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Negli ultimi anni abbiamo assistito a numerose modifiche circa la sicurezza di auto, dispositivi del pilota e circuiti (vie di fuga, barriere, halo, crash test ecc. ecc.), nonché a cambi regolamentari per evitare spiacevoli inconvenienti (unsafe release, ritorno in pista in sicurezza, rientrare col paletto alla destra, percorrere la corsia nella via di fuga, non toccare la riga bianca, non andare troppo lento, non andare troppo veloce ecc. ecc. ecc.), spesso con risultati ilari. Tuttavia, ho notato che la federazione applica una certa logica contorta per quanto riguarda la sicurezza nei circuiti: abbondando vie di fuga chilometriche ovunque nei "vecchi" circuiti, eppure vanno a correre in piste cittadine ultraveloci con barriere a 1 metro di distanza (Jeddah ne è l'esempio massimo); vengono modificati tracciati storici con chicane, curvette a min**ia e altre amenità, ma poi vengono posizionate barriere incomprensibili come quelle domenica in Austria in curva 3 (dove ci fu l'incidente fra Morbidelli e Zarco): Blocchi di cemento messi per terra senza protezioni davanti: in un incidente stile Grosjean cosa sarebbe successo? Oppure, prendiamo per esempio Monza, sono sempre presenti i mitici dissuasori che danno vita a incidenti da videogioco: Quale è il senso di tutto ciò?