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lucaf2000

Jim Clark

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Clark il miglior pilota degli anni sessanta :up:

 

e non solo degli anni 60 :aham:

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e non solo degli anni 60 :aham:

ciao Ickx70, io credo che non si possa confrontare i tempi di Clark e quelli di, tanto x dirne uno, Peterson o Senna ...i tempi sono diversi, come i materiali e i circuiti, i materiali degli anni 60 non sono gli stessi degli anni 50 o 80....Jim nel suo tempo era il migliore, e non esiste, secondo me, il miglior pilota di tutti i tempi, non posso confrontare Schumacher a Fangio, oppure Clark a Senna, come detto, sono tempi e materiali completamente diversi... ;)

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ciao Ickx70, io credo che non si possa confrontare i tempi di Clark e quelli di, tanto x dirne uno, Peterson o Senna ...i tempi sono diversi, come i materiali e i circuiti, i materiali degli anni 60 non sono gli stessi degli anni 50 o 80....Jim nel suo tempo era il migliore, e non esiste, secondo me, il miglior pilota di tutti i tempi, non posso confrontare Schumacher a Fangio, oppure Clark a Senna, come detto, sono tempi e materiali completamente diversi... ;)

 

sono d'accordo. Voglio dire che Clark per? ? forse il pi? grande talento naturale di tutti, solo Senna poteva stargli vicino. Che poi non si possono confrontare i tempi questo ? evidente. Vero anche che il talento naturale non equivale a dire il pilota migliore.

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Visitatore Ayrton4ever

Credo che se Dio facesse la selezione dei pi? Grandi di tutti i tempi Ayrton e Clark li convoca di sicuro....

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sono d'accordo. Voglio dire che Clark per? ? forse il pi? grande talento naturale di tutti, solo Senna poteva stargli vicino. Che poi non si possono confrontare i tempi questo ? evidente. Vero anche che il talento naturale non equivale a dire il pilota migliore.

quello che dico anche io, come talento pure solo senna poteva stargli davanti

 

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senna pero' rispetto a clark sapeva anche mettere a posto la macchina ...il che aiuta molot....

non pensate che sia spaventoso il fatto che Clark non capisse un bel niente di meccanica? e che quindi puo' darsi fosse addirittura piu' talentuoso dell'asso brasiliano? ...

 

Se sbaglio ditemelo.. ? solo un parere

 

 

 

 

 

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senna pero' rispetto a clark sapeva anche mettere a posto la macchina ...il che aiuta molot....

non pensate che sia spaventoso il fatto che Clark non capisse un bel niente di meccanica? e che quindi puo' darsi fosse addirittura piu' talentuoso dell'asso brasiliano? ...

 

Se sbaglio ditemelo.. ? solo un parere

 

 

Dire che Clark non capisse un'accidenti di meccanica e messa a punto mi sembra una affermazione avventata. Per quanto fosse sensibilissimo alla guida, non poteva fare ci? che fece se non avesse avuto alcuna nozione di meccanica e assetto. Insomma le due cose devono essere presenti seppur in diversa quantit

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Io sapevo che Clark invece aveva conoscenze anche di meccanica, e che una volta non solo prest? la saldatrice ad un altro team ma addirittura comp? lui la riparazione. Ma forse mi confondo o era un altro o ho sognato l'aneddoto.

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pero' Luke sentii dire che a Monaco una volta non si accorse che si era staccata la barra antirollio e continuo' a tirare... dai diciamo che non era molto ferrato in meccanica... come Castellotti, Portago, Peterson... ecc....

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Non so se Clark non capisse proprio niente di meccanica. Tuttavia ? certo ? che coloro che lavorarono a fianco del campione scozzese (a mio modestissimo parere il migliore, dal 1950 a oggi) hanno spesso detto che Clark non era di grande aiuto nella messa a punto della vettura. Infatti Jim era talmente bravo che spesso si "adattava" a un determinato difetto e prendeva ad andare velocissimo anche con quel difetto. Ma in tal modo i tecnici non riuscivano a far realmente progredire la vettura.

 

In effetti, quando riferiva a Chapman del comportamento della vettura, Clark non sapeva dire se un determinato comportamento veniva, tanto per fare un esempio, dalla gomma o dalla sospensione. Lui spiegava ci? che sentiva, ma era il tecnico che doveva interpretare le sue parole. Hill nella messa a punto era pi? a suo agio.

 

La fine degli anni '60 vide incrementare la complessit? delle vetture, con evoluzioni significative di sospensioni e gomme, e poi l'aerodinamica. Clark scomparve proprio all'inizio di tale cambiamento. Secondo me egli visse in un periodo in cui il talento del pilota era di gran lunga pi? determinante della capacit? di messa a punto, divenuta pi? importante negli anni '70.

 

Clark negli anni '60, pur non essendo molto versato nella messa a punto, riusc? comunque a dominare il campo. Negli anni '70 uno come Peterson, quasi all'unanimit? considerato il pi? forte come pura velocit? ma che non capiva molto di messa a punto, non riusc? a avere quella continuit? necessaria a vincere il titolo, tutto ci? in parallelo con la crescente importanza della messa a punto che le nuove e evolute vetture esigevano. "Fast" Ronnie non riusciva a volte a distinguere il sovrasterzo dal sottosterzo, ma quando gli passavano le regolazioni del compagno Fittipaldi, lui rientrava in pista e faceva la pole con un secondo sul compagno.

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Si posso capire il punto ma non si ottengono risultati incredibili con il solo talento. Le nozioni di base per assettare una monoposto devon esserci. Ci mancherebbe.

 

Le qualit? di Clark di pilota erano iniscutibili. Altrettanto lo erano le qualit' di uomo. Dell'ambiente dell'epoca emergeva un ritratto di un vero gentleman, molto educato e soprattutto umile. In questo filmato vediamo una intervista di Clark a Allsop. Penso che l'immagine del suo volto dica pi? di mille parole.

 

 

 

Jim

 

 

 

 

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Sono completamente d'accordo sul fatto che ogni epoca debba essere considerata a s?, con le sue auto, le sue piste, i suoi Campioni fra i quali ? impossibile fare paragoni.

Vorrei tuttavia precisare una cosa che molte volte non viene evidenziata.

Una delle pi? gravi inesattezze che si leggono (spesso ahim? sulla stampa italiana, anche specializzata) ? il fatto che Jim Clark fosse uno specialista delle ruote scoperte (F1, F2 Indianapolis).

Non ? vero.

Lo scozzese ha avuto un'importantissima parte di carriera sulle vetture Sport e Turismo, ottenendo risultati di grande valore.

Per esempio a Le Mans gi? all'esordio nel '59 con una Lotus Elite (divisa con John Withmore) si piazza 10? assoluto e secondo di categoria, l'anno successivo con l'Aston Martin dei Border Reivers (in coppia con il vincitore dell'anno prima, Roy Salvadori) ? terzo assoluto dietro alle due Ferrari, quella "ufficiale" di Gendebien-Fr?re e quella della NART di Andr? Pilette e Ricardo Rodriguez.

Nel 1961 partecipa per l'ultima volta, sempre con la vecchia Aston Martin dei Border Reivers (stavolta con Ron Flockhart), e fino a quando la frizione, dopo nove ore, non comincia a cedere occupa un onorevole quinto posto dietro a quattro Ferrari.

Il fatto che Clark non abbia pi? partecipato alla prestigiosa corsa francese ? poi legato pi? che altro alla vicenda che coinvolse la Lotus (nella quale era entrato per restarvi tutta la carriera) nel 1962.

In quell'edizione le Lotus 23, favorite nella loro classe, vennero escluse alla punzonatura per motivi regolamentari che Chapman contest? violentemente opponendo reclamo. Dopo la decisione a lui avversa il geniale costruttore inglese giur? che non avrebbe mai pi? iscritto una sua vettura alla 24 Ore di Le Mans.

E fu di parola.

Clark ha corso (e vinto) numerosissime gare per vetture sport in Inghilterra, fra cui, anche se si tratta di una gara secondaria ? importante ricordare il Guards Trophy del '65 a Silverstone quando sotto una pioggia che costrinse agli organizzatori a sospendere la gara dopo 17 dei 28 giri previsti doppi? tutti gli avversari fra i quali John Surtees.

Forse la gara per vetture Sport pi? famosa di Jim Clark ? stata la 1000Km del Nurburgring del 1962, quando fece esordire la Lotus 23 col motore 1300cc.

Dopo che aveva strappato il nono tempo in prova, superato solo dalle grosse cilindrate, con la partenza della gara sotto un autentico diluvio che annullava il netto divario di potenza, aveva distaccato nel primo giro Dan Gurney, con la Porsche 1500cc, di 27 secondi (!).

Un vantaggio incredibile, tant'? vero che, dopo il passaggio di Clark, molti avevano pensato che il resto dei concorrenti fosse stato coinvolto in un incidente.

Finch? la pista rimase bagnata il vantaggio di Clark crebbe ad ogni giro, poi una volta smesso di piovere, con la pista che via via si asciugava allo svantaggio di potenza rispetto alle Ferrari si aggiunse il fatto che un tubo di scarico rotto provoc? l'intossicazione del Campione scozzese che, ceduto il primo posto (dopo 11 giri), fu costretto a ritirarsi.

 

 

 

 

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Welcome Pedro59 :)

 

Spero che tu possa contribuire spesso.

 

Luke 36

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Non so se Clark non capisse proprio niente di meccanica. Tuttavia ? certo ? che coloro che lavorarono a fianco del campione scozzese (a mio modestissimo parere il migliore, dal 1950 a oggi) hanno spesso detto che Clark non era di grande aiuto nella messa a punto della vettura. Infatti Jim era talmente bravo che spesso si "adattava" a un determinato difetto e prendeva ad andare velocissimo anche con quel difetto. Ma in tal modo i tecnici non riuscivano a far realmente progredire la vettura.

 

In effetti, quando riferiva a Chapman del comportamento della vettura, Clark non sapeva dire se un determinato comportamento veniva, tanto per fare un esempio, dalla gomma o dalla sospensione. Lui spiegava ci? che sentiva, ma era il tecnico che doveva interpretare le sue parole. Hill nella messa a punto era pi? a suo agio.

 

La fine degli anni '60 vide incrementare la complessit? delle vetture, con evoluzioni significative di sospensioni e gomme, e poi l'aerodinamica. Clark scomparve proprio all'inizio di tale cambiamento. Secondo me egli visse in un periodo in cui il talento del pilota era di gran lunga pi? determinante della capacit? di messa a punto, divenuta pi? importante negli anni '70.

 

Clark negli anni '60, pur non essendo molto versato nella messa a punto, riusc? comunque a dominare il campo. Negli anni '70 uno come Peterson, quasi all'unanimit? considerato il pi? forte come pura velocit? ma che non capiva molto di messa a punto, non riusc? a avere quella continuit? necessaria a vincere il titolo, tutto ci? in parallelo con la crescente importanza della messa a punto che le nuove e evolute vetture esigevano. "Fast" Ronnie non riusciva a volte a distinguere il sovrasterzo dal sottosterzo, ma quando gli passavano le regolazioni del compagno Fittipaldi, lui rientrava in pista e faceva la pole con un secondo sul compagno.

 

mi dispiace, ma sono completamente in disaccordo con te...

poi dici che verso la fine degli anni 60 clark stava scomparendo, ma l'hai visto solo te questo, visto che era sempre andato fortissimo e che nel 68 era partito benissimo, finch? ? successo quel che sappiamo...non si f? la storia con i se e con i ma ma quell'anno avrebbe sicuramente vinto...

peterson sar? stato molto veloce, ma sicuramente non era al livello di clark, se ci fosse stato jim al suo posto davvero pensi che non sarebbe riuscito a vincere ancora dei mondiali?io non ne sarei cosi' tanto sicuro, anzi, secondo me il record di fangio l'avrebbe battuto eccome...

 

 

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Non so se Jim Clark avesse realmente queste difficolt? nel mettere a punto le auto a lui affidate, ma certo ? che, almeno la Lotus 25, venne sviluppata con il suo contributo, questo ? quanto ho potuto leggere nella sua biografia.

In molti, semplici appassionati competenti o anche addetti ai lavori, trovo una certa diffidenza verso la figura di Clark pilota che potrebbe essere stata ingigantita dalla sua precoce scomparsa.

Sicuramente era un fenomeno naturale, un istintivo.

All'inizio molti lo avevano individuato assieme al pi? giovane Ricardo Rodriguez come il possibile campione del futuro.

Entrambi, Jim e Ricardo, avevano uno stile di guida aggressivo, ma soprattutto diverso da quello di tutti gli avversari.

Di fatto Clark, come sarebbe accaduto poi a Niki Lauda, raccolse meno titoli mondiali di quelli che avrebbe potuto conquistare con un pizzico di fortuna in pi? (o con un pizzico di sfortuna in meno, basta capirsi).

Nel '62 e nel '64 sfior? il titolo che gli sfugg? per un soffio, nel '66 perse un anno per mancanza di un motore competitivo dopo il cambio di regolamento ed il passaggio alla Formula 1 da 3000cc e riusc? nella titanica impresa di vincere un GP con la Lotus BRM H16, una monoposto che nessuno, mai, era riuscito a mettere a punto.

Nel '67 fece 100 giri (!) in testa in pi? del Campione del Mondo Hulme, vinse il doppio di Gran Premi (4 contro 2) e alla fine fin? terzo con soli dieci punti di distacco.

Tenendo conto che i primi due GP li affront? con la Lotus BRM e con una vecchia Lotus 33 con il motore 2 litri senza raccogliere punti, forse non ? azzardato parlare di un possibile titolo iridato.

Con l'esordio della Lotus "49" (e del Ford-Cosworth) la musica cambi? ma era tardi, anche se sarebbe bastato vincere a Monza (ebbe problemi di pescaggio della benzina all'ultimo giro tanto da arrivare terzo anzich? primo), e finire a punti in Canada.

Alcuni hanno giustificato il titolo perduto (con una macchina molto superiore) alle scarse doti di sviluppatore di Clark che avrebbero ritardato il raggiungimento della necessaria affidabilit? della nuova "49".

Pu? essere, ma in Belgio, quando era al comando, dovette fermarsi a cambiare le candele, in Francia (a Le Mans), sempre quand'era in testa, venne tradito dalla trasmissione, al Nurburgring cedette una sospensione dopo pochi giri, in Canada, sotto la pioggia, ancora l'accensione lo blocc? a una decina di giri dalla fine quando ormai era al comando con un margine sufficiente, a Monza dovette rincorrere perch? attardato da una foratura cosa che lo costrinse ad un consumo anomalo di carburante.

Credo che di questi cinque episodi al pi? un paio possano essere attribuiti ad una carenza di sviluppo della Lotus 49, gli altri solo alla sfortuna.

Dicendo, quindi, che di queste quattro stagioni ('62, '64, '66 e '67) almeno due potevano essere appannaggio di Clark non credo si possa parlare di esagerazione, anche se, ai fini pratici, questo esercizio intellettuale non conta molto pi? di nulla .

Nel '68 and? come and?, ma probabilmente con la Lotus '49 avrebbe potuto essere ancora l'uomo da battere.

Venendo agli anni in cui non c'era pi? credo che avrebbe potuto tranquillamente continuare ad essere uno dei migliori.

Le monoposto non sarebbero cambiate in maniera decisiva per almeno altri tre-quattro anni, nel '70 la "sua 49" era ancora competitiva e va ricordato che dopo la sua morte Chapman aveva tirato molto i remi in barca.

I candidati al Mondiale piloti erano tutti, in quei primi anni '70, piloti che avevano gareggiato (e spesso perso) con Clark: nel '68 vinse il titolo Graham Hill, l'anno dopo Jackie Stewart e poi ancora Jochen Rindt, tutti pi? o meno contemporanei di Jim e provenienti dalle stesse esperienze su monoposto della stessa concezione.

Credo che fino all'avvento di Lauda non ci sia stato niente di rivoluzionario. Nel '73 Jim Clark avrebbe avuto 37 anni, l'et? giusta per smettere e in quei sei anni forse avrebbe trovato il modo di eguagliare lo stesso Fangio, o forse no.

Sarebbe stato qualcosa che meritava di essere visto.

 

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Oltre ai mondiali precedenti alla sua morte che Clark perse per pochissimo, comne ricordato da pedro, ricordiamoci che la Lotus fu protagonista nel 70 e 72 col titolo mondiale , nel 73 lo perse anche per il dualismo Peterson Fittipaldi e nel 74 vinse comunque tre GP con Peterson. Ricordando che nel 71 Chapman aveva praticamnet mollato, concedetemi che su 4 occasioni qualcuna Clark non se la sarebbe fatta sfuggire, oltre al 68 che il ttitolo and? a Hill. Ma anche queste sono purtroppo le storie fatte con i se

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Visitatore Ayrton4ever

vorrei uppare questa discussione con questo link che mostra un onboard di Clark, io non lo avevo mai visto e penso che materiale di 45 anni fa vada conservato gelosamente:

 

http://it.youtube.com/watch?v=9ezp93fWNkw

 

 

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chiss? cosa direbbe webber del guidare in quelle condizioni...

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beh sinceramente guardando questo filmato non so quanto potessero essere sofisticate queste vetture.ho l'impressione che la messa a punto si limitasse ai rapporti del cambio e alla rigidita' delle sospensioni.

 

per cui parlare di capacita' di messa a punto come la si intende oggi secondo me non ha senso

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beh sinceramente guardando questo filmato non so quanto potessero essere sofisticate queste vetture.ho l'impressione che la messa a punto si limitasse ai rapporti del cambio e alla rigidita' delle sospensioni.

 

per cui parlare di capacita' di messa a punto come la si intende oggi secondo me non ha senso

 

C'? molto di vero secondo me, questo rende quasi impossibile fare paragoni tra epoche. quello che si pu? fare ? paragonare nella stessa epoca i piloti che hanno corso insieme e come si ? emersi.

Comunque la Lotus 25 fu costruita proprio per Clark, gli fu cucita addosso.

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