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sasaman

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  1. https://f1grandprix.motorionline.com/f1-verstappen-arrivato-in-cima-vuoi-mantenere-quella-sensazione-vincente/
  2. “Purtroppo non ha avuto vita facile in questi due anni – ha detto Rosberg su Sport1. https://f1grandprix.motorionline.com/f1-rosberg-su-schumacher-in-mercedes-ottima-chance-ma-nel-2024-deve-trovare-un-sedile/
  3. su mobile la larghezza non è stata toccata, l'unico problema che stiamo risolvendo è la questione degli avatar che si sovrappongono. Nel caso posta uno screen
  4. Come si fa a farti capire che la piattaforma ha i suoi costi o pensi che sia una onlus?
  5. no, l'unica skin disponibile sarà quella con i colori del sito
  6. considera che la nuova skin ricalcherà quella del sito quindi anche l'area visibile non sarà più 100%, ti dovrai abituare, o passare ad un display retina le firme andranno ridotte infatti
  7. danno fastidio? qual è il motivo?
  8. scusa ma non capisco il tuo atteggiamento polemico. E' un cambio pesante di piattaforma non c'è bisogno di fare critiche ad ogni post, mi pare che c'è un bell'avviso. Entrando nel merito dell'errore, dove lo riscontri? Grazie
  9. Un altro centro per Sebastian Vettel a Suzuka, il suo circuito preferito. Ora rimane solo la formalità su un circuito sul quale ha già stravinto due volte. Il Buddh International Circuit sarà teatro dell’atto conclusivo della lotta per il titolo mondiale piloti, a scanso di clamorosi fallimenti della RB9 guidata dal tedesco. In Giappone abbiamo assaggiato il campione Vettel in modalità stratega. Non è stato assolutamente perfetto, come ci si aspettava sul suo tracciato preferito. Non ha conquistato la pole position, non ha guadagnato posizioni al via, non ha dominato dall’inizio alla fine. È un Sebastian Vettel attendista quello andato in scena a Suzuka, un pilota furbo, che sa aspettare, senza umiliare gli avversari dal primo all’ultimo giro. Parere personale: ci piace! (sarà che sembra più umano). A completare la doppietta Redbull c’è il poleman Mark Webber, contento del suo secondo posto ma … quanto vorrebbe essere per una volta sul gradino più alto prima del ritiro. Nulla da dire a Mark, anzi, gara eccellente, peccato per la strategia più azzeccata del suo compagno. Ad ogni modo, Redbull sopra tutti. Per il terzo gradino del podio ritroviamo per la terza volta consecutiva Romain Grosjean, che sembra avere assimilato al meglio la notizia della dipartita del suo compagno. Con una partenza da urlo si porta addirittura al primo posto, e conduce la gara mantenendo un ottimo ritmo. Alla fine si deve accodare, ma con questi tre podi sta riscattando la sua nomea del 2012, prontamente ricaduta su un certo Perez. Il quarto posto se lo aggiudicaFernando Alonso, sempre più critico nei confronti della Ferrari – e come si fa a non essere critici contro un team che fa piangere milioni di italiani ogni stagione? – e della F138. Ogni qualifica sono sette o otto decimi – ok, lo spagnolo non è una scheggia però … – e in gara non si può fare sempre miracoli partendo insieme a Force India e Sauber. Arriva quarto per la grazia del samurai tatuato sulla sua schiena. Da menzionare nella sezione Top sono le due Sauber: Hulkenberg sta facendo venire il mal di stomaco ai ferraristi da due gare a questa parte; Gutierrez diventa il primo rookie del 2013 ad andare a punti. Monicia ringrazia. Menzione speciale per Nico Rosberg che dopo la gara ci regala una scenetta che resterà nella storia di questo sport: “Come faccio ad essere contento dell’ottavo posto – si guarda intorno, vede Perez, lo indica con il dito – questo qua, è un po’ un pirla!” ed effettivamente perez ne ha combinate di tutti i colori, compreso rovinare l’ala anteriore al tedesco stringendolo senza motivo. L’altro ferrarista, Massa, partito davanti ad Alonso non riesce ad andare oltre al decimo posto, complice un drive through per la velocità eccessiva in entrata della corsia box. Intanto non si è ancora capito se il brasiliano possa e voglia ignorare gli ordini di scuderia. Lungo e tortuoso è stato il cammino che ha portato alla progettazione di un circuito “ufficiale” per l’India, in cui ospitare eventi di grande portata come la Formula Uno. Una prima idea risalì al 1997 con ubicazione nei pressi di Calcutta, poi abbandonata e ripresa nel 2003, quando l’India disponeva di due circuiti ufficiosi nel proprio territorio ma inadeguati ad ospitare il circus mondiale. Cominciarono quindi diversi sopralluoghi da parte dello stesso governo al fine di individuare una zona adatta alla costruzione di un tracciato possibilmente permanente: due furono le zone individuate, a cui se ne aggiunse nel 2004 una terza, nei pressi di Mumbai. Ecclestone, fiducioso del governo indiano, ricevette però un secco no a causa delle leggi sul tabagismo e ad un cambio del piano politico per salvaguardare lo stato; molti dei terreni prescelti vennero convertiti in zone industriali al fine di far crescere la potenza economica dello stato, uno degli attuali paesi in via di sviluppo. Cominciò quindi un secondo negoziato tra Ecclestone ed il governo indiano, che terminò nel 2007 con la decisione di costruire il tracciato nello Uttar Pradesh, stato settentrionale dell’India , precisamente nella zona Greater Noida, in cui lo sviluppo economico e demografico è in ascesa negli ultimi anni. Su progetto dell’architetto Hermann Tilke si cominciò a lavorare nel giugno dello stesso anno, con scadenza due anni più tardi, in cui si sarebbe svolto il primo GP d’India. Tuttavia alcune valutazioni tempistiche portarono il patron della Formula Uno ad annunciare, al termine dell’estate 2008, un ulteriore ritardo, che avrebbe precluso la prima edizione al 2011, questa volta definitivamente. Il Buddh International Circuit è situato all’interno di un sito di oltre mille ettari, denominato Jaypee Greens Sports City, dove sono presenti tra l’altro un campo da golf, uno stadio per l’hockey ed uno per il cricket. La sua lunghezza totale è di 5137 metri con un totale di 16 curve, di cui le più impegnative sono, in sequenza, le sopraelevate 10, 11 e 12 che ricordano la lunga curva 8 del tracciato di Istanbul e che creeranno non pochi problemi di gomme data l’alta forza a cui saranno sottoposte. Due i rettilinei: quello antistante i box e quello dietro essi, che è anche uno dei più lunghi nel mondiale con i suoi 1060 metri e velocità di oltre 320 km/h; a raccordali una curva verso sinistra che ricorda quella dell’Hockenheim Ring. Le due zone DRS si trovano per altro su questi due rettilinei, per cui i sorpassi saranno garantiti. Per l’India sono state selezionate da Pirelli le mescole White Medium e Yellow Soft, combinazione che offre il miglior compromesso tra prestazioni e durata su questo circuito, noto per i suoi cambi di quota e le curve tecnicamente impegnative. Edizioni precedenti Edizione 2011: la prima assoluta per il circuito indiano non parte molto bene. Infatti si svolgono, nei giorni precedenti al Gran Premio, proteste organizzate dai contadini della zona i quali contestano agli organizzatori di aver acquistato quei terreni in modo inappropriato. Si aggiunge il problema delle tasse doganali per le scuderie, poi risolte con l’intervento degli organizzatori che mediando con il governo hanno permesso il non pagamento di esse. In campo sportivo il venerdì si apre con le Libere 1 in cui Hamilton (McLaren – Mercedes) è primo, le Libere 2 con Massa (Ferrari) davanti a tutti e le Libere 3 con Sebastian Vettel (RBR – Renault) a comandare. Proprio il tedesco al termine delle Q3 del sabato conquista la pole position davanti ad Hamilton, retrocesso poi di tre posizioni sulla griglia per non aver rispettato le bandiere gialle nelle libere precedenti. Al suo posto parte quindi Mark Webber, compagno di squadra di Vettel, poi Alonso e Button in seconda fila, Hamilton e quindi Massa. La domenica viene osservato un minuto di silenzio per la scomparsa di Marco Simoncelli e Dan Wheldon, scomparsi nelle settimane precedenti. Alla partenza Vettel scatta bene comandando il gruppo, dietro di lui c’è però Button con la McLaren, il quale aveva in precedenza sorpassato Webber alla curva 2. Al 16° passaggio comincia il valzer dei cambi gomme ai box, durante i quali nulla cambia. Al 24° giro Hamilton tenta il sorpasso su Massa alla curva 5, ma i due vanno a contatto e l’inglese ha la peggio, dovendo rientrare ai box per sostituire il musetto danneggiato, mentre il brasiliano è punito con un drive-through pochi giri più tardi. 10 giri più tardi sempre il carioca è artefice del proprio ritiro: sale sul cordolo colpendo la cunetta esterna rompendo la sospensione della vettura. Dopo il secondo cambio gomme Alonso supera Webber, portandosi in terza posizione, così come fa Schumacher su Rosberg, suo compagno di squadra alla Mercedes GP. Non avvengono ulteriori sorpassi o ritiri, per cui Sebastian Vettel porta a casa l’ennesima vittoria, l’undicesima in stagione, oltre al suo primo Grand Chelem (pole, vittoria e giro veloce in un unico GP senza mai cedere la prima posizione); dietro di lui Button a 8 secondi e Fernando Alonso ad oltre 24. Edizione 2012: vengono apportare alcune modifiche alle curve 2, 3, 7, 8 e 9 con elevazione dei cordoli ed ampliamento della zona erbosa in uscita di curva. Le libere del venerdì vedono sempre davanti Sebastian Vettel e la sua Red Bull motorizzata Renault, facendo presagire un weekend monopolizzato dalle vetture di Adrian Newey. Infatti il tedesco conquista la pole position il giorno seguente con il tempo di 1.25.286 al termine delle Q3, davanti al compagno di squadra Mark Webber, a seguire in griglia le due McLaren e le due Ferrari. La domenica in gara Vettel si ripete come l’anno precedente, andando subito in fuga e protetto dal proprio compagno di squadra, mentre dietro Fernando Alonso da prova delle proprie qualità infilando prima Hamilton alla curva 3 e poi battagliando con Button, sorpassandolo alla terza tornata e portandosi, di fatto, in 3ª posizione. Nulla accade durante il primo cambio gomme, fino a quando Webber comunica ai box un problema al Kers ed il suo conseguente rallentamento, che al giro quarantanove permette ad Alonso di sorpassarlo e portarsi in seconda posizione. lo spagnolo sembra anche potersi avvicinare alla monoposto di Vettel, dal cui fondo escono scintille anomale per alcuni giri, ma che alla fine non cambieranno l’andamento della gara: seconda vittoria per lui sul tracciato indiano e quarta di fila in stagione, con Alonso secondo ad oltre nove secondi ed a 13 punti; terzo Webber che riesce a resistere all’impetuosa rimonta di Lewis Hamilton e della sua McLaren Mercedes. Venerdì 25 Ottobre Libere 1: 6:30-8:00 (Sky Sport F1 HD) Differita in sintesi su RaiSport 1 alle 12:20 Libere 2: 10:30-12:00 (Sky Sport F1 HD) Differita in sintesi su RaiSport 1 alle 22:35 Sabato 26 Ottobre Libere 3: 7:30-8:30 (Sky Sport F1 HD) Qualifiche: 10:30 (Sky Sport F1 HD) Differita integrale su Rai 2 alle 14:30 Domenica 27 Ottobre Gara: 10:30 ̶ 60 giri ̶ 307,249km (Sky Sport F1 HD) Differita integrale su Rai 1 alle 15:00 * tutti gli orari indicati si riferiscono all’Italia: tra Italia e India ci sono 4:30 ore di differenza. Distanza a giro: 5,125km Numero di curve: 16 Senso di marcia: orario RECORD Giro prova: 1:24.178 – S Vettel – Red Bull Renault – 2011 Giro gara: 1:27.249 – S Vettel – Red Bull Renault – 2011 Distanza: 1h30:35.002 – S Vettel – Red Bull Renault – 2011 Vittorie pilota: 2 – S Vettel Vittorie team: 2 – Red Bull Pole pilota: 2 – S Vettel Pole team: 2 – Red Bull Migliori giri pilota: 2 – S Vettel Migliori giri team: 2 – Red Bull Podi pilota: 2 – F Alonso, S Vettel Podi team: 3 – Red Bull Albo d’oro 2011 S Vettel – Red Bull Renault 2012 S Vettel – Red Bull Renault Andrea Villa, Matteo Bramati.
  10. Vettel cala il Poker e Tris in un solo weekend: quattro vittorie consecutive in questo 2013, nonché tre vittorie consecutive sul tracciato di Yeongam in Corea e si invola verso il quarto mondiale. Addirittura il tedesco potrebbe chiudere i giochi già in Giappone, nel caso Alonso non prendesse punti, proprio come fu un anno fa. D’altronde Seb sa bene come gestire le gomme Pirelli – chiedere a Paul Hembery a riguardo – . Polemiche a parte analizziamo la gara di Yeongam. Questa volta non è stato propriamente il monologo di Singapore, ma qualcosa di simile. Non è riuscito a fuggire come una lepre, ma è comunque rimasto sempre lì davanti, Jeep o non Jeep, anche con un pizzico di fortuna in occasione della prima Safety Car. Tutti i ferraristi, orami deposte le speranze per questo mondiale, stanno sperando che il mal di schiena di Raikkonen rimanga anche durante la prossima stagione, perché se i problemi alla schiena lo fanno risalire di 10 posizioni in media ogni gara, ben venga! Gara stratosferica. Romain Grosjean completa il podio con una prestazione consistente, da vero uomo di squadra. L’eroe di giornata però è Niko Hulkenberg: in barba al “non” contratto Ferrari tiene dietro gente come Hamilton, Alonso e Rosberg. La vettura era settata esattamente per sfuggire sui rettilinei e questo è stato il suo punto di forza. Una gara storica e un incentivo a quel tanto agognato sedile in Lotus. Le McLaren finiscono entrambe nella top ten finalmente, anche se ottavo Button e decimo Perez raccolgono pochi punti. Weekend frustrante per Lewis Hamilton, al sabato secondo e solamente quinto al traguardo dietro a quella saracinesca che è l’incredibile Hulk coreano. Davvero coriaceo i tedesco questa domenica, anche per un asso come Lewis. Che dire poi di Fernando Alonso? Si lamenta delle gomme e per tutta la gara non combina praticamente niente. Viene passato da tutti, e il suo sesto posto è solo grazie al musetto di Rosberg e al falò dellaRed Bull di Webber. Non proprio il finesettimana giusto: ritenta, sarai più fortunato Fer. Che dire poi di Mark Webber? La sfortuna sembra essere proprio dalla sua parte. Rimonta l’irrimontabile e tutto va in fumo per la prima Safety, alla ripartenza viene brutalmente tamponato e tutto va in fumo. Punto. Per lo meno il Gran Premio di Corea è stato divertente: tra il musetto di Rosberg che collassa in rettilineo, la Red Bull che va a fuoco, la Jeep dei pompieri che esce a caso – chissà cosa deve avere pensato Vettel – gomme che esplodono in pieno rettilineo. Che poi Perez, cosa si poteva aspettare dalla sua anteriore destra dopo averla spalmate sull’asfalto come marmellata alla prima curva? Il circuito di Suzuka fu costruito all’interno di un Luna Park della Honda, e inizialmente era stato progettato per diventare un circuito per testare i nuovi prototipi. Alla fine degli anni ’80, però entrò a far parte del mondiale diFormula 1 senza più uscire dal calendario salvo pochissime eccezioni. Luogo di capitoli storici della Formula 1, questo tracciato è uno dei più amati da piloti e appassionati, per le sue numerose peculiarità, a cominciare dalla sua forma a otto. Si tratta infatti dell’unico tracciato in calendario dotato di un sottopassaggio che garantisce un incrocio tra le due piste. Un’altra parte molto spettacolare e molto selettiva tra i piloti sono le S dopo la prima curva, da prendere in terza e quarta marcia, in cui la traiettoria è fondamentale e bisogna avere un buon carico per passare tra le curve con agile velocità – Red Bull docet – (e per questo Suzuka è chiamata l’università della Formula 1). Altre due curve da “brivido” sono la Spoon Curve, che ha ben 2 punti di corda e la successiva 130R, forse la più emozionante del tracciato, da affrontare a gas spalancato per poi staccare per la Casio Triangle. Menzione speciale per questa Chicane che chiude il circuito: questo è il luogo dell’incidente più famoso della Formula 1 – pensi a Senna e Prost e vedi le due vetture ferme con i piloti che si guardano – nonché dell’episodio più discusso negli anni: il famosissimo incidente tra Senna e Prost nell’89. Insomma, le emozioni su questo circuito non possono di certo mancare. Quest’anno Suzuka è l’ultimo circuito in cui vi sarà una sola zona DRS, sul rettilineo principale. La Pirelli ha deciso di portare in Giappone le mescole Orange Hard e White Medium, le più adatte a sopportare le alte forze delle curve veloci quali la Spoon e la 130R, così come la sequenza di S iniziali. Il record assoluto di vittorie in Giappone appartiene a Michael Schumacher, con ben 6 successi tutti a Suzuka; per quanto riguarda i piloti partecipanti al campionato abbiamo tre vittorie per Vettel, due per Alonso, una per Raikkonen, Hamilton e Button. Il gran premio di domenica prossima sarà trasmesso integralmente sia su Sky che sulla Rai, in modo da rendere godibile a tutti lo spettacolo che andrà in scena a Suzuka. Top 10 edizioni GP Giappone Riportiamo le dieci gare che meglio rievocano lo spirito della Formula Uno in terra giapponese, corse soprattutto sul circuito di Suzuka, ma anche presso il Fuji International Speedway. Edizione 1977: un’edizione particolare, indimenticabile e che recentemente tutti gli appassionati hanno potuto rivivere grazie al film “Rush”. Dopo l’incidente di Niki Lauda al Nürburgring Hunt recupera lo svantaggio nei suoi confronti, portando così all’ultima gara la decisione su chi sarà il campione del mondo. Dopo che un forte acquazzone si abbatté sul circuito durante la domenica molti piloti chiesero l’annullamento della gara (tra cui Lauda ed Hunt), ma Bernie Ecclestone e gli organizzatori decisero di posticipare di un’ora e mezza la partenza, obbligando tutti a correre, seppur in condizioni estreme. Proprio per questo motivo dopo solo un giro Lauda preferì ritirarsi, non volendo rischiare la propria vita una seconda volta, per di più nella stessa stagione. Gli occhi quindi furono puntati tutti su Hunt e la sua McLaren: in testa alla corsa dovette rallentare a causa del degrado delle gomme, ma forò a soli quattro giri dal termine e fu costretto a rientrare ai box; rientrato in quinta piazza, riuscì a rimontare sino al gradino più basso del podio, vincendo il suo primo ed unico mondiale. Edizione 1987: dopo dieci anni il mondiale tornò in terra giapponese, questa volta sul circuito di Suzuka, di cui la Honda era proprietaria. La lotta per il titolo era fra i due piloti Williams, Nelson Piquet e Nigel Mansell, ma quest’ultimo fu protagonista di un grave incidente che non gli permise di correre per tutto il resto della stagione, consegnando di fatto il titolo nelle mani del brasiliano, iridato per la terza volta. Non avendo più pressioni, Piquet lasciò che fosse Gerhard Berger con la sua Ferrari a conquistare la pole position. Il pilota di Maranello vinse anche il giorno seguente davanti a Senna (Lotus – Honda) e a Stefan Johansson (McLaren – TAG Porsche); una rottura del motore Honda all’ultimo girò non privò Piquet dei festeggiamenti per l’iride conquistato. Edizione 1988: sempre sul circuito di Suzuka, questa è una delle gare più vivide nella memoria di molti. La prima fila fu monopolizzata dalle due McLaren di Senna e Prost, i quali si contendevano anche il titolo mondiale. Al via il brasiliano fece spegnere il propulsore della propria monoposto, ma sfruttando la lieve pendenza del rettilineo riuscì a riaccenderlo e partire all’inseguimento del gruppo. Nel frattempo Prost aveva ingaggiato battaglia con Berger e Ivan Capelli, rallentato da noi al cambio. Quando, tutto ad un tratto, cominciò a piovere, si verificarono le condizioni che Senna aveva sperato: al 28° giro arrivò alle spalle di Prost dopo una veloce rimonta, lo sorpassò sfruttando un doppiato, se ne andò in solitaria e vinse il suo primo titolo iridato oltreché alla gara. Terzo giunse Thierry Boutsen con la Benetton – Ford, ma quel giorno gli occhi furono puntati tutti sul brasiliano. Edizione 1989: un’altra edizione sensazionale e ricca di colpi di scena. Prost si presentò al Gran Premio con 16 punti di vantaggio rispetto al compagno di squadra, sempre Ayrton Senna, il quale era costretto a vincere per mantenere vive le speranze di secondo titolo mondiale. Il sabato tale impresa sembrò possibile, grazie alla dodicesima pole position stagionale del brasiliano, che girò un secondo e sette decimi più veloce del francese. Tuttavia la partenza di Senna, il giorno seguente, non fu delle migliori e fu prontamente scavalcato dall’asso francese, che si portò in testa alla corsa e guadagnò secondi preziosi fino al primo cambio gomme, quando Ayrton cominciò la sua veloce rimonta. Ciò che accadde riecheggia ancora oggi nella memoria degli appassionati: alla chicane Senna attaccò all’interno Prost, la conseguenza fu l’impatto tra le due vetture; il francese si ritirò, mentre il brasiliano ripartì e dopo una sosta ai box per cambiare il musetto danneggiato, ripartì andando a vincere. Tuttavia venne squalificato per taglio irregolare del tracciato ed il titolo andò nelle mani di Prost. Qui per un maggiore approfondimento sulla vicenda. Edizione 1996: ancora una volta a Suzuka fu lotta per il titolo mondiale, questa volta a contenderselo c’erano Damon Hill e Jacques Villeneuve, con l’inglese in vantaggio sul canadese di nove punti, soltanto una vittoria di Jacques ed il ritiro di Damon avrebbe stravolto i piani. I due della Williams motorizzata Renault conquistarono la prima fila, con il canadese primo. Il giorno seguente però fu autore di una pessima partenza che lo relegò a metà gruppo, costringendolo ad una lunga rimonta nei confronti di Hill, indisturbato in testa della corsa. Nonostante una serie di giri veloci, il canadese fu costretto al ritiro al 37° giro a causa del distaccamento di una ruota. Cinque giri prima Villeneuve aveva avvertito delle forti vibrazioni provenire sul retro della vettura e per questo si era fermato ai box per sostituire il set di gomme, ma ciò non bastò a si verificò l’evento sopracitato. Hill fu campione del mondo 28 anni dopo suo padre, Graham Hill; secondo arrivò Schumacher con la Ferrari a circa un secondo e mezzo, terzo Mika Häkkinen con la McLaren – Mercedes. Edizione 1999: anno della sfida tra Häkkinen ed Irvine, dopo l’esclusione di Schumacher in seguito all’incidente di Silverstone. In qualifica il più veloce è proprio il tedesco, che strappò la pole position dalle mani del finlandese, mentre Irvine si piazzò soltanto quinto, protagonista tra l’altro di un incidente al termine della sessione di prove. La domenica però Michael partì male, facendosi sopravanzare dal pilota McLaren che prende subito un buon vantaggio sul resto del gruppo. Momenti di panico al primo cambio gomme per una ruota non entrante, ma poi la freccia argento ripartì senza problemi. La Ferrari provò a cambiare strategia ma fu tutto inutile e per Häkkinen fu mondiale, il secondo dopo quello dell’anno precedente, seguito da Schumacher ed uno sconsolato Irvine. Fu questa l’ultima gara per Damon Hill, salito quarantadue volte sul podio, 22 delle quali su quello più alto. Edizione 2004: a causa dell’arrivo del ciclone Ma-On, la sessione di prove fu spostata dal sabato alla domenica mattina. Su pista ancora molto umida è Schumacher a cogliere il momento giusto, entrando a pochi minuti dal termine delle qualifiche ed agguantando la pole position, affiancato dal fratello Ralf (Williams – Bmw) e da un sorprendente Mark Webber (Jaguar – Cosworth). Passata la tempesta la gara si svolse sotto il sole, con Schumacher che si allontanò subito dal resto del gruppo, rimanendo primo anche dopo le soste ai box, senza poter subire attacchi dagli avversari. Secondo arrivò suo fratello Ralf, con un’ottima Prost GP rivitalizzata in seguito alle modifiche al motore Peugeot; terzo Jenson Button con la BAR – Honda. Edizione 2008: pole di Hamilton (McLaren – Mercedes), partente in vantaggio sul diretto rivale per il mondiale,Felipe Massa (soltanto quinto). La domenica Hamilton scattò male, facendosi sorpassare da Räikkönen, provò subito ad attaccarlo alla prima curva con una staccata fortissima che causerà lo spiattella mento delle gomme, portando Kimi all’esterno della curva. L’inglese venne infilato da Kubica e Alonso e alla curva successiva andò largo finendo alle spalle di Massa. Riprovò ad attaccare il brasiliano, che ritardò la frenata e speronò Hamilton, costringendolo ai box per un cambio di strategia. I giudici penalizzarono entrambi con un drive-through, costringe doli ad una gara in rimonta, che termineranno rispettivamente con l’ottavo posto (Massa) ed il dodicesimo (Hamilton). A vincere uno splendido Alonso su un altrettanto competitivo Kubica, terzo Kimi. Edizione 2011: a Vettel basta un punto per aggiudicarsi il secondo titolo mondiale, mentre il suo diretto rivale Button dovrebbe vincere tutte le gare rimanenti del campionato, se il tedesco finisse fuori pista a Suzuka. Il pilota della Red Bull conquista subito la pole, Button è lì a fianco. La domenica in gara Vettel parte bene, mentre Button è sorpassato da Hamilton, il quale dovrà però fermarsi per una foratura ai box. Dopo il secondo cambio gomme l’inglese riesce a mettere dietro il tedesco, che viene sorpassato anche da Alonso un pit-stop dopo; tuttavia nulla servono tali sforzi: Sebastian Vettel si laurea come il più giovane bicampione nella storia della Formula Uno. Edizione 2012: la Mercedes annuncia l’ingaggio di Lewis Hamilton ed il conseguente ritiro di Michael Schumacher. In qualifica domina come l’anno prima Vettel (RBR-Renault), seguito dal compagno di squadra Webber. Alla partenza il tedesco, mentre Alonso e Rosberg si ritirano in seguito a contatti di diversa natura, subentra la safety car. Anche Webber è coinvolto e deve fermarsi ai box per cambiare il musetto della propria monoposto. Tra il quattordicesimo e diciassettesimo giro i migliori compiono il loro primo cambio gomme. La classifica vede ancora al comando Vettel, seguito da Felipe Massa, che ha guadagnato due posizioni, poi un incredibile Kamui Kobayashi (Sauber – Ferrari). Nel frattempo Pérez tenta di attaccare Hamilton ma finisce lungo e va in testacoda. Dopo 53 giri vince senza difficoltà Vettel, secondo Felipe Massa e terzo Kobayashi, il terzo nipponico a salire su un podio dopo Aguri Suzuki (Giappone 1990) e Takuma Sato (USA 2004). Venerdì 11 Ottobre Libere 1: 3:00-4:30 (Sky Sport F1 HD – RaiSport1) Libere 2: 7:00-8:30 (Sky Sport F1 HD – RaiSport1) Sabato 12 Ottobre Libere 3: 4:00-5:00 (Sky Sport F1 HD – RaiSport1) Qualifiche: 7:00 (Sky Sport F1 HD – Rai 2 ) Domenica 13 Ottobre Gara: 8:00 ̶ 53 giri ̶ 307,471km (Sky Sport F1 HD – Rai 1) * tutti gli orari indicati si riferiscono all’Italia: tra Italia e Giappone ci sono 7 ore di differenza. Distanza a giro: 5,807km Numero di curve: 18 Senso di marcia: antiorario RECORD Giro prova: 1:28.954 – M Schumacher – Ferrari – 2006 Giro gara: 1:31.540 – K Raikkonen – McLaren Mercedes – 2005 Distanza: 1h23:53.413 – F Alonso – Renault – 2006 Vittorie pilota: 6 – M Schumacher Vittorie team: 9 – McLaren Pole pilota: 8 – M Schumacher Pole team: 9 – Ferrari Migliori giri pilota: 4 – M Schumacher Migliori giri team: 8 – McLaren, Williams Podi pilota: 9 – M Schumacher Podi team: 25 – McLaren Albo d’oro 1976 M Andretti – Lotus Ford 1977 J Hunt – McLaren Ford 1987 G Berger – Ferrari 1988 A Senna – McLaren Honda 1989 A Nannini – Benetton Ford 1990 N Piquet – Benetton Ford 1991 G Berger – McLaren Honda 1992 R Patrese – Williams Renault 1993 A Senna – McLaren Ford 1994 D Hill – Williams Renault 1995 M Schumacher – Benetton Renault 1996 D Hill – Williams Renault 1997 M Schumacher – Ferrari 1998 M Hakkinen – McLaren Mercedes 1999 M Hakkinen – McLaren Mercedes 2000 M Schumacher – Ferrari 2001 M Schumacher – Ferrari 2002 M Schumacher – Ferrari 2003 R Barrichello – Ferrari 2004 M Schumacher – Ferrari 2005 K Raikkonen – McLaren Mercedes 2006 F Alonso – Renault 2007 L Hamilton – McLaren Mercedes 2008 F Alonso – Renault 2009 S Vettel – Red Bull Renault 2010 S Vettel – Red Bull Renault 2011 J Button – McLaren Mercedes 2012 S Vettel – Red Bull Renault Matteo Bramati, Andrea Villa.
  11. Il dado è tratto. La decisione è stata presa: la Ferrari si concentrerà sulla vettura del 2014, in quanto le possibilità di vincere il mondiale ormai sono più che esigue. Potremmo fare i complimenti a Sebastian Vettel, dunque, che ha ormai in pugno il suo quarto mondiale consecutivo. Non si può biasimare la Ferrari del resto, dopo una sconfitta bruciante come quella di Singapore la scelta fatta è senz’altro quella giusta. Ed ora si viaggia verso la Corea, teatro di un dominio incontrastato di Vettel negli ultimi due anni. Ma andiamo con ordine. Sebastian Vettel è stato il dominatore indiscusso di Marina Bay. Sia al sabato che alla domenica, nonostante la quasi Pole di Rosberg. Rosberg che poi gli rovinerà il grande slam per una sola curva al comando. Già, per l’appunto una sola curva. L’unica in cui è stato concesso agli avversari di vedere un po’ più da vicino i tubi di scarico della RB9 del tedesco. Una prestazione del genere non si era mai vista. Un divario che in alcuni giri superava i tre secondi a tornata. Altro che top, il caro Sebastian è un alieno. Sebbene sia stato un secondo posto amaro, si tratta comunque di un mezzo miracolo per Fernando Alonso. Da ottavo a terzo nel giro di due curve: una partenza, che nemmeno lui sa come ha fatto a farla. Poi una strategia azzeccata al muretto Ferrari – sogno o son desto? – lo porta al secondo posto. Decisamente di più non si poteva fare. Strepitosa è stata anche la gara di Kimi Raikkonen, che da dodicesimo va a chiudere secondo, prendendosi anche l’onore del sorpasso più bello del weekend (su Jenson Button), tutto ciò con il mal di schiena. E meno male che aveva il mal di schiena, altrimenti… Ai piedi del podio si piazza il duo Mercedes, Rosberg – Hamilton, i quali conducono entrambi una gara all’inseguimento, ma senza avere il passo giusto per insidiare i primi tre. E ringraziano Webber per la piazza ceduta loro nel finale. Sesto si piazza Felipe Massa che, sebbene la gioia e la libertà ritrovata dopo il siluro della Ferrari, non cava più di un ragno dal buco dalla sua gara: un solito sesto posto. Per altro ringraziando le McLaren, che dal canto loro hanno condotto una gara veramente competitiva, salvo poi sciogliere le gomme negli ultimi passaggi. Ma almeno una cosa positiva l’hanno fatta: hanno risvegliato tutti dalla pennichella pomeridiana quale è stato il Gp si Singapore – pura agonia per i ferraristi, in specie – movimentando le fasi finali della corsa. Rispettivamente Button settimo e Perez ottavo, sembrava sarebbero riusciti quasi ad arrivare a podio. Buona anche la gara di Hulkenberg e Sutil, che chiudono nelle ultime due posizioni della zona punti, il primo mettendosi in luce per un eventuale top team, il secondo ridandosi slancio nei risultati in campionato. Troppo sfortunata invece la gara di Mark Webber, che termina in fiamme proprio all’ultimo giro. Rimedia un passaggio da Fernando Alonso e si becca la terza reprimenda annuale che gli costa 10 posizioni in griglia di partenza in Corea. Ok, è vero, non è che il passaggio sia stato dato in completa sicurezza, ma ragazzi, che sfiga Mark… Il “Circuito Internazionale di Corea”, situato nella Corea del Sud, fa parte degli autodromi di nuova generazione. Infatti la sua costruzione risale al 2007, sulla base di un progetto dell’ingegnere tedesco Hermann Tilke, già creatore di altre piste in calendario; costato circa 190 milioni di euro è stato completato solo poche settimane prima dell’evento, con un massiccio impiego di operai, militari ed esperti nella posa del manto stradale provenienti dalla Germania. È un circuito cittadino di tipo semipermamente: infatti una parte si può definire “fissa”, mentre l’altra è posta lungo il lato del porto, dove sorgono diversi alberghi da cui gli spettatori posso osservare il passaggio delle vetture o, in alternativa, dalle imbarcazioni situate presso il molo; non mancano poi le tribune, che possono ospitare fino a 135.000 persone. Misura in totale 5.615 metri con 18 curve, 10 a sinistra e 8 a destra con una sezione molto impegnativa che comincia dopo il terzo lungo rettilineo, districandosi fino alla curva 18, che immette poi sul traguardo. Due le zone DRS, come di consueto in questa stagione: la prima sarà situata lungo il rettilineo più lungo di tutto il tracciato, con velocità di punta intorno ai 320 km/h, mentre la seconda zona si troverà lungo il rettilineo d’arrivo, non appena terminata la sezione più tortuosa. La Pirelli ha annunciato, lo scorso 17 settembre, che per il Gran Premio verranno portate due mescole: la White Medium e la Red Supersoft, in quanto la loro combinazione sembrerebbe essere la più adatta alla tipologia di tracciato, in cui sono presenti molte curve o forti punti di frenata. Edizioni precedenti Edizione 2010: la prima corsa sul tracciato coreano, completato poche settimane prima. Ecclestone si dice scettico sul fatto di far venire il circus in Corea, non solo per la preparazione in extremis del circuito, ma anche per le tensioni politiche con il Nord del paese, poi per fortuna risoltosi, mentre a rassicurare il patron della Formula Uno ci pensano Tilke, che assicura un buon grip nonostante la recente costruzione, e Charlie Whiting, che da conferma del buon procedimento dei lavori e del fatto che l’autodromo è da considerarsi già operativo. Nelle prove del venerdì non brilla nessuno in particolare, si alternano soltanto i top team nelle tre sezioni a disposizione, mentre l’entrata dei box viene modificata per diminuire le possibilità di scontro dovute all’incrocio di traiettorie. Il sabato invece è già sfida accesa: Fernando Alonso (Ferrari) sembra conquistare la pole, ma all’ultimo giro della Q3 entrambi i piloti Red Bull gli passano davanti: è Sebastian Vettel ad avere la meglio su Mark Webber. Nel pre-gara è invece attesa la pioggia, cosa che puntualmente si verifica, ritardando così la partenza di 10 minuti. Iniziata dietro la safety car viene bloccata tre giri dopo per problemi di visibilità dovuti alla quantità di pioggia alzata dalle stesse monoposto; per 17 giri la safety guida il gruppo, dopodiché viene confermata la partenza in regime di gara. Partono bene le due Mercedes che guadagnano una posizione, mentre Webber esce di strada andando ad impattare contro le barriere a seguito di un’uscita troppo larga. Entra nuovamente in pista la macchina di sicurezza, e dopo tre giri si può riprendere: Alonso viene sorpassato da Hamilton durante la sosta ai box, salvo poi riprendersi la posizione, causa un errore dell’inglese. Al 45° giro Vettel è costretto al ritiro per un principio d’incendio, lasciando così la vittoria dieci tornate più tardi al ferrarista, che precede Hamilton e Massa sulla linea del traguardo. Edizione 2011: rispetto all’anno precedente il circuito risulta ancora meno curato, tanto che sotto al podio furono trovati i tappi di champagne della scorsa premiazione, segno di un utilizzo esclusivo al circus della Formula Uno. Viene modificata la curva 17 e spostato il suo muretto per garantire una maggior sicurezza, come richiesto dai piloti stessi, seppur nel complesso la struttura non migliori. Nelle prove del venerdì si corre sotto la pioggia, per cui i risultati registrati risultano alterati e relativi, dal momento che il sabato il tempo cambia, con Button (McLaren – Mercedes) che fa registrare il miglior tempo, seguito dal compagno di squadra Lewis Hamilton. Le qualifiche del pomeriggio si svolgono anch’esse con pista asciutta e clima ottimale: sia in Q1, Q2 e Q3 il migliore è Hamilton che conquista la pole position (19ª personale) con il tempo di 1.35.820, seguito da Sebastian Vettel (RBR –Renault) e Button. La domenica scatta bene Vettel, che sorpassa immediatamente l’inglese portandosi in testa alla gara ed imponendo il proprio ritmo a tutti, dietro di loro un trenino formato da Massa, Webber, Alonso, Rosberg e Button. Al 16° giro scontro tra Petrov e Schumacher, con il russo che tampona il sette volte campione del mondo; al fine di ripulire il tracciato dai detriti subentra la safety car, con la situazione che è la seguente: Vettel, Hamilton, Webber, Button, Rosberg ed i due ferraristi, che al 23° passaggio sorpassano il tedesco. Negli ultimi giri si accende una lotta per il secondo posto, in cui alla fine sarà Hamilton ad avere la meglio grazie all’uso del DRS, dopo più di mezzo giro testa a testa con Webber, mentre Button non riesce ad approfittare del duello tra i due. Dopo 55 tornate va a vincere Sebastian Vettel, secondo Lewis Hamilton e terzo Mark Webber, con la Red Bull che conquista anche il titolo costruttori oltre a quello piloti precedentemente vinto con il tedesco. Edizione 2012: nel corso del weekend viene annunciato l’allungamento del contratto tra il circus della Formula Uno ed il circuito fino al 2016, nonostante la perdita del main sponsor ed un buco finanziario di parecchi milioni di euro. Nel frattempo si ha l’arrivo della prima donna in veste di Team Principal che la Formula Uno abbia mai avuto: è Monisha Kaltenborn della Sauber. Nelle prime prove del venerdì il più veloce è Hamilton con la McLaren – Mercedes, mentre nelle due restanti sessioni sono le Red Bull a dominare con Vettel a primeggiare. Nelle qualifiche del sabato sia in Q1 che in Q2 il tedesco fa segnare i tempi migliori, mentre Button è eliminato a causa del traffico venutosi a formare in seguito alla rimozione della vettura di Daniel Ricciardo per un problema tecnico. Nella Q3 Vettel fa segnare ancora il miglior tempo al suo primo giro lanciato, ma negli ultimi secondi viene sorpassato dal compagno di squadra Webber, conquistando la sua undicesima pole e la 200ª per il motoreRenault. Il giorno dopo, in gara, si fa subito sorpassare dal compagno di scuderia, mentre Alonso supera Hamilton portandosi terzo. Il ritmo imposto dall’apri fila Red Bull è altissimo, tanto che dopo la prima tornata di soste ha ancora un vantaggio di circa tre secondi sugli inseguitori. Nel frattempo sia Button che Rosberg sono costretti al ritiro in seguito ad un contatto causato da Kamui Kobayashi (Sauber – Ferrari), punito in seguito con un drive-through. Anche Hamilton è costretto a rallentare per problemi al carico aerodinamico, e la sosta ai box non aiuta a risolvere il problema, tanto che viene sorpassato sia da Massa che da Räikkönen. Le posizioni rimangono invariate fino alla fine: Sebastain Vettel con la sua Red Bull, dopo un’ora e 36 minuti, va a vincere il Gran Premio di Corea, portandosi a sei punti di vantaggio rispetto ad Alonso, che giunge terzo dietro a Mark Webber. Venerdì 4 Ottobre Libere 1: 3:00-4:30 (Sky Sport F1 HD) Libere 2: 7:00-8:30 (Sky Sport F1 HD) Differita in sintesi su RaiSport1 alle 22:35 Sabato 5 Ottobre Libere 3: 4:00-5:00 (Sky Sport F1 HD) Qualifiche: 7:00 (Sky Sport F1 HD) Differita integrale su Rai 2 alle 11:45 Domenica 6 Ottobre Gara: 8:00 ̶ 55 giri ̶ 308,630km (Sky Sport F1 HD) Differita integrale su Rai 1 alle 14:00 * tutti gli orari indicati si riferiscono all’Italia: tra Italia e Corea ci sono 7 ore di differenza. Distanza a giro: 5,615km Numero di curve: 18 Senso di marcia: orario RECORD Giro prova: 1:35.585 – S Vettel – Red Bull Renault – 2010 Giro gara: 1:39.605 – S Vettel – Red Bull Renault – 2011 Distanza: 1h38:01.994 – S Vettel – Red Bull Renault – 2011 Vittorie pilota: 2 – S Vettel Vittorie team: 2 – Red Bull Pole pilota: 1 – S Vettel, L Hamilton, M Webber Pole team: 2 – Red Bull Podi pilota: 2 – L Hamilton, S Vettel, F Alonso Podi team: 4 – Red Bull Albo d’oro 2010 F Alonso – Ferrari 2011 S Vettel – Red Bull Renault 2012 S Vettel – Red Bull Renault Andrea Villa, Matteo Bramati
  12. E così la Formula 1 ha lasciato l’Europa anche per la stagione 2013. Tutte le restanti sette gare del campionato si svolgeranno in Asia e le ultime due in America. Dopo il Gp di Monza il mercato piloti si è infiammato, regalandoci tra martedì e mercoledì una grossa novità, anzi La novità: dall’anno prossimo Kimi Raikkonen affiancherà Fernando Alonso in Ferrari, per formare un Dream Team il cui unico obiettivo è l’attacco a Vettel e alla Redbull. Parlando di Vettel e Redbull, bisogna ricordare il monologo andato in scena a Monza domenica scorsa. Una gara dominata dall’inizio alla fine nonostante dei piccoli problemi al cambio avuti nel finale. Vettel ha allungato di altri 8 punti sul Fernando Alonso in campionato, portandosi a 54 lunghezze: praticamente ha ormai il mondiale in tasca. Lo spagnolo della Ferrari ha dato il massimo come sempre nella gara di casa, ma ripetiamo, solo di domenica, recuperando dal quinto al secondo posto, ma rimanendo comunque dietro al diretto rivale in campionato. Il discorso del “veramente siete degli scemi” è semplice: non si è mai sentito un pilota offendere in quel modo il suo team, tantomeno la Ferrari. Una caduta di stile inaspettata. Webber, giunto terzo dopo essersi qualificato secondo, ha finalmente trovato il risultato che a Monza mancava da sempre: il podio. È arrivato proprio all’ultimo Gp che correrà su questo tracciato: una grande soddisfazione per l’australiano. Nico Hulkenberg è stato autore di un’altra splendida prova , partendo terzo e giungendo al traguardo quinto con la sua modestaSauber. Tanti lo vedevano già al fianco di Alonso per il prossimo anno, ma poi è arrivata la smentita, pare sia stato scaricato con il contratto Ferrari già in mano, da un sms firmato Stefano Domenicali, martedì sera. Il neopromosso Daniel Ricciardo ha anch’esso chiuso in ottima posizione la gara di Monza. Esattamente è arrivato settimo dopo una qualifica terminata nella top ten. Le due delusioni del weekend brianzolo sono state le Mercedes: Rosberg praticamente assente si è qualificato sesto per poi chiudere la gara nella medesima posizione; Hamilton, disturbato da Sutil in qualifica non ha superato la Q2 ed ha chiuso in nona posizione in gara. Sempre meglio delle due McLaren, che promettevano bene al sabato avendo conquistato finalmente entrambe la top ten, per poi perdersi la domenica e chiudere decimo e dodicesimo. Troviamo poi in undicesima posizione uno sfortunato Raikkonen, costretto a cambiare l’ala danneggiata subito al primo giro, così azzoppato dall’inizio ha concluso la sua rimonta appena fuori dalla zona punti. Il circuito di Marina Bay a Singapore è uno dei più suggestivi dell’intera stagione. Nel 2008 infatti su questo tracciato si disputò la prima gara di Formula 1 in notturna di sempre. Per rendere possibile tutto ciò, l’intero complesso del tracciato, compresi i box e la pit lane vengono ogni anno illuminati a giorno tramite un sistema di oltre 1.700 fari, 214 kilometri di cavi elettrici e 57 kilometri di fibre ottiche, allestito da una ditta italiana: alcuni dati provano che consumi 3 volte meno dell’impianto di illuminazione di Abu Dhabi e che però sia più efficiente del 38% . Il tracciato, ultimo dei circuiti cittadini in calendario, presenta ben 23 curve e addirittura un sottopassaggio proprio al di sotto di una tribuna. L’asfalto è solitamente molto sconnesso e ciò provoca molte scintille che escono dal fondo della vettura. Un altro grosso problema sono i cordoli molto alti che vengono impiantati in corrispondenza delle curve del circuito, in particolare di quelli molto alti della Singapore Sling, la micidiale doppia chicane che ogni anno miete almeno una vittima: quest’anno si è deciso di eliminarla, rendendo la curva dieci più fluida, e il tempo sul giro più veloce di circa un secondo. Il gran premio di Singapore è sempre uno dei più lunghi in campionato, sebbene la distanza complessiva sia sempre quella appena superiore ai 306 kilometri. La conformazione del tracciato infatti fa si che le vetture girino in circa un minuto e cinquanta secondi e molte volte, nelle edizioni precedenti, si è sfiorato il limite massimo di due ore in gara, anche a causa delle numerose Safety Car che di solito entrano in pista durante la corsa. Quest’anno le zone dove si potrà attivare il dispositivo di alettone mobile saranno due: una sul rettilineo davanti ai box, mentre l’altra sul dritto dopo la curva 5. La Pirelli ha deciso di cambiare tendenza quest’anno e porterà le sue mescole Red Supersoft e White Medium, al posto delle Yellow Soft: Singapore è un circuito cittadino e non sottopone gli pneumatici ad uno stress molto elevato, quindi la Supersoft è l’ideale per fornire stabilità e grip, mentre la mescola media fornirà una durata maggiore per avere un accurato e studiato gioco di strategie. Anche Singapore come Monza sarà trasmessa in diretta dalla Rai, per la gioia degli appassionati. Edizioni precedenti Edizione 2008: la prima ufficiale della Formula Uno sul “Singapore Street Circuit”, nonché 800° gara del mondiale. Nelle qualifiche del sabato vengono eliminate in Q1 e subito dopo in Q2 le due Renault di Fernando Alonso e Nelson Piquet Jr., mentre a dominare sono le due Ferrari con Massa che conquista la pole e Räikkönen terzo, superato all’ultimo da Lewis Hamilton (Mclaren – Mercedes). La domenica gara alquanto movimentata per un circuito stretto e tortuoso: i primi due vanno via quasi subito, Kimi è costretto al recupero. Ma il fatto accade al quindicesimo giro, quando la Renault di Piquet Jr. va inspiegabilmente a sbattere in uscita di curva contro il muretto disintegrandosi: Safety Car in pista e giro di rifornimenti per tutti i piloti. Succede che il bocchettone della benzina rimane attaccato alla monoposto di Massa dopo la ripartenza, spargendo il carburante ovunque e costringendo il brasiliano a ripartire ultimo dopo una lunga sosta. A guastare il weekend Ferrari ci si aggiunge il ritiro di Kimi che va a sbattere in uscita dalla stretta curva 10. A vincere sorprendentemente è Alonso che sfrutta i disagi altrui e la propria esperienza, secondo Nico Rosberg (Williams – Toyota) e terzo Lewis Hamilton. In seguito verrò aperta un’inchiesta su quanto successo a Piquet Jr.: secondo alcune fonti il suo incidente non sarebbe avvenuto casualmente ma in seguito ad un ordine di scuderia. Inizialmente accusati e poi radiati dalla FIA Flavio Briatore e Pat Symonds, tali accuse verranno poi ritirate su ricorso. Edizione 2009: vengono modificate diverse parti del tracciato per favorire i sorpassi tra vetture, mentre per sponsorizzare l’evento vengono organizzati diversi concerti con famosi cantanti internazionali. Nelle qualifiche del sabato il migliore è Lewis Hamilton con la McLaren – Mercedes, dopo essere stato il più veloce anche nelle prove libere della mattinata; a tre decimi da lui Sebastian Vettel (RBR – Renault). In gara parte bene Hamilton mentre Vettel è sopravanzato da Rosberg (Williams – Toyota), mentre nelle retrovie c’è un duello Alonso-Webber-Glock. Successivamente entra in pista la Safety Car dopo un contatto tra Sutil ed Heidfeld, entrambi costretti al ritiro, ma ciò non porta a variazioni nelle prime posizioni. Dopo 61 giri e quasi due ore di gara vince un irraggiungibile Hamilton, seguito ad oltre nove secondi da un ottimo Timo Glock (Toyota) e da un sostanziale Fernando Alonso (Renault), che va a conquistare il suo primo podio stagionale. Nessun cambiamento in ottica mondiale, dove a comandare sono le due Brawn GP con Jenson Button in vantaggio su Rubens Barrichello di oltre dieci punti. Edizione 2010: viene modificato il disegno della chicane Sling con l’intento di spostare maggiormente l’uscita per una miglior percorrenza. Modificate anche le curve 5 e 7. Viene riassaltati i tratti rettilinei tra le curve minori. Viene abbassato il livello del paddock per consentire un rientro in pista alle monoposto senza sobbalzi e vengono rimodellati i cordoli alla curva 10. Sin dal venerdì si capisce che sarà un Gran Premio monopolizzato dalla Red Bull con Vettel e Webber che si contendono la prima posizione. Il sabato in Q1 eliminazione a sorpresa di Massa, fermo a causa di un problema all’elettronica. Dopo una Q2 in cui a dominare è Vettel, nell’ultima fase la pole va a Fernando Alonso che batte di poco meno di un decimo il tedesco. In gara il passo lo fa il poleman che parte e si mantiene in testa per quasi tutta la gara, seguito soltanto da Vettel, cui contende il giro veloce. Nonostante l’entrata in pista della SC per due volte in seguito agli incidenti di Kobayashi prima e Bruno Sennapoi, un duello tra Schumacher e Heidfeld in cui quest’ultimo ha la peggio e deve ritirarsi, la situazione la davanti rimane invariata: Vince Fernando Alonso (Ferrari) Su Sebastian Vettel e Mark Webber, piloti RBR-Renault. Edizione 2011: Vettel può vincere il mondiale se, nella peggiore delle ipotesi, arrivasse terzo con Alonso in nona o decima posizione, Button e Webber tra la settima e la decima posizione e Hamilton non vincente né secondo al traguardo. Dopo un venerdì in cui si alternano i due piloti Red Bull ed Hamilton in prima posizione, il giorno seguente è Vettel a far registrare la pole position, fiancheggiato dal compagno di squadra ma subito tallonato dalle due McLaren-Mercedes , poi le due Ferrari, le Mercedes GP e le Force India: una qualifica curiosa in cui ogni pilota ha accanto a sé il proprio compagno in partenza. La domenica la tensione si fa sentire per Hamilton che erra la partenza cadendo 7°, mentre Vettel cerca di allungare subito, inseguito da Button ed Alonso, che hanno scavalcato Webber. A scombinare i piani del giovane campione del mondo è il connazionale Schumacher, il quale va ad urtare la vettura di Pérez costringendo la Safety Car all’entrata, tutto ciò a favore di Jenson Button ma anche di Hamilton, che risale fino al quinto posto. Infuria anche la lotta per la terza posizione tra Webber ed Alonso, con lo spagnolo che sembra avere la meglio dopo che l’australiano è rientrato ai box. Alla fine nulla da fare per la prima posizione: lo strapotere Red Bull – Vettel non lascia scampo a Button che giunge vicino al tedesco senza mai impensierirlo seriamente, terzo posto invece per Webber, che grazie all’”aiuto” di alcuni doppiati riesce a risorpassare Alonso, uscente dalla corsia box. In tal modo a Vettel manca un solo punto per vincere il mondiale, cosa assai semplice. Edizione 2012: se l’anno precedente Sebastian Vettel aveva vinto con facilità, in questa non è certo da meno. Il venerdì, durante le tre sessioni di libere, domina incontrastato, mentre il sabato deve “accontentarsi” della terza casella, superato dalla McLaren-Mercedes di Hamilton, che conquista la seconda pole consecutiva, e da un sorprendente Pastor Maldonado su Williams-Renault. In gara scattano bene tutte le vetture eccetto Felipe Massa, che è costretto a rientrare ai box per una foratura. Dall’ottavo giro comincia la prima fase di cambi gomme, ma la situazione rimane pressoché invariata. Purtroppo dopo 22 giri Hamilton è costretto al ritiro per un problema al cambio, lasciando campo aperto a Vettel dopo che anche Maldonado è richiamato ai box per un problema idraulico sulla sua monoposto. Nelle retrovie si evidenzia un ottimo recupero di Massa, che conquista la nona posizione ai danni di Bruno Senna, suo connazionale. La gara però supera il limite delle due ore in quanto la SC è dovuta entrare in pista due volte, a seguito dello schianto di Karthikeyan prima, di Michael Schumacher e Vergne poi; a vincere è quindi Sebastian Vettel (RBR-Renault), seguito da Jenson Button (McLaren-Mercedes) e da Fernando Alonso su Ferrari. Venerdì Libere 1: 12:00-13:30 (Sky Sport F1 HD – RaiSport 1) Libere 2: 15:30-17:00 (Sky Sport F1 HD – RaiSport 1) Sabato Libere 3: 12:00-13:00 (Sky Sport F1 HD – RaiSport 1) Qualifiche: 15:00-16:00 (Sky Sport F1 HD – Rai 2) Domenica Gara: 14:00 ̶ 61 giri ̶ 309,316 km (Sky Sport F1 HD – Rai 1) * tutti gli orari indicati si riferiscono all’Italia: tra Italia e Singapore ci sono 6 ore di differenza. Distanza a giro: 5,073 km Numero di curve: 23 Senso di marcia: antiorario RECORD Giro prova: 1:44.381 – S Vettel – Red Bull Renault – 2011 Giro gara: 1:45.599 – K Raikkonen – Ferrari – 2008 Distanza: 1h56:06.337 – L Hamilton – McLaren Mercedes – 2009 Vittorie pilota: 2 – F Alonso, S Vettel Vittorie team: 2 – Red Bull Pole pilota: 2 – Hamilton Pole team: 2 – Ferrari Migliori giri pilota: 2 – F Alonso Migliori giri team: 2 – Ferrari Podi pilota: 4 – F Alonso Podi team: 5 – Red Bull Albo d’oro 2008 F Alonso – Renault 2009 L Hamilton – McLaren Mercedes 2010 F Alonso – Ferrari 2011 S Vettel – Red Bull Renault 2012 S Vettel – Red Bull Renault Andrea Villa, Matteo Bramati
  13. Il più bel circuito della stagione se n’è andato, anche quest’anno, sebbene regalandoci meno emozioni del previsto. Da SPA, sinceramente ci aspettavamo un po’ di più rispetto alla gara vagamente noiosa andata in scena domenica scorsa. Ma ricapitoliamo quello che è successo tra i boschi delle Ardenne. Vettel ha fatto il vuoto: 46 punti sul diretto inseguitore, Fernando Alonso. Con la sua quinta vittoria stagionale ha dato uno schiaffo morale a tutti. Per giunta a SPA. Al via ha facilmente sorpassato Hamilton, vuoi per un infelice passaggio a Eau Rouge – Radillon dell’inglese, vuoi per la scarsa velocità di punta della Mercedes, e da quel momento ha condotto la gara senza problemi. Fernando Alonso ha dato senz’altro il meglio di se, ma sembra dare il massimo solamente la domenica. Infatti al sabato, vuoi per la vettura o vuoi per errori, la Ferrari numero 3 non cava mai un ragno dal buco. Sicuramente partire nono e concludere la gara secondo è una prestazione al top, ma così non si vincerà mai il mondiale. Ottima prova in Belgio, anche per la McLaren di Jenson Button, che riesce ad ottenere un soddisfacente sesto posto dopo avere combattuto nelle posizioni di testa al via. Lewis Hamilton ha dovuto invece cedere facilmente il passo da subito alla Redbull e successivamente allaFerrari, segno di un assetto improntato alla pioggia, così come Nico Rosberg. Webber, dopo essere partito al rallentatore, come al solito, ha rimediato al meglio, ma non è riuscito ad andare oltre il quinto posto, sebbene il passo delle Mercedes fosse leggermente più lento. Massa non è riuscito ad andare oltre il settimo posto, dopo una partenza disastrosa che lo ha portato addirittura ad essere dodicesimo; Grosjean, con una Lotus più che mai lenta – prova del fatto che nel team hanno deciso di fermare lo sviluppo per mancanza di fondi – ha rimediato un ottavo posto, decisamente al di sotto delle aspettative. Weekend sfortunato, invece, quello di Kimi Raikkonen, che dopo ben 38 gare è stato vittima di un guasto tecnico e quindi di un conseguente ritiro. Vogliamo ricordare che ha fatto registrare il record del maggior numero di gare concluse a punti, ben 27, dal Gp del Bahrain del 2012 al Gp del Belgio del 2013, battendo il precedente record di 24 gare a punti appartenuto a Michael Schumacher. La lotta per il titolo mondiale, dunque, sembra diventare un duello, quello che ci si ripropone da quattro anni a questa parte: Vettel – Alonso. Sebbene i più ottimisti si appellino ai +41 punti su Vettel con i quali Alonso se ne andò da Monza nel 2012, le probabilità di incidenti o guasti per la Redbull del tedesco sono decisamente minori, partendo questo sempre in prima o al massimo seconda fila. L’importante ora per la Ferrari è riuscire a stare davanti a Vettel, impresa non facile, ma non cercare scuse ed essere ottimisti anche quando si finisce secondi: il target per recuperare è vincere. A proposito di “vincere” e di “Ferrari”, il prossimo Gran Premio si disputerà proprio nella casa della rossa: Monza. Monza, per noi è un appuntamento speciale, perché ogni anno lo viviamo in prima persona. Dal venerdì alla domenica. Il tracciato di Monza è lungo 5,593 metri ed è la pista più veloce dell’intero campionato. Infatti il Gran premio d’Italia è sempre il più corto in termini di tempo: si conclude sempre dopo circa un’ora e venti minuti. Monza ha poche, ma essenziali curve: dopo il rettilineo di partenza vi è una brusca frenata per arrivare alla prima variante – modificata molte volte nel corso degli anni – un destra-sinistra strettissimo, molte volte letale in partenza. Qui i piloti staccano il piede dall’acceleratore tra i 150 e i 100 metri dalla curva, scalando dalla settima alla prima. Successivamente si affronta il curvone Biassono in piena accelerazione per poi arrivare alla seconda variante, questa volta un lentissimo sinistra-destra che porta alle due curve di Lesmo. Questa parte del circuito è forse la più complicata, con due curve tecniche da affrontare al meglio per riuscire ad essere veloci nel settore centrale. Usciti dalla seconda di Lesmo si affronta una leggera piega a sinistra, il Serraglio, appena prima di un saliscendi con un sottopasso – si passa sotto la vecchia soprelevata – che va verso la Variante Ascari. Luogo dell’incidente fatale ad Alberto Ascari, questa serie di curve è la parte più difficile del tracciato, in cui l’inserimento è importantissimo per riuscire a mantenere la vettura nella carreggiata. In queste pieghe sono infatti frequenti le uscite di pista, a volte innocue, a volte disastrose. Usciti dalla variante Ascari ci si immette nel rettilineo opposto a quello di box per arrivare all’ultima curva, la Parabolica, chiamata così per il suo particolare disegno a parabola in uscita: la particolarità di quest’ultima curva sta nella traiettoria con cui i piloti si inseriscono: frenano all’ultimo e si buttano all’interno, per poi percorrere l’uscita incollati alla linea bianca laterale all’esterno. Con una buona accelerazione si taglia il traguardo del circuito di Monza. Ovviamente, al contrario di Monaco, la vettura su questo tracciato deve avere il minor carico aerodinamico possibile, ed è per questo che su questa pista – salvo il 2011, caso a parte – la Redbull non ha mai primeggiato. Ai tempi in cui c’era ancora differenza di motore, Monza era un circuito in cui la Ferrari era la grande favorita, ma al giorno d’oggi forse, la vettura con la miglior velocità di punta è la Mercedes. Ad ogni modo, tornando al complesso del circuito, Monza è la più vecchia pista automobilistica al mondo dopo Indianapolis. Recentemente è stata riasfaltata la zona della parabolica e vi erano state delle polemiche in seguito a presunte “bolle” emerse sulla pista durante la gara della Superbike, ma ora è tutto a posto. La Pirelli, per il gran premio di casa ha deciso di portare coperture Orange Hard e White Medium, date le elevate forze longitudinali e il rischio di blistering. Le zone DRS saranno due, come di norma, sul rettilineo principale e sul dritto che porta dal serraglio alla variante ascari. Tutte le sessioni del Gp saranno in diretta sulla Rai – per coloro che non potessero venire a Monza – comprese le prove libere. Top 10 edizioni Gp di Monza Riportiamo qui di seguito le gare che più hanno infiammato l’asfalto del circuito brianzolo ed il cuore dei tifosi nei moltissimi anni di storia della Formula Uno. Edizione 1950: disputata come ultima prova del mondiale, vede contendersi il titolo mondiale Fangio, Farina e Fagioli. L’Alfa Romeo 159 di Fangio è più performante delle vecchie 158 degli altri due, permettendogli di conquistare la pole. La domenica durante la gara si vede uno strepitoso avvio di Farina seguito da un ancora più incredibile Ascari su Ferrari, il quale però rompe al 15° giro ed è costretto a fermarsi per scambiare vettura con quella del compagno, tra pianti di disperazione dei molti tifosi accorsi. Un guasto alla monoposto di Fangio costringe l’argentino a rientrare e cambiare vettura, lasciando così campo libero a Farina che andrà a vincere il titolo mondiale. Edizione 1966: è da questa edizione che non si vede vincere un pilota italiano su vettura italiana (ben 47 anni) nel circuito brianzolo. Il protagonista di quella domenica di settembre è Luigi Scarfiotti su Ferrari 312. Scelto come terzo pilota da affiancare a Bandini e Mike Parkes (sostituì Surtees), percorre una prima parte di gara in modo alquanto anonimo per poi sfoderare le proprie qualità di pilota e recuperare sui propri compagni, prima stando in scia e poi sorpassandoli abilmente; una vittoria che naturalmente mandò in delirio i tifosi italiani come non accadeva dai tempi di Ascari. Edizione 1971: un arrivo al cardiopalma come non se ne vedono più. Con un’incredibile media di oltre 240 km/h il vincitore è Peter Gethin (BRM), di un solo centesimo su Ronnie Peterson (March – Ford), seguito da altri tre piloti in uno spazio di 65 centesimi di secondo. Quest’unica vittoria in carriera per l’inglese fu frutto di un’azzeccata manovra in entrata alla parabolica, che gli permise di avere una miglior velocità in uscita e sorpassare Peterson, vice campione del mondo in quella stagione. Edizione 1978: una delle più tristi pagine da ricordare per la Formula Uno. Subito dopo il via alla variante Goodyearsi verificò un terribile incidente dove furono maggiormente coinvolti il pilota svedese Ronnie Peterson ed il pilota locale Vittorio Brambilla. Portati entrambi presso il centro ospedaliero Niguarda di Milano i due ebbero destini diversi: Brambilla uscì dal coma e si riprese pur non correndo più per tutta la stagione, mentre per lo svedese non vi fu via di scampo. Sottoposto ad un intervento per diminuire il numero di fratture ai vari arti, perì in seguito ad un’embolia alle 9.50 del lunedì seguente. Il vincitore del GP, Niki Lauda, non si presentò sul podio al fine di protestare contro la scarsa sicurezza del tracciato monzese. Edizione 1981: tornato a corrersi sul circuito di Monza, questo GP vide la vittoria del giovane Alain Prost suRenault, che precedette le due Williams – Cosworth di Alan Jones e Carlos Reutemann. La scuderia inglese mise così in cassaforte il mondiale costruttori. Molti furono le uscite di pista e gli incidenti causati dalla pioggia, tra cui quello di Watson che spezzò a metà la propria vettura lasciando il propulsore in mezzo al tracciato, cosa che fortunatamente non causò incidenti. Edizione 1988: designata come dodicesima prova del mondiale, vide la doppietta Ferrari con Berger ed Alboreto. Inizialmente i pronostici non furono certo loro favorevoli, in quanto il sabato la prima fila venne occupata dai due piloti McLaren Senna e Prost. Ma il giorno seguente il francese dovette ritirarsi per un guasto ed il brasiliano colpì un’altra vettura durante un doppiaggio, probabilmente a causa di un’incomprensione. Un’incredibile vittoria arrivata a poco meno di un mese dalla scomparsa di Enzo Ferrari, è attualmente l’ultima edizione vinta da un pilota austriaco. Edizione 1992: Mansell annunciò il proprio ritiro a fine stagione andando a conquistare la pole position del Gran Premio, in seconda casella Senna a dar subito battaglia il giorno seguente. Al via l’inglese si lascia sfilare dal proprio compagno di squadra Patrese, tallonandolo fino al 36° giro, quando è costretto al ritiro. La vittoria sembra nelle mani dell’italiano, ma un guasto idraulico lo fa rallentare fino a fermarsi, dando pista libera al brasiliano Senna, che con questa portò a due le vittorie sul circuito italiano in carriera. Secondo arrivò Martin Brundle con la Benetton Ford, terzo il suo compagno di squadra Schumacher. Edizione 1996: dopo ben 8 anni il circuito italiano si rivestì di rosso. A chiudere il monopolio Williams – McLaren è un giovane tedesco già due volte campione del mondo, Michael Schumacher. Svoltasi l’8 settembre vide l’arrivo di oltre centomila tifosi da ogni parte del mondo, non deluse di certo le aspettative. Una vittoria di rabbia dopo una gran rimonta, facendo tra l’altro segnare il giro più veloce in gara e consentendogli così di passare il diretto rivale Alesi, quando questo rientrò ai box, rifornendo due tornate più tardi mantenendo la leadership. Terzo posto per Mika Häkkinen, autore a sua volta di una rimonta dopo essersi fermato per cambiare il musetto danneggiato della propria monoposto. Edizione 2008: un’edizione molto piovosa che ha portato fortuna al giovane tedesco Sebastian Vettel, pilota dell’ex scuderia Minardi divenuta poi Toro Rosso. Il sabato conquista la pole precedendo piloti più esperti quali Kovalainen (McLaren) e Webber(RedBull – Renault), la domenica mantiene la testa della corsa, mentre dietro Hamilton da lezioni di bagnato a tutti rimontando ferocemente, in quanto partito dalle retrovie per l’ammonizione nata dagli avvenimenti del GP del Belgio. Dopo 53 giri Vettel è il pilota più giovane ad aver mai vinto una gara di Formula Uno; sul podio si piazza Kovalainen seguito da un gran Robert Kubica su Bmw – Sauber. Edizione 2012: nelle qualifiche il più veloce è Lewis Hamilton su McLaren – Mercedes, seguito dal compagno di squadra Button, terzo il ferrarista Massa mentre Alonso chiude decimo per un problema meccanico. Il giorno seguente Hamilton conduce la gara per tutti e 53 i giri senza intoppi, mentre dietro accade di tutto. Button è costretto al ritiro per un problema al sistema di pescaggio della benzina, Vettel prima si becca un drive-throughper manovra irregolare su Alonso, poi si ritira su ordine della squadra. In seconda posizione c’è Alonso che a pochi giri dal termine ha superato Massa, ma dalle retrovie giunge Pérez con la Sauber e gomme più fresche, che sorpassa entrambi relegando così lo spagnolo ed il brasiliano rispettivamente terzo e quarto. Venerdì 6 Settembre Libere 1: 10:00-11:30 (Sky Sport F1 HD – RaiSport 1) Libere 2: 14:00-15:30 (Sky Sport F1 HD – RaiSport 1) Sabato 7 Settembre Libere 3: 11:00-12:00 (Sky Sport F1 HD – RaiSport 1) Qualifiche: 14:00-15:00 (Sky Sport F1 HD – Rai 2) Domenica 8 Settembre Gara:14.00 ̶ 53giri ̶ 306,720km (Sky Sport F1 HD – Rai 1) Distanza a giro: 5,793km Numero di curve: 11 Senso di marcia: orario RECORD Giro prova: 1:20.089 – R Barrichello – Ferrari – 2004 Giro gara: 1:21.046 – R Barrichello – Ferrari – 2004 Distanza: 1h14:19.838 – M Schumacher – Ferrari – 2003 Vittorie pilota: 5 – M Schumacher Vittorie team: 18 – Ferrari Pole pilota: 5 – J Fangio, A Senna Pole team: 19 – Ferrari Migliori giri pilota: 3 – P Hill, J Clark, C Regazzoni, A Senna, M Haikkinen, K Raikkonen Migliori giri team: 19 – Ferrari Podi pilota: 8 – M Schumacher Podi team: 63 – Ferrari Albo d’oro 1921 J Goux – Ballot 1922 P Bordino – FIAT 1923 C Salamano – FIAT 1924 A Ascari – Alfa Romeo 1925 G Brilli-Peri – Alfa Romeo 1926 L Charavel – Bugatti 1927 R Benoist – Delage 1928 L Chiron – Bugatti 1931 G Campari, T Nuvolari – Alfa Romeo 1932 T Nuvolari – Alfa Romeo 1933 L Fagioli – Alfa Romeo 1934 L Fagioli, R Caracciola – Mercedes 1935 H Stuck – Auto Union 1936 B Rosemeyer – Auto Union 1937 R Caracciola – Mercedes 1938 T Nuvolari – Auto Union 1947 C Trossi – Alfa Romeo 1948 J Wimille – Alfa Romeo 1949 A Ascari – Ferrari 1950 N Farina – Alfa Romeo 1951 A Ascari – Ferrari 1952 A Ascari – Ferrari 1953 J Fangio – Maserati 1954 J Fangio – Mercedes 1955 J Fangio – Mercedes 1956 S Moss – Maserati 1957 S Moss – Vanwall 1958 T Brooks – Vanwall 1959 S Moss – Cooper Climax 1960 P Hill – Ferrari 1961 P Hill – Ferrari 1962 G Hill – BRM 1963 J Clark – Lotus Climax 1964 J Surtees – Ferrari 1965 J Stewart – BRM 1966 L Scarfiotti – Ferrari 1967 J Surtees – Honda 1968 D Hulme – McLaren Ford 1969 J Stewart – Matra Ford 1970 C Regazzoni – Ferrari 1971 P Gethin – BRM 1972 E Fittipaldi – Lotus Ford 1973 R Peterson – Lotus Ford 1974 R Peterson – Lotus Ford 1975 C Regazzoni – Ferrari 1976 R Peterson – March Ford 1977 M Andretti – Lotus Ford 1978 N Lauda – Brabham Alfa Romeo 1979 J Scheckter – Ferrari 1980 N Piquet – Brabham Ford 1981 A Prost – Renault 1982 R Arnoux – Renault 1983 N Piquet – Brabham BMW 1984 N Lauda – McLaren TAG 1985 A Prost – McLaren TAG 1986 N Piquet – Williams Honda 1987 N Piquet – Williams Honda 1988 G Berger – Ferrari 1989 A Prost – McLaren Honda 1990 A Senna – McLaren Honda 1991 N Mansell – Williams Renault 1992 A Senna – McLaren Honda 1993 D Hill – Williams Renault 1994 D Hill – Williams Renault 1995 J Herbert – Benetton Renault 1996 M Schumacher – Ferrari 1997 D Coulthard – McLaren Mercedes 1998 M Schumacher – Ferrari 1999 H Frentzen – Jordan Mugen Honda 2000 M Schumacher – Ferrari 2001 J Montoya – Williams BMW 2002 R Barrichello – Ferrari 2003 M Schumacher – Ferrari 2004 R Barrichello – Ferrari 2005 J Montoya – McLaren Mercedes 2006 M Schumacher – Ferrari 2007 F Alonso – McLaren Mercedes 2008 S Vettel – Toro Rosso Ferrari 2009 R Barrichello – Brawn GP Mercedes 2010 F Alonso – Ferrari 2011 S Vettel – Red Bull Renault 2012 L.Hamilton – McLaren Mercedes Andrea Villa, Matteo Bramati
  14. Terminata la lunga pausa estiva è il momento per piloti e team di ricominciare a lavorare più duramente che mai per affrontare la seconda parte di stagione, certamente non facile per chi insegue il titolo mondiale. Facciamo un breve riassunto di quanto accaduto durante l’ultimo Gran Premio d’Ungheria. Hamilton torna a vincere, e come vince signore e signori. Il sabato strappa la pole position a Vettel proprio nei secondi finali, la domenica in gara non c’è storia e va a conquistare il gradino più alto del podio mostrando oltre alle sue già conosciute ed apprezzabili doti un ottimo feeling con la Mercedes, che sembra aver risolto i problemi che maggiormente la affliggevano; questo weekend vedremo se la storia si ripeterà. Tutt’altra storia per il suo compagno di squadra Rosberg: quarto in qualifica, si spegne in gara e viene “salvato” dalla rottura del motore negli ultimi giri in un GP da dimenticare. Sorprendente come sempre in questa stagione è Kimi Räikkönen: il finlandese va ancora a podio alle spalle di Lewis e precedendo niente meno che il campione in carica Sebastian Vettel. La strategia delle due soste lo premia e così in ottica campionato passa secondo scavalcando di un punto Alonso. Dal canto suo lo spagnolo sembra non riuscire ad esprimere il proprio potenziale con la F138. Il presidente Montezemolo ha già chiesto urgenti cambiamenti per far rimanere viva la speranza di puntare al mondiale, ma anche invitato a “rimanere calmi, evitare polemiche e dare con umiltà e determinazione il proprio contributo, stando vicino, in pista e fuori, alla squadra e ai suoi uomini.” In riferimento alle affermazioni poco simpatiche di Alonso nei giorni post gara. Con l’arrivo di James Allison dalla Lotus vedremo se questa tendenza si invertirà. Su Vettel poco da dire, se non che prova alla fine della corsa a guadagnare la seconda posizione, ma “IceMan” è irresistibile. Va a podio, conquista punti ed allunga sui diretti inseguitori. What else? Giungono invece buone notizie dalla McLaren, dove la prima guida Jenson Button dichiara:«Penso che la prossima gara ci vedrete molto più vicino ai top team, e combattere con loro. Non vedo l’ora di correre a Spa.» l’inglese all’Hungaroring aveva chiuso in 7ª posizione dopo un contatto con Grosjean quando era in seconda posizione e dopo aver retto per un po’ il confronto con Vettel, quando poi il fattore gomme è subentrato costringendolo a rallentare. Un pilota che è una certezza, a Woking di questo possono star tranquilli. Passiamo ora ad esaminare il tracciato presso cui si correrà questo weekend. Ci troviamo in Belgio, nei pressi delle Ardenne, zona collinare ricoperta da folte zone boschive e più precisamente fra due località, Spa e Francorchamps, da cui l’attuale tracciato prende nome. In origine la lunghezza e la caratterizzazione del tracciato erano radicalmente diverse da come noi oggi le conosciamo. All’inizio degli anni ’20 ogni nazione europea si stava adoperando per costruire il proprio tracciato e l’idea degli organizzatori belgi era di avere una pista tanto veloce quanto tecnica , cosa nella quale riuscirono piuttosto bene. Furono unite assieme tre strade statali, che formarono un lungo circuito di 14 chilometri di forma triangolare e che già dal 1922 fu operativo per più occasioni, tra cui le 24Ore. Durante gli anni ’30 furono apportate le prime e sostanziali modifiche per renderlo ancora più veloce (e pericoloso): venne costruita una rapida sezione di curve destra-sinistra in salita per un dislivello totale di 24 metri in 240 di lunghezza. Tutt’oggi questa curva è conosciuta come “Raidillon”, che in francese significa “salita ripida” e che con l’altra famosissima curva “Eau Rouge” (“Acqua Rossa”, dal nome del fiume che scorre sotto essa) forma un tratto tanto veloce quanto pericoloso, amato ed odiato allo stesso tempo dai piloti e dai tifosi. Altre curve allora famosa furono la “Stavelot”, la ”Masta” , la “Malmedy” e la “Blanchimont”,con le ultime due ancora presenti nell’attuale conformazione del tracciato. Dopo uno stop forzato per ammodernamenti durante gli anni ’70, il GP del Belgio si divise tra Zolder (soprattutto) e Nivelles, mentre i lavori sul circuito delle Ardenne portarono ad un dimezzamento della lunghezza iniziale; il campionato di Formula Uno tornò a Spa – Francorchamps nel 1983 e poi definitivamente nel 1985. Vennero costruite bretelle di raccordo per utilizzare parti del vecchio tracciato e creare un circuito semipermanente, venne inserita una doppia chicane denominata “Bus Stop” e nuovi box al fine di aderire alle normative della FIA per cui la partenza fosse in un luogo pianeggiante. Dall’85 vennero ampliate anche tutte le vie di fuga per aumentarne la sicurezza, la stessa “Raidillon” verrà poi rallentata anche a seguito dei tragici eventi della stagione 1994. Le ultime modifiche avvennero nel 2007 con la “Bus Stop” e il tornante de “La Source” con conseguente allungamento del rettilineo di partenza, una ricostruzione totale dei box, della zona paddock e della tribuna principale. Per il weekend belga la Pirelli porterà gomme con mescola White “Medium” ed Orange “Hard”, le più adatte alla conformazione del tracciato. Le zone DRS sono, come sempre in questa stagione, due: la prima situata sul rettilineo principale, ovvero dopo la “Chicane” e prima de “La Source” mentre la seconda lungo il rettilineo del “Kemmel Straight”, posto dopo la “Eau Rouge – Raidillon”, in cui si raggiungerà la velocità massima attestata sui 330 km/h. Occhi puntati al cielo, in una pista dove molto spesso è stato il meteo a far da padrone e rimescolare le carte in gioco: seguite Live la situazione sul nostro sito cliccando questo Link. Da aspettarsi quindi una gara intensa e ricca di sorpassi senza esclusione di colpi, dove potremmo vedere conferme e perché no, exploit, in questi 44 giri da percorrere. Da segnalare che la Rai non trasmetterà in diretta: la gara sarà visibile in differita su Rai2 integralmente a partire dalle ore 21.00. Top 10 edizioni GP del Belgio Come di consueto proponiamo le gare più salienti della storia del circuito di Spa – Francorchamps, dalla vecchia conformazione del tracciato a quella attuale, lunga la metà. Edizione 1950: prima edizione del Gp del Belgio disputatasi sul circuito di Spa da 14 km. In Belgio come in svizzera due settimane prima sono le Alfa Romeo a dominare sia qualifica che gara. Dei 14 iscritti la vera gara per la vittoria si svolge tra Fangio e Farina. In gara entrambi prendono un ampio vantaggio, ma nei giri finali Farina soffre di problemi tecnici e deve cedere il passo all’argentino. Vince infatti Fangio su Fagioli, Rosier, Farina e Ascari. Edizione 1963: la gara disputata in data 9 giugno si svolse ancora sul tracciato di Spa da 14 km. Dopo una brutta qualifica condizionata da problemi al cambio, Jim Clark al via della gara, con asfalto bagnato causa pioggia riuscì in un solo giro a recuperare 7 posizioni e a portarsi in testa. Per gli avversari non ci furono possibilità di attaccare l’inglese, che accumulò un vantaggio esorbitante. Dopo una lunga lotta Bruce McLaren conquistò la seconda posizione su Dan Gurney. Alla fine l’unico pilota non doppiato risultò il neo zelandese, che accusò un ritardo di ben 5 minuti. Edizione 1966: la seconda prova del mondiale di Formula uno si svolse sul vecchio circuito di Spa Francorchamps. La gara si disputò sotto il diluvio e proprio per questo nei primi giri vi furono numerosi ritiri, tra cui quello di Jackie Stewart, il quale fu vittima di un pericoloso incidente e si salvò solo grazie all’aiuto di Graham Hill e Bob Bourdurant. È da questo incidente che Sir Jackie comincia la sua battaglia per la sicurezza dei piloti inFormula 1. Alla fine della gara a spuntarla è John Surtees su Ferrari, seguito da Rindt, Bandini, Brabham e Ginther. Edizione 1970: Quarto appuntamento del campionato di Formula 1 disputato a Spa. A determinare l’esito della gara è la potenza del V12 della BRM di Rodrìguez. Partito abbastanza indietro il messicano passa in partenza Brabham e Ickx e nelle prime tornate si porta in testa mettendosi alle spalle Rindt, Stewart e Amon. Dopo 28 giri con il pericolo che il telaio della BRM non riesca a sopportare la potenza del motore Rodrìguez sembra avviato verso una facile vittoria, quando all’inizio dell’ultimo giro vede negli specchietti la vettura di Amon che ha recuperato lo svantaggio. È un giro con il cuore in gola, ma, nonostante due tentativi di sorpasso, Rodrìguez va a vincere, seguito a breve distanza da Amon: a seguire Beltoise, Giunti, Stommelen e Pescarolo. Edizione 1975: sesta prova del mondiale, seconda volta di sempre che si corre a Zolder. La Pole Position viene conquistata da Niki Lauda su Carlos Pace e Vittorio Brambilla. Al via Lauda perde la prima posizione e si alternano al comando i due inseguitori, mentre dietro Scheckter recupera posizioni. Sia Pace che Brambilla, però, devono ritirarsi per problemi tecnici, e l’unico che possa impensierire Lauda, ovvero Regazzoni, è relegato dietro a causa di una sosta imprevista. Senza molte difficoltà va a vincere l’austriaco su Scheckter e Reutemann. Edizione 1977: Ancora una volta si corre a Zolder, ma questa volta la pole position del sabato conta poco in quanto la gara è sul bagnato. Infatti nei primi giri, il poleman Mario Andretti entra in collisione con John Watson, che lo aveva superato. La gara si caratterizza per l’arrivo della pioggia per ben 2 volte, costringendo i meccanici dai box a un lavoro extra. I meccanici Ferrari riuscirono a mandare in pista Lauda con un buon vantaggio permettendogli di rientrare in prima posizione, seguito da Mass, Scheckter, Jones, Brambilla, Nilsson. Il secondo scroscio di pioggia è meno intenso e la strategia premia i piloti che scelgono di non cambiare i pneumatici. Scheckter infatti sbaglia strategia e Mass è costretto al ritiro, e entrambi lasciano il passo a Nilsson, che intanto ha sorpassato Jones e Brambilla. Sull’asciutto però la Ferrari di Lauda non è competitiva, e anche grazie a un testacoda lo svedese riesce a sorpassare l’austriaco. Sarà la prima e unica gara vinta per Nilsson seguito da Lauda e Peterson: sarà anche l’unico doppio podio svedese in Formula 1 fin’ora. Edizione 1992: la dodicesima prova del mondiale si svolge sul circuito semi permanente di Spa configurazione 6.9 km. La pole è come al solito di Nigel Mansell, seguito da Senna, Schumacher e Patrese. Senna parte subito bene ma le Williams non faticano a sorpassarlo. Quando inizia a piovere tutti si fermano per cambiare gomme tranne il brasiliano che spera che la pioggia finisca a breve, ma perde parecchio tempo ed è comunque costretto a cambiare pneumatici. Quando la pista comincia a ritornare asciutta Schumacher è il primo a passare alle slick guadagnando molto tempo sulle Williams, e ottenendo la prima posizione. Rallentato da un problema allo scarico, Mansell non può raggiungere il tedesco, che conquista la sua prima vittoria in carriera ad appena un anno dal suo esordio. Sul podio salgono Mansell e Patrese seguiti da Brundle, Senna e Hakkinen. Edizione 1998: è la gara ricordata per l’incidente più grande della storia della Formula 1. Subito dopo il via, appena il tempo di una curva e si scatena l’inferno. La scampano sette piloti su ventidue, tutti gli altri rimangono coinvolti. Ovviamente è subito bandiera rossa, ma anche al secondo via c’è un incidente che mette fuori gioco Hakkinen, in seguito anche Coulthard e Wurz si toccano e entra la Safety Car. Dopo il rientro della Safety, all’ottavo giro Schumacher si porta in testa su Hill, Alesi, Frentzen, Villeneuve, Fisichella e Ralf Schumacher. Quando Schumacher si appresta a doppiare Coulthard, quest’ultimo sotto l’acqua con visibilità precaria, rallenta improvvisamente e la collisione è inevitabile: il tedesco rimane su tre ruote e lo scozzese senza alettone posteriore. Rientrati ai box Schumacher si avvia furente al box McLaren e sfiora la rissa: è trattenuto solo da Todt e Domenicali. Nel caos più totale la Jordan ottiene una storica doppietta con Hill su Ralf Schumacher: a seguire Alesi, Frentzen, Diniz. Edizione 2004: In pole c’è l’italiano Jarno Trulli, seguito da Schumacher e Alonso. Al via nel gruppo ci sono una serie di incidenti, e Raikkonen, partito decimo recupera numerose posizioni. Dopo il rientro della Safety Car la Ferrari di Schumacher non riesce a scaldare da subito i pneumatici e perde posizioni in favore di Montoya e Raikkonen. Nel valzer dei pit stop sarà ancora il finlandese a guadagnare ritrovandosi al comando della corsa. Alla fine sarà proprio lui a vincere, su Schumacher, Barrichello, Massa e Fisichella. Fu la prima vittoria di Raikkonen a Spa, e con il secondo posto Schumacher ebbe la certezza matematica del settimo titolo piloti in carriera. Edizione 2012: Prima pole position di Jenson Button da quando guida una McLaren. Lo seguono sorprendentemente Kobayashi e Maldonado, con Alonso sesto e Vettel undicesimo. Al via Alonso viene coinvolto nell’incidente tra Hamilton e Grosjean ed esce subito di scena. Vettel dalle retrovie comincia la sua rimonta sbarazzandosi prima di Massa e poi di Webber. Dopo un duello con Schumacher riesce a portarsi nelle posizioni di testa. Intanto anche Raikkonen ha da combattere con Schumacher e lo sorpassa con uno strepitoso sorpasso all’Eau Rouge. Alla fine vince Button su Vettel e Raikkonen, Hulkenberg, Massa, Webber e Schumacher. Venerdì 23 Agosto Libere 1: 10:00-11:30 (Sky Sport F1 HD) 13:30 RaiSport1 (sintesi) Libere 2: 14:00-15:30 (Sky Sport F1 HD) 22:30 RaiSport1 (sintesi) Sabato 24 agosto Libere 3: 11.00-12:00 (Sky Sport F1 HD) Qualifiche: 14:00-15:00 (Sky Sport F1 HD) 18:00 Rai2 (versione integrale) Domenica 25 Agosto Gara: 14:00 44 giri 308,052km (Sky Sport F1 HD) 21:00 Rai2 (versione integrale) Distanza a giro: 7,004km Numero di curve: 19 Senso di marcia: orario RECORD Giro prova: 1’45’’108 – K. Raikkonen (2009) Giro gara: 1’47’’263 – S. Vettel (2009) Distanza: 1h20’39’’066 – K. Raikkonen – Ferrari (2007) Vittorie pilota: 6 – M. Schumacher Vittorie team: 16 – Ferrari Albo d’oro 1950 Juan Manuel Fangio – Alfa Romeo 1951 Nino Farina – Alfa Romeo 1952 Alberto Ascari – Ferrari 1953 Alberto Ascari – Ferrari 1954 Juan Manuel Fangio – Maserati 1955 Juan Manuel Fangio – Mercedes-Benz 1956 Peter Collins – Ferrari 1957 Non disputato 1958 Tony Brooks – Vanwall 1959 Non disputato 1960 Jack Brabham – Cooper 1961 Phil Hill – Ferrari 1962 Jim Clark – Lotus 1963 Jim Clark – Lotus 1964 Jim Clark – Lotus 1965 Jim Clark – Lotus 1966 John Surtees – Ferrari 1967 Dan Gurney – Eagle 1968 Bruce McLaren – McLaren 1969 Non disputato 1970 Pedro Rodrìguez – BRM 1971 Non disputato 1972 Emerson Fittipaldi – Lotus 1973 Jackie Stewart – Tyrrell 1974 Emerson Fittipaldi – McLaren 1975 Niki Lauda – Ferrari 1976 Niki Lauda – Ferrari 1977 Gunnar Nilsson – Lotus 1978 Mario Andretti – Lotus 1979 Jody Scheckter – Ferrari 1980 Didier Pironi – Ligier 1981 Carlos Reutemann – Williams 1982 John Watson – McLaren 1983 Alain Prost – Renault 1984 Michele Alboreto – Ferrari 1985 Ayrton Senna – Lotus 1986 Nigel Mansell – Williams 1987 Alain Prost – McLaren 1988 Ayrton Senna – McLaren 1989 Ayrton Senna – McLaren 1990 Ayrton Senna – McLaren 1991 Ayrton Senna – McLaren 1992 Michael Schumacher – Benetton 1993 Damon Hill – Williams 1994 Damon Hill – Williams 1995 Michael Schumacher – Benetton 1996 Michael Schumacher – Ferrari 1997 Michael Schumacher – Ferrari 1998 Damon Hill – Jordan 1999 David Coulthard – McLaren 2000 Mika Häkkinen – McLaren 2001 Michael Schumacher – Ferrari 2002 Michael Schumacher – Ferrari 2003 Non disputato 2004 Kimi Räikkönen – McLaren 2005 Kimi Räikkönen – McLaren 2006 Non disputato 2007 Kimi Räikkönen – Ferrari 2008 Felipe Massa – Ferrari 2009 Kimi Räikkönen – Ferrari 2010 Lewis Hamilton – McLaren 2011 Sebastian Vettel – Red Bull 2012 Jenson Button – McLaren Matteo Bramati, Andrea Villa
  15. Se a Silverstone gli era andata di sfortuna questa volta non ce ne è stata per nessuno, dea bendata compresa:Sebastian Vettel è andato a vincere per la quarta volta in questa stagione, la prima sul circuito di casa. Una vittoria non tanto scontata, come il tedesco è solito mostrarci, ma sudata fino a poche curve dal termine e che ha saputo tenere il pubblico con il fiato sospeso. Merito di vari fattori che andremo elencando, procediamo con ordine. Al 23° giro il distacco di Vettel da Grosjean è abissale, non sembra esserci possibilità di recupero, quando ecco arrivare la “manna” dal cielo per gli inseguitori: la vettura di Bianchi ha un principio di incendio ed il pilota la parcheggia sull’erba in folle; peccato che la vettura si in discesa, per cui in retromarcia passa da una parte all’altra, fortunatamente nessuno centra la Marussia che si autoparcheggia. Subentra la Safety Car che annulla tutti i vantaggi scombinando i piani delle squadre, da cui la Lotus ne trae il maggiore vantaggio: a fine gara Raikkonen giunge alle spalle di Vettel ad un solo secondo, quando sembrava addirittura poter prendere il comando grazie a gomme più fresche di quelle dell’avversario, mentre terzo giunge il suo compagno di squadra Grosjean che ritrova il podio e forse il posto nel team, quest’ultimo in grado di mostrare le proprie capacità nonostante le difficoltà economiche in cui versa. Più di mezzo flop lo fa la Ferrari perché se in qualifica – come al solito in questa stagione – non è competitiva come i principali rivali, decide di giocarsela con il buon passo gara già mostrato ed una strategia andrà-tutto-bene; sta di fatto che Alonso conclude di poco fuori dal podio girando piuttosto veloce con le Soft e contenendo tutto sommato il distacco in classifica dal diretto rivale (ora a +34), vedendosi però avvicinare dal finlandese (-7). Massa va in testacoda al 4° giro in fondo al rettilineo e deve ritirarsi. Problema meccanico? Lui dice di sì, la scuderia dice di no, fatto sta che di andare dritto di certo non l’ha scelto la monoposto… vedremo al prossimo GP. Un altro flop sono state le Mercedes, competitive fino al sabato con la pole firmata da Hamilton. Sembra poi che a causa del ritorno al vecchio tipo di gomma la monoposto soffra di vecchi problemi, tanto che l’inglese ha dichiarato di non pensare minimamente al titolo data la situazione. Gara sfortunata per Webber, non gli agganciano la ruota, lui riparte e rimane senza, con quella che va pure a colpire un cameraman. La monoposto viene riportata ai box e l’australiano riparte, rimontando fino alla settima posizione. Per il fatto accaduto la Fia ha decretato il divieto di accesso in pit-lane per cameraman e personale non addetto ed un abbassamento ad 80 km/h oltre ad equipaggiamenti più adeguati per gli addetti ai box. Breve parentesi McLaren: si pensa già al 2014 ed ai motori turbo, ergo lo sviluppo della sfortunata MP4-28 sarà bloccato o limitato a lievi modifiche. Per la casa di Woking un’annata nera, per il loro bene e per quello di tutto il circus non resta che augurargli di recuperare il gap tecnico entro la prossima stagione. Prepariamoci ora al GP d’Ungheria: si torna a correre dopo 3 settimane, rimaniamo nel vecchio continente. La prima vittoria in terra ungherese è datata 1936 ad opera di Tazio Nuvolari su Alfa Romeo, dopodiché intercorse una lunga pausa durata ben mezzo secolo, quando il circus decise di tornarvi: fu la prima volta dopo la separazione imposta dal blocco comunista; da allora non è mai stata saltata un’edizione, corsa sull’ormai celebre Hungaroring, situato a pochi chilometri dalla capitale Budapest. È una pista in cui il sorpasso è cosa assai difficile, indi per cui occorre trovare un buon tempo in qualifica per avvantaggiarsi sin dall’inizio, oltre ad una più che buona strategia per non perdere posizioni durante il corso della gara, per cui vedremo con tutta probabilità degli interessanti “valzer” nella corsia box. Come già visto negli anni precedenti il tracciato sarà un po’ sporco, poiché poco utilizzato al di fuori della Formula 1, un fattore tra l’altro non trascurabile per le eventuali traiettorie impostate, che potrebbero portare ad imprevisti testacoda ed uscite di pista. Nel progetto del 1985 la sua lunghezza doveva essere di 3800 metri, ma in seguito ne furono aggiunti 200 per evitare un paio di falde acquifere presenti nella zona. Dopo la curva 3 era presente una chicane che rallentava ulteriormente le vetture prima di immetterle sul breve rettilineo, eliminata poi nel 1989 per non creare troppa monotonia al già poco divertente tracciato. Rimasto così per altri 14 anni, nella stagione 2003 vengono apportate alcune modifiche che riguardano il punto finale del rettilineo principale ed una modifica alla curva 11 al fine di aumentare le chance di sorpasso. Con 16 curve e 4.381 metri totali è considerato dalla maggior parte delle persone la gara più monotona della stagione, tuttavia sarà da tenere d’occhio il meteo (Live sul nostro sito) che in più edizioni ha stravolto i piani di tutti i team portando alla ribalta piloti e vetture inaspettatamente. La Pirelli aveva inizialmente optato per gomme Hard e Medium, ma in seguito al ritorno al modello 2012 con struttura in kevlar al posto delle Hard saranno portate le mescole Soft (riconoscibili dalla banda gialla). Doppia zona DRS da questa edizione: la prima sarà situata sul rettilineo principale come di norma, la seconda fra l’uscita della curva 2 e la staccata della curva 3. Un’ultima buona notizia per tutti gli appassionati non aventi Sky perché la Rai trasmetterà il tutto in diretta: bentornato divano di casa. Top 10 edizioni GP Ungheria Come di consueto riportiamo le edizioni che più hanno lasciato nella mente dei tifosi un gran ricordo per le accesissime sfide, i duelli testa a testa ed immancabili colpi di scena. Edizione 1987: Nei giorni in cui viene ufficializzato l’addio di Senna dalla Lotus, Mansell come di consueto ottiene la pole position con la sua Williams seguito da Berger, Piquet e Prost. Al via della gara le posizioni rimangono pressoché invariate in quanto Berger, che aveva perso il suo secondo posto, risorpassò Piquet dopo poche curve. Quest’ultimo però dovette cedere il passo ad Alboreto: la situazione diventò Mansell, le due Ferrari e poi l’altraWilliams di Piquet. Entrambi i piloti della Ferrari però soffrirono l’affidabilità della rossa e furono costretti al ritiro, rispettivamente per un guasto al differenziale e per delle noie al motore, dando via libera al brasiliano della Williams. Il vero colpo di scena avvenne, però, a 5 giri dalla fine, quando il leader, che sembrava ormai essersi avviato verso il successo perse un dado di una ruota e fu costretto al ritiro. Piquet colse l’occasione per ottenere la vittoria su Senna e Prost. Edizione 1988: Senna conquistò la Pole position al sabato, nonostante il circuito privo di lunghi rettilinei avrebbe dovuto avvantaggiare le vetture che montavano motori aspirati, piuttosto che turbo. Alle sue spalle si qualificarono Mansell e Boutsen, con Prost relegato in settima posizione a causa di una pessima qualifica. Al via del Gp il brasiliano sfruttò la potenza del suo propulsore per rimanere in testa e prese un buon vantaggio sugli inseguitori. Dietro guidavano il gruppo Mansell e Patrese, che però, complici guai al motore e un errore dell’italiano, entrambi persero le loro posizioni a favore di Prost che intanto aveva rimontato. Il francese infatti riuscì ad arrivare anche a superare Senna, anche grazie a un doppiato, però in seguito venne ripassato e rimase in seconda posizione fino al termine. A vincere fu infatti Senna su Prost e Boutsen: in questo modo il pilota brasiliano della McLaren si ritrovò a pari punti in classifica con in suo compagno. Edizione 1989: Nelle qualifiche della decima prova del mondiale si spezza il dominio della McLaren in qualifica: Patrese ottiene la pole position per tre decimi su Senna, a seguire un sorprendente Alex Caffi, Boutsen, Prost e Berger. Spenti i semafori Patrese mantenne la leadership, mentre Caffi fu subito sopravanzato dalle vetture che lo seguivano. Mansell, che in qualifica aveva fatto segnare il dodicesimo tempo, cominciò a rimontare furiosamente, e si ritrovò quarto dopo che il compagno di squadra ebbe effettuato il pit per il cambio gomme. Intanto Patrese fu costretto a rallentare per problemi al radiatore, che successivamente gli costarono il ritiro. Mansell superò anche Prost portandosi così al secondo posto e al 58° giro sfruttando il doppiaggio di Johansson passò anche Senna portandosi in testa. Vinse così una Ferrari, una gara fantastica ricca di sorpassi ed emozioni. Edizione 1996: La lotta per la Pole Position è davvero serrata: la spunta Schumacher per appena cinquanta centesimi di secondo su Hill, e un decimo su Villeneuve. Schumacher in gara mantiene la sua prima posizione mentre Hill scivola dietro a Villeneuve e Alesi. Quest’ultimo rallenta notevolmente la Williams dell’inglese, e il duo di testa può così prendere un buon margine. Anche tra i primi due c’è una lotta serrata: il canadese non riesce a sorpassare Schumacher se non alla prima tornata di pit stop. Intanto Hill, sfruttando un errore di Alesi lo passa e comincia a rimontare sul tedesco della Ferrari. Villeneuve però riesce a gestire bene il vantaggio e va a vincere il Gran Premio, mentre Alesi conquista il terzo posto: Schumacher sarà costretto al ritiro per un problema all’acceleratore. Edizione 1999: la disputa per la pole position è una battaglia a due tra Hakkinen e Irvine. Alla fine la spunta il finlandese di poco più di un decimo. Dopo questi due si qualificano nell’ordine Coulthard, Fisichella, Frentzen, Hill. Alla partenza i primi 2 mantengono la propria posizione, mentre Coulthard parte male e si ritrova quinto. Hakkinen da subito ha un ritmo inavvicinabile anche per Irvine. Fisichella, ora terzo riesce a mantenere un buon passo e mantiene la sua posizione nonostante abbia alle spalle due rivali pronti ad attaccarlo. Al primo pit, però Coulthard riesce a sopravanzare il pilota romano e si mette alla caccia di Irvine. Al secondo pit, infatti sia Irvine che Coulthard rientrano assieme, poco distanti fra loro e il ferrarista riesce a difendersi dall’attacco dello scozzese. Negli ultimi giri però, complice anche un guasto al differenziale, Irvine commette un errore dando via libera a Coulthard che va così a completare la doppietta McLaren, con Hakkinen dominatore incontrastato. Edizione 2003: in qualifica furono determinanti le caratteristiche delle gomme. Infatti le Michelin andavano decisamente meglio e Alonso ottenne la sua seconda Pole position con la Renault. Le Ferrari furono le uniche a qualificarsi nella top ten montando le Bridgestone. Al via Alonso accumulò un grosso vantaggio grazie all’azione di tappo effettuata da Webber, secondo, sei confronti di tutti gli altri. Ralf Schumacher, che al primo giro era finito in fondo al gruppo a causa di un testacoda cominciò a rimontare e dopo i primi due pit si ritrovò dietro il suo compagno di squadra, quarto libero di spingere al massimo. Le Ferrari non ebbero un weekend facile: a Barrichello cedette una sospensione in frenata e Schumacher rimase senza carburante in corsia box perdendo parecchio tempo. Alla fine le vetture più veloci furono le Williams di Montoya e Ralf Schumacher, ma non riuscirono a colmare il divario da Alonso e Raikkonen. Così Alonso colse il suo primo successo in carriera, andando a doppiare negli ultimi giri addirittura Michael Schumacher. Edizione 2006: Prima edizione del gran Premio di Ungheria disputatasi sotto la pioggia. Le qualifiche vedono la retrocessione dei due contendenti al titolo a causa di alcune penalità, quindi la pole va a Raikkonen, seguito da Massa, Barrichello e Button. Raikkonen mantiene la sua posizione fino al primo pit, quando viene sopravanzato da Alonso, autore di una strepitosa rimonta. Quest’ultimo però, è vittima di un dado montato male ed è costretto al ritiro appena uscito dalla pit lane dopo il secondo pit stop. Intanto Schumacher, rimontato fino alla seconda posizione commette un errore nella strategia delle gomme, tenendo le intermedie sebbene la pista sia ormai asciutta, e perde alcune posizioni e inoltre, nel tentativo di difendersi rompe il braccetto dello sterzo e si ritira a 2 giri dalla fine. Con Raikkonen protagonista di un contatto con Liuzzi, Button si ritrova primo e va a vincere la sua prima gara in carriera. Sul podio con lui De la Rosa e Heidfeld, piloti anch’essi che non avevano mai vinto alcun Gp. Edizione 2010: La Griglia recita Vettel Webber Alonso Massa Hamilton Rosberg Petrov. Alonso scatta bene e infila Webber, e lo stesso fa Petrov con Hamilton e Rosberg. Al 14° giro Liuzzi perde dei pezzi dalla sua vettura e la Safety Car è costretta a scendere in pista. Ai box è l’inferno: vola tra i meccanici una ruota montata male sullaMercedes di Rosberg; Kubica e Sutil si scontrano mentre uno usciva e l’altro arrivava alla piazzola. Vettel si è fermato ai box a cambiare gomme, quindi primo ora è Mark Webber. Alla ripartenza Vettel lascia troppo spazio tra sé e il compagno e per questo incappa in un drive trough. L’australiano intanto prende un vantaggio tale da potere rientrare ai box senza perdere la prima posizione. Dietro si infiamma il duello tra Schumacher e Barrichello: sarà il brasiliano a spuntarla per la decima posizione dopo un sorpasso da brividi sul rettilineo dei box. A trionfare è Webber, seguito da Alonso e Vettel, con Hamilton ritirato per un problema tecnico. Edizione 2011: Come di norma la Pole position è di Sebastian Vettel, seguito dalle due McLaren, ma in questa occasione le posizioni nella griglia di partenza non contano nulla dato che alla domenica il tracciato è bagnato causa pioggia. Nei primi giri sembra di assistere a una gara di go kart: tutti i piloti tengono a fatica le monoposto in pista e vi sono sorpassi e controsorpassi. Quando la pista comincia ad asciugarsi la classifica è Hamilton Vettel Button Alonso Rosberg Massa Webber. Nella seconda parte della gara alcuni piloti, come Webber cercano di avvantaggiarsi su altri anticipando il cambio gomme salvo poi risultare inutile tale scelta in quanto verso la fine ricomincia a piovere. Hamilton è protagonista di un testacoda che gli costerà per altro un drive trough. Le posizioni vengono ancora rimescolate, in quanto alla fine la pista si asciuga di nuovo e alla fine la spunta Button su Vettel e Alonso, a seguire Hamilton Webber e Massa. Button festeggerà così il suo 200° Gran Premio in Formula 1. Edizione 2012: Hamilton ottiene la centocinquantesima pole McLaren nel mondiale Formula 1, seguito da Grosjean e Vettel. In gara Alonso passa Raikkonen alla partenza e sale in quinta posizione, Button passa Vettel dopo poche curve e si ritrova subito terzo. Nel primo giro di pit, Alonso rientra in pista dietro a Sergio Pérez e perde tempo nel sorpassarlo, così viene sorpassato di nuovo da Raikkonen. Con le strategie dei pneumatici Raikkonen riesce a portarsi addirittura al secondo posto contenendo l’attacco del compagno di squadra in uscita dai box. Cerca poi di avvicinarsi a Hamilton ma non riesce mai ad impensierirlo seriamente. La gara si conclude con la vittoria di Hamilton su Raikkonen, Grosjean, Vettel, Alonso e Button. Venerdì 26 Luglio Libere 1: 10:00-11:30 (Sky Sport F1 HD – RaiSport 1) Libere 2: 14:00-15:30 (Sky Sport F1 HD – RaiSport 1) Sabato 27 Luglio Libere 3: 11:00-12:00 (Sky Sport F1 HD – RaiSport 1) Qualifiche: 14:00-15:00 (Sky Sport F1 HD – Rai 2) Domenica 28 Luglio Gara: 14:00 ̶ 70 giri ̶ 306,630km (Sky Sport F1 HD – Rai 1) Distanza a giro: 4,381km Numero di curve: 14 Senso di marcia: orario RECORD Giro prova: 1:19.146 – M Schumacher – Ferrari – 2004 Giro gara: 1:19.071 – M Schumacher – Ferrari – 2004 Distanza: 1h35:26.131 – M Schumacher – Ferrari – 2004 Vittorie pilota: 4 – M Schumacher Vittorie team: 11 – McLaren Pole pilota: 7 – M Schumacher Pole team: 8 – McLaren Migliori giri pilota: 4 – M Schumacher Migliori giri team: 9 – Williams Podi pilota: 7 – A Senna, M Schumacher Podi team: 22 – McLaren ALBO D’ORO 01. 1936 T Nuvolari – Alfa Romeo 02. 1986 N Piquet – Williams Honda 03. 1987 N Piquet – Williams Honda 04. 1988 A Senna – McLaren Honda 05. 1989 N Mansell – Ferrari 06. 1990 T Boutsen – Williams Renault 07. 1991 A Senna – McLaren Honda 08. 1992 A Senna – McLaren Honda 09. 1993 D Hill – Williams Renault 10. 1994 M Schumacher – Benetton Ford 11. 1995 D Hill – Williams Renault 12. 1996 J Villeneuve – Williams Renault 13. 1997 J Villeneuve – Williams Renault 14. 1998 M Schumacher – Ferrari 15. 1999 M Hakkinen – McLaren Mercedes 16. 2000 M Hakkinen – McLaren Mercedes 17. 2001 M Schumacher – Ferrari 18. 2002 R Barrichello – Ferrari 19. 2003 F Alonso – Renault 20. 2004 M Schumacher – Ferrari 21. 2005 K Räikkönen – McLaren Mercedes 22. 2006 J Button – Honda 23. 2007 L Hamilton – McLaren Mercedes 24. 2008 H Kovalainen – McLaren Mercedes 25. 2009 L Hamilton – McLaren Mercedes 26. 2010 M Webber – Red Bull Renault 27. 2011 J Button – McLaren Mercedes 28. 2012 L Hamilton – McLaren Mercedes Matteo Bramati, Andrea Villa
  16. Neanche il tempo di capire se Rosberg ha vinto o no a Silverstone (pare che per avere ignorato le bandiere gialle si sia rimediato solamente una reprimenda) che ci troviamo costretti a guardare avanti al prossimo appuntamento del mondiale, una gara che si preannuncia scottante, fondamentale e decisiva, sia per i Team in corsa per il mondiale e sia per il fornitore di pneumatici milanese, la Pirelli. La vittoria di Rosberg in Inghilterra è figlia dei problemi di Hamilton e Vettel, anche se la prestazione del tedesco della Mercedes è stata di tutto rispetto, in quanto è andato ad insidiare, o per lo meno a mantenere egregiamente il passo della Redbull. Dopotutto è un bel regalo per il suo compleanno! Forse possiamo dire che Rosberg sia l’unito vero top del weekend, senza ovviamente dimenticarci di Hamilton, azzoppato dalla sua posteriore sinistra, che compie una rimonta lunga tutta la gara; Massa, che parte egregiamente e, anch’esso è colpito dalla maledizione della posteriore sinistra, costretto a rimontare dal fondo, arriva miracolosamente sesto; Vettel, ritirato per un guasto al cambio mentre guidava la corsa. E anche Sutil, Ricciardo e Di Resta che hanno la zona punti lottando fino alla fine. Poniamo nella sezione “gare sfortunate” tutti i piloti colpiti da quello che è stato denominato in rete il “capodanno anticipato di Pirelli”. Si parla di Vergne, Gutierrez, Perez (anche Hamilton e massa ma li abbiamo già messi nella sezione top). La prestazione di Webber invece è tutta particolare: parte malissimo, che peggio è difficile fare, da quarto a quindicesimo, ma poi rimonta pian piano e alla fine rischia addirittura di andare a vincere. E meno male che ha annunciato il ritiro. Anche Alonso sta sul borderline tra sfortuna e flop. Se dicessimo che la sua gara è stata un flop tutti i ferraristi ci lancerebbero addosso delle pietre pesanti, ma non siamo noi che lo diciamo, me Alonso stesso sul podio. Ok terzi –dice–ma la macchina non c’è per niente, mettiamoci una croce sopra e guardiamo avanti. C’è da dire che in ogni caso la Ferrari (o Alonso) riesce sempre a mettere una pezza. Ancora una gara poco concreta per le due Lotus. Sbagliano completamente la strategia all’alba dell’ultima Safety e Räikkönen può solo subire la rimonta di tutti i suoi avversari. Grosjean invece è diciannovesimo distaccato di un giro sempre più in difficoltà. Pare che la crisi di fondi in casa Lotus cominci a farsi sentire. Weekend nero anche in casa McLaren. Le nostre domande hanno trovato una degna risposta: la gente tifava decisamente Lewis Hamilton. Intanto nell’indifferenza generale Button non è riuscito a fare meglio di un undicesimo posto. D’altronde si sa che il gran premio di casa non gli è mai andato a genio, ma dov’è finito l’onore della McLaren in Inghilterra? Il tracciato del Nürburgring è storico almeno quanto quello di Silverstone. Attualmente il tracciato usato per la gara di Formula 1 è lungo 5,1 kilometri ed è di moderna costruzione: infatti si giunse alla necessità di avere un tracciato più corto e più sicuro dopo il rogo di Niki Lauda nel 1976. Infatti il vero Nürburgring, quello che è nel cuore di tutti gli appassionati è la Nordshleife, ovvero l’anello di ben 20,8 kilometri che si snoda attorno al castello di Nürburg, addentrandosi nei borghi di Adenau, Müllenbach e nei boschi dell’Eifel. La costruzione dell’anello nord risale al 1925, 3 anni dopo la costruzione del circuito di Monza, in quanto la Germania non aveva circuiti permanenti sul suo territorio. Così prese forma la Nordshleife, con le sue 84 curve a destra e 88 a sinistra, e venne costruito anche l’anello sud, che misurava 7,7 kilometri e veniva utilizzato in competizioni minori. Come detto, dopo l’incidente di Lauda nel 1976 i piloti si rifiutarono di correre sulla Nordshleife, e per alcuni anni il Gp di Germania venne disputato all’ Hockenheimring. Nell’84 però venne inaugurata la nuova pista Gp-Strecke, quella dove tuttora si corre il Gp di Formula 1, costruita in pochi anni al posto della Sudshleife, che venne demolita. Ma cosa ne rimane della povera Nordschleife? La tradizione. Nonostante i problemi economici che hanno portato il circuito addirittura ad essere messo in vendita, l’inferno verde mantiene la sua sacralità nel mondo delle corse. Infatti la pista è aperta a chiunque ci voglia fare un giro, e sta diventando sempre di più un luogo dove le case auto testano i propri veicoli. Inoltre si svolge ogni anno la 24 ore del Nürburgring sull’unione della vecchia e della nuova pista, andando a formare un tracciato di ben 25,3 kilometri. Ma tornando all’ambito della Formula 1: questa pista è dal 2009 che fa a turno con Hockenheim nell’ospitare il Gran Premio di Germania, mentre precedentemente era stata sede del Gp d’Europa. Si tratta di un tracciato molto impegnativo per i piloti, che rispecchia in piccolo le caratteristiche della Nordschleife: curve con diverso raggio e diversa velocità di percorrenza e saliscendi tra le colline. È per questo un circuito molto amato sia da piloti che dai tifosi, sebbene non sia così facile sorpassare come in altre piste. Quest’anno le zone DRS saranno due per agevolare la manovra di sorpasso: una sarà sul rettilineo principale, mentre l’altra sarà la parte di pista compresa tra la curva 12 e la curva 14, con due diversi detection point. La Pirelli porta in Germania le coperture Yellow Soft e White Medium, in quanto l’asfalto di questa pista è poco abrasivo e agli pneumatici è richiesto il maggior grip possibile. Parentesi Pirelli: che bella figura che sta facendo il fornitore di pneumatici quest’anno. Poi con l’ultimo Gran Premio abbiamo toccato il fondo: e meno male che erano gomme modificate per evitare la delaminazione, per fortuna. Ora i piloti, ragionevolmente chiedono di sostituire i test per i giovani piloti con dei test per nuove coperture: ma vi immaginate la faccia di Vergne quando gli è esplosa la posteriore sinistra alla fine dell’Hangar Straight? Anche questo evento, come il precedente in Gran Bretagna, sarà trasmesso in diretta solamente da Sky, con la Rai che si limiterà a dare la replica in diretta in serata: le qualifiche saranno alle 18:00 su Rai 2, mentre la gara, come di consueto sarà trasmessa alle 21:00 sempre su Rai 2. Top 10 edizioni GP Germania Una scelta ardua in cui abbiamo cercato di riassumere quanto meglio le edizioni di questo Gran Premio corso su diversi circuiti nel corso degli anni. Edizione 1961: questa gara rappresenta il ritorno della Formula 1 in Germania dopo un anno di assenza ed inoltre con essa si raggiungono i 100 GP corsi da quello inaugurale di Silverstone. Corsa sul famoso Nürburgring Nordschleife (quasi 23 chilometri a giro), dopo 15 giri sotto la pioggia la competizione vede vincitore l’inglese Stirling Moss su Lotus dopo ben 2 ore e 18 minuti, sul secondo gradino del podio si piazza Wolfgang Von Trips suFerrari seguito dal proprio compagno di squadra Phil Hill (poleman e giro veloce in gara), entrambi staccati di 22 secondi dal vincitore. Edizione 1976: in gara vince James Hunt (McLaren – Cosworth) dominatore anche in qualifica, secondo giunge Jody Scheckter (Tyrrell – Cosworth) e terzo Jochen Mass, compagno di squadra dell’inglese. Ma più che per i risultati la competizione è ricordata per il grave incidente di Niki Lauda, intrappolato nell’auto in fiamme dopo essere andato a sbattere contro la roccia ai lati della pista; estratto prontamente da 3 piloti quali Merzario, Ertl e Lunger venne trasportato d’emergenza in ospedale. Con le ferite non ancora rimarginatesi tornerà a correre 40 giorni dopo, nel frattempo si prese la decisione di non correre più lungo la Nordschleife per ragioni di sicurezza. Edizione 1982: un GP corso sull’Hockenheimring che comincia male quando, durante le qualifiche, Didier Pironi centra in pieno Prost, non visto a causa della pioggia: gravi fratture alle gambe e, purtroppo per lui, la carriera in F1si chiuderà qua, quando già sembrava aver vinto il mondiale. A vincere il giorno seguente è il suo connazionale Patrick Tambay (Ferrari) dopo una rocambolesca gara con parecchi ritiri tra cui quello di Prost e Piquet. Seconda piazza per un altro francese, René Arnoux (Renault), unico a non prendere un giro di distacco dal primo come accade al terzo arrivato Keke Rosberg (Williams – Ford). Edizione 1985: corso per la prima volta lungo il GP-Strecke (costruito utilizzando una parte del Nürburgring) vede la memorabile vittoria dell’italiano Michele Alboreto su Ferrari dopo una lunga battaglia con la McLaren – TAG di Alain Prost, esattamente 50 anni dopo la vittoria di Tazio Nuvolari con l’Alfa Romeo sul più lungo tracciato tedesco. In tal modo Alboreto allunga anche nella classifica piloti arrivando a quota 46 contro i 41 del francese. Edizione 1995: la prima vinta da un tedesco dopo tanti anni. Dopo un’ora e venti minuti Michael Schumacher su Benetton – Renault a tagliare per primo la linea del traguardo dopo che il poleman Damon Hill (Williams –Renault) era uscito di pista al secondo giro per un banale testacoda lasciando così pista libera all’avversario che avrà la meglio sull’inglese David Coulthard, compagno di squadra di Hill, e sull’austriaco Gherard Berger su Ferrari. In tal modo il tedesco allunga in ottica mondiale portandosi a +21 dal diretto inseguitore e che varrà il mondiale a fine stagione. Edizione 1998: un weekend dominato dalle McLaren motorizzate Mercedes con Mika Häkkinen primo e David Coulthard secondo. Posizioni che saranno mantenute fino al termine della gara, inclusa la terza posizione di Jacques Villeneuve (Williams – Mecachrome). Per la Mercedes è la prima vittoria nel GP di Germania, che non arrivava dal lontano 1954 ed è attualmente l’unica edizione vinta da un finlandese. Edizione 2002: si svolge sul rinnovato circuito dell’Hockenheimring e vede la faticosa vittoria di Michael Schumacher (Ferrari) sui due piloti Williams – Bmw, Juan Pablo Montoya e Ralf Schumacher. Al traguardo giungono solamente 9 delle 21 vetture partenti, tra cui non figurano le due Arrows che partecipano all’ultimo GP della storia di questa scuderia, fondata nel 1972 e che in 382 gare non fece mai segnare una vittoria, ma rimane ancora nel cuore di alcuni appassionati. Edizione 2006: ultima vittoria su questo circuito per Michael Schumacher (Ferrari) seguito dal compagno di squadra Felipe Massa. I due ferraristi infatti sfruttano il vantaggio accumulato su Kimi Räikkönen (McLaren – Mercedes), dopo che il team sbaglia la strategia da adottare facendo rientrare il pilota con largo anticipo ed annullando così la pole conquistata il giorno prima. Da segnalare l’ultima gara in carriera per Jacques Villeneuve, che dal GP successivo verrà sostituito dal terzo pilota Bmw, ovvero Robert Kubica. Edizione 2011: corsa il 24 luglio sul GP – Strecke vede la vittoria di Lewis Hamilton (McLaren – Mercedes) in 1h37’30’’ seguito dal ferrarista Fernando Alonso e dal poleman Mark Webber (RBR – Renault). Per non consumare tutto il carburante ed incappare così in sanzioni della FIA lo spagnolo parcheggia la monoposto a bordo pista facendosi portare nei box da Webber. Per la prima volta nella stagione Sebastian Vettel non va a podio (giunge infatti 4°) fermando così la propria striscia di trofei consecutivi, la terza più lunga nella storia della Formula 1. Edizione 2012: nelle qualifiche è Fernando Alonso su Ferrari il più veloce con il tempo di 1’40’’621 al termine della Q3. Lo spagnolo si conferma il più veloce anche il giorno seguente battendo Sebastian Vettel (RBR – Renault) e Jenson Button (McLaren – Mercedes), unico ritirato Lewis Hamilton a causa di una foratura a 11 giri dal termine dei 67 previsti. Tuttavia nel dopo gara Vettel viene penalizzato di 20 secondi per il sorpasso su Button, in quanto aveva portato tutte e quattro le ruote della propria monoposto al di fuori della riga bianca, finendo in tal modo 5°; così facendo l’inglese è secondo e sul gradino più basso del podio sale il finlandese Kimi Räikkönen (Lotus – Renault). Venerdì 5 Luglio Libere 1: 10:00-11:30 (Sky Sport F1 HD) Libere 2: 14:00-15:30 (Sky Sport F1 HD) Sabato 6 Luglio Libere 3: 11:00-12:00 (Sky Sport F1 HD) Qualifiche: 14:00-15:00 (Sky Sport F1 HD) Domenica 7 Luglio Gara: 14:00 ̶ 60 giri ̶ 308,623km (Sky Sport F1 HD) Distanza a giro: 5,148 km Numero di curve: 15 Senso di marcia: orario RECORD Giro prova: 1:28.352 – M Schumacher – Ferrari – 2004 Giro gara: 1:29.468 – M Schumacher – Ferrari – 2004 Distanza: 1h32:35.101 – M Schumacher – Ferrari – 2004 Vittorie pilota: 4 – M Schumacher Vittorie team: 21 – Ferrari Pole pilota: 4 – J Clark, J Ickx Pole team: 18 – Ferrari Migliori giri pilota: 4 – M Schumacher Migliori giri team: 16- Ferrari Podi pilota: 7 – M Schumacher Podi team: 51 – Ferrari Albo d’oro 01. 1926 R Caracciola – Mercedes 02. 1927 O Merz – Mercedes 03. 1928 R Caracciola, C Werner – Mercedes 04. 1929 L Chiron – Bugatti 05. 1931 R Caracciola – Mercedes 06. 1932 R Caracciola – Alfa Romeo 07. 1934 H Stuck – Auto Union 08. 1935 T Nuvolari – Alfa Romeo 09. 1936 B Rosemeyer – Auto Union 10. 1937 R Caracciola – Mercedes 11. 1938 R Seaman – Mercedes 12. 1939 R Caracciola – Mercedes 13. 1950 A Ascari – Ferrari 14. 1951 A Ascari – Ferrari 15. 1952 A Ascari – Ferrari 16. 1953 N Farina – Ferrari 17. 1954 J Fangio – Mercedes 18. 1956 J Fangio – Ferrari 19. 1957 J Fangio – Maserati 20. 1958 T Brooks – Vanwall 21. 1959 T Brooks – Ferrari 22. 1960 J Bonnier – Porsche 23. 1961 S Moss – Lotus Climax 24. 1962 G Hill – BRM 25. 1963 J Surtees – Ferrari 26. 1964 J Surtees – Ferrari 27. 1965 J Clark – Lotus Climax 28. 1966 J Brabham – Brabham Repco 29. 1967 D Hulme – Brabham Repco 30. 1968 J Stewart – Matra Ford 31. 1969 J Ickx – Brabham Ford 32. 1970 J Rindt – Lotus Ford 33. 1971 J Stewart – Tyrrell Ford 34. 1972 J Ickx – Ferrari 35. 1973 J Stewart – Tyrrell Ford 36. 1974 C Regazzoni – Ferrari 37. 1975 C Reutemann – Brabham Ford 38. 1976 J Hunt – McLaren Ford 39. 1977 N Lauda – Ferrari 40. 1978 M Andretti – Lotus Ford 41. 1979 A Jones – Williams Ford 42. 1980 J Lafitte – Ligier Ford 43. 1981 N Piquet – Brabham Ford 44. 1982 P Tambay – Ferrari 45. 1983 R Arnoux – Ferrari 46. 1984 A Prost – McLaren TAG 47. 1985 M Alboreto – Ferrari 48. 1986 N Piquet – Williams Honda 49. 1987 N Piquet – Williams Honda 50. 1988 A Senna – McLaren Honda 51. 1989 A Senna – McLaren Honda 52. 1990 A Senna – McLaren Honda 53. 1991 N Mansell – Williams Renault 54. 1992 N Mansell – Williams Renault 55. 1993 A Prost – Williams Renault 56. 1994 G Berger – Ferrari 57. 1995 M Schumacher – Benetton Renault 58. 1996 D Hill – Williams Renault 59. 1997 G Berger – Benetton Renault 60. 1998 M Hakkinen – McLaren Mercedes 61. 1999 E Irvine – Ferrari 62. 2000 R Barrichello – Ferrari 63. 2001 R Schumacher – Williams BMW 64. 2002 M Schumacher – Ferrari 65. 2003 J Montoya – Williams BMW 66. 2004 M Schumacher – Ferrari 67. 2005 F Alonso – Renault 68. 2006 M Schumacher – Ferrari 69. 2008 L Hamilton – McLaren Mercedes 70. 2009 M Webber – Red Bull Renault 71. 2010 F Alonso – Ferrari 72. 2011 L Hamilton – McLaren Mercedes 73. 2012 F Alonso – Ferrari Matteo Bramati, Andrea Villa.
  17. Dopo un’altra pausa straziante di ben 3 settimane – bisogna bandirle però queste pause prolungate, perché non si può stare senza F1 per così tanto – finalmente le vetture si preparano a ritornare in pista in quel di Silverstone, lì dove tutto ebbe inizio tanti anni fa. Ma prima di addentrarci nella descrizione dell’ex aeroporto militare, riprendiamo il filo della situazione analizzando la gara del Canada. Al top troviamo senz’altro Sebastian Vettel che, per i nostalgici, ci ha riportato indietro nel 2011. Gara dominata dall’inizio alla fine, in modalità PlayStation, quasi da andare addirittura dritti contro il muro, come se si potesse schiacciare start-ricomincia. Prestazione magistrale anche per Fernando Alonso, che si è piazzato secondo dopo una furiosa e spettacolare rimonta dal sesto posto. Miglior gara dell’anno per Vergne, che, seppur doppiato, ha chiuso al sesto posto con la Tororosso, proprio davanti a colui che ha sent’altro portato a casa la migliore prestazione del weekend, recuperando ben 10 posizioni rispetto alla partenza: parliamo di Paul Di Resta, che dopo essere stato eliminato in Q1 al sabato rispunta in zona punti la domenica. Chapeau. Grande rimonta anche per Felipe Massa, che questa volta non ha voluto rischiare contatti e ha preferito una gara consistente piuttosto che un ritiro demoralizzante. Della serie “gare anonime” troviamo il terzo e triste Lewis Hamilton, che sul podio non sorrideva per nulla. Giustamente dopo essere partito secondo e avere chiuso terzo, non potevamo di certo aspettarci un Lewis felice. Con la Mercedes fa quel che può: non riesce a tenere il passo di Vettel e si fa passare da Alonso, non senza combattere. Anche Webber è protagonista di una gara abbastanza incolore: vero anche che è stato danneggiato da van der Garde, però ne prendeva di secondi dal suo compagno a inizio gara. Mai veramente veloce come ci si aspetterebbe. Rosberg poi, complice la facilità dei sorpassi su questo tracciato, che di certo non è Monte Carlo, scivola in quinta posizione, primo dei non doppiati. Flop clamoroso in Canada per la Lotus: a fatica porta i due piloti in zona punti. Non parliamo poi di Grosjean eliminato in Q1 al Sabato: chiude la sua gara tredicesimo, almeno senza incidenti. Ma Raikkonen per la prima volta in questa stagione non è stato più l’Iceman che conosciamo. Si procura una penalità in griglia, in gara non ingrana mai e chiude con un mestissimo nono posto. E veniamo alle dolenti note McLaren. Delirio assoluto in Canada. Undicesimo e tredicesimo. Il prossimo è il Gp di Gran Bretagna, dite che la gente tiferà McLaren oLewis Hamilton? 13 Maggio 1950, circuito di Silvertone: nasce la Formula 1. Definire “storico” il tracciato di Silverstone è riduttivo: questa pista è qualcosa di meraviglioso, durante il weekend di Formula 1 c’è un clima di festa tra i tifosi. Qualcosa di simile lo si può ritrovare solo a Monza. Perché la passione per le corse automobilistiche è nel sangue degli inglesi come lo è in quello degli italiani. Il tracciato, è vero, è molto cambiato dai suoi albori. Inizialmente era ricavato dall’unione delle classiche tre piste di decollo, poste a formare un triangolo, degli aeroporti militari della seconda guerra mondiale. Era un anello velocissimo, e per delimitare le curve venivano poste sull’asfalto delle semplici balle di fieno. Con gli anni vi sono state numerosi cambiamenti che però non hanno mai potuto oscurare la natura veloce e tecnica del circuito, nonostante l’ultima e molto discutibile modifica che ha portato il rettilineo di partenza e la pit lane dopo la curva Club e tutto il complesso di curve che seguono, costruite inizialmente per la MotoGp, poi utilizzate anche dalla Formula 1. Da pista triangolare, quale era nata, nel 1950 per la prima edizione di un Gp di Formula 1 vennero utilizzate le strade perimetrali all’aeroporto, costruendo così un anello che rimarrà invariato fino al 1975: in tale data viene inserita una chicane per limitare la velocità alla curva Woodcote. Nel 1987 viene leggermente modificata la curva Bridge, ma i cambiamenti più significativi avvengono nel 1991 e stravolgono il tracciato: viene modificata la curva Becketts, rendendola un complesso di tre curve velocissime, Maggotts – Becketts – Chapel; vengono modificate la curva Stowe e la curva Club, rendendole entrambe più lente; viene inserito un complesso di curve tra Bridge e Woodcote. Nel 1994 viene ancora modificata la curva Abbey, rendendola ancora più lenta. Successivamente nel 2010 come detto prima, la nuova configurazione prevede lo stravolgimento della corsia box e una nuova serie di curve dopo Abbey, che comprende la curva Village e il rettilineo Wellington. Proprio su questo rettilineo verrà posta la prima zona DRS, mentre il secondo tratto sarà sul dritto che porta dalla curva Chapel alla curva Stowe, il cosiddetto Hangard Straight. Entrambi sono tratto abbastanza lunghi della pista, quindi senza dubbio sarà molto facile compiere sorpassi utilizzando l’alettone mobile. Per questa tappa la Pirelli ha deciso di portare le gomme White Medium e le Orange Hard, ma come si suol dire “tanto fumo e niente arrosto”: alla fine non ci saranno le nuove coperture in quanto i team non hanno raggiunto l’unanimità (a causa anche delle poche prove condotte in Canada con gli nuovi pneumatici). Il costruttore milanese ha annunciato che porterà delle gomme con novità in quanto al processo di produzione, per riuscire a fronteggiare il problema della delaminazione. La gara di domenica prossima sarà trasmessa in diretta solamente da Sky (quindi, non abbonati, mano agli streaming!) e verrà riproposta in differita integrale dalla Rai alla sera: le qualifiche saranno alle 18:00 su Rai 2 mentre la gara sarà come di consueto alle 21:00 su Rai 1. Top 10 Edizioni Gp della Gran Bretagna Edizione 1977: corsa a Silverstone, vede l’esordio della Renault nel mondiale con la RS01 a motore turbocompresso; durante le prove David Purley passa da 170 km/h a 0 nello spazio di 70 centimetri: fratture multiple e lungo periodo di degenza dopo una decelerazione di 180 G. in gara a vincere è il pilota di casa James Hunt su McLaren – Ford che dopo una pessima partenza dalla pole rimonta sugli avversari battendo Niki Lauda (Ferrari), la cui monoposto soffriva di problemi all’impianto frenante e Gunnar Nilsson (Lotus Ford). Vari i ritiri tra cui quelli di Mario Andretti, Jody Scheckter e John Watson. Edizione 1983: l’ultima edizione corsa di sabato prevede 67 giri da completare per un totale di 316 km. Presentate molte novità tra cui i motori Honda montati su monoposto “laboratorio” (le Spirit), la prima Ferrari con monoscocca in fibra di carbonio (la 126 C3) e l’esordio della nuova Lotus 94T che va a sostituire la sfortunata 93T. in gara vince Alain Prost su Renault in 1h24’37’’ davanti a Nelson Piquet su Brabham – Bmw e al francese Patrick Tambay su Ferrari. Quarto il pilota di casa Nigel Mansell che conferma le buone doti della nuova monoposto Lotus motorizzata Renault. Edizione 1987: prima fila tutta Williams con Piquet e Mansell che dominano grazie ai motori giapponesi, terzo Senna su Lotus e quarto Alain Prost su McLaren. In gara invece a prevalere è l’inglese sul brasiliano per poco meno di 2 secondi dopo un’epica rimonta fatta di giri veloci e dovuta ad una lunga sosta ai box a causa di alcuni problemi alle gomme, sorpasso “Silverstone Two Step” avvenuto al 59° giro. Terzo Senna ad oltre un giro, impotente di fronte allo strapotere Williams e quarto il suo compagno di squadra Nakajima che ottiene la posizione grazie alla rottura del propulsore TAG della monoposto di Prost. Edizione 1994: ottavo appuntamento della stagione, corso il 10 luglio su un totale di 60 giri previsti. Damon Hill (Williams – Renault) beffa Schumacher e Berger nel finale di qualifica prendendo la pole. Il tedesco non sembra prenderla molto bene ed il giorno seguente durante il giro di ricognizione supera l’inglese più volte beccandosi uno stop&go dai giudici, ma non lo rispetta e viene squalificato. Incurante di ciò compie tutta la gara giungendo secondo sempre alle spalle dell’inglese ma verrà comunque tolto dalla classifica, lasciando così il secondo gradino a Jean Alesi (Ferrari) ed il terzo a Mika Häkkinen (McLaren – Peugeot) che ha la meglio su Rubens Barrichello dopo una sfida molto intensa. Edizione 1998: edizione ricordata per la forte pioggia che vede arrivare soltanto nove vetture sulla linea del traguardo e per il singolare modo di vincere di Schumacher. In qualifica il più veloce è Häkkinen (McLaren –Mercedes) che precede di mezzo secondo Schumacher (Ferrari). Il giorno seguente una forte pioggia che si intensifica con il passare del tempo costringe molti piloti al ritiro, anche i più esperti come Alesi e Hill. A vincere è Schumacher che taglia la linea del traguardo nella corsia dei box scontando lo stop&go che gli era stato precedentemente assegnato dai commissari di gara, secondo il finlandese e terzo Eddie Irvine che conclude la sua ottima rimonta; nel post gara risulta inutile l’appello McLaren in quanto, secondo la FIA, la comunicazione al box Ferrari era arrivato troppo tardi perché il pilota potesse fare altrimenti. Edizione 2003: nelle qualifiche il più veloce è Rubens Barrichello su Ferrari, secondo Jarno Trulli su Renault. Alla partenza, il giorno seguente, il brasiliano scatta male ed è sopravanzato dall’italiano e da Kimi Räikkönen. Ma i vantaggi si annullano quando un uomo in kilt entra in pista rischiando la propria vita e quella dei piloti stessi, salvo poi essere placcato da un coraggioso commissario ed essere portato via. Alla fine vincerà Barrichello dopo un lungo duello con il finlandese, il quale dovrà cedere la posizione anche a Montoya (Williams – Bmw). Edizione 2005: vince per la prima e tuttora unica volta un colombiano sul tracciato inglese. Infatti Juan Pablo Montoya (McLaren – Mercedes), partente dalla seconda fila, scatta bene al via e si porta in testa alla gara mantenendone il comando per tutta la gara e facendo inoltre segnare la sua prima vittoria con la casa di Woking. Secondo giunge Fernando Alonso su Renault e terzo Räikkönen, compagno di squadra del colombiano; in grave crisi le Ferrari, rispettivamente sesta e settima. Edizione 2008: pole position del finlandese Heikki Kovalainen (McLaren – Mercedes), giro veloce di Kimi Räikkönen (Ferrari) ma vittoria dell’inglese Lewis Hamilton che azzecca il settaggio migliore con pista bagnata andando a vincere davanti a Nick Heidfeld (Bmw – Sauber) e a Barrichello (Honda). La Ferrari sbaglia la strategia delle soste ai box lasciando gomme troppo usurate sulle vetture e relegando i piloti rispettivamente alla quarta ed alla tredicesimo posizione al termine della gara. Edizione 2011: unica vittoria in questa stagione per lo spagnolo Alonso (Ferrari) che ha la meglio sulle due RBR – Renault di Vettel (2°) e Webber (3°), portando così dopo ben 9 mesi la casa del cavallino sul gradino più alto del podio. Nel post gara la FIA multa di 25.000 euro la McLaren in quanto ha mandato in pista Button senza avvitare la ruota anteriore destra, costringendolo al ritiro; multa di €20.000 anche a Sauber. Edizione 2012: a conquistare la pole è Fernando Alonso (Ferrari), affiancato in prima fila da Mark Webber (RBR – Renault), in terza posizione scatta Michael Schumacher su Mercedes. In gara però lo spagnolo deve cedere il primo posto all’australiano a sole 4 tornate dal termine (52 i giri previsti), terzo giunge Sebastian Vettel; male invece Schumacher che giunge settimo, colpito dal forte degrado delle gomme, mentre Kobayashi rientrando ai box colpisce alcuni meccanici che però rimangono illesi. In ottica mondiale il pilota Ferrari mantiene 13 punti di vantaggio su Webber e 29 su Vettel. PS: nelle ultime ore è arrivato il verdetto sul caso TestGate: niente penalizzazioni per la Mercedes, verrà solamente esclusa dalla sessione dei test per i giovani piloti. L’impressione è che ci si sia andati un po’ troppo leggeri con la pena. Un appello: rimettiamo i test in stagione per favore, sono più contenti tutti, team, piloti e tifosi … Venerdì 28 Giugno Libere 1: 11:00-12:30 (Sky Sport F1 HD) Libere 2: 15:00-16:30 (Sky Sport F1 HD) Sabato 29 Giugno Libere 3: 11:00-12:00 (Sky Sport F1 HD) Qualifiche: 14:00-15:00 (Sky Sport F1 HD) Domenica 30 Giugno Gara: 14:00 ̶ 52 giri ̶ 306,198km (Sky Sport F1 HD) * tutti gli orari indicati si riferiscono all’Italia: tra Italia e Gran Bretagna c’è 1 ora di differenza. Distanza a giro: 5,891km Numero di curve: 18 Senso di marcia: orario RECORD Giro prova: 1:29.615 – S Vettel – Red Bull Renault – 2010 Giro gara: 1:30.874 – F Alonso – Ferrari – 2010 Distanza: 1h24:38.200 – M Webber – Red Bull Renault – 2010 Vittorie pilota: 5 – J Clark, A Prost Vittorie team: 16 – Ferrari Pole pilota: 5 – J Clark Pole team: 15 – Ferrari Migliori giri pilota: 7 – N Mansell Migliori giri team: 19 – Ferrari Podi pilota: 7 – A Prost, M Schumacher Podi team: 50 – Ferrari Albo d’oro 01. 1926 Senechal e Wagner – Delage 02. 1927 R Benoist – Delage 03. 1948 L Villoresi – Maserati 04. 1949 E de Graffenried – Maserati 05. 1950 N Farina – Alfa Romeo 06. 1951 J Gonzalez – Ferrari 07. 1952 A Ascari – Ferrari 08. 1953 A Ascari – Ferrari 09. 1954 J Gonzalez – Ferrari 10. 1955 S Moss – Mercedes 11. 1956 J Fangio – Ferrari 12. 1957 S Moss – Vanwall 13. 1958 P Collins – Ferrari 14. 1959 J Brabham – Cooper Climax 15. 1960 J Brabham – Cooper Climax 16. 1961 W von Trips – Ferrari 17. 1962 J Clark – Lotus Climax 18. 1963 J Clark – Lotus Climax 19. 1964 J Clark – Lotus Climax 20. 1965 J Clark – Lotus Climax 21. 1966 J Brabham – Brabham Repco 22. 1967 J Clark – Lotus Ford 23. 1968 J Siffert – Lotus Ford 24. 1969 J Stewart – Matra Ford 25. 1970 J Rindt – Lotus Ford 26. 1971 J Stewart – Tyrrell Ford 27. 1972 E Fittipaldi – Lotus Ford 28. 1973 P Revson – McLaren Ford 29. 1974 J Scheckter – Tyrrell Ford 30. 1975 E Fittipaldi – McLaren Ford 31. 1976 N Lauda – Ferrari 32. 1977 J Hunt – McLaren Ford 33. 1978 C Reutemann – Ferrari 34. 1979 C Regazzoni – Williams Ford 35. 1980 A Jones – Williams Ford 36. 1981 J Watson – McLaren Ford 37. 1982 N Lauda – McLaren Ford 38. 1983 A Prost – Renault 39. 1984 N Lauda – McLaren TAG 40. 1985 A Prost – McLaren TAG 41. 1986 N Mansell – Williams Honda 42. 1987 N Mansell – Williams Honda 43. 1988 A Senna – McLaren Honda 44. 1989 A Prost – McLaren Honda 45. 1990 A Prost – Ferrari 46. 1991 N Mansell – Williams Renault 47. 1992 N Mansell – Williams Renault 48. 1993 A Prost – Williams Renault 49. 1994 D Hill – Williams Renault 50. 1995 J Herbert – Benetton Renault 51. 1996 J Villeneuve – Williams Renault 52. 1997 J Villeneuve – Williams Renault 53. 1998 M Schumacher – Ferrari 54. 1999 D Coulthard – McLaren Mercedes 55. 2000 D Coulthard – McLaren Mercedes 56. 2001 M Hakkinen – McLaren Mercedes 57. 2002 M Schumacher – Ferrari 58. 2003 R Barrichello – Ferrari 59. 2004 M Schumacher – Ferrari 60. 2005 J Montoya – McLaren Mercedes 61. 2006 F Alonso – Renault 62. 2007 K Raikkonen – Ferrari 63. 2008 L Hamilton – McLaren Mercedes 64. 2009 S Vettel – Red Bull Renault 65. 2010 M Webber – Red Bull Renault 66. 2011 F Alonso – Ferrari 67. 2012 M Webber – Red Bull Renault Andrea Villa, Matteo Bramati.
  18. Finalmente ci siamo arrivati! Canada, Montreal: uno dei circuiti, per noi, più belli e spettacolari del campionato. Sarà che cè aria di estate e di vacanze, sarà per lorario serale della corsa, sarà per il nitido ricordo della spettacolare edizione 2011: Montreal è sempre una bella gara. A Monte Carlo abbiamo assistito alla sinfonia Rosberg, in perfetta coincidenza con lanniversario della vittoria di un altro Rosberg a Monaco, trenta anni prima. Nico ha portato al trionfo per la prima volta nel 2013 la Mercedes. È quindi un inversione di tendenza: finalmente troviamo le due Mercedes nei top. Merito degli sviluppi, dei test segreti (ma neanche più di tanto ormai), o del circuito? Solo sembra, comunque, che Vettel non riuscisse a raggiungere il tedesco della Mercedes: reale divario o tattica? Modifiche delle gomme a parte lo scopriremo a Montreal, circuito più che critico per gli pneumatici. Al top troviamo anche le due Redbull, abili a sfruttare la prima safety per piazzarsi sul podio. Vettel si invola in classifica e Webber piazza un rinfrancante terzo posto in uno dei suoi circuiti preferiti. È la prima fuga in campionato per il tedesco, che sicuramente cercherà di aumentare il vantaggio in Quebec. Gara semplicemente fantastica anche per Adrian Sutil, che ha fatto vedere a tutti come si sorpassa a Monte Carlo, e non clienti semplici, ma gente come Alonso e Button, con manovre imprevedibili e soprattutto non pericolose. Gara da camomillo (per usare un termine di MotoGp) per Jenson Button, che prima si lamenta del comportamento del compagno sembrava avere già capito come sarebbe andata a finire gli sta in coda per tutto il tempo e trova anche un sorpasso alla Rascasse, complice una dormita di Alonso. Risultato: un ottimo sesto posto per la McLaren. Buone le prestazioni anche di Vergne, Bottas, Chilton e van der Garde: conquistano un buon piazzamento nella classifica finale, anche a grazie ai numerosi ritiri. Gara sfortunata invece per Kimi Raikkonen, che meriterebbe anche il premio la calma è la virtù dei forti, quando si vede due volte costretto a tagliare la chicane dopo il tunnel onde evitare contatti letali con Perez, salvo poi ritrovarsi con una foratura dovuta a un entrata assassina del messicano. Rimedia un decimo posto con due ultimi giri da brivido e prolunga la sua serie di gare chiuse costantemente a punti. A proposito di entrate assassine, veniamo al Checo Perez. Cè chi lo osanna per essere stato lunico a tentare sorpassi. Certo, ha rischiato di toccarsi rispettivamente con Button, Alonso e Raikkonen. E i primi due sorpassi possono anche passare, ma nel duello con il finlandese ha proprio esagerato. Troppo, ma troppo esuberante, poi in una pista così. Va bene che la McLaren non va, ma farla andare contro gli altri è troppo. Flop clamoroso per Romain Grosjean: 3 incidenti in un weekend, e due alla stessa curva (e non per un problema tecnico come è successo a Massa), Santa Devota. E tutti gli italiani aspettano con ansia qualche altra gara del genere da parte del francese, sperando che la Lotus si ricordi prima o poi del suo terzo pilota, un certo Davide Valsecchi. Davvero, tornando al weekend di Monaco, siamo commossi. Una prestazione del genere è da almanacco. Talmente bravo da beccarsi anche un +10 in griglia a questo giro. Veniamo poi al sopracitato Felipe Massa, vittima della suaFerrari, o meglio della sospensione anteriore sinistra della Ferrari, che lo abbandona alla fine del rettilineo e lo scaglia a 260 km/h contro i guard rail. Questo non è un flop del pilota, ma dei tecnici. Ma ora cerchiamo di capire cosa ci aspetta al prossimo appuntamento. Il circuito intitolato a Gilles Villeneuve è una pista denominata stop and go, caratterizzata da lunghi rettilinei seguiti da brusche frenate, con anche un settore con delle chicane da affrontare ad alta velocità. La pista è ricavata da una parte permanente e chiusa al traffico e da unaltra parte, invece che normalmente è aperta alla circolazione. Ciò lo rende un tracciato diciamo semicittadino, con parti in cui i guard rail rasentano la carreggiata mentre altre parti in cui vi sono ampie vie di fuga. Per esempio la celeberrima ultima variante è uno dei punti più difficili del circuito in quanto se la traiettoria non è perfettamente calcolata la monoposto rischia di andare a sbattere contro il muretto in uscita (soprannominato wall of champions); alla prima curva o al tornantino Epingle le vie di fuga sono abbastanza ampie: ricordiamo lincidente nel 2007 di Robert Kubica, il quale andò a sbattere violentemente contro un muro al tornantino, e nonostante le numerose carambole ne uscì quasi illeso. Ad ogni modo, questa diversità tra settore e settore rende molto difficile la scelta di un profilo aerodinamico piuttosto che un altro: infatti bisogna trovare un giusto compromesso tra un alto carico per affrontare le veloci chicane e un basso carico da sfruttare in rettilineo per sorpassare. Restando in tema di sorpassi, questanno le zone DRS saranno due, rispettivamente poste sui due rettilinei principali, come era già successo due anni fa. Questo circuito sforza, inoltre, la meccanica della monoposto, specialmente limpianto frenante e la configurazione della pista influenza negativamente il consumo del carburante. Il complesso del circuito possiede tutto ciò che le scuderie necessitano, sebbene si trovi su un isolotto. Questo potrebbe costituire un problema serio per tutti gli addetti stampa e le numerose televisioni che seguono levento, ma lorganizzazione del Gp fornisce apposite navette per tutta la stampa internazionale per raggiungere la pista per tempo. Punto cruciale del Gp del Canada è senzaltro la pioggia: il clima in questo periodo è instabile e spesso si assistono ad acquazzoni degni di Malesia e Brasile. Ricordate ledizione del 2011? Sarà quindi fondamentale adottare una strategia adeguata alla situazione, e siamo certi che ci sarà un bel lavoro per i tecnici al muretto i quali dovranno reagire in tempo reale in funzione delle situazioni che si presenteranno durante la gara. La Pirelli ha deciso di portare per questo giro le mescole red supersoft e white medium: in caso di asfalto rovente i team dovranno prestare attenzione a non commettere errori come quello fatto da Alonso lo scorso anno, quando perse 5 posizioni in due giri per lalto degrado delle supersoft. Comunque il discorso riguardante la Pirelli è un altro: sembra che si sia giunti a una decisione definitiva. Le gomme modificate saranno disponibili solamente durante le libere, con lobiettivo poi di utilizzarle anche in gara a Silverstone, e non verranno utilizzate in questa domenica come era stato inizialmente annunciato. Speriamo in bene. A questo appuntamento tutto il weekend sarà trasmesso in diretta in chiaro dalla Rai: le qualifiche e la gara saranno in orario serale dato il fuso orario di ben 6 ore. Rispettivamente la lotta per la pole position inizierà in Italia alle 19:00 di sabato e la gara avrà inizio alle 20:00 di domenica. TOP 10 edizioni GP del Canada Edizione 1976: penultima edizione corsa sul vecchio circuito di Mosport Park , circuito molto scorrevole di quasi 4 km, vede la vittoria di James Hunt su McLaren Ford Cosworth seguito da Patrick Depailler (Tyrrell FordCosworth) e dallamericano Mario Andretti (Lotus Ford Cosworth) dopo 80 giri. Il francese al termine della gara sarà estratto a forza dal veicolo, stordito dai gas di scarico che erano entrati nellabitacolo; Lauda dopo il grave incidente in Germania ed il veloce rientro in campionato afferma: « [].Ho voluto anticipare il mio rientro in gara per limitare gli strascichi di quella brutta avventura. Più si sta lontani dal volante dopo un incidente e più è difficile riprendere. Capita a tutti, anche ai normalissimi automobilisti. Con la mia Ferrari devo riprendere il vecchio affiatamento. Non sono ancora soddisfatto. Normale. Certo, occorre avere forza di volontà. » Edizione 1978: prima del circuito attualmente utilizzato di Montreal, lungo 4,5 km. A vincere è lidolo locale Gilles Villenueve su Ferrari, questa è anche la sua prima vittoria in assoluto nel mondiale, staccando Jody Scheckter (Wolf Ford Cosworth) ed il proprio compagno di squadra Carlos Reutmann; curiosamente, sul podio il canadese stapperà una lattina di birra fornitagli dal proprio sponsor, cosa mai avvenuta prima e dopo. Da ricordare, questa edizione, come lultima gara corsa dalla Surtees e guidata dallo stesso John per ricordare una storia durata 8 anni nella massima serie. Edizione 1985: dal 1982 si decide di spostare levento nel mese di giugno garantendo un clima più mite. È questa lunica edizione vinta da un italiano, Michele Alboreto, a bordo della Ferrari che fa segnare così una doppietta in quanto il compagno di squadra Johansson giunge alle sue spalle a meno di 2 secondi in una gara di 70 giri e durata 1h46m01s. il più vicino ai due ferraristi è Alain Prost su McLaren TAG a 4.341 secondi dal vincitore che si porta per altro provvisoriamente in testa al mondiale con 27 punti e seguito da un altro connazionale: Elio de Angelis. Edizione 1990: svoltasi il 9 giugno lungo un tracciato umido che penalizza molti piloti (Nannini, Alesi e Boutsen) vede la vittoria di Ayrton Senna (McLaren Honda) dopo che il compagno di squadra Gherard Berger viene penalizzato di un minuto sullordine darrivo per partenza anticipata, giungendo così 4°. Secondo arriva un altro brasiliano, Nelson Piquet su Benetton Ford, terzo Nigel Mansell su Ferrari; in tale modo Senna allunga in campionato a + 12 sullaustriaco e a + 17 da Alain Prost su Ferrari. Sarà questa la seconda ed ultima vittoria del campione brasiliano sul circuito canadese. Edizione 1995: in qualifica la prima fila è occupata da Michael Schumacher su Benetton Renault e da Damon Hill su Williams Renault. Il giorno seguente il tedesco però non riesce a vincere sebbene faccia da leader per 57 giri: a tagliare per primo il traguardo dopo 68 tornate è infatti Jean Alesi a bordo della Ferrari 412 T, che porta casa la prima ed unica sua vittoria in tutta la carriera e portando la scuderia di Maranello prima nel mondiale costruttori con 41 punti. Secondo giunge il brasiliano Barrichello su Jordan Peugeot seguito dal compagno di squadra Eddie Irvine, entrambi ad oltre 30 secondi dal vincitore. Per Schumacher soltanto un 5° posto mentre ad Hill va peggio: a causa di una rottura al cambio è costretto al ritiro al 50° giro. Edizione 1999: in qualifica il più veloce è Schumacher (Ferrari) seguito da Mika Häkkinen (McLaren Mercedes) a soli 29 millesimi. Il giorno seguente la gara è funestata da vari incidenti che vedono lentrata in pista della safety-car per ben 4 volte, lultima delle quali conduce le vetture sino allultimo giro. Ritiratosi il tedesco a causa di un incidente a vincere è il finlandese seguito da Fisichella su Benetton Playlife e da Eddie Irvine (Ferrari), autore di unottima rimonta negli ultimi giri nonostante partisse dalla terza casella. È questa la prima vittoria di un finlandese su questo tracciato, cosa che è ricapitata soltanto nel 2005 con Räikkönen sempre a bordo di una McLaren Mercedes. Edizione 2004: ultima delle 7 vittorie per Michael Schumacher su questo circuito, che si compie dopo una bella rimonta dalla 6° posizione in griglia, a 1 secondo di distacco dal fratello Ralf (Williams BMW). Nel post gara avviene però un colpo di scena: sia le Williams che le Toyota vengono tolte dalla squalifica in quanto presentano irregolarità sulle dimensioni delle prese daria dei freni, maggiori rispetto a quanto detto nel regolamento; in tale modo dietro al tedesco della Ferrari si piazza il compagno di squadra Barrichello, terzo Button (BAR Honda) a chiudere il podio di uno scoppiettante Gran Premio. Edizione 2008: al termine della Q3 il più veloce e quindi partente dalla pole è Lewis Hamilton con la McLaren Mercedes seguito da Robert Kubica su BMW Sauber. Linglese però commette un banale errore non vedendo il semaforo rosso in uscita dai box e centra la Ferrari di Räikkönen: ritiro forzato per entrambi. Tolti i principali rivali per il polacco la gara procede tranquilla fino al traguardo, passando per primo sotto la bandiera a scacchi, siglando la sua prima vittoria in carriera in Formula 1 e proiettandolo addirittura primo nella classifica piloti con 42 punti, qui dove solo un anno prima aveva rischiato la vita in un grave incidente. Secondo giunge Nick Heidfeld, suo compagno di squadra, terzo un inossidabile David Coulthard su Red Bull Renault. Edizione 2011: un edizione ricordata soprattutto per lentrata in pista della safety car per ben 6 volte e per il numero di sorpassi impressionante, ben 89 secondo i dati. A vincere alla fine è lo stratega Jenson Button(McLaren Mercedes) che vince su Sebastian Vettel (RBR Renault) partente dalla pole e su Mark Webberdopo 4 ore 4 minuti e 39 secondi, con una pausa di ben unora e mezza in seguito anche alla battente pioggia che funesta i piloti e le vetture; altro record negativo è la media gara: 74.864 km/h, una vera odissea anche per gli spettatori. Edizione 2012: nei giorni antecedenti si svolgono varie manifestazioni contro il circus della Formula 1, salvo poi essere isolate ed allontanate dal circuito. In ambito puramente motoristico vediamo invece la terza vittoria sul tracciato canadese di Lewis Hamilton (McLaren Mercedes) che ha la meglio sul francese Romain Grosjean (Lotus Renault) e sul messicano Sergio Pérez (Sauber Ferrari); fuori dal podio i due protagonisti della stagione: Vettel giunge quarto ed Alonso 5°. In ottica mondiale si ha così linglese in testa con 88 punti, il tedesco secondo con 86 e lo spagnolo terzo a quota 85. Venerdì 7 Giugno Libere 1: 10:00-11:30 (Sky Sport F1 HD) Libere 2: 14:00-15:30 (Sky Sport F1 HD) Sabato 8 Giugno Libere 3: 10:00-11:00 (Sky Sport F1 HD) Qualifiche: 13:00-14:00 (Sky Sport F1 HD) Domenica 9 Giugno Gara: 14:00 ̶ giri 70 ̶ 305,270 km (Sky Sport F1 HD) * tutti gli orari indicati si riferiscono allItalia: tra Italia e Canada ci sono 6 ore di differenza. Distanza a giro: 4,361 km Numero di curve: 12 Senso di marcia: orario RECORD Giro prova: 1:12.275 R Schumacher Williams BMW 2004 Giro gara: 1:13.622 R Barrichello Ferrari 2004 Distanza: 1h28:14.803 M Schumacher Ferrari 2004 Vittorie pilota: 7 M Schumacher Vittorie team: 13 McLaren Pole pilota: 6 M Schumacher Pole team: 11 McLaren Migliori giri pilota: 4 M Schumacher Migliori giri team: 11 McLaren Podi pilota: 12 M Schumacher Podi team: 31 Ferrari Albo doro 01. 1961 P Ryan Lotus Climax 02. 1962 M Gregory Lotus Climax 03. 1963 P Rodriguez Ferrari 04. 1964 P Rodriguez Ferrari 05. 1965 J Hall Chaparral Chevrolet 06. 1966 M Donohue Lola Chevrolet 07. 1967 J Brabham Brabham Repco 08. 1968 D Hulme McLaren Ford 09. 1969 J Ickx Brabham Ford 10. 1970 J Ickx Ferrari 11. 1971 J Stewart Tyrrell Ford 12. 1972 J Stewart Tyrrell Ford 13. 1973 P Revson McLaren Ford 14. 1974 E Fittipaldi McLaren Ford 15. 1976 J Hunt McLaren Ford 16. 1977 J Scheckter Wolf Ford 17. 1978 G Villeneuve Ferrari 18. 1979 A Jones Williams Ford 19. 1980 A Jones Williams Ford 20. 1981 J Lafitte Ligier Matra 21. 1982 N Piquet Brabham BMW 22. 1983 R Arnoux Ferrari 23. 1984 N Piquet Brabham BMW 24. 1985 M Alboreto Ferrari 25. 1986 N Mansell Williams Honda 26. 1988 A Senna McLaren Honda 27. 1989 T Boutsen Williams Renault 28. 1990 A Senna McLaren Honda 29. 1991 N Piquet Benetton Ford 30. 1992 G Berger McLaren Honda 31. 1993 A Prost Williams Renault 32. 1994 M Schumacher Benetton Ford 33. 1995 J Alesi Ferrari 34. 1996 D Hill Williams Renault 35. 1997 M Schumacher Ferrari 36. 1998 M Schumacher Ferrari 37. 1999 M Hakkinen McLaren Mercedes 38. 2000 M Schumacher Ferrari 39. 2001 R Schumacher Williams BMW 40. 2002 M Schumacher Ferrari 41. 2003 M Schumacher Ferrari 42. 2004 M Schumacher Ferrari 43. 2005 K Raikkonen McLaren Mercedes 44. 2006 F Alonso Renault 45. 2007 L Hamilton McLaren Mercedes 46. 2008 R Kubica BMW 47. 2010 L Hamilton McLaren Mercedes 48. 2011 J Button McLaren Mercedes 49. 2012 L Hamilton McLaren Mercedes bienvenue au Quebec Matteo Bramati, Andrea Villa
  19. Bentornati amici appassionati al consueto appuntamento con l’anteprima del weekend di gara. Lo sappiamo che non vedevate l’ora che giungesse questo momento, perché è esattamente ora che si fa sul serio, ora cominciamo ad entrare nel vivo del Gp. Finalmente manca poco, la Formula 1 sta per tornare in pista! Ma prima facciamo un breve riepilogo di quello che abbiamo visto in Bahrain ben 2 settimane fa. Nel bel mezzo del deserto del Bahrain abbiamo assistito alla seconda ascesa alla top del tedesco volante.Sebastian Vettel ha prima lottato a denti stretti, e poi dominato la gara come lui solo sa fare. Sul podio, a seguirlo abbiamo trovato le due Lotus di Raikkonen e Grosjean, a stampare una perfetta copia del podio 2012. Se il secondo posto è servito a Raikkonen per rimanere vicino a Vettel in classifica, per Grosjean il podio è stato un vero e proprio sollievo contro la pressione a cui era sottoposto dopo le prime tre gare. Troviamo al top anche Di Resta, Hamilton e Perez: il primo per avere condotto una gara veramente fantastica con una Force india, e gli altri due per avere dato spettacolo in pista (roba d’altri tempi) con duelli ruota contro ruota. Nota positiva questa volta anche per Pastor Maldonado, che finalmente chiude con un degno undicesimo posto dopo le catastrofiche prime tre gare. Da notare che a questo giro il migliore delle peggiori scuderie è stato Charles Pic, che ha chiuso diciassettesimo sulla sua Caterham. Ci troviamo costretti ad aprire una categoria intermedia tra top e flop dedicata alle gare sfortunate. In questa sezione si piazzano con onore le due Ferrari, colpite entrambe da sfighe inenarrabili. DRS che rimane aperto sulla vettura di Alonso (cosa assai poco simpatica), costretto così a due pit stop extra; alettone traballante per Massa da inizio gara e due gomme, per altro sempre la posteriore destra, che si afflosciano misteriosamente costringendo anche il brasiliano a dei pit fuori programma. Risultato: un’ecatombe: Alonso ottavo (che tra l’altro girava senza l’ausilio dell’ala mobile) e Massa quindicesimo. Gara segnata dall’inizio anche per il povero Sutil, centrato in partenza, costretto a farsi un giro completo con uno pneumatico bucato, ha rimontato ed è arrivato tredicesimo: forza e coraggio, sarà per la prossima volta. Nei flop troviamo: Mark Webber che è arrivato settimo con una RedBull (e non diciamo altro), Nico Rosberg, che ha chiuso nono, ma se qualcuno non se lo ricordasse era partito dalla pole, e Jenson Button. Ecco, di Jenson non ci è proprio piaciuta la stizza mostrata nei confronti di Perez: le gare sono anche così, tra compagni di squadra. Alla fine l’inglese ha chiuso decimo, senza l’ombra di una bella figura. Ultimo ma non meno importante, c’è da menzionare Esteban Gutierrez, che ha tagliato la linea del traguardo (anche se già questo potrebbe essere un risultato)diciottesimo dietro a una Caterham: a guardare i risultati c’è da piangere. Il circuito sul quale si disputerà il prossimo gran premio è il noto circuito del Montmelò, situato a circa venti chilometri a nord-est di Barcellona. La pista venne inaugurata nel 1991, in previsione dei giochi olimpici dell’anno seguente e da allora ha sempre ospitato il Gp di Spagna del campionato di Formula 1. Il circuito è uno dei più apprezzati dai piloti per i lunghi rettilinei seguiti da curve veloci (a differenza dei tipici tornanti Tilkiani). Bisogna però accennare al fatto che le gare disputatesi su questo tracciato sono tutt’altro che divertenti: è uno di quei tracciati che, vuoi per i pochi sorpassi, vuoi per l’orario della gara, concilia al meglio la pennichella post pranzo. Su questo tracciato infatti sono abbastanza difficili le manovre di sorpasso. Questa pista mette a dura prova la resistenza delle coperture, sia per i curvoni da percorrere ad alta velocità, sia per l’asfalto, spesso polveroso e ricoperto di un leggero strato di sabbia portato dal vento dalle campagne circostanti al circuito. La Pirelli porterà le coperture white medium e le orange hard per cercare di fronteggiare nel migliore dei modi l’alta usura prevista: il fornitore milanese ha inoltre annunciato di avere deciso insieme ai team di modificare la mescola dura rendendola simile alla gamma 2012, quindi più dura, in modo da avere più divario tra white e orange . Ad ogni modo il numero di pit stop previsti in gara è tutt’altro che basso. Questa pista è caratterizzata da un lunghissimo rettilineo principale, tra i più lunghi del mondiale, sul quale, però, le vetture raggiungono “solamente” la velocità di 320km/h come massimo: questo è dovuto all’alto carico aerodinamico che i piloti si trovano costretti impostare sulla propria vettura per affrontare il resto del tracciato, come già detto, pieno di curve da affrontare ad alta velocità, curve in cui – appunto – una buona downforce è il fattore fondamentale. Stiamo parlando ad esempio delle prime 3 curve, da affrontare tutte in appoggio, e delle curve 7, 8, 9 e 16, in cui serve un’ottima trazione per sfrecciare alla massima velocità sul rettilineo seguente. A causa di tutti questi fattori, il circuito del Montmelò è la tappa principale dei test pre-stagionali che ogni anno le scuderie affrontano verso febbraio: la conformazione dei rettilinei e delle curve offre un banco di prova per la competitività delle vetture. Le zone DRS saranno ancora una volta 2: una sul rettilineo principale e una sul rettilineo opposto, quello che va dalla curva 9 alla 10. Come abbiamo visto in Bahrain però, dove verrà davvero sfruttata l’ala mobile sarà sul rettilineo più lungo, dato che, su quello che porta alla curva 10 le vetture non raggiungeranno il massimo della velocità e quindi il vantaggio non sarà determinante per il sorpasso. Il gran premio di Spagna verrà trasmesso in diretta dalla Rai per la gioia degli appassionati “in chiaro”. È il secondo Gp che la Rai trasmette in diretta, nonché il primo Gp che si disputa in Europa e nel classico format e alla solita ora. Insomma, si torna tutti alla normalità. Top 10 migliori Edizioni Abbiamo fatto una scelta tra 10 Gran Premi per riassumere quanto meglio possibile le emozioni della Spagna. Edizione 1986: secondo appuntamento della stagione, si corre sul circuito di Jerez e prevede un totale di 72 giri da compiere e vede la vittoria in volata di Ayrton Senna (Lotus – Renault) su Nigel Mansell (Williams – Honda) di soli 14 millesimi; a completare il podio Alain Prost (McLaren – TAG Porsche) a più di 21 secondi. Molti i ritiri (ben 17) con sole otto monoposto giunte all’arrivo tra cui l’italiano Teo Fabi che raccoglie punti arrivando sesto a bordo della Benetton – Bmw. Edizione 1990: l’ultima corso sul circuito di Jerez de la Frontera, vede cominciare male il weekend quando, durante le prove del venerdì, il pilota nordirlandese Martin Donnelly si schianta contro le barriere ad alta velocità ed è sbalzato fuori dall’abitacolo, si salverà solo grazie ad un miracolo ma dovrà ritirarsi dal mondo delle corse. Nelle qualifiche del sabato il più veloce è Senna con la McLaren – Honda, che però non riesce a confermarsi il giorno seguente a causa di un guasto al radiatore e si ritira, mentre a vincere è Alain Prost su Ferrari seguito dal compagno di scuderia Nigel Mansell e da Alessandro Nannini su Benetton – Ford. Edizione 1991: prima volta che si corre sul circuito di Catalunya, ci sono cambiamenti prima della gara tra cui l’incarico di presidente della FISA, che passa da Jean-Marie Balestre a Max Mosley mentre vengono assunti Alessandro Zanardi dalla Jordan e Gabriele Tarquini dalla Fondmetal. Il sabato in qualifica il più veloce è Gerhard Berger (McLaren – Honda) con 1.18.751 davanti a Mansell e Senna. In gara a vincere è un abile Mansell che guida eccellentemente sull’asfalto viscido precedendo Alain Prost su Ferrari e sul compagno di quadra Riccardo Patrese. Edizione 1995: quarta gara valevole per il campionato, si svolge nel secondo weekend di maggio. Qualifiche e gara interamente dominate da Michael Schumacher su Benetton – Renault che dopo 65 giri taglia il traguardo in solitaria, mentre secondo giungerà il suo compagno di squadra Johnny Herbert con un distacco di 52 secondi, terzo Gerhard Berger su Ferrari. In tale modo il tedesco supera in classifica generale Damon Hill di un solo punto (24 contro i 23 dell’inglese). Edizione 2000: in qualifica Schumacher ottiene la pole in 1.20.974, seconda consecutiva per la scuderia del cavallino dopo quella di Barrichello a Silverstone, strappata di soli 74 millesimi a Mika Häkkinen (McLaren –Mercedes). Gara sfortunata il giorno seguente per il tedesco che alla prima sosta travolge l’addetto al rifornimento e alla seconda deve perdere tempo a causa di un problema al bocchettone della benzina; ripartito è a 10 secondi dal finlandese ma deve arrendersi e giunge sesto a causa di una perdita d’aria ad una gomma. Sul podio oltre ad Häkkinen vanno Coulthard e Rubens Barrichello. Edizione 2004: nelle qualifiche domina Schumacher su Ferrari, che stacca di oltre 6 decimi Juan Pablo Montoya su Williams – Bmw, mentre sono in grande difficoltà le McLaren di Coulthard e Räikkönen (rispettivamente 10° e 13°). Il giorno dopo a tagliare il traguardo per primo dopo 66 giri è il tedesco partito dalla pole seguito dal compagno di squadra Rubens Barrichello, terzo un ottimo Trulli su Renault che era scattato bene al via, mentre quarto giunge il compagno di squadra nonché idolo locale Fernando Alonso. Ritirato invece Montoya al 46° giro per problemi ai freni. Edizione 2008: dopo 8 anni un finlandese torna sul gradino più alto del podio, è Kimi Räikkönen (Ferrari), che monopolizza l’intero weekend della prima gara in continente europeo della stagione, seguito dal compagno di squadra Felipe Massa, terzo giunge Lewis Hamilton che non perde così troppi punti nella lotta per il mondiale. Ritirato Alonso che fonde il motore della sua monoposto, mentre più rilevante è ciò che succede a Kovalainen , il quale vede cedere la sospensione sinistra uscendo rovinosamente di pista ad oltre 200 Km/h; fortunatamente per lui non ci saranno gravi conseguenze ma soltanto un grande spavento. Edizione 2010: nelle prove del venerdì Paul Di Resta sostituisce Adrian Sutil alla Force India mentre Christian Klien prende il posto di Karun Chandhok alla HRT. Nelle qualifiche del sabato il più veloce è Mark Webber(RBR – Renault), unico a scendere sotto il minuto e 20” in Q3; lo affianca in prima fila il compagno di squadraSebastian Vettel. In gara, il giorno seguente, vince l’australiano davanti a Fernando Alonso (Ferrari) che ottiene la seconda piazza dopo che Lewis Hamilton è costretto al ritiro a soli 2 giri dal termine a causa di un problema al cerchio della ruota anteriore sinistra che porta allo scoppio della gomma; terzo Vettel autore di una gara in stallo negli ultimi 10 giri a causa di alcuni problemi ai freni. Edizione 2011: introduzione da parte della Pirelli di gomme dure, mentre inizialmente la FIA vieta l’utilizzo di mappature “intelligenti” che regolino i gas di scarico favorendo così l’aerodinamica delle monoposto anche in fase di decelerazione, per poi togliere tale divieto. Nelle qualifiche il più veloce è Mark Webber che precede come l’anno precedente Sebastian Vettel. In gara però dopo 66 giri è il tedesco a tagliare per primo il traguardo, secondo arriva Hamilton seguito dal compagno di squadra Button (McLaren – Mercedes), quarto Webber che sorpassa Alonso in una problematica situazione gomme. Edizione 2012: pole a sorpresa di Pastor Maldonado dopo che la federazione scopre che Hamilton si era fermato per mancanza di carburante dopo aver fatto il miglior tempo, mentre la scuderia aveva dichiarato un problema dovuto a “cause di forza maggiore”, di fianco al venezuelano parte Fernando Alonso. Il giorno seguente il pilota della Williams si conferma ancora il più veloce conquistando così la sua prima vittoria in carriera e diventando così il 104° pilota capace di tale impresa, nonché il primo venezuelano nella storia; secondo giunge Alonso e terzo Kimi Räikkönen su Lotus – Renault. Per la casa inglese questa è la prima vittoria dopo il GP del Brasile 2004 vinto da Juan Pablo Montoya. Venerdì 10 Maggio Libere 1: 10:00-11:30 (Sky Sport F1 HD – Raisport 1) Libere 2: 14:00-15:30 (Sky Sport F1 HD – Raisport 1) Sabato 11 Maggio Libere 3: 11:00-12:00 (Sky Sport F1 HD – Raisport 1) Qualifiche: 14:00-15:00 (Sky Sport F1 HD – Rai 2) Domenica 12 Maggio Gara: 14:00 ̶ 66 giri ̶ 307.104 km (Sky Sport F1 HD – Rai 1) Distanza a giro: 4.655 km Numero di curve: 16 Senso di marcia: orario RECORD Giro prova: 1:19.954 – R Barrichello – Brawn Mercedes – 2009 Giro gara: 1:21.670 – K Raikkonen – Ferrari – 2008 Distanza: 1h31:36.230 – F Massa – Ferrari – 2007 Vittorie pilota: 6 – M Schumacher Vittorie team: 11 – Ferrari Pole pilota: 7 – M Schumacher Pole team: 13 – Ferrari Migliori giri pilota: 7 – M Schumacher Migliori giri team: 14 – Ferrari Podi pilota: 12 – M Schumacher Podi team: 32 – Ferrari Albo d’oro 01. 1951 J Fangio – Alfa Romeo 02. 1954 M Hawthorn – Ferrari 03. 1968 G Hill – Lotus Ford 04. 1969 J Stewart – Matra Ford 05. 1970 J Stewart – March Ford 06. 1971 J Stewart – Tyrrell Ford 07. 1972 E Fittipaldi – Lotus Ford 08. 1973 E Fittipaldi – Lotus Ford 09. 1974 N Lauda – Ferrari 10. 1975 J Mass – McLaren Ford 11. 1976 J Hunt – McLaren Ford 12. 1977 M Andretti – Lotus Ford 13. 1978 M Andretti – Lotus Ford 14. 1979 P Depailler – Ligier Ford 15. 1981 G Villeneuve – Ferrari 16. 1986 A Senna – Lotus Renault 17. 1987 N Mansell – Williams Honda 18. 1988 A Prost – McLaren Honda 19. 1989 A Senna – McLaren Honda 20. 1990 A Prost – Ferrari 21. 1991 N Mansell – Williams Renault 22. 1992 N Mansell – Williams Renault 23. 1993 A Prost – Williams Renault 24. 1994 D Hill – Williams Renault 25. 1995 M Schumacher – Benetton Renault 26. 1996 M Schumacher – Ferrari 27. 1997 J Villeneuve – Williams Renault 28. 1998 M Hakkinen – McLaren Mercedes 29. 1999 M Hakkinen – McLaren Mercedes 30. 2000 M Hakkinen – McLaren Mercedes 31. 2001 M Schumacher – Ferrari 32. 2002 M Schumacher – Ferrari 33. 2003 M Schumacher – Ferrari 34. 2004 M Schumacher – Ferrari 35. 2005 K Raikkonen – McLaren Mercedes 36. 2006 F Alonso – Renault 37. 2007 F Massa – Ferrari 38. 2008 K Raikkonen – Ferrari 39. 2009 J Button – Brawn Mercedes 40. 2010 M Webber – Red Bull Renault 41. 2011 S Vettel – Red BullRenault 42. 2012 P Maldonado ̶ Williams Renault Matteo Bramati, Andrea Villa.
  20. Neanche il tempo di vedere Alonso sventolare la bandiera della Ferrari in Cina che dobbiamo doverosamente cominciare a parlare della prossima gara. Il turbolento Bahrain: è sempre una follia andare a correre in un posto del genere, pieno di scontri politici, in cui meccanici e piloti non possono mettere piede fuori dagli hotel. Ad ogni modo ricapitoliamo quello che abbiamo recentemente visto in Cina. Al top troviamo le “prime guide” di ogni team: rispettivamente Alonso, Raikkonen, Hamilton, Vettel, Button e Hulkenberg. I primi tre si sono aggiudicati meritatamente il podio, mentre Vettel ha dovuto rimontare dalla nona posizione, cercando di sfruttare una strategia a 2 soste, salvo poi ripiegare su una a 3 soste, vanificando il lavoro compiuto fino a quel momento. Alla fine è arrivato quarto anche a causa di un suo errore all’ultimo giro quando poteva passare Hamilton. Button ha sfruttato al meglio quello che poteva sfruttare, infatti la sua posizione, un quinto posto, rispecchia esattamente il potenziale della vettura. Hulkenberg è rimasto tra i primi per più di metà gara ed è il pilota dei team “di mezzo” che ne è uscito meglio dal weekend cinese; forse il suo piazzamento finale non è stato dei migliori, ma vederlo lottare con i migliori ha sicuramente alzato l’asticella della sua reputazione. Per finire, non ci stanchiamo di citare a ogni gara l’ottima prestazione di Jules Bianchì, che è costantemente il migliore dei team minori. Dal lato dei flop invece troviamo senz’altro un bel po’ di “seconde guide”. Escludiamo Rosberg, ritirato per un problema tecnico, dobbiamo citare senz’altro Mark Webber, che tampona inspiegabilmente Vergne (neanche fosse Vettel) scaturendo da quell’episodio tutte le sue disavventure del weekend culminate con una ruota che gironzolava solitaria in pista, per poi rimediare una penalizzazione in griglia per la prossima gara. Felipe Massa sembra essere ritornato in modalità “pennichella”: dopo il primo pit la gara del brasiliano è stata un unico e lungo pisolino. Prestazione veramente inguardabile anche per Sergio Perez: nel giorno del semi riscatto del suo compagno di squadra lui ha terminato dodicesimo. Altro pilota settato in modalità “sonnellino” è stato Grosjean che ha chiuso con un misero nono posto, all’ombra del suo compagno. Scandaloso l’incidente che ha messo KO Adrian Sutil, causato da un errore di valutazione di Esteban Gutierrez: sbaglia completamente il punto di staccata e combina un disastro inenarrabile. Il circuito di Sakhir è situato in mezzo al deserto. Il ché non depone a favore di questo tracciato, perché il deserto non tradisce le aspettative, e non è proprio il posto migliore per costruire un circuito, come si può ben intendere. Infatti sorge un grosso problema, grosso ma semplice da capire: vento e sabbia fanno un cocktail letale per l’aderenza degli pneumatici. Ma gli sceicchi di questo piccolo stato, non si fanno mancare niente e hanno trovato subito un’ottima soluzione: trattano le zone circostanti al circuito con uno speciale spray adesivo in modo che non si sollevino eccessive nubi di sabbia. Ciò nonostante a volte delle vere tempeste di sabbia impediscono a tutti di scendere in pista. Ebbene sì, ci troviamo sul terzo circuito stagionale (su quattro) progettato da Hermann Tilke. La realizzazione di questo circuito risale al 2004, e la sua costruzione venne realizzata in tempi da record per ospitare la gara della medesima stagione, il 4 di Aprile. I costi di realizzazione non sono stati per nulla contenuti: tutto il complesso è costato ben 150 milioni di dollari, ma c’è di buono che sono stati realizzati dei collegamenti tra le varie curve del tracciato in modo che in totale si possano sfruttare ben 6 piste diverse. Lunga 5412 metri, la pista è attorniata da un complesso di tribune che possono ospitare circa 50.000 persone: una cifra non molto significativa, ed è ancora meno significativo il reale afflusso di spettatori ad ogni edizione del Gp. La tradizione motoristica non è per nulla diffusa, e da due anni a questa parte vi sono continui disordini in Bahrain che tarpano le ali a questo evento. Molti, compresi i cittadini di questo stato, vorrebbero cancellare l’evento dal calendario e per questo ogni anno il clima è sempre più teso e i team sono costretti a rispettare un vero e proprio coprifuoco. Questa pista ha ottenuto il riconoscimento di Center of Excellence da parte della FIA per l’eccellenza delle zone di sicurezza e della prontezza dei commissari. Questo circuito offre spettacolo sia per gli spettatori che per i piloti, infatti la sede stradale è ampia, ma cambia a seconda dei tratti di pista, permettendo ai piloti di compiere agevolmente sorpassi o di interpretare in modo diverso le curve con diverse traiettorie. Il Gp del Bahrain è molto impegnativo per l’impianto frenante date le curve a gomito che seguono i rettilinei della pista. Le zone DRS saranno 2: una sul rettilineo principale e una sul rettilineo opposto che viaggia parallelo a quello dei box, saranno quindi 2 zone ben distinte del tracciato, e non a seguire come si è visto nelle prime 3 gare della stagione. Ricordiamo inoltre che il tracciato è uno dei pochi che presenta l’entrata in pit lane direttamente sul rettilineo principale, mentre solitamente questa è posta prima o nell’ultima curva. La Pirelli porta qui le coperture yellow soft e orange hard, sperando di poter fronteggiare al meglio la sabbia del deserto. Per questo appuntamento del mondiale si ritorna tutti (o quasi) su Sky. Il colosso di Murdock, sarà infatti l’unico emittente in Italia a trasmettere tutte le sessioni del weekend in diretta. La Rai come al solito trasmetterà la gara in differita questa volta alle 19:00, e si prevede un altissimo share per quell’ora. Edizioni precedenti Rivisitiamo le edizioni precedenti del Gran Premio del Medio Oriente, svoltosi sempre sullo stesso circuito di Manama. Edizione 2004: in qualifica dominano le due Ferrari con Schumacher in pole davanti a Barrichello, in seconda fila le due Williams con Montoya e Ralf Schumacher, in terza le due BAR – Honda di Button e Takuma Sato. Il giorno seguente i due ferraristi mantengono le posizioni dall’inizio alla fine della gara, terzo un ottimo Jenson Button a completare il podio; è questa la terza vittoria di fila per il tedesco. Seguono poi Trulli, Sato, Alonso, Ralf Schumacher e Webber mentre Montoya, terzo fino a pochi giri dal termine, è costretto al ritiro ad un solo giro dal termine della gara per problemi al cambio. Edizione 2005: alla McLaren Montoya viene sostituito da Pedro de la Rosa in seguito ad un infortunio alla spalla, inoltre prendono parte alle prove libere anche Liuzzi su Red Bull, Zonta suToyota e Doornbos su Jordan. In qualifica il più veloce è Fernando Alonso che stacca di 4 decimi Schumacher, terzo Trulli su Toyota. In gara vince lo spagnolo seguito dall’italiano, un’ottima prestazione la sua. Terzo un grintoso Räikkönen su McLaren – Mercedes, mentre Michael è costretto al ritiro al 12° giro per problemi idraulici alla sua monoposto; da segnalare anche la prova di de la Rosa che giunge quinto e fa segnare il suo primo giro veloce. Edizione 2006: Alonso si ripete come l’anno precedente vincendo su Schumacher in 1h 29’ 46’’, vittoria comunque non facile vinta sul rasoio dei secondi e che vede premiare la Renaultper una scelta dei pit-stop più azzeccata che permette allo spagnolo di recuperare tempo prezioso sul tedesco che al via era partito dalla pole. Terzo giunge Räikkönen che la spunta di poco su Jenson Button (Honda), soltanto nono Massa (Ferrari); va inoltre segnalato il giro veloce di Nico Rosberg su Williams in 1.32.408, il primo nella sua carriera. Edizione 2007: gara dominata da Felipe Massa che segna anche pole e giro veloce, secondo giunge Lewis Hamilton su McLaren – Mercedes che mantiene la posizione ottenuta il giorno precedente in qualifica, terzo l’altro ferrarista Kimi Räikkönen che completa così il podio. Nel campionato mondiale si verifica così un riassetto: Hamilton, Alonso e Räikkönen sono tutti e tre appaiati con 22 punti all’attivo, mentre Massa segue a 17 ed Heidfeld su Bmw è a 15. Edizione 2008: svoltosi nel primo weekend di aprile vede il secondo successo consecutivo su questo tracciato di Felipe Massa su Ferrari, che al via sorpassa Robert Kubica su Bmw –Sauber portandosi al comando della corsa e mantenendo un ritmo per tutti i 57 giri che gli garantiranno la vittoria sul compagno di squadra Räikkönen, staccato di circa 3 secondi, e su Kubica autore comunque di un buon weekend visto anche il risultato del compagno di squadra Nick Heidfeld che giunge alle sue spalle. Gara da dimenticare invece per Hamilton che prima parte male perdendo 7 posizioni e poi tampona in rettilineo Alonso, costringendo entrambi ad una sosta ai box, rientrato fatica a prendere il ritmo dei primi e giunge solamente tredicesimo. Edizione 2009: da segnalare l’installazione del Kers sulle monoposto Ferrari e Bmw dopo i test del precedente GP di Cina. In gara a dominare è Jenson Button su Brawn GP, secondoSebastian Vettel su RBR – Renault e terzo Jarno Trulli su Toyota che non riesce a mantenere la prima posizione guadagnata il giorno prima al termine delle qualifiche, così come il suo compagno di squadra Timo Glock che giunge settimo. In questo modo Button allunga nella classifica mondiale a 31 punti, 12 in più del suo compagno di squadra Barrichello, mentreRed Bull e Toyota sono designate come i principali avversari della stagione. Edizione 2010: gara disputata il secondo weekend di marzo, vede tornare alla vittoria su questo circuito Fernando Alonso su Ferrari, secondo il compagno di squadra Felipe Massa e terzoLewis Hamilton. Questa edizione vede una revisione del tracciato che porta ad un aumento delle curve per una lunghezza totale del tracciato di 6.299 km ed una conseguente riduzione del numero di giri a 49. Come novità vengono introdotti il nuovo sistema di punteggio –tuttora attuale – e il divieto di rifornimento in gara. Entrano nel mondiale nuovi team quali Hispania Racing F1 Team, Virgin Racing e Lotus Racing; c’è anche il rientro nel mondiale di Michael Schumacher su Mercedes, che giungerà sesto al termine del gran premio. Edizione 2011: gara non disputata in seguito alla grave crisi politica del paese; la dichiarazione ufficiale del rinvio del GP viene data il 21 febbraio dallo stesso governo dopo che Bernie Ecclestone aveva dichiarato una deadline entro il 22. Una cancellazione totale del GP venne presa dopo che i piloti con Barrichello a capo della GPDA, la FOTA ed il ministro britannico per lo Sport Hugh Robertson espressero il loro disappunto. Edizione 2012: dopo varie vicissitudini tra cui ritorsioni nei confronti del team Force India, si torna a correre in quel di Bahrain. Il circuito torna alla sua configurazione originaria di 5.412 km. È questa la prima volta che i piloti utilizzano il dispositivo DRS sul tracciato, per un totale di 650 metri disponibili lungo il rettilineo principale. A conquistare la pole è Sebastian Vettel su Red Bull – Renault, seguito da Lewis Hamilton su McLaren – Mercedes e dal compagno di squadraMark Webber. Il giorno seguente è lo stesso tedesco a vincere su Kimi Räikkönen ed il sorprendente compagno di squadra Romain Grosjean (Lotus – Renault) che conquista il primo podio della sua giovane carriera in Formula 1. Nel post gara la FIA non prende alcun provvedimento nei confronti di Nico Rosberg (Mercedes), accusato di aver ostacolato Hamilton (McLaren) e Alonso (Ferrari) durante la gara. Venerdì 29 Aprile Libere 1: 9:00-10:30 (Sky Sport F1 HD) Libere 2: 13:00-14:30 (Sky Sport F1 HD) Differita in sintesi alle 22:35 su Raisport 1 Sabato 20 Aprile Libere 3: 10:00-11:00 (Sky Sport F1 HD) Qualifiche: 13:00-14:00 (Sky Sport F1 HD) Differita integrale alle 17:45 su Rai 2 Domenica 21 Aprile Gara: 14:00 ̶ 57 giri ̶ 308.238 km (Sky Sport F1 HD) Differita integrale alle 21:00 su Rai 2 * tutti gli orari indicati si riferiscono all’Italia: tra Italia e Bahrain c’è un ora di differenza. Distanza a giro: 5412 km Numero di curve: 15 Senso di marcia: orario RECORD Giro prova: 1:30.139 – M Schumacher – Ferrari – 2004 Giro gara: 1:30.252 – M Schumacher – Ferrari – 2004 Distanza: 1h28:34.875 – M Schumacher – Ferrari – 2004 Vittorie pilota: 3 – F Alonso Vittorie team: 4 – Ferrari Pole pilota: 2 – M Schumacher Pole team: 3 – Ferrari Migliori giri pilota: 1 – vari Migliori giri team: 3 – Ferrari Podi pilota: 5 – K Raikkonen Podi team: 9 – Ferrari Albo d’oro 1. 2004 M Schumacher – Ferrari 2. 2005 F Alonso – Renault 3. 2006 F Alonso – Renault 4. 2007 F Massa – Ferrari 5. 2008 F Massa – Ferrari 6. 2009 J Button – Brawn GP Mercedes 7. 2010 F Alonso – Ferrari 8. 2012 S Vettel ̶ Redbull Matteo Bramati, Andrea Villa
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