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youtoo78

tributi video e multimedia varie a Michael Schumacher

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qualcuno ha 1 foto di Schumacher mentre prova la ferrari 412 T2 durante il sup primo test con la Rossa?

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Il bellissimo sorpasso di Michael su Coulthard ad Indianapolis 2000

http://it.youtube.com/watch?v=QOUmCXorBMg

Gran bel sorpasso...comunque mi sembra che ancora nessuno si ? soffermato sul garone del tedesco in Argentina nel '98...

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Questo ? il mio per quello l?...

ROTFL

da oscar come miglior attore protagonista :hihi:

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L'ultimo l'avevo gi? visto...carino comunque...

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io non ho mai creduto ai complotti e ca**ate simili, pero' quella centralina che si impianta per 40 secondi, ancora oggi nessuno mi sembra abbia detto cosa sia davvero successo

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Ma di che centralina parli?

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secondo te?

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Cio?...ho capito di che parli...ma mi sa che hai sbagliato il topic...qui si parla di tributi a Schumacher...

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guarda il link di loris :hihi:

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Il link di Loris l'ho guardato...ma ancora non riesco a capire a cosa ti riferisci...spiegami...forse sono io che non riesco a cogliere quello che vuoi dire...

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Questo topic ? troppo abbandonato per i miei gusti, perci? posto questo bellissimo tributo a Schumi e alla sua carriera del grande Leo Turrini:

 

Schumacher: 16 anni da Re

NON FAREMO a Michael Schumacher il torto di proclamarlo il pi? grande pilota di tutti i tempi, anche se questo dicono le statistiche. Non gli faremo questo torto perch? ricordiamo la sua reazione quando gli misero sotto il naso le macchine con le quali Ciccio Ascari e Manuel Fangio vincevano corse e mondiali. Io, disse il tedesco con un filo di voce, non sarei mai stato capace di rischiare la vita ad ogni gara, come invece facevano loro.

 

L?ONEST? intellettuale dell?uomo lo ha reso, invece, il Migliore per l?era della modernit?. Davvero: nell?epoca dell?elettronica, dei computer, delle gomme, delle strategie sofisticate e della esasperazione tecnologica, Schumi ? diventato il Campionissimo. Nessuno come lui sa creare la differenza, miscelando e reinterpretando le leggi della telematica applicate alla automobile. Il marito di Corinna ha firmato imprese enormi, sulla pioggia come sull?asciutto, degne della leggenda dei predecessori antichi, non quando ha avuto in mano la Ferrari dei record, con la quale se la cavava Barrichello e se la cava, nel presente, il piccolo Massa. No: Schumacher si ? imposto come Lider Maximo nei momenti in cui guidava vetture non irresistibili. Sembra un controsenso, eppure non lo ?: chi scrive lo ha visto conquistare mondiali con una Benetton che andava pi? piano della Williams e con una Rossa che non valeva la McLaren di Hakkinen. Di pi?: sbalordiscano pure gli ingenui, ma il Michelone supremo ? stato quello del 1997, l?anno della famigerata collisione di Jerez con Villeneuve. Perch? aveva una monoposto troppo inferiore per?, fino alla curva fatale, stava davanti. Cos? come, nel 1998, vinse sei Gp e lott? fino all?ultimo per il titolo a dispetto di una cronica mancanza di competitivit? della Rossa.

 

LO DICIAMO? Lo diciamo e al diavolo le prudenze da sagrestia: senza di lui, a Maranello aspetterebbero e aspetteremmo tuttora la fine del digiuno lungo 21 anni, un digiuno da lui spezzato nell?anno del Signore 2000, a Suzuka. Beninteso, Montezemolo ? stato grande, Todt ? stato bravissimo e la squadra ? eccezionale: ma l?anima della rinascita, il motore umano di una resurrezione sportiva ed industriale, aveva la faccia, la carne e le ossa, i nervi e la mascella sghemba del figlio di Rolf e di Elizabeth.

 

MERITO di una competenza da rabdomante della tecnica: di una macchina appena uscita dalla officina, il fratello di Ralf sapeva individuare dopo pochi giri pregi e difetti, limiti e prospettive. A questo talento ha aggiunto la qualit? umana: con chi gli sta accanto, Michael ? diversissimo da come appare in pubblico. Non ? scostante, distaccato, algido, presuntuoso, inavvicinabile. Ci occupassimo di calcio, disciplina da lui amatissima, diremmo che ? il classico ?uomo da spogliatoio?: affidabile, mai disposto a scaricare su altri le responsabilit?. Nel 1999 un errore del team lo ha quasi ammazzato, a Silverstone: mai se ne ? lamentato. Da fuori, lo abbiamo ammirato e rispettato, senza riuscire a venerarlo. Colpa di una identit? rigorosamente estranea a qualunque forma di popolarit? gratuita. Il signor Schumacher ha difeso il mondo privato con tenacia: non avete mai visto una foto dei due figli, Gina Maria e Mick. Non ? mai stato pizzicato in discoteche alla moda o su barche frequentate da paraculi da rotocalco. Una riservatezza totale. Un alieno, anche per la Formula Uno dei giorni nostri: Raikkonen, il successore designato, ha sposato Miss Scandinavia mentre Alonso flirta con una cantante iberica. Ha ragione chi sostiene che Michelone non ? entrato nel cuore della gente come invece aveva saputo fare Ayrton Senna, che pure non si cal? nell?abitacolo della Ferrari. Non c?entra il lato oscuro della forza, che a Jerez e altre volte ha spinto Schumi verso comportamenti poco brillanti o sleali. Anche il brasiliano non risparmiava scorrettezze. Ma era, a suo modo, un mostro delle pubbliche relazioni e aveva tratti di espansivit? molto ?latini?. Schumi si ? confrontato con lui per l?intera carriera, senza pretendere di copiarlo. Da bambino, un bambino cresciuto in una famiglia povera, Michael era ossessionato dal demone della velocit?. Installato su un kart, era capace di prodezze mirabolanti. Si innamor? del mito di Ayrton vedendolo gareggiare in Belgio: ne divent? aspro rivale una volta approdato in F1 a Spa, nel 1991. L?anno dopo fecero quasi a cazzotti: perch? Senna intuiva il rischio rappresentato dall?arrembante tedesco, che nel duello metteva la furia del demolitore.

 

LASCEREMO ai tromboni stabilire chi, tra i due, sia stato pi? forte e pi? grande. Di sicuro Schumi, nella fase terminale della carriera del brasiliano, si poneva come il candidato alla successione. Mica poco, se si pensa che Ayrton aveva mandato in pensione Prost, liquidato Piquet e contenuto gli slanci picareschi di Mansell. Nel giorno crudele di Imola ?94, in scia all?idolo rimosso che andava a morire c?era lui, c?era Michelone, unico testimone oculare della tragedia. Una tragedia mai dimenticata. E per completare il discorso sul dualismo che svan? davanti all?orrido muro del Tamburello, risponderemo qui ad una contestazione che ha perseguitato il Fenomeno dei record. Bella fatica, ? stato detto: contro di lui, non c?era pi? nessuno, dopo l?addio di Senna e le rinunce dei suoi contemporanei. Beh, non ? vero. In quindici anni, i rivali del dittatore tedesco si sono esposti a dolorose figuracce. Chi ricorda pi? gli entusiasmi suscitati dal figlio di Gilles o da Montoya? Chi ha memoria dei proclami di Giovannino Alesi o di Rubens Barrichello? E Hakkinen, il pi? tosto tra gli sfidanti, ha alzato bandiera bianca con largo anticipo, logorato dall?irriducibile di Kerpen. Forse solo Alonso, aiutato dal gap generazionale, ha creato problemi, anche psicologici, ad uno Schumacher nel frattempo inevitabilmente invecchiato. Nato nel 1969, iridato per la prima volta con la Benetton dello scopritore Briatore nel 1994, padrone del mondo con la Ferrari ininterrottamente dal 2000 al 2004, Michelone ci mancher? perch? ? un privilegio essere coevi di un fuoriclasse unico. Monomaniacale nella dedizione al lavoro, sempre felice di guidare un?auto da corsa, capace di resistere per undici anni alle pesantezze di noi italiani (ma si pu? rompere le scatole al crucco perch? non sa parlare la lingua di Dante? Si pu?, si pu??), Schumi ha riscritto la storia non per i moltissimi miliardi che ha guadagnato, bens? per il piacere puro di sentirsi inimitabile. Date retta: uno cos?, non nasce pi?.

 

 

Leo Turrini

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Grazie Magico Schumi, non ci sono parole da aggiungere a quelle dette imho dal miglior giornalista motoristico in Italia.

 

Posso solo scrivere MICHAEL SCHUMACHER :idolo: grazie per tutte le emozioni che mi hai regalato, non mi sono perso una tua corsa grazie Michael, mai nessuno come te, ancora mi commuovo :piango:

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Grazie Magico Schumi, non ci sono parole da aggiungere a quelle dette imho dal miglior giornalista motoristico in Italia.

 

Posso solo scrivere MICHAEL SCHUMACHER :idolo: grazie per tutte le emozioni che mi hai regalato, non mi sono perso una tua corsa grazie Michael, mai nessuno come te, ancora mi commuovo :piango:

 

:up:

 

mi ? capitato di leggerlo per caso ieri sera e sar? rimasto mezzora a rileggermelo, una vera perla scritta col giusto distacco da non diventare smielata e con la giusta ammirazione per uno come Schumi che, come dice lo stesso Turrini, non nasce pi?.

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Questo topic ? troppo abbandonato per i miei gusti, perci? posto questo bellissimo tributo a Schumi e alla sua carriera del grande Leo Turrini:

 

Schumacher: 16 anni da Re

NON FAREMO a Michael Schumacher il torto di proclamarlo il pi? grande pilota di tutti i tempi, anche se questo dicono le statistiche. Non gli faremo questo torto perch? ricordiamo la sua reazione quando gli misero sotto il naso le macchine con le quali Ciccio Ascari e Manuel Fangio vincevano corse e mondiali. Io, disse il tedesco con un filo di voce, non sarei mai stato capace di rischiare la vita ad ogni gara, come invece facevano loro.

 

L?ONEST? intellettuale dell?uomo lo ha reso, invece, il Migliore per l?era della modernit?. Davvero: nell?epoca dell?elettronica, dei computer, delle gomme, delle strategie sofisticate e della esasperazione tecnologica, Schumi ? diventato il Campionissimo. Nessuno come lui sa creare la differenza, miscelando e reinterpretando le leggi della telematica applicate alla automobile. Il marito di Corinna ha firmato imprese enormi, sulla pioggia come sull?asciutto, degne della leggenda dei predecessori antichi, non quando ha avuto in mano la Ferrari dei record, con la quale se la cavava Barrichello e se la cava, nel presente, il piccolo Massa. No: Schumacher si ? imposto come Lider Maximo nei momenti in cui guidava vetture non irresistibili. Sembra un controsenso, eppure non lo ?: chi scrive lo ha visto conquistare mondiali con una Benetton che andava pi? piano della Williams e con una Rossa che non valeva la McLaren di Hakkinen. Di pi?: sbalordiscano pure gli ingenui, ma il Michelone supremo ? stato quello del 1997, l?anno della famigerata collisione di Jerez con Villeneuve. Perch? aveva una monoposto troppo inferiore per?, fino alla curva fatale, stava davanti. Cos? come, nel 1998, vinse sei Gp e lott? fino all?ultimo per il titolo a dispetto di una cronica mancanza di competitivit? della Rossa.

 

LO DICIAMO? Lo diciamo e al diavolo le prudenze da sagrestia: senza di lui, a Maranello aspetterebbero e aspetteremmo tuttora la fine del digiuno lungo 21 anni, un digiuno da lui spezzato nell?anno del Signore 2000, a Suzuka. Beninteso, Montezemolo ? stato grande, Todt ? stato bravissimo e la squadra ? eccezionale: ma l?anima della rinascita, il motore umano di una resurrezione sportiva ed industriale, aveva la faccia, la carne e le ossa, i nervi e la mascella sghemba del figlio di Rolf e di Elizabeth.

 

MERITO di una competenza da rabdomante della tecnica: di una macchina appena uscita dalla officina, il fratello di Ralf sapeva individuare dopo pochi giri pregi e difetti, limiti e prospettive. A questo talento ha aggiunto la qualit? umana: con chi gli sta accanto, Michael ? diversissimo da come appare in pubblico. Non ? scostante, distaccato, algido, presuntuoso, inavvicinabile. Ci occupassimo di calcio, disciplina da lui amatissima, diremmo che ? il classico ?uomo da spogliatoio?: affidabile, mai disposto a scaricare su altri le responsabilit?. Nel 1999 un errore del team lo ha quasi ammazzato, a Silverstone: mai se ne ? lamentato. Da fuori, lo abbiamo ammirato e rispettato, senza riuscire a venerarlo. Colpa di una identit? rigorosamente estranea a qualunque forma di popolarit? gratuita. Il signor Schumacher ha difeso il mondo privato con tenacia: non avete mai visto una foto dei due figli, Gina Maria e Mick. Non ? mai stato pizzicato in discoteche alla moda o su barche frequentate da paraculi da rotocalco. Una riservatezza totale. Un alieno, anche per la Formula Uno dei giorni nostri: Raikkonen, il successore designato, ha sposato Miss Scandinavia mentre Alonso flirta con una cantante iberica. Ha ragione chi sostiene che Michelone non ? entrato nel cuore della gente come invece aveva saputo fare Ayrton Senna, che pure non si cal? nell?abitacolo della Ferrari. Non c?entra il lato oscuro della forza, che a Jerez e altre volte ha spinto Schumi verso comportamenti poco brillanti o sleali. Anche il brasiliano non risparmiava scorrettezze. Ma era, a suo modo, un mostro delle pubbliche relazioni e aveva tratti di espansivit? molto ?latini?. Schumi si ? confrontato con lui per l?intera carriera, senza pretendere di copiarlo. Da bambino, un bambino cresciuto in una famiglia povera, Michael era ossessionato dal demone della velocit?. Installato su un kart, era capace di prodezze mirabolanti. Si innamor? del mito di Ayrton vedendolo gareggiare in Belgio: ne divent? aspro rivale una volta approdato in F1 a Spa, nel 1991. L?anno dopo fecero quasi a cazzotti: perch? Senna intuiva il rischio rappresentato dall?arrembante tedesco, che nel duello metteva la furia del demolitore.

 

LASCEREMO ai tromboni stabilire chi, tra i due, sia stato pi? forte e pi? grande. Di sicuro Schumi, nella fase terminale della carriera del brasiliano, si poneva come il candidato alla successione. Mica poco, se si pensa che Ayrton aveva mandato in pensione Prost, liquidato Piquet e contenuto gli slanci picareschi di Mansell. Nel giorno crudele di Imola ?94, in scia all?idolo rimosso che andava a morire c?era lui, c?era Michelone, unico testimone oculare della tragedia. Una tragedia mai dimenticata. E per completare il discorso sul dualismo che svan? davanti all?orrido muro del Tamburello, risponderemo qui ad una contestazione che ha perseguitato il Fenomeno dei record. Bella fatica, ? stato detto: contro di lui, non c?era pi? nessuno, dopo l?addio di Senna e le rinunce dei suoi contemporanei. Beh, non ? vero. In quindici anni, i rivali del dittatore tedesco si sono esposti a dolorose figuracce. Chi ricorda pi? gli entusiasmi suscitati dal figlio di Gilles o da Montoya? Chi ha memoria dei proclami di Giovannino Alesi o di Rubens Barrichello? E Hakkinen, il pi? tosto tra gli sfidanti, ha alzato bandiera bianca con largo anticipo, logorato dall?irriducibile di Kerpen. Forse solo Alonso, aiutato dal gap generazionale, ha creato problemi, anche psicologici, ad uno Schumacher nel frattempo inevitabilmente invecchiato. Nato nel 1969, iridato per la prima volta con la Benetton dello scopritore Briatore nel 1994, padrone del mondo con la Ferrari ininterrottamente dal 2000 al 2004, Michelone ci mancher? perch? ? un privilegio essere coevi di un fuoriclasse unico. Monomaniacale nella dedizione al lavoro, sempre felice di guidare un?auto da corsa, capace di resistere per undici anni alle pesantezze di noi italiani (ma si pu? rompere le scatole al crucco perch? non sa parlare la lingua di Dante? Si pu?, si pu??), Schumi ha riscritto la storia non per i moltissimi miliardi che ha guadagnato, bens? per il piacere puro di sentirsi inimitabile. Date retta: uno cos?, non nasce pi?.

 

 

Leo Turrini

 

 

Bellissimo.... mi vengono i brividi. Condivido ogni singola parola.

E' bruttissimo sapere di non poterlo pi? vedere in tuta rossa lottare come un leone.

Cmq ci ha lasciato con la perla del Brasile

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Schumacher: 16 anni da Re

NON FAREMO a Michael Schumacher il torto di proclamarlo il pi? grande pilota di tutti i tempi, anche se questo dicono le statistiche. Non gli faremo questo torto perch? ricordiamo la sua reazione quando gli misero sotto il naso le macchine con le quali Ciccio Ascari e Manuel Fangio vincevano corse e mondiali. Io, disse il tedesco con un filo di voce, non sarei mai stato capace di rischiare la vita ad ogni gara, come invece facevano loro.

 

L?ONEST? intellettuale dell?uomo lo ha reso, invece, il Migliore per l?era della modernit?. Davvero: nell?epoca dell?elettronica, dei computer, delle gomme, delle strategie sofisticate e della esasperazione tecnologica, Schumi ? diventato il Campionissimo. Nessuno come lui sa creare la differenza, miscelando e reinterpretando le leggi della telematica applicate alla automobile. Il marito di Corinna ha firmato imprese enormi, sulla pioggia come sull?asciutto, degne della leggenda dei predecessori antichi, non quando ha avuto in mano la Ferrari dei record, con la quale se la cavava Barrichello e se la cava, nel presente, il piccolo Massa. No: Schumacher si ? imposto come Lider Maximo nei momenti in cui guidava vetture non irresistibili. Sembra un controsenso, eppure non lo ?: chi scrive lo ha visto conquistare mondiali con una Benetton che andava pi? piano della Williams e con una Rossa che non valeva la McLaren di Hakkinen. Di pi?: sbalordiscano pure gli ingenui, ma il Michelone supremo ? stato quello del 1997, l?anno della famigerata collisione di Jerez con Villeneuve. Perch? aveva una monoposto troppo inferiore per?, fino alla curva fatale, stava davanti. Cos? come, nel 1998, vinse sei Gp e lott? fino all?ultimo per il titolo a dispetto di una cronica mancanza di competitivit? della Rossa.

 

LO DICIAMO? Lo diciamo e al diavolo le prudenze da sagrestia: senza di lui, a Maranello aspetterebbero e aspetteremmo tuttora la fine del digiuno lungo 21 anni, un digiuno da lui spezzato nell?anno del Signore 2000, a Suzuka. Beninteso, Montezemolo ? stato grande, Todt ? stato bravissimo e la squadra ? eccezionale: ma l?anima della rinascita, il motore umano di una resurrezione sportiva ed industriale, aveva la faccia, la carne e le ossa, i nervi e la mascella sghemba del figlio di Rolf e di Elizabeth.

 

MERITO di una competenza da rabdomante della tecnica: di una macchina appena uscita dalla officina, il fratello di Ralf sapeva individuare dopo pochi giri pregi e difetti, limiti e prospettive. A questo talento ha aggiunto la qualit? umana: con chi gli sta accanto, Michael ? diversissimo da come appare in pubblico. Non ? scostante, distaccato, algido, presuntuoso, inavvicinabile. Ci occupassimo di calcio, disciplina da lui amatissima, diremmo che ? il classico ?uomo da spogliatoio?: affidabile, mai disposto a scaricare su altri le responsabilit?. Nel 1999 un errore del team lo ha quasi ammazzato, a Silverstone: mai se ne ? lamentato. Da fuori, lo abbiamo ammirato e rispettato, senza riuscire a venerarlo. Colpa di una identit? rigorosamente estranea a qualunque forma di popolarit? gratuita. Il signor Schumacher ha difeso il mondo privato con tenacia: non avete mai visto una foto dei due figli, Gina Maria e Mick. Non ? mai stato pizzicato in discoteche alla moda o su barche frequentate da paraculi da rotocalco. Una riservatezza totale. Un alieno, anche per la Formula Uno dei giorni nostri: Raikkonen, il successore designato, ha sposato Miss Scandinavia mentre Alonso flirta con una cantante iberica. Ha ragione chi sostiene che Michelone non ? entrato nel cuore della gente come invece aveva saputo fare Ayrton Senna, che pure non si cal? nell?abitacolo della Ferrari. Non c?entra il lato oscuro della forza, che a Jerez e altre volte ha spinto Schumi verso comportamenti poco brillanti o sleali. Anche il brasiliano non risparmiava scorrettezze. Ma era, a suo modo, un mostro delle pubbliche relazioni e aveva tratti di espansivit? molto ?latini?. Schumi si ? confrontato con lui per l?intera carriera, senza pretendere di copiarlo. Da bambino, un bambino cresciuto in una famiglia povera, Michael era ossessionato dal demone della velocit?. Installato su un kart, era capace di prodezze mirabolanti. Si innamor? del mito di Ayrton vedendolo gareggiare in Belgio: ne divent? aspro rivale una volta approdato in F1 a Spa, nel 1991. L?anno dopo fecero quasi a cazzotti: perch? Senna intuiva il rischio rappresentato dall?arrembante tedesco, che nel duello metteva la furia del demolitore.

 

LASCEREMO ai tromboni stabilire chi, tra i due, sia stato pi? forte e pi? grande. Di sicuro Schumi, nella fase terminale della carriera del brasiliano, si poneva come il candidato alla successione. Mica poco, se si pensa che Ayrton aveva mandato in pensione Prost, liquidato Piquet e contenuto gli slanci picareschi di Mansell. Nel giorno crudele di Imola ?94, in scia all?idolo rimosso che andava a morire c?era lui, c?era Michelone, unico testimone oculare della tragedia. Una tragedia mai dimenticata. E per completare il discorso sul dualismo che svan? davanti all?orrido muro del Tamburello, risponderemo qui ad una contestazione che ha perseguitato il Fenomeno dei record. Bella fatica, ? stato detto: contro di lui, non c?era pi? nessuno, dopo l?addio di Senna e le rinunce dei suoi contemporanei. Beh, non ? vero. In quindici anni, i rivali del dittatore tedesco si sono esposti a dolorose figuracce. Chi ricorda pi? gli entusiasmi suscitati dal figlio di Gilles o da Montoya? Chi ha memoria dei proclami di Giovannino Alesi o di Rubens Barrichello? E Hakkinen, il pi? tosto tra gli sfidanti, ha alzato bandiera bianca con largo anticipo, logorato dall?irriducibile di Kerpen. Forse solo Alonso, aiutato dal gap generazionale, ha creato problemi, anche psicologici, ad uno Schumacher nel frattempo inevitabilmente invecchiato. Nato nel 1969, iridato per la prima volta con la Benetton dello scopritore Briatore nel 1994, padrone del mondo con la Ferrari ininterrottamente dal 2000 al 2004, Michelone ci mancher? perch? ? un privilegio essere coevi di un fuoriclasse unico. Monomaniacale nella dedizione al lavoro, sempre felice di guidare un?auto da corsa, capace di resistere per undici anni alle pesantezze di noi italiani (ma si pu? rompere le scatole al crucco perch? non sa parlare la lingua di Dante? Si pu?, si pu??), Schumi ha riscritto la storia non per i moltissimi miliardi che ha guadagnato, bens? per il piacere puro di sentirsi inimitabile. Date retta: uno cos?, non nasce pi?.

 

 

Leo Turrini

 

 

Bellissimo.... mi vengono i brividi. Condivido ogni singola parola.

E' bruttissimo sapere di non poterlo pi? vedere in tuta rossa lottare come un leone.

Cmq ci ha lasciato con la perla del Brasile

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Visitatore Ayrton4ever

Condivido tutto tranne l'ultimo paragrafo di cui non condivido una sillaba

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