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sundance76

Dormire?! Macch?!

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La mia prima partecipazione al Rally dell?Acropoli in Grecia con la Fulvia HF in coppia con Arnaldo Bernacchini risale al 1969.

 

Vi dico subito che era una gara durissima sia per le vetture che per i piloti. Gli sterrati greci, sono ancora oggi tra i pi? duri e ?scassamacchine? del mondiale, in particolare quelli del Peloponneso. Tant?? vero che la percentuale di vetture che riuscivano a tagliare il traguardo era molto bassa.

 

In quell?edizione, tra le tante vetture rimaste in panne nei 4.000 chilometri di gara, c?era anche la nostra Fulvia, che per guai meccanici ci aveva abbandonato a pochi chilometri dal traguardo. Ma questa non era una sorpresa, sia per la durezza della gara sia perch? la vettura da corsa veniva preparata sulla ?carta?. Infatti, per ragioni di budget, anche se eravamo una squadra ufficiale, non si utilizzavano i muletti ed i meccanici per le prove. Questo era un disagio per noi piloti, perch? riuscivamo a fare un solo passaggio nelle prove speciali per prendere le note, di conseguenza in gara, l?impegno, la tensione ed i rischi erano ancora maggiori.

 

Quando sento i piloti di oggi che si lamentano perch? durante le prove non possono fare pi? di tre passaggi, per giunta con il muletto e l?assistenza al seguito, mi viene da ridere. Cosa avremmo dovuto dire noi allora? Ma siamo solo all?inizio...

 

La gara durava quattro giorni e si correva ininterrottamente; non erano previste soste neanche per qualche ora di riposo. Le uniche soste ?rubate?, sulle quali poter contare per riuscire a dormire qualche mezz?ora qua e l? erano rappresentate dai traghettamenti. Mi spiego meglio. La Grecia per conformazione geografica, ha delle coste con insenature marine molto importanti, in particolare nel Peloponneso. Cos? si usavano dei traghetti per collegamenti pi? diretti. Per fortuna che ce n?erano diversi, perch?? Perch?, come dicevo, era la sola possibilit?, una volta a bordo, di scendere dalla vettura e cercarsi un posto sul pavimento per sdraiarsi e dormire.

 

Perch? per terra sulla nuda lamiera zigrinata? Semplice! Le imbarcazioni che effettuavano questi traghettamenti erano delle chiatte ed oltre alla cabina di manovra, non esisteva nient?altro. Ovviamente pi? era lungo il tragitto pi? eravamo contenti, perch? si poteva ?dormire? pi? a lungo. Il tempo che si perdeva per le operazioni d?imbarco e sbarco veniva neutralizzato, pertanto quello diventava l?unico momento di ?vero riposo?!

 

La scena che si presentava agli occhi dei passeggeri di bordo era quella di vedere gente ammucchiata sul pavimento, trasandata, barba lunga, non molto profumati, impolverati, come dei veri "clochard".

 

I ?posti letto? non erano molti, a volte ci si doveva accontentare di un ?letto? pi? ridotto, con il risultato di trovarsi un piede di un ?coinquilino? sotto il naso. Per fortuna la stanchezza era tanta che non si percepiva nessun odore.

 

Ci? nonostante, anche se le ?camere? non erano cos? confortevoli, quando suonava la ?sveglia?, perch? il traghetto stava per attraccare; non eravamo molto contenti. Anche perch? sapevamo che non avremmo trovato n? la doccia n? tanto meno una tavola imbandita con cappuccini e brioche.

 

Ad attenderci per continuare l?interminabile viaggio, c?era solamente la nostra inseparabile e ?desiderata? Fulvia HF. La prima cosa che chiedevo ad Arnaldo, mentre stavamo scendendo dal traghetto era: ?Tra quando il prossimo??.

 

Questo, penso sia sufficiente per farvi capire a che livello era arrivata la fatica che avevamo accumulato. Quando, dopo il ritiro, arrivammo all?hotel a notte fonda, sembrava di vivere in un sogno.

 

Finalmente avremmo potuto fare un lunghissimo bagno e dormire su un letto vero, che non vedevamo da quattro giorni. A differenza di altri ritiri patiti in zona Cesarini (parecchi purtroppo), questo lo presi come una liberazione. Infatti, una gara cos? non aveva senso perch? ti toglieva ogni energia e quindi anche la volont? ed il desiderio di combattere per la vittoria.

 

Per questo motivo e per altri legati pi? a fattori scaramantici, decisi di non partecipare pi? all?Acropolis Rally.

 

Infatti, dopo il ritiro, mi chiam? Cesare Fiorio e mi avvert? che mio padre e mia sorella avevano avuto un serio incidente stradale.

Non solo.

Quando ebbi l'incidente in Macedonia in cui mor? il mio navigatore, Luciano Lombardini, eravamo nella marcia di avvicinamento del rally di Montecarlo '68, e indovinate da quale citt? eravamo partiti? Atene!

 

Ecco perch? non volevo pi? andare in Grecia

 

Ma poi, alcuni anni dopo, nella "famigerata" stagione 1978 in cui i due team Fiat e Lancia, cugini ma arci-rivali, vennero unificati, Cesare Fiorio e Daniele Audetto riuscirono a convincermi a tornare in Grecia con la 131 Abarth...

 

- Sandro Munari -

 

(Nota: fino agli anni '90, il rally di Montecarlo prevedeva come prima tappa una marcia di avvicinamento con partenza da alcune citt? europee o africane, percorso che per? era ininfluente per la classifica di gara).

Modificato da sundance76

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