Bigmeu 543 Inviato 9 Settembre, 2019 Vorrei raccontarvi il mio primo gran premio di Monza, non da spettatore ma bensì da commissario di percorso. Pt 1 - Giovedì Sono ormai 3 anni che vesto i panni arancioni da commissario in autodromo, ma solo quest’anno sono riuscito ad essere in pista in questa occasione così speciale. Il gran premio per noi inizia Mercoledì sera, briefing di sicurezza con il direttore di gara. In questa occasione vengono definite le postazioni e i ruoli che ognuno avrà durante il weekend, ci vengono inoltre impartite istruzioni riguardanti l’organizzazione e norme di comportamento. Cattive notizie: non potremo portare le nostre auto in postazione come al solito. Un pullman ci aspetterà in pista vicino al cancello della postazione 2.4 (vicino alla seconda variante) per poi portarci alle nostre postazioni. Scordiamoci anche l’uso del cellulare. Assolutamente vietato fotografare mentre svolgiamo attività e soprattutto vietatissimo condividere fotografie durante il weekend di gara. Buone notizie: sarò alla postazione 10, in ingresso parabolica, ma soprattutto il pranzo sarà fornito dal circuito. Una piccola vittoria. Alcuni di noi, me compreso, saranno in pista anche giovedì per permettere lo svolgimento di tutti i test necessari allo svolgimento del weekend. Fortunatamente oggi ci è permesso portare la macchina in postazione. Entro dalla porta di Vedano, poi a sinistra dentro al cancello degli inglesi ed eccomi sul rettilineo di partenza. Ormai dovrei essere abituato, non è la prima volta che parcheggio la mia vettura sulla griglia di partenza per ritirare l’attrezzatura, ma oggi l’atmosfera è diversa, c’è un brulicare diverso di mezzi, ci sono ancora operai al lavoro per gli ultimi ritocchi. Sainz e Norris poco più avanti stanno svolgendo attività promozionali per una marca di biciclette. Grosjean si avvia per la sua camminata in pista. Mi avvio in pit lane, sono in anticipo sulla tabella di marcia, incontro un paio di amici e ci facciamo una passeggiata davanti ai box. Ormai le vetture sono montate, alcune sono già avviate alle verifiche tecniche. Avevo già vissuto da spettatore la pit lane ma, senza ressa, la calma è disarmante. La tranquillità regna nei box, nessun meccanico si affanna e tutti sanno cosa fare. È uno spettacolo unico. Suona la sirena, chiamata alle armi, torno in macchina e mi dirigo in postazione. È ancora in corso la track walk dei piloti, schivo Giovinazzi e Stroll e parcheggio. Svolgiamo alcuni test, SC, VSC, cronometraggio, alla fine i direttori di gara, quello della FIA e quello del circuito, compiono le ultime ispezioni e verifiche e successivamente ci liberano dal confino. Dobbiamo recarci di nuovo in corsia box per coordinare la Pit Walk del pubblico. Siamo in anticipo di nuovo, ma questa volta c’è attività, si stanno preparando ad accogliere i tifosi. Ci sono trupe televisive ovunque. Ammazza la Masolin dal vivo. Il nostro compito sarà proteggere il muretto box. A nessun tifoso sarà concesso salirci. Intanto alcuni team provano i Pit stop, incuriosito mi metto in marcatura del muretto RedBull per osservare le loro prove. Forse è la loro attività standard, forse con Max è abitudine, ma li ho visti provare veramente ogni situazione. A partire dai casi standard fino ai casi estremi con l’utilizzo di musetti senza ala e cerchioni senza pneumatico. Aprono i cancelli. Caos. Una marea di persone si riversa ai box. Realizzo solo ora che RB, Ferrari e Mercedes saranno prese d’assalto. Tutti vogliono fare “solo una foto” al muretto o alla pista. Passo due ore a chiedere “gentilmente” di non aggrapparsi al parapetto o negare foto da posizioni privilegiate. Ora sono dall’altra parte. Sono diventato uno di loro, uno di quei bacchettoni inflessibili che in maniera integerrima negano ogni concessione. Qui non si sale. Qui non si fotografa. Finisce la Pit Walk, i ragazzi della sicurezza ci chiedono una mano per accompagnare fuori la folla. Ora tutto tace. Abbiamo qualche minuto per goderci la pit lane, poi anche noi dobbiamo andare, non abbiamo più il permesso FOM. Mi avvio alla macchina, mi viene incontro un collega “noi proviamo ad entrare nel paddock, vieni?”, “certo che si”. Ovviamente il paddock di F1 è un fortino inespugnabile, la missione fallisce ancor prima di pensare ad una strategia, ripieghiamo con successo sul paddock F2. Furtivi ci aggiriamo tra i camion, consapevoli che, se qualcuno ci dovesse vedere, quasi sicuramente ci verrebbe ritirata la pettorina e magari anche il pass stagionali. Restiamo poco più di 5 minuti, giusto il tempo di fare le condoglianze al team Arden e rubare un paio di foto. La giornata finisce qui. Soddisfatto e trepidante per l’inizio dell’attività in pista mi avvio a casa. Da domani si fa sul serio. 13 Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Ruberekus 12261 Inviato 9 Settembre, 2019 bel racconto, aspetto i giorni caldi Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Bigmeu 543 Inviato 9 Settembre, 2019 (modificato) Qualche foto (qualcuna è proprio rubata): Rettilineo di partenza Musetto Redbull senza ala per prova pit stop Il ricordo di Anthoine. Se avete domande o volete sapere qualcosa in particolare, sarò felice di rispondervi, nei limiti del possibile ovviamente. Modificato 9 Settembre, 2019 da Bigmeu 3 Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Aerozack 2162 Inviato 9 Settembre, 2019 Bellissimo racconto Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Nick the Quick 202 Inviato 9 Settembre, 2019 Io ho assistito al mio ennesimo GP da spettatore. E' sempre sorprendente vedere la marea di persone che lavorano e l'organizzazione. Bel racconto Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Fili92 170 Inviato 10 Settembre, 2019 Seguo, molto molto interessante il racconto!! Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Bigmeu 543 Inviato 11 Settembre, 2019 Pt 2 - Venerdì La sveglia suona alle 5.40. Alle 6 devo essere in marcia, non so cosa aspettarmi dal traffico nei 15km che separano casa dall’autodromo. L’appuntamento è alle 6.45 al parcheggio a Biassono, questa volta non è routine, meglio arrivare prima. Alle 6.37 varco le porte dell’autodromo, è ancora buio. Non piove, per ora, ma l’umidità nel parco è altissima. Firmo la presenza e ritiro il casco nel container allestito per l’occasione. 5 pullman ci attendono in pista, ognuno serve una porzione di tracciato. Il mio è il verde. Data l’ora e la mia innata capacità di dormire in piedi fino alle 9 del mattino, salgo su quello blu. Intravedo qualche volto noto, il mio cervello si aziona. Matteo non è nella mia stessa sezione di pista. “Scusate che bus è questo?” “Blu” “Oh ca**o, poco ci mancava a farmi riconoscere. Grazie e buona giornata” Scendo e risalgo sul bus giusto, questa volta controllo 3 volte. È quello giusto. In postazione siamo in 7, sono tutti volti nuovi per me. Due vengono dall’Australia. Sono in viaggio di nozze. È consuetudine nei grandi eventi internazionali accettare qualche commissario estero, in modo da poter mandare qualcuno di noi in futuro. Una specie di scambio culturale motoristico. In ogni postazione c’è un uomo al comando. Spetta a lui interfacciarsi con la direzione di gara, comunicare problemi e gestire le operazioni di recupero. Questa volta sono stato fortunato, il capo posto ha grande esperienza, anche internazionale, con molte 24h e qualche GP di Monaco alle spalle. Uno da cui si può solo da imparare. Iniziamo il briefing di postazione, gli australiani non capiscono una mazza, vivendo io in UK mi designano immediatamente ad addetto alle relazioni internazionali. Ovunque andrò io ci sarà sempre almeno uno di loro, non possiamo rischiare che in caso di necessità le operazioni vengano rallentate da problemi di comunicazione. Questa postazione, la 10, è composta da una postazione principale, il quale compito è principalmente occuparsi dei recuperi e fare da specchio per le bandiere e una cosiddetta “punta” adibita solo ed esclusivamente alle segnalazioni con bandiera. Fare da specchio significa mostrare segnalazioni di problemi nascosti dalla conformazione del tracciato alle postazioni precedenti. In questo caso la punta si trova in ingresso parabolica con scarsa visibilità sulla curva, mentre la postazione principale è posta vicino alle barriere alla fine della ghiaia, con un’ottima visibilità su gran parte della curva. In punta staranno due persone, nella postazione principale gli altri 5. Un rapido ripasso delle solite cose, si stabiliscono le regole di intervento, chi ha il controllo in caso di recuperi, chi si relaziona con il trattorista e soprattutto come effettuare i recuperi nel migliore modo possibile. Per le F3 e le F2 usiamo un tipo di corda, per le F1 uno differente per evitare di danneggiare le telecamere laterali, le Porsche invece hanno un sistema tutto loro. Il capo posto va sempre prima sul pilota e ne comunica le condizioni alla direzione gara, gli altri, fino a 3, si occuperanno della macchina o delle macchine. Uno invece sarà al guinzaglio per tutto il weekend, avrà il controllo del pannello luminoso della postazione, non potrà mai staccarsi dalla console di comando e avrà una radio tutta sua e benché il pannello sia per lo più automatico e collegato con la direzione gara, non potrà levare gli occhi dalla pista. Ora iniziamo a preparare l’occorrente: bandiere, filler e scope a portata di mano. Intanto il direttore effettua le prove radio di tutte le postazioni. Prima radio posto 10, forte e chiaro. Seconda radio posto 10, forte e chiaro. PMS posto 10, forte e chiaro. Mentre montiamo telo anti pioggia il capo posto sistema ambulanza, Cea e trattore. Sono le 9 in punto, inizia a piovere. “ISPEZIONEEEEE” tuona la radio. Sulla riga bianca a bordo pista, rigorosamente in ordine di altezza e per categoria per volere del capo posto, Dal più alto al più basso, commissari, Cea, dottori e trattorista, in perfetta uniforme, allineati in attesa del passaggio dei direttori di gara. Ultimo controllo prima dell’attività in pista. “Ok tornate in postazione, tra poco vetture pista” Poco prima delle 9.30 i cancelli del paddock 2 si aprono, le F3 rompono il silenzio e si allineano in pit lane in attesa del semaforo verde. Io intanto sono impegnato con gli australiani, come me sono al loro primo GP, ma a differenza mia non hanno esperienza su tracciati della caratura di Monza. Sono stupefatti dal numero di postazioni e commissari schierati. Spiego loro come agiamo solitamente a Monza, una bandiera gialla o blu in più non ha mai fatto male a nessuno, ma soprattutto appena una macchina esce dalla riga bianca, soprattutto se è qualcosa in più di un semplice lungo, la gialla deve uscire immediatamente. Intanto deve essere scattato il verde, ci sono delle macchine in pista, le condizioni non sono delle migliori, la pista è bagnata ed essendo venerdì mattina è sporca. Nemmeno il tempo di finire di istruire gli australiani che subito uno va in testa coda. Poca roba, è in moto e si accinge già a ripartire. Della gialla, manco a farlo apposta, nemmeno l’ombra. Fortuna che c’è il pannellista che ha già predisposto la segnalazione, io intanto mi sbraccio al grido di YELLOW FLAG YELLOW FLAG a 1 metro dagli australiani, finalmente iniziano a sventolare quella dannata bandiera. Chi ben comincia… Il resto della sessione passa senza particolari problemi. La radio è la nostra fonte primaria di intrattenimento: “posto 1.2, pettine della 4”, “Dal posto 3, la vettura 12 va in testa coda e riparte”. Bandiera a scacchi. Ecco, ci siamo, finalmente è arrivato il momento della F1. Finalmente realizzerò uno dei miei sogni. Semaforo verde, si parte. I primi minuti passano velocemente, i soliti installation lap di verifica, intanto aspettano che la pista migliori. Si inizia a fare sul serio, qualche vettura prende a girare con costanza. Ecco Kimi, entrata in parabolica buona, gas non troppo aggressivo e via verso il rettilin…lo vedo chiaramente perdere il posteriore prima di scomparire dietro agli alberi. Silenzio rotto dalla radio: ”dal posto 11, la 7 è in ghiaia e non riparte” “capito, bandiera rossa. Per tutti, bandiere rossa” Recuperano la macchina e si riparte. In meno di 10 minuti la riconsegnano ai box. Efficenza e professionalità. Altro che i bangla-circuiti. Nemmeno il tempo di vedere qualche macchina passare ed è rossa di nuovo. Perez a muro in uscita Ascari. Fortuna che la pista sta asciugando, altrimenti non gira più nessuno. Bandiera a scacchi, è finita la mia prima sessione da commissario di F1. Poteva andare peggio. Sarei potuto cadere in mondo visione mentre raccoglievo un pezzo di vettura. Nessun intervento = Nessuna figura di M. Ora tocca alla F2, io e l’australiano andiamo in punta. Avrò una radio tutta mia. Radio a parte, non deve essere stata una sessione interessante, non ho ricordi, se non De Vries e il suo punto di frenata. L’unico che mi ha messo paura per tutto il weekend. L’unico a frenare sempre con le ruote per 3/4 sulla linea bianca e 1/4 sull’erba, senza perdere mai il controllo, senza mai andare lungo. Impressionante. In questo momento mi è chiaro perché è in testa al campionato. Fa cose che gli altri non fanno e gli riescono pure bene. Non sembra al limite, sembra che per lui sia quasi normale frenare li. Io però, quando vedo il musetto numero 4 avvicinarsi, faccio un passo e mi lontano dal Guard Rail. Finalmente possiamo riposarci un po’, quasi un’ora di pausa pranzo. Un lusso. Solitamente abbiamo non più di 15 minuti tra due sessioni. Ecco la radio di nuovo “ISPEZIONEEEEEE”. Dovremo sottoporci a questo rituale prima di ogni sessione di F1, oltre che ogni mattina. La Fp2 e le qualifiche di F2 non sono particolarmente degne di nota, qualche bandiera blu e ordinaria amministrazione. Inizia la F3, sono in tantissimi ed è chiaro fin dall’inizio che tutti cercheranno una scia. Il primo tentativo scorre tranquillo, nessun problema di sorta, solo un po’ di traffico nel nostro settore per lanciarsi per il giro veloce. Rientrano tutti. Esce un primo gruppo, si lanciano e iniziano il loro giro, io butto un occhio al maxischermo. C’è un secondo gruppo che si sta lanciando, sono prima dell’Ascari, eccoli che arrivano. Vedo, sempre grazie agli schermi, il primo gruppo arrivare lanciato, inizio a sventolare la bandiera blu, ma sono l’unico in tutto il rettilineo. Il direttore di gara non le sta chiamando e quasi nessun altro ha la possibilità di vedere gli schermi. Caos. Ecco la radio “Bandiera rossa, bandiera rossa. Appena rientrano tutti in corsia me li mandate in direzione gara per piacere?” Sicuramente non è un invito per un buffet. Tocca alle Porsche. Tutto liscio come l’olio. Siamo spettatori privilegiati di uno spettacolo che procede senza intoppi. Siamo quasi annoiati. Bandiera a scacchi. L’ultima per oggi. Sono le 19.45, riponiamo bandiere e tutto il resto nel container. Abbiamo passato più di 12h in postazione, finalmente arriva il pullman per riportarci alla macchina. Siamo tutti stanchi, ma la passione per quello che facciamo allevia la fatica. Domani è un altro giorno. Domani, c’è lotta per la pole. Purtroppo non ho foto del venerdì. Ho seguito alla lettera gli ordini della direzione gara. Solo una, fatta dal trattorista, durante l’ispezione. Qualche chicca arriverà con il racconto di sabato. Chiedo anche ai mod, se fosse possibile, di spostare nell’apposita discussione i messaggi riguardanti il tracciato. 10 Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Ruberekus 12261 Inviato 12 Settembre, 2019 ottimo racconto spostati i messaggi OT nel topic dei circuiti 2 Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Antonio91 267 Inviato 12 Settembre, 2019 Bellissimo racconto. Aspettiamo i prossimi Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Fili92 170 Inviato 12 Settembre, 2019 Wow che bellissima esperienza! Non vedo l'ora del racconto del sabato!! Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Alex_Ferrari 3309 Inviato 24 Settembre, 2019 @Bigmeu siamo in attesa del meglio Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Bigmeu 543 Inviato 24 Settembre, 2019 Lo so, scusatemi, ma scrivere i primi due racconti mi ha portato via abbastanza tempo, cosa che nell’ultma settimana abbondante ha scarseggiato. Spero di riuscire a finire entro questa settimana. 1 Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Bigmeu 543 Inviato 9 Novembre, 2019 (modificato) In super ritardissimo, avevo perso le speranze anche io. Scusate. Complice un triste sabato di studio in preparazione all’esame di stato, ho trovato un paio d’ore per scrivere sto mappazzone. Pt 3+4 Sabato e Domenica Anche oggi la sveglia suona prima delle 6. Ci metto un po’ di più a svegliarmi, non ho più il fisico per stare in piedi tutto il giorno. Mangio uno yogurt e mi fiondo in macchina, mi aspetto più traffico di ieri, oggi ci sono le prime gare e la qualifica. Ormai la procedura è entrata nella mia testa. Parcheggio, firma e pullman. Questa volta controllo ripetutamente se sono sul bus giusto. Qualche volto ora mi è familiare, mi aggrego agli australiani e scambio con loro qualche chiacchiera. Scopro, con una punta di invidia, che la sera prima il direttore di gara (quello dell’autodromo, non Masi) li ha portati con la Medical car a fare un paio di giri lanciati sul tracciato. Intanto prendiamo posto e aspettiamo che il bus parta. Mi stupisco ogni volta dell’atmosfera di cameratismo che c’è tra noi uomini vestiti di arancione. Che tu sia al tuo primo servizio o al trentesimo anno, ma soprattutto che tu nella vita vera sia un pensionato o un manager di una società, si trova sempre il modo di scherzare e fare gruppo tutti insieme. Arriviamo in postazione, ci sistemiamo e facciamo un rapido ripasso, non guasta mai. Prepariamo le postazioni come ieri, prova radio e ispezione. Per le 10 siamo più che operativi. Alle 10.15 si aprono i cancelli del paddock 2, entrano in pista i primi cavalli. Anzi, cavallini. Gara uno di F3. Il posto 10, soprattutto in gare con così tanti giovani partecipanti è molto rischioso al primo giro, le possibilità di intervento sono altissime. 30 giovani arrembanti che arrivano tutti insieme a tutta velocità in staccata alla parabolica. La ricetta perfetta per un incidente. Fortunatamente non accade nulla, la gara scorre senza problemi e sta iniziando anche a diventare noiosa. Ecco dai, almeno qualcuno ogni tanto va un po’ largo ma poi sparisce normalmente dietro la curva. Nemmeno il tempo di pensarlo che dalla radio si sente. “Posto 11, una vettura prende il salsicciotto e decolla” Mi racconteranno dopo che questa comunicazione è avvenuta con la vettura di Peroni ancora in volo. Il capo posto della 11 ha avuto il sangue freddo di comunicare l’avvenimento praticamente in tempo reale. Passano alcuni secondi e finalmente arriva una comunicazione dal posto 12.1. “qua tutti bene, adesso controlliamo il pilota” Pilota che per la cronaca è atterrato esattamente contro le reti davanti alla postazione. È veramente un miracolo che nessuno si sia fatto male. Io, fossi stato in loro, almeno le mutande le avrei dovute cambiare. Il resto della mattinata scorre abbastanza velocemente, le ultime prove libere non regalano nulla di interessante e, alternanza tra punta e postazione principale a parte, passano in un batter d’occhio. Le giornate sono molto meno dense rispetto al solito. Questi, in confronto a come siamo abituati, sono giorni di vacanza. Noi alla 10 siamo pure fortunati, abbiamo il cancello sul viale e durante i tempi morti possiamo passeggiare tra la folla, mangiare un panino schifoso a prezzi inverosimili. Insomma una pacchia. Finalmente è ora delle prove ufficiali di F1, si fa sul serio. Sono in punta con la ragazza australiana, ma a questo giro tengo io sia radio che bandiera. Non possiamo rischiare incertezza o errori. Pronti via ed è subito bandiera rossa, Perez è fermo da qualche parte. Si riprende e tutto scorre abbastanza tranquillamente. Inizia il Q3, distolgo lo sguardo dalla pista, le tribune sono gremite, non me ne ero accorto prima. Mi rendo contro finalmente che non sono più uno spettatore. Ho realizzato un piccolo sogno. Sono parte di un weekend di F1, non una parte principale, non una colonna portante, ma nel mio piccolo ho un ruolo anche io. Insomma alla fine potrei essere io quello che chiama in radio un contatto illecito o un sorpasso sotto bandiera. Una chiamata che potrebbe costare una penalità. Sarò anche irrilevante ma potrei avere un ruolo fondamentale. Passa la prima macchina per lanciarsi per il giro veloce, il mio cervello smette di fantasticare e torna sulla terra. Nemmeno il tempo di connettere tutti i neuroni che ho un déjà-vu. Kimi a muro a 50 metri da me. ca**o però, stamattina avevo scommesso con un collega su Giovinazzi. Ancora l’Alfa sbagliata. Si riprende e onestamente noi dall’interno non ci siamo accorti dell’ultimo giro. Dai maxi schermi li vediamo fare i cretini in prima curva, ma quando arrivano davanti a noi sono tutti molto veloci e molto vicini. Occhi spalancati e attenzione a mille. Io controllo l’ingresso e l’australiana verifica la percorrenza, fornendo una visuale differente al capo posto. Una Mercedes, quella di Hamilton, con un sovrasterzo quasi fucila Stroll, per il resto, tutto regolare. Per modo di dire. È POOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLE POSITION, per citare il telecronista del circuito. Quella vocina fastidiosa che abbiamo sempre nelle orecchie e che purtroppo usa sempre le solite 5 frasi. Noi, in pista ad ogni occasione, non lo sopportiamo più, ma tant’è, c’è una Ferrari in pole a Monza. Il pubblico esplode in un boato. La successiva gara di F2 scorre. DeVries continua a farmi paura, partiva dietro e sta risalendo come un dannato. Anche Ghiotto fa una gara niente male, entrambi andranno sul podio. Il tifo per l’italiano è molto alto, la cosa mi stupisce positivamente. Che la cura Liberty Media stia iniziando a funzionare, rendendo più popolari le categorie minori? Finisce la gara, con gli inni che ancora suonano, noi riponiamo il materiale e ci fiondiamo in Pit lane. Abbiamo mezz’ora per fare quello che vogliamo. Noi decidiamo di avviarci a piedi, non ha senso perdere tempo aspettando la navetta, la corsia box è giusto dietro l’angolo. Noi siamo tra i primi ad arrivare, le vetture sono ancora sotto verifiche. Scopro, con molto stupore, che è vietato fare foto alle vetture in parco chiuso. Un commissario tecnico mi invita gentilmente ad aspettare qualche secondo, il tempo di terminare le verifiche sulla 16. I membri dei team sono veramente molto disponibili. Ho scoperto che l’inglese e la gentilezza ti aprono una marea di porte. Non penso di dover spiegare oltre. Allego marea di foto che valgono più di mille parole. Ah si, il capellone con gli occhiali blu polarizzati sono io, dopo anni di militanza sul forum svelo la mia identità. Spoiler Mi scuso per la qualità, molte sono prese da un video e quindi ho fatto uno screenshot. host my imageupload foto La giornata è finita, si torna alle macchine con il sorriso. Domani solo gare. Sveglia, colazione, macchina, parcheggio, firma, bus, postazione. Ormai questa routine la conoscete, non starò a ripetermi. Non saprei nemmeno come renderla più avvincente di così. Sette parole in rapida successione, come rapido è lo svolgimento delle medesime azioni. La giornata passa in attesa della gara principale. Nulla degno di particolare nota, al di fuori di un piccolo episodio avvenuto durante le Porsche. Una vettura esce dalla traiettoria ideale e qualcosa colpisce il mio sguardo, si alzano dei pezzettini bianchi o almeno che sembrano bianchi se illuminati dal sole. Corro dal capo posto e segnalo la situazione. Dei detriti in quel punto sono abbastanza pericolosi, ma osservando la pista non si nota nulla. Decide di aspettare a chiamare. In fondo c’è una postazione molto più vicina di noi, se loro tacciono vuol dire che la situazione non è grave. Oppure che stanno dormendo. La gara volge al termine, io e un altro ragazzo, muniti di scopa, corriamo immediatamente sul luogo del misfatto, dobbiamo essere sicuri che la pista sia libera, eventualmente pulirla o nei casi più estremi richiedere l’intervento dei mezzi appositi. Effettivamente qualcosa c’era in pista, il mio occhio non mi aveva ingannato, fortunatamente però erano solo pezzi di vernice staccatasi dai cordoli. Nulla che una bella spazzata non possa risolvere. Domenica per noi è il giorno più noioso. Le gare, dal nostro punto di vista sono noiose. C’è poco spazio per godersi l’evento con attenzione. Noi dobbiamo fare il nostro lavoro. Se avessimo voluto goderci le gare ci saremmo accomodati in tribuna. È difficile trasmettere emozionalmente questa giornata. La tensione è alle stelle, personalmente aspettavo questo momento dal 2009, anno del mio primo GP da spettatore. Dieci anni di attesa snervante, di chiamate e mail all’Aci per avere informazioni sui corsi. Dieci anni di fantasie su come sarebbe stato ascoltare l’inno sulla pista, indossare la pettorina e magari accontentare Seb con qualche “Blue Flag”. Dieci anni che si concludono con le frecce tricolori che sfrecciano sopra la mia testa, disegnando nel cielo il tricolore e riempiendo l’aria di quel rumore assordante che certifica che non sto sognando. La gara me la faccio tutta in punta. Fino a quel momento avevo detestato quella postazione, mi sembrava di stare in castigo, ma in questo caso l’ho chiesto io. Io volevo stare tutto il tempo ad 1 metro dalle macchine in staccata, non mi interessava capire la gara, volevo solo godermi il momento. E così è stato. Per tutti i giri del gran premio ho avuto modo di godermi a occhio nudo l’avvicinarsi e l’allontanarsi delle Mercedes dietro a Charles. Due squali d’argento a caccia della goccia di sangue Rosso. Ho staccato gli occhi dalla pista solo in un momento. Dalla radio sento “vettura 5 in testa coda in ascari”, effettivamente passano Charles e i due squali. Abbiamo una vittima. Lo conferma anche il replay e il boato di disapprovazione del pubblico. Si torna con gli occhi sulla pista, gli squali sono sempre a caccia, ma Charles, forse data la sua giovane età, conosce perfettamente le strategie delle ragazze in discoteca. Gli fa annusare il profumo della vittoria tutto il tempo, quando però Hamilton fa l’inopportuno gli arriva un bello schiaffone che lo rimette al suo posto. Intanto i giri passano. La folla si prepara all’invasione. Noi abbiamo ricevuto la direttiva di non far muovere nessuno fino a espressa comunicazione via radio del questore. La sensazione di impotenza che si prova cercando di arginare una folla di migliaia di persone che cerca di scavalcare le reti è qualcosa che mi lascia tutt’ora interdetto. In quel momento eravamo in due contro mille, ad urlare di aspettare, di non scavalcare e che avremmo aperto i cancelli a tempo debito. Qualcuno ci prova anche ad ascoltarti, quando poi però vedi con la coda dell’occhio una marea di gente che probabilmente ha sfondato il cancello principale e si sta già riversando in pista, non puoi fare altro che smettere di urlare e acconsentire all’invasione. Per noi non c’è nessun podio, nessun concerto e nessuna celebrazione. Noi dobbiamo aspettare il bus. Ma per evitare il panico generale, i bus non partiranno prima che la pista non si sia svuotata almeno parzialmente. Saranno scortati dalla polizia e procederanno a passo d’uomo. Insomma, non usciremo mai. Dopo il Gp, è tradizione per i commissari trovarsi al museo per un brindisi di ringraziamento offerto da Aci. Dobbiamo però prima uscire dalla pista, andare alla macchina, rientrare in pista e parcheggiare alla junior(il piccolo raccordo che collega l’uscita box con l’Ascari). Insomma un’odissea. Io e qualche amico, australiani compresi, dopo esserci velocemente abbuffati e rinfrescati con prosecco di dubbia qualità, abbiamo ancora una missione da compiere. La missione che giovedì è naufragata malamente. Missione paddock 2.0 Riceviamo la soffiata di un varco, a noi accessibile, non controllato. Nemmeno ci rendiamo conto e, attraverso il box Williams, portiamo a termine la missione. Siamo dentro. Come cinesi fuori patria fotografiamo qualsiasi cosa. Io come Alvaro Vitali spio nell’hospitality Ferrari mentre Mario Miakawa esce. La domanda è lecita. Mario, ma si può entrare? Il candore che si stampa sul suo volto e il sorriso che sfoggia, contrasta nettamente alla risposta ottenuta. "Mai, neanche tra un milione di anni, assolutamente no, scordatelo, toglitelo dalla testa, niete, negativo... mmhm, naa, noo, e naturalmente quello che preferisco in assoluto: l'uomo che cade nel burrone: Noooooo... puf…!" (cit.) Vabbeh poco male, c’è tutto un paddock da esplorare. Mi volto e gli australiani stanno parlando con qualcuno. ca**o è Camilleri. Lo abbracciano, fanno foto, mi tirano in mezzo. Diciamo che se volevamo tenere un profilo basso e non farci notare stavamo sbagliando su tutta la linea, e infatti nel giro di pochi secondi qualche guardia si avvicina e ci chiede gentilmente di lasciare l’area. Inizia una lunga trattativa in cui noi per guadagnare tempo e sbirciare ancora in giro ci offriamo di uscire di qua, poi di la, ma no dai, forse meglio di qua. Questo gigioneggiare porta risultati. Io guadagno un sefie con gli pneumatici che hanno portato Charles alla vittoria e un autografo del vincitore. L’autografo, sul libretto dei commissari, me lo tengo stretto, per il selfie con il treno di gomme invece scambio solo in privato al miglior offerente Spoiler upload pic Usciamo Questa volta è finita per davvero. Ma non importa, finalmente posso dirlo. Sono un commissario di F1. Modificato 9 Novembre, 2019 da Bigmeu 8 Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
_Fred_ 379 Inviato 10 Novembre, 2019 Bellissimo, veramente. Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Antonio91 267 Inviato 10 Novembre, 2019 Emozionante Grazie Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
PheelD 3494 Inviato 10 Novembre, 2019 Il 9/11/2019 Alle 21:32, Bigmeu ha scritto: In super ritardissimo, avevo perso le speranze anche io. Scusate. Complice un triste sabato di studio in preparazione all’esame di stato, ho trovato un paio d’ore per scrivere sto mappazzone. Pt 3+4 Sabato e Domenica Anche oggi la sveglia suona prima delle 6. Ci metto un po’ di più a svegliarmi, non ho più il fisico per stare in piedi tutto il giorno. Mangio uno yogurt e mi fiondo in macchina, mi aspetto più traffico di ieri, oggi ci sono le prime gare e la qualifica. Ormai la procedura è entrata nella mia testa. Parcheggio, firma e pullman. Questa volta controllo ripetutamente se sono sul bus giusto. Qualche volto ora mi è familiare, mi aggrego agli australiani e scambio con loro qualche chiacchiera. Scopro, con una punta di invidia, che la sera prima il direttore di gara (quello dell’autodromo, non Masi) li ha portati con la Medical car a fare un paio di giri lanciati sul tracciato. Intanto prendiamo posto e aspettiamo che il bus parta. Mi stupisco ogni volta dell’atmosfera di cameratismo che c’è tra noi uomini vestiti di arancione. Che tu sia al tuo primo servizio o al trentesimo anno, ma soprattutto che tu nella vita vera sia un pensionato o un manager di una società, si trova sempre il modo di scherzare e fare gruppo tutti insieme. Arriviamo in postazione, ci sistemiamo e facciamo un rapido ripasso, non guasta mai. Prepariamo le postazioni come ieri, prova radio e ispezione. Per le 10 siamo più che operativi. Alle 10.15 si aprono i cancelli del paddock 2, entrano in pista i primi cavalli. Anzi, cavallini. Gara uno di F3. Il posto 10, soprattutto in gare con così tanti giovani partecipanti è molto rischioso al primo giro, le possibilità di intervento sono altissime. 30 giovani arrembanti che arrivano tutti insieme a tutta velocità in staccata alla parabolica. La ricetta perfetta per un incidente. Fortunatamente non accade nulla, la gara scorre senza problemi e sta iniziando anche a diventare noiosa. Ecco dai, almeno qualcuno ogni tanto va un po’ largo ma poi sparisce normalmente dietro la curva. Nemmeno il tempo di pensarlo che dalla radio si sente. “Posto 11, una vettura prende il salsicciotto e decolla” Mi racconteranno dopo che questa comunicazione è avvenuta con la vettura di Peroni ancora in volo. Il capo posto della 11 ha avuto il sangue freddo di comunicare l’avvenimento praticamente in tempo reale. Passano alcuni secondi e finalmente arriva una comunicazione dal posto 12.1. “qua tutti bene, adesso controlliamo il pilota” Pilota che per la cronaca è atterrato esattamente contro le reti davanti alla postazione. È veramente un miracolo che nessuno si sia fatto male. Io, fossi stato in loro, almeno le mutande le avrei dovute cambiare. Il resto della mattinata scorre abbastanza velocemente, le ultime prove libere non regalano nulla di interessante e, alternanza tra punta e postazione principale a parte, passano in un batter d’occhio. Le giornate sono molto meno dense rispetto al solito. Questi, in confronto a come siamo abituati, sono giorni di vacanza. Noi alla 10 siamo pure fortunati, abbiamo il cancello sul viale e durante i tempi morti possiamo passeggiare tra la folla, mangiare un panino schifoso a prezzi inverosimili. Insomma una pacchia. Finalmente è ora delle prove ufficiali di F1, si fa sul serio. Sono in punta con la ragazza australiana, ma a questo giro tengo io sia radio che bandiera. Non possiamo rischiare incertezza o errori. Pronti via ed è subito bandiera rossa, Perez è fermo da qualche parte. Si riprende e tutto scorre abbastanza tranquillamente. Inizia il Q3, distolgo lo sguardo dalla pista, le tribune sono gremite, non me ne ero accorto prima. Mi rendo contro finalmente che non sono più uno spettatore. Ho realizzato un piccolo sogno. Sono parte di un weekend di F1, non una parte principale, non una colonna portante, ma nel mio piccolo ho un ruolo anche io. Insomma alla fine potrei essere io quello che chiama in radio un contatto illecito o un sorpasso sotto bandiera. Una chiamata che potrebbe costare una penalità. Sarò anche irrilevante ma potrei avere un ruolo fondamentale. Passa la prima macchina per lanciarsi per il giro veloce, il mio cervello smette di fantasticare e torna sulla terra. Nemmeno il tempo di connettere tutti i neuroni che ho un déjà-vu. Kimi a muro a 50 metri da me. ca**o però, stamattina avevo scommesso con un collega su Giovinazzi. Ancora l’Alfa sbagliata. Si riprende e onestamente noi dall’interno non ci siamo accorti dell’ultimo giro. Dai maxi schermi li vediamo fare i cretini in prima curva, ma quando arrivano davanti a noi sono tutti molto veloci e molto vicini. Occhi spalancati e attenzione a mille. Io controllo l’ingresso e l’australiana verifica la percorrenza, fornendo una visuale differente al capo posto. Una Mercedes, quella di Hamilton, con un sovrasterzo quasi fucila Stroll, per il resto, tutto regolare. Per modo di dire. È POOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLE POSITION, per citare il telecronista del circuito. Quella vocina fastidiosa che abbiamo sempre nelle orecchie e che purtroppo usa sempre le solite 5 frasi. Noi, in pista ad ogni occasione, non lo sopportiamo più, ma tant’è, c’è una Ferrari in pole a Monza. Il pubblico esplode in un boato. La successiva gara di F2 scorre. DeVries continua a farmi paura, partiva dietro e sta risalendo come un dannato. Anche Ghiotto fa una gara niente male, entrambi andranno sul podio. Il tifo per l’italiano è molto alto, la cosa mi stupisce positivamente. Che la cura Liberty Media stia iniziando a funzionare, rendendo più popolari le categorie minori? Finisce la gara, con gli inni che ancora suonano, noi riponiamo il materiale e ci fiondiamo in Pit lane. Abbiamo mezz’ora per fare quello che vogliamo. Noi decidiamo di avviarci a piedi, non ha senso perdere tempo aspettando la navetta, la corsia box è giusto dietro l’angolo. Noi siamo tra i primi ad arrivare, le vetture sono ancora sotto verifiche. Scopro, con molto stupore, che è vietato fare foto alle vetture in parco chiuso. Un commissario tecnico mi invita gentilmente ad aspettare qualche secondo, il tempo di terminare le verifiche sulla 16. I membri dei team sono veramente molto disponibili. Ho scoperto che l’inglese e la gentilezza ti aprono una marea di porte. Non penso di dover spiegare oltre. Allego marea di foto che valgono più di mille parole. Ah si, il capellone con gli occhiali blu polarizzati sono io, dopo anni di militanza sul forum svelo la mia identità. Mostra Spoiler Mi scuso per la qualità, molte sono prese da un video e quindi ho fatto uno screenshot. host my imageupload foto La giornata è finita, si torna alle macchine con il sorriso. Domani solo gare. Sveglia, colazione, macchina, parcheggio, firma, bus, postazione. Ormai questa routine la conoscete, non starò a ripetermi. Non saprei nemmeno come renderla più avvincente di così. Sette parole in rapida successione, come rapido è lo svolgimento delle medesime azioni. La giornata passa in attesa della gara principale. Nulla degno di particolare nota, al di fuori di un piccolo episodio avvenuto durante le Porsche. Una vettura esce dalla traiettoria ideale e qualcosa colpisce il mio sguardo, si alzano dei pezzettini bianchi o almeno che sembrano bianchi se illuminati dal sole. Corro dal capo posto e segnalo la situazione. Dei detriti in quel punto sono abbastanza pericolosi, ma osservando la pista non si nota nulla. Decide di aspettare a chiamare. In fondo c’è una postazione molto più vicina di noi, se loro tacciono vuol dire che la situazione non è grave. Oppure che stanno dormendo. La gara volge al termine, io e un altro ragazzo, muniti di scopa, corriamo immediatamente sul luogo del misfatto, dobbiamo essere sicuri che la pista sia libera, eventualmente pulirla o nei casi più estremi richiedere l’intervento dei mezzi appositi. Effettivamente qualcosa c’era in pista, il mio occhio non mi aveva ingannato, fortunatamente però erano solo pezzi di vernice staccatasi dai cordoli. Nulla che una bella spazzata non possa risolvere. Domenica per noi è il giorno più noioso. Le gare, dal nostro punto di vista sono noiose. C’è poco spazio per godersi l’evento con attenzione. Noi dobbiamo fare il nostro lavoro. Se avessimo voluto goderci le gare ci saremmo accomodati in tribuna. È difficile trasmettere emozionalmente questa giornata. La tensione è alle stelle, personalmente aspettavo questo momento dal 2009, anno del mio primo GP da spettatore. Dieci anni di attesa snervante, di chiamate e mail all’Aci per avere informazioni sui corsi. Dieci anni di fantasie su come sarebbe stato ascoltare l’inno sulla pista, indossare la pettorina e magari accontentare Seb con qualche “Blue Flag”. Dieci anni che si concludono con le frecce tricolori che sfrecciano sopra la mia testa, disegnando nel cielo il tricolore e riempiendo l’aria di quel rumore assordante che certifica che non sto sognando. La gara me la faccio tutta in punta. Fino a quel momento avevo detestato quella postazione, mi sembrava di stare in castigo, ma in questo caso l’ho chiesto io. Io volevo stare tutto il tempo ad 1 metro dalle macchine in staccata, non mi interessava capire la gara, volevo solo godermi il momento. E così è stato. Per tutti i giri del gran premio ho avuto modo di godermi a occhio nudo l’avvicinarsi e l’allontanarsi delle Mercedes dietro a Charles. Due squali d’argento a caccia della goccia di sangue Rosso. Ho staccato gli occhi dalla pista solo in un momento. Dalla radio sento “vettura 5 in testa coda in ascari”, effettivamente passano Charles e i due squali. Abbiamo una vittima. Lo conferma anche il replay e il boato di disapprovazione del pubblico. Si torna con gli occhi sulla pista, gli squali sono sempre a caccia, ma Charles, forse data la sua giovane età, conosce perfettamente le strategie delle ragazze in discoteca. Gli fa annusare il profumo della vittoria tutto il tempo, quando però Hamilton fa l’inopportuno gli arriva un bello schiaffone che lo rimette al suo posto. Intanto i giri passano. La folla si prepara all’invasione. Noi abbiamo ricevuto la direttiva di non far muovere nessuno fino a espressa comunicazione via radio del questore. La sensazione di impotenza che si prova cercando di arginare una folla di migliaia di persone che cerca di scavalcare le reti è qualcosa che mi lascia tutt’ora interdetto. In quel momento eravamo in due contro mille, ad urlare di aspettare, di non scavalcare e che avremmo aperto i cancelli a tempo debito. Qualcuno ci prova anche ad ascoltarti, quando poi però vedi con la coda dell’occhio una marea di gente che probabilmente ha sfondato il cancello principale e si sta già riversando in pista, non puoi fare altro che smettere di urlare e acconsentire all’invasione. Per noi non c’è nessun podio, nessun concerto e nessuna celebrazione. Noi dobbiamo aspettare il bus. Ma per evitare il panico generale, i bus non partiranno prima che la pista non si sia svuotata almeno parzialmente. Saranno scortati dalla polizia e procederanno a passo d’uomo. Insomma, non usciremo mai. Dopo il Gp, è tradizione per i commissari trovarsi al museo per un brindisi di ringraziamento offerto da Aci. Dobbiamo però prima uscire dalla pista, andare alla macchina, rientrare in pista e parcheggiare alla junior(il piccolo raccordo che collega l’uscita box con l’Ascari). Insomma un’odissea. Io e qualche amico, australiani compresi, dopo esserci velocemente abbuffati e rinfrescati con prosecco di dubbia qualità, abbiamo ancora una missione da compiere. La missione che giovedì è naufragata malamente. Missione paddock 2.0 Riceviamo la soffiata di un varco, a noi accessibile, non controllato. Nemmeno ci rendiamo conto e, attraverso il box Williams, portiamo a termine la missione. Siamo dentro. Come cinesi fuori patria fotografiamo qualsiasi cosa. Io come Alvaro Vitali spio nell’hospitality Ferrari mentre Mario Miakawa esce. La domanda è lecita. Mario, ma si può entrare? Il candore che si stampa sul suo volto e il sorriso che sfoggia, contrasta nettamente alla risposta ottenuta. "Mai, neanche tra un milione di anni, assolutamente no, scordatelo, toglitelo dalla testa, niete, negativo... mmhm, naa, noo, e naturalmente quello che preferisco in assoluto: l'uomo che cade nel burrone: Noooooo... puf…!" (cit.) Vabbeh poco male, c’è tutto un paddock da esplorare. Mi volto e gli australiani stanno parlando con qualcuno. ca**o è Camilleri. Lo abbracciano, fanno foto, mi tirano in mezzo. Diciamo che se volevamo tenere un profilo basso e non farci notare stavamo sbagliando su tutta la linea, e infatti nel giro di pochi secondi qualche guardia si avvicina e ci chiede gentilmente di lasciare l’area. Inizia una lunga trattativa in cui noi per guadagnare tempo e sbirciare ancora in giro ci offriamo di uscire di qua, poi di la, ma no dai, forse meglio di qua. Questo gigioneggiare porta risultati. Io guadagno un sefie con gli pneumatici che hanno portato Charles alla vittoria e un autografo del vincitore. L’autografo, sul libretto dei commissari, me lo tengo stretto, per il selfie con il treno di gomme invece scambio solo in privato al miglior offerente Mostra Spoiler upload pic Usciamo Questa volta è finita per davvero. Ma non importa, finalmente posso dirlo. Sono un commissario di F1. Bellissimo. Speriamo di averti nei prossimi raduni Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Bigmeu 543 Inviato 10 Novembre, 2019 36 minuti fa, PheelD ha scritto: Bellissimo. Speriamo di averti nei prossimi raduni Bellissimo a me o al racconto? Mi farebbe molto piacere esserci, ma vivendo oltremanica la vedo molto complicata.. Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
PheelD 3494 Inviato 10 Novembre, 2019 2 minuti fa, Bigmeu ha scritto: Bellissimo a me o al racconto? Mi farebbe molto piacere esserci, ma vivendo oltremanica la vedo molto complicata.. A tutti e 2 Guarda l'ultima volta c'era pure il napoletano trapiantato in Germania @Ferrarista, quindi mai dire mai. Vale anche per @Asturias e @crucco questo. Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Rio Nero 3922 Inviato 11 Novembre, 2019 23 ore fa, Bigmeu ha scritto: Bellissimo a me o al racconto? Mi farebbe molto piacere esserci, ma vivendo oltremanica la vedo molto complicata.. Sei un grande!!! Mitico!!!! Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti
Asturias 1489 Inviato 17 Novembre, 2019 Il 10/11/2019 Alle 22:58, PheelD ha scritto: A tutti e 2 Guarda l'ultima volta c'era pure il napoletano trapiantato in Germania @Ferrarista, quindi mai dire mai. Vale anche per @Asturias e @crucco questo. Sollevi un problema antico. Forse un giorno il sogno di un raduno alla 24h del Nürb o sulle spiagge di Zandvoort sarà realtà. 1 Condividi questo messaggio Link al post Condividi su altri siti