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Morto Marco Simoncelli

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ragazzi le vecchie 500 gp tanto lodate erano 20-30 km all'ora pi? lente in rettilineo delle attuali moto gp...

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Vale la pena inseguire un sogno, costi quel che costi?

 

La domanda ? SI.

 

Punto. Non c'? altro da aggiungere...

 

I piloti, coloro che mettono sul piatto la propria vita, accettano i rischi perch? anche questi fanno parte del mondo che hanno scelto. Basta leggere o sentire le interviste dei colleghi di piloti scomparsi (presenti e passati) per rendersi conto di come loro per primi accettino pro e contro delle competizioni motoristiche. E se lo accettano loro devono accettarlo tutti, specialmente chi guarda da casa....

 

So come la pensano i piloti, e ho capito come la pensate voi... Per? IO non posso pensarla diversamente?

 

Nel '94, dopo il weekend di Imola, neanch'io avevo dubbi: ? cos?, la morte fa parte di questo sport. Ora ho esattamente il doppio degli anni che avevo allora, e il mio punto di vista ? cambiato. Si tratta di una considerazione strettamente personale, che nulla ha a che vedere con la consapevolezza che si pu? morire in mille modi diversi e che statisticamente certi lavori sono pi? pericolosi della F1... N? tantomeno con la volont? di abolire il motosport. Il mio ? il parere di un tifoso e di un appassionato, non di uno che parla di un argomento che non conosce solo per alimentare polemica.

 

Oggi, dico, IO fatico a concepire che all'interno di uno sport la morte sia considerata normale. Devo accettare che sia cos?, ma non riesco, dentro di me, ad "approvare" la cosa, e di conseguenza ? difficile, per me, farsi una ragione della morte di Simoncelli. Diciamo che dopo il 23 ottobre l'idillio tra me e le competizioni a due e quattro ruote si ? incrinato, ecco.

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Sinceramente non ti capisco molto.

Probabilmente prima eri incosapevole della vera natura delle corse automobilistiche ma ? sempre stato cos?, anzi un tempo era molto peggio di adesso, tra l'altro il rischio e la possibilit? di morire sono uno degli elementi imprescindibili di questo sport.

Senza il fattore rischio che lo differenzia dalle altre competizioni il motorsport non ha ragione di esistere o comunque perderebbe gran parte del suo fascino e si ridurrebbe a un videogioco senza senso.

Modificato da Leno

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Io invece Rimatt lo capisco perfettamente, infatti tra me e le corse la passione ? scemata parecchio non ora ma fin dal 1994; un discorso giusto lo fece Sacchi a proposito di Bandini "Non mi affeziono piu' ai piloti come negli anni '60 perch? so che prima o poi dovrei rattristarmi per la loro perdita".

Io ? dall'86 che avrei dovuto non affezionarmi pi? alle corse, ma a quei tempi ero troppo piccino, e poi la tragedia di de Angelis sembrava gi? lontana dopo poco tempo perch? era morto nelle prove e nessuno ne parlava gi? pi?.

Poi alla fin fine concordo con Leno, anche se questi fatti ti paiono impossibili da accettare

Modificato da tigre

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Non c'? niente da capire, ? cos? e basta. A diciassette anni potevo accettare di veder morire due piloti in un weekend, a trentaquattro no. La consapevolezza non c'entra niente, seguo le competizioni dal 1989 ma una cosa ? conoscere la storia dell'automobilismo e del motociclismo (e io la conosco, non ai livelli di *** e di altri utenti ma la conosco), un'altra ? vivere in diretta certi eventi e sentire sulla propria pelle come ti segnano. Sono cambiato e ora ho una visione delle cose diversa da quella che avevo nel '94.

 

Lo so che il motosport ? cos?, ma inizio proprio a pensare che questo sport non faccia pi? per me.

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Si cresce e si guardano le cose in maniera diversa. A 34 anni, magari con famiglia, vedi la morte di un ragazzo di 24 anni in maniera diversa, rispetto ad un ragazzino di 15 anni. Questa ? una passione e deve essere vista come tale, nella vita, ad un certo punto, le priorit? cambiano.

Modificato da Aviatore_Gilles

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Rimatt rispetto la tua sensibilit? ma continuo a non capire come puoi appassionarti ad uno sport e non accettarne uno degli aspetti fondamentali.

Mi dispiace ma per me un vero appassionato non pu? ragionare cos?.

Il motosport ? questo, seguirlo solo quando le cose vanno bene e dimenticarsi di quello che pu? succedere da un momento all'altro secondo me ? un approccio sbagliato.

E' come se un appassionato di boxe restasse scioccato perch? muore un pugile.

Ti potr? dispiacere ovviamente ma se conosci veramente questo sport sai che sono le regole del gioco, se non ti vanno bene come dici tu vuol dire che non fa per te ma non ora perch? ? morto Simoncelli non faceva per te neanhce prima.

Modificato da Leno

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Si cresce e si guardano le cose in maniera diversa. A 34 anni, magari con famiglia, vedi la morte di un ragazzo di 24 anni in maniera diversa, rispetto ad un ragazzino di 15 anni. Questa ? una passione e deve essere vista come tale, nella vita, ad un certo punto, le priorit? cambiano.

 

:bravo::up:

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Tutto questo perch? vedete la cosa solo dal VOSTRO punto di vista, cio? quello degli spettatori. Per i piloti quello ? un LAVORO, e come tutti i lavori, chi pi? chi meno, ha la propria dose di pericolosit?. Anche un muratore cammina tutti i giorni sull'impalcatura sapendo che potrebbe inciampare e cadere di sotto, eppure lo fa. Che facciamo, aboliamo l'edilizia perch? ? pericolosa?

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Ma infatti Rimatt non vuole che siano abolite le corse, solo che non le vede pi? con l'entusiasmo di una volta. Tutto ci? pu? essere condivisibile. E' una visione sua personale.

Modificato da Aviatore_Gilles

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Si cresce e si guardano le cose in maniera diversa. A 34 anni, magari con famiglia, vedi la morte di un ragazzo di 24 anni in maniera diversa, rispetto ad un ragazzino di 15 anni. Questa ? una passione e deve essere vista come tale, nella vita, ad un certo punto, le priorit? cambiano.

+1.000.000

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Ma infatti Rimatt non vuole che siano abolite le corse, solo che non le vede pi? con l'entusiasmo di una volta. Tutto ci? pu? essere condivisibile. E' una visione sua personale.

 

:thumbsup:

 

Sto semplicemente condividendo con il forum il mio stato d'animo dopo che un pilota per il quale tifavo ha perso la vita. Ora, in questo momento e a quest'et?, l'evento ha avuto su di me un impatto diverso da quel che ha avuto la morte di Senna, preceduta da quella di Ratzenberger, nel 1994: anche quelle erano stata dolorose, ci mancherebbe, ma non ha mi hanno mai spinto a mettere in dubbio la "sacralit?" delle corse n? la loro importanza per me. Questa s?. Turrini, nel suo blog, ha citato la Bibbia: chi salva una vita salva il mondo intero. Nonostante il mio ateismo di fondo, la frase, letta in questo contesto, mi ha colpito molto. Sono discorsi che probabilmente, a un certo punto della vita, viene naturale affrontare.

 

Effettivamente le priorit? cambiano, con il passare degli anni, e ora come ora seguire uno sport in cui chi sbaglia rischia di morire non mi va pi? molto. Poi, chiss?, perch? le passioni non si cancellano a tavolino.

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Tutto questo perch? vedete la cosa solo dal VOSTRO punto di vista, cio? quello degli spettatori. Per i piloti quello ? un LAVORO, e come tutti i lavori, chi pi? chi meno, ha la propria dose di pericolosit?. Anche un muratore cammina tutti i giorni sull'impalcatura sapendo che potrebbe inciampare e cadere di sotto, eppure lo fa. Che facciamo, aboliamo l'edilizia perch? ? pericolosa?

 

Anche tu hai ragione, ad essere fatlisti c'? chi esce di casa per andare a lavorare e non torna pi? perch? tirato sotto da un pirata della strada.

 

Per? dall'altro lato capisco benissimo lo stato di Rimatt anche perch? ho 4 anni pi? di lui e probabilmente abbiamo avuto un'evoluzione simile nell'analisi delle cose.

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Adesso al 6 i funerali! inizieranno alle 15

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non posso vederlo, mi vien da piangere

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Io sono d'accordo con rumpen quando dice che la F1 ci ha abitutati troppo bene. Per fortuna in F1 non ? morto pi? nessuno da quel tremendo 1 Maggio 94, ma il pericolo, soprattutto nelle categorie minori, meno seguite, c'? sempre. E penso che il livello di sicurezza raggiunto dalla F1 debba essere per il circus motivo di vanto, ? stata l'unica cosa buona fatta da Mosley in questi anni, anche se c'? da dire che gi? prima della morte di Ayrton i piloti chiedevano insistentemente misure di sicurezza migliori, ma non furono ascoltati.

 

Se ? vero quello che c'? scritto nel libro di Turrini su Schumacher circa la riunione prima della gara con Ayrton che chiese a tutti i piloti di impegnarsi per la sicurezza, c'? da riflettere.

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Meravigliosa l'omelia del vescovo. Senza retorica, ma parole sentite e assolutamente non banali. Perfino la gente ha applaudito alcuni passaggi e non l'avevo mai visto prima in un funerale.

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So come la pensano i piloti, e ho capito come la pensate voi... Per? IO non posso pensarla diversamente?

 

Nel '94, dopo il weekend di Imola, neanch'io avevo dubbi: ? cos?, la morte fa parte di questo sport. Ora ho esattamente il doppio degli anni che avevo allora, e il mio punto di vista ? cambiato. Si tratta di una considerazione strettamente personale, che nulla ha a che vedere con la consapevolezza che si pu? morire in mille modi diversi e che statisticamente certi lavori sono pi? pericolosi della F1... N? tantomeno con la volont? di abolire il motosport. Il mio ? il parere di un tifoso e di un appassionato, non di uno che parla di un argomento che non conosce solo per alimentare polemica.

 

Oggi, dico, IO fatico a concepire che all'interno di uno sport la morte sia considerata normale. Devo accettare che sia cos?, ma non riesco, dentro di me, ad "approvare" la cosa, e di conseguenza ? difficile, per me, farsi una ragione della morte di Simoncelli. Diciamo che dopo il 23 ottobre l'idillio tra me e le competizioni a due e quattro ruote si ? incrinato, ecco.

Direi che proprio non c'? niente da discutere in quello che dici. E' la tua opinione, che dobbiamo accettare e rispettare. Ho una sola obiezione: non sono sicuro che la morte sia considerata 'normale', basti vedere quant'? migliorata la sicurezza. Direi caso mai che si accetta che possa accadere in circostanze particolari, ma mi pare proprio che per nessuno - sia tra chi corre, sia chi segue i motori da spettatori, come tanti di noi del forum - un evento come quello di domenica sia ritenuto 'normale'.

Per il resto, hai tutta la mia solidariet? e comprensione. Apprezzo anche la chiarezza con la quale hai espresso i tuoi sentimenti e con la quale ti sforzi di farli capire a tutti noi.

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Meravigliosa l'omelia del vescovo. Senza retorica, ma parole sentite e assolutamente non banali. Perfino la gente ha applaudito alcuni passaggi e non l'avevo mai visto prima in un funerale.

 

 

(pur essendo ateo) non posso che essere d'accordo con te, veramente belle parole!

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