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SirVanhan

Vaticano e Automobilismo

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E poi lo sapete il vero motivo di tutto questo antagonismo verso il nostro Sport ? (in primis da parte della chiesa)

Per fare un esempio , quando mai in TV si parla della Indy ?

Una volta sola, quando ? morto Dana.

Ergo, per i cerebrolesi pecoroni che pendono dalla bocca della TV (ma potrebbe esere anche la chiesa o qualsiasi altro sistema), la Indy ? da abolire.

La stessa identica cosa avviene per la Dakar.

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Significa che il problema ? serio e diffusamente sentito, non lo sfizio di qualche "pretaccio" in libera uscita dalla sacrestia.

Citer? una frase di Carlo Chiti quando vide bocciato il suo serbatoio antincendio:

"Non sono immorali le corse ma ? immorale non fare abbastanza per la sicureza"

Davanti a una critica dobbiamo interrogarci e non gettare fango su chi l'ha formulata e se si riconosce un pericolo che va oltre la fatalit?, vi si deve porre rimedio.

straquoto gli interventi di gigi 57

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straquoto gli interventi di gigi 57

Non a caso siamo della stessa generazione ( ed immagino entrambi iscritti al sito di Julien Garnier. :rolleyes: ) quella che vedeva (raramente, visto l'ostracismo della televisione nei confronti delle corse ) le auto incendiarsi come cerini al minimo contatto e che alla fine di ogni stagione doveva contare i morti.

In quegli anni Jack Brabham si chiedeva chi fossero quei vigliacchi che non volevano correre tra gli alberi. Stewart invece si impegnava alacremente e spesso tra la diffidenza di molti, x? ci fosse maggiore attenzione per la sicurezza, anche a costo di scelte drastiche

Certo che Il rischio non pu? essere eliminato ma ciascuno giudichi in coscienza quale sia l'approccio corretto

 

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straquoto gli interventi di gigi 57

Non a caso siamo della stessa generazione ( ed immagino entrambi iscritti al sito di Julien Garnier. :rolleyes: ) quella che vedeva (raramente, visto l'ostracismo della televisione nei confronti delle corse ) le auto incendiarsi come cerini al minimo contatto e che alla fine di ogni stagione doveva contare i morti.

In quegli anni Jack Brabham si chiedeva chi fossero quei vigliacchi che non volevano correre tra gli alberi. Stewart invece si impegnava alacremente e spesso tra la diffidenza di molti, x? ci fosse maggiore attenzione per la sicurezza, anche a costo di scelte drastiche

Certo che Il rischio non pu? essere eliminato ma ciascuno giudichi in coscienza quale sia l'approccio corretto

Esatto, e se il 57 del tuo nick ? quello che penso io allora mi sa che siamo quasi gemelli! Il mio 70 si riferisce all'anno in cui ickx ha vinto di pi? con la Ferrari. io ho visto il primo gp quando ? morto Bandini e purtroppo ? stato solo il primo.

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straquoto gli interventi di gigi 57

Non a caso siamo della stessa generazione ( ed immagino entrambi iscritti al sito di Julien Garnier. :rolleyes: ) quella che vedeva (raramente, visto l'ostracismo della televisione nei confronti delle corse ) le auto incendiarsi come cerini al minimo contatto e che alla fine di ogni stagione doveva contare i morti.

In quegli anni Jack Brabham si chiedeva chi fossero quei vigliacchi che non volevano correre tra gli alberi. Stewart invece si impegnava alacremente e spesso tra la diffidenza di molti, x? ci fosse maggiore attenzione per la sicurezza, anche a costo di scelte drastiche

Certo che Il rischio non pu? essere eliminato ma ciascuno giudichi in coscienza quale sia l'approccio corretto

Esatto, e se il 57 del tuo nick ? quello che penso io allora mi sa che siamo quasi gemelli! Il mio 70 si riferisce all'anno in cui ickx ha vinto di pi? con la Ferrari. io ho visto il primo gp quando ? morto Bandini e purtroppo ? stato solo il primo.

anche il primo gp di mio padre fu monaco 1967 :o (il primo di cui ha ricordi)

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anche il primo gp di mio padre fu monaco 1967 :o (il primo di cui ha ricordi)

E sono esperienze che ti segnano. aggiungo che in quegli anni la TV trasmetteva pochissimi gp e altre corse, tipo le mans, la 1000 km di monza, il gp lotteria. Nel 70 la Rai ad esempio trasmise i seguenti gp: Spagna ( ci fu l'incidente ickx oliver e fu un miracolo che and? bene), Monaco, Olanda - in parte- mor? Courage- Monza ( in prova era morto Rindt)

Beh, era difficile dire: se la sono scelta loro

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Significa che il problema ? serio e diffusamente sentito, non lo sfizio di qualche "pretaccio" in libera uscita dalla sacrestia.

Citer? una frase di Carlo Chiti quando vide bocciato il suo serbatoio antincendio:

"Non sono immorali le corse ma ? immorale non fare abbastanza per la sicureza"

Davanti a una critica dobbiamo interrogarci e non gettare fango su chi l'ha formulata e se si riconosce un pericolo che va oltre la fatalit?, vi si deve porre rimedio.

 

 

io ti torno a ripetere solo un unica frase:

 

non glielo ha ordinato il medico, lo sapeva benissimo che in una qualsiasi competizione motoristica c'? il rischio di morire!!!!

 

.....e non c'? altro ne da ragionare ne da aggiungere!!!!!!!!!!

 

 

 

 

tisian

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Il problema non ? il rischio da accettare, ma le esagerazioni. Il Gp del Messico del 1970 fu l'ultimo prima di una lunga interruzione perche si correva con gli spettatori allungati ai bordi della pista. certo neanche a loro glielo aveva ordinato nessuno e allora, faccio un paradosso, si potrebbe continuare a correre cos?! Si facciano tutti gli accorgimenti che la tecnica e il progresso permettono e poi certamente la sciamo che chi se la sente corra il rischio.

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Visitatore Ayrton4ever

Gigi ma perch? devi definire scemenze le opinioni diverse dalla tua?

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Io non ho mai definito scemenze le opinioni ma "scemenziario" il corredo di banalit? offensive che puntualmente si ripropongono ogni volta che la Chiesa presenta le proprie (opinioni) e con le quali si pretende di confinarla in sacrestia, senza entrare nel merito dei problemi.

 

 

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Io non ho mai definito scemenze le opinioni ma "scemenziario" il corredo di banalit? offensive che puntualmente si ripropongono ogni volta che la Chiesa presenta le proprie (opinioni) e con le quali si pretende di confinarla in sacrestia, senza entrare nel merito dei problemi.

 

Assolutamente d'accordo con tutti gli interventi di Gigi57.

Non confondete mai la Chiesa con le opinioni di singole persone od organi di stampa, ne' ''il Vaticano'',che e' uno stato, con articoli di giornale ed opinioni di singoli, ne' tantomeno ''il Papa'' con esternazioni di singoli sacerdoti,singoli vescovi e cardinali.

La Chiesa Cattolica si esprime ufficialmente attraverso precise Istituzioni preposte a tal fine.

Vale molto di piu' una udienza del Pontefice riservata al team Ferrari di formula 1,una pubblica benedizione del Papa,che avviene ogni anno in Piazza San Pietro ai Ferrari Club,con tanto di rombo finale dei motori,vari incontri pubblici e privati con grandi campioni del volante come Prost e Schumacher,che un articolo di giornale dell'Osservatore Romano sulla Dakar.

Circa la polemica del 1958,Ferrari quell'anno ha un po' esagerato,alimentando una competizione estrema tra i suoi piloti gia' in difficolta' nella loro vita privata:leggete in proposito il magnifico libro''Gli indisciplinati'' di Luca Delli Carri, premio Bancarella del 2001,un vero capolavoro in fatto di letteratura sportiva.

L'automobilismo sportivo e' una parte importantissima del progresso tecnologico di cui si giova l'automobile:grazie alle corse oggi la sicurezza stradale e' cresciuta,grazie a uomini come Enzo Ferrari l'industria mondiale ha saputo compiacersi di capolavori tecnologici a meta' stada tra ricerca ed arte,grazie ai rischi intrapresi dai grandi piloti l'obiettivo sicurezza e' stato posto decisamente al centro della progettazione di un'auto da corsa:questo insieme di sentimenti e di razionalita' che sono le corse automobilistiche,ha generato oggi molti benefici alle auto che usiamo tutti i giorni:di questo ''la Chiesa'' ne' e' pienamente cosciente ed e' per questo che sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI non hanno mai fatto mancare le loro preghiere e le loro buone parole nei confronti di chi e' impegnato nel mondo dell'automobile e delle corse.

Filippo

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Io non ho mai definito scemenze le opinioni ma "scemenziario" il corredo di banalit? offensive che puntualmente si ripropongono ogni volta che la Chiesa presenta le proprie (opinioni) e con le quali si pretende di confinarla in sacrestia, senza entrare nel merito dei problemi.

 

Assolutamente d'accordo con tutti gli interventi di Gigi57.

Non confondete mai la Chiesa con le opinioni di singole persone od organi di stampa, ne' ''il Vaticano'',che e' uno stato, con articoli di giornale ed opinioni di singoli, ne' tantomeno ''il Papa'' con esternazioni di singoli sacerdoti,singoli vescovi e cardinali.

La Chiesa Cattolica si esprime ufficialmente attraverso precise Istituzioni preposte a tal fine.

Vale molto di piu' una udienza del Pontefice riservata al team Ferrari di formula 1,una pubblica benedizione del Papa,che avviene ogni anno in Piazza San Pietro ai Ferrari Club,con tanto di rombo finale dei motori,vari incontri pubblici e privati con grandi campioni del volante come Prost e Schumacher,che un articolo di giornale dell'Osservatore Romano sulla Dakar.

Circa la polemica del 1958,Ferrari quell'anno ha un po' esagerato,alimentando una competizione estrema tra i suoi piloti gia' in difficolta' nella loro vita privata:leggete in proposito il magnifico libro''Gli indisciplinati'' di Luca Delli Carri, premio Bancarella del 2001,un vero capolavoro in fatto di letteratura sportiva.

L'automobilismo sportivo e' una parte importantissima del progresso tecnologico di cui si giova l'automobile:grazie alle corse oggi la sicurezza stradale e' cresciuta,grazie a uomini come Enzo Ferrari l'industria mondiale ha saputo compiacersi di capolavori tecnologici a meta' stada tra ricerca ed arte,grazie ai rischi intrapresi dai grandi piloti l'obiettivo sicurezza e' stato posto decisamente al centro della progettazione di un'auto da corsa:questo insieme di sentimenti e di razionalita' che sono le corse automobilistiche,ha generato oggi molti benefici alle auto che usiamo tutti i giorni:di questo ''la Chiesa'' ne' e' pienamente cosciente ed e' per questo che sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI non hanno mai fatto mancare le loro preghiere e le loro buone parole nei confronti di chi e' impegnato nel mondo dell'automobile e delle corse.

Filippo

Perfettamente d'accordo anche con Filippo, aggiungo che gli anni 57-58 (Musso, De Portago, Collins, Castellotti) furono drammatici per l'automobilismo. si veniva da poco dalla tragedia di Le Mans (la pi? grande della storia) nel 57 ci fu poi la tragedia della Mille Miglia e Ferrari qualche anno dopo fu protagonista dell'altra tragedia di Monza 61. in un topic si ? discusso del "sorriso" di Schumacher a Imola 94, ma vi rendete conto di quello che succedeva negli anni 50 e 60 dove si continuava a correre con cadaveri bene in vista a bordo del tracciato? Io non concordo su tutto quello che alcuni uomini di Chiesa, non la Chiesa, dice, ma penso che parlare in simili occasioni sia oltre che legittimo doveroso.

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Volevo precisare che io non ho mai condiviso l'ostracismo radicale verso le corse motoristiche, da qualunque parte venisse. Per? ritenevo opportuno ricordare che certe critiche, anche molto forti, avevano una reale giustificazione.

 

Se oggi le vetture sono cos? sicure ( lo stesso dicasi dei circuiti) lo si deve al fatto che a suo tempo qualcuno le prese sul serio, Altrimenti, statene certi, il "modello svizzero" avrebbe conosciuto larga diffusione... un giornalista lo auspicava dopo l'incidente del Montjuich nel GP di Spagna del 1975, venti anni dopo la tragedia di Le Mans.

 

 

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quoto gigi57.

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La Dakar non ha nulla a che vedere con le gare automobilistiche. Trattasi pi? di tentativi estremi per raggiungere i limiti cosiddetti umani. Paragonare la Dakar ad una competizione motoristica ? semplicemente ridicolo. Il paragone semmai ? pi? vicino a competizioni tipo scalate dell'Everest, conquista del polo Sud in slitta con cani, insomma pi? una prova di resitenza (alla vita direi).

 

Per chi ama farla la faccia. Ma per me non ? una competizione motoristica.

 

*** :P

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Visitatore Ayrton4ever

a me la Dakar non piace perch? le gare motoristiche devono essere per me su un tracciato definito, ieri ho letto che uno ha perso mezz'ora perch?...si era perso!

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Visitatore Astor
Non dobbiamo nascondercelo, effettivamente le corse erano un vero massacro fino ai primi anni 70 e se oggi sono enormemente pi? sicure lo si deve al fatto che qualcuno, fuori e dentro il mondo motoristico, ha seriamente sollevato un problema morale e conseguentemente il dovere di anteporre le questioni relative alla sicurezza, senza accettare il rischio come un fatto ineluttabilmente legato alle corse.

 

Io invece NON quoto Gigi57 (e credo sia la prima volta che mi accade) perch? la sua visione di una Chiesa Cattolica che ha contribuito allo sviluppo della sicurezza della F1 lanciando un "allarme morale" mi pare del tutto fuori dalla Storia.

La Chiesa si ? occupata di corse automobilistiche quasi esclusivamente in caso di eventi luttuosi e solo per fare quello che da duemila anni le riesce pi? naturale: lanciare anatemi e scomuniche morali.

Fanno eccezione a ci? i parroci di Maranello che suonano le campane quando la Ferrari vince e poche altre eccezioni, che spero mi sia consentito di considerare poco significative ...

Ma queste cose Gigi57 in realt? le sa benissimo, tant'? che ha poi ben spiegato quale ? stato il lungo e faticoso percorso che ha permesso di arrivare ad avere vetture molto pi? sicure di trenta o quarant'anni fa.

Insomma: ringraziamo Stewart e chi si ? fatto in quattro (anche esponendosi all'accusa demenziale di "vigliaccheria") per migliorare sostanzialmente la sicurezza, oltre ovviamente alla tecnologia che ha supportato queste battaglie, non certo Paolo VI e la Curia ...

 

Aggiungo una cosa secondo me fondamentale: la ragione per la quale la Chiesa si ? spesso opposta alle corse di auto e lo ha fatto (e lo fa) in occasione di incidenti mortali non ? dovuta tanto ad una visione "morale" bens? ad una mera visione ideologica, del tutto di parte.

Ovvero: l'idea che la nostra vita non ci appartiene, ma appartiene a Dio.

E pertanto un pilota di auto che rischia la sua vita "fa peccato" quasi quanto Welby che chiede di essere aiutato a morire.

Perci?, non mi si venga a parlare anche in questo caso di alti messaggi morali lanciati dalla Chiesa: trattasi di messaggi in realt? del tutto limitativi della libert? individuale, a partire da quello fondamentale di poter disporre della propria vita (e sottolineo propria, e non di qualcun altro ...).

Magari anche facendo la scelta di correre la Parigi-Dakar assumendosene liberamente i rischi, "giusto" o "sbagliato" che sia.

 

Ci? detto, nel caso specifico alcune delle critiche dell'Osservatore Romano non sono da rigettare, anzi.

Anche se, in quanto a violazione dell'ecosistema e della cultura africana da parte degli interessi occidentali, forse sarebbe pi? opportuno guardare alla devastazione del delta del Niger (cosa di cui si parla solo se africani comprensibilmente incazzati rapiscono tecnici petroliferi italiani) pi? che ai camion lasciati ad arrugginire nel deserto ...

 

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Non dobbiamo nascondercelo, effettivamente le corse erano un vero massacro fino ai primi anni 70 e se oggi sono enormemente pi? sicure lo si deve al fatto che qualcuno, fuori e dentro il mondo motoristico, ha seriamente sollevato un problema morale e conseguentemente il dovere di anteporre le questioni relative alla sicurezza, senza accettare il rischio come un fatto ineluttabilmente legato alle corse.

 

Io invece NON quoto Gigi57 (e credo sia la prima volta che mi accade) perch? la sua visione di una Chiesa Cattolica che ha contribuito allo sviluppo della sicurezza della F1 lanciando un "allarme morale" mi pare del tutto fuori dalla Storia.

La Chiesa si ? occupata di corse automobilistiche quasi esclusivamente in caso di eventi luttuosi e solo per fare quello che da duemila anni le riesce pi? naturale: lanciare anatemi e scomuniche morali.

Fanno eccezione a ci? i parroci di Maranello che suonano le campane quando la Ferrari vince e poche altre eccezioni, che spero mi sia consentito di considerare poco significative ...

Ma queste cose Gigi57 in realt? le sa benissimo, tant'? che ha poi ben spiegato quale ? stato il lungo e faticoso percorso che ha permesso di arrivare ad avere vetture molto pi? sicure di trenta o quarant'anni fa.

Insomma: ringraziamo Stewart e chi si ? fatto in quattro (anche esponendosi all'accusa demenziale di "vigliaccheria") per migliorare sostanzialmente la sicurezza, oltre ovviamente alla tecnologia che ha supportato queste battaglie, non certo Paolo VI e la Curia ...

 

Aggiungo una cosa secondo me fondamentale: la ragione per la quale la Chiesa si ? spesso opposta alle corse di auto e lo ha fatto (e lo fa) in occasione di incidenti mortali non ? dovuta tanto ad una visione "morale" bens? ad una mera visione ideologica, del tutto di parte.

Ovvero: l'idea che la nostra vita non ci appartiene, ma appartiene a Dio.

E pertanto un pilota di auto che rischia la sua vita "fa peccato" quasi quanto Welby che chiede di essere aiutato a morire.

Perci?, non mi si venga a parlare anche in questo caso di alti messaggi morali lanciati dalla Chiesa: trattasi di messaggi in realt? del tutto limitativi della libert? individuale, a partire da quello fondamentale di poter disporre della propria vita (e sottolineo propria, e non di qualcun altro ...).

Magari anche facendo la scelta di correre la Parigi-Dakar assumendosene liberamente i rischi, "giusto" o "sbagliato" che sia.

 

Ci? detto, nel caso specifico alcune delle critiche dell'Osservatore Romano non sono da rigettare, anzi.

Anche se, in quanto a violazione dell'ecosistema e della cultura africana da parte degli interessi occidentali, forse sarebbe pi? opportuno guardare alla devastazione del delta del Niger (cosa di cui si parla solo se africani comprensibilmente incazzati rapiscono tecnici petroliferi italiani) pi? che ai camion lasciati ad arrugginire nel deserto ...

 

 

:up::up:

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Il Papa non ? l'unico a prendersela con "la Dakar"...

 

 

Il Rally Dakar 2007 - non si chiama pi? Paris-Dakar, del resto il suo tragitto ? Lisbona-Dakar - non passer? pi? da Tombouctu, la capitale del Mali. Il Ministero degli esteri maliano aveva infatti vivamente sconsigliato le tappe Nema-Tombouctou e ritorno, previste per il 16 e 17 gennaio, che dovevano attraversare una zona considerata a rischio fra l'est della Mauritania e il nord del Mali. Anche i servizi segreti francesi avevano attirato l'attenzione sulle minacce da parte del Gspc, gruppo islamista armato algerino.

 

Resta il fatto che, comunque si chiami e quali che siano le nuove tappe, con il rally che traversa il Sahara arrivano ogni anno le proteste. Un po' perch? fa vittime, tra i piloti (il 9 gennaio ? morto un concorrente di 29 anni) e tra gli abitanti dei luoghi: l'anno scorso due bambini; negli anni scorsi in tutto 17 vittime africane fra gli ?spettatori?. I piloti di camion, auto e moto in gara hanno il diritto di attraversare i polverosi villaggi al massimo della velocit? consentita dalle condizioni delle ?strade?.

 

Cos? anche questa volta il francese Cavad (Collettivo d'azione per le vittime anonime - cio? quelle africane, ndr - della Dakar) ha tenuto spettacoli e manifestazioni di protesta, e sul suo sito (www.stop-rallyedakar.com) ? sempre possibile firmare la petizione: ?Di fronte al rodeo pubblicitario sul continente della povert?, e all'uso dell'Africa come terreno di gioco, chiediamo ai governi dei paesi attraversati di rifiutare la loro collaborazione, e a tutti di collaborare per la fine della manifestazione?. Anche il giornale burkinab? Le Faso, parlando di esibizione arrogante e umiliante - e contestando l'idea che si tratti di una festa per i villaggi polverosi attraversati - ha criticato in primo luogo i governi africani che danno l'assenso a una ?gara di borghesi europei annoiati?, assai profittevole per gli sponsor (vista la pubblicit? televisiva garantita dalle telecronache con zoom sugli striscioni delle r?clame) ma di nessun vantaggio per i paesi ?di accoglienza?, a meno che non richiedano la met? degli incassi dell'evento per destinarli a fini sociali. In realt?, arrivano al massimo noccioline, sotto forma di piccoli progetti di beneficenza.

 

Quest'anno lo stesso Osservatore romano ha bollato la competizione iniziata il 6 gennaio: si tratterebbe di qualcosa che ?ha poco a che vedere con una competizione sana?, sia per il sangue versato ogni anno sia per il tentativo che sottende di esportare i modelli occidentali in un contesto umano ed ecologico extraoccidentale.

 

Il gruppo ambientalista francese G?n?ration Ecologie sostiene che, quantomeno, il tracciato del rally ? sbagliato rispetto alla sua vocazione dichiarata: quella di mettere alla prova macchine e piloti nelle dure condizioni del deserto, in zone disabitate. Invece, il passaggio di costosi veicoli nelle zone abitate, oltre a provocare incidenti, stride con le condizioni di miseria e degrado ambientale dei luoghi. Sono stati fatti anche alcuni calcoli delle emissioni di gas serra collegate alla manifestazione: per le 250 moto in gara occorrono 123.000 litri di carburante pari a 257 tonnellate di anidride carbonica; per le 164 automobili, le tonnellate sono 235, e per i 70 camion 387. In totale, 880 tonnellate, anzi di pi? perch? il calcolo ? fatto su un uso classico dei relativi veicoli, e non per quell'uso estremo. Mille tonnellate sono irrilevanti nell'economia generale del riscaldamento climatico, ma sono gravi se continuano a diffondere il mito di veicoli a motore individuali e potenti, quando si dovrebbe invece puntare sull'idea che occorre farne il pi? possibile a meno. Questa motivazione, insieme a critiche per l'impatto locale della gara, si riassumeva in un adesivo assai diffuso in Francia anni fa: ?Paris-Dakar pas d'accord?.

Fatima Allaoui, portavoce del Fondo maghrebino per l'ambiente e lo sviluppo, ha lanciato anche l'anno scorso un appello ai partecipanti: ?Siamo preoccupati per l'imperante malsviluppo, il degrado globale e l'effetto serra. Per questo esortiamo i partecipanti al rally a fermare i loro bolidi, che schiacciano come mosche degli innocenti?. Anche questa ? una protesta antica: gi? nell'ottobre 1991 il Forum, nel corso di un seminario a Tunisi su diritti umani, pace e ambiente, si concluse con la raccomandazione (fra le altre) di vietare il rally.

 

Anzi: sembra che di fronte a questa ?neocolonizzazione motorizzata? i contestatori abbiano perso adepti, rispetto agli anni in cui perfino i deputati europei cercavano di ottenere la soppressione dell'evento. Ci si abitua a tutto.

 

Marinella Correggia

Fonte: www.ilmanifesto.it

13.01.07

 

 

 

Per? non ? assolutamente vero che passano a tutta veloci? attraverso i villaggi.

For assistance vehicles, speed is limited to 90 km/hr for trucks and 120 km/hr for cars. The organisers reserve the right to reduce these limits for certain stages or sections of stages considered dangerous. The speed limit in villages remains 50 km/hr, but depending on the danger of the crossing, this can be reduced to 30 km/hr. Speed controls, applicable both to assistance vehicles and race vehicles, will be more numerous in 2007. Personnel responsible for carrying out speed checks will be doubled. Speed rules also apply to press and organisation vehicles.

e mi pare che quest'anno gli organizzatori si sono ben guardati dal far passare i tracciati di gara attraverso i villaggi.

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