Vai al contenuto
Ferrarista

Smart working

Post raccomandati

Più uno zio, quello che ti porta al bar e dice

-un ombra par mi e una pal bocia

- mi dispiace ma il ragazzino è troppo piccolo per bere

- Eora do ombre par mi

:zizi:

  • Like 2

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

Un punto che non mi è venuto in mente subito è quello dell'enorme vantaggio che ciò costituisce per i genitori. Vari miei colleghi hanno figli e l'home office li ha letteralmente salvati, considerando che in alcuni periodi, scuole ed asili sono stati chiusi. Chiaramente questa è una situazione estrema, ma il vantaggio è indiscutibile: se un figlio è a casa con la febbre, non bisogna sbattersi a portare i bambini dai nonni oppure cercare una baby sitter per tenerli.

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
34 minuti fa, Leno ha scritto:

Più uno zio, quello che ti porta al bar e dice

-un ombra par mi e una pal bocia

- mi dispiace ma il ragazzino è troppo piccolo per bere

- Eora do ombre par mi

:zizi:

 

Cose belle.

 

Oppure: le cose belle della vita.

 

Scegliete voi.

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
1 ora fa, lucaf2000 ha scritto:

 

credo che potrebbe essere tuo padre 

sì lo so, ero ironico :asd:

  • Lewisito 1

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
14 minuti fa, Alex_Ferrari ha scritto:

sì lo so, ero ironico :asd:

 

Non ci crede nessuno.

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
45 minuti fa, Ferrarista ha scritto:

Un punto che non mi è venuto in mente subito è quello dell'enorme vantaggio che ciò costituisce per i genitori. Vari miei colleghi hanno figli e l'home office li ha letteralmente salvati, considerando che in alcuni periodi, scuole ed asili sono stati chiusi. Chiaramente questa è una situazione estrema, ma il vantaggio è indiscutibile: se un figlio è a casa con la febbre, non bisogna sbattersi a portare i bambini dai nonni oppure cercare una baby sitter per tenerli.

 

Eh? Prova te a lavorare con un'essere che ti chiama ogni 3 secondi, che viene sempre li per volere giocare e se non gli dai retta inizia a piangere disperato. Beh certo, se lo piazzi a lobotomizzarsi davanti alla tv è un'altra questione.

  • Like 2

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
10 ore fa, Alex_Ferrari ha scritto:

Sono andato nel profilo di effe e ho visto che è nato nel 2000, ha una mentalità veramente arretrata per la sua età.

Comunque, se il lavoratore a casa fa il furbo e cazzeggia, non produce, e se non produce il datore di lavoro se ne accorge e giustamente lo licenzia, quindi non credo che i dipendenti abbiano tutte queste possibilità di grattarsi le balle.

Ma ceeeerrrrrtooi. Facilisssssimo licenziare qualcuno oggi.

:toto3:

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
2 ore fa, Bigmeu ha scritto:

@effe  non ha senso pensare che l'introduzione massiccia del lavoro da casa porti il datore di lavoro ad assumere in bangla paesi a metà del costo. 
Se io posso svolgere il mio lavoro da casa, al 90% è perchè il lavoro lo consente e soprattutto perché sono "solo" io persona specializzata/formata/illuminata a poter svolgere quel lavoro, non è quindi importante dove svolgo il lavoro, ma chi lo svolge.
Se negli anni abbiamo assistito a fenomeni di delocalizzazione non è certo stato per colpa delle aziende di servizi, dove il fattore umano è ancora importante, ma si sono spostate aziende il cui fattore umano era nullo, in cui dipendenti erano e sono solamente chiamati ad azionare dei macchinari. 

Poi ovviamente non tutti i lavori si prestano al lavoro da casa. Durante la prima pandemia, mia madre, impiegata in una filiale bancaria, ha fatto 2 o 3 giorni di smart working a settimana. Lascio a te le conclusioni....
Converrai con me che, a meno di non riempire di soldi le case degli impiegati, uno sportello non può operare da casa. 

Io sono architetto e se le mie idee me le faccio venire in ufficio, a casa o in spiaggia alle Hawaii non frega niente a nessuno, basta che consegni i miei disegni per tempo. Se non consegno però il capo si incazza. 

Se hai un contratto che preveda un compenso indipendentemente dalle ore di lavoro va benissimo. Se hai una paga oraria dal mio punto di vista non funziona.

Ma restando in tema di disagi e povertà, quante (altre, oltre a tutto il resto) migliaia di persone resterebbero col culo per terra in un contesto simile? Pensa a bar, ristoranti, tabaccherie ed attività varie aperte investendo, magari, centinaia di migliaia di euro a debito, in zone ben precise perché andavano a coprire colazioni, pranzi e quant'altro, dei lavoratori della zona. Gente che ha investito in immobili da locare ad uso uffici. Mi sembra si faccia sempre il conto senza l'oste guardando solo ai propri comodi. E così come le migliaia di commercianti e ristoratori in generale che stanno schiattando causa chiusure, poi tutta quella gente, le loro famiglie, i dipendenti e le famiglie dei dipendenti, quancuno dovrà mantenerli.

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
52 minuti fa, Ferrarista ha scritto:

Un punto che non mi è venuto in mente subito è quello dell'enorme vantaggio che ciò costituisce per i genitori. Vari miei colleghi hanno figli e l'home office li ha letteralmente salvati, considerando che in alcuni periodi, scuole ed asili sono stati chiusi. Chiaramente questa è una situazione estrema, ma il vantaggio è indiscutibile: se un figlio è a casa con la febbre, non bisogna sbattersi a portare i bambini dai nonni oppure cercare una baby sitter per tenerli.

 

Da noi hanno dovuto mettere una clausola chiara nella policy sul lavoro in remoto, chiarendo che chi ha figli non ha alcun tipo di priorità sugli altri e nessun tipo di agevolazione aggiuntiva rispetto a quelle standard (i genitori hanno già ore di permesso, bonus, part time ecc..). C'era infatti chi pretendeva che fossero altri, senza figli, ad andare in ufficio al posto loro per compiti impossibili da svolgere in remoto. Normalmente con il buon senso ci si aiuta, ma certe pretese non sono piaciute.

 

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
10 minuti fa, White Star ha scritto:

 

Da noi hanno dovuto mettere una clausola chiara nella policy sul lavoro in remoto, chiarendo che chi ha figli non ha alcun tipo di priorità sugli altri e nessun tipo di agevolazione aggiuntiva rispetto a quelle standard (i genitori hanno già ore di permesso, bonus, part time ecc..). C'era infatti chi pretendeva che fossero altri, senza figli, ad andare in ufficio al posto loro per compiti impossibili da svolgere in remoto. Normalmente con il buon senso ci si aiuta, ma certe pretese non sono piaciute.

 

 

Chiaramente queste richieste non hanno senso dato che per l'appunto i genitori hanno già le loro agevolazioni.

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
7 minuti fa, effe ha scritto:

Ma restando in tema di disagi e povertà, quante (altre, oltre a tutto il resto) migliaia di persone resterebbero col culo per terra in un contesto simile? Pensa a bar, ristoranti, tabaccherie ed attività varie aperte investendo, magari, centinaia di migliaia di euro a debito, in zone ben precise perché andavano a coprire colazioni, pranzi e quant'altro, dei lavoratori della zona. Gente che ha investito in immobili da locare ad uso uffici.

 

non è che si possa imporre alle aziende di far lavorare in ufficio o di non spostarsi altrove. se per questo continuano a nascere centri commerciali che danneggiano i piccoli negozianti, che vuoi fare? inoltre l'economia gira da altre parti, magari chiuderà il bar sotto l'ufficio ma sopravviverà il panettiere sotto casa...

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
5 minuti fa, Beyond ha scritto:

 

non è che si possa imporre alle aziende di far lavorare in ufficio o di non spostarsi altrove. se per questo continuano a nascere centri commerciali che danneggiano i piccoli negozianti, che vuoi fare? inoltre l'economia gira da altre parti, magari chiuderà il bar sotto l'ufficio ma sopravviverà il panettiere sotto casa...

Imporre alle aziende? Mi pare che l'imposizione sia stata proprio fare lavorare da casa la gente, visto che con la pandemia non ci sono alternative. Ma la pandemia finirà.

Per il resto, perfetto esempio di guardare solo i propri comodi, ma anche di non vederci lungo, perché come detto stai creando povertà, e tutta quella gente e le loro famiglie  poi dovrà mantenerla chi lavora ancora, non lo spirito Santo.

Lo capisci questo vero?

Modificato da effe

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

Ma che discorsi sono? Cose del genere sono successe sempre e sempre succederanno. Chi decide di investire in un certo modo affronta quello che si chiama rischio d'impresa. Certo la pandemia è un fatto imprevedibile ed incontrollabile (e per questo i vari governi stanno giustamente distribuendo aiuti), ma il discorso è estremamente miope: i cambiamenti positivi non si fermano solo perchè spostano ricchezza (non creano povertà, perché per un ristorante che chiude in una grande città, ne apre uno altrove), ma vanno accompagnati sapientemente e supportati con gli adeguati incentivi.

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
12 minuti fa, effe ha scritto:

Imporre alle aziende? Mi pare che l'imposizione sia stata proprio fare lavorare da casa la gente, visto che con la pandemia non ci sono alternative. Ma la pandemia finirà.

Per il resto, perfetto esempio di guardare solo i propri comodi, ma anche di non vederci lungo, perché come detto stai creando povertà, e tutta quella gente e le loro famiglie  poi dovrà mantenerla chi lavora ancora, non lo spirito Santo.

Lo capisci questo vero?

 

l'economia è così, la società cambia, certe cose non si possono fermare. chi ha un'impresa sa che c'è un rischio connesso. lo stato può supportare ma non può certo garantirne il successo a oltranza. quando inventarono il motore a scoppio non ci fu lo straccio di vesti per la crisi di cocchieri e stallieri?

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
7 minuti fa, Beyond ha scritto:

 

l'economia è così, la società cambia, certe cose non si possono fermare. chi ha un'impresa sa che c'è un rischio connesso. lo stato può supportare ma non può certo garantirne il successo a oltranza. quando inventarono il motore a scoppio non ci fu lo straccio di vesti per la crisi di cocchieri e stallieri?

Sempre facile quando stai nella parte asciutta del water.

Vorrei leggerti se fossi tra le migliaia che hanno appena fatto debiti in una attività ed altri, in pigiama da casa con la busta paga sicura, ti facessero la morale sul mondo che va così.

Troppo facile.

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

non è questione di facile o difficile, ma di realtà dei fatti: le attività legate alla ristorazione presso zone di uffici sono soggette al rischio che quegli uffici chiudano, vengano spostate, aprano la loro mensa o mandino molti a lavorare da casa, tanto per dire. è un rischio intrinseco non puoi accusare gli altri o lo stato se succede. tu vuoi mantenere una sorta di status quo di protezione dei piccoli e medi imprenditori che semplicemente non può esistere per come lo proponi.

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

La verità cari effe e Beyond è che alla fine avete ragione entrambi.

Ha ragione effe quando dice che ci saranno persone in difficoltà e a ha ragione Bey quando dice che qualcuno avrà dei vantaggi.

 

L'esempio sopratutto del "South Working", cioè tutti quelli che ora lavorano da Sud per aziende del Nord, mostra in realtà che c'è una forte problematica di fondo.

Non è un caso che ad esempio il "mitico" sindaco di Milano, una delle città maggiormente colpite da questo fenomeno, abbia spesso richiesto a gran voce il ritorno negli uffici, proprio perché c'è un'economia parallela, che però, nel caso di alcune città del Nord, a volte oserei dire "parassitaria" per tutte le ragioni che sappiamo, che vive di persone che stanno negli uffici e tantissimi immigrati che lavorano fuori dalla propria terra.

Dico onestamente che non sono troppo dispiaciuto di questa situazione, (sottolineo che non c'è dubbio che possa essere umanamente dispiaciuto per tutte le persone che sono in difficoltà), ma la realtà è che, soprattutto in Italia, sono venute fuori tutte le vergognose distorsioni del mercato che deliberatamente non sono mai state sistemate in questi decenni.

Sono onesto nel dire questo perché una delle mie grandi lamentele è sempre stata quella di vedere tante persone di livello andare via e lavorare fuori, depauperando così non solo il capitale umano del Sud Italia, ma anche la sua capacità di spesa.

Ovviamente, se quando finirà la pandemia il livello di smart-working verrà mantenuto alto e tanta gente continuerà a lavorare da Sud, non potrò che esserne contento perché ovviamente saranno persone che spenderanno i propri stipendi nella propria terra incrementando così un po' l'economia.

 

In generale poi è ovvio che tutte le cose portano vantaggi e svantaggi, benefici per qualcuno e costi per altri.

La verità è che probabilmente si dovrebbe fare una modifica radicale di tutto il mercato del lavoro e anche del welfare.

C'è la questione dei salari, ci vorrebbe probabilmente un salario minimo, ma la teoria economica concorda che avere un salario minimo può causare un aumento della disoccupazione. Diventa necessario quindi un maggiore controllo sul lavoro nero come l'implementazione di un reddito minimo garantito.

Come diventa fondamentale il discorso del contrasto alla delocalizzazione. Ma qua o iniziamo a ragionare come Stati Uniti d'Europa o il destino è segnato.

 

In ogni caso state tranquilli che per ogni cosa ci sarà sempre qualcuno che si lamenterà e qualcuno che invece ne trarrà benefici. Così è il mondo.

Modificato da ForzaFerrari88

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
2 ore fa, effe ha scritto:

Ma ceeeerrrrrtooi. Facilisssssimo licenziare qualcuno oggi.

:toto3:

La difficoltà di licenziamento non è maggiore per lo smart working, è la stessa sia che lavori in ufficio che a casa quindi non lo vedo come un punto a sfavore. 

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

Tra l'altro, se proprio vogliamo parlare di facilità di licenziamento, bisogna ringraziare Renzi. Col jobs act e l'abolizione dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori (grande conquista ormai calpestata da ogni politico) ha di fatto reso possibile il licenziamento senza giusta causa.

1 ora fa, ForzaFerrari88 ha scritto:

La verità cari effe e Beyond è che alla fine avete ragione entrambi.

Ha ragione effe quando dice che ci saranno persone in difficoltà e a ha ragione Bey quando dice che qualcuno avrà dei vantaggi.

 

L'esempio sopratutto del "South Working", cioè tutti quelli che ora lavorano da Sud per aziende del Nord, mostra in realtà che c'è una forte problematica di fondo.

Non è un caso che ad esempio il "mitico" sindaco di Milano, una delle città maggiormente colpite da questo fenomeno, abbia spesso richiesto a gran voce il ritorno negli uffici, proprio perché c'è un'economia parallela, che però, nel caso di alcune città del Nord, a volte oserei dire "parassitaria" per tutte le ragioni che sappiamo, che vive di persone che stanno negli uffici e tantissimi immigrati che lavorano fuori dalla propria terra.

Dico onestamente che non sono troppo dispiaciuto di questa situazione, (sottolineo che non c'è dubbio che possa essere umanamente dispiaciuto per tutte le persone che sono in difficoltà), ma la realtà è che, soprattutto in Italia, sono venute fuori tutte le vergognose distorsioni del mercato che deliberatamente non sono mai state sistemate in questi decenni.

Sono onesto nel dire questo perché una delle mie grandi lamentele è sempre stata quella di vedere tante persone di livello andare via e lavorare fuori, depauperando così non solo il capitale umano del Sud Italia, ma anche la sua capacità di spesa.

Ovviamente, se quando finirà la pandemia il livello di smart-working verrà mantenuto alto e tanta gente continuerà a lavorare da Sud, non potrò che esserne contento perché ovviamente saranno persone che spenderanno i propri stipendi nella propria terra incrementando così un po' l'economia.

 

In generale poi è ovvio che tutte le cose portano vantaggi e svantaggi, benefici per qualcuno e costi per altri.

La verità è che probabilmente si dovrebbe fare una modifica radicale di tutto il mercato del lavoro e anche del welfare.

C'è la questione dei salari, ci vorrebbe probabilmente un salario minimo, ma la teoria economica concorda che avere un salario minimo può causare un aumento della disoccupazione. Diventa necessario quindi un maggiore controllo sul lavoro nero come l'implementazione di un reddito minimo garantito.

Come diventa fondamentale il discorso del contrasto alla delocalizzazione. Ma qua o iniziamo a ragionare come Stati Uniti d'Europa o il destino è segnato.

 

In ogni caso state tranquilli che per ogni cosa ci sarà sempre qualcuno che si lamenterà e qualcuno che invece ne trarrà benefici. Così è il mondo.

 

Chiaro, le motivazioni più profonde che spingono il sistema Italia a non rinnovarsi sono queste. Però è proprio in forza di queste profonde ingiustizie ataviche che questa potrebbe essere l'opportunità, come dicevo all'inizio, di riscattare i piccoli centri di provincia e del sud che finalmente troverebbero una boccata di ossigeno.

  • Like 1

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

Licenziare un tempo indeterminato è al limite dell'impossibile. Devi praticamente portare i libri della ditta in tribunale (cit).

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi Subito

Sei già registrato? Accedi da qui.

Accedi Adesso

  • Navigazione Recente   0 utenti

    Nessun utente registrato visualizza questa pagina.

×