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Gunther Schmid 1933-2005

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Gunther Schmid'

L'uomo che aiuto' a lanciare le cariere in F1 di Marc Surer, Manfred Winkelhock e Gerhard Berger con i teams ATS e RIAL e morto all'eta' di 72 anni.

Schmid che per gl'ultimi 2 anni ha lottato contro un tumore, era uno dei pionieri della produzione di massa delle ruote in legha leggera,e in 1972 formo' la compagnia ATS.

Il business fu un successo e Schmid un ex pilota di formula Vee decise di usare motosport per promuovere l'ATS.

Schmid compro' un chassis Penske per la stagione 77,e con Jean-Pierre Jerier guadagno' un punto al debutto nel GP a LongBeach.

Sotto la guida a volte abrasiva di Schmid,ATS compete' in ottantanove GrandPrix accumulando 7 punti.

Il Tean fini' due volte undicesimo nel campionato costruttori in 1979 a 1982 ma chiuse i battenti alla fine dell'84 dopo aver fallito di raggiungere un accordo con BMW riguardo il procuramento dei motori per l'anno seguente.

Senza darsi per vinto Schmid torno' in F1 come team boss tre anni piu' tardi, questa volta promuovendo la sua compagnia costruttrice di ruote dal nome RIAL.

Con Andrea DeCesaris alla guida RIAL fini' nono nel campionato costruttori dell'88

Fonte

Mattias Bruner -Autosport

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La RIAL fece due quarti posti in USA: con De Cesaris nel 1988 e con Danner nel 1989. Nel 1989 il team era diventato un circo con Volker Weidler (carriera rovinata dalla macchina) sostituito da Pierri Henry Raphanel, Danner (autore del quarto posto) sostituito con Gregor Foitek. Da met? stagione in poi non si qualificarono pi?, la macchina andava perfettamente ma era troppo lenta e Smith licenziava tutti, compresi i tecnici.

 

Era un personaggio simpatico, una specie di Stoddard dei tempi nostri, un p? controcorrente.

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erano anni in cui auto assurde si piazzavano in posizioni assurde biggrin.gif comunque era bello anche per questo, tra l'altro ricordo di aver visto una RIAL ARC02 esposta in un negozio di abbigliamento in austria nel 1991 biggrin.gif

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non sono riuscito a trovare nessuna photo della Rial o Ats , se qualcuno ne postasse una mi piacerebbe vederle

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C Danner, Rial-Ford ARC2. Rio 1989 (credo)

 

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??? Rial-Ford ARC2

 

 

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ATS D6-BMW

Manfred Winkelhock

(quanto ? fatto bene questo modellino???)

 

 

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Michael Bleekemole, GP degli Stati Uniti 1978. ATS HS1. Watkins Glen, Ottobre 1, 1978.

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La rial del 1988 non era poi cos? assurda:il, progettista era Gustav Brunner. devil_smile.gif

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Questo è un pezzo che ho scritto a proposito del protagonista del topic tempo fa da un altra parte

Negli ultimi tempi mi è capitato, soprattutto a seguito delle gare di GP2, di buttare un occhio al " dietro le quinte " degli attuali Gp
Mazzoni, Capelli e cumpa cantante si lanciano in argute e pungenti discussioni sulle varie sfaccettature della competizione. Lo fanno con una passione ed una competenza tale che per me è praticamente impossibile non cercare un salvagente mediatico in tutto cio' che fa loro da sfondo nei paddock della F1. Ho avuto così modo di ammirare gli attuali Motorhome, le Hospitality, le location for the Press ecc ecc.
Belle. Sfavillanti, lucenti, sempre e comunque tirate a lucido. E, ovviamente, popolate da stormi di manichini dalla frase fatta, dall'intervista tristemente identica alla precedente.
C'è molta attenzione, oggi come oggi, all'aspetto Glamour dell'ambiente. C'è altrettanto rispetto per l'ordine, la pulizia estrema, l'ostentazione della perfezione.
Ma non è sempre stato così. Sono uno che si è ammalato di automobilismo nel fior fiore degli anni 80. Ho visto centinaia di filmati, letto libri, sentito aneddoti e racconti. E allora mi viene da pensare, talvolta, se davvero quello che vedo è figlio di ciò che fu. Se la gente che bazzica ora ha una idea anche solo vaga di ciò che era, una volta, la massima espressione automobilistica mondiale e chi erano gli interpreti del famigerato Circus, dietro e fuori la pista.
Tutti oggi si atteggiano a personaggi. Molto precisi, pettinati, 5 berretti con visiera uno sull'altro, ma poco credibili.
C'è stata gente, in passato, che probabilmente non mirava ad essere personaggio. Ma, suo malgrado, lo era. Eccome.
Gunther Schmidt era il tipico tedesco tutto d'un pezzo. Sempre serio, sempre apparentemente distaccato, molto convinto delle sue idee. Era un ( ricchissimo ) campeggiatore prestato al dorato e allora piu' ruspante mondo della F1.
Schmidt produceva cerchi in lega. Nel 77 decise che era venuto il momento di cavalcare l'onda e pubblicizzare il proprio prodotto attraverso i Gp. Ma niente rompiscatole fra i piedi. Herr Gunther voleva fare tutto in proprio. Comprò la Penske che John Watson aveva portato alla vittoria l'anno prima in Austria, la dipinse coi colori aziendali ATS e la affidò alle cure di Jean Pierre Jarier.
Piede di Piombo conquistò subito il primo punto all'esordio negli USA. Ottimo inizio di una continua lotta per la sopravvivenza. Male per il resto del 77, male tutta la stagione 1978, poi nel 79 la grinta del mai domo Hans Joachim Stuck portò per qualche volta la monoposto gialla, convenzionale ma solida, a partire verso metà schieramento.
La stagione 1980 sembra quella buona. Al veloce e sfortunato Surer viene affiancato un giovane taciturno olandese, Jan Lammers. A Long Beach la n.9 parte addirittura in seconda fila. Ma i punti scarseggiano, e quindi Herr Schmidt, da persona pratica che non ha paura di sporcarsi le mani ( proprio come oggi....), provvede a disegnare un nuovo muso da far debuttare nella rovente estate europea. In Austria Schmidt ordina che il " suo " muso venga montato sulla vettura dell'olandese. Lammers non ci pensa proprio a lanciarsi in pista con quell'affare all'anteriore, e ordina ai suoi meccanici di montare quello convenzionale, come sulla vettura dell'elvetico. Quando Gunther torna, nota la differenza. Non fa una piega. Se ne frega dei reporter che, tra una chiave inglese ed un bidone dell'olio ( eh già, ai tempi i box erano officine all'aria aperta, altro che hospitality ) cercano lo scoop. Comincia a saltare a piè pari sui baffi della monoposto dell'olandese e, a forza di calci e salti, demolisce tutto.
Non mi importa se la ATS continuerà la sua storia per sole quattro stagioni e conquisterà l'ultimo punto a Monza con un certo Berger alla guida, non mi interessa se Schmidt tenterà di nuovo la sorte alcuni anni dopo con la Rial, monoposto che mandingo De Cesaris porterà a punti in Brasile per poi mollare di nuovo in un amen: mi piacerebbe solo sapere come avrebbe reagito l'ambientino odierno ad un gesto simile di Dominicali o Horner. Gli addetti ai lavori d'oggi, così perfetti, così pettinati, così politically correct. L'estatto contrario di quel bofonchione gretto e rozzo di Schmidt. Ma è per elementi come lui che tanta gente si è innamorata dell'automobilismo, si è sentita partecipe e parte integrante di un mondo meno asettico, meno lindo ma molto ma sicuramente molto piu' rustico ed autentico.

 

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