al traguardo, piazzamento comunque non tale da giustificare la serata di festa, e giustamente le Brabham avevano il Repco. Purtroppo andando a memoria dopo quaranta anni e passa di corse pressoche' ad ogni domenica e nelle categorie pi' disparate, senza una precisa documentazione sottomano qualche strafalcione scappa. Me ne scuso!
  4. Parlando di Jack Brabham la cosa piu' curiosa che ricordo fu una cena allo Sporthotel del Nurburgring forse nel 1967. Lo sprthotel era ricavato, come il suo relativo ristorante al'interno delle mastodontiche tribune in legno che costeggiavano il rettilieno principale, di fronte ai boxes. Per la Brabham il G.P. di Germania di inizio agosto si era risolto in un trionfo: 1 Hulme, secondo Brabham, entrambi sulla Brabham con il tre litri Cosworth. I due sedevano entrambi ad un tavolino. Io, ospite della Ferrari, che nonostante avesse avuto una giornata disastrosa con due ritiri, festeggiava ad una tavolata di una ventina di persone con il D.S. Franco Lini ed il D.T. Mauro Forghieri a vini rari ( molto costosi specie in Germania) e specialita' tedesche, li osservai pensando ad una serata da vincitori!. Ordinarono due wurstel con due birre. Finita in pochi minuti la cena frugale sia Brabham che Hulme si alzarono e poi, come se fosse la cosa piu' normale per un team manager ed il suo pilota vittorioso, ognuno pago' la sua parte di conto!
  5. sono sempre Zigliotto. Con piacere vedo che il sasso in tribuna della classifica dei migliori ha lasciato il segno. Era lo stile del mio Autosprint. Coinvolgere i lettori sulla loro passione. Personalmente nel giudicare un pilota mi sono sempre rifatto ad una storia che mi racconto una volta jackie Stewart, forse il pilota con il piu' alto quoziente di intelligenza che abbia mai conosciuto. " Un giro veloce possono farlo in molti. Il problema e' rifarlo. E sei un campione quando sai perche' lo hai rifatto!". In base a questo semplice teorema possiamo dire che per ogni generazione c'e' stato chi sapeva fino in fondo come e perche' poteva e sapeva essere piu' veloce degli altri. Come dire, paragonandoci al mondo del Circo, cui spesso la F.1 e' accostata, che c'e' sempre stato qualcuno che mentre gli altri arrivavano ad eseguire il doppio salto mortale, sapeva spingerdsi fino al triplo!. Per tanti pero' senza rete di salvataggio. Oggi grazie alla sicurezza con una rete piu' che ampia. Psicologicamente per chi del rischio ha fatto il suo mestiere un vantaggio non da poco. Ecco perche' condivido il giudizio dato nelle sue memorie da Sir Louis Stanley, ex patron della BRM: " Il piu' grande ? Fangio. Perche' mentre lui correva e vinceva 5 titoli senza mai farsi veramente male, per stargli davanti si ammazzarono in piu' di 30!". Vogliamo scambiarci delle impressioni anche su questo tema di fondo
  6. Sono sempre Eugenio Zigliotto. Ringrazio tutti per la prova di affetto e di stima. Sapevo di avere vissuto un periodo eccezionale della storia delle competizioni automobilistiche. Ma ora so anche di aver avuto la straordinaria opportunita' di condividerlo con tanti e tanti amici. Quindi con estremo piacere sono a disposizione di chiunque voglia ritornare su quei giorni , e sopra tutto, su quei personaggi inarrivabili. Mi scuso in anticipo se avro' tempi lunghi. Sia per la mia scarsa confidenza con il computer (sono un giornalista da Olivetti 22!) sia per i molteplici impegni collegabili al mio impegno professionale nel mondo dell' Alta orologeria. A chi mi ha chiesto dei ricordi, parlerei di Jim Clark. Non molti fra i piu' giovani sanno perche' con Fangio, Senna e forse Nuvolari e Schumaker sia tra i cinque piu' grandi della storia. E non solo nella mia personale classifica! Proprio al 7 Aprile 2008 ricorrevano i quaranta anni dell'incidente ad Hockenheim dove perse la vita lo scozzese, al volante ovviamente di una Lotus durante una gara di F.2. Clark e Lotus sono stati un binomio indissolubile. A parecchie delle corse fantastiche che hanno creato la loro leggenda sono stato presente. E la mia grande amicizia con Ayrton Senna nacque proprio in base ad una frase che gli dissi a caldo quando vinse il G.P. del Portogallo sotto l'acqua (vado a memoria forse nel 1983?). '' Credevo che non avrei mai piu' visto in vita mia qualcuno guidare come Jim Clark. Oggi debbo ricredermi!''. Un complimento spontaneo, quanto sincero, che al giovane brasiliano rimase impresso, tanto che non appena vinceva una corsa, o credeva di aver guidato al meglio delle sue capacita' mi stimolava chiedendomi '' Sei sempre della stessa idea?". Ma proposito di grandi piloti la mia personale classifica di tuti i tempi e': 1) FANGIO, 2)CLARK, 3)SENNA, 4) SChumaker, 5)Nuvolari, 6)Caracciola, 7) Alberto Ascari, 8) Stewart 9) Lauda 10) Prost. Cosa ne dite ?
  7. Sono Eugenio Zigliotto per caso ho visto questa ricerca di notizie su di me. Ho 68 anni ed ho lasciato il giornalismo sportivo , in particolare le cronache ed i commenti sul Mondiale F.1 nel 1994 dopo la morte di Ayrton Senna, che per me era una specie di figlioccio adottivo. Nel 1987 per? lasciando Rombo avevo gi? creato il periodico "orologi da POLSO" il primo al mondo ad andare in edicola per parlare degli orologi pi? prestigiosi e delle meraviglie, allora sconosciute, della loro raffinata meccanica. Un comune denominatore questa della "bella meccanica" come la chiamava il leggendario Ettore Bugatti che mi ha fatto scoprire come interessi e personaggi dei due mondi siano spesso coincidenti (Schumacher e Jean Todt sono due tra i pi? grandi collezionisti di orologi!). Seguo come tutti le corse in televisione speso mi addormento, come tanti e penso solo che sono stato un gran fortunato a poter vivere in quell'ambiente dal 1962 al 1994 perch? da Enzo ferrari ad Ayrton Senna ho conosciuto uomini davvero speciali, o cme li chiamava il mio compianto Direttore marcello Sabbatini, dei " cavalieri del rischio". Rischio che oggi nessuno prende pi? in considerazione, perch? non farebbe notyizia. In ogni caso se a qualcuno potesero interessare i miei ricordi, la porta ? aperta!
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