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rimatt

Jim Clark

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Possibile che non ci fosse una discussione dedicata allo scozzese volante? Mi pareva addirittura di ricordarla ma non ho trovato nulla, se ho sbagliato qualcosa chiedo venia ai moderatori.

 

Nei giorni scorsi ho ripassato alcuni dati relativi alla carriera di questo straordinario pilota, costellata di imprese a dir poco leggendarie. Ricordo almeno il GP corso sul pericolosissimo circuito di Spa del 1963, vinto sotto la pioggia con circa 5 minuti sul secondo classificato, o le sue esperienze alla 500 miglia di Indianapolis: secondo al debutto nel 1963, in pole nel 1964 e nelle primissime posizioni fino al ritiro per problemi di pneumatici, vittorioso con circa DUE MINUTI di distacco sul secondo classificato nel 1965. dopo aver condotto 190 giri su 200.

 

Tra l'altro, il suo 1965 fu incredibile: vince la prima gara del mondiale di F1, salta la seconda per andare a correre (e vincere) la Indy 500, vince le successive 5 gare del campionato e il 1 agosto ha già matematicamente conquistato il mondiale. 

 

Imprese d'altri tempi. Per quanto siano oziose le classifiche sui migliori piloti di ogni tempo, Jim Clark ci entra di sicuro, e ai primissimi posti. 

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Credo sia l'unico campione della Formula 1, tolto ovviamente Mario Andretti, ad aver corso una gara NASCAR. Fu a Rockingham nel 1967.

 

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The Gran Tour in un episodio della terza stagione ci ha fatto davvero un bel servizio.

 

Per chi non conoscesse le sue gesta, come me, ne consiglio la visione. Uno dei migliori pezzi di TGT insieme a quello delle 24h di Le Mans della Ford o della Lancia nel Rally.

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Torno sul vecchio Jim perché, in questi giorni, ho guardato qualche vecchio video di F1 su youtube e mi sono imbattuto più volte nelle sue imprese. Rimanendone, come sempre, impressionato.

 

Clark, nella sua carriera, ha corso solo 7 stagioni complete di F1, dal 1961 al 1967 compresi. In questi 7 anni, ha vinto due titoli mondiali e ne ha sfiorati altri tre, perdendoli solo (e sottolineo solo) a causa della scarsa affidabilità delle sue Lotus. Valga come esempio il 1962: 3 vittorie su 9 gare complessive, e 4 rotture in 4 occasioni in cui era partito dalla pole e si trovava nelle posizioni di testa. Anche il 1964 e il 1967 sono andati in maniera simile (specie il 1967, concluso con 4 vittorie e 5 ritiri su 11 gare totali). Sul 1966 difficile sbilanciarsi: Clark vide il traguardo solo in 3 gare (1 vittoriosa) su 9, rimanendo a piedi nei rimanenti 6 GP. Ma oltre che fragile, in quell'anno la Lotus sembrava non essere nemmeno troppo competitiva.

 

Per capirci, Clark vinse 25 gare delle 49 nelle quali arrivò al traguardo (72 il numero totale di GP disputati). Numeri che danno l'idea della sua indiscutibile superiorità su tutti gli altri (pur grandi) piloti dell'epoca. Più ci penso, più ritengo che l'unico GOAT davvero credibile sia lui. Il più forte di tutti?

 

Il più forte di tutti.

 

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Chissà cosa dice la classifica all time del Saggio Leno in proposito 

:mmm:

Modificato da Leno

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4 minuti fa, Leno ha scritto:

Chissà cosa dice la classifica all time del Saggio Leno in proposito 

:mmm:

 

Io penso di saperlo. :ferok:

Un po' OT: oltre all'ovvio Fangio, un altro pilota della pionieristica F1 che mi impressiona parecchio è Ascari (uno che, fosse rimasto in vita, avrebbe probabilmente tolto al grande argentino uno o due titoli).

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Il 26/6/2019 Alle 15:18, chatruc ha scritto:

Credo sia l'unico campione della Formula 1, tolto ovviamente Mario Andretti, ad aver corso una gara NASCAR. Fu a Rockingham nel 1967.

 

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da quest'anno non è più l'unico

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Aggiungi Villeneuve. Stewart era iscritto a una ma poi non fu presente. 

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Comunque la statistica del Buon Rimatt secondo cui il Sommo Clark avrebbe vinto 25 delle 49 gare in cui arrivò al traguardo è, tanto per cambiare, assolutamente fuorviante e ingenerosa, la realtà è che, tolti i primi due anni di apprendistato, cioè dal 62 in poi, lo Scozzese Volante vinse praticamente tutte le gare in cui arrivò al traguardo.

I dati: le gare in cui arrivò al traguardo in questo periodo di tempo sono 38, le vittorie 25, ma in realtà in molte gare in cui risulta essere arrivato al traguardo e anche aver marcato punti si ritirò e in praticamente tutte era saldamente al comando (Olanda 62, Stati Uniti e Messico 64, Monaco 63 e 64. Olanda 66, Belgio 67), a conti fatti mi risultano solo 3 gare in cui Clark tagliò il traguardo senza vincere, una è Nurburgring 63 in cui arrivò secondo perchè dovette rallentare per un problema al motore quando era in lotta con Surtees e l'altra la mitologica Monza 67 (probabilmente la più grande impresa mai realizzata su un circuito di F1) in cui era primo, forò, recuperò un giro, tornò in testa e a due curve dalla fine fu costretto a rallentare per problemi alla pompa della benzina chiudendo terzo.

Ergo, rubo per una volta LA VERITA' al buon Chatruc, e LA VERITA' è questa: Jim Clark era semplicemente imbattibile e il più grande pilota mai sceso su questo bizzarro pianeta.

 

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Modificato da Leno

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Un alieno, semplicemente un alieno. Basta solo la gara di Monza per consacrarlo tra i migliori, se non il migliore di sempre.

Ho un'immagine di lui, con la Lotus Cortina, con la ruota anteriore completamente sollevata, mentre prende a tavoletta un curvone velocissimo.

Tra il novero dei fuoriclasse, lui occupa sempre la top 3 per me e lo metto in testa senza problemi.

Modificato da Aviatore_Gilles

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18 ore fa, Leno ha scritto:

Comunque la statistica del Buon Rimatt secondo cui il Sommo Clark avrebbe vinto 25 delle 49 gare in cui arrivò al traguardo è, tanto per cambiare, assolutamente fuorviante e ingenerosa, la realtà è che, tolti i primi due anni di apprendistato, cioè dal 62 in poi, lo Scozzese Volante vinse praticamente tutte le gare in cui arrivò al traguardo.

 

Sono freddi numeri, e comunque dicono già moltissimo, visto che raccontano di un pilota che, dal primo momento in cui ha messo piede su una F1 all'ultima gara disputata, ha vinto più della metà delle corse in cui è arrivato al traguardo.

 

Su Monza 1967, vi racconto una cosa: in uno dei video che ho visto di recente, si dice che Clark stesso non considerava un granché quella gara, essenzialmente per due motivi: La Lotus 49 era un'auto ultradominante (dal suo debutto, aveva conquistato con Clark e Hill tutte le pole) e Monza non era (come non è oggi) un circuito molto tecnico, in cui i piloti potevano davvero fare la differenza, tant'è che in quella gara Hill (anch'egli al volante della 49) girò in tempi del tutto simili a quelli di Clark. Persone vicine a Clark dissero addirittura che lo scozzese trovava un po' irritante che quella fosse considerata la sua gara migliore, perché pensava di aver fatto molto meglio in altre circostanze.

 

Spoiler: nella sua biografia Jim Clark. Portrait of a Great Driver, si dice che Clark riteneva il GP di Germania del 1962, in cui arrivò quarto, come la sua gara migliore, in quanto era forse l'unica in cui riteneva di aver corso al massimo del proprio potenziale. Partito terzo, per una dimenticanza nelle fasi di partenza (non accese la pompa della benzina) si ritrovò in ventiseiesima posizione, risalì fino al quarto posto e si trovò a battagliare con Gurney e Surtees per la seconda posizione, dopodiché un problema tecnico e un incidente sfiorato lo spinsero a rallentare, fino a chiudere quarto.

 

Edit: video recuperato.

 

 

Modificato da rimatt

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18 ore fa, Leno ha scritto:

Comunque la statistica del Buon Rimatt secondo cui il Sommo Clark avrebbe vinto 25 delle 49 gare in cui arrivò al traguardo è, tanto per cambiare, assolutamente fuorviante e ingenerosa, la realtà è che, tolti i primi due anni di apprendistato, cioè dal 62 in poi, lo Scozzese Volante vinse praticamente tutte le gare in cui arrivò al traguardo.

I dati: le gare in cui arrivò al traguardo in questo periodo di tempo sono 38, le vittorie 25, ma in realtà in molte gare in cui risulta essere arrivato al traguardo e anche aver marcato punti si ritirò e in praticamente tutte era saldamente al comando (Olanda 62, Stati Uniti e Messico 64, Monaco 63 e 64. Olanda 66, Belgio 67), a conti fatti mi risultano solo 3 gare in cui Clark tagliò il traguardo senza vincere, una è Nurburgring 63 in cui arrivò secondo perchè dovette rallentare per un problema al motore quando era in lotta con Surtees e l'altra la mitologica Monza 67 (probabilmente la più grande impresa mai realizzata su un circuito di F1) in cui era primo, forò, recuperò un giro, tornò in testa e a due curve dalla fine fu costretto a rallentare per problemi alla pompa della benzina chiudendo terzo.

Ergo, rubo per una volta LA VERITA' al buon Chatruc, e LA VERITA' è questa: Jim Clark era semplicemente imbattibile e il più grande pilota mai sceso su questo bizzarro pianeta.

 

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Tutta fuffa... mettilo in team con Binotto, Rueda e Mekies e vediamo quante ne vince

 

:lecwink:

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Il 16/9/2022 Alle 16:35, Leno ha scritto:

Comunque la statistica del Buon Rimatt secondo cui il Sommo Clark avrebbe vinto 25 delle 49 gare in cui arrivò al traguardo è, tanto per cambiare, assolutamente fuorviante e ingenerosa, la realtà è che, tolti i primi due anni di apprendistato, cioè dal 62 in poi, lo Scozzese Volante vinse praticamente tutte le gare in cui arrivò al traguardo.

I dati: le gare in cui arrivò al traguardo in questo periodo di tempo sono 38, le vittorie 25, ma in realtà in molte gare in cui risulta essere arrivato al traguardo e anche aver marcato punti si ritirò e in praticamente tutte era saldamente al comando (Olanda 62, Stati Uniti e Messico 64, Monaco 63 e 64. Olanda 66, Belgio 67), a conti fatti mi risultano solo 3 gare in cui Clark tagliò il traguardo senza vincere, una è Nurburgring 63 in cui arrivò secondo perchè dovette rallentare per un problema al motore quando era in lotta con Surtees e l'altra la mitologica Monza 67 (probabilmente la più grande impresa mai realizzata su un circuito di F1) in cui era primo, forò, recuperò un giro, tornò in testa e a due curve dalla fine fu costretto a rallentare per problemi alla pompa della benzina chiudendo terzo.

Ergo, rubo per una volta LA VERITA' al buon Chatruc, e LA VERITA' è questa: Jim Clark era semplicemente imbattibile e il più grande pilota mai sceso su questo bizzarro pianeta.

 

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Mi hai rubato la verità con le minuscole. I numeri di Clark fanno capire che era fortissimo. Non ci sono dubbi. 

 

Ma Fangio ha ottenuto 24 vittorie e 28 pole in 51 gare, 5 campionati su 7 stagioni complete disputate. Moss ha detto ce semplicemente era imbattibile. 

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Anche lui, voglio vederlo adesso col team Maraviglia :zizi:

 

 

E comunque probabilmente hai ragione, ma forse per via dei decenni passati, della mancanza di immagini esaustive e di cronache fedeli delle gare, del fatto che Ascari (suo vero rivale) era morto, che avesse gli anni che aveva, ma a me Fangio non è mai sembrato così "imbattibile". Fortissimo sicuramente e molto abile nel passare da un team all'altro e ad avere una visione sul campionato che altri non avevavano. Ma davvero, non ho mai capito cosa avesse di più in fatto di guida rispetto agli altri, nè perchè sia riuscito a vincerne così tante

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9 ore fa, andycott ha scritto:

Ascari (suo vero rivale)

 

Ascari è un altro pilota che secondo me meriterebbe grande considerazione: limitandosi ale statistiche, nella sua breve carriera arrivò al traguardo per 22 volte vincendo 13 gp, e nel 1952 e 1953 vinse quasi tutte le gare che corse (nel 1952, 6 vittorie su 7 partenze, nel 1953 5 vittorie su 8 partenze).

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clark è uno dei più grandi di sempre ma l'aver corso poche stagioni e in molti casi con auto dominante rende la valutazione assoluta difficile.

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Ci sono dei libri su di lui in lingua italiana? Vorrei saperne di più ed internet non basta.

 

Avrà avuto un auto super ok (come tanti, Fango mica vinceva con le carriole! Idem tanti campioni dopo), però era velocità pura, a lui interessava quello.

 

Ho sempre letto che il suo punto debole era il "corpo e corpo" con gli altri piloti. È vera questa cosa? O una leggenda?

Modificato da Carmine Marzano

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20 ore fa, Carmine Marzano ha scritto:

Ci sono dei libri su di lui in lingua italiana? Vorrei saperne di più ed internet non basta.

 

Avrà avuto un auto super ok (come tanti, Fango mica vinceva con le carriole! Idem tanti campioni dopo), però era velocità pura, a lui interessava quello.

 

Ho sempre letto che il suo punto debole era il "corpo e corpo" con gli altri piloti. È vera questa cosa? O una leggenda?

 

Secondo me è una leggenda. Era un pilota che non aveva difficoltà a rimontare, quando ce n'era bisogno. Tra l'altro all'epoca non c'erano i duelli di oggi, i piloti erano ben consapevoli che ogni errore poteva portare alla morte quindi tendevano a lasciar passare chi era più veloce.

 

Di recente la Mare Verticale ha pubblicato un paio di libri su Clark, io ho questo che è sicuramente prezioso perché a livello di statistiche e aneddoti è molto completo, ma è tradotto in modo abbastanza amatoriale (in alcune frasi l'italiano non è esattamente fluido):

 

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Tempo fa vidi anche questo documentario, che se mastichi un po' di inglese vale sicuramente la visione:

 

 

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Bel documentario, forse un po' troppo breve ma con molti filmati del Clark privato, volendo si possono anche impostare i sottotitoli con traduzione automatica in italiano, non è perfetta ma funziona.

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Ho fatto anch'io così, l'anglo-scozzese non è proprio semplice da capire e a volte qualche parola sfugge.

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