Vai al contenuto
Villeneuve

La rivalità che ha distrutto la F1 (tricolore)

Post raccomandati

Dopo un po' di riflessioni volevo condividere con voi queste riflessioni che ho formulato pensando alla svolta che la F1 ebbe col finire degli anni Cinquanta.

 

Alla partenza del Campionato di F1 avevamo in gioco Alfa Romeo, Lancia e Ferrari, e successivamente si aggiunse la Maserati. Quattro scuderie italiane di altissimo livello.

 

Dopodiché rimase in campo, per ragioni di taglio diverso, solo Maranello.

 

Ecco, io penso che il problema della F1 moderna, e del tifo italiano in particolare, derivi da questo. Da questa rivalità abortita tra le Case italiane che ha portato il tifoso ad amare solo e solamente la Ferrari. Che doveva vincere sempre. E, per farlo, doveva puntare su tecnici e piloti di un determinato calibro.

 

Siamo ormai giunti ad un interesse per i giovani puramente di facciata (la Scuderia non può permettersi di allevare in casa un pilota col rischio di mancati ritorni in termini sportivi: deve sempre vincere, di conseguenza ecco Vettel-Raikkonen anziché Bianchi-Raikkonen).

 

E tutto ciò ha svantaggiato i giovani italiani privi di valigia che si sono trovati senza un naturale sbocco nella F1. L'Inghilterra ha avuto per anni Williams, Lotus, McLaren, Brabham, Tyrrel e così via che hanno alimentato la filiera di inglesi. L'arrivo di Schumacher ha chiamato alle armi i tedeschi, che sono promossi dalle attività sportive di Mercedes, Volkswagen e BMW nelle categorie minori (ed è per questo che esiste un campionato tedesco di F3, una muta di piloti germanici in F1, DTM, Endurance e così via).

 

In Ferrari abbiamo un tifo che scema quando la Ferrari perde. I piloti italiani non hanno la possibilità di costruirsi un'immagine perché in Italia rimarranno sempre piloti Ferrari. E così via.

 

Non sarebbe stato molto meglio per lo sport e l'automobilismo italiano in generale se fosse rimasta almeno la Maserati, e ad alti livelli si intende (ovvio)?

 

Un tifo più acceso e meno ondulante, dati TV più stabili, maggior peso politico sportivo italiano e più italiani nel Circus.

 

O ho detto solo un ammasso di idiozie?

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

Diciamo che tutto deriva da un fatto storico.

Negli anni 60 la F1 cambò volto: i grandi costruttori abbandonarono (non dimentichiamoci la Mercedes) e subentrarono le piccole scuderie inglesi che dominarono le scena fino agli anni 90.

La Ferrari fu solo un'eccezione ed è per questo che acquistò fascino con gli anni.

 

C'è da dire che di scuderie italiane ne abbiamo avute a bizzeffe

Il caso più eclatante fu quello della Benetton, inglese solo formalmente fino al 95 mi pare.

Poi divenne italiana e vi fece anche correre giovani piloti italiani (Fisichella su tutti) ma nessuno tifava per questo binomio italiano.

E del resto un popolo che fischia Patrese a Imola '83 perchè in lotta con una Ferrari non ha alcuna chance di redenzione

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

Sì ma era già nata "la Ferrari". Se fosse stata solo la Ferrari?

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

mah... bisognerebbe capire se negli anni 50 il fascino della Ferrari nel mondo fosse al livello di quello della Maserati & co...

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

Beh, non credo che abbia distrutto la F1 tricolore. Semplicemente, i tempi cambiano e le cose si evolvono. Non penso che sia stato il tifo ferrarista ad affossare Alfa Romeo, Maserati e Lancia. E' che queste ultime tre sono uscite di scena, per ragioni indipendenti, mentre la Ferrari è rimasta.

Poi, il tifo ferrarista, con tutte le accezioni e le peculiarità (vedi Imola 83), è un capitolo a sè.

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

Più precisamente l'attuale crisi del tricolore in F1 va di pari passo con la crisi economico-sociale che attanaglia l'Italia da molti anni. Quando crescerà l'Italia (spero vivamente che ciò possa succedere il più presto possibile, anche se non si vedono ancora avvisaglie: buttate a mare i politici attuali e sostituiteli con gente onesta e che ami il proprio paese, se esiste...) allora imprese importanti e forti torneranno ad investire anche in F1, consentendo anche ai piloti italiani di comprarsi un sedile.

 

Il successo tedesco, in ogni campo, è dovuto al migliore funzionamento del paese, rispetto a molti altri.

 

In F1 era bello avere la Merzario, la Tecno, l'Osella, la Minardi, l'Alfa Romeo (quando tornò ebbe subito un discreto seguito...), la Scuderia Italia... peccato non ci siano più.

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

buttate a mare i politici attuali e sostituiteli con gente onesta e che ami il proprio paese, se esiste...)

:idolo:

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

Perchè gli italiani tifano ferrari?

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

Diciamo che tutto deriva da un fatto storico.

Negli anni 60 la F1 cambò volto: i grandi costruttori abbandonarono (non dimentichiamoci la Mercedes) e subentrarono le piccole scuderie inglesi che dominarono le scena fino agli anni 90.

La Ferrari fu solo un'eccezione ed è per questo che acquistò fascino con gli anni.

 

C'è da dire che di scuderie italiane ne abbiamo avute a bizzeffe

Il caso più eclatante fu quello della Benetton, inglese solo formalmente fino al 95 mi pare.

Poi divenne italiana e vi fece anche correre giovani piloti italiani (Fisichella su tutti) ma nessuno tifava per questo binomio italiano.

E del resto un popolo che fischia Patrese a Imola '83 perchè in lotta con una Ferrari non ha alcuna chance di redenzione

 

Casomai era il contrario. La Benetton, impresa italiana, acquistò Toleman e Spirit nel 1985 (dopo essersi stufata di fare lo sponsor senza risultati) e si fece la squadra propria formalmente italiana (prima la sola proprietà, dal 1996 anche la licenza) ma la squadra è sempre rimasta strettamente inglese, con sede in Inghilterra e tenuta tecnicamente da Pat Symonds e Rory Byrne, e poi anche John Barnard brevemente e Ross Brawn, con otto anni di stretta collaborazione con la Cosworth. Alla fine gli italiani sono stati Fabi, Briatore, Nannini, Patrese, Fisichella ma tutti per le loro capacità, non per la nazionalità.

 

Segnalo che negli anni '50, la partecipazione di ALFA Romeo si limitò a due sole stagioni (le prime due) mentre la Lancia corse anche meno. Solo la Maserati fu una presenza fissa per i primi nove anni del mondiale. Ci sono state apparizioni isolate di Cisitalia, ATS, De Tomaso, Tecno ma solo con Merzario e Osella cominciarono ad esserci più squadre italiane, ma ormai la Ferrari era la Ferrari e il resto delle squadre italiane erano squadre di secondo livello. Purtroppo non ci fu in Italia a fine anni '50 la formazione di garagisti che avrebbero potuto tenere botta agli inglesi. Da segnalare che squadre storiche come Lotus, Brabham, Cooper e Tyrrell (che esiste ancora sotto le spoglie della Mercedes Benz campione del mondo) avevano cominciato con piccole vetturette nelle formule minori. Forse solo McLaren è partito in quarta subito in F1 ma al tempo la cosa era fattibile anche con relative poche risorse.

 

Attualmente, in Italia manca una vera passione per i motori. Gli autodromi sono letteralmente deserti. Se qualche volta GT Open, WTCC e Superstars fanno da 10.000 a 20.000 spettatori, si parla di miracolo. Sono dell'idea che un paese industrializzato come l'Italia dovrebbe avere semplicemente due "circus", uno per vetture a ruote coperte e uno per monoposto. Nel primo ci fai correre vetture turismo puramente stradali, poi una serie con poca preparazione e una classe GT, nel secondo ci metti F4, F.Renol ed F3. Tutto il resto dei monomarca del piffero devono sparire. Meglio avere una sola serie turismo con 50 iscritti e batterie di qualificazione che tre serie monomarca Ibiza, Venga e Minchiaa con 15 partenti. Il tutto dovebbe andare in diretta TV su canali "normali" (cioè uno dei primi sette) con circa 8, al massimo 10, weekend stagionali, con singola gara. Soprattutto, l'importante è che tali categorie dovrebbero avere importanza per sè stesse, non come "trampolino di lancio" visto che alla fine nessuna porta da nessuna parte. Mi seguite?

Condividi questo messaggio


Link al post
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi Subito

Sei già registrato? Accedi da qui.

Accedi Adesso

  • Navigazione Recente   0 utenti

    Nessun utente registrato visualizza questa pagina.

×