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Pacanto

Patrick Depailler

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http://it.youtube.com/watch?v=WWCp89DCwcg

 

A ventotto anni dalla sua scomparsa, volevo ricordare questo pilota, che purtroppo non ho potuto mai vedere dal vivo, ma che mi ha sempre colpito per grinta e determinazione.

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Un pilota che con pochissimi mezzi ? riuscito ad arrivare in F1 e a vincere. Nel 2000, in occasione del ventennale della morte, Autosprint gli dedic? uno speciale di molte pagine a cura di Gianni Cancellieri; a volte me lo sono andato a rileggere.

 

Chiss? come sarebbe andata la stagione '79 se lui non avesse avuto quell'incidente in deltaplano che lo tenne fermo per il resto dell'anno....

 

 

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? morto durante dei test ad Hockenheim nell'80 uscendo di pista all'ostkurve a 280 km/h

 

Depailler era un ottimo pilota, avrebbe potuto lottare per il titolo con una macchina pi? competitiva di quelle che ha avuto e un po' pi? di fortuna

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Ecco Patrick tra Tambay e Pironi, l'anno in questione dovrebbe essere il 1979. Come vedete c'? un discreto numero di francesi in questa foto. Pensate che adesso in F1 ? rimasto solo pi? Bourdais...

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chiedo scusa per l'ignoranza, come e dov'? morto?

 

Durante alcuni test privati sul circuito di Hockenheim.

Si schiant? frontalmente a 270 kmh alla Ost-Kurve e perse la vita in maniera atroce (mor? dissanguato) anche a causa della lentezza dei soccorsi. Dalle tracce lasciate sull?asfalto si dedusse che la vettura aveva perso improvvisamente direzionalit? e aderenza, probabilmente per la rottura di una sospensione o, verosimilmente, per colpa del non perfetto funzionamento di una minigonna. Questo problema, associato alla posizione di guida estremamente avanzata (i piedi del pilota si trovavano davanti all?asse delle ruote anteriori), costrinse la FIA ad una seria riflessione sulla sicurezza delle wing-car.

 

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Nell'ultima foto si notano le reti di contenimento arrotolate e pronte da stendere. Il GP si sarebbe corso la settimana successiva e nessuno pens? che forse era il caso di montarle anche per un semplice test...

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Visitatore alexf1 fan

 

Jo Ramirez e anche altri lo avevano definito " l'uomo che non conosceva la paura".Era attratto da qualsiasi cosa che fosse rischiosa , non ? un caso che s'? giocato la possibilit? di vincere il titolo del 1979 per un incidente col deltaplano.

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Giovanni ma anche tu, come tanti miei :whistle: 'fratelli maggiori' nel 1980 tifavi un p? pi? per l'Alfa che per la Ferrari?

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Giovanni ma anche tu, come tanti miei :whistle: 'fratelli maggiori' nel 1980 tifavi un p? pi? per l'Alfa che per la Ferrari?

 

No.

Per me la squadra non ha quasi mai avuto valore.

 

Io mi sono innamorato della F1 in seconda elementare quando comprai un quaderno Pigna con in copertina la Lotus JPS #32 di Fittipaldi (era il 1973). Il "colpo di fulmine" fu la colorazione della macchina ma poi, una volta saputo chi era il pilota, Emmo divenne il mio "idolo".

Due anni dopo, alcuni familiari mi convinsero che era molto meglio "la Ferari" (rigorosamente con una erre sola :D ) perch? c'era un certo "Nikilavda" (tutto attaccato e con la v al posto della u, tipicamente romagnolo) che era fortissimo, molto meglio di Fittipaldi. Io ricordo che mi esaltavo per 'sto "Nikilavda" e volevo che vincesse lui. Quando vinceva Regazzoni non era contento allo stesso modo.

 

Poi arriv? Gilles, "Nikilavda" mi aveva deluso (anche grazie alla ferocissima campagna denigratoria che gli fece Autosprint all'epoca) e, in un certo modo, incarnai io stesso la sfida di Enzo Ferrari. Un perfetto sconosciuto avrebbe potuto diventare campione del mondo perch? era superiore agli altri e a parer mio non solo perch? aveva una Ferrari; sapevo cosa aveva fatto a Trois Rivieres '76 e a Silverstone '77.

 

In quegli anni non mi dispiaceva se vincevano Reutemann o Scheckter ma quando vinceva Lui era tutta un'altra cosa, tutta un'altra gioia. Anzi, eran pi? le volte che mi arrabbiavo, vedi Zolder e Monaco '79. Quella di Monza '79 fu una mezza felicit? per me perch? Gilles aveva perso il mondiale e non aveva fatto nulla per tentare di passare Jody (non potevo sapere, a 12 anni, che esistevano i giochi di squadra).

 

Il ritorno dell'Alfa non mi fece n? caldo n? freddo. Per un bambino di 12 anni che non conosceva la storia della F1 l'Alfa era identificabile con l'Alfasud o con l'Alfetta 1600, non la riconducevo certamente ai fasti dell'anteguerra o degli inizi del mondiale. Per me valeva pi? o meno quanto l'altra italiana, l'Osella.

 

C'era solo Gilles, tutto il resto passava in secondo piano.

 

Scusate l'OT

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Molto bello il tuo racconnto 'a cuore aperto', e non si pu? che essere invidiosi della tua anagrafe.... :incazzato:

 

Non era una domanda propriamente fuori tema, perch? il grande Depailler, che ho pronunciato sino a vent'anni suonati in una maniera 'scandalosa', ho cominciato a vederlo gi? da bambino ma non in televisione, (capirai, a tre anni...) ma attaccato alle pareti dei meccanici di qui.

 

Vivendo infatti a cinque chilometri da Pomigliano d'Arco, questa desolata provincia della Campania conobbe la Formula uno soltanto grazie a quel ritorno del biscione. Quasi tutte le officine di questa provincia sono gestite da ex operai dell'Alfasud e sono due i segni che, a distanza di ormai trent'anni li lega ancora a gli anni passati alle catene delle Alfasud con il grande sogno dell'industria finalmente seria.

 

La tuta (se ? molto logora vuol dire che non ha un figlio all'Alfa...ed ? la stessa di vent'anni fa...) e i poster attaccati in officina.

Ancora oggi, ogni volta che entro in un'officina, il rosa smorto Marlboro di Depailler e Andretti mi fissa dietro alla 156 di turno, e sembrano voler ricordare a tutti: 'Queste non sono che Fiat...'

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Purtroppo, forse, la morte di Depailler ha significato la fine del sogno Alfa.

 

Il 1980 era il primo vero campionato dell'Alfa dopo le comparsate del '79. La 179 era nata gi? vecchia eppure il lavoro di sviluppo di Depa riusc? in pochi mesi a portarla nelle prime file dello schieramento. A Monaco si prese il lusso di precedere la ben pi? veloce Brabham di Piquet per tutta la gara, una cosa impensabile dopo il disastroso debutto di stagione.

 

A fine anno Giacomelli gli dedic? esplicitamente la pole del Glen, a rendere onore dell'enorme lavoro svolto nonostante le gambe ancora malferme per la caduta sul Puy de Dome (a luglio, a Imola, camminava ancora a fatica) e chiss?, forse quella bobina bruciata segn? una svolta definitiva nella storia dell'Autodelta.

 

In pi? ci fu la "palla al piede" della "partecipazione statale". Ogni volta che c'era da prendere una decisione si dovevano riunire il governo e i sindacati, una situazione impensabile per un team di F1. Chiss?, forse con Depa ancora vivo l'Alfa sarebbe riuscita a superare anche queste difficolt

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Purtroppo, forse, la morte di Depailler ha significato la fine del sogno Alfa.

 

Chiss?, forse con Depa ancora vivo l'Alfa sarebbe riuscita a superare anche queste difficolt?.

 

 

:up: concordo su tutto l'intervento.

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30 anni fa, scompariva un grande

 

Era un caldo giorno d’estate. Il 1 agosto 1980 fu un giorno tristissimo per la Formula perché nel corso di una giornata di prove private sul vecchio circuito di Hockenheim, che ancora aveva i suoi lunghi rettifili all’interno della vicina foresta, un improvviso incidente falciò la vita del francese Patrick Depailler. Erano gli anni delle wing-car, le esasperate F1 ad effetto suolo, e sull’Alfa Romeo del francese una minigonna laterale restò bloccata in posizione alta. Cioé non sigillava più, come avrebbe dovuto, il tunnel sotto una pancia provocando un netto calo della portata aerodinamica. In rettifilo a piena velocità, Depailler non poteva accorgesene, ma arrivando alla Ost-Kurve il deficit d’aderenza provocò il sottosterzo e l’uscita violentissima di strada della sua monoposto. L’impatto contro il guard-rail fu fatale al pilota che perì sul colpo. Quell’incidente evidenziò un grave rischio di quelle soluzioni aerodinamiche e provocò una prima reazione del potere sportivo che, di li a poco, vietò le pericolose minigonne in F1. Poi, sarebbe arrivato anche il veto delle vetture ad effetto suolo. Almeno in quei termini, con l’imposizione del cosiddetto fondo piatto, poi diventato nel tempo fondo scalinato.

 

depailler1.jpg?w=300&h=197

Patrick Depailler nell'abitacolo della famosa Tyrrell P034 a sei ruote

 

Patrick Depailler era nato il 9 agosto 1944 a Clermont-Ferrand (la città della Michelin) ed avrebbe quindi compiuto 36 anni 8 giorni dopo qul fatale incidente. Aveva esordito in F1 nel 1972, come terzo pilota della Tyrrell, grazie al sostegno dello sponsor Elf. Venne poi promosso titolare nel 1974 per succedere allo scomparso François Cevert. Ha disputato 95 Gran Premi correndo per tre sole squadre: Tyrrell, Ligier ed Alfa Romeo. Nel corso della sua carriera ha conquistato due vittorie (Monaco 1978 con una Tyrrell-Ford e Spagna 1979 con una Ligier-Ford) una pole position (Svezia 1974 con Tyrrell-Ford). Nel 1979, con la Ligier-Ford aveva iniziato molto brillantemente la stagione, vincendo appunto il quinto GP in Spagna, ed era un candidato alla lotta per il titolo (assieme al compagno di squadra Jacques Laffite) se non ché un incidente di deltaplano lo allontanò dalle corse proprio alla vigilia del GP di Francia.

 

Uomo molto brillante ed alla mano, aveva origini relativamente modeste: era figlio di Marcel Depailler, architetto cui si deve tra l’altro il progetto dell’Università di Clermont-Ferrand. Aveva corso anche in moto prima di dedicarsi alle auto. Le sue spoglie riposano, oggi, nel cimitero francese di Crévant-Laveine.

 

http://www.youtube.com/watch?v=55WUPqri_LE&feature=player_embedded

http://www.youtube.com/watch?v=YgAe9Va7i-A&feature=player_embedded#!

Modificato da The King of Spa

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min**ia... 30 anni...

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Durante alcuni test privati sul circuito di Hockenheim.

Si schiant? frontalmente a 270 kmh alla Ost-Kurve e perse la vita in maniera atroce (mor? dissanguato) anche a causa della lentezza dei soccorsi.

 

Orca boia, questa non la sapevo..povero Depallier.

 

Giacomelli ha sempre detto che ? stata una botta violentissima per lui la scomparsa di Depallier, soprattutto per le circostanze in cui ? avvenuta. 2 giri prima aveva avvertito problemi e aveva preferito non spingere. L'ha lasciata a lui, riportandogli le sue sensazioni e chiedendogli di verificarle. Depallier usc? dai box e dopo 1 giro o 2 non pass? pi?. Purtroppo il dialogo nel quale Giacomelli cedeva l'auto a Depallier dicendogli che aveva dei problemi ? stato probabilmente l'ultimo del pilota francese.

 

Sono cose che fanno riflettere, soprattutto chi le vive in prima persona.

 

Stando a quanto mi riportano i pi? "vecchi", a Roncadelle (paese in provincia di Brescia dove viveva Giacomelli) per due buone settimane non si parl? d'altro fra i giovani. Eppure impazzava il Totonero e c'erano le Olimpiadi. Altri tempi.

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Stando a quanto mi riportano i pi? "vecchi", a Roncadelle (paese in provincia di Brescia dove viveva Giacomelli) per due buone settimane non si parl? d'altro fra i giovani. Eppure impazzava il Totonero e c'erano le Olimpiadi. Altri tempi.

e il giorno dopo ci fu la strage di Bologna

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