Vai al contenuto
chatruc

Ma quanto guadagna la gente?

Post raccomandati

I1.5k che si guadagnano se si è ancora dai propri genitori, senza dover pagare bollette, cibo e mantenere moglie e figli non sono uguali ai 1.5k che si guadagnano avendo figli, moglie, spese bollette, cibo e varie.

 

 

Modificato da Rio Nero

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
7 ore fa, chatruc ha scritto:

 

Ecco tre punti interessanti della tua risposta:

 

1) Il lavoro è una mmerda: non è così, il lavoro è fondamentale per la realizzazione di una persona. Se l'uomo in natura aveva il lavoro di portare a casa il cibo e ripararsi dal freddo, attualmente di fatto facciamo la stessa cosa ma in modo più organizzato. Se per te il tuo lavoro significa "sto male ma almeno lo stipendio arriva e non vedo l'ora che suoni la campanella così torno a casa", sei fregato e destinato alla frustrazione. Il lavoro ci occupa mediamente per 8 ore al giorno, metà esatta della nostra giornata, per 200 giorni all'anno. Quindi se pensi che il lavoro sia una mmerda, sei fregatissimo.

 

2) questo lo condivido in pieno. Molte aziende parlando della fatica a trovare gente ma alla fine, nel 90% dei casi, il problema è trovare gente per quello stipendio. Tra un operaio non specializzato e un commesso, ci saranno 200 euro di differenza di stipendio ma il secondo fa un lavoro rilassatissimo rispetto al primo. Il primo invece ha oppportunità di crescita. Su il programma di Varisoni (che fa rima con rottura di coggglioni), spesso parlano ditte come Fincantieri o quelli degli yatch che non trovano artigiani e saldatori ma alla fine il nocciolo della questione è quello. Loro dicono che offrono 1600 al mese ma attualmente non è che con quelli si facciano grandi cose, quindi molta gente fa altro.

 

3) E' vero che gli slogan motivazionali spesso sono infondati ma io sempre dico di parlare apertamente faccia a faccia con il proprio titolare e chiedere cosa bisogna fare per crescere e ottenere migliori compensi. Vi assicuro che nel posto in cui lavoro, ci sono persone che fumano o usano il telefono in orario di lavoro nonostante i ripetuti richiami. Gente del genere come può aspirare ad avere aumenti e promozioni? Vi assicuro che lavoro in un settore di nicchia dove chi impara a lavorare può fare una carriera dignitosa.

 

La gente che ama il proprio lavoro è pochissima, perché semplicemente non c'è più alcuna gratificazione nello svolgerlo. Ci vogliono una combinazione di diversi fattori, ovvero stipendio, orario, colleghi, tipologia lavoro ecc... Se già ti dicessero che da domani devi svolgere la stessa attività a metà stipendio voglio vedere dove va a finire la dedizione e l'amore.

Il lavoro nobilita così tanto che nella storia i nobili non hanno mai lavorato.

Riguardo gli imprenditori e i loro continui piagnistei sono oramai surreali e stucchevoli; è vero che fare impresa è molto difficile in italia, ma cosa pretendono di trovare alle condizioni che danno? Un laureato di Harvard? Le persone ci sarebbero pure ma sono scappate via; e poi mancassero davvero in Italia perché non le cercano all'estero? Semplicemente perché nessuno verrebbe a lavorare per quattro lire nella boita del padroncino che fa ciotole per cani e crede di essere la Apple. Purtroppo questi soggetti sono spalleggiati da media compiacenti e prezzolati, che ogni 3x2 su tv o giornali danno spazio alle storie struggenti da libro cuore.

  • Like 1

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
1 ora fa, Rio Nero ha scritto:

I1.5k che si guadagnano se si è ancora dai propri genitori, senza dover pagare bollette, cibo e mantenere moglie e figli non sono uguali ai 1.5k che si guadagnano avendo figli, moglie, spese bollette, cibo e varie.

 

immenso, saggezza popolare o esperienza dura di vita? 

17 minuti fa, M.SchumyTheBest ha scritto:

La gente che ama il proprio lavoro è pochissima

 

io faccio il moderatore qui e mi piace molto

  • Like 2

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
3 ore fa, chatruc ha scritto:

Si lavora, non si cazzeggia con sigaretta in mano e cellulare.

L'azienda fa manutenzione di mezzi ferroviari. Uno che entra qui, diventa manutentore e può fare carriera, verrebbe chiamato da diverse parti del paese. Ci vuole impegno e dedizione.

 

Non esagerare. Si può essere mediamente soddisfatti del proprio lavoro.

Ho colleghi che sono scappati a gambe levate dalla manutenzione per fare il macchinista, ora la situazione è migliorata? (Tra l’altro mediamente sono i peggiori possibili, sapientoni del ca**o che combinano sempre i peggiori guai con le locomotive). Scusate per la parentesi.

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
4 ore fa, Beyond ha scritto:

 

immenso, saggezza popolare o esperienza dura di vita? 

 

Esperienza di vita sulla mia pelle.

Prima ero un Paperone,  ora un accampato :asd:

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
19 ore fa, The-Flying-Finn ha scritto:

Ho colleghi che sono scappati a gambe levate dalla manutenzione per fare il macchinista, ora la situazione è migliorata? (Tra l’altro mediamente sono i peggiori possibili, sapientoni del ca**o che combinano sempre i peggiori guai con le locomotive). Scusate per la parentesi.

Diciamo che scappano dalla manutenzione perchè gli stipendi sono completamente diversi. Il manutentore comunque fa un lavoro sporco, al freddo e per niente comodo, quindi piuttosto fare il macchinista.

 

 

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
19 ore fa, M.SchumyTheBest ha scritto:

 

La gente che ama il proprio lavoro è pochissima, perché semplicemente non c'è più alcuna gratificazione nello svolgerlo. Ci vogliono una combinazione di diversi fattori, ovvero stipendio, orario, colleghi, tipologia lavoro ecc... Se già ti dicessero che da domani devi svolgere la stessa attività a metà stipendio voglio vedere dove va a finire la dedizione e l'amore.

 

Il lavoro nobilita così tanto che nella storia i nobili non hanno mai lavorato.

 

Riguardo gli imprenditori e i loro continui piagnistei sono oramai surreali e stucchevoli; è vero che fare impresa è molto difficile in italia, ma cosa pretendono di trovare alle condizioni che danno? Un laureato di Harvard? Le persone ci sarebbero pure ma sono scappate via; e poi mancassero davvero in Italia perché non le cercano all'estero? Semplicemente perché nessuno verrebbe a lavorare per quattro lire nella boita del padroncino che fa ciotole per cani e crede di essere la Apple. Purtroppo questi soggetti sono spalleggiati da media compiacenti e prezzolati, che ogni 3x2 su tv o giornali danno spazio alle storie struggenti da libro cuore.

 

Hai ragionissima su quest'ultimo paragrafo. I piccoli "imprenditori" del nordest sono al 98% i figli dei contadini arricchiti grazie alla distribuzione delle terre, che imparato un mestiere "tecnico" (riparare motori, saldare, improvvisare macchinari con pezzi di risulta), sono passati alla produzione. Alcuni di loro si sono adeguati ai tempi, molti di loro hanno chiuso o stanno per chiudere. Conosco personalmente imprenditori che chiudono attività "perchè ai miei figli non interessa quello che faccio" o "perchè ormai vado in pensione e chiudo tutto".

 

Come ho detto prima, molti si lamentano che non trovano gente ma vogliono tecnici specializzati ma pagarli come generici.

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
Il 11/12/2019 Alle 14:53, chatruc ha scritto:

molti si lamentano che non trovano gente ma vogliono tecnici specializzati ma pagarli come generici.

 

giusto ma è vero anche il contrario: molti giovani rispetto alle scorse generazioni non hanno alcuna voglia di sporcarsi le mani o fare lavori pesanti pur di lavorare, pensano alle ferie piuttosto e se vedono che l'orario è scomodo o si fanno turni, preferiscono stare a casa. solo che questa cosa potrà durare poco perchè si appoggiano alla classe attuale, con loro il benessere acquisito sarà finito.

  • Like 1

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
Il 14/12/2019 Alle 09:24, Beyond ha scritto:

 

giusto ma è vero anche il contrario: molti giovani rispetto alle scorse generazioni non hanno alcuna voglia di sporcarsi le mani o fare lavori pesanti pur di lavorare, pensano alle ferie piuttosto e se vedono che l'orario è scomodo o si fanno turni, preferiscono stare a casa. solo che questa cosa potrà durare poco perchè si appoggiano alla classe attuale, con loro il benessere acquisito sarà finito.

 

 

Quoto tutto

penso che al giorno d' oggi i ragazzi non abbiano piu voglia di lavorare o meglio, siano sfiduciati.

di sicuro il futuro di questo paese è lontano dall' essere roseo ma da qui a dire che il lavoro manca ce ne passa, parlo almeno per la mia zona.

certo ti devi saper adattare " orari, stipendio, distanza da casa, ecc.. ecc... " ma se vuoi, FAI

poche palle.

bisogna essere intraprendenti, bisogna aver bisogno di lavorare.

spesso i genitori sono la causa di questo sconforto generale tra i propri figli.

diplomato o no, prendi su e vai a cercare lavoro dal mattino alle 8 fino alla sera alle 18 finche non lhai trovato.

invece ....

 

  • Like 1

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

Il fatto di doversi adattare, però, vale solo fino a un certo punto. Con la scusa che, ahimè, lavorare bisogna, troppi padroncini (e qui in Veneto ce ne sono...) hanno la tendenza di approfittare dei lavoratori proponendo contratti capestro e/o condizioni di lavoro improbe. Conosco diverse persone che lavorano nel settore privato e che durante l'orario di lavoro non hanno neppure il tempo di andare in bagno (giuro), oltre a essere costretti a fermarsi ogni giorno ben oltre l'orario regolamentare. Senza parlare dei licenziamenti a ca**o di cane che ormai è possibile fare.

 

Che passi l'idea che, pur di lavorare, bisogna essere disposti a tutto, anche ad accettare condizioni lavorative allucinanti, orari improbi e paghe da fame, è un segno degli infami tempi di m***a che stiamo vivendo.

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
30 minuti fa, rimatt ha scritto:

Il fatto di doversi adattare, però, vale solo fino a un certo punto. Con la scusa che, ahimè, lavorare bisogna, troppi padroncini (e qui in Veneto ce ne sono...) hanno la tendenza di approfittare dei lavoratori proponendo contratti capestro e/o condizioni di lavoro improbe. Conosco diverse persone che lavorano nel settore privato e che durante l'orario di lavoro non hanno neppure il tempo di andare in bagno (giuro), oltre a essere costretti a fermarsi ogni giorno ben oltre l'orario regolamentare. Senza parlare dei licenziamenti a ca**o di cane che ormai è possibile fare.

 

Che passi l'idea che, pur di lavorare, bisogna essere disposti a tutto, anche ad accettare condizioni lavorative allucinanti, orari improbi e paghe da fame, è un segno degli infami tempi di m***a che stiamo vivendo.

questo purtroppo è verissimo ed è una delle maggiori piaghe del lavoro in italia.

ho amici che sono consulenti come me ma nel ramo economico-bancario che fanno ogni giorno un paio di ore di straordinari fissi, uscendo non prima delle 19 sempre, ma ovviamente pagati per 8 ore standard. io condizioni del genere non le accetterei mai, primo per un fatto di rispetto per i lavoratori, non vedo perchè se sono pagato per 8 ore ne debba fare sempre 10, secondo per una personale voglia di godermi un po' il tempo libero e non essere legato dalla mattina alla sera al lavoro.

  • Like 1

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

Il lavoro in Italia si fonda oramai su 3 principi:

 

- Straordinario che è diventato ordinario

- Disorganizzazione totale

- Responsabili paraculo e incapaci

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
1 ora fa, M.SchumyTheBest ha scritto:

Il lavoro in Italia si fonda oramai su 3 principi:

 

- Straordinario che è diventato ordinario

- Disorganizzazione totale

- Responsabili paraculo e incapaci

 

Dove lavoro io lo "straordinario ordinario" è colpa dei colleghi che non hanno una vita propria: nessuno glielo chiede (ma nemmeno glielo impedisce), loro si fanno spesso ore extra lavorando gratis... dalle statistiche di produttività (...) io sono lo stronzo che timbra sempre alle 5, se fossi in Italia probabilmente mi avrebbero già licenziato, qui per fortuna non siamo in una tale situazione di crisi, ma è comunque avvilente vedere gente che lavora gratis, perchè di fatto rubano il lavoro agli altri: un progetto quotato 8 ore finito in 12 con 4 di extra non pagati, la prossima volta sarà ancora quotato 8 ore; se lo faccio io posso finirlo in 10 ore, ma passo comunque per quello lento.

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
11 minuti fa, White Star ha scritto:

 

Dove lavoro io lo "straordinario ordinario" è colpa dei colleghi che non hanno una vita propria: nessuno glielo chiede (ma nemmeno glielo impedisce), loro si fanno spesso ore extra lavorando gratis... dalle statistiche di produttività (...) io sono lo stronzo che timbra sempre alle 5, se fossi in Italia probabilmente mi avrebbero già licenziato, qui per fortuna non siamo in una tale situazione di crisi, ma è comunque avvilente vedere gente che lavora gratis, perchè di fatto rubano il lavoro agli altri: un progetto quotato 8 ore finito in 12 con 4 di extra non pagati, la prossima volta sarà ancora quotato 8 ore; se lo faccio io posso finirlo in 10 ore, ma passo comunque per quello lento.


In che parte del mondo ti trovi? Polli i tuoi colleghi però. A meno che non ci sia in ballo una promozione o simile. 

Nello studio dove lavoro in UK ci è stato espressamente vietato di fare "straordinari ordinari", sono concessi solo quelli effettivi e solo ed esclusivamente su richiesta del project lead per casi particolari. Lavoriamo con orari flessibili, così per esempio se lunedì lavoro 10 ore al posto che 8, un altro giorno dovrò lavorarne 6 o comunque spalmare le 2 ore in più del lunedì su tutti gli altri giorni. 
Ci è stata anche fornita una motivazione per questo. Lavorando più del dovuto effettivamente siamo in grado di evadere un lavoro più velocemente, ma questo può vuol dire che: 
1) l'azienda non ha stimato correttamente le ore lavoro necessarie per gli elaborati necessari 

2) l'azienda non fattura le ore effettive di lavoro ma solo quelle registrate. Visto che comunque noi non siamo pagati a ore ma abbiamo il nostro bel fisso mensile, il nostro costo resta invariato ma le entrate non sono commisurate alle ore spese. 
3) in futuro non sarà possibile stimare correttamente l'ammontare di tempo necessario per un progetto, sballando quindi il valore dei preventivi e obbligando l'azienda a dirottare risorse appositamente per riuscire a consegnare il lavoro nei tempi previsti. 

4) in ogni caso i dipendenti non hanno un corretto bilanciamento casa/lavoro e questo a lungo andare crea un calo di performance non indifferente o addirittura un eccessivo turnover di personale. (Provato sulla mia pelle) 


Se fossi rimasto in Italia probabilmente mi sarei dovuto "piegare" ai giorni da 10-12h di lavoro, perché tanto se non lo faccio io lo farà qualcun altro. 

Allacciandomi invece al discorso dei ragazzi di oggi che non si vogliono sporcare le mani, penso che comunque sia anche un fattore sia sociale sia genitoriale. 
In primo luogo i genitori vorrebbero per i figli sempre un lavoro migliore di quello che fanno loro, quindi finché è possibile li mantengono piuttosto che vederli andare a spalare m***a di vacca nelle fattorie. 
Allo stesso tempo i ragazzi di oggi che vivono sempre connessi e devono pubblicare ogni respiro della loro giornata non si vogliono cimentare in qualcosa che ai loro occhi non è dignitoso. Anche se magari paga bene. 
Un po' mi vergogno di fare parte di una generazione dove per molti è più importante il sabato sera o il calcetto della domenica piuttosto che la stabilità economica. Ottenere qualcosa comporta sacrifici e sono convinto che molti "millennials" questa opzione manco la considerano. 

Incide a mio parere anche un effetto culturale generalizzato dell'italiano, il quale pensa che a risolvere i problemi e a trovargli un lavoro ci debba pensare lo stato. Muovere il culo e darsi da fare. Come diceva mia nonna, aiutati che Dio ti aiuta.


 

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

Voglio mettere insieme tante delle cose che vedo qui sopra.

 

@Bigmeu @M.SchumyTheBest @White Star @Beyond @rimatt @panoramix

 

Nel mio caso, lo scoraggiamento iniziale è stata fonte di problemi successivi. Ora sto più che bene, ma se avessi avuto più sogni, più coraggio e avessi avuto più fiducia, avrei ottenuto di più.

 

Ecco più o meno il mio cane che si morde la coda:

 

1) arrivo dall'Argentina dove veramente chi lavora è un cogglione e chi frega gli altri viene celebrato quando si vanta;

 

2) si tratta di un paese dove ho visto sputar sangue ai miei genitori per non ottenere nulla, assolutamente nulla;

 

3) quindi mentalmente il mio obbiettivo è stato quello di avere soprattutto lavoro stabile (senza pretese di stipendio) e sicuro (cioè, trovo un lavoro lo accetto, vedrò più avanti se trovo un altro di cambiare);

 

4) poi mi sono laureato proprio qualche mese proprio prima dello scoppio della grande CRISI (Luglio 2008 nel mio) caso, quindi di colpo, trovare lavoro era una chimera;

 

5) ho puntato ancora di più ad avere qualcosa di sicuro e sensato. Mai e poi avrei detto "voglio fare il direttore d'azienda, voglio lavorare per forza in una multinazionale in settore tecnlogico", insomma, ho pensato alla pagnotta da portare a casa ogni sera.

 

6) questo mi ha limitato a cercare lavoro in aziende della zona e soprattutto a sentirmi fortunato per avere un lavoro, avere salute, avere lo stipendio modesto ma sicuro.

 

7) dopo otto anni così, la frustrazione si è alzata e mi sono fatto coraggio per capire quanto valevo nel mercato del lavoro e soprattutto nel chiedere aumenti.

 

8) il risultato è che gli aumenti me li hanno dati e come lavoro vengo abbastanza richiesto.

 

Potessi tornare indietro, mi sarei posto degli obbiettivi, tipo:

 

1) cosa voglio fare? Progettista? Dirigente? Auditor?

 

2) in che settore voglio lavorare? automobilistico? ferroviario? alimentare?

 

3) in che tipo di azienda voglio lavorare? piccola? media? multinazionale?

 

4) voglio fare il trasfertista? Sì? dove?

 

Ecco, ora queste cose le ho abbastanza chiare. Per la mia esperienza, cerco di restare nel ferroviario. Solo dall'automotive potrei fare la follia di cambiare. Trasferte le farei solo per andare in posti che mi piacciono (tipo Spagna, USA, Canada, niente Asia) e non eccessivamente lunghe. Ormai sono diretto a ruoli manageriali, di controllo e organizzazione.

 

Potessi tornare indietro, avrei puntato seriamente a fare qualcosa con le corse. Al tempo avevo contattato reparti corse, ma mai fornitori come gomme, sospensioni, elettronica, caschi, tute. Ecco, il mondo è vasto e bisogna chiarirsi le idee.

 

Dovremmo aprire un tavolo di concertazione in materia.

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

In ricerca attualmente, sto mandando varie candidature (anche per semplici stage, giusto per iniziare e mettere qualcosa di decente nel curriculum vitae) ma per ora niente...

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti
3 ore fa, KimiSanton ha scritto:

In ricerca attualmente, sto mandando varie candidature (anche per semplici stage, giusto per iniziare e mettere qualcosa di decente nel curriculum vitae) ma per ora niente...

 

La ricerca è un modo a parte.

 

Lì servono finanziatori quindi è dura. Nell'industria è diverso perchè un'azienda che cresce ha per forza bisogno di assumere gente.

 

Per quanto riguarda le candidature e CV inviati alle aziende, ricordatevi SEMPRE di inviare e telefonare a distanza di una settimana e di chiedere SEMPRE quando ci si sente la prossima volta. Così sempre fissi finchè non vi dicono SI o NO. E ricordatevi SEMPRE, se avete trovato altro o se avete intenzione di rifiutare, di chiamare e dire esattamente le cose come stanno. Cioè serve chiudere la pratica, perchè non si sa mai se un giorno avrete bisogno di quella azienda o se per caso un giorno incrocerete quelle persone.

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

Non sono d'accordo sul chiamare dopo qualche giorno un'azienda con cui si è in attesa dopo un colloquio. Sono loro che si fanno vivi quando hanno deciso, non serve a niente farsi sentire se non a dare l'impressione di avere l'ansia per quella risposta. 

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

Lavoro in Irlanda a Cork nel campo del Customer Service, lavoro in Inglese, Spagnolo e Italiano. Mi ritengo fortunato perche' si tratta di un bel 

lavoro ed inoltre lavoro in messaging (non devo sbattermi con chiamate in entrata, solo se strettamente necessario posso fare chiamate

in uscita). L'ambiente mi piace, dinamico, giovanile e soprautto c'e' una grande dignita lavorativa (sono laureato in lingue)

 

Guadagno circa 1.8k netti al mese, che mi permettono di vivere dignitosamente condividendo casa con un mio fidatissimo coinquilino conterraneo. Ovviamente ci ho sudato per arrivare dove sono, pero posso dire che nei paesi anglosassoni (e anche nei paesi germanici e scandinavi) la bravura e la meritocrazia valgono. Qui non c'e' l'idea del lavoratore schiavo.

 

Ho notato che tendenzialmente, nei paesi latini (tipo sud america, spagna, portogallo e italia) c'e' un'idea del lavoro come qualcosa di brutto, dove c'e' il capetto che ti sfrutta e gli impiegati sono prostrati e sottopagati. Inoltre, viene ammirata la mentalita' dell'imbroglio e della raccomandazione. Se sei una crapa e provieni da una famiglia dove hai genitori e parenti invischiati in politica, e' tutto spianato.

 

Se sei onesto e valido, vieni sfrutato e malpagato. Onestamente mi trovo meglio in irlanda che in italia (a parte il tempo, anche se non e' cosi male come dicono, dato che sono nell'estremo sud dell'irlanda). Qui chi lavora viene trattato come un essere umano e non come un numero. Si da anche spazio al benessere e sinceramente, non c'e' tutta quella pressione tipica dell'italia, dove ti senti sempre sull'orlo del licenziamento (oppure ci sono i capetti sbafandi che ti fanno mobbing).

 

Riepeto, mi reputo una persona molto umile, ma sicuramente qualcosa deve essere cambiata nella mentalita' lavorativa in Italia ed in generale nei paesi latini. Secondo me deriva da qualche retaggio storico culturale medievale la mentalita' del 'capetto malvagio' e poi ci sono al di sotto i sudditi. Poi per quanto riguarda la mentalita' del clientelismo e raccomandazioni, sicuramente e' retaggio della mentalita' spagnola e baronaggio (sopratutto in sud italia)

  • Like 2

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi Subito

Sei già registrato? Accedi da qui.

Accedi Adesso

  • Navigazione Recente   0 utenti

    Nessun utente registrato visualizza questa pagina.

×