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Yellow

11/09/2001

  

29 utenti hanno votato

  1. 1. Qual'? la verit? secondo voi?

    • Attentato da parte del terrorismo islamico
    • Tutto concordato dai servizi segreti, Al Queda solo capro espiatorio
    • USA e talebani avevano un accordo
    • Gli USA sapevano ma non sono volontariamente intervenuti
    • Qualcosa non quadra, ma gli USA non c'entrano niente
    • Altro (specificare)


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E non c'? un'ala, un motore, il timone......niente solo un (1) pezzo di lamiera accartocciata con delle striscia rosse e blu.

 

Mi sembra un po' poco, considerando che dai danni all'edificio si vede chiaramente che sarebbe penetrata solo la carlinga dato che non ci sono danni orizzontali provocati dalle ali.

 

Per non parlare della mancanza di qualsiasi segno provocato dallo strisciare dell'aereo sul terreno, visto che il punto dell'impatto ? cos? basso.

 

 

 

Diciamo che ? stato un'auto o un furgone imbottito di esplosivo a far saltare il Pentagono, perch? di aerei non se ne vede traccia.

 

Vuol dire che non hai visto le immagini che ho postato prima, qui c'? anche l'evidente impatto delle ali? non so' come faccia dell'esplosivo a creare danni direzionali comq questi creati dalle ali

 

603644000034.jpg Uploaded with ImageShack.us

Modificato da tigre

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Questo non significa che gli USA si siano fatti un auto attentato, teoria che non solo non ha nessuna prova, ma ? implausibile.

 

Riporto un post del blog perlecomplottiste che corrisponde al mio pensiero.

 

http://complottismo.blogspot.com/search?updated-max=2011-09-15T07%3A00%3A00%2B02%3A00&max-results=1

 

"Ci scusiamo con i nostri lettori se la Perla di oggi non ? una vera e propria Perla, ma la pubblicazione coincide con il decimo anniversario della tragedia dell'11 settembre e riteniamo doveroso dedicare la home page, questa settimana, al ricordo di quel devastante evento e delle migliaia di persone che quel giorno non rientrarono alle proprie abitazioni, vittime innocenti della follia sanguinaria di terroristi guidati da un aberrante fanatismo religioso.

 

Abbiamo dedicato numerosissime Perle alle baggianate dei complottisti che tentano di insinuare dubbi sui fatti e sulle responsabilit? di quella tragedia, animati da un fanatismo ideologico del tutto assimilabile.

 

C'? una differenza, certo.

 

I terroristi di Al-Qaeda combattono contro una civilt? alla quale non appartengono e che considerano un odiato nemico. Si immolano coscientemente per questo fine.

 

I complottisti odiano la stessa civilt? di cui fanno parte, la stessa civilt? che gli permette di vivere liberamente e di prosperare, approfittano delle tragedie come avvoltoi e sfruttano i vantaggi della societ? in cui vivono come sanguisughe.

 

Accusano il sistema giudiziario di essere complice o acquiescente nei confronti dei fantomatici cospiratori ma non esitano a chiedere protezione a quello stesso sistema quando vengono derisi per le loro corbellerie.

 

Affermano che i media sono al soldo dei padroni ma non perdono occasione per mettere in mostra se stessi e le proprie teorie su quegli stessi media.

 

Predicano ribrezzo per il sistema economico e finanziario ma fanno di tutto per mettersi in tasca i quattrini gabbati rifilando film, libri e spazi pubblicitari.

 

Ci sono siti in cui si sparla delle logiche del denaro mentre a margine appaiono i banner che pubblicizzano ogni sorta di prodotto commerciale e finanziario.

 

Nei forum dei complottisti, decine di esaltati esultano quando un programma televisivo o una testata giornalistica concede un pochino di spazio alle loro teorie.

 

Dopo dieci anni, sono ancora a questi livelli, con i cervelli bloccati su ipotesi di complotto definitivamente cestinate dalla storia, com'? dimostrato dai circa novanta principali eventi commemorativi che si terranno in USA nella sola giornata dell'11 settembre (copia di backup).

 

Nel nostro piccolo, dedichiamo questa home page alle vittime dell'11 settembre e un pensiero speciale alle centinaia di vigili del fuoco e poliziotti che diedero la vita per salvare la gente intrappolata nelle Twin Tower.

 

Il loro sacrificio segna l'incolmabile divario tra la nostra civilt? e i nostri nemici: i terroristi immolarono le loro vite per ucciderne altre; i nostri eroi sacrificarono le proprie per salvarne altre."

Modificato da Phoebe4Ever

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ma l'esplosione dei serbatoi ? se c? stata non ha provocato alcun danno, forse i serbatoi erano praticamente vuoti ?

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ma l'esplosione dei serbatoi ? se c? stata non ha provocato alcun danno, forse i serbatoi erano praticamente vuoti ?

in che senso nessun danno?

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Il problema ? che come tutte le teorie compolottiste queste ultime non accreditano a nessuna entit? l'attentato, un po' come JFK, chi fu i servizi segreti o la mafia, o tuttedue? o forse nessuno dei due anche quello ? complotto :asd:

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--

 

Capite che una teoria complottista, se partiamo dall'assunto che la verit? ufficiale va dimostrata, ? facile da costruire e impossibile da confutare?

 

Il fatto che Bin Laden abbia rivendicato l'attentato ? la prova provata che l'attentato l'ha rivendicato lui. Il fatto che ci sono i filmati degli aerei che si schiantano contro le torri ? la prova provata che degli aerei sono stati spediti contro le torri. Certo che se dico che gli aerei li ha guidati una persona pagata da Bush, come fate a confutarmi? Ma l'affermazione devo essere io a provarla e non gli altri a confutarla. Capito come funziona il metodo storico? Non ? che si propone una teoria e questa ? valida finch? non arriva uno che la confuta. Servono prove. La prova dell'auto attentato qual'??

 

Io ho fatto l'esempio apposta di un paradosso, non certo per scherzare ma per illustrare che il modo di ragionare dei complottisti ? di per s? sbagliato. Peraltro, il complottismo ? bello perch? confutata una versione se ne pu? inventare un'altra e cos? all'infinito.

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Esatto potremmo trovare diverse altre versioni, siccome non ? stato visto dalle telecamere pu? darsi che sia stato pure l'uomo ragno. Il complottista ha compito semplicissimo nel trovare sempre nuove strade per giustificare un tale evento.

Dell'esplosione di cui parla MagficSenna non capisco a quale si riferisca, l'esplosione si vede anche nel filmato delle telecamere del parcheggio. Inoltre non vorrei sbagkliarmi ma in quel filmato si vedono anche molti detriti volare via, non mi sembrano pezzi del pentagono che in cemento armato e quindi molto pesantiu, ipotizzo che possano trattarsi di pezzi di ala dell'aereo

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Caro Beyond, la verit? ufficiale non abbisogna di NESSUNA ARGOMENTAZIONE, se mai il contrario, ossia le teorie complottiste andrebbero supportate con prove.

Forse non hai capito o non hai voluto capire (tu hai troppe certezze per porti delle domande e cercare la verit?): ? la versione ufficiale che ? piena zeppa di cose che non stanno n? in cielo n? in terra. Poi tu sei libero di prendere per vangelo qualunque cosa ti vogliono far credere (scommettiamo che, se il governo USA dicesse che ? stato ET col raggio della morte, cominceresti a sostenere fermamente questa teoria?), sei libero di credere che 3 edifici in acciaio siano crollati verticalmente a causa del fuoco nello stesso giorno e nello stesso luogo (cosa che non ? mai successa una sola volta) che uno di questi edifici era perfettamente integro e si ? suicidato per la solitudine, che Silverstein abbia avuto un c*lo sfondato, che il NORAD quel giorno si rigirava i pollici (nel 2001 ? successo pi? di 60 volte che un aereo volasse dove non avrebbe dovuto: in ogni caso, un caccia lo ha raggiunto dopo 10 minuti scarsi), che la gente che ha sentito le esplosioni era sotto effetto di crack tagliato male, che le pozze di acciaio fuso fossero di qualche strano materiale alieno e non acciaio, che Bush avesse gi? bello e pronto il piano per l'invasione dell'Afghanistan perch? Bin Laden gli ? apparso in sogno, che un 757 faccia un buco di 4 metri e si disintegri senza lasciar traccia, etc etc...

Ma cerca di non trascinare nel cesso una discussione che fino ad ora non era da terza elementare. Molte grazie, signor Elvis.

Modificato da S. Bellof

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Guarda, io sostengo che l'11 settembre l'ha organizzato ET l'extraterrestre che ha dirottato gli aerei col raggio della morte. Dimostrami che ? falso?

 

Chi sostiene un'affermazione, deve dimostrare.

 

Chi contesta quell'affermazione (perch? non ? stata sufficientemente provata) non deve dimostrare.

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Io non vedo grossi pezzi di rottami, un pezzo del velivolo, un motore incompatibile con quello di un aereo di quelle dimensioni e qualche pezzettino qua e l?, totalmente incompatibile con quello di altri incidenti aerei. Certo, non capita tutti i giorni che un aereo vada contro un edificio, ma i danni alla facciata sono minimi e i motori in ogni caso dovevano essere recuperati. Inoltre su 85 telecamere questo ? il max che riescono a farci vedere? Questo va di pari passo con le magiche prove dell'aereo ua-93, fatte conoscere alla stampa... nel 2006, casualmente durante il processo di uno degli attentatori. Se ci aggiungiamo che questo aereo ? arrivato al pentagono dopo essersi fatto un bel giro turistico per la Virginia senza che ne le batterie anti missili ne i caccia lo abbiano intercettato, beh non so voi ma io ho molti dubbi.

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Forse non hai capito o non hai voluto capire (tu hai troppe certezze per porti delle domande e cercare la verit?): ? la versione ufficiale che ? piena zeppa di cose che non stanno n? in cielo n? in terra. Poi tu sei libero di prendere per vangelo qualunque cosa ti vogliono far credere (scommettiamo che, se il governo USA dicesse che ? stato ET col raggio della morte, cominceresti a sostenere fermamente questa teoria?),[...]

 

Infatti che il governo USA si sia autofatto un attentato ? una cosa realistica e supportata da tante prove. L'undici settembre ? stato organizzato e compito da Al Qaeda, fine stop. Il resto sono teorie paranoidi assurde e prive di riscontri.

 

 

 

Chi sostiene un'affermazione, deve dimostrare.

 

Chi contesta quell'affermazione (perch? non ? stata sufficientemente provata) non deve dimostrare.

 

Dai Sun, il giochino ? chiaro: la riscostruzione ha qualche buco e allora ? vera la teoria del complotto? Teora che per? non va dimostrata ma si autodimostra. Teoria che automuta ogni volta che uno di quei famosi dettagli viene spiegato o che una di quelle famose confutazioni viene a sua volta confutata (la nanotermite ecc..) Cio? io devo provare che ? stato Bin Laden ma voi non dovete provare che ? stato Bush?

 

Dove sono queste prove dell'autoattentato?

 

Ripeto, ? facile fare del complottismo perch? ad ogni giro si pu? inventare una storia di versa per poi pretendere che qualcuno dia la prova negativa di quella teoria, prova che come tale non si pu? dare.

 

Allora dobbiamo dar credito a chi parla dell'autocomplotto degli ebrei, che nei campi di concentramento nazisti c'erano docce e non camere a gas ecc..

 

Quando decidere di parlare dell'undici settembre per quello che ? stato, ossia come attentato organizzato da Al Qaeda, per le teorie del fanatismo islamico, fatemi un fischio.

 

Capisco che tutto quello che di cattivo accade al mondo sia colpa degli USA-Israele-Vaticano e del complotto ebraico-massonico, ma servono le prove, che non esistono.

 

Ps: fate una cortesia e cambiate il titolo, in 11/09/2001 teorie del complotto.

Modificato da Phoebe4Ever

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Phoebe, stai deragliando totalmente.

 

Io non sto dicendo che "? stato Tizio o Caio".

 

Qualcuno mi dice che un fatto ? avvenuto, ed ? avvenuto in un certo modo.

 

Quelle modalit? in tanti punti non sono credibili.

 

Ma non sto mica elaborando una "teoria"! Io sto solo contestando il fatterello che mi ? stato raccontato. Punto.

 

Se tu mi racconti un fatterello in cui, dopo che degli aerei vanno contro dei palazzi, ci sono poi tre palazzi che crollano in modo perfettamente allineato, non rimane nulla di nulla, tutta polvere, ma rimangono i passaporti di alcuni terroristi e un Corano intatti, sul Pentagono un aereo si polverizza davanti alla parete, e questa rimane in piedi mezz'ora coi vetri intatti (!!) e se io ti rispondo che, secondo la scienza ed esperienza, non ? possibile che avvenga tutto ci?, non devo assolutamente portare alcuna prova.

 

Sei tu che stai affermando l'avverarsi di qualcosa, e sei tu che devi provare che le cose siano davvero andate come mi stai raccontando.

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Ripeto, fate troppi giochini. State affermando che l'attentato l'ha auto-organizzato Bush. Dove sono le prove?

Troppo comodo mettere in dubbio i fatti per far passare una teoria, che non ? neanche troppo malcelata: Voi sostente che l'attentato se lo sono fatti gli usa, poi sono andati l? hanno messo un corano, dei passaporti per dare colpa a quei poveri agnellini di al qaeda. Dove sono le prove? Dov'? la plausibilit??

I complotti sono belli perch? se non ci sono le prove uno pu? dire che quelli che hanno ordito il complotto le hanno distrutte e quella diventa la prova del complotto. Ma sono giochini che non mi incantano. La verit? ? quella a cui tutti abbiamo assistito.

 

---

 

 

Per chi vuole ricordare seriamente la tragedia delle torri

 

L'incipit ? questo ..

 

LA RABBIA E L' ORGOGLIO

un cretino e un bugiardo. Ma nella Vita e nella Storia vi sono casi in cui non ? lecito aver paura. Casi in cui aver paura ? immorale e incivile. E quelli che, per debolezza o mancanza di coraggio o abitudine a tenere il piede in due staffe si sottraggono a questa tragedia, a me sembrano masochisti. *** Masochisti, s?, masochisti. Perch? vogliamo farlo questo discorso su ci? che tu chiami Contrasto-fra-le-Due-Culture? B?, se vuoi proprio saperlo, a me d? fastidio perfino parlare di due culture: metterle sullo stesso piano come se fossero due realt? parallele, di uguale peso e di uguale misura. Perch? dietro la nostra civilt? c' ? Omero, c' ? Socrate, c' ? Platone, c' ? Aristotele, c' ? Fidia, perdio. C' ? l' antica Grecia col suo Partenone e la sua scoperta della Democrazia.

 

Qui prosegue: http://archiviostorico.corriere.it/2001/settembre/29/RABBIA_ORGOGLIO_co_0_01092911193.shtml

Modificato da Phoebe4Ever

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ma dove sta scritto che volare rasente al suolo per poche centinaia di metri per 1-2 secondi ? una manovra contro le leggi della fisica? io so che quando hanno provato la cosa al simulatore molti ci sono riusciti.

 

Risegnalo questo link visto che ? stato saltato a pie' pari :asd: spiega per filo e per segno se la manovra ? possibile

http://www.aerospaceweb.org/question/conspiracy/q0274.shtml

 

E' interessante leggerlo tutto, ma basta anche la parte finale

 

This question of whether an amateur could have flown Flight 77 into the Pentagon was also posed to a colleague who previously worked on flight control software for Boeing airliners. Brian F. (he asked that his last name be withheld) explained, "The flight control system used on a 757 can certainly overcome any ground effect. ... That piece of software is intended to be used during low speed landings. A high speed dash at low altitude like [Flight 77] made at the Pentagon is definitely not recommended procedure ... and I don't think it's something anyone specifically designs into the software for any commercial aircraft I can think of. But the flight code is designed to be robust and keep the plane as safe as possible even in unexpected conditions like that. I'm sure the software could handle that kind of flight pattern so long as the pilot had at least basic flight training skills and didn't overcompensate too much."

 

Brian also consulted with a pair of commercial airline pilots who decided to try this kind of approach in a flight training simulator. Although the pilots were not sure the simulator models such scenarios with complete accuracy, they reported no significant difficulties in flying a 757 within an altitude of tens of feet at speeds between 350 and 550 mph (565 to 885 km/h) across smooth terrain. The only issue they encountered was constant warnings from the simulator about flying too fast and too low. These warnings were expected since the manufacturer does not recommend and FAA regulations prohibit flying a commercial aircraft the way Flight 77 was flown. These restrictions do not mean it is impossible for a plane to fly at those conditions but that it is extremely hazardous to do so, and safety was obviously not a concern to the terrorists on September 11. An aircraft flying at those high speeds at low altitude would also likely experience shaking due to the loads acting on it, but commercial aircraft are designed with at least a 50% safety margin to survive such extremes.

 

One of the pilots summarized his experiences by stating, "This whole ground effect argument is ridiculous. People need to realize that crashing a plane into a building as massive as the Pentagon is remarkably easy and takes no skill at all. Landing one on a runway safely even under the best conditions? Now that's the hard part!" While he may have been exaggerating a bit for effect, he does raise a valid point that flying skillfully and safely is much more difficult than flying as recklessly as the terrorists did on September 11.

 

One of the most interesting quotes comes from Afework Hagos who commented on the plane see-sawing back and forth, suggesting that the pilot was struggling to keep the plane level in either pitch or roll or perhaps both. Hagos was stuck in traffic near the Pentagon when the 757 passed overhead. He reported, "There was a huge screaming noise and I got out of the car as the plane came over. It was tilting its wings up and down like it was trying to balance." Another eyewitness named Penny Elgas also referred to the plane rocking back and forth while Albert Hemphill commented that, "He was slightly left wing down as he appeared in my line of sight, as if he'd just 'jinked' to avoid something." These observations were further confirmed by Mary Ann Owens, James Ryan, and David Marra who described the plane's wings as "wobbly" when it "rolled left and then rolled right" and the pilot "tilted his wings, this way and in this way."

Modificato da Mistral

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Per dei piloti esperti poteva anche essere possibile. Per Hani Hanjour, che non ne aveva mai pilotato uno, NO. E poi, a parte questo Brian F., ci sono tantissimi piloti che negano fosse cos? facile, tutt'altro.

Phoebe, per un attimo lascia stare la tua Fede Assoluta e Incrollabile (e poi chi ha mai detto che quelli di Al Qaida fossero agnellini?) e dimmi: per quali motivo sono crollate le torri e la 7 in particolare?

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Ci sono anche le evidenze che parlano chiaro comunque. La sagoma dell'aereo visto dalla telecamera posta al parcheggio, i segni delle ali, le testimonbianze oculari i passeggeri spariti, le chimate telefoniche, i danni laterali, e molto altrio ancora. Noi che crediamo a queste evidenze abbiamo un compito abbastanza semplice nel renderle evidenti, un po' magari pi? difficile a far combaciare qualche stranezza. Il complottista in genere cerca le stranezze ovunque e poi le presenta non fornendo nessuna prova o teoria alternativa e ha un compito semplicissimo ma difficilmente pu? essere credibile poerch? le evidenze sono tutte o quasi contro di lui.

 

 

Interessante quell'articolo sull'effetto suolo; in pratica afferma che pi? voli basso piu' puoi rimanere diritto aumentando la velocit?., Anche il rollio sulla pista di atterraggio ? diverso perch? la velocit? ? inferiore rispetto a quella ritrovata sulla scatola nera

Modificato da tigre

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Capite che una teoria complottista, se partiamo dall'assunto che la verit? ufficiale va dimostrata, ? facile da costruire e impossibile da confutare?

 

Il fatto che Bin Laden abbia rivendicato l'attentato ? la prova provata che l'attentato l'ha rivendicato lui. Il fatto che ci sono i filmati degli aerei che si schiantano contro le torri ? la prova provata che degli aerei sono stati spediti contro le torri. Certo che se dico che gli aerei li ha guidati una persona pagata da Bush, come fate a confutarmi? Ma l'affermazione devo essere io a provarla e non gli altri a confutarla. Capito come funziona il metodo storico? Non ? che si propone una teoria e questa ? valida finch? non arriva uno che la confuta. Servono prove. La prova dell'auto attentato qual'??

 

per dire che la versione ufficiale fa acqua da tutte le parti non bisogna certo dimostrare che ? stato tizio o caio...

tu spiegami come si ? potuto ritrovare in tonnellate e tonnellate di macerie la bandana e il passaporto di qualche terrorista! tralasciando il fatto che si dovrebbero essere smaterializzati nell'esplosione...

 

e comunque ? vero che ci sono teorie complottistiche senza fondamento, basti pensare a quelle con i numeri!!! ci? non toglie che la versione ufficiale non convince, che molte persone chiedono la verit? per i proprio cari persi e non hanno una risposta da 10anni oramai...

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Per dei piloti esperti poteva anche essere possibile. Per Hani Hanjour, che non ne aveva mai pilotato uno, NO. E poi, a parte questo Brian F., ci sono tantissimi piloti che negano fosse cos? facile, tutt'altro.

Phoebe, per un attimo lascia stare la tua Fede Assoluta e Incrollabile (e poi chi ha mai detto che quelli di Al Qaida fossero agnellini?) e dimmi: per quali motivo sono crollate le torri e la 7 in particolare?

ma ti rendi conto di quello che dici?

primo, uno ti riporta una fonte con gente esperta che dichiara, dopo averlo provato, che la cosa ? del tutto fattibile. e tu che rispondi, eh ma non mi fido di questa testimonianza. e sticazzi direi!

 

poi l'altra cosa assurda, il terrorista non era abbastanza esperto, quindi ? impossibile. e sticazzi di nuovo, bella prova dell'impossibilit?!

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Per chi vuole ricordare seriamente la tragedia delle torri

 

L'incipit ? questo ..

 

LA RABBIA E L' ORGOGLIO

un cretino e un bugiardo. Ma nella Vita e nella Storia vi sono casi in cui non ? lecito aver paura. Casi in cui aver paura ? immorale e incivile. E quelli che, per debolezza o mancanza di coraggio o abitudine a tenere il piede in due staffe si sottraggono a questa tragedia, a me sembrano masochisti. *** Masochisti, s?, masochisti. Perch? vogliamo farlo questo discorso su ci? che tu chiami Contrasto-fra-le-Due-Culture? B?, se vuoi proprio saperlo, a me d? fastidio perfino parlare di due culture: metterle sullo stesso piano come se fossero due realt? parallele, di uguale peso e di uguale misura. Perch? dietro la nostra civilt? c' ? Omero, c' ? Socrate, c' ? Platone, c' ? Aristotele, c' ? Fidia, perdio. C' ? l' antica Grecia col suo Partenone e la sua scoperta della Democrazia.

 

Qui prosegue: http://archiviostorico.corriere.it/2001/settembre/29/RABBIA_ORGOGLIO_co_0_01092911193.shtml

 

Io l'ho letta, ma tu non essere scorretto, e leggiti INTERAMENTE la risposta di Tiziano Terzani:

 

Lettera di Tiziano Terzani in risposta alle invettive razziste di Oriana Fallaci contro l'islam e i mediorientali.

 

 

di Tiziano Terzani

 

Oriana, dalla finestra di una casa poco lontana da quella in cui anche tu sei nata, guardo le lame austere ed eleganti dei cipressi contro il cielo e ti penso a guardare, dalle tue finestre a New York, il panorama dei grattacieli da cui ora mancano le Torri Gemelle. Mi torna in mente un pomeriggio di tanti, tantissimi anni fa quando assieme facemmo una lunga passeggiata per le stradine di questi nostri colli argentati dagli ulivi. Io mi affacciavo, piccolo, alla professione nella quale tu eri gia' grande e tu proponesti di scambiarci delle "Lettere da due mondi diversi": io dalla Cina dell'immediato dopo-Mao in cui andavo a vivere, tu dall'America. Per colpa mia non lo facemmo. Ma e' in nome di quella tua generosa offerta di allora, e non certo per coinvolgerti ora in una corrispondenza che tutti e due vogliamo evitare, che mi permetto di scriverti. Davvero mai come ora, pur vivendo sullo stesso pianeta, ho l'impressione di stare in un mondo assolutamente diverso dal tuo.

 

Ti scrivo anche - e pubblicamente per questo - per non far sentire troppo soli quei lettori che forse, come me, sono rimasti sbigottiti dalle tue invettive, quasi come dal crollo delle due Torri. La' morivano migliaia di persone e con loro il nostro senso di sicurezza; nelle tue parole sembra morire il meglio della testa umana - la ragione; il meglio del cuore - la compassione.

 

Il tuo sfogo mi ha colpito, ferito e mi ha fatto pensare a Karl Kraus. "Chi ha qualcosa da dire si faccia avanti e taccia", scrisse, disperato dal fatto che, dinanzi all'indicibile orrore della Prima Guerra Mondiale, alla gente non si fosse paralizzata la lingua. Al contrario, gli si era sciolta, creando tutto attorno un assurdo e confondente chiacchierio. Tacere per Kraus significava riprendere fiato, cercare le parole giuste, riflettere prima di esprimersi. Lui uso' di quel consapevole silenzio per scrivere Gli ultimi giorni dell'umanita', un'opera che sembra essere ancora di un'inquietante attualita'.

 

Pensare quel che pensi e scriverlo e' un tuo diritto. Il problema e' pero' che, grazie alla tua notorieta', la tua brillante lezione di intolleranza arriva ora anche nelle scuole, influenza tanti giovani e questo mi inquieta.

 

Il nostro di ora e' un momento di straordinaria importanza. L'orrore indicibile e' appena cominciato, ma e' ancora possibile fermarlo facendo di questo momento una grande occasione di ripensamento. E un momento anche di enorme responsabilita' perche' certe concitate parole, pronunciate dalle lingue sciolte, servono solo a risvegliare i nostri istinti piu' bassi, ad aizzare la bestia dell'odio che dorme in ognuno di noi ed a provocare quella cecita' delle passioni che rende pensabile ogni misfatto e permette, a noi come ai nostri nemici, il suicidarsi e l'uccidere. "Conquistare le passioni mi pare di gran lunga piu' difficile che conquistare il mondo con la forza delle armi. Ho ancora un difficile cammino dinanzi a me", scriveva nel 1925 quella bell'anima di Gandhi. Ed aggiungeva: "Finche' l'uomo non si mettera' di sua volonta' all'ultimo posto fra le altre creature sulla terra, non ci sara' per lui alcuna salvezza".

 

E tu, Oriana, mettendoti al primo posto di questa crociata contro tutti quelli che non sono come te o che ti sono antipatici, credi davvero di offrirci salvezza? La salvezza non e' nella tua rabbia accalorata, ne' nella calcolata campagna militare chiamata, tanto per rendercela piu' accettabile, "Liberta' duratura".

 

O tu pensi davvero che la violenza sia il miglior modo per sconfiggere la violenza? Da che mondo e' mondo non c'e' stata ancora la guerra che ha messo fine a tutte le guerre. Non lo sara' nemmeno questa.

 

Quel che ci sta succedendo e' nuovo. Il mondo ci sta cambiando attorno. Cambiamo allora il nostro modo di pensare, il nostro modo di stare al mondo. E una grande occasione. Non perdiamola: rimettiamo in discussione tutto, immaginiamoci un futuro diverso da quello che ci illudevamo d'aver davanti prima dell'11 settembre e soprattutto non arrendiamoci alla inevitabilita' di nulla, tanto meno all'inevitabilita' della guerra come strumento di giustizia o semplicemente di vendetta.

 

Le guerre sono tutte terribili. Il moderno affinarsi delle tecniche di distruzione e di morte le rendono sempre piu' tali. Pensiamoci bene: se noi siamo disposti a combattere la guerra attuale con ogni arma a nostra disposizione, compresa quella atomica, come propone il Segretario alla Difesa americano, allora dobbiamo aspettarci che anche i nostri nemici, chiunque essi siano, saranno ancor piu' determinati di prima a fare lo stesso, ad agire senza regole, senza il rispetto di nessun principio. Se alla violenza del loro attacco alle Torri Gemelle noi risponderemo con una ancor piu' terribile violenza - ora in Afghanistan, poi in Iraq, poi chi sa dove -, alla nostra ne seguira' necessariamente una loro ancora piu' orribile e poi un'altra nostra e cosi' via.

 

Perche' non fermarsi prima? Abbiamo perso la misura di chi siamo, il senso di quanto fragile ed interconnesso sia il mondo in cui viviamo, e ci illudiamo di poter usare una dose, magari "intelligente", di violenza per mettere fine alla terribile violenza altrui.

 

Cambiamo illusione e, tanto per cominciare, chiediamo a chi fra di noi dispone di armi nucleari, armi chimiche e armi batteriologiche - Stati Uniti in testa - d'impegnarsi solennemente con tutta l'umanita' a non usarle mai per primo, invece di ricordarcene minacciosamente la disponibilita'. Sarebbe un primo passo in una nuova direzione. Non solo questo darebbe a chi lo fa un vantaggio morale - di per se' un'arma importante per il futuro -, ma potrebbe anche disinnescare l'orrore indicibile ora attivato dalla reazione a catena della vendetta. In questi giorni ho ripreso in mano un bellissimo libro (peccato che non sia ancora in italiano) di un vecchio amico, uscito due anni fa in Germania. Il libro si intitola Die Kunst, nicht regiert zu werden: ethische Politik von Sokrates bis Mozart (L'arte di non essere governati: l'etica politica da Socrate a Mozart). L'autore e' Ekkehart Krippendorff, che ha insegnato per anni a Bologna prima di tornare all'Universita' di Berlino. La affascinante tesi di Krippendorff e' che la politica, nella sua espressione piu' nobile, nasce dal superamento della vendetta e che la cultura occidentale ha le sue radici piu' profonde in alcuni miti, come quello di Caino e quello delle Erinni, intesi da sempre a ricordare all'uomo la necessita' di rompere il circolo vizioso della vendetta per dare origine alla civilta'.

 

Caino uccide il fratello, ma Dio impedisce agli uomini di vendicare Abele e, dopo aver marchiato Caino - un marchio che e' anche una protezione -, lo condanna all'esilio dove quello fonda la prima citta'. La vendetta non e' degli uomini, spetta a Dio.

 

Secondo Krippendorff il teatro, da Eschilo a Shakespeare, ha avuto una funzione determinante nella formazione dell'uomo occidentale perche' col suo mettere sulla scena tutti i protagonisti di un conflitto, ognuno col suo punto di vista, i suoi ripensamenti e le sue possibili scelte di azione, il teatro e' servito a far riflettere sul senso delle passioni e sulla inutilita' della violenza che non raggiunge mai il suo fine.

 

Purtroppo, oggi, sul palcoscenico del mondo noi occidentali siamo insieme i soli protagonisti ed i soli spettatori, e cosi', attraverso le nostre televisioni ed i nostri giornali, non ascoltiamo che le nostre ragioni, non proviamo che il nostro dolore.

 

A te, Oriana, i kamikaze non interessano. A me tanto invece. Ho passato giorni in Sri Lanka con alcuni giovani delle "Tigri Tamil", votati al suicidio. Mi interessano i giovani palestinesi di "Hamas" che si fanno saltare in aria nelle pizzerie israeliane. Un po' di pieta' sarebbe forse venuta anche a te se in Giappone, sull'isola di Kyushu, tu avessi visitato Chiran, il centro dove i primi kamikaze vennero addestrati e tu avessi letto le parole, a volte poetiche e tristissime, scritte segretamente prima di andare, riluttanti, a morire per la bandiera e per l'Imperatore. I kamikaze mi interessano perche' vorrei capire che cosa li rende cosi' disposti a quell'innaturale atto che e' il suicidio e che cosa potrebbe fermarli.

 

Quelli di noi a cui i figli - fortunatamente - sono nati, si preoccupano oggi moltissimo di vederli bruciare nella fiammata di questo nuovo, dilagante tipo di violenza di cui l'ecatombe nelle Torri Gemelle potrebbe essere solo un episodio.

 

Non si tratta di giustificare, di condonare, ma di capire. Capire, perche' io sono convinto che il problema del terrorismo non si risolvera' uccidendo i terroristi, ma eliminando le ragioni che li rendono tali.

 

Niente nella storia umana e' semplice da spiegare e fra un fatto ed un altro c'e' raramente una correlazione diretta e precisa. Ogni evento, anche della nostra vita, e' il risultato di migliaia di cause che producono, assieme a quell'evento, altre migliaia di effetti, che a loro volta sono le cause di altre migliaia di effetti. L'attacco alle Torri Gemelle e' uno di questi eventi: il risultato di tanti e complessi fatti antecedenti. Certo non e' l'atto di "una guerra di religione" degli estremisti musulmani per la conquista delle nostre anime, una Crociata alla rovescia, come la chiami tu, Oriana. Non e' neppure "un attacco alla liberta' ed alla democrazia occidentale", come vorrebbe la semplicistica formula ora usata dai politici. Un vecchio accademico dell'Universita' di Berkeley, un uomo certo non sospetto di anti-americanismo o di simpatie sinistrorse da' di questa storia una interpretazione completamente diversa. "Gli assassini suicidi dell'11 settembre non hanno attaccato l'America: hanno attaccato la politica estera americana", scrive Chalmers Johnson nel numero di The Nation del 15 ottobre. Per lui, autore di vari libri - l'ultimo, Blowback, contraccolpo, uscito l'anno scorso (in Italia edito da Garzanti, ndr) ha del profetico - si tratterebbe appunto di un ennesimo "contraccolpo" al fatto che, nonostante la fine della Guerra Fredda e lo sfasciarsi dell'Unione Sovietica, gli Stati Uniti hanno mantenuto intatta la loro rete imperiale di circa 800 installazioni militari nel mondo Con una analisi che al tempo della Guerra Fredda sarebbe parsa il prodotto della disinformazione del Kgb, Chalmers Johnson fa l'elenco di tutti gli imbrogli, complotti, colpi di Stato, delle persecuzioni, degli assassinii e degli interventi a favore di regimi dittatoriali e corrotti nei quali gli Stati Uniti sono stati apertamente o clandestinamente coinvolti in America Latina, in Africa, in Asia e nel Medio Oriente dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi.

 

Il "contraccolpo" dell'attacco alle Torri Gemelle ed al Pentagono avrebbe a che fare con tutta una serie di fatti di questo tipo: fatti che vanno dal colpo di Stato ispirato dalla Cia contro Mossadeq nel 1953, seguito dall'installazione dello Shah in Iran, alla Guerra del Golfo, con la conseguente permanenza delle truppe americane nella penisola araba, in particolare l'Arabia Saudita dove sono i luoghi sacri dell'Islam. Secondo Johnson sarebbe stata questa politica americana "a convincere tanta brava gente in tutto il mondo islamico che gli Stati Uniti sono un implacabile nemico".

 

Cosi' si spiegherebbe il virulento anti-americanismo diffuso nel mondo musulmano e che oggi tanto sorprende gli Stati Uniti ed i loro alleati. Esatta o meno che sia l'analisi di Chalmers Johnson, e' evidente che al fondo di tutti i problemi odierni degli americani e nostri nel Medio Oriente c'e', a parte la questione israeliano-palestinese, la ossessiva preoccupazione occidentale di far restare nelle mani di regimi "amici", qualunque essi fossero, le riserve petrolifere della regione. Questa e' stata la trappola.

 

L'occasione per uscirne e' ora.

 

Perche' non rivediamo la nostra dipendenza economica dal petrolio? Perche' non studiamo davvero, come avremmo potuto gia' fare da una ventina d'anni, tutte le possibili fonti alternative di energia?

 

Ci eviteremmo cosi' d'essere coinvolti nel Golfo con regimi non meno repressivi ed odiosi dei talebani; ci eviteremmo i sempre piu' disastrosi "contraccolpi" che ci verranno sferrati dagli oppositori a quei regimi, e potremmo comunque contribuire a mantenere un migliore equilibrio ecologico sul pianeta.

 

Magari salviamo cosi' anche l'Alaska che proprio un paio di mesi fa e' stata aperta ai trivellatori, guarda caso dal presidente Bush, le cui radici politiche - tutti lo sanno - sono fra i petrolieri.

 

A proposito del petrolio, Oriana, sono certo che anche tu avrai notato come, con tutto quel che si sta scrivendo e dicendo sull'Afghanistan, pochissimi fanno notare che il grande interesse per questo paese e' legato al fatto d'essere il passaggio obbligato di qualsiasi conduttura intesa a portare le immense risorse di metano e petrolio dell'Asia Centrale (vale a dire di quelle repubbliche ex-sovietiche ora tutte, improvvisamente, alleate con gli Stati Uniti) verso il Pakistan, l'India e da li' nei paesi del Sud Est Asiatico. Il tutto senza dover passare dall'Iran. Nessuno in questi giorni ha ricordato che, ancora nel 1997, due delegazioni degli "orribili" talebani sono state ricevute a Washington (anche al Dipartimento di Stato) per trattare di questa faccenda e che una grande azienda petrolifera americana, la Unocal, con la consulenza niente di meno che di Henry Kissinger, si e' impegnata col Turkmenistan a costruire quell'oleodotto attraverso l'Afghanistan.

 

E dunque possibile che, dietro i discorsi sulla necessita' di proteggere la liberta' e la democrazia, l'imminente attacco contro l'Afghanistan nasconda anche altre considerazioni meno altisonanti, ma non meno determinanti. E per questo che nell'America stessa alcuni intellettuali cominciano a preoccuparsi che la combinazione fra gli interessi dell'industria petrolifera con quelli dell'industria bellica - combinazione ora prominentemente rappresentata nella compagine al potere a Washington - finisca per determinare in un unico senso le future scelte politiche americane nel mondo e per limitare all'interno del paese, in ragione dell'emergenza anti-terrorismo, i margini di quelle straordinarie liberta' che rendono l'America cosi' particolare.

 

Il fatto che un giornalista televisivo americano sia stato redarguito dal pulpito della Casa Bianca per essersi chiesto se l'aggettivo "codardi", usato da Bush, fosse appropriato per i terroristi-suicidi, cosi' come la censura di certi programmi e l'allontanamento da alcuni giornali, di collaboratori giudicati non ortodossi, hanno aumentato queste preoccupazioni. L'aver diviso il mondo in maniera - mi pare - "talebana", fra "quelli che stanno con noi e quelli contro di noi", crea ovviamente i presupposti per quel clima da caccia alle streghe di cui l'America ha gia' sofferto negli anni Cinquanta col maccartismo, quando tanti intellettuali, funzionari di Stato ed accademici, ingiustamente accusati di essere comunisti o loro simpatizzanti, vennero perseguitati, processati e in moltissimi casi lasciati senza lavoro.

 

Il tuo attacco, Oriana - anche a colpi di sputo - alle "cicale" ed agli intellettuali "del dubbio" va in quello stesso senso. Dubitare e' una funzione essenziale del pensiero; il dubbio e' il fondo della nostra cultura. Voler togliere il dubbio dalle nostre teste e' come volere togliere l'aria ai nostri polmoni. Io non pretendo affatto d'aver risposte chiare e precise ai problemi del mondo (per questo non faccio il politico), ma penso sia utile che mi si lasci dubitare delle risposte altrui e mi si lasci porre delle oneste domande.

 

In questi tempi di guerra non deve essere un crimine parlare di pace. Purtroppo anche qui da noi, specie nel mondo "ufficiale" della politica e dell'establishment mediatico, c'e' stata una disperante corsa alla ortodossia. E come se l'America ci mettesse gia' paura. Capita cosi' di sentir dire in televisione a un post-comunista in odore di una qualche carica nel suo partito, che il soldato Ryan e' un importante simbolo di quell'America che per due volte ci ha salvato. Ma non c'era anche lui nelle marce contro la guerra americana in Vietnam?

 

Per i politici - me ne rendo conto - e' un momento difficilissimo. Li capisco e capisco ancor piu' l'angoscia di qualcuno che, avendo preso la via del potere come una scorciatoia per risolvere un piccolo conflitto di interessi terreni si ritrova ora alle prese con un enorme conflitto di interessi divini, una guerra di civilta' combattuta in nome di Iddio e di Allah. No. Non li invidio, i politici.

 

Siamo fortunati noi, Oriana. Abbiamo poco da decidere e non trovandoci in mezzo ai flutti del fiume, abbiamo il privilegio di poter stare sulla riva a guardare la corrente. Ma questo ci impone anche grandi responsabilita' come quella, non facile, di andare dietro alla verita' e di dedicarci soprattutto "a creare campi di comprensione, invece che campi di battaglia", come ha scritto Edward Said, professore di origine palestinese ora alla Columbia University, in un saggio sul ruolo degli intellettuali uscito proprio una settimana prima degli attentati in America.

 

Il nostro mestiere consiste anche nel semplificare quel che e' complicato. Ma non si puo' esagerare, Oriana, presentando Arafat come la quintessenza della doppiezza e del terrorismo ed indicando le comunita' di immigrati musulmani da noi come incubatrici di terroristi.

 

Le tue argomentazioni verranno ora usate nelle scuole contro quelle buoniste, da libro Cuore, ma tu credi che gli italiani di domani, educati a questo semplicismo intollerante, saranno migliori? Non sarebbe invece meglio che imparassero, a lezione di religione, anche che cosa e' l'Islam? Che a lezione di letteratura leggessero anche Rumi o il da te disprezzato Omar Kayan? Non sarebbe meglio che ci fossero quelli che studiano l'arabo, oltre ai tanti che gia' studiano l'inglese e magari il giapponese?

 

Lo sai che al ministero degli Esteri di questo nostro paese affacciato sul Mediterraneo e sul mondo musulmano, ci sono solo due funzionari che parlano arabo? Uno attualmente e', come capita da noi, console ad Adelaide in Australia.

 

Mi frulla in testa una frase di Toynbee: "Le opere di artisti e letterati hanno vita piu' lunga delle gesta di soldati, di statisti e mercanti. I poeti ed i filosofi vanno piu' in la' degli storici. Ma i santi e i profeti valgono di piu' di tutti gli altri messi assieme".

 

Dove sono oggi i santi ed i profeti? Davvero, ce ne vorrebbe almeno uno! Ci rivorrebbe un San Francesco. Anche i suoi erano tempi di crociate, ma il suo interesse era per "gli altri", per quelli contro i quali combattevano i crociati. Fece di tutto per andarli a trovare. Ci provo' una prima volta, ma la nave su cui viaggiava naufrago' e lui si salvo' a malapena. Ci provo' una seconda volta, ma si ammalo' prima di arrivare e torno' indietro. Finalmente, nel corso della quinta crociata, durante l'assedio di Damietta in Egitto, amareggiato dal comportamento dei crociati ("vide il male ed il peccato"), sconvolto da una spaventosa battaglia di cui aveva visto le vittime, San Francesco attraverso' le linee del fronte. Venne catturato, incatenato e portato al cospetto del Sultano. Peccato che non c'era ancora la Cnn - era il 1219 - perche' sarebbe interessantissimo rivedere oggi il filmato di quell'incontro. Certo fu particolarissimo perche', dopo una chiacchierata che probabilmente ando' avanti nella notte, al mattino il Sultano lascio' che San Francesco tornasse, incolume, all'accampamento dei crociati.

 

Mi diverte pensare che l'uno disse all'altro le sue ragioni, che San Francesco parlo' di Cristo, che il Sultano lesse passi del Corano e che alla fine si trovarono d'accordo sul messaggio che il poverello di Assisi ripeteva ovunque: "Ama il prossimo tuo come te stesso". Mi diverte anche immaginare che, siccome il frate sapeva ridere come predicare, fra i due non ci fu aggressivita' e che si lasciarono di buon umore sapendo che comunque non potevano fermare la storia.

 

Ma oggi? Non fermarla puo' voler dire farla finire. Ti ricordi, Oriana, Padre Balducci che predicava a Firenze quando noi eravamo ragazzi? Riguardo all'orrore dell'olocausto atomico pose una bella domanda: "La sindrome da fine del mondo, l'alternativa fra essere e non essere, hanno fatto diventare l'uomo piu' umano?". A guardarsi intorno la risposta mi pare debba essere "No".

 

Ma non possiamo rinunciare alla speranza.

 

"Mi dica, che cosa spinge l'uomo alla guerra?", chiedeva Albert Einstein nel 1932 in una lettera a Sigmund Freud. "E possibile dirigere l'evoluzione psichica dell'uomo in modo che egli diventi piu' capace di resistere alla psicosi dell'odio e della distruzione?" Freud si prese due mesi per rispondergli. La sua conclusione fu che c'era da sperare: l'influsso di due fattori - un atteggiamento piu' civile, ed il giustificato timore degli effetti di una guerra futura - avrebbe dovuto mettere fine alle guerre in un prossimo avvenire.

 

Giusto in tempo la morte risparmio' a Freud gli orrori della Seconda Guerra Mondiale.

 

Non li risparmio' invece ad Einstein, che divenne pero' sempre piu' convinto della necessita' del pacifismo. Nel 1955, poco prima di morire, dalla sua casetta di Princeton in America dove aveva trovato rifugio, rivolse all'umanita' un ultimo appello per la sua sopravvivenza:

 

"Ricordatevi che siete uomini e dimenticatevi tutto il resto".

 

Per difendersi, Oriana, non c'e' bisogno di offendere (penso ai tuoi sputi ed ai tuoi calci). Per proteggersi non c'e' bisogno d'ammazzare. Ed anche in questo possono esserci delle giuste eccezioni.

 

M'e' sempre piaciuta nei Jataka, le storie delle vite precedenti di Buddha, quella in cui persino lui, epitome della non violenza, in una incarnazione anteriore uccide. Viaggia su una barca assieme ad altre 500 persone. Lui, che ha gia' i poteri della preveggenza, "vede" che uno dei passeggeri, un brigante, sta per ammazzare tutti e derubarli e lui lo previene buttandolo nell'acqua ad affogare per salvare gli altri.

 

Essere contro la pena di morte non vuol dire essere contro la pena in genere ed in favore della liberta' di tutti i delinquenti. Ma per punire con giustizia occorre il rispetto di certe regole che sono il frutto dell'incivilimento, occorre il convincimento della ragione, occorrono delle prove. I gerarchi nazisti furono portati dinanzi al Tribunale di Norimberga; quelli giapponesi responsabili di tutte le atrocita' commesse in Asia, furono portati dinanzi al Tribunale di Tokio prima di essere, gli uni e gli altri, dovutamente impiccati. Le prove contro ognuno di loro erano schiaccianti. Ma quelle contro Osama Bin Laden?

 

"Noi abbiamo tutte le prove contro Warren Anderson, presidente della Union Carbide. Aspettiamo che ce lo estradiate", scrive in questi giorni dall'India agli americani, ovviamente a mo' di provocazione, Arundhati Roy, la scrittrice de Il Dio delle piccole cose: una come te, Oriana, famosa e contestata, amata ed odiata. Come te, sempre pronta a cominciare una rissa, la Roy ha usato della discussione mondiale su Osama Bin Laden per chiedere che venga portato dinanzi ad un tribunale indiano il presidente americano della Union Carbide responsabile dell'esplosione nel 1984 nella fabbrica chimica di Bhopal in India che fece 16.000 morti. Un terrorista anche lui? Dal punto di vista di quei morti forse si'.

 

L'immagine del terrorista che ora ci viene additata come quella del "nemico" da abbattere e' il miliardario saudita che, da una tana nelle montagne dell'Afghanistan, ordina l'attacco alle Torri Gemelle; e' l'ingegnere-pilota, islamista fanatico, che in nome di Allah uccide se stesso e migliaia di innocenti; e' il ragazzo palestinese che con una borsetta imbottita di dinamite si fa esplodere in mezzo ad una folla. Dobbiamo pero' accettare che per altri il "terrorista" possa essere l'uomo d'affari che arriva in un paese povero del Terzo Mondo con nella borsetta non una bomba, ma i piani per la costruzione di una fabbrica chimica che, a causa di rischi di esplosione ed inquinamento, non potrebbe mai essere costruita in un paese ricco del Primo Mondo. E la centrale nucleare che fa ammalare di cancro la gente che ci vive vicino? E la diga che disloca decine di migliaia di famiglie? O semplicemente la costruzione di tante piccole industrie che cementificano risaie secolari, trasformando migliaia di contadini in operai per produrre scarpe da ginnastica o radioline, fino al giorno in cui e' piu' conveniente portare quelle lavorazioni altrove e le fabbriche chiudono, gli operai restano senza lavoro e non essendoci piu' i campi per far crescere il riso, muoiono di fame?

 

Questo non e' relativismo. Voglio solo dire che il terrorismo, come modo di usare la violenza, puo' esprimersi in varie forme, a volte anche economiche, e che sara' difficile arrivare ad una definizione comune del nemico da debellare.

 

I governi occidentali oggi sono uniti nell'essere a fianco degli Stati Uniti; pretendono di sapere esattamente chi sono i terroristi e come vanno combattuti.

 

Molto meno convinti pero' sembrano i cittadini dei vari paesi. Per il momento non ci sono state in Europa dimostrazioni di massa per la pace; ma il senso del disagio e' diffuso cosi' come e' diffusa la confusione su quel che si debba volere al posto della guerra.

 

"Dateci qualcosa di piu' carino del capitalismo", diceva il cartello di un dimostrante in Germania.

 

"Un mondo giusto non e' mai NATO", c'era scritto sullo striscione di alcuni giovani che marciavano giorni fa a Bologna. Gia'. Un mondo "piu' giusto" e' forse quel che noi tutti, ora piu' che mai, potremmo pretendere. Un mondo in cui chi ha tanto si preoccupa di chi non ha nulla; un mondo retto da principi di legalita' ed ispirato ad un po' piu' di moralita'.

 

La vastissima, composita alleanza che Washington sta mettendo in piedi, rovesciando vecchi schieramenti e riavvicinando paesi e personaggi che erano stati messi alla gogna, solo perche' ora tornano comodi, e' solo l'ennesimo esempio di quel cinismo politico che oggi alimenta il terrorismo in certe aree del mondo e scoraggia tanta brava gente nei nostri paesi.

 

Gli Stati Uniti, per avere la maggiore copertura possibile e per dare alla guerra contro il terrorismo un crisma di legalita' internazionale, hanno coinvolto le Nazioni Unite, eppure gli Stati Uniti stessi rimangono il paese piu' reticente a pagare le proprie quote al Palazzo di Vetro, sono il paese che non ha ancora ratificato ne' il trattato costitutivo della Corte Internazionale di Giustizia, ne' il trattato per la messa al bando delle mine anti-uomo e tanto meno quello di Kyoto sulle mutazioni climatiche. L'interesse nazionale americano ha la meglio su qualsiasi altro principio. Per questo ora Washington riscopre l'utilita' del Pakistan, prima tenuto a distanza per il suo regime militare e punito con sanzioni economiche a causa dei suoi esperimenti nucleari; per questo la Cia sara' presto autorizzata di nuovo ad assoldare mafiosi e gangster cui affidare i "lavoretti sporchi" di liquidare qua e la' nel mondo le persone che la Cia stessa mettera' sulla sua lista nera.

 

Eppure un giorno la politica dovra' ricongiungersi con l'etica se vorremo vivere in un mondo migliore: migliore in Asia come in Africa, a Timbuctu come a Firenze.

 

A proposito, Oriana. Anche a me ogni volta che, come ora, ci passo, questa citta' mi fa male e mi intristisce. Tutto e' cambiato, tutto e' involgarito. Ma la colpa non e' dell'Islam o degli immigrati che ci si sono installati. Non son loro che han fatto di Firenze una citta' bottegaia, prostituita al turismo! E successo dappertutto. Firenze era bella quando era piu' piccola e piu' povera. Ora e' un obbrobrio, ma non perche' i musulmani si attendano in Piazza del Duomo, perche' i filippini si riuniscono il giovedi' in Piazza Santa Maria Novella e gli albanesi ogni giorno attorno alla stazione.

 

E cosi' perche' anche Firenze s'e' "globalizzata", perche' non ha resistito all'assalto di quella forza che, fino ad ieri, pareva irresistibile: la forza del mercato.

 

Nel giro di due anni da una bella strada del centro in cui mi piaceva andare a spasso e' scomparsa una libreria storica, un vecchio bar, una tradizionalissima farmacia ed un negozio di musica. Per far posto a che? A tanti negozi di moda. Credimi, anch'io non mi ci ritrovo piu'.

 

Per questo sto, anch'io ritirato, in una sorta di baita nell'Himalaya indiana dinanzi alle piu' divine montagne del mondo. Passo ore, da solo, a guardarle, li' maestose ed immobili, simbolo della piu' grande stabilita', eppure anche loro, col passare delle ore, continuamente diverse e impermanenti come tutto in questo mondo.

 

La natura e' una grande maestra, Oriana, e bisogna ogni tanto tornarci a prendere lezione. Tornaci anche tu. Chiusa nella scatola di un appartamento dentro la scatola di un grattacielo, con dinanzi altri grattacieli pieni di gente inscatolata, finirai per sentirti sola davvero; sentirai la tua esistenza come un accidente e non come parte di un tutto molto, molto piu' grande di tutte le torri che hai davanti e di quelle che non ci sono piu'. Guarda un filo d'erba al vento e sentiti come lui. Ti passera' anche la rabbia. Ti saluto, Oriana e ti auguro di tutto cuore di trovare pace.

 

Perche' se quella non e' dentro di noi non sara' mai da nessuna parte.

 

Tiziano Terzani

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Ma chi ha provato quella manovra con un 757 o simili? E se lo ha fatto si trattava di piloti esperti immagino, non certo di gente definita dai suoi stessi istruttori con frasi come "Era come mandare scemo pi? scemo", "Gli abbiamo chiesto di andarsene dopo 2 lezioni" "Era un incompetente". Poi oh tutto ? possibile, magari chiedo alla ferrari di farmi provare la f150, chiss? che non faccia il record di fiorano.

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