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sundance76

TOURIST TROPHY - The Real Thing

Post raccomandati

Lo trovi qui, l'editore ? lo stesso:

 

http://www.giorgionadaeditore.it/scheda_prodotto_206.aspx

 

Grazie, molto gentile...ora sono a scuola ma appena arrivo a casa lo ordino. Sar? il mio auto-regalo per Natale, anche se credo lo legger? molto prima. Grazie ancora.

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Figurati, ? un piacere ;)

Sono sicuro sar? un ottimo libro. Io personalmente non l'ho letto, ma ne ho sentito parlare.

L'editore comunque ? una garanzia.

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Figurati, ? un piacere ;)

Sono sicuro sar? un ottimo libro. Io personalmente non l'ho letto, ma ne ho sentito parlare.

L'editore comunque ? una garanzia.

 

Io ho preso Muori o vivi davvero alla fiera di Milano 2 settimane fa allo stand Giorgio Nada Editore. C'era infatti anche il libro di Patrignani ma non avevo abbastanza soldi con me...

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Riporto in alto la discussione, visto che se ne sta parlando in altro topic e il mod ha invitato a smetterla...

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comunque non credo sia la normalit?, se lo fosse saremmo estinti da un bel p? :zizi: a me personalmente piacerebbe fare una cosa simile ma con le auto, le moto mi attirano poco

Modificato da ema00

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Uhm, mi sa che parliamo di cose troppo differenti.

 

Vuoi scommettere che se ti sposi con la donna dei tuoi sogni e ti metti contemporaneamente a correre il TT, dopo cinque anni (oppure dieci o venti non importa) fare il TT ti emoziona ancora al massimo, mentre il risveglio accanto alla persona speciale ti emoziona un p? meno?

Ma questo ? tutto da dimostrare, ed esistono casi in cui quello che dici non ? vero. Poi, come ha detto ***, lo stesso calo di emozione e desiderio pu? venire anche ad un pilota...

 

Comunque ripeto: sono scelte di vita, ma di sicuro correre in moto tra alberi e muretti implica una bassa considerazione del valore della propria vita. Legittimo, per carit?, ma non mi si pu? negare che sia la verit?...

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Ma quale bassa considerazione della propria vita? Ma cosa vuol dire?

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Ma quale bassa considerazione della propria vita? Ma cosa vuol dire?

 

Intende dire che nella scala di priorit? di un pilota del TT la sopravvivenza non ? in prima posizione.

Mi sembra francamente una constatazione auto-evidente.

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Ma questo ? tutto da dimostrare, ed esistono casi in cui quello che dici non ? vero. Poi, come ha detto ***, lo stesso calo di emozione e desiderio pu? venire anche ad un pilota...

 

Io invece continuo a dire che, anche se a un certo punto cominci a pensare di essere stanco di correre al TT, al momento di una nuova partenza sulla moto proverai sicuramente una pesantissima scossa di adrenalina che un qualsiasi quotidiano risveglio dopo qualche decennio a fianco di tua moglie non ti dar?.... E se vai a vedere l'andamento dei battiti cardiaci su ogni tratto dei 70 km del TT, lo capisci anche meglio.

 

 

Comunque ripeto: sono scelte di vita, ma di sicuro correre in moto tra alberi e muretti implica una bassa considerazione del valore della propria vita. Legittimo, per carit?, ma non mi si pu? negare che sia la verit?...

 

Non ? vero.

 

Uno pu? preferire quarant'anni di vita intensissima ed emozionante, rispetto a ottant'anni di vita tranquilla e prevedibile.

 

Questa s? che ? una scelta (ed entrambe sono rispettabili), ma non significa affatto che chi sceglie la prima abbia una scarsa considerazione della propria vita.

 

E' questione, come dice Donnini, di QUALITA' della vita, non solo di QUANTITA'....

 

Intende dire che nella scala di priorit? di un pilota del TT la sopravvivenza non ? in prima posizione.

Mi sembra francamente una constatazione auto-evidente.

 

Io non credo. Siamo assuefatti dalla F1 degli ultimi 15 anni che ci ha deformato la prospettiva, ma fino agli anni '90 la situazione era pressoch? quella dell'attuale TT, per? nessun appassionato avrebbe detto che per i piloti "la sopravvivenza non ? in prima posizione", semplicemente perch? non ? vero. Soltanto gli estranei all'automobilismo si permettevano di dire, fino agli anni '90, che chi correva in F1, nei rally, ecc. erano mezzi matti con poca voglia di vivere.

 

Anche i piloti hanno uno sviluppatissimo istinto di autoconservazione, ma loro si lanciano in una sfida, mettono in gioco una posta altissima e cercano in TUTTI i modi di vincerla, questa sfida.

 

Rischiare la vita per sentirsi pi? vivi. Non certo per bassa considerazione della propria vita.

 

Sar? anche un modo strambo, ma ? comunque un modo per dare pi? valore e intensit? alla propria vita.

 

Nessun vero appassionato direbbe mai che Lauda, Stewart o Clark, correndo sul vero 'Ring, sulla vera Spa e su altri circuiti oggi considerati pazzeschi, fossero gente "con scarsa considerazione della propria vita", perch? in realt? essi come i loro colleghi ci tenevano moltissimo alla loro vita, ma all'epoca le corse avevano quel grado di sviluppo, quel grado di misure contro i rischi, quel grado di tecnologia, ed era comunque il massimo ottenibile, la pi? moderna, avanzata ed evoluta situazione che loro potessero conoscere.

 

Il punto ? che, mentre in F1 i circuiti prima venivano resi un p? meno pericolosi e poi venivano cancellati dal calendario a favore delle attuali pistine micky mouse, invece al TT, pur creando qualche spazio di fuga, pur mettendo ogni anno nuove barriere morbide, eliminando qualche muretto o staccionata, hanno comunque lasciato in vita il circuito originale (nato agli inizi del '900) con tutti gli annessi e connessi circa le problematiche di rischi, "sicurezza" ecc. ecc.

 

Quindi ? la nostra visuale di appassionati che hanno visto le corse solo dagli anni '90 in poi ad essere anomala, ma ad uno sguardo pi? generale si capisce che anche chi correva in F1 fino ai recenti anni '90 venivano visti, dagli estranei non appassionati, come dei mezzi matti con scarsa considerazione della propria vita.

 

Allo stesso modo, oggi, noi appassionati della F1 televisiva ultrasicura del 2000, siamo degli estranei rispetto al TT ma anche rispetto alla stessa F1 pre-90, e crediamo di essere nel giusto a stigmatizzare chi corre al TT definendoli come dei mezzi matti con scarsa considerazione della propria vita.

 

Proprio la stessa accusa che tutti gli sport motoristici hanno dovuto subire fino a una ventina di anni fa....

Modificato da sundance76

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Penso che tu non mi abbia capito: io ho messo le cose in una scala di priorit?.

Quando accetti di poter perdere la vita per una qualsivoglia sfida, perch? sei cosciente che il rischio ? non trascurabile, hai appena fatto una scelta ed ordinato la sfida DAVANTI alla sopravvivenza.

 

Altrimenti, se la sopravvivenza fosse al primo posto, staresti a fare il meccanico ai box.

 

Io non ho parlato di poca voglia di vivere, n? che abbiano una bassa considerazione della loro vita.

Danno pi? valore accettando di pagare il prezzo. Il prezzo ? sopravvivere.

 

La differenza tra l'automobilismo pre-'94, il motociclismo attuale o i rally/Dakar e la F1 attuale ? nella percentuale di rischio che si corre.

 

Se non sbaglio sono ogni volta i pi? titolati tra i piloti del mondiale velocit? a farsi un giro dimostrativo sull'Isola e impallidire di fronte agli specialisti, facendo intendere anche al pi? distratto che non avrebbero mai le palle di fare la stessa scommessa. Chiedere a Rossi.

Modificato da Kraven Van Helsing

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Penso che tu non mi abbia capito: io ho messo le cose in una scala di priorit?.

Quando accetti di poter perdere la vita per una qualsivoglia sfida, perch? sei cosciente che il rischio ? non trascurabile, hai appena fatto una scelta ed ordinato la sfida DAVANTI alla sopravvivenza.

 

Altrimenti, se la sopravvivenza fosse al primo posto, staresti a fare il meccanico ai box.

 

Io non ho parlato di poca voglia di vivere, n? che abbiano una bassa considerazione della loro vita.

Danno pi? valore accettando di pagare il prezzo. Il prezzo ? sopravvivere.

 

La differenza tra l'automobilismo pre-'94, il motociclismo attuale o i rally/Dakar e la F1 attuale ? nella percentuale di rischio che si corre.

 

Se non sbaglio sono ogni volta i pi? titolati tra i piloti del mondiale velocit? a farsi un giro dimostrativo sull'Isola e impallidire di fronte agli specialisti, facendo intendere anche al pi? distratto che non avrebbero mai le palle di fare la stessa scommessa. Chiedere a Rossi.

 

S?, ma allora se ? soltanto un problema di percentuale (non facilmente calcolabile), potremmo usare le stesse frasi anche per chi corre nell'attuale F1, e potremmo quindi scrivere "Per chi corre in F1, la sopravvivenza non ? in prima posizione" nella scala delle priorit?, visto che l'incidente serio ? sempre possibile e che sarebbe "pi? sicuro" stare a casa oppure fare l'impiegato piuttosto che correre a Monza o nei pur pi? sicuri tilkodromi.

Modificato da sundance76

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Infatti le abbiamo usate nel thread de "la banda del Tabac". E' una questione di punto d'osservazione.

A me l'adrenalina sale nei 10 minuti di kart elettrici indoor, figurati.

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Qualcuno conosce il Campionato Mondiale F1 TT?

 

Era un campionato per moto con propulsori derivati dalla serie e si correva sulle piste che il Motomondiale aveva eliminato dal calendario.

 

Le piste erano da brivido: Isola di Man, Ulster, Villa Real, Imatra, Montjuich, ma anche tante altre meno "estreme".

 

Il grande Joey Dunlop, specialista del TT con ben 26 vittorie (ma anche 23 vittorie all'Ulster), fu per 5 anni consecutivi campione del mondo F1, perdendo il sesto per appena tre punti.

 

Verso la fine degli anni '80, la serie venne soppiantata dalla Superbike.

Modificato da sundance76

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Bell'aneddoto ***,comunque in questi giorni si sta disputando il Tourist Trophy:ecco i primi risultati significativi:

 

Michael Dunlop conquista gara 2 della Supersport

 

Il nipote e figlio d'arte si ? rifatto dopo il ritiro di luned?, precedendo Donald e Farquhar

 

Luned? era stato costretto al ritiro, ma nella giornata di ieri ha saputo rifarsi, conquistando la sua terza affermazione al Tourist Trophy dell'isola di Man. Stiamo parlando di Michael Dunlop, vincitore della seconda gara riservata alle moto della classe Supersport.

 

Questa volta la sua Yamaha R6 non lo ha tradito sul pi? bello (in gara 1 si era fermato nel terzo dei quattro giri in programma, quando aveva oltre 20" di vantaggio sugli inseguitori) e il nipote del grande Joey ? riuscito a portare a termine la sua fuga solitaria, andando a tagliare il traguardo con circa 13" di vantaggio su Cameron Donald, che quindi si ? dovuto accontentare dell'ennesimo secondo posto nel TT 2012.

 

La famiglia Dunlop arriva quindi a toccare quota 34 vittorie sulle Snaefell Mountain Course (26 sono di zio Joey e 5 di pap? Robert), ma soprattutto il 24enne ? riuscito a scalfire il dominio Honda che si era visto fino ad ora in questa edizione. La migliore delle CBR600RR ? appunto quella di Donald in seconda posizione.

 

Sul podio comunque troviamo tre moto differenti, visto che il gradino pi? basso ? stato occupato dalla Kawasaki di Ryan Farquhar, che ha battuto proprio in volata il vincitore di gara 1 Bruce Anstey: sul traguardo i due sono transitati separati da appena un centesimo di secondo!

 

Ritirato l'altro Dunlop, William, che ha quindi lasciato via libera a John McGuinness per andare a piazzarsi ancora una volta nella top five, precedendo Ian Hutchinson, il cui sesto posto ? il risultato migliore raccolto nel 2012. "Solo" 20esimo Stefano Bonetti, che non ? riuscito a replicare l'ottimo 15esimo posto ottenuto nella corsa di luned?.

 

Nel pomeriggio di ieri, inoltre, si ? disputata anche la seconda gara riservata ai Sidecar, nella quale si ? assistito alla 16esima affermazione al TT di Dave Molyneux, con al suo fianco Patrick Farrance, che per la quinta volta nella sua carriera chiude quindi l'avventura al Mountain Course con una doppietta.

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Avete saluto dell'incidente di Simon Andrews?

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si ne hanno parlato su sportitalia mi sembra di ricordare ha riportato solo qualche frattura (di ossa minori) niente di grave.

 

per dire la mia sulla voglia chi fa il pilota professionista indifferentemente dalla categoria e dal veicolo, inizia a pensare pu? muorire ? la volta buona gli succede, e se questo pensiero avanza e mette la famiglia davanti al suo lavoro, ? l'ora di appendere totalmente il casco al chiodo e non salire in moto neanche per andare a fare un giro in moto con gli amici.

 

io ritengo molto pi? pericoloso chi fa i 150 km/h in una strada aperta al traffico in piena citt? o paese piuttosto i 280 in una strada chiusa al traffico con i marciapiedi a un mm. perch? parliamoci chiaro il marciapiede ti ammazza anche a 50 km/h quando cadi da uno scooter, anzi li ? ancora pi? letale perch? i caschi non sono integrali e di scarsa qualit

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Beh, non sono proprio sicuro che sia pi? pericoloso fare i 150 in strada che i 280 al TT...

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Beh, non sono proprio sicuro che sia pi? pericoloso fare i 150 in strada che i 280 al TT...

Mi sembra ovvio,al TT se sbagli c'? il marciapiede o addirittura il muro come via di fuga.

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Hutchinson e' andato male? Credo sia difficile ripetere l'impresa di due anni fa, si era anche fatto male qualche tempo fa...

 

Andrews tra l'altro si era gi? fatto male in una gara della Superbike di non so quanti anni fa a Valencia, c'? sempre in mezzo povero...<_<

Modificato da Fede

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Hutchinson ha avuto il brutto Infortunio pochi mesi fa, si rischiava di dovergli amputare la gamba. L'infortunio ? stato a tal punto serio che ha una moto speciale con il cambio a destra, da usare con la gamba destra, non infortunata.

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