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Astor

Pattinaggio Artistico su Ghiaccio - Stagione 2024-2025

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Oggi parliamo di STREGHE!  :asd:



Mentre Kamilo spara a zero sulla Croce Rossa ... pardon ... sulla Rai (vuoi vincere facile, eh? :D), è apparso un altro articolo di Gennaro Bozza su Sportsenators, un'interessantissima intervista con la "strega cattiva" Eteri Tutberidze (che almeno nell'intervista non sembrerebbe così cattiva ...):

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https://www.sportsenators.it/01/05/2025/eteri-tutberidze-la-strega-cattiva-in-cerca-di-bellezza-ed-emozioni/
 

 

Credo che, almeno in tempi recenti, dopo l'estromissione dei russi dalle competizioni, non siano state fatte tante interviste ai personaggi chiave del pattinaggio di figura russo, compresa la Tutberidze.
Almeno non sui media occidentali.

Quindi questo articolo è molto interessante, sia dal punto di vista umano (anche la Tutberidze, FORSE :D, ha un cuore ...) che da quello tecnico, e forse anche nel dare un'idea di come il pattinaggio russo sta reagendo (per quanto possa "reagire" ...) all'ostracismo caparbio che sta subendo dalle autorità sportive internazionali.

Sia chiaro, io penso che la Tutberidze SIA un'allenatrice "DURA".
Lo penso non perchè la conosco ma perchè penso che NON SI POSSA EVITARE, in uno sport così competitivo (e che nella Russia stessa vede gran parte della concorrenza, spietata, che c'è a livello MONDIALE!), di essere "duri" e, almeno quando serve, essere severi verso gli atleti.
Se uno vuol fare SPORT AGONISTICO AI MASSIMI LIVELLI, o accetti allenamenti duri o altrimenti tanto vale dedicarsi ad altro.
E dato che per certi sport il picco di prestazioni si ha nell'adolescenza, ecco che in ciò vengono necessariamente coinvolti anche giovanissimi.

Ovviamente non si possono accettare strategie estreme in termini di allenamento o di alimentazione, ma una strategia rigorosa deve essere necessaria.
Mi viene in mente il caso (vero o presunto) delle nostre "Farfalle" della ginnastica ritmica: se hai 15 anni e la tua allenatrice ti dice "ti stai ingozzando come una porcella, smettila!" non è "abuso psicologico", è farti capire che se vuoi arrivare a certi risultati, e ne hai le possibilità di base, se continui così stai gettando al vento il tuo futuro sportivo.

A volte faccio un parallelo tra queste cose e una scuola che, a quanto leggo, è diventata (per scelta o per incompetenza o per menefreghismo degli insegnanti) un ambiente dove "si perdona tutto" agli studenti svogliati e, anzi, sono i genitori a minacciare i docenti se non lo fanno.
Cose impensabili 50-60 anni fa (e francamente, vista l'accertata crescente immaturità, e spesso pure ignoranza, delle più recenti generazioni, credo che la scuola stia facendo anch'essa un pessimo lavoro, pur se non è tutta colpa sua).

Fine dell'inciso, torniamo all'intervista.

Per l'aspetto dell'esclusione dei russi dalle gare ISU l'atteggiamento dell'allenatrice russa è tanto chiaramente espresso quanto, probabilmente, rassegnato:
"Io prendo quello che viene perché so che non posso fare niente per cambiare la situazione  [...]  Io non discuto queste regole, quali che siano noi le rispettiamo  [...]   Dire che tutto questo non è giusto non cambia niente. E se dico che tutto questo non mi piace, niente cambia ugualmente. E allora, seguiamo queste regole e basta."

Posso immaginare che questa sia anche la linea della federazione russa, che vedo molto "silente".
Le uniche dichiarazioni a volte leggermente "pepate" che vedo sull'argomento "divieto di gareggiare", e neanche molto spesso, sono quelle della grande Tatiana Tarasova, storica allenatrice e coreografa di tanti campioni (una figura "imponente" in tutti i sensi ... ;-)).

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Gli altri, dagli atleti agli allenatori, dai giudici ai "politici dello sport" russi, stanno zitti e subiscono la situazione, apparentemente aspettando tempi migliori.

Un altro aspetto interessante dell'intervista è il giudizio che la Tutberidze da sulla questione "salti estremi".
La Eteri NEGA (a ragione) che la sua scuola abbia puntato soprattutto sui salti, a scapito dell'interpretazione.

E, in effetti, se escludiamo la Trusova, che era effettivamente "tutta salti" (tranne nell'ultima stagione dove, probabilmente anche grazie alla naturale crescita psicofisica di un'adolescente, si era un pò migliorata ed aggraziata), e sotto alcuni aspetti anche della Liptniskaia (non per la questione dei salti ma perchè non particolarmente dotata in termini interpretativi, anche se il suo "Schindler's List" era riuscito bene), TUTTE le altre sue allieve di successo erano buone, ottime, eccellenti o straordinarie atlete anche sull'aspetto "artistico".
Medvedeva, Zagitova, Kostornaja (eccezionale per l'età, fino a quando la testa, molto più del fisico, non le ha ceduto), Shcherbakova e, naturalmente, Valieva.
Nessuna di queste era semplicemente una "saltatrice" e tutte ci hanno fatto vivere momenti di grande pattinaggio, spesso di straordinario pattinaggio.

Ed è notevole ciò che un'allenatrice di così straordinario successo dice della Valieva:
"Lei è un grande dolore per tutti noi, un dolore che rimarrà nei nostri cuori per tanto tempo – dice Tutberidze -. Lei era un grandissimo talento, la ragazza con più talento che io abbia mai visto nella mia carriera di allenatrice. Era così brava che col suo modo di pattinare era capace di colpire il cuore, di aprire l’anima di tutti, che è la cosa più importante. E non sto parlando dei salti, delle figure artistiche. E’ quello che lei esprimeva sul ghiaccio e quando la vedevo ero così colpita nel profondo che ancora oggi mi viene da piangere".

Della straordinarietà della Valieva credo che se ne fossero accorti quasi tutti, tranne forse qualcuno che avrebbe dovuto interessarsi di freccette o di bowling invece che di pattinaggio.
Anche un commentatore che stimo piuttosto poco, Ambesi, l'ha detta giusta quando disse che la Valieva aveva "il pacchetto completo", che è ciò che dice la stessa Tutberidze quando afferma che era:
" Bravissima in tutto: triplo Axel, salti quadrupli, tecnica, rotazioni, trottole, capacità di scivolare sul ghiaccio, la piena complessità".

Vi lascio leggere il resto dell'intervista, alla fine della quale c'è pure un accenno a "qualcosa" detta dalla Tutberidze "a microfono spento", "qualcosa che, per correttezza, non si può ancora riferire".

Ci aspetta qualche colpo di scena? E quando?
Quando i russi torneranno a gareggiare? Alle prossime olimpiadi italiane?
Vedremo.


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Kamila Valieva.

Nel frattempo, questa è oggi Kamila Valieva, una gran bella ragazza di 19 anni, molto cresciuta fisicamente (direi troppo per una pattinatrice di punta, che deve fare pure i quadrupli), con la carriera stroncata prima da una storia di doping abbastanza assurda e subito dopo dalla politica (che io da sempre sospetto che c'entrasse già nel presunto "doping" e certamente nella pena spropositata che le è stata comminata).
E che è costretta a fare solo esibizioni (e anche qui con molte limitazioni organizzative e logistiche, imposte dalla condanna), tra gli applausi e la vicinanza emotiva del pubblico russo.
Pubblico che non ha dimenticato nè lei nè altre, come Tuktamisheva e praticamente tutte le ex campionesse della scuola della Tutberidze, tutte ragazze che oggi si dividono tra esibizioni, commento televisivo, influencing, spot pubblicitari e ... fare figli! :D (ultime in ordine di tempo, Trusova e Kostornaja, entrambe in "dolce attesa").

Se le cose fossero andate diversamente, se avesse continuato a gareggiare e a tenere sotto controllo il suo fisico, oggi Kamila avrebbe certamente non solo già un oro olimpico al collo, ma forse potrebbe fare pure il bis a Milano-Cortina, nonostante la straordinaria concorrenza interna (a cominciare dalla Adeliia Petrosyan, che pure sta crescendo fisicamente ma è comunque dieci centimetri più bassa e quindi ha un vantaggio in termini di "gestibilità atletica" del fisico).

Ma ormai è andata così.
Come sembra dire la Tutberidze (che pure non credo abbia origini napoletane), “ha da passà ‘a nuttata” .


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Adeliia Petrosyan.
 

Edited by Astor

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Evgenia Medvedeva.



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https://fs-gossips.com/13706/

Alexander Zhulin, coach di tanti campioni di Danza (tra i quali  Alexandra Stepanova e Ivan Bukin), rivendica di non averla mai mandata a dire su Thomas Bach, presidente (fortunatamente) uscente del Comitato Olimpico Internazionale, anche se adesso la cosa gli si ritorce contro.

"Mi sono espresso contro Bach abbastanza spesso, quindi credo che sia lì che ho sbagliato. Ma non mi pento di nulla. È un mascalzone." Ad Alexander Zhulin è stato vietato di partecipare alle qualificazioni olimpiche con i pattinatori del suo gruppo."

Io applaudo Zhulin. :bravo:




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Alexandra Stepanova e Ivan Bukin.

 

Edited by Astor

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Sull’esclusione di Alexander Zhulin dalle qualificazioni olimpiche a Pechino, dal 17 al 21 settembre, siamo ormai alle barzellette. Con questa decisione, l’Isu dimostra una volta di più quanto stia rodendo per la decisione del Cio di permettere ai russi di partecipare all’Olimpiade di Milano-Cortina 2026, sia pure con le pesanti limitazioni di un solo concorrente individuale per gara e la non ammissione alla gara a squadre.

Il Comitato olimpico internazionale, oltre alle limitazioni strettamente tecniche che riguardano il numero di atleti, ha posto anche un’altra condizione fondamentale: che gli atleti russi (e bielorussi) non facciano parte di Corpi militari e che non abbiano mai sostenuto pubblicamente l’invasione russa dell’Ucraina.

In particolare:

Gli atleti e il personale di supporto saranno sottoposti a un attento esame delle dichiarazioni e delle apparizioni pubbliche per verificare se abbiano sostenuto l’invasione dell’Ucraina;

Gli atleti e il loro personale di supporto non dovranno avere alcun legame contrattuale con l’esercito russo o bielorusso o con qualsiasi altra agenzia per la sicurezza nazionale;

Pieno rispetto di tutti gli Statuti ISU, compreso il Codice Etico ISU;

Zhulin non ha problemi sui primi due punti riguardanti concretamente la guerra fra Russia e Ucraina, ne ha sull’ultimo, vale a dire il rispetto di Statuto e Codice Etico dell’Isu. In proposito, proprio pochi giorni fa, il 28 aprile, l’Isu sul suo sito ha pubblicato la Comunicazione n. 2702 che ha come contenuto il “Codice Etico Isu 2025”, che vale per la prossima stagione e che nelle linee principali non si discosta da quello precedente.

Nel Codice Etico, all’articolo 3, è detto questo:

“Le persone soggette al presente Codice Etico dovranno:

- dare esempio, con la propria condotta e nelle proprie comunicazioni scritte e orali, dei più elevati standard di onestà, rispetto, correttezza, fair play, comportamento etico e atteggiamento sportivo e non agire in alcun modo che possa danneggiare la reputazione dell'ISU o degli sport ISU;

- ispirare fiducia interna e pubblica nell'equità, nell'onestà e nell'integrità dell'ISU, degli sport ISU e di tutti coloro che agiscono sotto l'egida degli sport ISU.

Le stesse restrizioni etiche che si applicano a qualsiasi forma di dichiarazione si applicano anche all'uso dei social media, in particolare, ma non solo, da parte dei funzionari ISU. In particolare, i Funzionari dell'ISU non dovranno pubblicare sui social media commenti specifici su altri Funzionari, Pattinatori, Allenatori, Membri dell'ISU o loro rappresentanti, volontari o personale correlato, inclusi i dipendenti dell'ISU, né pubblicare commenti sugli incarichi dei Funzionari, sulle decisioni prese dall'ISU o sulla valutazione o sui risultati di un Evento ISU”.

Non sto a discutere il principio, perché qui si mischia tanta roba, dal rispetto fino alla libertà di espressione, con limiti che non sempre possono essere definiti in maniera precisa, ma qualche altra considerazione va fatta.

Zhulin ha detto che Bach è “un mascalzone” e non risulta che sia mai stato sottoposto a procedimento disciplinare da parte dell’Isu o del Cio, o almeno non risulta da comunicazioni ufficiali. La regola è quella, era contenuta nel precedente Codice Etico, come da Comunicazione Isu n. 2641 (altrimenti la parte in questione sarebbe stata pubblicata “sottolineata”, come avviene quando c’è qualche cambiamento) e quindi si sarebbe dovuta prendere qualche decisione in proposito già prima. E non si può nemmeno dire che non era fondamentale un procedimento disciplinare perché i russi sono già esclusi dalle gare, visto che gli allenatori russi, al contrario degli atleti, non sono “squalificati” e possono tranquillamente partecipare alle competizioni dell’Isu, come si può constatare in ogni gara, a cominciare dai Mondiali di Boston, con in prima fila la “strega cattiva” Eteri Tutberidze. Quindi, se Zhulin meritava di essere sottoposto a procedimento disciplinare, considerato che è in piena attività, perché non c’è notizia di questo procedimento? E allora, se ne accorgono soltanto adesso che Zhulin ha criticato, pesantemente o no la questione non cambia, il presidente uscente del Cio, Bach?

E, guarda caso, se ne accorgono proprio quando i russi possono finalmente tornare alle gare internazionali con le qualificazioni olimpiche. Prima no! E cosa fanno? Escludono Zhulin da queste gare. Ma resta il punto principale: l’Isu (o il Cio) hanno contestato a Zhulin le sue dichiarazioni e hanno avviato un procedimento disciplinare nei suoi confronti? E se è vero che il nuovo Codice Etico è contenuto nella Comunicazione n. 2702 del 28 aprile 2025, valeva comunque quello precedente, n. 2641, che conteneva gli stessi principi e prescrizioni. E la notizia dell’esclusione di Zhulin, per combinazione, arriva dopo che è uscito il nuovo Codice etico. Non cambia la sostanza, c’è solo il paradosso della coincidenza delle date.

Tornando al fatto concreto, quindi, c’è o no un precedente procedimento disciplinare contro Zhulin?

E se non c’è, perché escludere Zhulin dalle qualificazioni olimpiche? E se c’è, perché vale soltanto per le qualificazioni olimpiche?

Smettiamola di prenderci in giro, siamo di fronte al fegato e alla bile dell’Isu che si stanno spappolando per la rabbia di dover ammettere atleti russi a Milano-Cortina 2026 e di dover rinunciare anche a quelle poche medaglie, d’oro soprattutto, che nazioni senza onore e dignità avrebbero arraffato quantomeno nelle gare del Singolo Donne e delle Coppie, e molto probabilmente nella Danza.

A me non resta che seguire Astor e rivolgere il mio appassionato applauso ad Alexander Zhulin.

 

P.S. E sempre per quanto riguarda Zhulin, mi permetto di ricordare quello che lui ci ha regalato sul ghiaccio, da atleta, insieme alla mia Dea personale della Danza, la meravigliosa e indimenticabile Maya Usova. Furono campioni del mondo nel 1993, bronzo olimpico nel 1992 e argento olimpico nel 1994 a Lillehammer, in questa occasione derubati della vittoria (a vantaggio degli altri russi Oksana Grishuk-Evgeni Platov) in una gara che meriterebbe un commento a parte, con giudici immondi che fecero di tutto per favorire i britannici Torvill-Dean, tornati ai Giochi dieci anni dopo la loro vittoria a Sarajevo 1984, e finirono solo per danneggiare Usova-Zhulin, che dopo quella delusione tornarono in pista in coppia solo per show sul ghiaccio e non in gara.

 

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Sapete perché c’è sempre meno pubblico nelle gare del pattinaggio artistico su ghiaccio? Ce lo ha spiegato Massimiliano Ambesi su Eurosport durante le telecronache dei Mondiali da Boston.

Dite che finalmente si è accorto del danno che il divieto di partecipazione alla Russia ha provocato? Macché! Il vero problema che sta provocando il calo dell’interesse e di conseguenza il minor numero di spettatori è un altro: perché non capiscono le decisioni dei giudici!

Il bello è che in questa conversazione con la commentatrice tecnica Raffaella Cazzaniga si affronta un tema serio, con considerazioni anche giuste, ma poi il traguardo finale è un altro: il pattinaggio sta perdendo credibilità perché gli spettatori non capiscono il motivo di un punteggio, mica perché nelle Donne e nelle Coppie lo spettacolo e la tecnica sono tornati indietro di venti anni, ma figuriamoci!

E allora, dopo essere passato a inquadrare le prodezze della Rai in occasione dei Mondiali di Boston, torno a Eurosport, con l’impegno di continuare con la Rai in prossimi interventi.

Su Eurosport, quindi, in occasione del Libero Donne, c’è stato questo scambio di battute fra Ambesi e Cazzaniga. Si parte dal fatto che nel Corto il Pannello sia stato di manica larga, in particolare con Alysa Liu, alla quale non sono stati chiamati molti salti sottoruotati.

Ambesi: “Rivedendo le rotazioni si capisce come il Pannello che ha giudicato il Corto femminile sia stato veramente di manica larga. Questo però è un grosso problema perché le atlete che completano i salti vengono sistematicamente penalizzate. Nessuno mette in discussione la qualità su altri aspetti di Levito, ma per non dire di Liu che ha vinto il programma Corto. Certo che se non si trova una soluzione”.

Cazzaniga: “Questo problema era venuto fuori a un’Olimpiade con Sarah Hughes che vinse l’oro con salti praticamente in avanti”.

Ambesi: “Non fu quello il motivo che portò alla nascita del nuovo punteggio, però…”

Cazzaniga: “Però hanno iniziato a valutare. La situazione così non andava bene. Ma adesso stanno ritornando”.

Ambesi: “Ecco, vedi, adesso Chiba prende Q o Under sul triplo Toeloop, ma allora quello di Liu è più vicino a essere degradato a parità di salti. Quindi l’unica soluzione è la tecnologia. Guarda i salti di Liu, e sono tutti passati. Con tutto il rispetto, ma non ci siamo. Liu non può essere la prima di quel programma, Chiba forse, Levito mai, la vincitrice morale è Eguchi per quello che si è visto ieri”.

Cazzaniga: “Certo, ah sì, assolutamente”.

Ambesi: “E’ questo il motivo per cui tanta gente si sta allontanando dal pattinaggio di figura, perché c’è difficoltà nel capire queste chiamate. Andrà fatta una riflessione attenta perché in alcune grandi cattedrali del pattinaggio si continua ad avere pubblico, ma giusto quelle”.

 

E qui si innesta il discorso sul pubblico. A Boston tutto esaurito nelle ultime due giornate, ma nelle prime due c’erano molti vuoti, che non si notavano perché le telecamere inquadravano soltanto il primo anello, che era pieno, ma il secondo anello era per metà vuoto, come è stato possibile sapere grazie a qualche articolo su mezzi di informazione più liberi (sempre troppo pochi) o intervento sui social fuori dagli schemi.

E Ambesi continua nel sostenere la sua tesi della difficoltà del pubblico a capire, ma in questo modo fa notare quello che è evidente da quando c’è stato l’embargo della Russia (e della Bielorussia), il calo drastico del pubblico. Fa riferimento alla tragedia dei pattinatori della scuola di Boston morti in un incidente aereo e chiarisce che la sensibilità del pubblico è aumentata anche per questo motivo, ma chiarisce che comunque Boston garantisce grandi numeri.

Ambesi: “Al di là della tragedia, non mi stupisce che ci sia pubblico a Boston, che possiamo inserire fra le cattedrali in cui il pubblico non mancherà mai, però inizi a contarle sulle dita di una mano, per cui credo che un intervento sia necessario, anche per dare delle certezze alle atlete”.

Cazzaniga: “Sì, dipende dai Pannelli, ma a volte prendi, chessò, 20 punti in meno rispetto a una gara precedente e lì dici: ma tutti? Capisco uno, o me ne hanno dati troppi l’altra volta o me ne hanno dati troppo pochi stavolta, uno non capisce, ma anche l’allenatore”.

Quindi, si possono contare sulle dita di una mano le “cattedrali” del mondo in cui il pubblico non manca, e nemmeno quelle in maniera completa perché bisogna arrivare alle ultime giornate per avere il tutto esaurito. Se ne sono accorti finalmente, che gli impianti, anche nel Grand Prix, sono quasi vuoti! Ma sulle cause ecco che arriva la confusione, si devia per non riconoscere alcune verità che sono sotto gli occhi di tutti.

 

Ed è un peccato perché, fra le cose che dice Ambesi, ce ne sono anche di interessanti, se ci limitiamo a quelli che sono i dubbi sugli aspetti prettamente tecnici, come la difficoltà, per gli stessi giudici, di valutare rotazioni e quant’altro.

Ecco in proposito cosa viene detto nella telecronaca.

Ambesi: “Diciamo che su questi aspetti tecnici si sta ragionando poco. Da quello che ho capito si vorrebbe intervenire sul numero di salti, anzi c’era proprio una bozza di nuovo regolamento che poi è stata bloccata nel Congresso Isu, quindi l’idea era quella di avere un salto in meno e sempre più elementi coreografici. Però l’intervento di quel tipo che conseguenza avrebbe? Ok, togli potere al Pannello tecnico, lo dai ai giudici. E invece secondo me l’intervento qual è? Eliminare il Pannello tecnico, se non per ‘passi’ e alcuni aspetti legati alle trottole, ma non le rotazioni, quindi le features, il conto della features e queste cose qui. E intelligenza artificiale che ti va a calcolare la rotazione dei salti e i giri delle trottole. Io non vedo un ‘piano B’ onestamente. Non puoi pensare che sia l’occhio umano a stabilire quanti giri hai fatto su un piede o in una trottola, o parlando di Coppie d’artistico se effettivamente nella Spirale della morte esterna indietro hai fatto tre rotazioni o no. La posta in palio è troppo importante, non può essere la discrezionalità a stabilire la classifica. E io non posso gareggiare a Tallinn con un Pannello che mi obbliga a utilizzare una strategia e poi andare a Boston e cambiare tutto perché il Pannello è diverso. Io credo che questo debba essere il tema di riflessione perché, andando avanti così, la credibilità progressivamente verrà meno, ammesso e non concesso che ci sia ancora, perché poi tutto parte da lì”.

Limitandoci ai dubbi e alle proposte in campo tecnico, il discorso è interessante, al di là che si sia d’accordo o no sulle soluzioni prospettate, come l’intelligenza artificiale per stabilire con precisione rotazioni e quant’altro. Il problema è che alla fine tutto questo discorso viene portato su un altro campo, quello della credibilità, e così viene cancellata qualsiasi possibilità di andare a scomodare le vere responsabilità del disinteresse sempre crescente degli spettatori. Insomma, come ha sempre detto giustamente Astor, ci si veste da ribelli ma ci si preoccupa di non inimicarsi i potenti. E la distruzione di questo sport prosegue nell’ignavia di tutti quelli che dovrebbero invece proteggerlo.

 

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Mi avvio a concludere l’analisi delle telecronache dai Mondiali di Boston con un’altra puntata dedicata alla Rai e un supplemento speciale, sempre Rai ma per un commentatore in particolare.

Purtroppo, in questa edizione statunitense le prodezze, sia di Rai che di Eurosport, sono state più numerose del solito.

Ricordo ancora che la Rai, pagata con i soldi dei contribuenti, quindi nostri, ha inviato a Boston solo Maddalena Montecucco, per le interviste, insieme a un tecnico. Dall’Italia, in studio, hanno descritto e commentato le gare la giornalista Arianna Secondini e il tecnico Fabrizio Pedrazzini.

 

CORTO COPPIE

Scendono in pista Daria Danilova e Michel Tsiba, per l’Olanda.

Secondini: “Loro si allenano in Russia, si allenano con Dimitri Savin, che poi è stato un po’ il promotore di questa coppia perché Tsiba si allenava come singolo. Poi, dopo un corso seguito a Berlino, ha deciso di fare coppia ed è andato in Russia per fare le prove proprio con la pattinatrice che adesso gareggia con lui, Daria”.

Poi aggiunge che Danilova ha ottenuto la cittadinanza olandese a febbraio. Magari aggiungere che è russa, nata a Mosca. Così ha più senso dire che “si allenano in Russia”. E se Tsiba decide di diventare pattinatore di Coppia, dopo esserlo stato di singolo, e di andare in Russia per fare le prove, mica trova una compagna statunitense, australiana, eschimese o cinese, ne trova una russa.

 

Arriva poi il momento, in gara per la Georgia, di Anastasiia Metelkina e Luka Berulava, russi, lei nata a Vladimir, lui a Mosca, ma vengono sempre indicati come “georgiani”, mai come russi.

E nella descrizione di questa Coppia, si punta su un argomento particolare, non certo sul fatto che sono russi. Ecco il testo della telecronaca.

Secondini: “In questo momento siamo con le immagini sulla coppia che ha appena vinto il Mondiale junior, Anastasiia Metelkina e Luka Berulava. L’ha vinto per il secondo anno consecutivo. Loro hanno deciso di continuare a gareggiare sia nella senior che nella junior. Questo ha creato un po’ di critiche su questa coppia, una scelta che però è possibile grazie alle regole dell’Isu”.

Pedrazzini: “Sì, perché per poter accedere, poter partecipare a una categoria, da junior soprattutto, hanno aumentato l’età, anche perché l’Isu ha dovuto rivedere tantissimo l’età massima per le Donne, l’età massima per i maschi, per poter rimanere all’interno della categoria junior e quindi per poter accedere alla categoria senior. Tutto, secondo me, è stato un po’ rivisto perché dobbiamo ricordare che c’è stato un periodo dove c’erano delle bambine molto giovani, e mi permetto di chiamarle bambine perché avevamo delle 13enni-14enni, soprattutto dalla nazionalità dell’Unione s…, dalla Russia, che partecipavano in categoria senior confrontandosi con delle donne. Ovviamente le difficoltà, il peso del proprio corpo, il fatto che si fossero sviluppate o meno poteva creare dei disequilibri fra i diversi concorrenti, per cui si è rivista un po’ l’età per poter rimanere o accedere a categorie differenti. E proprio la coppia georgiana, invece, ne fa un loro cavallo di battaglia perché permette a loro, cambiando giustamente determinati elementi, di poter partecipare sia in una categoria junior che in una categoria senior. Però, essendo tra i migliori in Europa, perché non nascondiamoci dietro a un dito, loro sono veramente un’ottima coppia e in categoria senior possono tranquillamente stare sul podio. Provate a immaginare quindi, retrocedendo nella categoria junior, dove magari non trovano i loro avversari dei senior, ma si trovano con delle coppie leggermente più giovani, con meno esperienza, per loro potrebbe risultare facilissimo conquistare per l’ennesima volta il titolo mondiale”.

Secondini: “Sì, così hanno fatto ovviamente”.

Pedrazzini: “E quindi vuol dire prestigio, ranking, anche, a livello, considerando il pattinaggio come una professione, di guadagni”.

 

E qui si apre un oceano di contraddizioni.

La cosa più divertente è Pedrazzini che dice “non nascondiamoci dietro a un dito”. Uno pensa che finalmente dica che questi due ragazzi sono russi e che vincono sotto un’altra bandiera, svelando così l’ipocrisia dell’Isu. Invece no. Quello che Pedrazzini “rivela”, non volendo nascondersi dietro a un dito, è che sono forti e che, anche da junior, possono lottare per il podio nella categoria senior! Ma che bravo, meno male che c’è lui a raccontarci questo grande segreto, altrimenti come l’avremmo mai scoperto?

Ma non è finita, perché si va oltre. Pedrazzini dice che Metelkina-Berulava ha fatto di questo regolamento “un cavallo di battaglia”, con Secondini che cita le critiche che sono state fatte loro. Come dire che hanno “approfittato” delle nuove regole dell’Isu. Ma se le regole sono stupide o sono fatte male è l’Isu che deve essere criticata, non certo chi segue le regole. Come dire all’Isu: “Hai voluto la bicicletta? E adesso pedala”.

Ma il massimo arriva alla fine, quando Pedrazzini spiega i motivi del cambio di regolamento riguardante l’età nelle varie categorie, con il riferimento alle “bambine russe” di 13 e 14 anni. Lì si scorge uno scenario ancora più incredibile e contraddittorio, ma su questo punto non insisto per il momento, perché ho pronto l’altro commento speciale di cui ho parlato prima, e vi assicuro che è veramente speciale.

 

LEZIONI DI DANZA

Restiamo nelle Coppie, ma con una deviazione nella Danza.

Scendono in pista Metelkina-Berulava e Arianna Secondini fa sapere che hanno cambiato il tema del loro programma Corto, fa notare che avevano “Lezioni di aerobica” che ricordavano un programma Corto nella Danza fatto da Gabriella Papadakis e Guillaume Cizeron. E qui parte la cronaca.

Pedrazzini: “Ricordava moltissimo un programma Corto fatto da Gabriella Papadakis e Guillaume Cizeron sulle musiche di “Fame”. Il problema è che forse risultava troppo una caricatura”.

Secondini: “Sì. Loro venivano forse un po’ troppo paragonati alla coppia francese della Danza secondo te?”

Pedrazzini: “Assolutamente sì, perché quando ci sono questi programmi che fanno la storia, soprattutto programmi fatti da atleti che hanno fatto la storia del pattinaggio, e stiamo parlando di Gabriella Papadakis e Guillaume Cizeron, campioni olimpici per la Francia che hanno rivoluzionato completamente il nuovo modo di pattinare, il nuovo modo di presentare un programma della Danza, era evidente fare velocemente il paragone come tutto quello che ci viene in mente su una Carmen, ci viene subito in mente Katarina Witt, il Bolero di Ravel ci viene subito Torvill-Dean, che è una coppia britannica che ha rivoluzionato la Danza facendola diventare quella che è adesso la Danza su ghiaccio moderna. Ovviamente ci sono personaggi incredibili che hanno rifatto gli stessi programmi perché il Bolero di Ravel l’ha ripresentato Carolina Kostner alle Olimpiadi, un programma veramente travolgente. La Carmen abbiamo visto fatta anche da Tessa Virtue e Scott Moir, campioni olimpici. Però, queste pillole di storia rimangono ferme e bloccate nel tempo, nessuno le può toccare”.

 

Per una strana combinazione Pedrazzini dimentica un Bolero che ha portato al record mondiale femminile di punti, giusto per rimanere alle semplici cifre, e a uno spettacolo meraviglioso, per passare al lato artistico e alle emozioni, e guarda caso portato in pista da una russa, Kamila Valieva. Ma lasciamo stare questo aspetto e passiamo alla sostanza. Ancora una volta, viene presentata in “pompa magna” la coppia formata da Papadakis e Cizeron, i francesi che, secondo Pedrazzini, “hanno rivoluzionato completamente il nuovo modo di pattinare, il nuovo modo di presentare un programma della Danza”. Dobbiamo ancora ascoltare l’esaltazione di una coppia che ha reso la Danza una esibizione piena di banalità e ha cancellato qualsiasi difficoltà tecnica nei programmi? Certo che hanno rivoluzionato la Danza: l’hanno resa Banal Dance, l’hanno distrutta! Più rivoluzionata di cosi!!!

 

Dopo la parentesi sulla Banal Dance di Papadakis-Cizeron si torna alle Coppie, al programma Libero.

Maddalena Montecucco intervista Andrej Hotarek sulle Coppie

Montecucco: “Non c’è un leader dichiarato?”

Hotarek: “E’ così, nelle Coppie d’artistico”.

Ma infatti, se non ci sono le Coppie russe, dove lo vai a trovare il “leader dichiarato”?

 

C’è il riscaldamento dell’ultimo gruppo: Metelkina-Berulava, Hase-Volodin, Conti-Macii, Miura-Kihara.

Pedrazzini: “L’ultimo gruppo è stratosferico”.

Prendono soltanto 30-40 punti dalle Coppie russe. Stratosferici!

 

Ma torniamo ai russi. E stavolta Arianna Secondini, al contrario di altre occasioni, dà informazioni dettagliate.

Alla fine del Libero di Maria Pavlova (nata a Mosca) e Alexei Sviatchenko (nato a San Pietroburgo) ecco cosa dice.

Secondini: “E così terminano il Mondiale i ragazzi ungheresi Pavlova-Sviatchenko. Loro in realtà sono entrambi russi perché Maria è di Mosca e Alexej è di San Pietroburgo, gareggiano insieme dal 2022 e hanno scelto di rappresentare l’Ungheria perché Maria aveva già la cittadinanza ungherese visto che gareggiava con Balazs Nagy, e quindi così è nata questa coppia e l’idea di gareggiare per l’Ungheria, ma i due si allenano a Sochi, si allenano con Dimitri Savin e Fedor Klimov”.

 

Altro accenno alla Russia durante la premiazione di Minerva Hase e Nikita Volodin, argento per la Germania, ma lui è russo, nato a San Pietroburgo.

Secondini: “Minerva dice che, fra l’altro, con Nikita si è dovuta anche abituare a una straordinaria gentilezza alla quale non era abituata. Dice: porta tutta questa eleganza russa sul ghiaccio e fuori dal ghiaccio. Questa coppia creata da Dimitri Savin nell’ottobre del 2022 è una coppia che ha dimostrato subito di essere solida tecnicamente e di avere una grande affinità”.

 

Volendo scherzare, c’è il rischio che Minerva Hase venga squalificata da Isu e Cio perché ha osato parlare di “straordinaria gentilezza” e di “eleganza”, riferite a un russo. Restando su un piano serio, le parole della Hase riportano un po’ di sportività e di civiltà che tanto sono mancate, e mancano tuttora, nel mondo del pattinaggio artistico su ghiaccio. Perché è ancora possibile pensare agli atleti russi come persone con una propria individualità, gentili, non responsabili di azioni di altri, non meritevoli di essere puniti per qualcosa che non hanno commesso. Ed è importante che sia un’atleta a dirlo e a chiudere questa analisi dei Mondiali con un messaggio di autentico sport.

 

Non perdetevi il supplemento speciale, in arrivo fra poco.

 

 

 

 

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Avevo lasciato in sospeso un commento sulle parole di Fabrizio Pedrazzini, esperto tecnico nelle telecronache Rai del pattinaggio artistico su ghiaccio, a proposito delle regole sul passaggio da junior a senior. Lo spunto era stato dato dalla coppia di russi, Metelkina-Berulava, che gareggiano per la Georgia e che sono ancora junior, tanto che hanno partecipato sia ai Mondiali di categoria, vincendoli, sia a quelli assoluti, a Boston. Era stato detto anche che i due pattinatori erano stati criticati per questa scelta della doppia partecipazione. Ad ogni modo, Pedrazzini, a questo punto della telecronaca, ricorda come e perché siano state cambiate le date per le diverse categorie.

Ecco cosa ha detto.

Pedrazzini: “Sì, perché per poter accedere, poter partecipare a una categoria, da junior soprattutto, hanno aumentato l’età, anche perché l’Isu ha dovuto rivedere tantissimo l’età massima per le Donne, l’età massima per i maschi, per poter rimanere all’interno della categoria junior e quindi per poter accedere alla categoria senior. Tutto, secondo me, è stato un po’ rivisto perché dobbiamo ricordare che c’è stato un periodo dove c’erano delle bambine molto giovani, e mi permetto di chiamarle bambine perché avevamo delle 13enni-14enni, soprattutto dalla nazionalità dell’Unione s…, dalla Russia, che partecipavano in categoria senior confrontandosi con delle donne. Ovviamente le difficoltà, il peso del proprio corpo, il fatto che si fossero sviluppate o meno poteva creare dei disequilibri fra i diversi concorrenti, per cui si è rivista un po’ l’età per poter rimanere o accedere a categorie differenti”.

 

Intanto, faccio notare quel lapsus (freudiano?) sulla nazionalità (“dell’Unione s…”) che fa capire quanto stia simpatica a Pedrazzini la Russia, visto che gli viene di chiamarla con il nome “maledetto”, simbolo di ogni nefandezza, nello sport e in qualsiasi altro campo, a prescindere. Giusto per evitare scuse del tipo “non cambia niente nell’impostazione dello sport”, bisogna ricordare che ai tempi dell’Unione Sovietica, nel pattinaggio artistico su ghiaccio, non c’erano bambine di 13-14 anni, ma giovani un po’ più grandi a vincere titoli internazionali. Ecco l’elenco completo, con la prima medaglia vinta in competizioni internazionali:

Kira Ivanova, argento mondiale nel singolo a 20 anni;

Anna Kondrasova, argento mondiale nel singolo a 18 anni;

Ljudmila Belousova, argento mondiale nelle coppie a 26 anni;

Tatjana Zhuk, bronzo mondiale nelle coppie a 17 anni;

Irina Rodnina, oro mondiale nelle coppie a 23 anni;

Tamara Moskvina, argento europeo nelle coppie a 26 anni, argento mondiale a 27;

Ljudmila Smirnova, argento mondiale nelle coppie a 20 anni;

Irina Vorobeva, bronzo mondiale nelle coppie a 17 anni;

Elena Valova, oro mondiale nelle coppie a 19 anni;

Larisa Selezneva, bronzo olimpico nelle coppie a 20 anni;

Natalja Miskutenok, bronzo europeo nelle coppie a 18 anni;

Fra l’altro, tranne le prime due che gareggiano nel singolo, tutte le altre sono nelle coppie, dove sarebbe più facile trovare pattinatrici molto giovani che, per il fisico ancora non sviluppato completamente, sono un vantaggio per il partner maschile (cosa che fra l’altro vediamo ancora oggi, con molti uomini “giganti” in coppia con pattinatrici adulte, sì, ma minuscole, altra aberrazione messa in ridicolo dalla favolosa coppia cinese Sui Wenjin-Han Cong, alti quasi uguali).

Ma qualche bambina, per carità, la troviamo anche nell’Urss. Eccole:

Elena Vodorezova, bronzo europeo nel singolo a 14 anni;

Marina Cerkasova, bronzo europeo nelle coppie a 12 anni;

Marina Pestova, bronzo mondiale nelle coppie a 15 anni;

Ekaterina Gordeeva, oro mondiale nelle coppie a 15 anni;

Elena Becke, bronzo mondiale nelle coppie a 13 anni;

E qui si torna a quanto fatto notare prima a proposito delle coppie. Di queste cinque pattinatrici sovietiche ce n’è una sola che rientra nei criteri di Pedrazzini, la Vodorezova, che gareggiava nel singolo. Le altre “bambine” di 12 e 13 anni sono soltanto due e furono impiegate per il motivo specifico già detto, perché la loro statura era così minuta che favoriva il lavoro del partner maschile.

Insomma, il lapsus pedrazziniano non ha una base realistica.

 

Eliminato il lapsus, arriviamo al vero bersaglio di Pedrazzini: le 13enni-14enni sovietiche-russe, eccolo là il male assoluto del pattinaggio artistico su ghiaccio.

 

Ma forse è il caso di ricordare a Pedrazzini qualche pattinatrice statunitense:

Tara Lipinski, che vince il titolo mondiale nel 1997 a 14 anni e 9 mesi, e il titolo olimpico a Nagano nel 1998 a 15 anni e 255 giorni, la più giovane vincitrice di sempre alle Olimpiadi;

Michelle Kwan, oro mondiale nel 1996 a 15 anni e 8 mesi;

Sarah Hughes, settima ai Mondiali 1999 a 13 anni e 11 mesi (e argento ai Mondiali junior nella stessa stagione, ma lì non ci furono critiche per aver gareggiato in due categorie diverse!), poi quinta nel 2000 a 14 anni e 11 mesi, poi bronzo nel 2001 a 15 anni e 10 mesi.

 

Quindi, queste statunitensi, secondo Pedrazzini, non erano bambine? Erano già donne? Col fisico da donne? E per loro, secondo il Vangelo di Pedrazzini applicato esclusivamente alle russe, “il peso del proprio corpo, il fatto che si fossero sviluppate o meno” non poteva “creare dei disequilibri fra i diversi concorrenti”?

 

E le “bambine” russe, le presunte 13enni-14enni? Vediamo un po’.

 

Kamila Valieva, nel 2021, vince i Grand Prix di Canada a 15 anni e 6 mesi e di Russia a 15 anni e 7 mesi; vince l’oro agli Europei 2022 a 15 anni e 9 mesi;

Julia Lipnitskaya a 15 anni e 7 mesi vince l’oro agli Europei 2014; a 15 anni e 9 mesi è argento ai Mondiali 2014;

Aleksandra Trusova, nel 2019, vince i Grand Prix di Canada a 15 anni e 4 mesi e di Russia a 15 anni e 5 mesi, bronzo agli Europei 2020 a 15 anni e 7 mesi;

Adelina Sotnikova è terza nel Grand Prix di Russia 2019 a 15 anni e 5 mesi, poi è argento agli Europei 2012 a 16 anni e 7 mesi, oro olimpico nel 2014 a 17 anni e 8 mesi.

Elizaveta Tuktamysheva vince il Grand Prix di Canada nel 2011 a 14 anni e 10 mesi (unica russa a vincere una gara senior prima di aver compiuto 15 anni), bronzo agli Europei nel 2013 a 16 anni e 2 mesi, oro ai Mondiali 2015 a 18 anni e 3 mesi;

Anna Shscherbakova nel 2019 vince i Grand Prix d’America a 15 anni e 7 mesi e di Cina a 15 anni e 8 mesi, argento agli Europei 2020 a 15 anni e 10 mesi, oro ai Mondiali 2021 a 17 anni, oro olimpico 2022 a 18 anni;

Evgenia Medvedeva vince nel 2015 il Grand Prix d’America a 15 anni e 11 mesi e le Finali del Grand Prix a 16 anni, oro agli Europei 2016 a 16 anni e 2 mesi, oro ai Mondiali 2016 a 16 anni e 4 mesi;

Alina Zagitova nel 2017 vince i Grand Prix di Cina e di Francia a 15 anni e 6 mesi, le Finali a 15 anni e 7 mesi, l’oro agli Europei 2018 a 16 anni e 2 mesi, l’oro all’Olimpiade 2918 a 16 anni e 3 mesi;

Infine, Alena Kostornaja è l’unica che comincia a vincere quando ha già compiuto 16 anni.

Sono forse queste le 13enni e 14enni che, secondo Pedrazzini, hanno partecipato alle gare senior e hanno così indotto l’Isu a cambiare le regole sull’età nelle categorie junior e senior?

Ce n’è solo una, la Tuktamysheva, che ha cominciato a farsi notare quando non aveva compiuto 15 anni, esattamente a 14 anni e 10 mesi, tutte le altre erano abbondantemente sopra i 15 anni. Ma questo discorso ovviamente non valeva per le statunitensi quando erano loro a vincere a un’età inferiore a quella delle presunte 13enni e 14enni russe!!!

Ma forse Pedrazzini, oltre ad aver dimenticato completamente le “bambine” statunitensi, si è confuso con qualche tredicenne, o anche meno, del passato. Infatti, per trovare qualcuna dell’età indicata da Pedrazzini dobbiamo risalire alla leggendaria norvegese Sonja Henie, argento mondiale nel 1926 a 13 anni e 10 mesi, oro mondiale nel 1927 a 14 anni e 10 mesi, oro olimpico nel 1928 a 15 anni e 315 giorni (record battuto da Lipinski), dopo aver partecipato ai Giochi del 1924, da 12enne, finendo ottava. Ma erano altri tempi. O forse Pedrazzini è rimasto proprio a quei tempi!

 

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pattinatori-russi-ammessi.jpg

Per diversi motivi non ho potuto seguire molto questo thread, ma nei giorni scorsi c'è stato un avvenimento molto importante: l'ISU ha finalmente annunciato quali pattinatori e pattinatrici russi e bielorussi potranno partecipare alle QUALIFICAZIONI per le Olimpiadi 2026 di Milano-Cortina.

Il comunicato dell'ISU è questo:

https://isu-d8g8b4b7ece7aphs.a03.azurefd.net/isudamcontainer/CMS/Corporate-Site/Governance/Transparency/ISU-Communications/2708-Decisions-of-the-Council-May-13-25-1747147446-4356.pdf?dm_i=731E,25119,KEO4B,66XEY,1

e gli unici ammessi, nel pattinaggio di figura, sono:

Adelia Petrosian (RUS), Alina Gorbacheva (RUS), Petr Gummenik (RUS) and Vladislav Dikidzhi
(RUS), Vasil Barakhouski (BLR), Viktoriya Plaskonnaya (BLR), Yauheni Puzanau (BLR), Viktoriia
Safonova (BLR), Nastassia Sidarenka (BLR) and Uladzislau Sytsik (BLR)


In pratica, come si vede nell'immagine che ho messo in testata, sono ammessi solo i pattinatori di singolo, due donne e due uomini, escludendo quelli delle COPPIE e della DANZA!
Già le "concessioni" che l'ISU ha fatto ai russi erano vergognosamente risicate, escludendo quasi tutti gli atleti della maggior scuola di pattinaggio artistico del mondo, appunto quella russa, e accettando solo pochissime proposte.
Ma adesso anche atleti di enorme talento tra quelli proposti, come Stepanova-Bukin, Mishina-Gallyamov e Boikova-Kozlovsky, sono stati ESCLUSI dalle qualificazioni olimpiche, e quindi dalle Olimpiadi.

Per quali motivi?
Ovviamente sono motivi POLITICI legati al conflitto in Ucraina, ma i dettagli dei rifiuti non sono stati resi noti.

Questa è la "giustificazione", così come la scrive l'ISU:

"La decisione è il risultato di un'attenta analisi caso per caso condotta dalla Commissione di Revisione AIN in conformità con i criteri di ammissibilità stabiliti.
Tutte le valutazioni si sono basate su criteri oggettivi, tra cui la prova del rispetto degli standard di neutralità dell'ISU e l'assenza di qualsiasi sostegno pubblico al conflitto in corso.

L'attuale decisione del Consiglio ISU sulla lista di ammissibilità AIN è definitiva per tutti i candidati e non è soggetta a ricorso.
Ciò riflette la natura eccezionale e delicata dell'attuale processo e mira a garantire l'integrità e la coerenza procedurale per tutti i candidati, nel rispetto del loro diritto alla privacy.

Gli atleti menzionati nella presente Comunicazione ISU sono tenuti a continuare a rispettare i criteri di ammissibilità pubblicati nella Comunicazione ISU 2680. L'elenco degli atleti ammissibili pubblicato nella presente Comunicazione è pertanto soggetto a modifiche."


Della serie: noi siamo noi e non dobbiamo neppure dirvi perchè abbiamo preso certe decisioni.
Tanto ... non potete neppure fare ricorso! :asd:
E noi siamo noi e se voi atleti "generosamente beneficiati" [di poter fare le qualificazioni, quelle poche occasioni che rimangono dopo avervi fatto perdere l'occasione dei Mondiali, NdT] dite anche solo mezza parola che non ci piaccia e rischiate di essere estromessi anche voi.

E credo che gli atleti "rifiutati" non sappiano neanche il perchè, a meno che l'ISU si sia degnata di comunicarglielo in privato.
In quanto ai social, si brancola nel buio e si fanno ipotesi.
Un utente ipotizza che per Stepanova-Bukin "non si è trattato di un esplicito sostegno verbale alla guerra o di legami con l'intelligence. Se si è trattato di un implicito sostegno non verbale alla guerra, sembra dire l'ISU" (riferendosi probabilmente alla loro pur silenziosa e un pò imbarazzata presenza sul palco assieme a Putin, allo stadio nei primi giorni di guerra).
Siamo agli "psicoreati" di Orwell ...

Ora, i russi, che pure da molti mesi tenevano un profilo molto "basso" e conciliante, non polemico, non l'hanno poi presa in modo così passivo.

Già da subito si sono diffuse informazioni sulla volontà da parte russa di contestare, presso il TAS (o CAS, il tribunale sportivo di Losanna), le decisioni dell'ISU:

2025-05-17-19-45-08-Blur-Window.png

https://fs-gossips.com/13772/


E adesso è arrivata la notizia che Stepanova e Bukin hanno fatto appello presso l'ISU e presso il Comitato Olimpico:


I russi, insomma, si stanno muovendo.
Con quanta possibilità di essere ascoltati e di evitare quest'ennesima vergogna, non lo so.
Sono pessimista.
 

Nel frattempo, la Medvedeva (che nei giorni scorsi, faccio un pò di gossip :D, è stata in vacanza in Italia ...) ha cambiato pettinatura.

Per me è si!  :up::rolleyes:



photo-2025-05-10-12-28-13.jpg
 

Edited by Astor

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Segnalo due nuovi articoli di Gennaro Bozza su Sportsenators.

Il primo è una davvero interessante intervista a Carolina Kostner, che tocca molti temi anche generali (e attuali) sul pattinaggio.
Da leggere, per capire come "Caro" sia ancora nell'ambiente e lo segua.


2025-05-17-20-18-32-Blur-Window.png

https://www.sportsenators.it/30/04/2025/kostner-lezioni-di-eleganza-dal-giappone-allitalia/




Il secondo è su Isabeau Levito, pattinatrice americana di ascendenze italiane, quarta ai recenti Mondiali di Boston.

 

 

2025-05-17-20-20-12-Blur-Window.png

https://www.sportsenators.it/22/04/2025/levito-il-sogno-olimpico-cresce-nella-sua-milano/

 



Il suo short a Boston è stato uno degli esercizi che mi sono piaciuti di più in quella competizione, a livello interpretativo.
Direi che con il suo fisico leggero e quel vestito molto elegante era impossibile non capire chi stesse impersonando, anche se la colonna sonora non fosse stata "Moon River" ... ;-)
 



1652695383-1620059636-audrey-hepburn-bla


Scontato?
Forse.

Ma molto gradevole, almeno per me.
 




 

Edited by Astor

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2025-06-25-18-24-50-Blur-Window.png

https://www.sportsenators.it/21/06/2025/il-cio-apre-i-giochi-alla-russia-ma-lisu-torna-a-rinchiuderli/

E' uscito un nuovo articolo di Gennaro Bozza su Sportsenators, sulla questione dell'ostracismo ai russi, che si sta estendendo alle Olimpiadi di Milano-Cortina (e chissà quando terminerà ...).

Non sto a fare troppi commenti, non solo perchè ciò mi causa conati di vomito, ma anche perchè Bozza spiega tutto in dettaglio.

La "novità" delle ultime settimane è che della già sparutissima rappresentanza russa ammessa (attenzione!) NON alle olimpiadi ma a cercare di GUADAGNARSI l'accesso alle Olimpiadi, ne sono stati esclusi altri.
Ovvero, le Coppie di pattinaggio e le Coppie di Danza sul ghiaccio, che prima erano state "ammesse", sono state TUTTE escluse.
Ed erano coppie come queste (mica pizza e fichi ...):
Coppie: Anastasia Mishina/Aleksandr Galliamov (riserva Aleksandra Bojkova/Dmitrii Kozlovskii).
Danza: Aleksandra Stepanova/Ivan Bukin (riserva Vasilisa Kaganovskaya/Maxim Nekrasov).

La ragione di queste esclusioni?
C'è una ridicola giustificazione (data dall'ISU) sulla volontà di mantenere la "privacy" degli atleti e pertanto ... non si sa! :angry:
E non era neppure prevista la possibilità di ricorso!
Che poi, come dice Bozza, i russi devono aver capito che non valeva neanche la pena tentare un ricorso e non l'hanno fatto.

E così la bella Alexandra Stepanova, che si stava tenendo "a stecchetto" (anche troppo, per i miei gusti) presumibilmente in vista della qualificazione di settembre (ne aveva appena parlato su un social, sulla "strategia" per non prendere peso ... non mangiare!) adesso immagino che potrà almeno strafogarsi, meglio se di pastasciutta (per la cronaca, nelle settimane scorse sono venute in vacanza in Italia sia Medvedeva che Valieva).

alexandra-stepanova-v0-s89rv9gnhtue1.web

 


E' una situazione assurda.
Essendo stati stoppati da tre anni, i migliori pattinatori del mondo adesso devono "dimostrare" con i risultati :incazzato: (e rigorosamente in veste di “Atleti Neutrali”), nelle gare scelte come qualificanti per le Olimpiadi, di "meritarsi" la partecipazione olimpica. :rolleyes:

E queste gare ormai sono solo il torneo di qualificazione di settembre 2025 a Pechino, perchè l'ISU ha fatto pure la PORCATA di non ammettere fino a dicembre 2024 alcuni atleti russi come “AIN” (atleti individuali neutrali) per la futura qualificazione olimpica e a quel punto i russi, che erano stati squalificati anche per tutta la stagione 2024-2025 non hanno potuto partecipare ai Mondiali 2025, che pure valevano per la qualificazione.

In sostanza, l'ISU (che pure ha dovuto "leggerissimamente cedere" perchè, dopo tre anni di "pattinaggio di serie B", un'Olimpiade completamente senza russi nel pattinaggio sarebbe stata una grottesca ridicolaggine) sta facendo di tutto per mettere bastoni tra le ruote ai russi, sia riducendone il numero per motivi PURAMENTE POLITICI (che non osano neppure dire!) e sperando probabilmente che anche tra i pochi selezionati rimanenti ce ne sia qualcuno che "toppi" nell'unica occasione, il torneo di Pechino, che è stata lasciata loro per qualificarsi.

Vabbè, vi lascio all'articolo di Gennaro Bozza.


Io, come mi piace fare, chiudo con un pò di bellezza ...


photo-2025-06-16-15-08-07.jpg

Kamila Valieva a Venezia, giugno 2025.

 

Evgenia Medvedeva a Firenze, maggio 2025.

 

Edited by Astor

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Sulla scia delle segnalazioni di Astor, provo a riportare un po’ di reazioni alla decisione dell’Isu di boicottare in tutti i modi possibili la partecipazione degli atleti russi all’Olimpiade di Milano-Cortina 2026. Sono le reazioni di tecnici, atleti e persone del mondo del pattinaggio artistico su ghiaccio della Russia.

Prima, però, segnalo un passo importante dell’articolo di Gennaro Bozza, anche questo portato alla nostra attenzione da Astor, sull’esclusione di Coppie e Danza russi dalle gare di qualificazione olimpica, a Pechino a metà settembre. E’ il commento conclusivo a un’altra stagione all’insegna della vergogna e dell’ingiustizia, in attesa di riprendere a settembre, purtroppo con poche speranze che la situazione cambi. Questo passo dell’articolo fa capire a che punto di aberrazione di qualsiasi principio di giustizia si sia arrivati, non solo nello sport:

“Non si può sapere il motivo per cui alcuni atleti sono stati esclusi, per “rispettare il loro diritto alla privacy” dice l’Isu! Il bello è che gli stessi atleti dicono di non sapere i motivi dell’esclusione. Una privacy assoluta! Non si può fare ricorso. Il ricorso è una possibilità che, in società democratiche, è un caposaldo del diritto. Qui no.

Gli atleti ammessi restano “sotto esame” fino al momento della loro partecipazione all’Olimpiade. Saranno “controllati” in ogni momento della loro vita, dentro e fuori dello sport, e ogni loro parola sarà valutata come elemento di possibile esclusione.

Nel caso di Coppie e Danza, gli atleti esclusi sono i primi della lista. Le riserve non possono subentrare, anche se rispettano le condizioni imposte da Cio e Isu, perché potrebbero farlo solo in caso di infortunio dei “titolari”. Perciò, il “diritto”, che dovrebbe essere “di principio”, quindi “impersonale”, diventa “mirato” a un solo destinatario. Un nuovo concetto “democratico” della società civile!”

 

E adesso, ecco alcune delle reazioni russe cui facevo riferimento all’inizio di questo commento.

 

Tatiana Tarasova, allenatrice di pattinaggio artistico su ghiaccio.

"La sospensione delle atlete russe è la continuazione del caso Valieva. Sarebbe stata imbattibile per anni a venire, ed è per questo che è stata squalificata".

"Purtroppo, non so se nel caso di Kamila siano stati utilizzati metodi non convenzionali. Tuttavia, le azioni più ampie che ne sono seguite, come l'esclusione di atleti russi dalle Olimpiadi e da altre competizioni internazionali, sono, a mio avviso, una continuazione di quel caso".

"Kamila è una ragazza di straordinario talento. Sarebbe stata imbattibile per gli anni a venire, ed è per questo che, a mio parere, è stata squalificata".

"C'è una tendenza chiara: vogliono annientarci. Ma vorrei delle risposte: perché alle nostre coppie e squadre di danza sul ghiaccio non è stato concesso lo status di neutralità? Perché questa ingiustizia?"

“Vorrei delle risposte: perché non è stato concesso loro lo status di neutralità? Perché questa ingiustizia? Perché questo trattamento riservato ai nostri atleti di Coppie e Danza?".

"C'è una tendenza chiara: vogliono annientarci".

"Un simile rifiuto a Coppie e Danza significa che non ci sarà permesso di vincere. Non voglio vivere dopo decisioni del genere. In generale, non riesco a riprendermi dalla decisione dell'ISU. Non me l'aspettavo. E ora dobbiamo ringraziare l'ISU per questo? Quelle creature odiano il nostro Paese. Non ci hanno permesso di partecipare al pattinaggio di coppia. Per 33 anni consecutivi, siamo stati i primi nel pattinaggio di coppia e abbiamo determinato tutte le direzioni dello sviluppo del pattinaggio di coppia nel mondo”.

"Questa è una vergogna! I nostri atleti e allenatori hanno portato il pattinaggio di Coppia a livelli irraggiungibili, e a loro è stato proibito di partecipare. Sono scioccata e delusa dalle persone che prendono tali decisioni."

“Ho sempre detto che dovremmo andare all’Olimpiade, ma nel caso attuale, senza la possibilità di mandare Coppie, Danza e i loro allenatori, dico che personalmente non parteciperei al 100%. Non posso fare pressione sull'opinione di nessuno, ma questa è la mia opinione, perché a nessuno sarà permesso di vincere".

 

 

Svetlana Zhurova, campionessa olimpica 2006 nel pattinaggio di velocità e Deputata nel Parlamento russo.

"L'ISU ha paura della concorrenza perché le pattinatrici russe sono molto forti sia nella Danza che nelle Coppie. I nostri atleti, se fossero stati ammessi, avrebbero scavalcato le coppie canadesi e americane, è tutto ovvio. La nostra federazione ha presentato la stessa lista, in cui c'erano anche coppie di riserva. Se si rivendicasse una sola coppia, è comunque comprensibile. Ma qui non ne hanno ammessa nessuna, è incredibile e sembra molto strano. Sembra proprio una cospirazione per far vincere meno medaglie alla Russia.

Non sono riusciti a tenere fuori tutti, quindi sono stati ammessi solo i singoli. Quindi, se fossimo stati rappresentati in tutti e quattro gli sport, i pattinatori russi, affamati, avrebbero potuto vincere quattro medaglie. Eliminando Coppie e Danza, l'ISU non permette alla Russia di partecipare alle competizioni a squadre”.

 

Ilya Averbukh, ex campione mondiale di Danza su ghiaccio.

"Sono scioccato dalla mancata ammissione delle nostre coppie alle selezioni olimpiche. Assolutamente scioccato: un risentimento infinito al punto da avere un nodo alla gola che va oltre Stepanova e Bukin, che hanno percorso e stanno percorrendo un percorso così difficile, e per Mishina e Gallyamov, veri favoriti all'oro olimpico. Certo, sono contento per i ragazzi che sono stati ammessi, ma penso che sia il colmo dell'ingiustizia: infernale, perentoria e priva di argomentazioni. Solo un rifiuto, senza argomentazioni. Perché no? Come? Vale la pena andare alle qualificazioni olimpiche dopo un provvedimento del genere? Questa è una decisione che spetta alla Federazione, noi possiamo solo esprimere le nostre emozioni, tutto questo è davvero un peccato per i ragazzi. Poi vedremo, possono succedere molte cose. Ma la prima emozione è una vergogna fino alle lacrime."

 

 

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