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gio66

Marcellino è andato via.

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Senza nulla togliere a moltissimi altri giornalisti (penso a Franco Lini per esempio) ed a altre storiche riviste come Auto italiana, possiamo davvero dire che per gli appassionati italiani di automobilismo sia esistita un era pre- e un' era post-Sabbatini.Autosprint, quando le notizie sulle corse dovevi andartele a cercare come un "carbonaro" telefonando allo 051... :P

Se oggi le cose sono radicalmente cambiate lo dobbiamo anche e forse soprattutto a lui

 

Esatto Gigi, prima di Sabbatini c'era il nulla.

 

E' stato SICURAMENTE una pietra miliare del motorsport italico.

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Ho informato Doug Nye dell'accaduto: ecco la sua risposta:

"Sorry to hear this. By contemporary motor magazine standards into the 1970s he had a VERY tabloid approach which many specialist journalists derided, but he built 'Autosprint' into a formidably popular publication."

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l'insuccesso di "Rombo" fu di fatto la migliore testimonianza della bravura di Sabbatini. Aveva dato ad Autosprint fondamenta talmente solide da renderlo un edificio inattaccabile e la rivista di automobilismo pi? letta nel mondo.

 

Gio ricorder? (forse per? era troppo piccino) come Marcello Sabbattini si sia battuto perch? si facesse di Imola un circuito permanente di livello internazionale, scontrandosi senza timori contro l'ignavia dei "papaveri" di enti e federazione.

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Mi dispiace non aver vissuto la sua epoca. Mio padre me ne parlava sempre: diceva che era un grande, il pi? grande. Marcello... lui metteva anche le altre categorie automobilistiche in copertina. Non c'era solo la Formula 1!

Io ho i vecchi Autosprint a casa, ma non ho mai avuto tempo di leggerli... Peccato: forse conoscer? la grandezza di Marcello solo ora che non c'? pi?.

 

P.S. Rombo era un signor giornale, e negli ultimi anni di vita anche decisamente superiore ad Autosprint

Io sono tra quelli che passarono a Rombo quando Marcello lo fond?, e in quegli anni sicuramente ? vero quello che dice SirVanhan

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Gio ricorder? (forse per? era troppo piccino) come Marcello Sabbattini si sia battuto perch? si facesse di Imola un circuito permanente di livello internazionale, scontrandosi senza timori contro l'ignavia dei "papaveri" di enti e federazione.

 

E come no!

 

Questa ? la copertina del mio primo AS (#34/76, non avevo ancora 10 anni), orgogliosamente autografato nel 2003 da Marcellino, Gozzi, Scaglietti, Benzi e Bellentani alla Festa del Cavallino di Lugo di Romagna. Lo conservo gelosamente come il primo decino di Zio Paperone.

 

scansione0001mj2.th.jpg

 

Ricordo bene la battaglia pro-Imola condotta a fianco del Drake, il primo tentativo di organizzare un GP non titolato nel '77, saltato per la mancata iscrizione degli inglesi. Ricordo bene che, in piena guerra FISA-FOCA, Autosprint e il Drake fecero fuoco e fiamme per organizzare il GP del Sole a Imola, in collaborazione con la Parmalat, il cui incasso sarebbe stato devoluto ai terremotati dell'Irpinia. Poi arrivarono i Capitani Reggenti di S.Marino.

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Un poeta.

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fondo' autosprint perche' si dice che un pilota italiano aveva vinto un importante campionato non so se il f.2 o il f3 e nessuno aveva pubblicato la notizia.all'epoca solo la f.1 e qualche gara tipo le mans riusciva ad avere spazio sui giornali.allora lui disse possibile che in italia 20 pagine dedicate al calcio e non ce' spazio per un italiano che vince un campionato di prestigio?cosi fondo' autosprint..

 

nei primi anni 80' rombo era una testata migliore di autosprint anche secondo me

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E poi il suo Autosprint fu il primo ad offrire il servizio telefonico GRATUITO (c'era il solo costo della telefonata) di aggiornamento dei tempi delle prove (libere ed ufficiali) in un epoca nella quale le prove non venivano non dico trasmesse ma nemmeno citate dai telegiornali sportivi. I tempi si conoscevano solo alla radio la domenica mattina in "Anteprima sport".

 

Invece, telefonando al 051-455448, ogni giorno si ricevevano informazioni sulle corse attraverso un messaggio registrato, per lo pi? da Eugenio Zigliotto, e, nei weekend di corsa, si avevano i tempi dopo 15/20 minuti dal termine di ogni sessione.

 

Scopro solo adesso chi c'era dietro quel numero di autosprint al quale telefonavo ogni weekend di gara con mio cugino.. mi ero completamente scordato.

Che mito.

 

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Scopro solo adesso chi c'era dietro quel numero di autosprint al quale telefonavo ogni weekend di gara con mio cugino.. mi ero completamente scordato.

Che mito.

 

L'abbronzatissimo Zigliotto era il "braccio destro" di Sabbatini, era l'inviato speciale di Telesprint prima e di Rombo TV (perch? bisogna ricordare che in Italia non c'erano solo Grand Prix e Crono) poi. E' facile vederlo "assaltare" i piloti, microfono alla mano, nei vecchi filmati di repertorio.

La voce al telefono era per lo pi? la sua (aveva un forte accento friulano), a volte c'era una voce feminile e, negli ultimi anni del servizio, c'era Alberto, figlio di Marcello.

 

Ora Zigliotto si occupa di orologi e dirige (o ha diretto) la rivista "Orologi da polso".

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Ora Zigliotto si occupa di orologi e dirige (o ha diretto) la rivista "Orologi da polso".

 

Costui invece l'ho sempre sopportato poco.

Sicuramente informato ma col tono da saputello, perennemente caustico con Lauda (salvo poi vederlo con i miei occhi, dalla terrazza box di monza in un test di agosto, tutto sorridente e scodinzolante seguire Niki ovunque si girasse), il pugno ad Alboreto complet? l'opera :down:

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il pugno ad Alboreto complet? l'opera :down:

 

Non ricordo l'episodio di Alboreto.

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il pugno ad Alboreto complet? l'opera :down:

 

Non ricordo l'episodio di Alboreto.

 

Capit? se non sbaglio durante la stagione dell'86, Michele and? da lui a lamentarsi per le feroci critiche scritte dopo un GP e il giornalista reag? in quel modo

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Visitatore Astor

Solo oggi ho saputo la notizia e umanamente me ne dolgo.

Sul Sabbatini giornalista devo dire che quoto quanto detto da Gigi57 e da nelson4ever.

Io, che ho spesso criticato apertamente Sabbatini (credo che anche in questo Forum ne rimangano tracce) e che ero da anni quasi sempre in disaccordo con le sue posizioni, riconosco che ha segnato una svolta.

 

Ammetto per? che il suo stile di scrittura non mi ? mai piaciuto molto (una volta credo di averlo definito "il Gianni Brera dei poveri") n? amavo le sue frequenti cadute nella retorica filo-auto-a-tutti-i-costi.

Ricordo quando addirittura faceva propaganda contro i limiti di velocit? (e non si parlava dei famigerati 110, ma dei soliti 130), distribuendo un adesivo riproducente il segnale di limite con la cifra ... 300!

O quando attacc? pesantemente un attore allora molto noto, Paolo Ferrari, che aveva avuto l'ardire di affermare che lui era pi? rilassato quando scendeva da un taxi, non avendo dovuto guidare nel traffico, di quando usciva dalla sua auto personale. Apriti cielo! Toccare l'auto privata quale "simbolo di libert?" per Sabbatini era un sacrilegio.

N? amai molto, per usare un eufemismo, il suo voltafaccia nei confronti di Gilles Villeneuve: pochissimi mesi prima, al tempo dell'incidente in Giappone al suo debutto in Ferrari, "suggeriva" al Drake di cacciarlo per prendere Patrese. Pochissimi mesi dopo, senza essersi preventivamente cosparso il capo di cenere, inventava (e sfruttava) la "febbre Villeneuve", misurata in "cavallini" (che mi ? sempre parsa una gran bambinata ...).

Non c'? dubbio, per?, che fosse uno che entrava sempre dentro alla notizia, anche se a volte lo faceva a gamba tesa, e che era prontissimo a cogliere tutte le possibilit? per suscitare interesse ed entusiasmo nei lettori. Non era certo uno che "tirava a campare" ...

 

Dal punto di vista giornalistico, secondo me, avrebbe guadagnato molto se avesse avuto una "vis polemica cronica" meno permanente ed astiosa.

Cosa che, tra l'altro, a quanto mi risulta (mi fu detto all'epoca da persone addentro all'ambiente ferrarista) fu la causa scatenante della sua cacciata da Autosprint, ovvero il risultato di un suo volersi scontrare frontalmente, quasi per partito preso, con la Ferrari (atteggiamento che poi non ha pi? abbandonato) con conseguente crollo delle vendite. Certamente si mise in urto con l'editore ma non fu certamente una questione di contrasto sulle pagine di pubblicit?, come qui ? stato detto, ma un venire meno della stima di tanti lettori, con pile di Autosprint inopinatamente invendute ...

Tanto che poi piuttosto pochi lo seguirono su Rombo (nonostante la allora geniale ed innovativa trovata dell'accoppiata con la trasmissione TV, tra l'altro neppure disprezzabile).

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non fu certamente una questione di contrasto sulle pagine di pubblicit?, come qui ? stato detto, ma un venire meno della stima di tanti lettori, con pile di Autosprint inopinatamente invendute ...

 

E' quanto scrisse lui sul numero di addio (15/1981).

 

Ovviamente io non posso sapere se ci fosse qualcos'altro dietro, n? tantomeno Sabbatini fu smentito dal suo successore Gianni Cancellieri che, tra l'altro, afferm? sul numero 16/1981: "Autosprint mantiene la propria indipendenza".

 

Questo ? quanto risulta scritto ma, naturalmente, rispetto l'affermazione di Astor.

 

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Marcello Sabbatini: un grande!

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Quando nel 2001 Schittone fu cacciato da AS, arrivarono Ivan Zazzaroni e Alberto Sabbatini come codirettori: ci fu il ritorno di Cancellieri e Marcellone come opinionisti e la voce del grande Cevenini, morto da dieci anni, continu? grazie a loro. Il giornale fin? per diventare il novella 2000 dell'auto in meno di un anno, Ivan torn? a parlare di calcio ai mondiali e Sabbatini rest? l? per poco, rimpiazzato da Giorgio Piola e non so chi altro prima di consegnare il giornale a quello di adesso.

 

In quel periodo 2001/2002 si parl? tanto della storia di AS, cosa davvero carina, ma le trovate giornalistiche erano davvero uno scandalo. A Schumi, ormai chiamato cos? da tutti, diedero il posticcio nomignolo di Dominator (?!)...si inventarono lo SrpintDaq, una caggata che dava punteggio ad ogni giro di gara (come se contasse essere primi durante i pit stop) e poi si facevano delle seghe mentali su questo. A fine stagione cospargevano le pagine di foto enormi e testi piccoli, la presentazione della Ferrari occupava in pratica tutto il giornale.

 

E' questo il motivo per il quale di Sabbatini mi ? rimasto un brutto ricordo, da quello che ho vissuto, anche se tutti i grandi che stimo, Cavicchi compreso, lo considerano un grande.

 

Per quello volevo pi? sulle rivalit? contro la Ferrari, i voltagabbana e gli anni di ROmbo...io possiedo un Rombo del '95 ma di lui non c'? traccia, conosco solo Schittone tra i giornalisti noti..

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Per quello volevo pi? sulle rivalit? contro la Ferrari, i voltagabbana e gli anni di ROmbo...io possiedo un Rombo del '95 ma di lui non c'? traccia, conosco solo Schittone tra i giornalisti noti..

 

L'ultimo AS di Marcello Sabbatini (#15/81) era firmato da:

 

Caposervizio: Marco Magri

 

Redazione: Leopoldo Canetoli, Carlo Cavicchi, Chiara Luciani

 

Servizi speciali: Eugenio Zigliotto, Giancarlo Cevenini

 

Altri collaboratori in Italia: (tra gli altri) Lino Ceccarelli, Gaetano Dima, Guido Rancati, Renato Ronco

 

Collaboratori all'estero: (tra gli altri) David Hodges, Jeff Hutchinson, Thomas M. Imhof, Lino Manocchia

 

Altre collaborazioni: Hugh Bishop, Bob Costanduros, Cesare De Agostini, Franco Bonaventura, Maurice Hamilton, Doug C. Nye, Eoin S. Young

 

Foto: Attualfoto, AP, Belle Epoque, Cevenini, Olympia, Photo4, Villani

 

Disegni: Gil C. Cerracin, Paolo D'Alessio, Antonio De' Giusti, Giorgio Serra, Marco Siotto, Michael Turner, Massimo Vallese.

 

 

Il Rombo pi? vecchio che ho ? il #12/82

 

Redattore capo: Marco Magri

 

Inviati

Attualit? e rally: Carlo Cavicchi

 

Redattori specialisti

F1 e produzione: Eugenio Zigliotto

 

Formule da corsa: Leopoldo Canetoli

 

Varia informazione: Chiara Luciani

 

Motociclismo ecc.: Alberto Sabbatini

 

Redazione Milano: Massimo Mambretti

 

Collaboratori redazionali

F1 e politica sportiva: Franco Bonaventura

 

Cronache e TV: Guido Schittone e altri

 

Velocit? e rallies: Guido Rancati, Marco Ragazzoni

 

Prove vetture: Piero Taruffi

 

Tecnica (anche disegnata): Paolo D'Alessio, Giuliano Orzali, Giorgio Stirano

 

Realizzazione grafica: Giorgio Serra, Massimo Vallese, Sergio Baratto

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Il primo AS post-Sabbatini, diretto da Gianni Cancellieri, era firmato da:

 

Redattori: Diego Eramo e Ivan Zazzaroni

 

Inviato speciale: Giancarlo Cevenini

 

Collaboratori in Italia: (tra gli altri) Lino Ceccarelli, Renato Ronco

 

All'estero: (tra gli altri) David Hodges, Michael Hughes, Jeff Hutchinson, Thomas M.Imhof, Lino Manocchia

 

Servizi speciali: Hugh Bishop, Bob Costanduros, Cesare De Agostini, Maurice Hamilton, Doug C. Nye, Eoin S. Young

 

Foto: AP, Attualfoto, Belle Epoque, Cevenini, Olympia, Photo4, Villani

 

Disegni: Gil C. Cerracin, Antonio De' Giusti, Giorgio Piola, Marco Siotto, Piero Stabellini, Michael Turner, Massimo Vallese.

 

 

Un anno dopo (#12/82):

 

Capo servizi: Daniele Buzzonetti

 

Redattori: Diego Eramo, Andrea Ficarelli, Ivan Zazzaroni

 

Inviato: Giancarlo Cevenini

 

Corrispondente da Roma: Gaetano Dima

 

Servizi speciali: Hugh Bishop, Adriano Cimarosti, Ercole Colombo, Bob Costanduros, Cesare De Agostini, Giancarlo Galavotti, Roberta Gremignani, Maurice Hamilton, Alan Henry, Jeff Hutchinson, Doug C. Nye, Oscar Orefici, Ian Phillips, Rosanna Pilogallo, Giorgio Piola, Ezio Pirazzini, Nigel Roebuck, Renato Ronco, Giulio Schmidt, Eoin S. Young

 

Coll. in Italia: (tra gli altri) Paolo Bombara, Beppe Donazzan, Sergio Remondino, Roberto Teso

 

Foto: (tra gli altri) AP, Attualfoto, Belle Epoque, Cevenini, Colombo, Olympia, Photo4, Sutton, Villani.

 

Disegni: Gil C. Cerracin, Antonio De' Giusti, Giorgio Piola, Marco Siotto, Michael Turner

 

Segreteria: Roberto Boccafogli.

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