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Ferrarista

Fusione FCA-PSA

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o auto rimarchiate

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La fusione tra Fiat Chrysler e Psa creerà “sovraccapacità e sovrapposizioni di marchi e attività”. Per cui “è inevitabile che ci saranno tagli agli impianti e all’occupazione nel medio e nel lungo termine”. E’ la previsione di Giuseppe Berta, professore di Storia contemporanea all’Università Bocconi di Milano, storico dell’industria e tra i maggiori esperti delle strategie del gruppo Fca. “Nell’azionariato di Psa c’è lo Stato francese e Opel è un pezzo del sistema industriale tedesco“, ricorda il docente. “E’ un pensiero fin troppo positivo quello secondo cui in Italia non succederà niente”.

Un taglio a produzione e occupazione sarà dovuto anche alla maggiore produzione di auto elettriche: visto che “hanno un numero inferiori di componenti, ci sarà di conseguenza una riduzione della subfornitura e della componentistica” in Italia. La componentistica italiana “che ha già forti legami con l’industria automobilistica francese e tedesca dovrà lavorare per rafforzare ulteriormente questi legami. I sistemi locali di produzione si dovranno dare una bella mossa per intensificare i legami con i produttori finali”.

 
 

Con questo matrimonio, nota Berta, “i francesi portano a casa una rilevante presenza in Nord America, con il marchio Jeep che sta andando bene. Fca porta a casa il motore elettrico, ma soprattutto la guida di un grande manager comeCarlos Tavares. Il matrimonio è quasi alla pari, ma la leadership esecutiva è nelle mani dei francesi”. In ogni caso le nozze erano quasi inevitabili. “Fca non poteva più stare da sola, perché caratterizzata da una disfunzionalità profonda: ha un versante americano che va bene, con marchi che vendono, e un versante europeo che va male, con i marchi italiani che soffrono, soprattutto Alfa Romeo, protagonista di una drammatica caduta”. Fra i due versanti, continua l’economista, “ci sono state ben poche sinergie e connessioni positive e la posizione finanziaria negli ultimi tempi si è aggravata. Questo ha indotto Fca a cercare un partner. Psa da parte sua è un gruppo che ha una posizione finanziaria nettamente migliore, ma non sarebbe stato ancora a lungo in piedi da solo”.

Un analista di Equita ha scritto ai propri clienti che “fondamentalmente Psa sta comprando Fca (controllando il board) pagando un buon premio (superiore al 30%)”, premio che “il mercato sta già parzialmente scontando” facendo volare in Borsa i titoli di Fca e affossando quelli di Psa. Il fatto che, nonostante la distanza tra i valori iniziali dei due gruppi, si arrivi “a un azionariato 50/50 suggerisce che Psa sta pagando un premio del 32% per assumere il controllo di Fca”, rileva anche l’analista di Jefferies Philippe Houchois, citato da Bloomberg.

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E Fiat diventerà un marchio low cost?

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ALFA tra qualche anno scomparirà

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3 minuti fa, sterla ha scritto:

ALFA tra qualche anno scomparirà

 

Se il mercato del futuro sarà fatto di SUV elettrici, meglio che chiuda. 

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si i programmi di auto tipo, giulia e giulietta saranno chiusi, usciranno solo minisuv per poi chiudere

Modificato da sterla

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21 hours ago, Beyond said:

La fusione tra Fiat Chrysler e Psa creerà “sovraccapacità e sovrapposizioni di marchi e attività”. Per cui “è inevitabile che ci saranno tagli agli impianti e all’occupazione nel medio e nel lungo termine”. E’ la previsione di Giuseppe Berta, professore di Storia contemporanea all’Università Bocconi di Milano, storico dell’industria e tra i maggiori esperti delle strategie del gruppo Fca. “Nell’azionariato di Psa c’è lo Stato francese e Opel è un pezzo del sistema industriale tedesco“, ricorda il docente. “E’ un pensiero fin troppo positivo quello secondo cui in Italia non succederà niente”.

Un taglio a produzione e occupazione sarà dovuto anche alla maggiore produzione di auto elettriche: visto che “hanno un numero inferiori di componenti, ci sarà di conseguenza una riduzione della subfornitura e della componentistica” in Italia. La componentistica italiana “che ha già forti legami con l’industria automobilistica francese e tedesca dovrà lavorare per rafforzare ulteriormente questi legami. I sistemi locali di produzione si dovranno dare una bella mossa per intensificare i legami con i produttori finali”.

 
 

Con questo matrimonio, nota Berta, “i francesi portano a casa una rilevante presenza in Nord America, con il marchio Jeep che sta andando bene. Fca porta a casa il motore elettrico, ma soprattutto la guida di un grande manager comeCarlos Tavares. Il matrimonio è quasi alla pari, ma la leadership esecutiva è nelle mani dei francesi”. In ogni caso le nozze erano quasi inevitabili. “Fca non poteva più stare da sola, perché caratterizzata da una disfunzionalità profonda: ha un versante americano che va bene, con marchi che vendono, e un versante europeo che va male, con i marchi italiani che soffrono, soprattutto Alfa Romeo, protagonista di una drammatica caduta”. Fra i due versanti, continua l’economista, “ci sono state ben poche sinergie e connessioni positive e la posizione finanziaria negli ultimi tempi si è aggravata. Questo ha indotto Fca a cercare un partner. Psa da parte sua è un gruppo che ha una posizione finanziaria nettamente migliore, ma non sarebbe stato ancora a lungo in piedi da solo”.

Un analista di Equita ha scritto ai propri clienti che “fondamentalmente Psa sta comprando Fca (controllando il board) pagando un buon premio (superiore al 30%)”, premio che “il mercato sta già parzialmente scontando” facendo volare in Borsa i titoli di Fca e affossando quelli di Psa. Il fatto che, nonostante la distanza tra i valori iniziali dei due gruppi, si arrivi “a un azionariato 50/50 suggerisce che Psa sta pagando un premio del 32% per assumere il controllo di Fca”, rileva anche l’analista di Jefferies Philippe Houchois, citato da Bloomberg.

 

Non ci voleva il professorone per capire che una fusione del genere crea sovraccapacità. Chiusure di fabbriche e licenziamenti possono compagnare solo.

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Il 18/12/2019 Alle 16:29, crucco ha scritto:

E Fiat diventerà un marchio low cost?

La qualità dei materiali utilizzati da Fiat sono esattamente da marchio low cost. Il problema è che se le fanno pagare per auto buone.

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vabbè pure mer(da)cedes ormai ha materiali che non sono nulla di che, anzi

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Sento già di contatti tra quelli di fca e PSA sulle primissime questioni 

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34 minutes ago, Beyond said:

Sento già di contatti tra quelli di fca e PSA sulle primissime questioni 

Tutto molto (sorprendente)

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Il 17/1/2020 Alle 17:58, Beyond ha scritto:

Sento già di contatti tra quelli di fca e PSA sulle primissime questioni 

 

Beh? Queste voci?

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32 minuti fa, Ferrarista ha scritto:

 

Beh? Queste voci?

non ne so più nulla, col lockdown le occasioni di incotrare gente per scambiarsi info sono ridotte

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Forse sarebbe il caso di cambiare attività e smetterla di produrre auto*. Non solo in quella zona, ma anche a München, Stuttgart, Wolfsburg, Detroit, Paris, Tokio ecc...

 

Secondo me stiamo andando contro un muro, facendo finta di non rendercene conto. Probabilmente però non esiste alcuna soluzione, io indosserò un casco (inutile comunque).

 

* e tante altre cose

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Inutile girarci intorno: l'automotive era già in crisi da circa un anno e mezzo e questa situazione non ha fatto altro che accelerare il processo. Addirittura un amico che fa uno stage in Porsche, mi parla di aria molto brutta che tira (e per toccare un marchio come Porsche, vuol dire che la situazione è seria).

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Il problema è che il mercato automotive trascina dietro di se un'enorme quantità di altre aziende, se affonda quello a rimetterci saranno in tantissimi.

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Infatti è molto preoccupante. In Europa l'automotive ha un indotto impressionante e molte aziende potrebbero rimetterci molto, anche quelle che non si occupano esclusivamente di automotive.

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